Reggio Calabria, 5 maggio 2017 – È Gabriele Pellerone il primo artista al mondo a trasformare parti di corpo in vere e proprie opere d’arte su pelle. Dopo aver ottenuto ampi consensi e successi in convention internazionali, Pelleroneè oggi firma il primo box di aghi da ritratto.
Il tatuaggio oggi ha raggiunto alti livelli anche grazie all’estro di artisti come Gabriele Pellerone che al fianco di altri big del settore, testimoniano nelle grandi manifestazioni mondiali il riconoscimento del tatuaggio come nuova forma di arte contemporanea.
“Tatuare significa creare emozioni, una persona che vuole un tatuaggio lo fa per cercare un’emozione e sono davvero felice di poter essere io a crearla, è una soddisfazione immensa poter leggere gioia negli occhi di una persona che nemmeno conosci, esserti grata. In quel preciso momento l’hai resa felice, lasciandole in maniera inspiegabile una cosa che porterà con sé per sempre”.
Queste sono le emozionanti parole di Gabriele Pellerone, prodigioso talento di Reggio Calabria specializzato nel tatuaggio realistico e ritrattistica, e, considerato uno dei maggiori esponenti del tatuaggio realistico in Italia.
I significati da attribuire al tatuaggio oggi sono svariati, e diversi da quelli realizzati nel passato.
La scoperta del tatuaggio si deve al capitano James Cook, che nel 1744 rientrando da un viaggio nell’oceano Pacifico portò con sé il principe indigeno “OMAI”, il cui scopo era di far conoscere al mondo occidentale un’arte sconosciuta. Da quel momento avvenne l’evoluzione di un segno sulla pelle che non portava più un significato mal interpretato o segno di riconoscimento per malviventi o soggetti ai margini della società, e maturò nel popolo la voglia di farsi tatuare dai grandi maestri in giro per il mondo.
Rinchiuso in un angolo dal mondo artistico per molto tempo, il tatuaggio rappresenta uno dei più antichi supporti dell’atto creativo, e solo negli ultimi anni ha visto la sua rinascita. Così come i muri nell’epoca primordiale, anche il corpo a un certo punto ha sentito la necessità di vestirsi con un abito nuovo, incarnando la fluidità di una vita che ruota intorno all’arte e ai ritmi dell’esistenza.
Solo di recente il tatuaggio ha subìto una metamorfosi in vera e propria forma d’arte, trasformando la pelle in tele da dipingere, tutto questo può avvenire solo per mano di un abile Tattoo Artist.
Il tatuaggio non più visto dunque come espressione malevola associata a soggetti ai margini della società o a una vita disagiata, bensì opera d’arte che viene fuori da abili mani.
Il rapporto tra arte e tatuaggio nasce dall’esigenza di avere un confronto diretto con la pittura, ma è quando quest’ultima che si avvicina al tatuaggio attraverso la testimonianza delle Antropometrie di un grande artista come Yves Klein che avviene la magia.
L’ago impregnatosi di colore dalla tavolozza dell’artista, si trasforma in pennello per lasciare un segno, trasformando l’opera in dimensione segnica.
A differenza della pittura (anche se il supporto si degrada nel tempo), nel tatuaggio l’opera si scontra con due temporalità: nel soggetto tatuato il tatuaggio è per sempre, nella storia dell’arte l’opera avviene solo sotto forma di riproduzione.
In passato il Tattoo Artist eseguiva il disegno commissionatogli, oggi il rapporto tra artista e committente è mutato in un dialogo quasi ai limiti della psicologia, mantenendo uno stretto rapporto con la storia dell’arte in quanto valore artistico e introspettivo. Grazie a questa mutazione i Tattoo Artist hanno potuto mostrare al mondo intero il proprio talento artistico, sviluppando una moltitudine di stili dal tratto estremamente creativo e personale.
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