Il Vaticano razzista in Sud Africa: le prove fotografiche dell’Apartheid della Chiesa Cattolica

Roma, 5 dicembre 2019 – Il nuovo scandalo che sta per travolgere il Vaticano è l’accusa di razzismo in Sud Africa nel periodo dell’apartheid. Le accuse vengono dal sudafricano di origini italiane, Paolo Tonelli, di 59 anni, nato a Springs vicino Johannesburg.
Tonelli vive da anni ormai a Mestre in provincia di Venezia, ma è vissuto in Sud Africa durante il pieno regime dell’apartheid, ed è quindi testimone oculare diretto delle azioni razziste praticate in quel periodo.
Un’epoca in cui Nelson Mandela era già rinchiuso in carcere, per intenderci.
I fatti che accusano il Vaticano di razzismo sono raccontati da Paolo Tonelli, che fra le varie argomentazioni scandalose raccontate, avvenute sia in Italia che in Vaticano, racconta nello specifico ciò che avveniva in Sud Africa nel periodo razzista.
Balza immediatamente all’occhio, dalle testimonianze di Tonelli, il fatto che il Vaticano per quasi 50 anni ha agito in maniera razzista contro il popolo nero sudafricano. Accuse supportate da prove fotografiche diffuse dallo stesso Tonelli.
Tre fotografie di scolari, di cui 1 della “Christian Brother’s College“, una scuola cattolica in Sud Africa con tutti bambini bianchi e nessuno di colore, 1 della scuola cattolica materna Saint Mercy, e 1 della stessa Parrocchia di Saint Mercy nel giorno della Prima Comunione, che confermano di come il Vaticano non consentiva ai bambini neri sudafricani di poter frequentare le scuole cattoliche materne.
Tre classiche fotografie di scolaresche di bambini dell’epoca svelate da Tonelli, in cui si intravedono solo bimbi bianchi e nessun bimbo di colore.
“In una scuola in cui il Preside ed i professori erano solo preti bianchi” ricorda Tonelli.
In una delle 3 fotografie si vede Tonelli nel giorno della sua Prima Comunione, a Springs: diversi i giovani con il classico vestitino da Prima Comunione, fotografati sulla scalinata di fronte la chiesa. Inutile specificare che anche qui si intravedono solo ragazzi e ragazze bianchi e nessuno di colore.
“Questo perché il Vaticano non consentiva ai ragazzi e ragazze neri di poter frequentare il corso annuo di formazione alla Prima Comunione, ed erano accettati solo ragazzi e ragazze bianchi” dice ancora Tonelli.
“Quando si dice Vaticano si dice Ministero della Chiesa Cattolica. Quindi tutti gli ordini, le circolari informative, partivano dal Vaticano verso il Sud Africa razzista. Questo vuol dire che il popolo nero sudafricano non solo ha dovuto patire le azioni razziste di matrice politica ma ha anche dovuto patire le azioni razziste impartite dal Vaticano” sottolinea ancora Paolo Tonelli.
L’APARTHEID ORGANIZZATO DEL VATICANO
Ma com’era organizzato di fatto l’apartheid dal Vaticano?
Tonelli racconta che nelle chiese cattoliche le panche dove potersi sedere erano divise in due parti della chiesa.
Nella navata centrale della chiesa c’erano le panche riservate solo per le persone bianche, e sul gomitoio della panca c’era un’etichetta di plastica con scritto: “Only whites, non blacks”, cioè “Solo bianchi, non neri”.
Cosa che non ha mai permesso a Paolo di assistere ad una messa con una persona nera seduta accanto a lui, visto che i preti cattolici bianchi non lo consentivano.
Sul gomitoio delle panche riservate per le persone nere al contrario c’era una etichetta di plastica con scritto “Only blacks, non whites, cioè “Solo neri, non bianchi”.
LA COMUNIONE DIVISA TRA BIANCHI E NERI
Tonelli, racconta nel suo libro che “quando il prete bianco, celebrante la messa doveva servire la Comunione prima toccava a noi persone bianche di alzarci dalle nostre panche, ci mettevamo infila verso l’altare, prendevamo la Comunione, e poi tornavamo a sederci ai nostri posti riservati.
Quando la fila della persone bianche era terminata solo allora le persone nere potevano alzarsi dai loro posti riservati, si mettevano in fila verso l’altare, prendevano la Comunione e poi tornavano a sedersi nei posti a loro riservati.
Quindi veniva impedito che anche durante la fila per la Comunione ci fossero insieme persone bianche e nere“.
In questi anni, Paolo Tonelli, ha scritto piu’ volte a Papa Francesco, chiedendogli udienza in Vaticano per parlare dello scandalo della chiesa cattolica razzista in Sud Africa. Invitandolo pure a recarsi in Sud Africa per un viaggio pastorale per visitare i luoghi della memoria cattolico-razzista.
Tonelli si è pure reso disponibile ad accompagnare Papa Francesco in Sud Africa, ma non ha mai ottenuto una risposta da Papa Francesco.
Tonelli ha poi chiesto ed ottenuto un’udienza con il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, in Curia e durante l’udienza, Paolo ha regalato una copia cartacea a tiratura limitata con le sue memorie al Patriarca, chiedendo di poter organizzargli un’udienza in Vaticano da Papa Francesco per discutere dello scandalo del Vaticano razzista in Sud Africa.
“Il Patriarca Moraglia mi ha risposto che avrebbe telefonato e scritto in Vaticano per organizzargli l’udienza con il Pontefice.
Dopo 6 mesi dall’udienza ho rivisto il Patriarca Moraglia in Basilica San Marco che mi ha comunicato che il Vaticano, e quindi Papa Francesco non intende ricevermi per affrontare questo spinoso problema che ha attanagliato il Vaticano per decenni” denuncia ancora Tonelli
“Da qui il Patriarca di Venezia ha ordinato perfino a Don Sandro Vigani, direttore del settimanale cattolico della diocesi di Venezia, ‘Gente Veneta’, di non intervistarmi sullo scandalo del Vaticano razzista in Sud Africa. Me lo ha detto lo stesso Don Sandro Vigani, dopo che entrambi ci siamo incontrati e parlati per pubblicare un’intervista su questi fatti razzisti da parte del Vaticano, in Sud Africa” racconta rammaricato Tonelli.
Un tema spinoso quello del razzismo che il Vaticano non intende quindi affatto affrontare, nemmeno per chiedere perdono alle tante vittime dell’apartheid.
Uno dei desideri di Paolo Tonelli è quello di poter portare queste testimonianze nelle scuole ed in vari incontri con la popolazione, per far conoscere a tutti ciò che è avvenuto in Sud Africa durante il regime dell’apartheid.
Chissà se un giorno ci riuscirà mai, visto il muro di omertà calato sull’argomento.
LE FOTO CHE PROVANO L’APARTHEID PRATICATO DALLA CHIESA IN SUD AFRICA

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Paolo Tonelli
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