Site icon Comunicati Stampa.net

Prime donazioni per QU.ALE., il vino di Puglia “democratico” che fa bene all’umanità

Si chiama QU.ALE. , il vino della salentina Alessandra Quarta che destina il ricavato alle organizzazioni no profit, per progetti di inclusione sociale, tutela dell’ambiente e sviluppo dei Paesi del Sud. 

Lecce, 20 giugno 2016 – Si sono tenute pochi giorni fa a Roma, sulla splendida terrazza del Lanificio 159, le prime donazioni alle Noprofit di QU.ALE. il blend “democratico” nato con il proposito di essere utile al mondo, che si propone di fare del bene all’umanità ogni volta che si beva un buon bicchiere di vino rosso.

Un vino fortemente sognato e voluto dalla giovanissima produttrice salentina Alessandra Quarta, che a soli 24 anni, ha dato vita al suo chiodo fisso: produrre “un vino di qualità alla portata di tutti” e, soprattutto, che fosse legato ad una buona azione.

Convinta che dal lavoro della terra non possa che nascere qualcosa di buono e utile, Alessandra lega così l’acquisto di ogni bottiglia di vino alla scelta democratica dell’acquirente di destinare il 5% del costo ad una associazione attiva nel sociale, perché, come recita l’art 2 del “Manifesto per una democrazia del vino” che ispira il progetto, “non c’è qualità del vino senza qualità della vita”.

Alessandra nasce nel Salento, in Puglia, e comincia presto a girare il mondo con in tasca una laurea alla Bocconi ed il sogno di poter fare qualcosa di utile per l’umanità, prima di decidere che la sua vita sarebbe stata la campagna, il suo Sud, il lavoro nei vigneti di Negroamaro e Primitivo, per seguire le orme paterne ma sempre con una sua impronta personale.

Sotto lo sguardo vigile del padre Claudio Quarta, produttore che della qualità dei vini capaci di esprimere territori e autoctonia ha fatto la sua filosofia produttiva, guidano insieme le tre cantine: Moros a Guagnano (LE), Sanpaolo in Irpinia (AV) e Tenute Emèra a Marina di Lizzano (TA) dove è prodotto, appunto, il Rosso Salento IGP QU.ALE.

“Un vino che non è affatto snob – spiega Alessandra – non si dà arie, non partecipa ai concorsi. Un vino giovane, da festa, alla portata di tutti, con il packaging realizzato in materiale riciclato, che ci aiuta a  rendere il vino più sostenibile per l’ambiente” dice Alessandra.

Decisamente importanti i risultati raggiunti in soli 2 anni di vita: a Roma sulla bellissima terrazza del Lanificio 159 è stato consegnato il ricavato alle associazioni no profit coinvolte. Amka onlus, Charity Water, Made in Carcere, Salina dei Monaci, le organizzazioni che hanno beneficiato di un importo che sfiora gli 11 mila euro (10.937 euro) il 5% del fatturato di 218.736 euro.

Una cifra record considerando la fascia di prezzo (è venduto sul sito qualevino.it a € 6.50) il breve periodo di vita, dal giugno 2014 -2016 e nessun investimento in promozione, facendosi strada da sé grazie ad un inaspettato passaparola.

Il progetto ora si aprirà anche ad altre realtà ed entro il 15 settembre le organizzazioni no profit e le associazioni di volontariato interessate possono inviare la propria candidatura, scrivendo a alessandra@qualevino.it.

Le organizzazioni Noprofit che hanno beneficiato delle donazioni di QU.ALE

Made in Carcere, il progetto pugliese di Officina Creativa, cooperativa sociale leccese non a scopo di lucro, che produce borse e accessori riutilizzando tessuti di scarto cuciti dalle donne detenute, ha ricevuto un assegno di 1061 euro.

Sempre pugliese, la Salina dei Monaci, un’area della provincia di Taranto che dopo un passato glorioso per l’economia salentina seguito da decenni di abbandono e degrado è stata restituita alla sua bellezza paesaggistica e naturalistica: oggi, nei S.I.C. della “Rete Natura 2000” e Riserva Regionale Orientata, ospita fenicotteri rosa e altre specie rare come cavalieri d’Italia, aironi cenerini, gru e folaghe. È gestita dal Comune di Manduria e al sindaco Leonardo Massafra è stato consegnato un assegno simbolico di 2472 euro, utili a dotare l’area di beni a servizio di turisti e visitatori.

La terza associazione è Charity Water, organizzazione non governativa che ha come obiettivo portare l’acqua potabile alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, a cui gli acquirenti del QU.ALE hanno destinato 1553 euro.

Infine, Amka Onlus, organizzazione no profit con sede a Roma opera nella Repubblica Democratica del Congo e in Guatemala per la sanità di base dei bambini, l’accesso all’acqua potabile, la lotta all’HIV e alla malnutrizione. Il presidente Fabrizio Frinolli ha ritirato un contributo di 5851 euro.

Orgoglioso il papà, Claudio Quarta, che ha dedicato molti anni alla Ricerca nel campo della genetica umana e biofarmaceutica prima di divenire “Vignaiolo” nel 2005.

“Lascio New York e il Nasdaq per ritrovare il sapore della mia terra”, così motivò il suo ritorno alle origini, alla sua terra, ai ricordi dell’infanzia e alla sua passione per i grandi vini. La chiave di accesso al suo mondo enologico è nel rapporto osmotico con i territori scelti per le cantine, tradizionalmente vocati alla viticoltura: le terre del Primitivo per Tenute Eméra, quelle del Fiano di Avellino DOCG, del Greco di Tufo DOCG, della Falanghina e del pregiato Aglianico per Cantina Sanpaolo e il cuore del Negroamaro, epicentro della DOP Salice Salentino, per Moros, rarità nel panorama enologico nazionale, essendo dedicata alla produzione di un solo vino, l’omonimo Moros.

Trait d’union, la ricerca della “incrementabilità”, concetto coniato da Claudio Quarta per esprimere la necessità di andare oltre la sostenibilità “poiché – spiega – non può più bastare non compromettere i bisogni delle generazioni future, alle quali invece abbiamo il dovere di lasciare nuove opportunità e migliori condizioni. La chiave non può che essere la Nuova Conoscenza, la sola che può generare vera Sostenibilità ambientale, sociale, economica.

Il percorso è tracciato, la prospettiva è chiara, e il QU.ALE contribuisce da protagonista a questa filosofia produttiva.

Manifesto ed informazioni supplementari sono reperibili sul sito www.qualevino.it.

 

###

Contatti stampa:

rosariabianco@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto di Lorenzo Monacelli e Estefania Lochtenberg

Exit mobile version