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Difesa dei deboli: a Napoli la storia vera di “Una bambina che sognava di cantare…”

Napoli, 19 agosto 2022 – L’Associazione Culturale Noi per Napoli, impegnata da oltre trent’anni non solo nel campo della diffusione dell’ arte, della cultura, ma anche sui temi della solidarietà e del sociale, in merito alla difesa dei diritti delle fasce sociali più deboli e fragili, in vista dell’organizzazione di un convegno sul tema “Lavoro e Diritti nella quarta rivoluzione industriale”.
Dalla trasformazione digitale alla produzione robotica intelligente, e dalla combinazione di tecnologie fisiche e digitali si otterranno inevitabili effetti dirompenti nell’organizzazione del lavoro e nei rapporti di lavoro individuali e collettivi, come quello riferito alla figura del datore di lavoro che si spersonalizza e si cela dietro congegni di direzione e controllo a distanza.
Le potenzialità che le nuove tecnologie offrono e le conseguenti ricadute sul diritto alla privacy dei lavoratori, fino ai problemi di qualificazione giuridica e di rappresentanza collettiva. Questi i temi al centro di un evento in programma nel prossimo mese di settembre 2022 a Napoli, presso la sede di un’ importante Accademia di Studi Giuridici.
Evento in via di definizione, che vuole lanciare e sensibilizzare a tali tematiche, attraverso il linguaggio metaforico e la forma della fiaba, ma con  il contenuto di una storia realmente accaduta, dal titolo “La bambina che sognava di cantare”.

La storia della bambina che sognava di cantare

Si tratta di una piccola fiaba, una storia vera realmente accaduta ad una bambina che sognava di cantare, e vi riuscì studiando duramente.

Poi crebbe ed iniziò a vincere concorsi, a fare importanti concerti fino a diventare soprano stabile in un grande teatro, uno dei più antichi del mondo.

Purtroppo un giorno, la madre che era sempre con lei, si ammalò e la fanciulla  iniziò ad affrontare la vita in maniera forzatamente autonoma e poi, un po’ per volta, a prendersi cura della mamma che era sempre stata il più grande sostegno per la sua carriera.

Rinunciò a tante cose per non farle mancare nulla e starle vicino.

La madre era stata una grande donna, l’aveva cresciuta, educata, aveva con lei aiutato tantissime persone bisognose, aveva fatto bellissimi progetti artistici pertanto, la giovane sentiva che la propria mamma, ancor più di chiunque altro, meritasse tutta la sua attenzione.

La giovane diventò una donna, piena di ansia e preoccupazione per quella madre che diventò anziana e sempre più malata.

Per questo motivo, dopo 15 anni di cure, decise di restare vicino alla madre ogni istante per circa 2 mesi perchè sentiva che qualcosa stava cambiando e non avrebbe permesso a nessuno di perdersi del tempo prezioso vicino a lei.

Una domenica sera la situazione, già grave, precipito’ e lei con la famiglia si strinsero intorno al letto della povera madre: le tennero le mani, piansero e pregarono ma senza disturbarla perché capirono che stava andando via finché con occhi increduli e pieni di lacrime, il loro cuore ebbe un sussulto e videro l’ultimo respiro della loro persona più importante al mondo.

La bambina che amava cantare ritornò,  era nuovamente piccola e pianse disperata la morte della sua mamma.

Si chiese se quell’evento irreparabile fosse accaduto davvero e cosa avrebbe fatto senza di lei nella sua vita!

Questa figura si alternava con la donna che era diventata ma smarrita e con il male più subdolo, la depressione.

Purtroppo nonostante il dolore che le toglieva il fiato, adesso avrebbe dovuto prendersi cura di se stessa e così andò da diversi dottori per cercare di essere un po’ meno triste e sopravvivere.

Ma i guai non arrivano mai da soli ed un giorno il soprano ricevette una lettera dalla quale apprese cose bruttissime…

Sì  perché le persone senza cuore che tutti dicevano aver intristito il teatro e la sua magia, le comunicarono che come una delinquente era stata pedinata per circa 2 mesi.

Orrore su orrore: lei non aveva commesso nessun reato e in quei 2 mesi, accusata di cose false, era uscita di casa solo 2 volte perché debole e stanca.

Vedeva la sua vita senza senso perché aveva perso la mamma e all’improvviso anche quel lavoro guadagnato con i propri meriti e dopo tanti anni di studio.

Si sentiva triste, offesa e trattata come una brutta persona, così continuò a piangere perché sentì offesa anche la memoria della sua amata mamma.

Il finale della storia è ancora da scrivere, r ci affidiamo alla coscienza ed alla penna di tanti per indicare cosa sia giusto che accada a questa donna, che aveva solo il sogno di cantare.

 

Comunicato a cura dell’associazione Noi per Napoli

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