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Federitaly e CIFA convocati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Verdone (FederItaly) e Cafà (Cifa) convocati per consultazioni al MIMIT: per Federitaly e CIFA necessario il rinnovo ad aliquote invariate di Tracy transizione 4.0 anche per il biennio 2023-2025

Roma, 19 dicembre 2022 – A seguito della missiva inviata al Ministro del MIMIT, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Sen. On. Adolfo Urso, Federitaly e CIFA rispettivamente nelle persone dei relativi Presidenti Carlo Verdone e Andrea Cafà, sono stati convocati nella giornata di martedi 20 dicembre presso la sede del Ministero per consultazioni.

Con la missiva, le due realtà hanno inteso rappresentare il grave vulnus per tutte le realtà imprenditoriali contenuto nelle bozze della Legge di Bilancio 2023 prossima all’approvazione. Secondo i rispettivi Presidenti, infatti, l’impianto della Finanziaria si allontana completamente dal Piano Transizione 4.0, cancellando di fatto le tradizionali misure del Piano Impresa 4.0. In particolare, dalle bozze dell’articolato è possibile apprendere che le aliquote del Piano Transizione 4.0 dal prossimo gennaio saranno più che dimezzate, e non si fa alcuna menzione del credito d’imposta per la Formazione 4.0 né vi sono interventi per favorire la transizione ecologica dell’industria.

In merito, Carlo Verdone ha detto: “Siamo certi e fiduciosi che l’attuale Ministro abbia la giusta sensibilità politica ed incisività per modificare tale stato di cose, atteso che il calendario parlamentare impone urgenza per arrivare all’approvazione della Finanziaria. Tuttavia, in un contesto nazionale ed europeo in cui si spinge verso la digitalizzazione e la trasformazione tecnologica sono proprio le competenze inerenti al digitale e l’acquisto di macchine che vanno sostenuti e stimolati, orientando le scelte degli imprenditori negli investimenti per l’innovazione tecnologica e per la formazione del personale in un Paese come l’Italia nel quale il 42% della popolazione di età compresa tra 16 e i 74 anni non ha competenze digitali di base. Nelle bozze lette siamo però passati dalle previsioni agevolative contenute già nel decreto aiuti del 17 maggio 2022 in cui si annunciavano aliquote maggiorate per il 2022 per la Formazione 4.0, che poi non hanno avuto applicazione per il ritardo di adozione dei decreti attuativi, ad una ingiustificata dimenticanza nel rifinanziare adeguatamente il progetto Transizione 4.0, nonostante i recenti dati pubblicati proprio dal Ministero che hanno invece sottolineato un cambiamento di tendenza nell’utilizzo del relativo credito d’imposta, usufruito da ben 10.000 imprese di cui nel 2020.

Così, invece, Andrea Cafà: ”Comprendiamo l’urgenza del Governo nonché il delicato iter per l’approvazione della Legge di bilancio 2023. Tuttavia, è nostro preciso compito rappresentare all’On. Ministro quanto le misure precedentemente previste siano stati efficaci, soprattutto in considerazione della difficilissima situazione vissuta dall’intero tessuto imprenditoriale italiano nell’ultimo biennio. Pertanto, auspichiamo e confidiamo in misure correttive rispetto alle bozze della Finanziaria lette, che riscontrino la fiducia e l’approvazione nel passaggio parlamentare ma che, al contempo, diano un forte ed immediato segnale a tutte le imprese italiane. La traiettoria è infatti già tracciata, e per ottenere i virtuosi risultati attesi anche in considerazione del completamento del PNRR non è possibile retrocedere, ma anzi vi è la necessità di lavorare con rinnovati obiettivi. Lo chiede il Paese e soprattutto tutti gli imprenditori italiani.

 

Andrea Cafà
Carlo Verdone
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