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Il mondo sarà più grigio se l’IT non sarà più verde.

Il GreenIT è un concetto sviluppato nel 1992 quando l’agenzia americana EPA lanciò “Energy Star”, un progetto di Compliance volontario che aiuta le organizzazioni a risparmiare emissioni di CO2 nell’atmosfera ed a risparmiare denaro, utilizzando prodotti che offrono un’efficienza energetica superiore alla media.

Perché dovremmo cercare maggiore efficienza energetica nell’ICT?

Due documenti interessanti ci aiutano a comprendere a riguardo: il primo è uno studio sul consumo energetico di Internet negli Stati Uniti e nel mondo. E’ stato approssimato usando i dati disponibili nel rapporto “ICTs for e-Environment – Guidelines for Developing Countries, with a Focus on Climate Change” redatto dalla ITU (International Telecommunication Union): secondo quanto riportato da D. Sarokin che ha condotto la ricerca, Internet consuma circa il 5.3 % dell’energia elettrica mondiale.

Il secondo è il rapporto “A Green Knowledge Society – An ICT policy agenda to 2015 for Europe’s future knowledge society”, distribuito nel Settembre 2009 da un team della SCF Associates Ltd per il ministro Svedese delle Telecomunicazioni Asa Torstensson. Il rapporto pone le basi per identificare quale ICT policy deve essere inclusa nell’agenda ICT per l’Europa sino al 2015.

Di questo, c’è un interessante commentario al report, di Viviane Reding – Commissario UE per l’Informatica ed i Media – che cita “L’economia digitale europea ha un potenziale tremendo per generare guadagni enormi su tutti i settori, ma trae questo vantaggio solo in una crescita sostenibile e in nuovi posti di lavoro; le istituzioni europee e i governi nazionali devono dimostrare la loro leadership adottando politiche coordinate che abbattano le barriere esistenti e le trasformino in nuovi servizi” […] “Il settore ICT può trasportare l’Europa fuori dall’attuale crisi economica – se ci troviamo in accordo con un’agenda ambiziosa per una competitività proattiva e una società con una profonda vocazione Green”.

Il rapporto della SCF Associates mostra tre benefit sopra tutti nello sviluppare il sogno Green:

Economico : un’economia basata sulla conoscenza è la via maestra per un’economia Europea competitiva, che genera crescita sostenibile e posti di lavoro tramite l’innovazione e che permette il raggiungimento degli obiettivi sociali e ambientali. Gli investimenti ICT a supporto della consapevolezza di una società basata sul Green permetteranno un’impennata economica a breve termine: la sostenibilità diventa driver di prodotti, processi e settori industriali, come rilevato in diversi contesti.

Sociale: una società consapevole è una società inclusiva ove ognuno deve partecipare, incluso quelli che hanno meno risorse da spendere, in modo che la società stessa diventi parte integrante dei diritti umani. Il potere dei singoli che agiscono di concerto per guidare l’innovazione a tutti i livelli.

Ambientale: la società guidata dal green è una società sostenibile, un’informatica più efficiente sottintende il raggiungimento di obiettivi con meno sprechi. Stesse prestazioni e potenzialità ma minor impatto ambientale e minor impatto economico sulle aziende e sulla collettività. Un modo di vivere più armonioso e con minor sfruttamento di risorse.

Cosa si può migliorare?

Le aree d’intervento del GreenIT – l’informatica ecosostenibile – sono sostanzialmente due:

  1. Utilizzare le potenzialità dell’informatica per abbattere i consumi energetici.
  2. Minimizzare l’impatto dei sistemi ICT sull’ambiente.

Il primo concetto è molto semplice e già perseguito, soprattutto nel privato – che ha dimostrato una maggiore attenzione ai costi e una semplicità d’implementazione molto elevata – mediante una gestione delle informazioni con minor carta, flussi di lavoro automatizzati, automazione dei flussi aziendali ed industriali, largo utilizzo di tecnologie di comunicazione over-the-internet a scapito di continui spostamenti di persone e telelavoro.

Sul secondo un duro lavoro è necessario  per intervenire a più livelli:

Longevità dei prodotti: software e hardware non più utilizzati diventano rifiuti. Un miglior asset management e un lifecycle più esteso possono abbattere l’obsolescenza dei prodotti. Serve una profonda conoscenza della propria infrastruttura.

Migliore design dei datacenter: Le attrezzature di supporto ai datacenter quali UPS e climatizzatori hanno consumato l’1.5% dell’energia mondiale nel 2010. Oltre all’efficienza delle apparecchiature sopracitate ed all’insistere con una più efficente virtualizzazione dei server (che permette risparmio energetico e un enorme risparmio di spazio) il passaggio al Cloud è la via per concentrare le risorse ulteriormente e impattare il meno possibile.

Ottimizzazione dei Software e loro gestione: Algoritmi e linguaggi a minor consumo, virtualizzazione non solo dei server, ma anche dei client per fruire della postazione da un più energicamente efficente Thin Client. Il VDI viene visto come maggior costo perché nessuno -a torto- considera i costi energetici.

Gestione del risparmio energetico: L’interfaccia ACPI di gestione dei consumi energetici dell’hardware è sottoutilizzata o ignorata a livello enterprise per scarsa conoscenza sugli strumenti di gestione distribuita delle configurazioni di Power Management sui PC, che sono la causa principale di spreco energetico.

Riciclo dei Materiali: Riciclare l’hardware dismesso tiene lontano i materiali pericolosi (quali piombo, mercurio, cromo esavalente ecc…) lontano dall’essere dispersi nell’ambiente, con danno intollerabile. E in alcuni casi le apparecchiature possono essere rigenerate e riutilizzate, con ulteriore risparmio di emissioni e di energia per la produzione.

Cosa Serve per fare tutto questo?

Prima di tutto servono conoscenza e competenze: il 90% dei CIO ammette di non conoscere il costo energetico dell’IT nella loro azienda (mediamente il 20% della spesa IT); Gli IT Manager devono affrontare il loro coinvolgimento da parte del business nelle tematiche Green, e il management deve ripartire la spesa energetica anche sulle attività di supporto quali l’IT per ottenere i propri obiettivi.

Gli ICT manager devono disegnare una roadmap in accordo con il business e riportare di questa agli stakeholder. Una Roadmap che deve partire con la cognizione del “dove siamo”; questo sia lato uffici che lato data center.

Ma oltre all’energia consumata serve non dimenticarsi della stampa e dei costi della carta e del suo riciclo, e dei consumabili in genere o del numero di apparecchiature in campo e del loro recycling.

Non è tantissimo lavoro da fare: il duro lavoro è soprattutto intervenire con pianificazione e controllo sui processi già in essere.

Cosa speriamo per il futuro?

Speriamo che CompTia sia nel giusto: La certificazione GreenIT CompTia, è stata ritirata nel 2013, come citato da Carol Balkcom (product manager di CompTia) perché “il prodotto è stato pensato in un momento in cui le organizzazioni avevano bisogno di far comprendere al proprio staff l’importanza del GreenIT; Tuttavia, a questo punto, siamo nel 2013 e GreenIT è una filosofia già diventata parte integrante del modo in cui le aziende in genere fanno business”.

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