Venezia, 21 maggio 2018 – È online il lavoro di video-arte ‘Fluoemotion’, dell’artista Marco Scali. Un video realizzato mixando musiche, immagini, video e digitalizzazioni e che intende coinvolgere e introdurre allo spettatore i lavori ‘fluorescenti’ dell’artista. Un video che fa percorrere allo spettatore un viaggio, portandolo a vivere al meglio lo spirito della mostra emozionale ‘Fluoemotion‘, mostra omonima che si terrà a partire da gennaio 2019 nello splendido palazzo storico, oggi hotel di lusso, Ca’ Sagredo a Venezia .
Il video accompagnerà lo spettatore verso Venezia e la mostra sulla fluorescenza di Marco Scali, sorprendendolo con opere inedite e esperienze emozionali.
Una mostra che racconterà un viaggio durato 53 anni di vita dell’autore, con un percorso a volte tormentato, ma che ha aiutato la natura creativa dell’artista.
Partendo dallo spirito della locandina, il video (link: www.youtube.com/watch?v=2FusvO6egf8&t=3s) inserisce tutta una serie di dettagli legati al trascorso di Marco Scali, per concludersi con una immagine che ben lascia presagire e comprendere che le date dal 12 gennaio all’ 11 febbraio 2019 saranno dei giorni molto speciali.
Questo grazie alla collaborazione di “Brain Bomb” architecture e design e del gruppo musicale “I neri lumiere”.
“Non possiedo tecnica ma solo sensibilità” e “Ciò che conta è l’emozione” le frasi cult di Marco Scali.
E descrivere l’arte di Scali non è semplice. Essa trova espressione in numerose forme, dalla pittura alla scultura, dal concept design al maquillage. Nuccia Benvenuto riguardo Scali parla di “un’indagine artistica che aggredisce la realtà appropriandosene, esplorandola in tutte le sue sfumature, per restituirla all’occhio del fruitore a toni accesi, urlati, mai pacati e dismessi”.
Per saperne di più sull’artista è possibile visitare il sito internet www.marcoscali.com e la pagina Facebook Fluoemotion, che saranno aggiornate con interviste, storie e aggiornamenti sull’artista e la mostra che verrà.
Riguardo Marco Scali
Marco Scali nasce a Torino nel 1964. Il suo percorso formativo inizia con l’accostamento alla fotografia, seguendo la necessità di cogliere il dettaglio, il particolare sfuggente, quel quid che fa la differenza e che spinge all’amore, anche per le “cose”, come vorrebbe l’estetica di Guillén. Attraverso il dettaglio, i pori respirano luce e si ammantano di incanto. Questo è tutto quel che suggerisce l’artista, onnivoro e insaziabile, sempre compromesso nella ricerca che, per definizione, non scorge mete definite, ma si nutre di novità, allegorie, metafore e simboli.
L’indole creativa porta Scali a confrontarsi ben presto con il mondo del design e dello stylist, ottenendo rapidamente consensi e riconoscimenti. Diviene altresì un ricercato maquiller per note ed esclusive case cosmetiche, soprattutto per merito della creazione di un’originale linea di trucco.
Contemporaneamente, la sua innata curiosità lo spinge a cimentarsi con la realizzazione di oggetti d’arredamento e allestimento di spazi abitativi, sperimentando l’utilizzo di materiali come gessi, calcestruzzi, resine e ferro.
La mostra più importante, la personale al Ca Pisani di Venezia – VIP Very Important Puppet – una rassegna di pupazzi famosi, rappresentati ironicamente con il volto di un altrettanto noto personaggio. Successivamente, ha realizzato diverse personali, ma meno importanti, nonché molte collettive sul territorio nazionale.
Non di minore impatto la creatività che si esprime nella scrittura, sempre suggestiva, essenziale e ridotta al nocciolo.
Marco Scali, dopo un percorso pluriennale nel campo dell’arte, racconta di aver trovato, attraverso una costante ricerca stilistica ed estetica, il suo peculiare linguaggio, cifra di una rinnovata creatività. Lontano dall’ambizione di realizzare opere concettuali, Scali mira ad una risposta emotiva immediata ed inequivocabile, che trova nell’iperrealismo di colori acrilici e fluo dall’impattante violenza ottica. La tecnica è la medesima per tutti i quadri: i soggetti sono rappresentati attraverso forme morbide e prive di spigoli, ma dai bordi netti e spessi, riempiti da pigmenti fluo dalla grande forza cromatica. Tale virtuosismo luministico e coloristico, pur essendo del tutto innovativo e senza precedenti ovvi, ci ricorda autori come Singer Sargent, Moreau e Redon, tra gli altri. Le opere di Scali sono tutte montate con cornici barocche bianco opaco e posizionate su cavalletti in legno dipinti di nero. Ogni cavalletto ha montato sulla sommità un piccolo faretto di luce wood che è azionabile con un pulsante a pedale da chiunque voglia vederlo nello stile illuminato.
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Contatti stampa:
Marco Scali
393-3324867