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Isabel Casella porta la sua arte onirica alle rinomate mostre di “Spoleto Arte” organizzate dal manager Salvo Nugnes

In occasione delle imminenti mostre di “Spoleto Arte”, che si svolgeranno dal 27 Giugno al 24 Luglio, con la curatela di Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes, sarà possibile ammirare le visioni oniriche dell’arte di Isabel Casella, conosciuta con lo pseudonimo di “Belle”. L’allestimento espositivo è all’interno dell’elegante Palazzo Leti Sansi, situato nel cuore di Spoleto, in Piazza del Mercato.

 

Ciò, che contraddistingue l’estro creativo della Casella è il vivace e innato talento di autodidatta. Inizia e dipingere all’età di 16 anni e ritrae il volto di Van Gogh. Non frequenta scuole specifiche, ma studia e si documenta per proprio conto sulle vite degli artisti, che più la appassionano. Tra questi spicca il celebre maestro Salvador Dalì, nel quale ritrova uno spunto stimolante per la sua ricerca stilistica, in particolare in riferimento alla rappresentazione di immagini e rievocazioni concepite in chiave di interpretazione del sogno e di tutta quella sfera emozionale, scaturita dalla dimensione di onirismo e fantasia surreale.

 

La Casella spiega “Non voglio essere definita un’artista in senso lato del termine, ma bensì una sognatrice a tutto tondo inserita nel mondo dell’arte, con la dote di riuscire ad interpretare ed esternare i miei desideri e i sentimenti dell’anima attraverso il pennello”. E aggiunge “Per descrivermi basta guardare con occhio attento e sensibile i miei quadri, che già parlano e svelano di me in modo assai approfondito”.

 

Tra i soggetti principali impressi sulle tele emergono suadenti ballerine, che danzano su delle matite, mani misteriose, che sbucano dal cielo. Spesso, ama immortalarsi in mezzo ai fiori e alle farfalle, elementi, che predilige accanto a se’ e dice “In un’altra vita sicuramente sarei nata farfalla”. Molto originali anche le installazioni di ali, da lei realizzate per indossarle, immedesimandosi in farfalla e assumendo le sembianze di una magica fata, dall’incantevole allure.

 

Rivolge il suo interesse e la sua ammirazione verso Frida Kahlo e la tradizione messicana, scoprendo l’uso di colori vivi, forti, decisi, energici, densi di sfumature tonali variegate e coinvolgenti, tipiche della cultura del Messico. Da qui inizia a elaborare dei tributi per rendere omaggio simbolico alla famosa pittrice, facendole dei suggestivi ritratti, personalizzati con geniale inventiva.

 

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