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Umberto Alongi e “Latitudini italiane”: “Nel mondo c’è tanta voglia di Italia”

Roma, 2 settembre 2021 – Umberto Alongi, cantautore siciliano che  vive e suona in Svizzera, ogni volta che viaggia per il mondo con la sua musica scopre che “c’è ovunque tanta voglia di Italia”.

Alongi ha recentemente pubblicato il suo quarto album “Equidistanti”, prodotto dalla Roxy Studio di Palermo, e nell’ultimo anno insieme alla sua band, i “Contrada Errante”, ha preparato uno show che propone, oltre ai suoi brani anche un tributo alle leggende della musica italiana.

Alongi infatti crede che “la musica italiana debba essere promossa e suonata per avvicinare le nuove generazioni. Ma mentre in Italia si riducono i palchi e le opportunità di live, anche a causa della pandemia e delle direttive di Governo, il prossimo 8 settembre Alongi volerà a Vilnius in Lituania, per presentare il suo ultimo spettacolo “Latitudini Italiane”.

Umberto Alongi ci racconta come “la musica italiana trova sempre più spazio all’estero, attraverso showcase sulle reti radio e Tv nazionali: nei paesi dell’est Europa c’è sempre infatti un gran pubblico interessato e numeroso che interviene e interagisce con trasporto tipicamente latino”.

A conferma di questo il fatto che Umberto Alongi negli ultimi anni ha scalato le classifiche indipendenti radiofoniche con diversi brani quali “Pura Follia” ed “Il futuro si è perso (ed. Sony Music Italia)”, la sua “Come stai” è in rotazione fissa nelle radio svizzere da oltre 6 anni ed è stata anche in selezione per Eurovision Song Contest nel 2015, ha raccolto oltre 20.000 passaggi radio con “Tutta la notte” e “con quanto c’è da fare”, “Nuova ruggine”, “Per sempre”, ecc.

Playlist radio all’estero suonano molte sue canzoni tra gli artisti di lingua tedesca e francese, accanto ai nostri cantanti italiani più famosi di sempre.

Alongi è certamente un artista italiano di successo che all’estero trova spazio importante e crescente, e che in Italia invece perdiamo, a favore di altri paesi più orientati all’ascolto di un repertorio di rara qualità, che vede tra i tanti anche Zucchero, Ramazzotti, Battisti, Bonocore, Fossati, Concato, Pino Daniele, Nek, Elisa, Baglioni, Stadio, Antonacci ecc.

In un continuo looping di brani inglesi e reggaeton, che ormai riempiono le nostre radio nazionali e dei quali a mala pena riusciamo a cantarne correttamente le parole e ricordarne i testi a distanza di poche settimane, c’è un pubblico all’estero che conosce, apprezza e canta le nostre canzoni italiane, di cui Alongi è certamente degno ambasciatore.

Un motivo in più che ci dovrebbe far riscoprire e dare valore ai nostri cantautori anche in Italia, per creare quell’eredità musicale italiana che piano piano scompare a causa del trascorrere del tempo e degli eventi di vita.

E Umberto Alongi ha dimostrato, ad oggi, che in una terra plurilingue come la Svizzera ed in Europa in generale, c’è spazio e voglia di Italia, anche da cantare.

 

 

 

 

 

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