Roma, 24 febbraio 2020 – L’emergenza globale della salute riproduttiva maschile urge misure immediate e drastiche, affinché la fertilità degli uomini possa essere ripristinata a valori sostenibili per il futuro degli esseri umani.
La crisi in atto nelle riproduzione umana è dovuta al declino globale della presenza degli spermatozoi nel liquido seminale e dall’aumento delle anomalie del sistema riproduttivo maschile, come il criptorchidismo, i tumori delle cellule germinali e l’inizio della pubertà.
L’infertilità del fattore maschile si verifica nel40% delle coppie con infertilità, e i dati dimostrano un’associazione tra infertilità maschile e salute generale.
Condizioni di salute significative associate comprendono diabete mellito, disturbi metabolici e malattie cardiovascolari. Alla complessità si aggiunge che gli uomini in genere non cercano assistenza sanitaria a meno che non vi sia un bisogno medico acuto o, come nel caso della coppia sterile, il maschio si rivolga per una valutazione della sua fertilità e per l’esecuzione di uno spermiogramma. E ben il 25% dei maschi potenzialmente infertili non si rivolge ad un andrologo di fiducia.
“Le coppie utilizzano sempre più la fecondazione in vitro a età più avanzata e l’età paterna avanzata è associata ad un aumentato rischio di esiti perinatali avversi sia per la prole che per la madre, con mortalità infantile precoce, cancro e problemi di salute mentale” spiega il Prof. Andrea Militello, urologo andrologo docente presso l’ Università Federiciana di Cosenza.
Oltre all’età, i fattori dello stile di vita paterno, come l’obesità e il fumo, influiscono non solo sulla fertilità maschile ma anche sul benessere della prole.
Lo scopo della ricerca in questo campo è quello di metterein luce i dati emergenti e relativi alla salute riproduttiva maschile, le relazioni tra la salute riproduttiva e somatica maschile e le condizioni ereditarie che il padre può passare alla prole.
“È necessario studiare e mettere a punto una strategica tabella di marcia con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza degli uomini e della società su quanto sopra menzionato, la partecipazione degli uomini alla ricerca sanitaria e la promozione di rafforzare le politiche e le agenzie di finanziamento per sostenere una maggiore e più efficace ricerca sulla biologia riproduttiva maschile” conclude Il Prof. Andrea Militello.
Salerno, 15 gennaio 2020 – In questi ultimi anni in Italia si sente molto parlare della spirulina, una piccola microalga d’acqua dolce che può essere assunta come integratore alimentare naturale. La spirulina viene etichettata come superfood grazie al suo eccellente contenuto nutrizionale e ai numerosi benefici per la salute.
Questa preziosa micro alga è conosciuta fin dall’antichità. I primi utilizzatori sono stati gli Aztechi che la chiamarono “il cibo degli dei”. Negli anni 70 è stata riscoperta attirando l’attenzione non solo della comunità scientifica ma anche da vari enti internazionali come OMS, ONU, NASA ed UNESCO, per il suo un elevato contenuto proteico e vitaminico unico nel suo genere.
I benefici della spirulina
Le ricerche hanno dimostrato che la spirulina ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie oltre la capacità di regolare il sistema immunitario, e un profilo nutrizionale eccellente ed unico. Infatti può essere assunta per integrare proteine e vitamine nella dieta senza effetti collaterali. Un cucchiaino che corrisponde a circa 4 grammi corrispondono a 20 calorie, 4,02 grammi di proteine, 1,60 grammi di carboidrati, 0,54 g di grassi, 2 mg di ferro, 8 mg di calcio, 14mg di magnesio, 8mg di fosforo, 95mg di potassio, 0,7 mg di vitamina C. Inoltre contiene, tiamina, riboflavina, niacina, acido folico e vitamine B-6, A e K. Assumere spirulina nell’ambito di una dieta equilibrata può aiutare quindi una persona a rimanere ben nutrita.
In studi recenti (2016 – Effects of spirulina consumption on body weight, blood pressure, and endothelial function in overweight hypertensive Caucasians: a double-blind, placebo-controlled, randomized trial.) è stato dimostrato inoltre che la spirulina può aiutare a perdere peso aiutando a migliorare l’indice di massa corporea.
Grazie a queste sue proprietà la spirulina migliora la salute intestinale, preservando la flora batterica, ha effetti positivi sulla glicemia, aiuta a ridurre il colesterolo (LDL), riduce la pressione sanguigna, ha effetti anti infiammatori e antiossidanti, aumenta il metabolismo e riduce gli effetti delle allergie.
Come può essere introdotta nella dieta la spirulina
La spirulina è disponibile in diverse forme, a spaghettini frantumati, a scaglie, in polvere, in compresse, in pastiglie e può arricchire vari alimenti come pasta, biscotti, dolci, ecc. Il modo ottimale per assumerla è attraverso la forma pura e può essere aggiunto a un frullato, a una bevanda calda, sulle insalate, nello yogurt oppure nelle zuppe,
Da dove proviene e come viene coltivata la spirulina
Fino a qualche anno fa la spirulina era un prodotto unicamente importato dall’estero (extra-EU) ma sono diversi anni che in Italia è iniziata la produzione diretta. Tra prime aziende italiane a coltivare e produrre la spirulina nel sud Italia, in provincia di Salerno, nel Cilento, troviamo la AlghePAM che si è contraddistinta per aver adottato sin dal suo nascere, nel 2016, un metodo di produzione, innovativo e biologico basato sui fotobioreatori, che ha puntato tutto sulla qualità del prodotto finale.
Come viene prodotta la spirulina
La spirulina può essere prodotta in due modi: il primo fa uso di vasche molto lunghe, dove l’acqua viene fatta circolare attraverso delle pale e l’impianto, spesso vasto, viene costruito sotto serra. Il secondo metodo si basa sull’uso dei fotobioreattori, ovvero strutture trasparenti chiuse che isolano la coltura dall’ambiente esterno. Quest’ultimo sistema risulta versatile e molto dinamico.
La AlghePAM utilizza ad esempio un sistema innovativo e a circuito chiuso e il processo di coltivazione si sviluppa da marzo a novembre. Avviata la produzione, il raccolto è svolto da due a quattro volte a settimana, attraverso un opportuno filtro. La biomassa viene raccolta, estrusa in sottili spaghetti ed essiccata a bassa temperatura. Dopo di che, Il prodotto è pronto per la vendita. Il tutto accade nell’arco di una singola giornata.
La spirulina importata proviene nella maggior parte dei casi dai principali paesi produttori come la Cina. Viene venduto in farmacia, nel supermercato e in erboristeria. L’acquisto va fatto con attenzione leggendo “l’origine della materia prima” perché nel 90% dei casi il prodotto è importato.
In Italia la presentazione della spirulina avviene a danno del “Made in Italy” e del consumatore. La legge consente che sulle etichette si usi il termine “prodotto” anche quando la spirulina, proveniente dall’estero viene solo importata e confezionata. In questo modo il consumatore non viene informato correttamente compromettendo la sua conoscenza del prodotto e la sua facoltà di scelta.
La produzione della spirulina è però molto importante. Deve evitare che la coltivazione sia esposta agli inquinanti esterni come smog e polveri sottili, e a quelli trasportati dal vento perché possono alterare la qualità del prodotto. E’ anche importante la localizzazione dell’azienda che coltiva e produce spirulina. Ad esempio la AlghePAM è ubicata nel cuore del Cilento, ad Acciaroli, è ben lontana da fonti di inquinamento e utilizza i fotobioreattori che garantiscono l’isolamento della micro alga durante tutto il processo di crescita.
Quando si sceglie di acquistare la spirulina è quindi opportuno leggere attentamente l’etichetta, accertarsi se la vendita si sta effettuando direttamente dal diretto produttore, con informazioni sul sistema di coltivazione e dove è ubicata l’azienda produttrice.
Bruxelles, 4 dicembre 2019 – Si terrà mercoledì 4 dicembre presso la Biblioteca Reale del Belgio, Sky Room 1 (Boulevard de l’Empereur 4, Bruxelles), dalle ore 09:00 alle 13:00, la conferenza finale del progetto “FRIENDS – Promuovere l’educazione inclusiva attraverso il Benessere”.
Il progetto ‘FRIENDS’ è un progetto co-finanziato da Erasmus + sotto la ‘Chiave di Azione 3’: ‘Sostegno alle riforme politiche di inclusione sociale attraverso istruzione, formazione e giovani’.
È iniziato nel gennaio 2018 e durerà fino a gennaio 2020. Il suo obiettivo durante questi 2 anni di attuazione è stato quello di promuovere l’istruzione inclusiva, la tolleranza e la non discriminazione nell’ambiente di apprendimento attraverso l’alto livello e la diffusione nelle scuole e nelle istituzioni di istruzione non formale di un approccio innovativo, scientificamente provato, noto come il Quiet Time basato sul programma di Meditazione Trascendentale (QT/TM).
Target principale sono stati studenti e allievi di educazione per gli adulti di età compresa tra 5 e 18 anni, insegnanti e personale della scuola, rivolto alle scuole e istituti di istruzione non formale con studenti provenienti da minoranze linguistiche o svantaggiati o migranti, con un profondo coinvolgimento dei genitori e responsabili politici a vari livelli
Più di 1.200 studenti, 500 insegnanti e personale e 350 genitori in Portogallo, Italia, Regno Unito e Belgio sono stati addestrati, per un totale di più di 30 gruppi di scuole nei 4 paesi beneficiari. Il progetto è stato espanso anche in nuovi paesi e nuovi campi, con il coinvolgimento anche delle organizzazioni che lavorano con i migranti e le carceri.
I risultati della valutazione del progetto condotto dall’Università di Algarve (PT), e l’Università di Bologna (IT), in collaborazione con ricercatori del Leader Srl (IT), sottolinea i miglioramenti in molti aspetti, come una diminuzione dell’ansia, problemi emotivi, comportamento egocentrico, problemi comportamentali, iperattività, problemi di relazione.
Inoltre sono stati registrati l’aumento della soddisfazione personale e del benessere personale anche e questo si riflette in un comportamento sociale più favorevole e un atteggiamento positivo verso la vita, una maggiore flessibilità e tolleranza nello studente. Per gli insegnanti c’è stata una riduzione del livello di burn out e una maggiore soddisfazione sul lavoro e nella vita personale.
Il progetto comprende 13 partner provenienti da 5 paesi europei (Portogallo, Italia, Regno Unito, Belgio e Spagna) ed è coordinato dalla Fondazione Hallgarten Franchetti – Centro Studi Villa Montesca (Italia).
Sarà un momento unico durante il quale il consorzio ‘FRIENDS’ condividerà con le comunità scolastiche, esperti e altre parti interessate nell’inclusione sociale e nel settore dell’istruzione i principali risultati e le esperienze del progetto.
Il programma di Quiet Time basato sulla Meditazione Trascendentale
Il Quiet Time con il programma di Meditazione Trascendentale (QT / TM) consiste nell’aggiungere per pochi minuti all’inizio e alla fine della giornata scolastica la pratica due volte al giorno di una semplice, tecnica psico-fisiologica scientificamente documentata, la Meditazione Trascendentale, che è stata trovata essere efficace nello sviluppo del funzionamento del cervello, le prestazioni cognitive, integrazione della personalità e del comportamento sociale positivo.
Un programma rivolto alle cause alla radice di atteggiamenti negativi e violenza, promuovendo direttamente il benessere psico-fisiologico di tutti gli studenti e allievi, inclusi immigrati o appartenenti a minoranze etniche.
FRIENDS – Promuovere l’educazione inclusiva attraverso il Benessere
Un approccio innovativo per promuovere l’inclusione sociale, l’uguaglianza e la non discriminazione nell’ambiente di apprendimento.
Biblioteca Reale del Belgio, Sky Room 1
Boulevard de l’Empereur 4, Bruxelles
Mercoledì 4 dicembre
Dalle ore 09:00 alle 13:00
La sessione di chiusura sarà seguita da un buffet di networking tra tutti i partecipanti.
Reggio Calabria, 19 novembre 2019 – Si terrà a Reggio Calabria, da venerdì 29 a domenica 1 dicembre prossimi, il seminario nazionale “Consapevolezza costante e Meditazione Dinamica“.
Sarà Marie Patricia Marianne Clement Direttrice Nazionale e Istruttrice del Metodo Silva, a presentare per la prima volta il Metodo nella sua completezza, in forma intensiva e in 3 giorni, in un percorso che prevede l’approfondimento delle seguenti tematiche:
– Eliminare i propri condizionamenti
– Ri-organizzare il proprio modo di pensare, le proprie credenze per rimodellare il proprio stile di vita
– Modificare e ri-modellare l’imagine di Sè utilizzando la Dimensione ALFA
– Scoprire se stessi per realizzare il sogno della propria vita.
– Relazionarsi con se stessi e con gli altri in modo ottimale
– Scoprire il Metodo per risolvere problemi in modo efficace
– Aumentare la propria efficienza e la gestione della propria vita relazionale e finanziaria a 360^
Una novità straordinaria e scientificamente comprovata, già diffusa nel nord Italia ed in Europa, oltre ad essere conosciuta in più di 111 paesi del mondo e trasmessa in 21 lingue.
La scelta di Reggio Calabria è avvenuta perché l’intenzione ora è quella di diffondere anche nel Sud Italia questa conoscenza, e permettere agli abitanti delle regioni del sud di conoscere questo percorso utile per un vivere intenzionale e sereno, e migliorare la qualità della vita.
Si tratta di un’esperienza che prevede esercizi di meditazione e tecniche di autocontrollo, con alcuni aspetti teorici di conoscenze cognitive.
Un metodo che rappresenta un modo diverso di “sentire e agire” e focalizza l’importanza di accrescere la consapevolezza di ciò che si é e delle proprie potenzialità.
Il Metodo Silva permette inoltre di sviluppare la capacità di osservazione e distacco dai nostri stati mentali, sensoriali ed emotivi, aumentando così la nostra consapevolezza e la capacità di gestione delle emozioni e decisioni.
Elementi questi principalmente implicati nei processi di cambiamento e benessere psico-fisico.
Per ulteriori informazioni visitare il sito internet www.metodosilva.it o per partecipare al seminario è possibile contattare il tel. 342 5180311.
Salerno, 9 ottobre 2019 – Si coltiva in Italia, e precisamente ad Acciaroli, una piccola frazione di Pollica (SA), quello che è stato definitoil cibo del futuro, ovvero la Spirulina, un alimento vegetale altamente efficace, dal potere energizzante e ricco di tantissime proprietà.
Che cos’è la Spirulina
La Spirulina non è un’alga ma un cianobatterio. Negli ultimi anni in tutto il mondo sta crescendo molto il suo uso, e anche se non sostituisce il pasto consente di aggiungere un concentrato di nutrienti agli alimenti. La Spirulina può essere utilizzata infatti in tanti modi, come aggiunta al succo di frutta, all’insalata, allo yogurt, o alle salse e zuppe.
Viene prodotta nell’azienda AlghePAM fondata nel 2014 dal biologo Edoardo Leggieri, e a ottobre 2016 è iniziata la sua commercializzazione. La produzione di Spirulina è semplice e complicata allo stesso tempo. È semplice grazie ai fotobioreattori che consentono un controllo preciso della coltura, ed è complicata perché richiede molta pazienza e una supervisione continua.
La produzione effettiva avviene per circa 9 mesi, raggiunge l’apice durante i mesi caldi e rallenta durante quelli freddi freddi. Al mattino presto viene effettuato il raccolto all’interno di opportuni filtri a maglia stretta ottenendo una pasta verde, che viene pressata ed infine trafilata in sottili spaghetti per velocizzare l’essiccazione che avviene a basse temperature.
Le caratteristiche della Spirulina
La spirulina rappresenta una delle forme di vita più antiche sulla terra, gli aztechi la usavano già ed anche le tribù che vivevano intorno al lago Ciad dove questa microalga cresce in modo naturale. Queste tribù non hanno mai conosciuto carenza di cibo proprio grazie alla Spirulina perché questa è una straordinaria risorsa alimentare essendo ricca di numerosi macro e micro nutrienti.
La spirulina è infatti ricca di proteine dall’alto valore biologico, amminoacidi essenziali, vitamine (B, E e H), minerali e lipidi, e rappresenta un potente integratore naturale. I “suoi” numeri sono davvero sorprendenti, la spirulina contiene infatti: 35 volte più ferro degli spinaci, 30 volte più betacarotene delle carote, 5 volte più calcio del latte e 40 volte più proteine del tofu.
ha proprietà dimagranti – grazie alla presenza della fenilalanina, un amminoacido che funge da soppressore dell’appetito, riduce il senso di fame agendo sul sistema nervoso;
possiede funzioni ipolipemica poichériduce l’assorbimento di grassi da parte del sangue, grazie alla presenza dell’acido essenziale omega 3, in grado di incrementare colesterolo “buono”;
possiede proprietà antinfiammatoria, antivirale e antimicrobica grazie alla presenza dell’acido linoleico;
ha proprietà detox;
migliora l’aspetto dei capelli rendendoli vitali, luminosi e rinforzandoli;
contrasta il fastidioso inestetismo dell’acne grazie all’elevata concentrazione di Vitamina A;
è ottimo drenante perciò può essere un’ottima alleata contro la cellulite;
Come avviene la cultura
In Italia la Spirulina è coltivata dal biologo Edoardo Leggieri, e la sua scelta di coltivarla ad Acciaroli è stata motivata sia dal microclima locale ideale che assicura un tempo asciutto e sia dalla lontananza dai centri urbani e fonti di inquinamento. Sedotto dal paese da quando era piccolo il dott. Leggieri ha iniziato quest’avventura costruendo un impianto di produzione innovativa ed avanzata basata sull’uso di fotobioreattori, cilindri chiusi pieni di acqua dolce definiscono l’ambiente per la cultura delle alghe.
L’acqua, opportunamente ossigenata, assume, nel corso del trattamento, gradazioni sempre più intense di color verde che diventa così la guida per la buona crescita della cultura e la garanzia della sua qualità.
Chi può usarla
La Spirulina è ideale per tutta la famiglia. Può essere assunta da chi pratica sport, da chi viaggia, dai bambini, dagli anziani, durante la gravidanza e l’allattamento, aiuta chi lavora , chi studia e chi segue una dieta vegetariane o vegana.
Dove comprare la Spirulina
È possibile acquistare la spirulina, che viene spedita in tutta Italia, direttamente dal produttore AlghePAM situata nel Cilento, ad Acciaroli in provincia di Salerno, tramite il sito internet www.alghepam.bio dove è possibile comprare la spirulina sia in forma di spaghettini frantumati e sia in polvere.
La quantità sufficiente, consigliata per ottenere tutti i benefici dell’alga, è di 1 cucchiaino di caffè al giorno per un adulto.
Roma, 11 settembre 2019 – Un team di ricerca internazionale dell’Università Mahidol di Bangkok, in Thailandia, ha sviluppato un nuovo esame del sangue in grado di rilevare il carcinoma prostatico clinicamente significativo nei pazienti ad alto rischio.
Secondo il principale scienziato, il dott. Sebastian Bhakdi, il test è in grado di isolare e visualizzare cellule endoteliali circolanti associate al tumore (tCEC) da un piccolo campione di sangue da 10 ml.
Le cellule endoteliali circolanti associate al tumore sono biomarcatori altamente promettenti per la rilevazione di tumori in fase precoce perché si pensa che derivino direttamente dai vasi sanguigni di un tumore.
Sfortunatamente, tuttavia, sono estremamente rari e quasi indiscernibili dalle normali cellule del sangue, motivo per cui sono stati finora considerati non rilevabili nei laboratori di routine.
“Mentre i tumori maligni iniziano a crescere i vasi sanguigni quando hanno una dimensione di appena 1 mm, ma i tumori dormienti non si comportano allo stesso modo. Di conseguenza, il tCEC è il primo tipo di cellule associate al tumorea diffondere nella circolazione dell’ospite e può indicare se la malattia danneggerà o meno il paziente” spiega il Dr Andrea Militello, Urologo e Andrologo di Roma, eletto Miglior Andrologo d’Italia 2018.
“Non tutti i tumori hanno bisogno di cure. Non è solo importante rilevare precocemente la malattia, ma anche valutare se è di natura aggressiva o meno. I test per tCEC potrebbero risolvere entrambi i problemi allo stesso tempo” spiega ancora il dottore.
In collaborazione con partner privati, il dott. Bhakdi e il suo team hanno sviluppato una serie di nuove tecnologie che operano a temperature sotto lo zero che consentono loro di isolare tCEC dal sangue intero in appena 6 ore e visualizzarle al microscopio.
I colleghi sviluppato il primo test di screening al mondo basato su tCEC in grado di rilevare sistematicamente queste cellule molto rare in campioni di sangue standard. Lo studio suggerisce che il test serve a distinguere tra uomini con e senza carcinoma prostatico clinicamente significativo.
Secondo il medico thailandese-tedesco, che ora sta lavorando a Singapore, il nuovo test tCEC non è stato progettato come un test autonomo, ma come un componente aggiuntivo per lo screening dell’antigene prostatico specifico (PSA) in modo da adattarsi perfettamente nei percorsi diagnostici esistenti.
“Lo screening del PSA è un argomento molto dibattuto nell’urologia moderna. In oltre il 75% di tutti i casi in cui i test del PSA hanno portato a una biopsia multi-core della prostata, è risultato negativo. Il che significa che il paziente è stato sottoposto a una procedura altamente invasiva per ragione a tutti “, ha detto il Dr. Militello, che da anni si occupa della diagnostica non invasiva del carcinoma prostatico.
“Il test tCEC ora può colmare il divario tra lo screening del PSA e la biopsia, assicurando solo quei pazienti che hanno davvero bisogno di sottoporsi all’operazione. Con questo, speriamo di creare un reale beneficio clinico senza dover scuotere i percorsi diagnostici esistenti” dice ancora l’urologo romano.
I risultati , ora pubblicati su Cancers, una delle riviste di oncologia di più alto livello nel mondo, indicano che i test tCEC potrebbero evitare oltre il 70% delle biopsie innescate dalle letture del PSA nella cosiddetta “zona grigia diagnostica” (4-20 ng / mL).
Secondo il Dr Militellol’alto valore predittivo negativo del test (probabilità che i soggetti con un test di screening negativo non presentino la malattia) del 93%, sarebbe la chiave per escludere con sicurezza risultati falsi negativi, e con esso, ulteriore esame del paziente.
“Esistono diversi test promettenti per governare il carcinoma prostatico, in particolare il PSA e la risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI). Il problema è che nessuno di loro è in grado di escludere con sicurezza la malattia, che è la chiave per evitare test di follow-up potenzialmente dannosi. In combinazione con PSA come test di regole, l’alto valore predittivo negativo del nostro test potrebbe finalmente colmare il gap” conclude l’andrologo Militello.
Roma, 8 luglio 2019 – “C’è sempre una versione migliore di noi, tutto sta a trovarla”. A dirlo è Alessia, una ragazza di 26anni di Roma, che grazie ad un esercizio particolare è guarita dalla depressione e dalla bulimia.
Come?
Mettendosi a testa in giù.
Ma andiamo con ordine.
Alessia quando aveva ventisei anni ha cominciato a soffrire di depressione e disturbi alimentari.
“La bulimia fa schifo. Spesso viene sottovalutata perché non è visibile quanto l’anoressia ma ti mangia viva. Il cibo diventa il tuo tutto, amore e odio, il corpo si scava, ma non tanto quanto quello di un’anoressica per far sì che ti venga riconosciuta una malattia” dice Alessia.
“Ad un certo punto hosentito il forte bisogno di un nuovo stimolo, di qualcosa di molto più profondo, di una vera e propria sfida che facesse lavorare i miei muscoli, e che mi portasse dentro, allo stesso tempo, un certo equilibrio, concentrazione, rilassamento, focus. Mettermi a testa in giù ad un certo punto mi è venuto spontaneo, quasi un richiamo e quello che ho provato la prima volta che mi sono messa a testa in giù e con le gambe puntate verso il cielo è stata una sensazione indescrivibile” dice ancora Alessia.
“Facendo la verticale a testa in giù mi ha costretta a cercare l’equilibrio che mi mancava, e mi ha aiutata a creare il mio mondo.Ho cominciato così a studiare la verticale, a partire da quella sulla testa, a quella sugli avambracci, a quella sulle mani, chiamata handstand. E man mano che mi appassionavo a questo esercizio ho scoperto una nuova me stessa”.
Da li in poi per Alessia è stato tutto in crescendo.
Ha aperto il profilo Instagram “Handstanditalia”, con quasi 18.000 follower e su Facebookil gruppo “Handstand Italia Community”, e creato perfino dei programmi di lavoro per i più appassionati che lo chiedevano, dando vita alla prima community di italiani appassionati di questa particolare disciplina, oltre che fan della stessa Alessia, seguita ormai con molto entusiasmo dai tanti.
“La cosa più bella è stata vedere che chi mi segue apprezza sempre quello che faccio, riempiendomi di foto e video mentre sono in inversione. Questo mi dà ogni giorno forza e speranza, e ricevere messaggi e ringraziamenti da questa nuova comunità sportiva, che mi chiede consigli su come praticare la verticale a testa in giù al meglio, è molto gratificante. Ogni parola che ricevo per me è oro e vita pura e grazie all’handstand sono tornata a sentirmi di nuovo viva”.
Oggi Alessia per fortuna, grazie alla sua forza di volontà e alle verticali, che le hanno permesso di vedere il mondo da un nuovo punto di vista, è riuscita ad uscirne, anche se quel buio ogni tanto vorrebbe ritornare, e lei è brava a mandarlo via grazie allo sport e alle verticali.
E la storia non finisce qui.
Ora l’obiettivo primario è far diventarele inversioni uno sport riconosciuto, per questo vuole raccontare a più persone possibili quanto sfidante e bello sia stare a testa in giù.
Grazie alle inversioni Alessia ha infatti capito che la forza dello sport va oltre ogni cosa:
“Oltre i disturbi alimentari, oltre i pregiudizi sul corpo femminile, oltre la depressione, e oltre tutte le negatività. Lo sport ha riempito il mio tempo e la mia pancia molte più volte di quanto l’abbia fatto il cibo. E oggi, per la guarigione completa, che è un percorso lungo e travagliato ma possibile, mi affido sempre a questo. Lo sport è ambizione, eleganza, bellezza, impegno, e forza. E le inversioni racchiudono tutto questo. Ecco perché sono diventate il mio nuovo modo di esprimermi”.
“Le verticali mi hanno aiutato a capire che non esiste la depressione, e che il rapporto difficile con noi stessi e magari con il cibopuò essere affrontato. Voglio dire a chi soffre ancora che si può fare, perché io l’ho fatto e sono rinata.
Per questo sento di aver voglia di gridare al mondo che lo sport può guarire, anche in profondità se necessario.
A me ha permesso ad esempio di creare qualcosa di davvero bello quando non credevo di essere in grado di fare niente. Io ho solo condiviso il mio amore per lo stare a testa in giù e gli altri lo hanno accolto e condiviso a loro volta”.
Senza dimenticare che leinversioni hanno tanti benefici fisici, psichici e mentali. Come migliorare il tono muscolare, soprattutto quello di spalle e addome, eliminare i dolori alla schiena, aumentare la flessibilità e il flusso sanguigno, apportando benefici anche a vista e capelli.
Insomma, un piccolo miracolo sotto forma di sport che possono fare tutti, senza distinzioni: basta partire dalle basi e avere pazienza e costanza nell’allenamento.
Una sfida da affrontare giorno dopo giorno verso la salute e il ritrovare se stessi.
Bologna, 22 marzo 2019 – Dopo il successo della prima edizione dell’evento Diabeteasy, tenutosi a novembre 2017 a Bologna, Il Mio Diabete, pubblicazione online esistente da 11 anni, assieme all’Associazione Giovani Diabetici AGD Onlus Bologna, organizzano un secondo evento d’impatto nazionale.
L’evento si terrà a Bologna il 23 marzo 2019 presso l’Auditorium della Fondazione MAST, un’ istituzione culturale e filantropica basata sulla Tecnologia, l’Arte e l’Innovazione, sito in via Speranza 42, e avrà valenza nazionale con la partecipazione di 400 persone.
“Diabeteasy #2 – Lo stato della ricerca per la cura del diabete tipo 1, tra terapie e tecnologie innovative” sarà una conferenza di altissima rilevanza scientifica.
Responsabile scientifico dell’incontro il professorAndrea Pession, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria del Policlinico Universitario Sant’Orsola di Bologna.
Ospiti dell’evento i ricercatori e medici del Diabetes Research Institute of Miami, del Centro Ricerca Pediatrica Invernizzi – UNIMI, dell’ Ospedale Niguarda di Milano e del Policlinico Universitario Sant’Orsola di Bologna.
Sarà un appuntamento aperto e interattivo rivolto ai pazienti, loro familiari e studenti universitari, durante il quale si tratteranno i temi più caldi della ricerca concentrati sulla cura del diabete di tipo 1 e sulle tecnologie avanzate nel trattamento terapeutico della patologia.
L’obiettivo sarà quello di migliorare e diffondere la conoscenza scientifica e l’impegno, i progressi e le difficoltà della ricerca in tale ambito.
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Comunicazione di servizio: i professori, relatori e organizzatori dell’evento sono a disposizione dei giornalisti accreditati tra le ore 11.00 e le ore 13 nella giornata dell’evento.
Per ragioni di sicurezza l’ingresso al MAST, sotto controllo del personale di vigilanza, è consentito previa registrazione all’evento medesimo, e i giornalisti che desiderano essere accreditati sono pregati di comunicarlo inviando mail a: ilmiodiabete@gmail entro giovedì 21/3/19.
Viareggio, 21 marzo 2019 – Sarà presentato a Viareggio presso Villa Argentica, il 27 marzo prossimo, con la Onlus ‘Amici per sempre’, con il patrocinio della Provincia di Lucca il libro “18 millimetri di indifferenza”, della scrittrice vercellese Barbara Appiano. I proventi del libro saranno devoluti interamente alla stessa Onlus, creata dal Primario della Chirurgia dell’ospedale di Desio Dott. Maggioni Dario, e in seguito il libro sarà presentato presso lo stesso ospedale, alla presenza dei malati oncologici.
Onlus i cui fini sono quelli di finanziare la ricerca, dare assistenza agli ammalati, e erogare borse di studio agli studenti più meritevoli, ad essere dedicato al
Il libro, dedicato dalla scrittrice ai Dott.Francesco Dessi e Dott.Valter Berardi che l’hanno liberato dalle “particelle scomunicate da Dio” parte dalla scoperta del cancro dalla scrittrice, per arrivare a profonde riflessioni sul significato del cancro, della malattia e delle nostre stesse esistenze.
“18 millimetri di indifferenza” è un libro sperimentale in cui a parlare è la stessa malattia, perché la Appiano giunge alla conclusione che “il tumore abbia una sua forma di coscienza, oltre che una spinta del cervello frontale, o limbico, che é la parte emozionale della mente2.
Da qui la convinzione della scrittrice per cui “sia il nostro stesso subconscio a decidere di farci ammalare“, con dimostrazioni di questa sua tesi nello stesso libro .
Perché per Barbara Appiano “il tumore è il complemento oggetto della nostra vita spesa male, a distruggere prima il pianeta, e poi noi” e perché “il tumore è la più perversa forma di suicidio assistito”.
Questa la prefazione del libro scritto dalla Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia.
“Nella rapidità dei tempi moderni, dominati dal motto “tutto e subito”, sono sempre più presenti due spettri: la nostalgia e il cancro. Spesso questi incubi sono passati sotto silenzio, come se la damnatio memoriae servisse a un’atetesi implicita, mentre, in realtà, acquisiscono maggior forza tra le nostre paure. In tal senso, Barbara Appiano, parlando della propria esperienza di malata oncologica, ci mostra e ci insegna, quale pedagogista di un nuovo umanesimo, una via per capire il tumore e sconfiggerlo.
Il testo, attraverso ventiquattro capitoli, al pari dei libri dei poemi epici, incarna una novella enciclopedia tribale, per usare una espressione di Parry in relazione all’Iliade, Infatti, l’autrice tenta di fornire un libretto di istruzioni per la vita, nella quale ci accompagnano sempre, ancelle del Fato, le malattie, anche se l’uomo si illude di essere immortale. Solitamente, le narrazioni sulla sconfitta di un brutto male, eufemismo rassicurante, sono scritte in prima persona dal vincente, il paziente che ha sconfitto l’intruso. Barbara Appiano, invece, fa parlare in prima persona la cellula tumorale, il Bosone di Higgs, che è stato costretto a cedere di fronte alla sua forza d’animo.
La scrittura, con un approccio di pavesiana memoria, diventa, dunque, un metodo per liberarci dalla codardia, che spesso spinge il malato ad arrendersi alla malattia per sfinimento. Il tumore, difatti, è correlato a un altro grande male del nostro secolo, cioè la nostalgia, intesa quale malinconia, solitudine, che rende il singolo, ormai indebolito nella sua essenza di animale sociale, una facile preda del Bosone.
Il Bosone predatore, un’immagine forse un poco forte a una prima lettura, rappresenta bene l’istinto di predazione dell’umanità stessa, un istinto negativo, se le ambizioni e le ansie distruggono la nostra physis, ma positivo, se si tratta della capacità, insita in noi, di reagire al gioco d’azzardo di una vita che, tante volte, ci pone davanti a un tavolo da poker, a cui, pur controvoglia, dobbiamo giocare una partita. Così, con fatalismo dirompente, l’autrice racconta la scoperta, durante una mammografia, di una massa tumorale di diciotto millimetri, ma, con il suo abituale taglio ironico e uno stile inconsueto, il tumore viene presentato come un condannato a morte, perché, se non si pensa alla malattia, il cancro muore, sopraffatto dalla nostra vis.
Il libro, dedicato ai malati incontrati in ospedale e descritti in modo vivo con bozzetti dal realismo verghiano, non si prefigge di essere una celebrazione utopistica di un mondo senza tumori, bensì, nella consapevolezza di aver vinto una battaglia in una guerra ancora in corso per l’intera umanità, Barbara Appiano, ringraziando profondamente i medici per le cure e il supporto, esprime la volontà della sopravvivenza, per insegnarci a vivere i minuti, le ore e i giorni senza pensare ossessivamente, in solitudine, alla malattia.
La voglia di vivere non è certo un passe-partout contro la morte, ma, nella dicotomia shakespeariana tra l’essere e il non essere, la scrittura può offrire una terza via, ossia sognare, perché i sogni, non essendo del singolo, ma degli uomini nel complesso, non muoiono mai.
Nel suo idealismo, Barbara Appiano cede ai lettori e, in particolare, ai pazienti oncologici, nonché alle loro famiglie, i propri sogni, le visioni oniriche di una pioniera, pronte per essere scongelate e scaldate nel cuore di chi, purtroppo, è più debole di fronte alle emergenze esistenziali della vita”.
Copertina 18 millimetri di indifferenza – L’ultimo libro di Barbara Appiano
Roma, 6 marzo 2019 – Buone notizie per gli uomini che si trovano in difficoltà ‘amatorie’, e che non riescono a condurre una normale vita sessuale. Grazie ai nuovi ritrovati possiamo dire che nel 2019 i problemi di erezione dell’uomo possono essere considerati ormai quasi del tutto risolti. A giungere in aiuto degli uomini, nei casi più difficili, perfino delle protesi peniene, che aiutano l’uomo con serie difficoltà di erezione ad avere una erezione del tutto naturale.
Le prime protesi peniene sono state introdotte negli anni ’70 e si sono dimostrate subito un presidio molto efficace e sicuro per i pazienti che non rispondevano alla terapia farmacologica per la disfunzione erettile.
Si stima che nel mondo esistano circa 20.000 protesi impiantate, e la popolarità di questo impianto è in grande crescita, tanto che il 90% dei pazienti operati consiglierebbe di operarsi ad altri uomini affetti da disfunzione erettile.
L’ obiettivo è quello di mantenere un aspetto estetico invariato e una ottima funzionalità simulando quindi completamente le condizioni normali e le protesi che più si si avvicinano a questo obiettivo sono le protesi idrauliche tricomponente.
Su questo argomento abbiamo voluto intervistare il dottor Andrea Militello andrologo urologo di Roma, eletto nel 2018 il Miglior Andrologo Urologo d’Italia (con studi anche a Viterbo ed Avezzano).
“Bisogna riconoscere che oggi oltre l’impianto di protesi peniena, dice il Dr Andrea Militello, esistono anche delle terapie fisiche alternative per i pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica quali ad esempio le onde d’urto a bassa intensità e l’uso dei fattori di crescita infiltrati localmente nei corpi cavernosi.
Però talvolta, malgrado queste tecniche e queste terapie, il paziente non risponde a nessun aiuto e subentra quindi la necessità di proporre l’uso e l’impianto della protesi peniena.
Le moderne protesi idrauliche tricomponenti e le tecniche mini invasive con accesso sovrapubico che eseguiamo in equipe con il Dr. Gabriele Antonini, importate dall’America dalla scuola del professor Paul Perito, uno dei migliori andrologi al mondo per questa chirurgia” dice il Dottor Militello.
“Tali tecniche permettono l’inserimento in pochi minuti di una protesi peniena con una minima degenza, di solito una sola notte di ricovero, e la possibilità dopo alcune settimane di poter riprendere una normale e naturale attività sessuale.
La protesi idraulica permette di raggiungere le erezioni attraverso l’uso di un micro dispositivo che viene nascosto nella sacca scrotale. L’uso della protesi peniena ha permesso a molti pazienti che avevano perso le erezioni, come ad esempio il paziente giovane operato per carcinoma della prostata, di riprendere normalmente la propria attività sessuale.
L’impianto di protesi peniena con i nuovi e innovativi accessi mini-invasivi può essere quindi considerato un presidio terapeutico molto soddisfacente ed efficace sia per l’uomo che per la propria partner, la quale spesso è coinvolta attivamente nella scelta del miglior trattamento” conclude il Dottor Militello.