Economia, Istituto Friedman: “Governo a un bivio, tra modello socialista o liberista”

Roma, 29 settembre 2023 – In una nota Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman Institute, istituzione liberale ispirata al Premio Nobel americano, è intervenuto sulle politiche economiche del Governo.

“Gli esponenti del Governo che difendono ancora una volta la tassa sugli extraprofitti bancari, già bocciata dalla BCE, non hanno ancora capito che non ci troviamo in una campagna elettorale permanente, ma che queste misure si riveleranno presto dei gravi errori in materia economica. C’è bisogno di un governo sia ispirato da una visione politica chiara di medio-lungo periodo, che stabilisca con saggezza e visione le proprie politiche economiche, senza casualità e improvvisazione.

Quella tassa non è stata altro che una misura pauperista e populista, come altre promosse in questo periodo, che rappresentano soltanto delle tasse indirette nei confronti di tutti gli italiani. Le banche, così come non dovrebbero ricevere sussidi da parte dello Stato, non dovrebbero subire trattamenti fiscali diversi dalle altre aziende.

Non si è mai visto al mondo un governo di Centrodestra che sancisce il principio per il quale sia lo Stato a stabilire quali profitti dei privati siano giusti e quali siano sbagliati, definendoli extra e tassandoli.

Abbiamo visto misure simili per quanto riguarda il tetto al prezzo dei voli aerei, i prezzi calmierati e la riforma dei taxi, oltre che la difesa delle concessioni dei balneari.

Difendere le corporazioni non significa tutelare il libero mercato, ma bensì il contrario. Torniamo a chiedere alla maggioranza di Governo di riprendere i principi liberisti che hanno ispirato il programma economico in fase elettorale, perché è proprio per quei principi che gli italiani li hanno votati.

Chiediamo ancora una volta al Presidente Giorgia Meloni di scegliere, da leader dei conservatori europei, quale sia il modello politico di riferimento a cui ispira la sua azione?

Il Regno Unito della Tatcher, gli Stati Uniti di Reagan o il Venezuela di Maduro e la Cuba di Castro? Alcuni esponenti del suo esecutivo sembrano essere proprio dei nostalgici dei modelli di riferimento per chi ama il socialismo.

Il Governo è a un bivio, ma ora è chiamato a scegliere una volta per tutte.”

 

 

Commercio al dettaglio: i nuovi trend del 2023

Milano, 28 settembre 2023 – Anche il commercio al dettaglio, grazie alle nuove tecnologie, si sta trasformando in maniera rivoluzionaria, reinventando completamente l’esperienza di shopping. Paolo Pavin, in un recente articolo, ha svelato i 5 trend emergenti che stanno definendo il futuro del commercio al dettaglio.

I 5 trend emergenti del commercio al dettaglio:

  1. Espositori Interattivi: Elevare l’esperienza clienti attraverso espositori che non solo mostrano prodotti, ma coinvolgono attivamente con interazioni digitali, permettendo l’accesso a cataloghi, video dimostrativi e opzioni di acquisto.
  2. Segnaletica Digitale Dinamica: La personalizzazione è la chiave. Con la capacità di adattare promozioni e informazioni in tempo reale, i negozi possono comunicare in modo più efficace, personalizzando le offerte per i loro clienti.
  3. Sostenibilità e Materiali Eco-Friendly: In risposta alla crescente domanda dei consumatori per pratiche sostenibili, l’arredo negozi si sta spostando verso l’uso di materiali eco-friendly, sottolineando un impegno verso la responsabilità ambientale.
  4. Illuminazione Strategica: Oltre alla funzionalità, l’illuminazione sta diventando uno strumento strategico per mettere in risalto prodotti e creare atmosfere accoglienti, adattandosi alle esigenze del momento.
  5. Espositori Flessibili: Offrendo soluzioni modulari, questi espositori permettono ai negozi di adattarsi rapidamente alle tendenze mutevoli del mercato senza ingenti investimenti in modifiche strutturali.

Queste innovazioni nell’arredamento dei negozi stanno forgiando un nuovo paradigma, centrato sull’engagement dei clienti e sulla sostenibilità.

L’investimento in tali tendenze può distinguere un brand in un mercato al dettaglio sempre più competitivo.

È per questo che sono nati portali specializzati nelle ultime novità per il commercio al dettaglio. Un esempio è Displayshop.it, in cui trovare soluzioni più all’avanguardia di comunicazione visiva per negozi, farmacie ed enti pubblici.

 

 

Per ulteriori informazioni: 

DISPLAY SHOP:

Rivoluzione streaming: ecco come spendono gli italiani

Roma, 28 settembre 2023 – Nel dinamico universo digitale contemporaneo, l’immagine classica di una famiglia riunita davanti al piccolo schermo del televisore è stata sostituita da un panorama ben più vasto e complesso.

Oggi le serate sul divano sono caratterizzate dalla presenza di tablet, smartphone, computer e smart TV, con l’utente che salta da una piattaforma di streaming all’altra, alla ricerca del film perfetto o della prossima serie TV da guardare. Questa rivoluzione non ha solo trasformato il modo in cui consumiamo i contenuti, ma ha anche avuto un impatto sul nostro portafoglio.. E non da poco.

Infatti, mentre in passato si pagava un canone per la televisione o si noleggiavano videocassette e DVD, oggi ci troviamo ad affrontare una miriade di abbonamenti mensili a servizi come Netflix, Amazon Prime, Disney Plus, HBO e tanti altri.

Sommando i costi di ciascuno di questi abbonamenti, ci potremmo chiedere: quanto stiamo effettivamente pagando per questa nuova era di comodità digitale? Ma, soprattutto, ne vale davvero la pena? Scopriamolo.

Il 65% degli italiani spende 30 euro al mese

La trasformazione del mondo dei media ha portato a cambiamenti profondi nel modo in cui consumiamo contenuti televisivi e in streaming. La rivoluzione digitale ha innescato una migrazione massiccia dal piccolo schermo tradizionale verso le piattaforme di streaming, che offrono una miriade di opzioni a portata di clic.

Tuttavia, nonostante la televisione tradizionale stia affrontando una concorrenza senza precedenti, gli italiani mostrano una sorprendente prudenza economica. Una cifra emblematica emerge dalle statistiche: 30 euro al mese sembra essere il budget che la maggior parte è disposta a destinare per il consumo di contenuti digitali.

Questo dato sottolinea non solo una consapevolezza economica, ma pone anche una domanda cruciale alle piattaforme di streaming: come offrire un servizio che bilanci contenuti di alta qualità, un prezzo accessibile e una pubblicità accettabile?

A quanto pare, gli italiani, pur riconoscendo il valore dei contenuti premium, non sono avversi all’idea di pubblicità. Ma c’è un “però” in tutto questo: la pubblicità deve essere ben dosata.

Il dato che emerge è che il 59% degli intervistati sarebbe disposto a tollerare spot pubblicitari pur di accedere a una piattaforma gratuita, ma con alcune condizioni. Vogliono pubblicità mirate, che rispecchiano i loro interessi e non si sentano invasive.

Inoltre, esprimono chiaramente un desiderio di limitare le interruzioni durante la visione, e quando queste interruzioni sono inevitabili, preferirebbero spot pubblicitari brevi. Questi dati offrono una panoramica preziosa per le piattaforme che cercano di penetrare il mercato italiano, suggerendo che una formula vincente potrebbe essere un mix equilibrato tra qualità, costo e strategia pubblicitaria. Approfondiamo questo argomento.

Sempre più pubblicità e sempre meno streaming

La dinamica del consumo di contenuti in streaming sta vivendo un momento cruciale. Di fronte alla saturazione del mercato e alle sfide sempre crescenti, le piattaforme devono reinventarsi e ascoltare le preferenze dei loro utenti. In Italia, la tolleranza verso la pubblicità offre spunti interessanti.

Sebbene la maggior parte degli utenti apprezzi esperienze senza interruzioni, sembra emergere una tendenza chiara: molti sono disposti a tollerare una certa quantità di pubblicità in cambio di un servizio più economico o addirittura gratuito.

Giganti dello streaming come Netflix e Prime Video, finora noti per la loro offerta priva di pubblicità, si trovano di fronte a una nuova realtà. La condivisione delle password, un fenomeno diffuso, mina i loro introiti e richiede soluzioni innovative. Allo stesso tempo, la concorrenza crescente impone una continua evoluzione per rimanere rilevanti e attraenti.

Una soluzione potrebbe risiedere proprio in un modello supportato da pubblicità, in cui questa sostiene parte dei costi del servizio. Questo non solo potrebbe ridurre il fenomeno della condivisione delle password, rendendo l’abbonamento più accessibile a un numero maggiore di utenti, ma potrebbe anche attirare una nuova fascia di consumatori che finora ha esitato a sottoscrivere un abbonamento a pagamento.

La chiave del successo, tuttavia, sarà nel bilanciare con attenzione la quantità e la qualità della pubblicità. Gli utenti non vogliono sentirsi sommersi da spot invadenti o non pertinenti.

Una pubblicità mirata, contestualizzata e ben integrata nell’esperienza di visione potrebbe rappresentare un’opportunità vincente per le piattaforme, garantendo loro non solo la fedeltà dei clienti esistenti ma anche l’attrazione di nuovi abbonati. In un mercato in rapida evoluzione come quello italiano, l’adattabilità e l’innovazione saranno essenziali per restare al passo con le aspettative del pubblico. Esploriamo i dati sugli abbonamenti degli Italiani.

Una media di 3 abbonamenti per persona

L’avvento della cultura digitale ha radicalmente ristrutturato le abitudini dei consumatori. La transizione da una singola fonte di intrattenimento, come la televisione tradizionale, a una pluralità di piattaforme on-demand ha trasformato il modo in cui gli italiani accedono e fruiscono dei contenuti.

L’epoca in cui un unico abbonamento soddisfaceva tutte le esigenze di intrattenimento sembra essere un lontano ricordo. Ora, con giganti del settore che offrono cataloghi vastissimi e diversificati, la tentazione di diversificare gli abbonamenti è forte.

Questa tendenza, però, non è uniforme tra le diverse fasce d’età. Se da un lato un significativo 42% della popolazione mantiene un approccio più conservativo, limitandosi a 2-3 servizi, dall’altro lato c’è una fascia più giovane, quella dei 25-34 anni, che mostra un comportamento decisamente diverso. Quest’ultimo gruppo, infatti, sembra avere una sete insaziabile di contenuti, tanto da sottoscrivere a 4 o più servizi contemporaneamente.

Questo dato evidenzia una discrepanza interessante nei modelli di consumo tra le generazioni. La generazione più giovane, cresciuta in un’epoca digitale, sembra avere una maggiore propensione verso la varietà e la personalizzazione dell’esperienza di consumo. Probabilmente, sono alla ricerca di una gamma più ampia di contenuti, dalla musica alle serie TV, passando per i documentari e i podcast.

Queste divergenze generazionali rappresentano non solo una fotografia delle attuali abitudini di consumo, ma anche un’indicazione preziosa per le aziende del settore. Comprendere e anticipare le esigenze delle diverse fasce d’età può permettere alle piattaforme di offrire servizi su misura, soddisfacendo così una vasta gamma di aspettative e esigenze.

Ma come si compete e vince nella gara allo streaming?

Qual è la formula di streaming vincente?

Nonostante il boom dei servizi di streaming, la lealtà degli utenti non è garantita. Ci sono infatti numerosi modi di “saltare” il pagamento di questo abbonamento. Basta pensare ai tanti servizi di calcio in streaming gratis, che  permettono, in cambio di qualche banner, talvolta anche scomodo, di vedere il calcio direttamente da PC o telefono, anche se la qualità video non è molto alta.

Ma le aspettative degli utenti vanno oltre il semplice intrattenimento. L’integrazione di servizi bancari, come cashback e assicurazioni, suggerisce che gli italiani cercano soluzioni più olistiche. Le piattaforme dovranno quindi evolversi e offrire pacchetti di servizi integrati.

Una cosa che non sembra nemmeno troppo distante visto il lavoro massiccio che stanno facendo queste aziende in mercati più maturi, come per esempio quello americano o quello australiano. Parlando di questi mercati fuori dai nostri confini, scopriamo altro.

Vediamo cosa succede invece in Europa

L’Italia, con la sua ricca tradizione culturale e la sua peculiare passione per le arti e l’intrattenimento, ha sicuramente delle specificità nel consumo di contenuti digitali. Tuttavia, in un’era sempre più globalizzata, non è un’isola nel vasto mare del consumo di media digitali. La tendenza all’adozione di servizi di streaming on-demand è palpabile in tutta Europa, e l’Italia ne è un brillante esempio.

La situazione pandemica ha giocato un ruolo indiscutibile in questo scenario. Con le persone confinate nelle loro case, la ricerca di fonti di intrattenimento e di evasioni digitali è diventata una necessità piuttosto che una semplice opzione.

Questo ha portato a un boom degli abbonamenti ai servizi di streaming in tutto il continente. Mentre il settore dell’intrattenimento ha ovviamente beneficiato di questo trend, altri settori non sono rimasti indietro.

La musica, con giganti come Spotify e Apple Music, ha visto un afflusso massiccio di nuovi abbonati, in cerca di una colonna sonora per le loro giornate casalinghe. Ma non solo: l’e-commerce e il mondo della moda hanno anche visto un’esplosione nella loro presenza digitale.

Con i negozi fisici chiusi o limitati nella loro capacità, lo shopping online è diventato la norma per molti. Le piattaforme di moda, con le loro offerte in streaming di sfilate e presentazioni di nuove collezioni, hanno catturato l’attenzione di un pubblico sempre più vasto e variegato.

In sintesi, se l’Italia rappresenta un interessante microcosmo di tendenze e abitudini, è evidente che l’intera Europa sta vivendo una rivoluzione digitale, in gran parte catalizzata dalla pandemia. Questo spostamento verso il digitale ha riscritto le regole del gioco per molte industrie e ha posto le basi per un futuro in cui il digitale e l’on-demand saranno sempre più al centro delle nostre vite. Altro fattore che ne ha segnato la crescita, è la “moda” che si è creata intorno a questo fenomeno.

A differenza degli anni 2000, lo streaming on-demand è moda

L’evoluzione del consumo di media digitali mette in evidenza una marcata differenza tra le diverse fasce d’età. Questo divario generazionale nello streaming rispecchia le diverse esperienze e abitudini formatesi nel contesto tecnologico in cui ciascun gruppo è cresciuto.

Le nuove generazioni, spesso etichettate come “nativi digitali”, sono nate e cresciute in un mondo in cui internet, smartphone e piattaforme di streaming erano la norma. Questo contesto ha influenzato profondamente il loro modo di interagire con i contenuti: per loro, lo streaming non è solo un modo per accedere a film o musica, ma è diventato un pilastro della loro vita sociale e culturale.

Non è raro che scambiano consigli su serie TV, condividano playlist o discutono dei contenuti più recenti con i loro coetanei. Così, non sorprende che siano disposti a investire una parte significativa del loro budget in abbonamenti a varie piattaforme, considerandoli quasi come beni di prima necessità.

D’altro canto, le generazioni più anziane hanno avuto un percorso diverso. Cresciuti in un’epoca pre-digitale, hanno conosciuto un mondo in cui la televisione, la radio e i giornali erano le principali fonti di intrattenimento e informazione.

Anche se molti hanno abbracciato le nuove tecnologie e le opportunità offerte dallo streaming, tendono a essere più selettivi e cauti nei loro investimenti. Per loro, lo streaming potrebbe essere visto come un “extra”, un complemento alla loro routine mediale tradizionale, piuttosto che una necessità.

Questa dinamica rappresenta una sfida e un’opportunità per le piattaforme di streaming. C’è la necessità di offrire contenuti e servizi che possano attrarre e soddisfare utenti di tutte le età, bilanciando innovazione e tradizione, per rimanere rilevanti in un mercato in continuo cambiamento. Ora come non mai, sembra inoltre che i “servizi essenziali” sono diventati on-demand.

Sempre più “servizi essenziali” saranno on-demand in futuro

La trasformazione digitale ha avuto un impatto profondo su quasi tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Mentre inizialmente il concetto di “on-demand” era associato principalmente all’intrattenimento, come film o musica, ora sta permeando settori molto più vasti, trasformando le nostre aspettative e abitudini di consumo.

Un esempio lampante di questa tendenza è il modo in cui approcciamo servizi quotidiani essenziali. La consegna di cibo, che una volta era limitata alle pizze o ad alcune tipologie di ristoranti, ora abbraccia una gamma molto più ampia di opzioni gastronomiche, rendendo qualsiasi tipo di cucina accessibile con pochi tocchi sullo smartphone.

Allo stesso modo, la possibilità di ricevere farmaci e prodotti sanitari direttamente a casa rappresenta un cambiamento radicale, soprattutto considerando l’importanza di tali servizi, in particolare per persone anziane o con difficoltà di movimento.

Ma forse uno dei settori più sorprendenti che sta esplorando l’approccio on-demand è quello bancario. L’idea che il 10% delle persone possa considerare l’opzione di un “abbonamento bancario” è indicativa della profondità dei cambiamenti in atto. 

Le banche, tradizionalmente viste come istituzioni statiche e lente al cambiamento, stanno riconoscendo l’importanza di adattarsi alle aspettative dei consumatori moderni. L’abbonamento bancario potrebbe includere una serie di servizi premium, accesso a consulenti finanziari digitali, tassi di interesse vantaggiosi o altre offerte esclusive.

La chiave di questo cambiamento, indipendentemente dal settore, risiede nel valore aggiunto. I consumatori sono disposti a pagare, sottoscrivere o cambiare le loro abitudini solo se percepiscono un chiaro beneficio.

Pertanto, le aziende e le istituzioni che vogliono avere successo in questo nuovo panorama digitale devono assicurarsi di offrire servizi che non solo soddisfino le esigenze basiche dei clienti, ma che anche li sorprendano, li delizino e, soprattutto, arricchiscano la loro esperienza quotidiana.

Conclusioni

La rivoluzione dello streaming è solo iniziata. Mentre le piattaforme competono per la lealtà degli utenti, è chiaro che il futuro sarà multidimensionale, con servizi integrati che vanno oltre il mero intrattenimento.

La sfida per le aziende sarà quella di rimanere al passo con le crescenti aspettative dei consumatori e di offrire soluzioni innovative che combinino contenuto, comodità e valore.

 

 

Bobby Solo, il 6 ottobre esce “Indiano”

Dopo l’uscita del nuovo singolo Bobby Solo sarà il protagonista di un cortometraggio che si girerà a Ferrara

Roma, 28 settembre 2023 – Sarà disponibile in digitale dal 6 ottobre prossimo, su tutte le migliori piattaforme musicali, il nuovo singolo di Bobby Solo dal titolo Indiano, pubblicato dall’etichetta discografica “Videoradio e Videoradio Channel” diretta da Giuseppe Aleo.

Si tratta di un brano particolare, che con il suo ritmo frizzante, con suoni che ricordano il vecchio Blues, e un bel testo con parole originali, ci fa vivere un viaggio in musica alla ricerca della libertà.

Il singolo, cantato in italiano, racconta di una persona che capisce in un istante che l’unica strada percorribile nella sua vita è quella di seguire l’esempio di un amico indiano che viaggia nel mondo, scrutando il cielo delle notti stellate, visitando luoghi straordinari e incontrando tante persone strane.

Una canzone da ascoltare dalla prima all’ultima nota, che ci offre ancora una volta un Bobby Solo in eterna forma, in uninterpretazione tutta da assaporare.

Vincitore di due Festival di Sanremo e di un Festivalbar, Bobby Solo è famoso nel mondo per alcune canzoni entrate di diritto nella storia della musica: “Una Lacrima sul Viso” con il testo di Mogol, “Se piangi, se ridi”, “Zingara”, “Non c’è più niente da fare”, “Credi a me”, solo per citarne alcune.

Straordinario compositore, anche in questa occasione si è avvalso della collaborazione del noto chitarrista, autore e scrittore ferrarese Carlo Zannetti (www.carlozannetti.it/biografia) che ne ha firmato il testo.

I suoni e gli arrangiamenti sono stati realizzati dai due musicisti, come sempre affiancati da Massimo Passon del “Master Studio” di Udine.

L’uscita del singolo “Indiano” coinciderà con l‘inizio delle riprese a Ferrara del cortometraggio “La paura di vincere” della regista Roberta Pazi

Basato su un racconto di Carlo Zannetti, che ne ha firmato anche la colonna sonora, vedrà un inedito Bobby Solo nelle vesti di attore, ricoprire il ruolo di un simpatico musicista ferrarese. 

Un film che offrirà al pubblico dei più importanti concorsi cinematografici nazionali ed internazionali la storia emozionante di Leonardo, un direttore d’orchestra, alle prese con i ricordi del suo passato. 

BIOGRAFIE

BOBBY SOLO: artista ed interprete senza tempo, vincitore di due Festival di Sanremo con “Se piangi, se ridi” e “Zingara”, una vittoria prestigiosa anche alla prima edizione del Festivalbar con il brano “Credi a me” e un grande successo ottenuto con “Non c’è più niente da fare”. Un musicista di fama internazionale, che ha venduto oltre 12 milioni di copie con “Una lacrima sul viso”, che fu tradotta in diverse lingue e cantata in tutto il mondo. Una carriera infinita, che vede l’artista molto attivo anche sul fronte degli spettacoli dal vivo, con concerti sia in Italia che all’estero. Lo scorso dicembre ha pubblicato il nuovo singolo “Tournée”.

CARLO ZANNETTI: ferrarese, è un artista noto nel mondo della musica internazionale, che vanta collaborazioni prestigiose come chitarrista professionista, arrangiatore e autore fin dal 1982.

Dal 2017 ad oggi è riuscito a distinguersi anche come scrittore e giornalista, con la pubblicazione di quattro suoi libri, svariati racconti, e molti articoli pubblicati su testate italiane ed estere.

 

Bobby Solo

UFFICIO STAMPA

Francesca Monti – email: francescamonti.ufficiostampa@gmail.com

Google, arriva l’update contro le false recensioni

Milano, 27 settembre 2023 – Con la crescente digitalizzazione e l’importanza sempre maggiore dei feedback online, le recensioni sono diventate uno degli strumenti principali per le decisioni d’acquisto dei consumatori. Si stima che una recensione positiva possa portare ad un incremento delle vendite fino al 75%, sottolineando ulteriormente l’importanza di garantire l’autenticità e la veridicità delle opinioni online.

Google, il motore di ricerca più usato a livello globale, è ben consapevole di questo fenomeno. Infatti, l’azienda ha recentemente annunciato miglioramenti significativi al suo algoritmo, in particolare riguardo alla visualizzazione e classificazione delle recensioni. Queste modifiche, che per ora sono attive solo per le ricerche in lingua inglese, verranno presto estese anche ad altre lingue, tra cui l’italiano.

L’obiettivo principale del nuovo aggiornamento, denominato “Product Reviews Update”, è valorizzare e dare priorità alle recensioni più dettagliate e basate su esperienze autentiche. Questo significa che le opinioni superficiali o di bassa qualità verranno relegate in posizioni inferiori, mentre quelle ben argomentate e dettagliate guadagneranno visibilità.

Mentre Google cerca di garantire autenticità, esistono siti che si pongono l’obiettivo di aiutare le aziende a costruire una solida brand reputation online. Un esempio di ciò è  www.comprarerecensioni.it, piattaforma che, attraverso circuiti di ghost buyer, permette alle aziende di incrementare le proprie recensioni, assicurando che queste siano genuine e frutto di esperienze reali. Questo contrasta con la pratica di alcuni siti che, al contrario, offrono recensioni false, minando la fiducia dei consumatori e compromettendo la credibilità del marchio.

L’approccio di www.comprarerecensioni.it  si allinea con l’essenza delle nuove linee guida di Google, focalizzandosi sulla qualità, l’unicità e la veridicità delle recensioni. Dimostrare una reale esperienza con il prodotto, sottolineare le sue specificità e differenziarsi da prodotti simili sono tutti aspetti che guadagnano visibilità in un mercato sempre più saturo.

Allo stesso tempo, Google ha delineato chiaramente i parametri di qualità che determineranno la posizione di una recensione nei risultati di ricerca. Tra questi, l’importanza di avere contenuti unici, la necessità di dimostrare una vera esperienza con il prodotto e la capacità di distinguere tra prodotti simili, evidenziando le caratteristiche salienti di ciascuno.

La mossa di Google è chiaramente un tentativo di combattere il fenomeno delle false recensioni, che in passato ha sollevato molte preoccupazioni sia tra i consumatori che tra gli imprenditori. Con un mercato online in costante crescita e un numero sempre maggiore di consumatori che si affidano alle recensioni per le loro decisioni d’acquisto, l’integrità e l’autenticità delle opinioni online sono diventate essenziali per garantire la fiducia del pubblico.

In conclusione, la recente iniziativa di Google rappresenta un passo importante nella lotta contro le recensioni false e nella promozione di un ecosistema di feedback online più trasparente e affidabile. Resta da vedere come il mercato risponderà a queste novità e quale sarà l’impatto effettivo di questo aggiornamento sul comportamento dei consumatori e delle aziende.

 

Rivoluzione Verde: è l’Hydrometano la soluzione al problema dei carburanti

Roma, 27 settembre 2023 – L’uso della miscela di idrogeno e metano per l’autotrazione sta guadagnando terreno come soluzione sostenibile per ridurre le emissioni di gas serra nei trasporti. Questa miscela, comunemente nota come “hydromethane“, può fornire un’alternativa pulita ai combustibili fossili convenzionali.

Tuttavia la comprensione delle sue implicazioni scientifiche e tecnologiche è fondamentale per valutare il suo potenziale. A tal proposito il prof. Marco Mele, accademico e Amministratore Unico della SFBM (gruppo GSE) spiega l’importanza di tale nuovo vettore energetico.

L’idrogeno è l’elemento chimico più abbondante dell’universo, ma è raramente presente in forma pura sulla Terra. È quasi sempre combinato con altri elementi, per esempio nell’acqua (H2O). Tuttavia, l’idrogeno può essere prodotto da varie fonti di energia, inclusi i combustibili fossili e le energie rinnovabili. Una volta prodotto, l’idrogeno può essere miscelato con il metano per formare un combustibile per l’autotrazione. Dal punto di vista scientifico, la combinazione di idrogeno e metano può essere molto vantaggiosa. L’idrogeno ha un’alta densità energetica per unità di massa, il che significa che può fornire grande quantità di energia rispetto alla sua massa. Questo rende l’idrogeno un combustibile molto efficiente. D’altra parte, il metano (il principale componente del gas naturale) ha una densità energetica relativamente alta per unità di volume, che consente di immagazzinare e trasportare grandi quantità di energia in un piccolo spazio. Quando l’idrogeno e il metano sono miscelati, formano un combustibile che combina i vantaggi di entrambi. Il metano fornisce una densità energetica voluminosa, mentre l’idrogeno con la sua alta densità energetica per massa potenzia l’efficienza complessiva del combustibile.

Importante notare che, quando viene bruciata, la miscela di idrogeno e metano produce acqua ed emissioni di CO2 che sono generalmente inferiori rispetto ai combustibili fossili convenzionali. Tuttavia, l’uso dell’idrogeno come combustibile presenta alcune sfide tecnologiche. Per esempio, l’idrogeno ha una larghissima gamma di limiti di infiammabilità e richiede un’elevata energia di innesco, aspetti che possono causare problemi di sicurezza. Inoltre, l’idrogeno può provocare il fenomeno della fragilità dell’idrogeno nei metalli, che può ridurre la durata di motori ed equipaggiamenti.

Nonostante queste sfide il progresso tecnologico e la ricerca scientifica stanno avanzando rapidamente verso nuove soluzioni.

Nuovi materiali resistenti alla fragilità dell’idrogeno sono in fase di sviluppo e i progressi nella tecnologia delle celle a combustibile stanno apportando miglioramenti nell’efficienza e nella sicurezza dell’uso dell’idrogeno.

Per concludere, la miscela di idrogeno e metano per l’autotrazione può fornire una soluzione sostenibile ed ecologica alle sfide energetiche del futuro, nonostante le sfide tecniche presenti.

Una migliore comprensione delle implicazioni scientifiche e una continua innovazione tecnologica saranno essenziali per realizzare il pieno potenziale di questo interessante mix di combustibili”.

 

Il Prof. Marco Mele

La logistica è sempre più digitale: ecco i ruoli più ricercati per la supply chain 4.0

Milano, 26 settembre 2023 – Magazzinieri, autisti, responsabili di magazzino, addetti all’uso del muletto, supply chain manager, addetti alle consegne: sono questi i tipici ruoli della logistica. La supply chain non è però più quella di un tempo, con approvvigionamento, produzione, distribuzione e vendita che sono divenute via via sempre più digitali.

Per ridurre i tempi, per tagliare i costi, per aumentare l’efficacia e la sicurezza, per azzerare gli sprechi. Ecco allora che è cresciuto il livello di automazione nei magazzini, che si stanno diffondendo sempre più i robot a guida autonoma, che si sfruttano maggiormente i big data per ottimizzare i diversi processi. Ne consegue dunque che al fianco dei classici ruoli della logistica si affacciano nuovi profili, più qualificati, più specializzati, più “digital”. Figure indispensabili per tutte quelle imprese che desiderano sfruttare le nuove possibilità tecnologiche, e che per l’appunto si sono messe in modo massiccio alla ricerca di questi talenti.

«I nostri headhunter specializzati nella selezione del personale per la la logistica negli ultimi anni sono stati contattati sempre più spesso per la ricerca delle nuove figure del settore» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera, specificando che «si tratta di ruoli fino a pochi anni fa semplicemente inesistenti, come per esempio gli ingegneri progettisti di shuttle robotici».

Il settore delle logistica è quindi in rapida trasformazione, e l’ingresso di nuove tecnologie deve essere seguito in parallelo dall’inserimento di nuovi e competenti talenti.

«Tra i ruoli più ricercati nella logistica al momento c’è quello del logistic specialist, deputato alla gestione del flusso delle merci, o quello del senior program manager, con il ruolo di mettere a punto una visione strategica a lungo termine, sfruttando tra le altre cose anche i big data» spiega Adami, aggiungendo che «ci sono sempre diverse opportunità per chi ha le carte in regola per diventare supply chain manager, chiamato ad aumentare l’efficienza della catena di approvvigionamento riducendo costi e sprechi, o fleet manager, per la gestione delle flotte dell’impresa».

E di certo non mancano ruoli atipici e altamente specializzati: l’head hunter a questo proposito cita «i designer di imballaggi sostenibili, i convertitori di autostrade smart, oppure i progettisti di mezzi a idrogeno per la logistica».

 

Storie di donne: Claudia Musaj, da migrante a imprenditrice del benessere

Una storia di successo e resilienza tutta al femminile quella di Claudia Musaj

Roma, 26 settembre 2023 – “Se puoi sognarlo, puoi farlo”, così recitava una tra le più celebri frasi di Walt Disney. Lo sa bene Claudia Musaj, che da anni si è affermata in Italia e Svizzera come punto di riferimento nel mondo del benessere. Il suo successo? Il metodo Musaj, considerato ad oggi il miglior trattamento dimagrante e rimodellante in Europa. Una passione quella di Claudia che nasce sin dalla tenera età, e da allora la ricerca del benessere è la missione che guida il suo lavoro ogni giorno.

La storia di Claudia non è stata però tutta rose e fiori. Originaria dell’Albania, è arrivata in Italia con mezzi di fortuna. Nonostante i sacrifici e i momenti difficili, non si è mai arresa, anzi. Sono state proprio le difficoltà a forgiarla, a renderla una donna forte, in grado di trasformare i suoi sogni nell’impero di cui oggi è regina indiscussa. La sua è una storia di coraggio, che racconta l’imprenditoria femminile e testimonia che la rinascita è possibile, se lo si crede fermamente.

Il Metodo Musaj ha conquistato in poco tempo tutta Europa e sono moltissimi i vip che si affidano a lei. E così, dal suo rinomato centro a Lugano, da qualche anno segue il Festival della Canzone Italiana in qualità di operatrice dell’area benessere, a disposizione delle celebrità che a Sanremo trovano con lei un’oasi di relax.

Quest’anno poi ci sono altre grandi novità per Claudia Musaj, che vola alto con obiettivi sempre più ambiziosi. Sarà infatti la Direttrice del Master esclusivo per diventare Massaggiatore dell’Area Vip di Sanremo, in collaborazione con il Salotto delle Celebrità.

Sarà un Master intensivo che prevedrà la partecipazione di allieve provenienti da tutta Italia e non solo, per essere formate dai migliori docenti nel settore.

“Per 2 anni ho lavorato durante il Festival di Sanremo in veste di operatrice, poi un anno come docente e quest’anno come direttrice dell’area benessere presso la sala Vip del Salotto delle Celebrità. È stato un onore per me ricevere questo incarico e sono entusiasta del Master 2024 che stiamo preparando. Ringrazio di cuore tutte le persone che stanno lavorando al mio fianco, siamo un team molto affiatato e sono sicura che questo Master sarà un successo”, racconta felice Claudia Musaj.

Ecco quindi svelati i nomi dei docenti che affiancheranno gli allievi durante il Master:

Responsabile formazione Leonardo D’Onofrio, per lo Staff scientifico Ing. Gianluca Lombardi, Dr. Joseph Miceli, Dr.ssa Adele Sparavigna, Dr Arturo Mentino. Lo Staff Tecnico sarà formato da Lucia Trecca, Claudia Bindi e Giulia Binelli, mentre i tutor saranno Antonella Scicchitano, Tiziana Falavena, Greta Gilardi e Silvia Petrov. Non mancherà anche la parte dedicata all’importanza della comunicazione con il formatore Thomas Incontri e la giornalista Rossella Di Pierro.

Formazione, connessione e benessere: queste saranno le parole chiave del Master Vip Sanremo 2024.

Per saperne di più su Claudia Musaj rimandiamo al sito internet www.benesseremusaj.ch.

 

Jesus Christ Superstar: l’opera rock in inedita versione concerto a Treviso e Rovigo

A Treviso e Rovigo, in collaborazione con UNICEF, il tributo ai 50 anni del film Jesus Christ Superstar: ben 150 i musicisti sui palcoscenici per una inedita versione in concerto rock

Treviso, 25 settembre 2023 – L’Associazione musicale Musikdrama APS festeggia i suoi 25 anni di attività con un evento speciale, affidando alla sua Orchestra Giovanile La Réjouissance e all’Orchestra Giovanile Filarmonia Veneta un’esclusiva esecuzione di Jesus Christ Superstar, opera rock di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice.

Ben 150 i giovani musicisti tra solisti, cori, orchestre e rock band che andranno in scena il 21 ottobre al Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso e il 28 ottobre al Teatro Sociale di Rovigo.

IL CAST

La celebre opera rock sarà in scena (su licenza The Really Useful Group – London) in un’inedita produzione Musikdrama con Gabriele Pezzi (Jesus), Ivano Donazzan (Judas), Anna Farronato (Mary Magdalene), Luca Cortese (Pilate), Luca Brighi (Simon Zealotes) Riccardo Baldizzi (Herod) e Giacomo Battaglia (Caiaphas) nei ruoli principali.
In scena ci saranno anche i cori Corollario dell’Università di Padova (dir. Nunzio Borra), Growin’Up Singers (dir. Paola Pascolo) e Jupiter Voices (dir. Paolo Zanin).
Daniele de Plano e Imaginarium Creative Studio firmeranno l’esclusiva creazione artistica; la concertazione e la direzione d’orchestra saranno di Elisabetta Maschio.

I VENTENNI DI OGGI, I VENTENNI DI ALLORA

Un progetto complesso e ambizioso, che sarà anche un tributo ai 50 anni dal film Jesus Christ Superstar, l’opera rock che ha conquistato il pubblico con la sua colonna sonora registrata nel 1970 da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. I due artisti diventati celeberrimi erano allora due sconosciuti poco più che ventenni, proprio come i protagonisti di questa originale produzione che non è solo un concerto ma un’esperienza a tutto tondo per i ragazzi coinvolti. In un podcast creato ad hoc, i giovani musicisti stanno anche raccontando la nascita dello spettacolo, i suoi contenuti artistici e i suoi messaggi extramusicali.

PROTAGONISTA LA MUSICA

«Abbiamo scelto la formula del concerto e non della rappresentazione scenica impreziosendolo con una sorta di mise en éspace ad alto contenuto tecnologico per dare valore alla musica senza movimenti scenici che potrebbero distrarre dall’opera originaria», spiega il M° Elisabetta Maschio.

«Proiezioni, video mapping e suono immersivo, nonché le grandi capacità sceniche dei cantanti protagonisti – giovani con un già ricco curriculum – e soprattutto la creatività di Daniele de Plano, regista teatrale e televisivo di lunga esperienza, enfatizzeranno le peculiarità di una partitura entrata di diritto nella storia della musica, non solo rock».

MUSIKDRAMA: 25 ANNI DI FORMAZIONE ORCHESTRALE

Da 25 anni Musikdrama lavora instancabilmente per fornire formazione musicale gratuita ai componenti della sua Orchestra Giovanile La Réjouissance (tra gli 8 e i 25 anni). Lo fa offrendo loro non solo stimoli musicali ma anche coinvolgendo i ragazzi e le loro famiglie (ed anche numerosi “ex” dell’orchestra, ora affermati professionisti della musica) in progetti musicali articolati. Come è stato, ad esempio, per il Rockquiem di Stefan Wurz, replicato in tutta Italia per oltre 10 anni con numerosi solisti e cori, che spesso ha riunito sul palcoscenico fino a circa 200 musicisti.

JESUS CHRIST SUPERSTAR: UN PROGETTO AMBIZIOSO

In questo contesto nasce l’ambizioso progetto Jesus Christ Superstar che il m° Maschio riassume così: «Nel 2019 abbiamo sottoscritto la collaborazione con The Musical Company, detentrice dei diritti dell’opera, per realizzare due spettacoli con un grande organico che, a causa della pandemia, non abbiamo potuto riunire per molto tempo. Nel frattempo abbiamo fortunatamente ripreso anche l’attività concertistica dell’Orchestra La Réjouissance e proposto il Festival Gioie Musicali, che Musikdrama realizza ad Asolo dal 2005, fonti imprescindibili sia di formazione sia di sostentamento per le attività dell’associazione. Ma Jesus Christ Superstar rimaneva un nostro obiettivo oramai irrinunciabile. Così abbiamo sfruttato la lunga attesa per  “adeguare” la sua produzione alle nuove esigenze e ai nuovi input che i giovani hanno avvertito nel lungo periodo di distanziamento, e abbiamo anche investito nella tecnologia e nelle best practice che ci hanno permesso di rimanere in contatto continuativamente e di stimolare nuove forme di espressione.
Infine,  forti di tutte le nuove idee maturate, abbiamo partecipato al bando “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” (TOCC) del Ministero della Cultura, che ha premiato il progetto con l’accesso ai contributi a fondo perduto del PNRR che finanzieranno gran parte dell’articolata produzione».

GLI APPUNTAMENTI

  • Al Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso lo spettacolo andrà in scena il 21 ottobre 2023 (ore 21) con la collaborazione di UNICEF, di cui l’Orchestra Giovanile La Réjouissance è testimonial.
  • Prevendite aperte dal 4 ottobre 2023.
    Info biglietteria: 0422 1520989 – biglietteria.teatrodelmonaco@teatrostabileveneto.it
  • Al Teatro Sociale di Rovigo l’opera rock sarà rappresentata il 28 ottobre 2023 (ore 21) nell’ambito della Stagione Teatrale 2023-24 (fuori abbonamento).
    Prevendite aperte dal 29 settembre 2023
    Info biglietteria:  0425 25614 – teatrosociale.botteghino@comune.rovigo.it

LINK PER APPROFONDIMENTI:

www.musikdrama.it
www.instagram.com/OrchestraLaRe
www.instagram.com/GioieMusicaliFestival
www.facebook.com/OrchestraGiovanileLaRejouissance
www.facebook.com/gioiemusicali

Per interviste e informazioni: marina@marinagrasso.com

 

Elisabetta Maschio, Maestro Concertatore e Direttore d’Orchestra di Jesus Christ Superstar

Il prof. Mele presenta il piano sul tracciamento a Federmetano

La transizione energetica nei trasporti passa per la sicurezza ed il tracciamento

Bologna, 22 settembre 2022 – Il convegno della FederMetano, tenutosi il 21 settembre a Bologna, ha offerto approfondimenti e riflessioni sulla crescente rilevanza del metano e del bioetanolo come alternative al veicolo elettrico. Il forum, organizzato da Dante Natali, presidente di Federmetano, ha riunito esperti provenienti da diverse discipline con il fine comune di promuovere la transizione energetica attraverso l’uso di questi combustibili sostenibili.

Tra gli ospiti attesi,  il Prof. Marco Mele, accademico noto e Amministratore Unico della Servizi Fondo Bombole Metano (gruppo GSE).

“Ho assunto la guida della SFBM dal gennaio del 2023 contestualmente al passaggio della società da Eni ad Acquirente Unico. LaSFBM è diventata dunque una società’ a controllo pubblico. Durante i primi mesi ho cercato di comprenderne i punti di forza e di debolezza, sono emerse subito alcune criticità sulle quali siamo prontamente intervenuti, riuscendo in pochi mesi ad ottenere dei risultati importanti, a partire dal bilancio, ora in attivo. Se nel 2021 la perdita ammontava a circa 6 milioni di euro, a giugno 2023 avevamo utili di 2,5 milioni, considerando anche che dal 1 aprile abbiamo tagliato il contributo del 35%”, ha detto l’amministratore unico della SFBM Professor Marco Mele intervenendo all’evento “Mutamenti in corso”, organizzato da Federmetano, a Bologna”.

“Un taglio che si è tradotto in un risparmio per l’utente, un segnale di attenzione in un momento di crisi. E’ stata una decisione condivisa con il ministro del Mase Gilberto Pichetto e, se le condizioni lo permetteranno, proseguiremo su questa strada”.

“La Sfbm – ha proseguito il Professor Mele- è attiva su più fronti. Stiamo lavorando ad un sistema di tracciamento intelligente delle bombole a metano con l’utilizzo di un Qr code che permetterà di monitorarle in tempo reale e che potrà essere applicato, con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, anche alle future bombole ad idrogeno, con le dovute accortezze e con test ulteriori da effettuare.

Siamo infatti attivi sul fronte dell’idrogeno, un vettore fondamentale nel processo di transizione energetica, anche in mix con metano e biometano. Noi crediamo che la nostra esperienza, il nostro know how siano fondamentali per garantire la sicurezza delle future bombole ad idrogeno che necessitano di test specifici, in condizioni di dinamicità, e ancor più del metano, della massima attenzione”.

Durante il convegno, gli oratori hanno sottolineato l’importanza di promuovere l’uso del metano e del bioetanolo come risposte alle crescenti esigenze energetiche dell’Italia e del mondo intero. È stato confermato che sebbene l’elettrico abbia ricevuto molta attenzione mediatica negli ultimi anni, il metano e il bioetanolo offrono una serie di vantaggi significativi che non dovrebbero essere trascurati.

 

Il prof. Marco Mele, amministratore della SFBM

 

 

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