Roma, 9 ottobre 2020 – È un grido d’allarme per il nostro pianeta “No Peace on Earth“, la nuova canzone di Pol Paxx, veterano rocker di Aosta. Guerre, inquinamento, razzismo, odio, violenza, violazione dei diritti umani, sono alcuni dei temi toccati dal brano, che si sviluppa su un ritmo incalzante di basso e batteria, col cantato che evidenzia la drammaticità del momento.
“Non c’è pace sulla Terra” ripete il refrain, lasciando poco spazio alla speranza. Speranza che è presente nel videoclip, già su tutte le piattaforme online, che accompagna l’uscita del singolo, dove una soluzione sembra invece esserci.
Registrato presso i TdE Studios, il brano, così come i precedenti singoli Bad Woman e It’s a Miracle!, è stato suonato e cantato dallo stesso Pol Paxx, eccetto le tracce di batteria eseguite dal polistrumentista e producer Momo Riva. Il video è stato realizzato dal videomaker Fabio Rean, riprese e montaggio, con la regia dello stesso Pol Paxx. Interprete del clip è Gloria, la figlia dell’autore.
Pol Paxx è un rocker di vecchia data nel panorama dell’underground italiano. Songwriter, bassista, chitarrista e cantante di varie rock bands fin dagli anni 70, ha avuto un momento di notorietà alla fine degli eighties con il power trio dei Macho Camacho, che giunsero a calcare le scene della televisione nazionale, delle radio e dei giornali di settore.
Il progetto solista di Pol Paxx nasce per dare spazio alle sue passioni musicali, nel solco del sound rock seventies, la cifra stilistica scelta per la sua nuova avventura.
Roma, 11 dicembre 2019 – Produrre tecnologia costa troppo per l’ambiente. Il nostro stile di vita, le nostre scelte e i nostri consumi, anche in fatto di tecnologia, impattano direttamente sull’inquinamento, il consumo della risorse e quindi sulla salute del pianeta.
Basta pensare che ogni anno in Italia cittadino produce in media circa 500 chili di rifiuti a testa, tra cui, a farla da padrone, ci sono gli elettrodomestici e gli oggetti tecnologici obsoleti come gli smartphone.
Uno studio della Facoltà di Ingegneria della MacMaster University, in Canada, ha lanciato l’allarme su quanto sia sottovalutato l’impatto degli smartphone sulla salute del pianeta.
Secondo lo studio nel 2040, sebbene l’energia consumata dagli smartphone sia veramente minima si stima che inquineranno almeno la metà di tutto il sistema dei trasporti del mondo intero.
In base ai dati forniti dal consulente minerario David Michaud si è scoperto poi che per produrre i metalli che compongono uno smartphone di ultima generazione dal peso di 130 grammi, dovrebbero essere utilizzati circa 34 chilogrammi di roccia.
Calcolando che nel solo 2017 è stato venduto un miliardo e mezzo di smartphone della più nota marca di cellulari, si stima che per produrli è stata necessaria l’estrazione di ben 34 miliardi di chili di roccia.
Una quantità enorme, che ha contaminato ben 100 miliardi di litri di acqua, con un carico di circa 100 litri di acqua inquinata per ogni smartphone prodotto.
In sostanza la produzione di un modello di nuova generazione produce il 10% in più di CO2 rispetto al vecchio e come se non non bastasse solo 1 smartphone su 10 viene riciclato correttamente.
Numeri spaventosi che richiedono un cambio di rotta urgente se vogliamo evitare il totale collasso del pianeta.
Quale potrebbe essere la soluzione per arginare il problema?
Senza ombra di dubbio il primo passo è quello di utilizzare al massimo le energie rinnovabili modificando così i processi produttivi attuali, mentre il secondo passo da seguire è quello di razionalizzare i nostri consumi, cominciando con l’evitare gli sprechi.
Per fortuna in questo senso qualcosa si sta muovendo da parte delle aziende produttrici e dei cittadini, grazie anche (o soprattutto) alla campagna di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici della giovane studentessa Greta Thunberg.
Visto quante risorse vengono sprecate per produrre un cellulare molto utile sarebbe anche imparare a far durare il più possibile il nostro smartphone, visto che ogni individuo sostituisce un cellulare in media ogni 2 anni.
Come? Semplicemente riparandolo.
Per un impatto immediato sull’ambiente basta seguire i princìpi delle 3 R: Recupero, Riciclo e Riutilizzo anche nell’uso delle nostre tecnologie. Questo ci aiuterebbe a sprecare meno risorse del pianeta.
Riparare uno smartphone poi non è solo una scelta ecologica ma anche economica: basti pensare che il 70% delle riparazioni riguarda componenti che possono essere sostituiti senza grosse spese e facilmente. Cosa che permetterebbe anche di risparmiare cifre interessanti ogni anno.
L’Italia è piena di riparatori esperti, in grado di far tornare come nuovo il nostro smartphone o tablet, di qualsiasi marca. Riparatori esperti, capaci di cambiare uno schermo, una batteria o i circuiti interni in 60 minuti al massimo.
Professionisti che possiamo reperire tramite il motore di ricerca di iFix-iphone.com (https://ifix-iphone.com/dove-siamo), per trovare il riparatore più vicino a noi.
Consigli utili e semplici da seguire, per rendere più sano e vivibile il pianeta che abitiamo.
Torino, 23 gennaio 2018 – Creare un documentario dal suo libro per trasformarlo in un manifesto/testimonianza vivente in difesa dell’ambiente e degli animali a rischio estinzione. È questo l’obiettivo dell’autrice Barbara Appiano che dallo scorso dicembre è in libreria con “Umanita’ anno zero “, un romanzo di formazione ritenuto al pari di “Pinocchio ” e “Il piccolo Principe”.
Il libro sarà presentato a Torino venerdi 26 gennaio alle ore 18 con la presenza dell’autrice, insieme a Mattia Leombruno, presidente della Fondazione Mario Luzi e con il giornalista Roberto Maggio, nella Sala Lettura del Circolo dei lettori, presso Palazzo Graneri della Rocca (Via Bogino, 9).
Sarà presentato insieme al romanzo anche il Manifesto Cuturale (https://www.change.org/p/petizione-contro-gli-sfruttatori-dei-simboli-che-rappresentano-gli-animali-emiflex-non-e-pubblicita-in-buca-e-l-umanita-in-fuga) basato sui capitoli del libro, con un appello ai movimenti ambientalisti, animalisti e a tutti gli esseri umani sensibili al tema, per il finanziamento di un film documentario ispirato al libro, in difesa del pianeta terra e degli animali in estinzione.
Protagonista assoluta del romanzo l’elefantessa Araba, insieme a Calypso, bimbo profugo siriano che la libera dal circo, e Benjamin, Gonzalo e Blasdemetrio 3 bambini sopravvissuti alla guerra civile di El Salvador.
L’autrice vuole ora trasformare la storia del libro in un film, alla difesa del nostro amato pianeta e di tutti gli esseri viventi che la abitano.
Ogni capitolo del libro diventerà un capitolo aperto alle adozioni, in modo che ogni capitolo possa avere un genitore “adottante” per affinità di contenuto che sarà chiamato a parlare con l’elefante destinato a diventare l’anima del film.
Questi i capitoli del manifesto culturale, finalizzato alla creazione del documentario, tramite cui si chiede alle persone di aderire al progetto e di finanziarlo.
1) Capitolo: 1 “La natività: un mondo in un asilo. Al galoppo nella storia “
Contenuto: L’infanzia, il sogno, la fantasia che porta i bambini dappertutto senza nulla, senza cellulari e smartphone
Questo capitolo cerca un genitore affidatario: l’asilo della mia città, Santhià.
2) Capitolo 2: “Senza la parola non esiste il mondo”
Contenuto: L’importanza della lingua e del linguaggio, la lingua è il cuore di un paese, che racchiude il suo modo di pensare. Ancora prima della geopolitica la lingua è il cuore della gente e senza di lei e la parola non si potrebbe descrivere il mondo. Quindi importanza fondamentale della lingua e dell’espressività delle emozioni.
Questo capitolo vuole farsi adottare dall’accademia dei Lincei e dall’Istituto Dante Alighieri.
3) Capitolo 3: “Breakfast in America: quando il Golden Gate diventò una fionda, una catapulta, un tappeto volante extralarge”
Contenuto: l’immaginazione di viaggiare con la mente, la capacità di creare paesaggi mentali e fisici con la fantasia, ma anche con la cultura storica dei popoli e dei luoghi. Il know how ideale per un cineasta o una casa di produzione cinematografica.
Questo capitolo vuole farsi adottare dalla casa di produzione cinematografica Medusa.
4) Capitolo 4: “Io non ho un nome, storia di adozioni a distanza all’insaputa degli adottati”
Contenuto: la storia di Guernica e dei desparecidos di ogni latitudine adottati da Picasso nella sua tela intitolata “Guernica”. con le relative ribellioni nelle varie piazze del globo, piazze mondiali ove l’arte e’ l’unica in grande di sublimare il dolore e trasfonderlo in gioia universale
Questo capitolo vuole farsi adottare da Vittorio Sgarbi.
5) Capitolo 5: “La marcia dei precari della storia e lo sciopero a tempo indeterminato dei giaguari del Pantanal amazzonico: quanodi sindacati non li vogliono nemmeno i felini piu’ solitari del pianeta avulsi a conferenze stampa”
Contenuto: la distruzione del primo polmone della terra, l’amazzonia
6) Capitolo 6: “L’mmortalità della plastica, lei resta noi no; il mito della caverna, i rave parties nelle discariche: quando lo sfratto è un diritto acquisito” dedicato a Giorgio Gaber e alla sua ballata “Il conformista”
Contenuto: il problema dei rifiuti, dello smaltimento e di coloro che producono plastica in ogni forma per vestirci , sfamarci,
e abbeverarci.
Questo capitolo chiede di essere adottato dai colossi della grande distribuzione e aziende operanti nel campo dell’industria alimentare quali Carrefour, Lidl, Esselunga, Coop, Barilla, Ferrero.
7) Capitolo 7: “La persuasione, la dissuasione e la rivoluzione. Bombe atomiche e dintorni, mi illumino d’immenso, mi spengo con l’incenso”
Contenuto: l’atomo “buono” utilizzato da Robert Hoppenheimer per la costruzione del due bombe atomiche sganciate suNagasaki e Hiroshima.
Questo capitolo vuole farsi adottare dalla facoltà di fisica Università di Torino .
8) Capitolo 8: “Il guscio rotto, il mondo covato, il mondo sgusciato”
Contenuto: l’eredita’ delle due bombe atomiche sganciate nel 1945 e relative conseguenze.
Questo capitolo vuole farsi adottare dal Consiglio Nazionale della Ricerca.
9) Capitolo 9: “L’alba che non tramonta:Okahue’ il grido del destino e i 4 angoli della terra
La storia dell’umanità e delle sue predazioni, la corsa e l’invocazione degli antenati, dei nativi d’America, Okahue’, le 5 virtù: coraggio, dignità, rispetto, giustizia e onore.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Philippe Daverio.
10) Capitolo 10: “Subway; il mondo sotterraneo in ebollizione dalle ecatombe alle case popolari , Okahue’ al di sopra e al di sotto del mondo .L’utopia che non se ne vuole andare “
Contenuto : il problema del sottosuolo, della terra con relativi vulcani, del patrimonio storico archeologico che e’ un altro mondo a noi vicino ma non compreso, anzi sconosciuto
Questo capitolo chiede di essere adottato dalla Camera dei Deputati e Senatori della Repubblica Italiana
11) Capitolo 11: “La marcia degli onesti, la rabbia degli illusi , il Metropolitan Museum eil passo della Futa, location vintage si un mondo che ritorna a denominazione dimenticata e samurai dispersi nel Pacifico”
Contenuto : il problema della memoria storica collettiva e dell’imparzialita’ della storia dell’umanita’
Questo capitolo chiede di essere adottato da Papa Francesco.
12) Capitolo 12: “Fine del comodato d’uso , quando gli elefanti ricevettero indietro zanne e accessori “
Contenuto: l’economia buona di Keineys che sosteneva l’importanza dello stato quale sorvegliante speciale verso
gli errori del capitalismo per realizzare il mondo dell’uomo al centro della priopria identita’ , destinato ad essere felice.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Silvio Berlusconi
13) Capitolo 13: “La class action degli ultimi “
Contenuto: “L’immortalita’ degli alberi che non hanno fretta di crescere”
14) Capitolo 14: “Birmania , liberta’ e popcorn “quando i bufali lottano, l’erba viene calpestata ,”proverbio birmano che calpestera’ anche i popcorn non masticati e mal digeriti della Storia, intollerante al glutine del grano che mai sfamò gli ultimi “
Contenuto: L’esempio di Suu Kyi paladina della libertà, esempio di coraggio e il problema della distribuzione del cibo nel mondo.
Questo capitolo chiede di essere adottato dai colossi dell’alimentare quali Carrefour, Lidl, Esselunga, Coop, Barilla, Ferrero.
15) Capitolo 15: “Dittatori in cassa integrazione, democrazia e hot dog, Marat insegna”
Contenuto; analisi critica del potere politico e dell’appiattimento culturale, osservazioni sullo scopo e le motivazioni della figura del politico di oggi. Etica, persuasione e consenso.
Questo capitolo chiede di essere adottato dalla Camera dei Deputati e Senatori della Repubblica Italiana.
16) Capitolo 16: “Fontane, proboscidi e alluvioni dare da bere agli assetati”
Contenuto: la storia degli Indios Saterinaue e della formica proiettile, l’iniziazione degli indios Saterinaue al coraggio per diventare adulti e l’analisi contemporanea della siccità e dell’acqua, entrambi patrimonio dell’umanità.
Questo capitolo chiede di essere adottato dai prof. Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi.
17) Capitolo 17: “Se nasco toro faccio il torero. Quando i tori si riappacificarono con i toreri, la leggenda della donna Condor, Hanna Reitsch classe 1912 prima donna capitano d’aviazione.
Questo capitolo parla del mistero e del fascino del volo e della potenza degli uccelli , protagonista il Condor uccello ritenuto sacro dagli INCA.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Piero Angela.
18) Capitolo 18: senza titolo
Contenuto: protagonista è la storia della comunicazione, dell’informazione e del pettegolezzo, con la narrazione della storia del grande ciclista Pantani, vittima della disinformazione.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Barbara D’Urso.
19) Capitolo 19: “Vestire gli ignudi, gli occhi addosso, Ermete e gli altri”
Contenuto: Questo capitolo narra del coraggio di mio nonno classe 1898 che durante l’ultima guerra, a Crova un paesino del Vercellese dove viveva lui ed Ermete, difese quest’ultimo, un ragazzo di 17 anni dalla camice nere che volevano obbligarlo ad indossare la divisa da avanguardista. Un esempio di lucidità e coraggio unici che oggi non vedo più intorno a me.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Renzo Bellardone, assessore alla cultura della mia città ove vivo, Santhià in provincia di Vercelli.
20) Capitolo 20: “Lacrime e cipolle”
Questo capitolo descrive ed interpreta la spettacolarizzazione del dolore(attraverso il crollo della miniera di rame in Cile miniera di San Jose’ agosto 2010 e l’inabissamento del sottomarino russo KURSK il 12 agosto 2001) , spettacolarizzato all’esasperazione
il dolore ormai e’ una merce da vendere a buon mercato
Questo capitolo chiede di essere adottato dalla redazione di “Chi l’havisto ” redazione RAI 3
21) Capitolo 21: “Il campo minato della fantasia”
Contenuto: Pinocchio e la baia dei Porci che sfrattano JFKennedy e Krusciov.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Corrado Augias per “Quante storie”.
22) Capitolo 22: “I commercianti di parole”
La protagonista Calypso narra come si debba diffidare dai commercianti parole, e di come la disobbedienza sia la migliore palestra per una mente libera senza catene.
Questo capitolo chiede di essere adottato da Elisabetta Sgarbi e da Carlo Verdone.
Appello di adesione al manifesto dell’autrice Barbara Appiano, per la produzione del film documentario “Umanità anno zero” a difesa della terra, della vita e degli animali in via di estinzione
Adottare ognuno di noi questo libro per farne un film vorrà dire trasformarlo una gigantesca famiglia allargata, un luogo di emozioni, ricordi e confronto dove tutti possono essere accolti.
Adottare i capitoli del mio libro significherà scrivere insieme questo film a più mani.
Impossibile non farsi “accalappiare” da una famiglia che si costruisce per strada e che ad ogni angolo incrementa la sua partecipazione alla cosa comune, una sorta di agorà dove gli elefantidiventano registi, produttori e attori di umanità.
Musei e bellezza a cielo aperto del nostro straordinario paese non aspettano che voi per parlare di autenticità, un modo di essere e pensare ormai desueto.
Io sono come Araba, non mi arrendo. Nata elefante, la natura mi ha dato la consapevolezza di mutare sembianze e diventare umana per scrivere “Umanaità anno zero”.
Dentro di me batte un cuore grande come quello di un elefante, un cuore che sta bussando alla vostra porta, e aprirla vorrà dire affacciarsi ad un mondo alternativo, un mondo fatto di consapevolezza.
Le grandi sofferenze del mondo raccontate nelle opere dell’artista Alina Ditot, tra le poche a raccontarle tramite l’arte…
Roma, 10 gennaio 2018 – Si è chiuso nel peggiore dei modi possibile il 2017 per l’arte italiana. In poco meno di una settimana, dall’ 1 dicembre con la morte di Enrico Castellani, al 2 dicembre con morte di Tino Stefanoni al 7 dicembre con la morte di di Omar Ronda, sono venuti a mancare 3 grandi esponenti dell’arte italiana.
Perdite gravi così come il fatto che l’arte italiana, soprattutto nell’ultimo periodo, stia subendo un momento di crisi.
Molto spesso nelle grandi aste newyorkesi o londinesi, le opere dei nostri alfieri migliori passano ormai invendute.
Ma come sempre accade, è sempre dai momenti bui, che si ritrova la strada verso la luce. Verso la rinascita per le opere degli artisti di casa nostra, che si spera tornino presto a fare i risultati che meritano.
È in questo quadro di sofferenza dell’arte italiana che si colloca oggi l’astro nascenteAlina Ditot, attualmente tra i pochi artisti italiani in grado di spiegarci, attraverso le sue opere, la sofferenza che il mondo oggi trova a vivere.
Un mondo tormentato dai continui attacchi terroristici e conflitti mondiali. Un mondo, nel quale la paura e l’incertezza, regnano sovrane.
La pittura di Alina Ditot riporta alla luce l’enigma del Minotauro: l’uomo che combatte se stesso.
Ditot contro Ditot o Uomo contro Uomo.
Un’ arte che inverte la comune ragione che vede la tela come il campo di battaglia da non invadere mai; una guerra senza morti; un Alcatraz senza detenuti.
L’ Alcatraz pittorico di Alina ha detenuti che combattono la guerra per la sopravvivenza.
La tela è ferita. La tela è violentata.
La tela diviene il campo di battaglia dove, molto spesso, l’uomo combatte la guerra contro se stesso.
Alina impugna quel pugnale sacrificale che porta l’arte ad un nuovo punto zero. Tutto ha di nuovo inizio.
La tela viene strappata e bruciata. Abbiamo sentito più volte parlare della Ditot, come quella sacerdotessa eretica, di un segno che trova la sua nuova collocazione in non luoghi: universi nomadi fin’ora inesplorati.
Ben presto ci renderemo conto come tutto questo, in base al famoso effetto farfalla, condurrà conseguenze inevitabili nel futuro. Una tela violentata dal genio ditottiano che la rende umana. Una tela sofferente che urla il suo malessere interiore.
Nonostante ciò, nella pittura della Ditot, ritroviamo l’elemento salvifico e salvificatore.
Quel feticcio, rappresentano dallo spago, e dunque dalla legatura come ricostruzione, in grado di salvare l’uomo dal suo inferno. Un ascensore verso il paradiso. Una porta aperta da attraversare di corsa.
L’ultimo ciclo pittorico dell’artista fa riferimento ai suoi “Monocromi legati”.
Il tema del monocromo è stato oggetto di indagine da parte di molti artisti quali: Castellani, Bonalumi, Schifano, Burri, Malevic ecc. Nella giovane artista Ditot notiamo un elemento di rottura (la ferita della tela, appunto) che per la prima volta, con questa forza incisiva, rende tale supporto quasi umano.
La tela è ferita perché il mondo è ferito.
Non esiste una testimonianza più vera di questa nell’arte contemporanea.
Ed i prezzi delle opere di Alina Ditot, contrariamente agli altri artisti italiani sono in continua ascesa (dai 6 ai 18 mila euro, con previsioni di ulteriori nuovi rialzi).
Come diceva Wassily Kandinsky “Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei nostri sentimenti”.
E l’arte di Alina Ditot, non fa altro che tradurre in forma e colore ciò che ogni giorno tutti noi vediamo, ascoltiamo e viviamo.
È rivoluzione in casa Almaverde, grazie a ben 23 nuovi prodotti bio, freschi e sostenibili, per un’agricoltura ed una industria alimentare rispettose della salute della terra e dell’uomo…
Roma, 15 giugno 2017 – E’ arrivata l’attesa rivoluzione del gusto e del benessere in casa Almaverde Bio Ambiente.
Dal 19 giugno saranno infatti presenti sul mercato ben 23 nuovi prodotti pensati con l’idea di offrire una gamma di eccellenza, realizzata dopo un’accurata selezione di produttori italiani con una grande attenzione alla tipicità, con ricette equilibrate e ad altissima connotazione salutistica.
Una scelta di qualità a tutto tondo, a partire dalla materia prima, dai condimenti utilizzati, dalla ricerca sul packaging rispettoso dell’ambiente, alla selezione di produttori attenti alla sostenibilità attraverso l’uso di risorse energetiche rinnovabili.
Una serie di scelte virtuose che parte dal biologico e va oltre guardando gli orizzonti di una produzione che fa della sostenibilità una bandiera ed un modello per il futuro della terra.
I nuovi prodotti vanno a sostituire integralmente la gamma precedente relativa a sughi, olive, oli, aceti, sott’oli e pesti con una proposta fresca e di eccellente qualità.
Ecco tutte le novità a marchio Almaverde Bio Ambiente:
Olii extra vergine d’oliva : 100% Italiano, Toscano IGP e Val di Mazara DOP. Oli estratti a freddo e certificati.
Aceti: aceto italiano di mele non filtrato, aceto balsamico di Modena IGP e anche glassa all’aceto Balsamico di Modena IGP.
Olive: Olive verdi “Belle di Cerignola”, intere o denocciolate; Olive nere Peranzana, denocciolate o intere.
Sott’oli: pomodorini pugliesi essiccati al sole e conservati sott’olio; carciofini sott’olio raccolti a mano e lavorati a crudo; cetriolini in aceto di mele senza aggiunta di zuccheri, capperi in aceto.
Sughi speciali: cinque sughi pronti semplici e gustosi, preparati con olio extravergine di oliva, tutti vegan e senza glutine, qualcuno anche senza aglio. I sughi sono alle verdure, alle olive e capperi, al pomodoro e basilico, all’arrabbiata e ragù vegetale di soia.
Pesti: 3 ricette, classica alla genovese e genovese senza aglio – entrambe preparate con Parmigiano Reggiano Dop ed olio extravergine di oliva – vegetale al basilico.
L’offerta rinnovata di Almaverde Bio Ambiente va ad intercettare la necessità dei consumatori di prodotti sempre più ricercati e gustosi, ottenuti secondo i principi dell’agricoltura biologica, senza conservanti e attenti alla sostenibilità ambientale ed etica.
Le novità di Almaverde Bio Ambiente sono in linea con il trend positivo delle vendite a valore e a volume del segmento food in Italia che nel 1° quadrimestre 2017 segna un +3,4%.
Il biologico, secondo le ultime rilevazioni Nielsen di maggio 2017, ha raggiunto un giro d’affari di ben 1 miliardo e 292 milioni di euro (+19,8%), con 5,2 milioni di famiglie che lo acquistano tutte le settimane (in crescita di 1 milione vs. 2015).
Il boom dei prodotti integrali ha generato vendite per 435 milioni (+11,3%). E i free-from hanno andamenti sempre più positivi: il senza glutine raggiunge 170 milioni (+26,3%), il senza lattosio 376 milioni (+6,3%) e le bevande vegetali 198 milioni (+7,4%).
Sugli sterrati della settima Ronde Balcone delle Marche la “new entry” della scuderia veneziana ottiene la vittoria tra le vetture Super 2000.
Dolo (Ve), 18 Novembre 2014 – Continua il trend positivo che ha contraddistinto le ultime apparizioni della scuderia PR Group che, alla settima edizione della Ronde Balcone delle Marche, chiude sul gradino più alto del podio in classe S2000 grazie a Davide Catania.
Al via del terzo appuntamento targato Challenge CSAI Raceday Ronde Terra con una Peugeot 207 Super 2000, coadiuvato da Fabio Salis alle note, il neo portacolori del sodalizio veneziano si è insediato in seconda posizione sin dal primo passaggio sulla speciale Lago di Cingoli dietro ad un velocissimo Cecchettini su vettura gemella.
La giornata è vissuta quindi sul costante miglioramento di passo di Catania che, giro dopo giro, riesce a ridurre progressivamente il gap dal capo classifica sino all’ultimo crono in programma.
Il ritiro di Cecchettini, ad una prova dal termine, regala di fatto il primato all’alfiere PR Group che concretizza quindi una gara molto regolare.
Alla vittoria di classe il pilota della Peugeot 207 aggiunge una buona settima piazza in classifica di gruppo N mancando, per poco meno di tre secondi, la top ten nella generale.