De Gaulle, il film sulla storia del Generale francese

Successo della proiezione del film “De Gaulle” alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica il Senatore Ignazio La Russa e del Ministre Conseiller dell’Ambasciata francese Christophe Lemoine

Roma, 23 marzo 2023 – Si è svolta presso il Cinema Barberini di Roma con grande successo la proiezione del film storico biografico “De Gaulle”, organizzata da Enrico Pinocci della Movie On Pictures in collaborazione con Giuliana De’ Medici, segretaria della Fondazione Giorgio Almirante, che ha accolto il presidente del Senato il senatore Ignazio La Russa.

È intervenuto in rappresentanza del governo francese il Ministre Conseiller dell’ambasciata Christophe Lemoine, inoltre erano presenti molte autorità istituzionali.

Il film “De Gaulle” di genere biografico, sulla storia del generale, esalta il suo attaccamento alla famiglia, alla chiesa cattolica ed alla sua patria.

La regia è di Gabriel Le Bomin con una recitazione di grande spessore da parte dell’attore Lambert Wilson nel ruolo di De Gaulle, il cast è completato da Isabella Carrè, Oliver Gourmet e Sophie Quintan.

L’evento è stato presentato dall’attore Vincenzo Bocciarelli, con l’intervento del giornalista scrittore Marcello Veneziani che ha presentato il film ed introdotto la proiezione.

Il film come narrazione storica e presentazione sulla trasmissione della memoria.

Negli anni, l’interesse per la storia ha una funzione di massa con un pubblico sempre più variegato, composito e non formato da esperti del settore.

La narrazione, oggi più che mai, necessita di riflettere sul modo in cui la storia viene affrontata nei contenuti trasmessi.

La capacità evocativa del film deve essere solo quella che si basa su fatti realmente accaduti.

L’evento, oltre la proiezione del film, ha l’intento di dare un contributo alla corretta informazione storica dei fatti.

Sinossi del film

De Gaulle nel maggio 1940 era a capo di una divisione blindata e condusse diversi contrattacchi durante la battaglia di Francia; fu promosso generale di brigata a titolo temporaneo. Successivamente venne nominato Sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale e alla Guerra nel governo Reynaud, durante l’esodo del 1940. Rifiutò l’armistizio chiesto da Pétain alla Germania nazista. La coppia De Gaulle si trova di fronte al collasso militare e politico della Francia, Charles De Gaulle raggiunge Londra mentre Yvonne, sua moglie, si trova con i suoi tre figli sulla via dell’esodo.

Da Londra lanciò l’appello al popolo francese alla resistenza nelle Forze francesi libere. Condannato a morte e privato della nazionalità francese dal regime di Vichy, volle incarnare la legittimità della Francia ed essere riconosciuto come tale degli Alleati.

 

 

Politica, a Roma il convegno su democrazia e nuova legge elettorale

Tra i partecipanti al convegno l’Onorevole Ettore Rosato e l’Onorevole Ivo Tarolli, oltre il Prof. Giovanni Orsina, il Prof. Giuseppe Pisicchio e il Prof. Andrea Tomasi

Roma, 18 gennaio 2023 – Avrà come temi la democrazia ed una nuova legge elettorale il convegno organizzato dal Ce.S.Po.E., Centro Studi Popolari Europei che si terrà a Roma il 26 gennaio prossimo dal titolo “La democrazia nel XXI secolo, una nuova legge elettorale per il nostro futuro”. Ospiti del convegno, che sarà moderato dal Dr. Franco Bechis, Direttore della rivista online “Open”, il Prof. Giovanni Orsina, direttore Luiss di Roma, il Prof. Giuseppe Pisicchio dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, il Prof. Andrea Tomasi dell’Università degli Studi di Pisa e l’Onorevole Ettore Rosato, e l’Onorevole Ivo Tarolli (CeSPoE).

L’evento sarà disponibile anche online su YouTube al link www.youtube.com/watch?v=6Aucs0Io_0Y

Per gli interessati a partecipare in presenza è consigliata la prenotazione alla mail segreteria@popolarieuropei.org.

Locandina Convegno Legge Elettorale 26 gennaio_2023 Roma

 

 

CONVEGNO

26 GENNAIO 2023 – ore 11,00÷13,30

Sala Perin del Vaga – Palazzo Baldassini Istituto Luigi Sturzo – via delle Coppelle 35 – ROMA

LA DEMOCRAZIA NEL XXI SECOLO
UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE PER IL NOSTRO FUTURO

  • INTRODUZIONE E SALUTI
    Mons. Gianni Fusco, Onorevole Ivo Tarolli (CeSPoE)
  • PERCHÉ UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE: DALLA DISAFFEZIONE ALLA PARTECIPAZIONE Dr. Paolo Maria Floris (CeSPoE)
  • UNA RIFORMA ELETTORALE CON “TRE PUNTE” Dr. Luigi Righini (CeSPoE)
  • IL VOTO DEL 25 SETTEMBRE 2022 ALLA LUCE DEL NUOVO MODELLO ELETTORALE Dr. Marco D’Agostini (CeSPoE)
  • VOTO E INNOVAZIONE, DUE CRITICITÀ: IL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E IL VOTO DIGITALE Prof. Andrea Tomasi, Professore di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni c/o Università degli Studi di Pisa (CeSPoE)

TAVOLA ROTONDA ELETTORI ED ELETTI, RICONQUISTARE LA FIDUCIA

  • MODERATORE Dr. Franco Bechis – Direttore della rivista online “Open”
  • Prof. Giovanni Orsina
    Direttore della Luiss School of Government di Roma
  • Prof. Giuseppe Pisicchio
    Professore ordinario Diritto pubblico comparato c/o Università  degli Studi Internazionali di Roma
  • Onorevole Ettore Rosato
    Promotore della legge elettorale n. 165 del 3 novembre 2017CONCLUSIONI

UN TAVOLO DI LAVORO PER UNA SISTEMA PRESIDENZIALE… “ALL’ITALIANA” – Onorevole Ivo Tarolli (CeSPoE)

 

Evento disponibile online al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=6Aucs0Io_0Y

Per la partecipazione in presenza e? consigliata la prenotazione c/o : segreteria@popolarieuropei.org

 

 

Locandina Convegno Legge Elettorale 26 gennaio_2023 Roma

 

 

Nomine: Marco Mele nuovo Amministratore Unico della SFBM Spa

Roma, 16 gennaio 2023 – E’ l’economista ed esperto di energia Marco Mele il nuovo Amministratore Unico alla guida dei Servizi Fondo Bombole Metano Spa. La notizia, riportata dall’agenzia di stampa sull’energia e le infrastrutture (AGEEI) nonché da il Sole 24 ore, parla dell’avvenuto incarico dal primo di gennaio 2023.

La nomina, proposta dal MASE al MEF e comunicata al gruppo GSE e quindi all’ENI, coincide con quanto previsto nel DM Mite del 28 settembre 2022 che prevedeva, appunto, l’acquisto da parte di AU dei Servizi Fondo Bombole Metano al fine di poter favorire l’utilizzo del biometano nel settore dei trasporti.

“Sarà il Prof. Mele a garantire le condizioni di sicurezza nonché di esercizio in senso lato, delle bombole per metano di autotrazione, un tempo sotto il controllo di Eni ed ora passata sotto il controllo pubblico“.

Marco Mele, Professore Associato di Politica Economica all’ università Unicusano, da quanto si evince dal curriculum online, è autore di oltre 70 pubblicazioni ad alto impatto scientifico internazionale e negli ultimi anni, ha dedicato la sua attività di ricerca in campo energetico, andando ad analizzare, attraverso modellistiche matematiche e di Machine Learning, l’impatto del consumo di energia sulla crescita economica di numerosi paesi tra cui l’Italia.

Premiato nel mese di agosto 2022 per l’elevato numero di citazioni internazionali dalla rivista Applied Energy (ELSEVIER), dal mese di settembre appare sulla stampa nazionale per aver previsto, insieme ad altri coautori, la recessione e stagflazione del nostro paese a causa della crisi energetica in atto.

 

Il prof. Marco Mele, nominato amministratore della Servizi Fondo Bombole Metano Spa

Franco Frattini: l’addio del Premio Penisola Sorrentina

Il Presidente del Consiglio di Stato ed ex Ministro degli Esteri ha fatto parte del board del prestigioso riconoscimento patrocinato da Palazzo Chigi: a Sorrento il ricordo legato anche al papà Alberto, massimo esperto di studi leopardiani
 
Roma, 27 dicembre 2022 – Sono tanti i messaggi di cordoglio istituzionale che, in stridore con queste ore di festività natalizie, stanno giungendo da ogni parte per la dipartita di Franco Frattini, Presidente del Consiglio di Stato, già Ministro della Funzione Pubblica e degli Affari Esteri durante i Governi Berlusconi.
Da Sorrento arriva anche un ricordo di Mario Esposito, patron del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”®, di cui Franco Frattini ha fatto parte.
“Al Presidente Frattini mi legano ricordi giovanili, mediati dalla cultura e dalle radici letterarie del Premio Penisola Sorrentina. Alberto, il papà di Franco Frattini, massimo esperto della poesia del Leopardi, faceva parte della giuria letteraria del premio, allora esclusivamente dedicato alla poesia. Insieme con il padre Alberto a Sorrento c’era anche la madre, una preside in pensione. Franco Frattini, in quegli anni, rivestiva il ruolo  di Ministro della Funzione Pubblica e del coordinamento dei servizi di informazione e di sicurezza e aderì con molto entusiasmo al nostro invito di far parte del board del Premio. La notizia della sua dipartita mi addolora molto sotto il punto di vista umano ed istituzionale. Uomini preparati come Franco Frattini sono merce  rara nel panorama politico nazionale”, dichiara il presidente del comitato organizzatore.
Il Premio “Penisola Sorrentina”  è oggi tra le manifestazioni culturali più apprezzate a livello nazionale ed internazionale. Si svolge da 27 anni a Sorrento e, per la sua rilevanza culturale, è posto sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Cultura.
Il documento di adesione di Franco Frattini al board del Premio Penisola Sorrentina (archivio, 2002).

Federitaly e CIFA convocati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy

Verdone (FederItaly) e Cafà (Cifa) convocati per consultazioni al MIMIT: per Federitaly e CIFA necessario il rinnovo ad aliquote invariate di Tracy transizione 4.0 anche per il biennio 2023-2025

Roma, 19 dicembre 2022 – A seguito della missiva inviata al Ministro del MIMIT, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Sen. On. Adolfo Urso, Federitaly e CIFA rispettivamente nelle persone dei relativi Presidenti Carlo Verdone e Andrea Cafà, sono stati convocati nella giornata di martedi 20 dicembre presso la sede del Ministero per consultazioni.

Con la missiva, le due realtà hanno inteso rappresentare il grave vulnus per tutte le realtà imprenditoriali contenuto nelle bozze della Legge di Bilancio 2023 prossima all’approvazione. Secondo i rispettivi Presidenti, infatti, l’impianto della Finanziaria si allontana completamente dal Piano Transizione 4.0, cancellando di fatto le tradizionali misure del Piano Impresa 4.0. In particolare, dalle bozze dell’articolato è possibile apprendere che le aliquote del Piano Transizione 4.0 dal prossimo gennaio saranno più che dimezzate, e non si fa alcuna menzione del credito d’imposta per la Formazione 4.0 né vi sono interventi per favorire la transizione ecologica dell’industria.

In merito, Carlo Verdone ha detto: “Siamo certi e fiduciosi che l’attuale Ministro abbia la giusta sensibilità politica ed incisività per modificare tale stato di cose, atteso che il calendario parlamentare impone urgenza per arrivare all’approvazione della Finanziaria. Tuttavia, in un contesto nazionale ed europeo in cui si spinge verso la digitalizzazione e la trasformazione tecnologica sono proprio le competenze inerenti al digitale e l’acquisto di macchine che vanno sostenuti e stimolati, orientando le scelte degli imprenditori negli investimenti per l’innovazione tecnologica e per la formazione del personale in un Paese come l’Italia nel quale il 42% della popolazione di età compresa tra 16 e i 74 anni non ha competenze digitali di base. Nelle bozze lette siamo però passati dalle previsioni agevolative contenute già nel decreto aiuti del 17 maggio 2022 in cui si annunciavano aliquote maggiorate per il 2022 per la Formazione 4.0, che poi non hanno avuto applicazione per il ritardo di adozione dei decreti attuativi, ad una ingiustificata dimenticanza nel rifinanziare adeguatamente il progetto Transizione 4.0, nonostante i recenti dati pubblicati proprio dal Ministero che hanno invece sottolineato un cambiamento di tendenza nell’utilizzo del relativo credito d’imposta, usufruito da ben 10.000 imprese di cui nel 2020.

Così, invece, Andrea Cafà: ”Comprendiamo l’urgenza del Governo nonché il delicato iter per l’approvazione della Legge di bilancio 2023. Tuttavia, è nostro preciso compito rappresentare all’On. Ministro quanto le misure precedentemente previste siano stati efficaci, soprattutto in considerazione della difficilissima situazione vissuta dall’intero tessuto imprenditoriale italiano nell’ultimo biennio. Pertanto, auspichiamo e confidiamo in misure correttive rispetto alle bozze della Finanziaria lette, che riscontrino la fiducia e l’approvazione nel passaggio parlamentare ma che, al contempo, diano un forte ed immediato segnale a tutte le imprese italiane. La traiettoria è infatti già tracciata, e per ottenere i virtuosi risultati attesi anche in considerazione del completamento del PNRR non è possibile retrocedere, ma anzi vi è la necessità di lavorare con rinnovati obiettivi. Lo chiede il Paese e soprattutto tutti gli imprenditori italiani.

 

Andrea Cafà
Carlo Verdone

Idrogeno, per l’Italia occasione di cambiamento strutturale

L’Italia pronta per l’idrogeno: per il l’economista Prof. Mele sarà la chiave per un cambiamento strutturale

Roma, 6 dicembre 2022 – “Sembrerebbe, finalmente, essere arrivata la grande rivoluzione dell’idrogeno per il nostro Paese”. È quanto ha affermato il Prof. Marco Mele, economista dell’università Unicusano di Roma, intervenuto ad una nota emittente statunitense pochi giorni fa.

Per il nostro Paese è la più grande scommessa dei prossimi 15 anni, ed è la chiave per un cambiamento strutturale” ha detto alla tv Usa l’economista italiano.

In altre parole lo studioso considera una grande opportunità quella di puntare sull’idrogeno, poiché apre le porte a nuovi modelli di investimento basati su una forte e costante ricerca scientifica.

“In un contesto di crisi energetica internazionale, l’idrogeno diventerebbe una realtà sempre più importante per molti paesi che stanno puntando verso questa direzione”, ha detto ancora Mele.

Si sta concretizzando, così, l’idea di utilizzare l’idrogeno come vettore energetico, alla stregua dell’elettricità, in una futura realtà basata sull’economia dell’idrogeno. Un elemento, questo, che può essere utilizzato, anche, come combustibile. In realtà, sono molti i progetti già lanciati da diverse case automobilistiche per la realizzazione di vetture alimentate ad idrogeno, dalla cui combustione non vengono rilasciate emissioni nocive.

Nonostante ciò, un limite a tutto questo è il fatto che l’idrogeno è praticamente inesistente sulla terra nella sua forma elementare di molecola biatomica e deve quindi essere prodotto sinteticamente. Allo stato attuale, fa notare ARERA, circa il 93% della produzione mondiale avviene attraverso l’utilizzo di combustibili fossili.

I processi più utilizzati per la sua produzione sono il reforming del metano con il vapore, l’ossidazione parziale degli idrocarburi pesanti, la pirolisi e gassificazione del carbone. Tuttavia, utilizzando combustibili fossili, questi processi producono una quantità significativa di anidride carbonica.

Quello di cui, però, parla il prof. Mele è la sfida del cosiddetto idrogeno verde, ossia prodotto da fonti rinnovabili come l’eolico o il solare attraverso un processo noto come elettrolisi, dove un elettrolizzatore scinde l’acqua in molecole di ossigeno e di idrogeno. In questo modo, non si genera alcuna emissione di CO2 durante il processo di produzione.

Tuttavia, ad oggi, le tecnologie per produrre questo tipo di idrogeno, nonostante siano presenti, per il momento risultano essere poco efficienti e la loro limitata applicazione non ha permesso di portare a sostanziali miglioramenti. “Utilizzando in maniera opportuna i circa 3 miliardi del PNRR sarà possibile spingere l’economia italiana verso un cambiamento strutturale che farà dell’idrogeno l’anello di congiunzione tra sviluppo sostenibile e crescita economica” conclude il prof. Mele nella sua intervista.

Pertanto, sarà nel giusto utilizzo dei fondi in ricerca e sviluppo la possibilità per il nostro paese di poter guidare, per una volta, l’Europa verso la svolta di una economia verde.

 

Studio energia nucleare: per i Prof. Mele e Magazzino una scelta ecosostenibile

Uno studio italianopubblicato sulla prestigiosa rivista Structural Change and Economic Dynamics della Elsevier ritiene il nucleare una scelta ecosostenibile per l’Italia

Roma, 16 novembre 2022 – Il nucleare potrebbe rappresentare una scelta ecosostenibile per l’Italia affamata di energia. Ad affermarlo lo studio dei  Prof. Mele e Magazzino, pubblicato sulla prestigiosa rivista Structural Change and Economic Dynamics della Elsevier.

In questi giorni si sta tenendo la COP27 di Sharm El Sheikh e nonostante alcune critiche relativamente all’incapacità dei governi presenti di raggiungere accordi condivisi per contrastare il fenomeno del riscaldamento globale, tale conferenza resta molto importante. La struttura della COP prevede due fasi d’azione che si devono muovere parallelamente.

La prima è quella dei negoziati dove i politici e delegati del UNFCCC conducono le trattative vere e proprie; l’altra è la cosiddetta Green Zone dove imprese, centri studi e università propongono le loro soluzioni ai governi fornendo, così, strumenti utili per un’azione congiunta contro la crisi climatica.

In questo contesto è intervenuto il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica dell’Italia il quale ha affermato: “Io sono favorevole all’utilizzo del nucleare“, ma “la valutazione sul nucleare va oltre l’Italia, ritengo vada fatta a livello di Unione Europea“, perché “si tratta comunque di energie per il futuro“.

Che l’energia nucleare abbia sempre rappresentato un dilemma per l’Italia è una questione che va avanti da anni. Ciononostante, vuoi per la crisi energetica, vuoi per la consapevolezza che l’indipendenza dall’import energetico rappresenta una condizione importante per ogni paese, per la prima volta da molti anni, nei programmi della maggioranza dei partiti del nuovo Parlamento, c’è stata l’apertura all’energia nucleare.

In questo ambito si inserisce la ricerca dei Prof. Marco Mele e Cosimo Magazzino, rispettivamente delle università Unicusano e Roma Tre, i quali hanno recentemente pubblicato uno studio sulla prestigiosa rivista Structural Change and Economic Dynamics della Elsevier. I due studiosi, attraverso dei complessi processi di equazioni differenziali alle derivate parziali hanno dimostrato come l’energia nucleare potrebbe rappresentare una scelta economica ed ecologica sostenibile.

In particolare, analizzando il caso del Belgio, ma replicabile per l’Italia, Mele e Magazzino hanno evidenziato come nel breve-medio periodo l’energia nucleare produce le stesse quantità di CO2 delle energie rinnovabili garantendo, però, un flusso continuo di energia per il paese non possibile, invece, da altre fonti green.

Pertanto, questo importante risultato rappresenterebbe la risposta a molti scettici che affermano, erroneamente, elevati livelli di inquinamento dell’energia nucleare.

 

I Prof. Mele e Magazzino

Governo ed energia nucleare: per il Prof. Mele è la scelta migliore

Roma, 10 novembre 2022 – L’attuale crisi energetica che stiamo vivendo in questi mesi ha messo in luce un problema rimasto irrisolto da molti anni per l’Italia: la mancanza di una indipendenza energetica. Di fatto, il nostro paese importa quasi l’80% dell’energia necessaria al sistema economico e sociale di cui oltre il 90% è prodotta dai fossili.

Questi ultimi, in particolare, provengono da Paesi che presentano caratteristiche di alto rischio geopolitico e che dunque, non consentono la certezza dell’approvvigionamento in qualsiasi momento.

E’ quanto sta accadendo ultimamente con la questione Russia-Ucraina la quale ha messo in evidenza che le scelte dei fornitori di energia rappresentano un vincolo e un grosso limite per i paesi sviluppati, non indipendenti energeticamente.

Si è fatta così strada l’ipotesi di un connubio imprescindibile tra rispetto dell’ambiente e indipendenza energetica attraverso investimenti mirati in fonti rinnovabili le quali però, come sappiamo, non garantiscono la necessaria autonomia e sicurezza nella continuità degli approvvigionamenti per gli utilizzi civili, commerciali, sociali e industriali.

Ed allora, il nuovo Governo di centro-destra sta studiando strategie differenti vedendo come soluzione alla crisi energetica, la possibilità di ampliare le proprie forniture di gas attraverso una maggiore e più produttiva trivellazione del Mar Adriatico.

Dietro a questa ipotesi, tuttavia, ce n’è un’altra che dalla fine del mese di ottobre viene discussa dal Governo, ossia la possibilità di un ritorno al nucleare.

Su questo argomento, è stato ascoltato il Prof. Marco Mele, Associato di Politica Economica dell’Università Unicusano di Roma, esperto del settore energetico e già premiato per i suoi studi sul nesso tra crescita economica e consumo di energia.

Il Professore afferma che, nonostante lo sviluppo delle fonti rinnovabili quali eolico e solare è stato consistente negli ultimi anni, esse richiedono specifiche caratteristiche territoriali ed ambientali non sempre presenti.

Pensare al nucleare, continua l’economista,  rappresenta un vantaggio considerevole dal momento che stiamo parlando di grandi quantità di energia prodotta in maniera costante permettendo, inoltre, di ridurre la dipendenza del nostro paese dalle importazioni energetiche.

Da un ultimo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Structural Change and Economic Dynamic gli economisti Marco Mele e Cosimo Magazzino hanno anche dimostrato empiricamente che il nucleare produce livelli molto bassi di CO2 rispetto a gas, petrolio e carbone a punto da essere, nel medio termine, equiparabile alle energie rinnovabili.

Pertanto, sarebbe meglio iniziare ad investire subito in energia nucleare per evitare, in futuro, una nuova crisi di approvvigionamento nel rispetto, anche, dell’ambiente che ci circonda.

 

I professori e ricercatori Mele e Magazzino

Prof. Cesare Pozzi: “Perché lo scostamento di bilancio non è opportuno”

Per il Prof. Pozzi, economista, uno scostamento di bilancio non è opportuno

Roma, 25 ottobre 2022 – Una delle più importanti sfide che il nuovo Governo a guida Meloni dovrà affrontare sarà la messa a punto di una Legge di Bilancio che, conti alla mano, dovrà ipotizzare nuove forme di intervento soprattutto sul fronte caro-energia, che rischiano di avere un costo che potrebbe arrivare circa a 30 miliardi di euro. Si va paventando, pertanto, da vari fronti della maggioranza la necessità di adottare uno scostamento di bilancio.

Su questa questione è intervenuto il Prof. Cesare Pozzi, economista dato tra i papabili alla guida del MEF prima della scelta ricaduta su Giorgetti, il quale sostiene che tale manovra non sia opportuna.

Di fatto, spiega l’economista, “lo scostamento di bilancio rappresenta il ricorso all’indebitamento per finanziare misure straordinarie. Diversi partiti politici hanno evocato tale misura nel corso della recente campagna elettorale. Tuttavia, numerosi sono i motivi che portano a considerare allo stato non opportuna questa scelta di politica economica. Non più tardi della scorsa settimana, un report del FMI ha segnalato per l’Italia la necessità di mettere ordine nei propri conti pubblici.

Il Paese, che già prima della pandemia da Covid-19 aveva il terzo debito pubblico (in rapporto al PIL) più elevato al mondo, proprio per contrastare la crisi pandemica ha dovuto varare misure costosissime, che ne hanno gonfiato la spesa, il deficit e il debito pubblico. Inoltre, le condizioni di mercato sono profondamente diverse: la BCE poté reagire nella primavera del 2020 con il varo del PEPP e la Commissione Europea lanciò il Recovery Fund.

I rendimenti sovrani crollarono e così i governi poterono finanziare gli aumenti di spesa a interessi zero o persino negativi. Oggi, invece, a causa dell’esplosione dell’inflazione, per l’enorme incremento dei prezzi delle commodity, e del continuo e significativo indebolimento dell’euro rispetto al dollaro), la BCE è costretta ad alzare i tassi d’interesse. Ciò comporta, da un lato un aggravio dei costi per chi si indebita prendendo a prestito denaro, ma dall’altro fa emergere i problemi irrisolti di una comunità non Stato con apparentemente un’unica moneta.

Purtroppo, come statuito nei Trattati dell’Unione, ogni Paese membro è responsabile del proprio eventuale default e questo implica che, al di là di aspirazioni e dichiarazioni, esistono di fatto diversi Euro, uno italiano, uno tedesco etc… Si presta così il fianco alla speculazione internazionale sui mercati finanziari, che guarda famelicamente la preda grassa e debole…

È in questo quadro che lo scostamento di bilancio costituirebbe il segnale, per i mercati finanziari, dell’accresciuto rischio sovrano dell’Italia, con la conseguenza che lo spread tornerebbe a innalzarsi, rischiando di far rivivere al Paese le buie settimane dell’avvento del Governo Monti.

Pertanto, lo scostamento di bilancio potrebbe portare, in ultima analisi, all’insolvenza fiscale del Paese, con una crisi finanziaria a cui potrebbe accompagnarsi una crisi di liquidità, stante l’inflazione in crescendo e l’impossibilità di una politica monetaria indipendente”.

 

Inflazione, energia e crisi: per il Prof. Mele: “Servono interventi non convenzionali”

La strada in salita per il governo Meloni: per il Prof. Mele servono interventi non convenzionali con il ruolo chiave dell’Acquirente Unico.

Roma, 25 ottobre 2022 – E’ stata un’ investitura lampo quella che ha portato alla formazione del nuovo governo di centro-destra guidato dalla Premier Meloni. Tuttavia, ora arriva il momento più delicato ossia quello delle scelte per affrontare gli innumerevoli problemi del paese.

In questo momento, infatti, se da una parte la premier dovrà tentare di accelerare l’iter delle riforme programmate superando le varie fibrillazioni che potranno presentarsi nella coalizione stessa, dall’altra la compagine creata con i neo eletti ministri si troverà ad affrontare un percorso tutto in salita.

I dossier alla mano che dovranno essere affrontati con la massima urgenza prendono il nome di inflazione, crisi energetica, e ricerca di budget nelle casse dello stato per alleviare la sofferenza economica di famiglie ed imprese.

Se per l’inflazione è intervenuta non tempestivamente la Banca Centrale Europea attraverso misure monetarie restrittive, per il problema dell’aumento dei prezzi legati alla crisi energetica gli ostacoli a livello Europeo continuano ad essere numerosi relativamente alla scelta di una politica comune sul price-cap dove gli interventi risultano essere, invece, somministrati a dosi omeopatiche.

Sulla situazione attuale e sulle difficoltà che il nuovo governo si appresta ad affrontare è intervenuto il Prof. Marco Mele, Associato di Politica Economica per l’università Unicusano, premiato nel mese di agosto per studi nel settore energetico.

Secondo l’economista “il Governo dovrà trovare subito almeno 8 miliardi di euro per prorogare gli sconti sull’IVA e le accise per la benzina e, in aggiunta, per continuare a mantenere l’IVA al 5% sul Gas. A queste, poi, bisognerà recuperare altre risorse se si vorrà confermare il taglio al cuneo fiscale e continuare a sostenere famiglie ed imprese in gravi difficoltà. Le manovre che attuerà il nuovo governo, tuttavia, rappresentano misure cosiddette cuscinetto”.

Non risolvono quindi il problema inflattivo e della distorsione dei prezzi energetici, ma servono unicamente per alleviare il fardello della crisi in atto.

Continua il Professore, “bisognerà escogitare l’attuazione di una politica economica non-convenzionale per risolvere il problema dell’inflazione alla radice. Queste scelte non convenzionali potrebbero basarsi, come fece notare la Prof.ssa Weber nove mesi fa, implementando l’attuale politica economica con quella del controllo dei prezzi su alcuni beni e servizi strategici attraverso l’imposizione di un tetto massimo al quale affiancare una tassazione vera e mirata sugli extra-profitti. In tal modo sarebbe possibile generare un gettito di bilancio utilizzabile per aiuti alla famiglie ed imprese senza ulteriori scostamenti”.

“Infine, e lo ripeto da tempo,  sarebbe necessario un sistema di centralizzazione degli acquisti del gas da parte dell’Acquirente Unico SPA in grado di applicare un prezzo predeterminato a livello ministeriale. Una misura, questa, non discriminatoria che sulla base di un prezzo calmierato potrebbe garantire la copertura dei costi sostenuti per l’erogazione del servizio in maniera più equa.”, conclude il Prof. Mele.

Il Prof. Marco Mele

 

Exit mobile version