OMS: Ecco perché gli uomini muoiono prima delle donne

salute, correre, uomo, uomini, salute, sport, vincere, vittorie, battaglia

Le donne vivono più a lungo: leggenda metropolitana o realtà? Le risposte da una ricerca dell’OMS…

Roma, 18 aprile 2019 – Spesso si parla del fatto che le donne vivrebbero di più, e che ci sono più vedove che vedovi, ecc. La “leggenda metropolitana” sulla maggiore longevità va avanti, forse, da sempre, ed è difficile comprendere se abbia un fondo di verità oppure no. Quest’anno una ricerca dell’OMS, ovvero l’Organizzazione Mondiale della Sanità sembra avvalorare questa teoria ponendola su basi psicologiche oltre che meramente fisiche e comunque dandone lucide e ragionate motivazioni.

Secondo la World Health Statistics 2019 (WHO, 2019), infatti, per i nati nel 2019 l’aspettativa di vita è di 69,8 anni per i maschi e di 74,2 anni per le femmine, con uno scarto di 4,4 anni a favore delle donne.

Secondo l’OMS alla base di questa diseguaglianza non c’è una singola causa bensì ve ne sono diverse. Analizziamole nel dettaglio, per comprendere meglio i risultati di questa importante ricerca.

Donna al volante… attenzione costante?

Gli esperti del portale di psicologia PsicologiOnline.net ricordano che alla base della mortalità ci sono cause, ovviamente, fisiche ma ve ne sono anche di psicologiche che troppo spesso vengono sottovalutate se non ignorate. Anche la salute mentale, in questo senso, miete vittime più numerose di quanto possiamo pensare.

Un esempio: gli incidenti stradali sembrano essere più pericolosi per gli uomini, che vedono abbassarsi l’aspettativa di vita di circa 0,47 anni in più rispetto alle donne. Da cosa dipende questa maggiore frequenza di decessi maschili per incidenti automobilistici? Tra le cause prime viene indicato il fatto che nel settore degli autotrasporti sono impiegati quasi esclusivamente uomini. Anche se le donne stanno lentamente aumentando, per adesso il monopolio è strettamente nelle mani degli uomini. Altra causa è che a livello empirico è stata dimostrata la maggiore aggressività alla guida da parte degli uomini e anche una attenzione inferiore nei confronti dei rischi che comporta uno stile di guida non prudente.

Secondo un’analisi sulle cattive abitudini alla guida (Mouloua et al., 2007), gli uomini hanno più familiarità rispetto alle donne con la guida in stato di ubriachezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope, entrambe causa di importanti alterazioni dello stato psichico. Sempre secondo questa ricerca, gli uomini sono più propensi ad utilizzare le luci della propria auto per spaventare gli altri automobilisti e hanno reazioni meno pronte agli incidenti; cioè uniscono ad una maggiore propensione a provocare incidenti una minore capacità di reagirvi.

Perché l’alcool miete più vittime maschili

Altra causa più significativa di quanto si possa pensare della mortalità maschile è legata al consumo di alcool ed alla conseguente cirrosi epatica che da esso deriva. Questa malattia invalidante e incurabile, infatti, che spesso pensiamo interessi solo persone ai limiti della società, è più diffusa di quanto il senso comune ritenga e causa una riduzione di vita maggiore negli uomini ed attestata circa a 0,27 anni. Sappiamo bene che la cirrosi epatica è una malattia squisitamente fisica ma le sue cause sono tutte nella sfera psicologica, ossia nel consumo di sostanze alcoliche. La differenza di genere nel consumo di alcolici è sensibile.

Negli Stati Uniti, dove il problema è molto diffuso, vi sono circa 16,1 milioni di persone affette da alcolismo. Tra queste vi è un rapporto di 2:1, con gli uomini assestati a 9,8 milioni contro i 5,3 delle donne. Una ricerca (Schulte et al., 2009) analizza le cause di questa differenza e le trova nel fatto che in molte culture la capacità di “reggere” l’alcool è intesa come sintomo di virilità e quindi spinge al massimo la sfida a se stessi. L’uso precoce di alcol, inoltre, più abituale nei maschi rispetto alle femmine, consente una maturazione ritardata di alcune aree cerebrali durante gli anni dello sviluppo e una conseguente minore capacità di rispondere fisicamente all’alcool. Questa maturazione ritardata causa anche una insufficiente valutazione dei problemi legati all’uso di alcolici da parte dei maschi.

La violenza è maschio?

Forse non la violenza in senso lato ma almeno quella fisica è certamente appannaggio della popolazione maschile più che di quella femminile. Se gli attacchi verbali, le rappresaglie, i ricatti ed i dispetti sembrano essere “armi” più femminili, quando si scende sul piano della fisicità il problema assume caratteristiche maschili. La violenza interpersonale causa una riduzione dell’aspettativa di vita di 0,21 anni per gli uomini rispetto alle donne.

Secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità gli uomini hanno probabilità quadruple di morire per omicidio rispetto alle donne. Circa un quinto degli omicidi viene commesso dal partner o da un familiare della vittima, che nella maggioranza dei casi è donna. Si tratta della piaga, tristemente nota, del femminicidio. La situazione cambia, però nei crimini di strada, dove è molto probabile che uomini uccidano altri uomini.

La violenza, quindi, sembra essere appannaggio prevalente degli uomini che, di conseguenza, ne sono anche le vittime più frequenti. In qualche modo è come se i contesti maschili fossero “naturalmente” più violenti. Secondo una ricerca (Sturmey and Copping, 2017) ciò potrebbe dipendere da livelli più elevati di aggressione fisica nei maschi che nelle femmine.

L’uomo è davvero più forte?

L’ultimo fattore analizzato dall’OMS è forse quello che provoca più stupore: l’autolesionismo. La teoria, infatti, sostiene che il maggior tasso di autolesionismo maschile rispetto a quello femminile abbia un ruolo considerevole nella minore attesa di vita degli uomini rispetto alle donne. Complessivamente il tasso di uomini morti suicidi è di 1,75 superiore rispetto a quello delle loro compagne.

Le donne hanno più frequenti pensieri suicidi e attuano più tentativi ma gli uomini sembrano più puntuali nel portare a termine tali pensieri. Questo dato, analizzato in più ricerche tra cui Canetto e Sakinofsky, 1998, viene definito “il paradosso del suicidio”. Le cause di tale paradosso sono difficili da analizzare, data l’estrema delicatezza della materia. Forse, alla base di tutto vi è il maggiore stress a cui sono sottoposti i ruoli maschili nella riuscita sociale, nel raggiungimento del benessere familiare, nel ricoprire ruoli di comando e di prestigio, etc. Gli standard richiesti, più alti che per le donne, porterebbero a delusioni e scoraggiamenti anche irreversibili. Tra le rigide regole imposte al “maschio”, poi, ci sono quella di non manifestare emozioni negative, rifiutare l’aiuto di psicologi e terapeuti in caso di depressione o pensieri suicidi e il ricorso all’automedicazione con alcoolici. Tutto ciò è esposto nella ricerca Möller-Leimkühler, 2003.

Saper chiedere aiuto è da forti, non da deboli

La ricerca stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stata licenziata in questo anno, il 2019, e quindi tutti i dati esposti sono recenti. Uno dei più rilevanti, tra tutti questi dati, è l’assoluta necessità mostrata da entrambi i sessi di usufruire di un’adeguata assistenza mentale e psicologica.

Tra le cause fisiologiche della minore attesa di vita da parte degli uomini vi sono le malattie cardiache, tumori polmonari ed altri disturbi fisici ma anche i disagi psicologici e mentali vanno ad aumentare la forbice tra età nella mortalità femminile e maschile. Poiché gli uomini generalmente faticano di più ad affidarsi a psicologi e psicoterapeuti, proprio perché legati a stereotipi sociali di virilità ed indipendenza, è forse su questo punto che bisognerebbe lavorare in modo più approfondito.

Dovremmo cercare di far comprendere alle persone che mostrare le proprie debolezze e richiedere aiuto non è di per sé una debolezza ma, anzi, una prova di forza morale. Se riuscissimo, a livello sociale, in questa difficile impresa, probabilmente i numeri di questa ricerca ne uscirebbero molto cambiati.

Immatricolazioni auto: a novembre -7% rispetto al 2017

Roma, 7 dicembre 2018 – Il report UNRAE relativo ai dati delle immatricolazioni di Novembre 2018 per il mercato automobilistico italiano, analizzato da Alessandro Borrelli, general manager di Noleggiosemplice.it leader in Italia nel settore del noleggio a lungo termine, evidenzia un calo anche a novembre registrando il terzo valore negativo consecutivo. Complice anche la congiuntura economica non positiva, le immatricolazioni del mese scorso sono state 148.024, con un ribasso del 6,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Mercato Auto: le immatricolazioni a novembre 2018

A novembre 2018 sono state immatricolate 148.024 auto, il 6,8% in meno rispetto a novembre 2017. La sofferenza del mercato automobilistico è evidente, dal momento che è il terzo mese consecutivo in cui le immatricolazioni si chiudono in rosso.
Ribassata ulteriormente anche la stima di fine anno: il 2018, potrebbe infatti chiudersi con poco più di 1.900.000 auto immatricolate. Ma cosa sta accadendo? Con ogni probabilità, le prestazioni negative del mercato automobilistico sono dovute ai seguenti fattori:

  • la decelerazione, da parte di alcune case automobilistiche, sulle auto a chilometro zero;
  • i consumatori sono sempre più consapevoli del fatto che la ripresa economica, vissuta fino ad inizio anno, è in graduale esaurimento;
  • dopo 14 trimestri positivi, si registra per la prima volta un calo del PIL (-0,1% per il terzo trimestre 2018), che rende più probabile l’inizio di una nuova recessione e, di conseguenza, sempre minore la fiducia da parte dei consumatori.
Utilizzatore Novembre 2018 Novembre 2017 Var. % Nov. 18 /17
Privati 95.779 91.740 +4,4
Noleggio 25.107 30.795 -18,5
Società 27.138 36.345 -25,3
Totale 148.024 158.880 -6,8

La proposta del Centro Studi Promotor

Il centro studi Promotor ha formulato una proposta per il Governo volta a “migliorare” la situazione corrente del mercato auto italiano. Il centro studi ha preso spunto dai primi incentivi alla rottamazione introdotti nel 1997, che diedero ottimi risultati senza pesare sulle casse dello Stato. L’aumento del gettito IVA e delle tasse di immatricolazione delle auto vendute, coprì il costo del bonus erogato, lasciando così all’erario un gettito netto di oltre 1.400 miliardi di lire. Il Bollettino Economico n.30 di febbraio del 1998 dichiarò che quella decisione governativa contribuì ad aumentare il PIL dello 0,4%.
Promotor propone dunque l’adozione, da parte del Governo, di nuove agevolazioni per la rottamazione a costo zero, che potrebbe contrastare la paura degli automobilisti, i quali vedono il proprio parco auto minacciato dalle misure anti inquinamento. Secondo le stime fatte, anche questi incentivi non avrebbero alcun costo: se adottati per il 2019, il recupero del bonus a carico dello Stato sarebbe infatti pienamente garantito.

Negativo anche il noleggio a lungo termine

Il noleggio, in generale, ha subito una frenata rispetto allo scorso anno del 18,5%. A trascinarlo giù, non solo il breve termine (a -32,9%), ma anche il lungo termine, positivo per quasi tutti i mesi di quest’anno. Il calo è del 18,2%: le immatricolazioni del NLT a novembre 2018 sono state infatti 18.804, mentre l’anno scorso furono 27.001.

Utilizzatore Novembre 2018 Novembre 2017 Var. % Nov. 18 /17
Noleggio Breve Termine 2.971 4.429 -32,9
Noleggio Lungo Termine 18.804 23.001 -18,2
Altri Noleggi 3.332 3.365 -1,0
Tot Noleggio 25.107 30.795 -18,5

Sul lungo periodo, tuttavia, il noleggio a lungo termine cresce: da gennaio a novembre 2018, sono state effettuate 252.639 immatricolazioni, il 2% in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Di conseguenza, in questo lasso di tempo è aumentata anche la quota di mercato, passando dal 13,3% di gennaio / novembre 2017 al 14,1% di gennaio / novembre 2018.

Il mercato auto a novembre 2018 in base alle alimentazioni

Quello del diesel è ormai un disastro annunciato. A novembre, il calo è pari al 25,6%, quattro volte il declino del mercato stesso: le immatricolazioni di novembre 2018 sono state 66.771, mentre quelle di novembre 2017 furono 89.774. E se il gasolio continua a peggiorare, la benzina vive un nuovo periodo d’oro: la crescita del mese scorso è del 26,7%, con 60.265 immatricolazioni contro le 47.582 di novembre 2017. Il mercato green continua il momento positivo: basti pensare che le immatricolazioni di auto elettriche, a novembre 2018, sono aumentate del 200% rispetto allo stesso mese del 2017.

Alimentazione Novembre 2018 Novembre 2017 Var % Nov. 18/17
Diesel 66.771 89.744 -25,6
Benzina 60.265 47.582 +26,7
GPL 10.558 11.251 -6,2
Ibride Elettriche 8.028 6.863 +17,0
Metano 1.940 3.286 -41,0
Elettriche 462 154 200
Totale 148.024 158.880 -6,8

Prestazioni dei marchi automobilistici a novembre 2018

C’è sempre Fiat al vertice delle case automobilistiche preferite dagli italiani che, tuttavia, registra performance negative da aprile 2018. A novembre di quest’anno, il calo è del 15,56%, con 22.064 immatricolazioni. Positive Volkswagen, con una crescita dell’11,80%, ed il marchio Jeep, le cui prestazioni sono brillanti ormai da diverso tempo: nel mese scorso, sono state immatricolate ben 7.066 modelli Jeep, il 34,31% in più rispetto a novembre 2017. Grande boom anche per Dacia: a novembre 2018 registra 6.319 immatricolazioni, il 42,13% in più rispetto alle 4.446 di novembre 2017. Guardando alla classifica delle auto più vendute, il mese di novembre conferma il primo posto della Panda, che cresce anche nei volumi di vendita.

Top 10: le auto più vendute

  1. FIAT PANDA 12.366
  2. LANCIA YPSILON 4.463
  3. RENAULT CLIO 3.714
  4. TOYOTA YARIS 3.685
  5. JEEP RENEGADE 3.610
  6. DACIA SANDERO 3.463
  7. FIAT 500X 3.334
  8. JEEP COMPASS 3.093
  9. VOLKSWAGEN GOLF 2.987
  10. CITROEN C3 2.936

FCA: Boom negli Stati Uniti

Novembre, tuttavia, è stato un mese ottimo per FCA nel mercato auto statunitense, raggiungendo un numero di vendite mai così positivo dal 2001. A novembre 2018 sono infatti state registrate 181.310 immatricolazioni, di cui 136.704 a privati; una crescita, rispetto a novembre 2017, del 17%.
I motivi del successo sono essenzialmente tre:

  • la grande fortuna del pick-up Ram 1500 (+59% rispetto a novembre 2017);
  • le forti richieste dei modelli a marchio Jeep, che ha segnato un +12%;
  • la definitiva affermazione dell’Alfa Romeo Stelvio, che ha raddoppiato le vendite rispetto al mese di novembre 2017.

 

Immobili, cresce la ricerca di case online: “Mercato in ripresa”

Milano, 29 ottobre 2018 –  In Italia è aumentata la ricerca di case online, segno inequivocabile di una ripresa di vivacità del mercato immobiliare, sia residenziale che industriale. A registrarlo uno studio svolto sulle intenzioni di acquisto degli italiani in base alle ricerche effettuate in rete, realizzato da Homstate.it, piattaforma immobiliare per vendere e comprare casa online a tariffa fissa.

Lo studio ha raccolto nel mese di ottobre attraverso alcune piattaforme specializzate nell’analisi del traffico, una serie di dati aggregati disponibili sui motori di ricerca, in collaborazione con il portale immobiliare Wikicasa.

Lo studio ha analizzato l’andamento delle ricerche negli ultimi 12 mesi ed è emerso che la ricerca di case in vendita è aumentata del +23% e la keyword agenzia immobiliare del +22% rispetto al settembre 2017. Un dato che registra la maggiore propensione degli italiani all’acquisto di immobili e che fa prevedere una nuova ripartenza del mercato.

Chiaro anche l’aumento di interesse per l’acquisto di capannoni industriali con un aumento del 123% di ricerche nel mese di settembre rispetto allo stesso periodo del 2017.

In particolare le regioni più attive su questo genere di mercato sono:

  1. Lombardia
  2. Veneto
  3. Emilia Romagna
  4. Piemonte
  5. Toscana

La Lombardia e il Veneto attraverso le ricerche correlate all’investimento in capannoni industriali si confermano anche nell’immobiliare le locomotive dell’economia italiana.

Secondo lo stesso studio di Homstate (disponibile in Pdf al link https://www.homstate.it/media/ricerche-immobiliari-2018.pdf), le ricerche più frequenti dei potenziali compratori alla ricerca dell’abitazione dei loro sogni sono case in vendita, case in affittoappartamenti in affitto, agenzia immobiliare e appartamenti in vendita per un totale mensile medio di oltre 280.000 ricerche.

Queste keyword raccolgono tutte le ricerche a ‘corrispondenza esatta’ ad esclusione di quelle a ‘coda lunga’. Si intende con ‘corrispondenza esatta’ le ricerche come ‘case in vendita’ senza ulteriori indicazioni mentre il termine ‘coda lunga’ viene usato per ricerche con termini aggiunti come per esempio ‘case in vendita milano’ oppure ‘case in vendita economiche Milano’.

Il termine ‘case in vendita’ ad esempio è il più ricercato dagli italiani con oltre 4.500 ricerche al giorno, seguito a debita distanza da case in affitto con poco più di 3.000 ricerche al giorno.
In terza posizione troviamo il termine ‘agenzia immobiliare’ quasi allineato con il termine appartamenti in affitto. In quinta posizione la ricerca appartamenti in vendita.

Durante l’analisi delle ricerche abbiamo analizzato l’andamento quelle che riteniamo sintomatiche e direttamente correlate  all’andamento del mercato in quanto all’aumento della domanda seguirà un aumento delle compravendite ed un successivo aumento dei prezzi. L’analisi di questi numeri ci fa ritenere che il prossimo trimestre sarà positivo per il settore immobiliare, con un possibile aumento dei prezzi sulla primavera 2019” ha spiegato Ivan Laffranchi, fondatore di Homstate.it.

Dal punto di vista di come gli utenti cercano casa emerge che il device più utilizzato è il telefono con oltre il 51% usa dispositivi mobili per ricerche immobiliari.

Ma quando si connettono i potenziali acquirenti per cercare casa?

Il lunedì è il giorno preferito per la ricerca del mattone, mentre il mercoledì e il sabato sembrano essere i giorni della settimana meno attraenti per la ricerca della futura abitazione. Sul fronte dell’orario le ricerche si concentrano in fine mattinata con significativi aumenti da la pausa pranzo fino alle 16 e tra le 20 e le 22.

Lo studio completo sulla ricerca di case degli italiani è scaricabile gratuitamente dall’indirizzo www.homstate.it/media/ricerche-immobiliari-2018.pdf.

###
Contatti Stampa:

info@homstate.it

 

 

 

 

Smartphone: ecco come gli italiani rompono il cellulare

Roma, 25 settembre 2018 – Italiani, popolo di poeti, santi e…navigatori da cellulare. Lo smartphone si sa, a torto o a ragione, ha preso ormai possesso di una parte della nostra vita ed è sempre di più il tempo che spendiamo attaccati allo schermo di un telefono di ultima generazione.

Avendolo spesso in mano, forse anche in occasioni in cui non si dovrebbe, capita così che la caduta ed i rischi di incidenti siano sempre in agguato per l’amato smartphone.

Ma quali sono e come evitare i rischi più diffusi di rottura del cellulare?

Ad aiutarci a capire le situazioni più a rischio, e magari come evitarle vi è uno studio elaborato sui dati delle rotture di questa estate dal team di iFix-iPhone.com, network di riparatori specializzati nella riparazione degli smartphone.

Spulciando i dati dello studio si evince innanzitutto che le cause più diffuse di rottura sono quelle da caduta accidentale che sono il 43% del totale, a seguire i danni causati da animali domestici con il 17,3%, e da incidenti sportivi con il 13,9% del totale, seguiti dalle rotture provocate da familiari e amici maldestri con il 9,9%. Un motivo in più per essere gelosi e non lasciare facilmente in mano ad altri il proprio prezioso smartphone.

I danni maggiori sono stati invece arrecati a schermo, batteria, dock di ricarica e circuiti interni per danni da acqua.

I maggiori distratti di questa estate sono stati i 25-34enni, seguiti dai 35-44enni, segno di un maggior uso da parte loro degli smartphone, ma anche di una maggiore distrazione forse a causa dei troppi selfie in posti poco indicati, fattori di maggior rischio di incidente.

Nella gara tra i 2 sessi sono le donne ad avere la peggio: il gentil sesso è infatti responsabile del 58,7% delle cause di rottura contro il 41,7% degli uomini.

I luoghi in cui si sono verificate le maggiori rotture sono la spiaggia più che la montagna, i locali notturni, forse a causa di qualche birra di troppo, in casa e poi sui mezzi pubblici.

“Sorprendente anche il numero di telefoni caduti in mare dai traghetti, forse a causa di qualche selfie di troppo”, racconta Joseph Caruso, responsabile Centro Statistico di iFix-iPhone.com.

Le maggiori rotture di questa estate sono avvenute tra le 9 e le 11 di mattina, la sera tra le 19.30 e le 21.30, probabilmente a causa di distrazioni e stanchezza di fine giornata, poco prima di pranzo tra le 11 e le 13, e la mattina al risveglio, tra le 6 e le 9, probabilmente a causa della ancora poca lucidità.

Lo  studio ben dettagliato su come gli italiani hanno rotto il cellulare questa estate è stato possibile grazie alle analisi dei Big Data elaborati dal Centro Statistico di iFix-iPhone.com, un servizio definito “il booking delle riparazioni smartphone e tablet”, con una rete di circa 90 riparatori indipendenti in tutta Italia che tramite una prenotazione gratuita online offrono  riparazioni di cellulari e tablet in soli 30 minuti.

“Grazie all’algoritmo proprietario della sede centrale, che raccoglie i dati dei riparatori di tutta Italia, aderenti al circuito, registriamo i dati relativi ad ogni riparazione, e così possiamo raccogliere e trasformare i numeri in statistiche”, racconta ancora Joseph Caruso.

Dallo studio si evince che purtroppo il rischio di rottura del cellulare è sempre dietro l’angolo, soprattutto in frangenti in cui viene a calare l’attenzione.

Qualche accortezza in più, e qualche selfie in meno, possono evitare sicuramente spiacevoli sorprese” conclude il responsabile del Centro Statistico di iFix-iPhone.com.

 

###

 

Contatti stampa:

Email: info@ifix-iphone.com

 

Tel. 06 71 30 36 01

 

 

 

 

Cellulari e vacanze: in Croazia le maggiori rotture, i 25-34enni e le donne i più distratti

Roma, 12 settembre 2018 – Le vacanze si sa a volte possono riservare brutte sorprese, tra cui quella sgradita della rottura del cellulare. Tra spiagge, scalate in montagna o una semplice passeggiata all’aria aperta il pericolo è sempre dietro l’angolo per in nostro amato smartphone.

Ma dove e come gli italiani hanno rotto il cellulare in questa estate del 2018?

Ad aiutarci a capirlo uno studio elaborato dal team di iFix-iPhone.com, network di riparatori specializzati nella riparazione degli smartphone, a partire dalla classifica dei Paesi in cui gli italiani hanno rotto maggiormente il telefono.

In testa alla classifica dei Paesi con le maggiori rotture la Croazia, a seguire Svizzera, Regno Unito, Germania e Stati Uniti.

Al sesto posto la Francia, e poi Spagna, Perù, Grecia e infine Danimarca.

I maggiori distratti di questa estate sono stati i 25-34enni, seguiti dai 35-44enni, segno di un maggior uso da parte loro degli smartphone, e magari anche dei troppi selfie in posti poco indicati, fattori di maggior rischio di rottura.

Nella gara tra i 2 sessi sono le donne ad avere la peggio: il gentil sesso è infatti responsabile del 58,7% delle cause di rottura contro il 41,7% degli uomini.

I luoghi in cui si sono verificate le maggiori rotture sono la spiaggia più che la montagna, i locali notturni, forse a causa di qualche birra di troppo, ed i mezzi pubblici.

“Sorprendente anche il numero di telefoni caduti in mare dai traghetti, forse a causa di qualche selfie di troppo”, racconta Joseph Caruso, responsabile Centro Statistico di iFix-iPhone.com.

“Le cause più diffuse di rottura sono: quelle da caduta accidentale, a seguire i danni causati da animali domestici e da familiari e amici maldestri. Un motivo in più per essere gelosi e non lasciare facilmente in mano ad altri il proprio prezioso smartphone” continua Caruso.

I danni maggiori sono stati arrecati a schermo, batteria, dock di ricarica e danni da acqua.

Le maggiori rotture di questa estate sono avvenute tra le 9 e le 11 di mattina, la sera tra le 19.30 e le 21.30, probabilmente a causa di distrazioni e stanchezza di fine giornata, poco prima di pranzo tra le 11 e le 13, e la mattina al risveglio, tra le 6 e le 9, probabilmente a causa della ancora poca lucidità.

Lo  studio ben dettagliato su come gli italiani hanno rotto il cellulare in vacanza è stato possibile grazie alle analisi dei Big Data elaborati dal Centro Statistico di iFix-iPhone.com, un servizio definito “il booking delle riparazioni smartphone e tablet”, con una rete di riparatori indipendenti, circa 90, diffusa in tutta Italia, e che a fronte di una prenotazione gratuita online offre all’utente servizi di assistenza e riparazione cellulari e tablet.

“Grazie all’algoritmo proprietario della sede centrale, che raccoglie i dati dei riparatori di tutta Italia, aderenti al circuito, registriamo i dati relativi ad ogni riparazione: è così che possiamo raccogliere e trasformare i numeri in statistiche”, racconta ancora Joseph Caruso.

“Ed è per far fronte ai disagi derivanti dalla rottura dello smartphone garantiamo tariffe chiare e trasparenti, garanzia 12 mesi, un unico referente dedicato tramite il negozio assegnato dal sistema e tempo medio di riconsegna di 30 minuti” spiega Caruso.

Dallo studio si evince che il rischio di rottura del cellulare è purtroppo sempre dietro l’angolo, soprattutto in frangenti in cui viene a calare l’attenzione.

Qualche accortezza in più, e qualche selfie in meno, possono evitare sicuramente spiacevoli sorprese” conclude il responsabile del Centro Statistico di iFix-iPhone.com.

 

Link per scaricare le grafiche: https://apps.memopal.com/g/?GN2GFQPZX6

 

###

 

Contatti stampa:

Email: info@ifix-iphone.com

Tel. 06 71 30 36 01

 

 

Classifica dei Paesi con maggiori rotture dei cellulari in vacanza

 

 

Mercato auto di luglio: +4,2% delle immatricolazioni, boom Jeep a +102,33%

Roma, 6 agosto 2018 – I dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti relativi al mercato auto di luglio 2018 riservano qualche sorpresa e confermano alcunii trend della prima parte dell’anno.

Il mercato delle auto torna a crescere e, anche se non sappiamo se si tratta di una parentesi oppure di una decisa inversione di tendenza, la percentuale ritorna ad essere positiva, sia per le immatricolazioni di privati che per il noleggio a lungo termine. Negative, invece, le prestazioni del noleggio breve termine.

Il mercato delle auto torna a respirare, con numeri che vedono a luglio 2018 una crescita del 4,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’andamento positivo sembra essere trainato dalle straordinarie prestazioni del noleggio a lungo termine, oltre che dalla presenza di un giorno lavorativo in più rispetto a luglio 2017.

Ad analizzare i dati quelli di NoleggioSemplice.it, specializzati nel noleggio a lungo termine, che hanno pubblicato un’analisi delle statistiche diffuse dal Ministero, sottolineando le incredibili performance del marchio Jeep con un + 102,33% rispetto a luglio 2017.

IMMATRICOLAZIONI LUGLIO 2018: RITORNA A CRESCERE IL MERCATO AUTO

Le immatricolazioni complessive di luglio 2018 sono state 153.447, circa il 4,2% in più rispetto alle prestazioni di luglio 2017. Il settore privato non registra una performance molto esaltante, limitandosi ad una crescita dell’1,5% con 87.384 veicoli immatricolati.

A trainare il risultato positivo del mese è più che altro il noleggio a lungo termine, con 21.045 auto, il 20,4% in più rispetto ai 17.481 veicoli di luglio 2017.

A differenza del lungo termine, il breve termine registra una debacle piuttosto corposa, con un calo del 35,9%, con 2.765 vetture immatricolate a luglio 2018 (a luglio 2017 erano state 4.312).

 

Luglio 2018 Luglio 2017 Var. % Luglio 2017/2018
Privati 87.384 86.130 1,5
Noleggio Lungo Termine 21.045 17.481 20,4
Noleggio Breve Termine 2.765 4.312 -35,9
Altri Noleggi 3.348 2.176 53,9
Totale Noleggio 27.158 23.969 13,3
Società 38.905 37.179 4,6
Totale Immatricolazioni 153.447 147.278 4,2

 

ALIMENTAZIONI: CROLLO DIESEL, L’ELETTRICO TRIPLICA LE VENDITE

 

Il 2018 si conferma un anno di svolta nell’ambito delle alimentazioni: continua il trend negativo del diesel, che perde il 5,2%, in favore di alimentazioni alternative come il GPL, l’ibrido, l’elettrico (che triplica le vendite) ed il metano. La benzina, in crescita da mesi, conferma il trend, con un +11,3%.

Immatricolazioni per alimentazione, luglio 2018

  • Diesel: 78.303 (-5,2% rispetto a luglio 2017)
  • Benzina: 50.810 (+11,3% rispetto a luglio 2017)
  • GPL 12.460 (+8,5% rispetto a luglio 2017)
  • Ibride Elettriche 7.911 (+47% rispetto a luglio 2017)
  • Metano 3.322 (+67,8% rispetto a luglio 2017)
  • Elettriche 641 (+342,1% rispetto a luglio 2017)

 

LE AUTO PIÙ SCELTE

 

La classifica dei veicoli più venduti a luglio 2018 è, ancora una volta, dominata dalla Fiat Panda, con ben 7.814 immatricolazioni. I marchi del gruppo Fiat governano la classifica, con modelli come la 500X, la Tipo e la Compass nella top five.

  1. FIAT PANDA 7.814 immatricolazioni
  2. FIAT 500X 5.302 immatricolazioni
  3. RENAULT CLIO 5.138 immatricolazioni
  4. FIAT TIPO 3.708 immatricolazioni
  5. JEEP COMPASS 3.676 immatricolazioni
  6. TOYOTA YARIS 3.486 immatricolazioni
  7. LANCIA YPSILON 3.455 immatricolazioni
  8. VOLKSWAGEN POLO 3.226 immatricolazioni
  9. JEEP RENEGADE 3.143 immatricolazioni
  10. FIAT PUNTO 3.096 immatricolazioni

 

BOOM JEEP: LUGLIO 2018 A +102,33%

 

JEEP ha registrato a luglio 2018 un aumento del 102,33%, raddoppiando nel giro di un anno le proprie vendite. A luglio 2017, le immatricolazioni del marchio Jeep furono 3.561, mentre lo scorso mese sono state ben 7.205. Il momento positivo del marchio dura da giugno 2009, ovvero da quando Mike Manley subentrò alla guida della casa automobilistica. Nell’arco di neanche un decennio, le vendite annuali sono passate da 300 mila veicoli ad oltre un milione e mezzo. Attualmente, a seguito dell’improvvisa scomparsa di Sergio Marchionne, Manley è stato eletto a capo del Gruppo FCA, con la speranza che il “boom Jeep” investa tutti i marchi del gruppo stesso.

Luglio 2018 Luglio 2017 Var. % Luglio 2017/2018
1) FIAT 26.537 29.512 -10,08
2) VOLKSWAGEN 12.885 9.484 35,86
3) RENAULT 11.109 8.037 38,22
4) FORD 9.759 10.145 -3,80
5) PEUGEOT 7.995 8.428 -5,14
6) OPEL 7.225 7.542 -4,20
7) JEEP / DODGE 7.205 3.561 102,33
8) TOYOTA 7.034 6.631 6,08
9) CITROEN 5.876 5.789 1,50
10) AUDI 5.250 5.293 -0,81

 

Come si evince dalla classifica, Jeep è il marchio che in questo mese ha registrato la maggiore crescita.

Protagonisti di prestazioni positive anche Volkswagen e Renault, che aumentano le immatricolazioni rispetto a luglio 2017 rispettivamente del 35,86% e del 38,22%. Continua, invece, il momento negativo di Fiat, con un’ulteriore perdita del 10%.

 

 

 

 

 

Auto, diminuiscono le immatricolazioni e cresce il noleggio a lungo termine: i dati dei primi 6 mesi del 2018 [INFOGRAFICA]

Roma, 20 luglio 2018 – Durante i primi sei mesi dell’anno il mercato dell’auto ha registrato una diminuzione delle immatricolazioni. In crescita, invece, il noleggio a lungo termine, che ha registrato un aumento, seppur lieve, delle richieste.

Ad analizzare l’andamento del mercato delle immatricolazioni auto nel primo semestre 2018, tramite l’ausilio dei dati diffusi da UNRAE e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ‘Noleggio Semplice’, società specializzata nel noleggio a lungo termine delle auto.

Mercato Auto e Noleggio a Lungo Termine: Primo Semestre 2018

Le auto immatricolate a giugno 2018 sono state 175.785, in diminuzione di quasi due punti percentuali rispetto ai 179.167 veicoli di gennaio. La diminuzione è consistente soprattutto in rapporto a giugno 2017 (-7,4%), mentre risulta meno grave rispetto ai primi sei mesi del 2017 (-1,4%). Il numero complessivo delle immatricolazioni da gennaio a giugno è di 1.128.037.
Il noleggio a lungo termine riesce a mantenere una prestazione tutto sommato positiva, aumentando del 4% circa le immatricolazioni rispetto ad inizio anno:

  • a giugno, sono stati 25.489 i veicoli immatricolati con questa formula;
  • a gennaio 24.494.
Giugno 2018 Giugno 2017 Var % giugno 2018/2017 Gennaio / Giugno 2018 Gennaio / Giugno 2017 Var% ge/giu 18/17
Privati 97.381 97.839 -0,5 605.714 638.226 -5,1
Noleggio Breve Termine 9.827 15.051 -34,7% 109.865 118.638 -7,4
Noleggio Lungo Termine 25.489 24.226 5,2 162.900 147.703 10,3
Società 38.241 46.956 -18,6 223.823 224.233 -0,2
Totale 175.785 189.917 -7,4 1.128.037 1.144.519 -1,4

Secondo le proiezioni di metà anno dal forecast 2018 di Dataforce, si stima che entro fine 2018 saranno circa 295.000 le automobili richieste tramite il noleggio a lungo termine, raggiungendo una quota di mercato del 15%. In totale, si prevedono circa 1.965.000 vetture immatricolate nel mercato auto, con una quota per i privati del 53%.

Le Alimentazioni Preferite

Mentre la benzina ed il GPL si mantengono piuttosto stabili, continua per il diesel il momento negativo: pessime, infatti, sono state le prestazioni di questa tipologia di alimentazione nel mercato auto, con un crollo del 6,2% da gennaio a giugno. Rispetto al primo semestre del 2017, la variazione è di -6,3%, mentre più imponente è la differenza con il solo mese giugno 2017: -17%.

  • A gennaio 2018 le auto a diesel immatricolate sono state 98.988.
  • A giugno 2018, sono state immatricolate 92.763 vetture a diesel.
Giugno ’18 Giugno ’17 Var% giugno 2018/2017 Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 Var% ge/giu 2018/2017
Diesel 92.763 111.752 -17 608.103 649.162 -6,3
Benzina 58.099 56.148 3,5 377.700 371.465 1,7
GPL 11.602 12.772 -9,2 68.927 72.292 -74,7
Ibride Elettriche 7.929 6.355 24,8 44.427 33.986 30,7
Metano 4.952 2.695 83,7 26.631 16.609 60,3
Elettriche 440 195 125,6 2.249 1.005 123,8
Totale 175.785 189.917 -7,4 1.128.037 1.144.519 -1,4

Come si evince dai dati, è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno il numero delle auto elettriche: nei primi sei mesi del 2018, sono state vendute 2.249 auto elettriche, il 123,8% in più delle 1.005 del primo semestre del 2017. Grande risultato anche del metano, che nella prima metà di quest’anno ha raggiunto ben 26.631 immatricolazioni, ben 10.000 veicoli in più rispetto al 2017.

Le Auto Più Scelte

La classifica delle auto più vendute in Italia è dominata dal marchio Fiat. Da gennaio a giugno, la vettura più scelta è stata la Fiat Panda, con ben 67.433 immatricolazioni. Al secondo posto troviamo la 500X, con 30.729, mentre al quarto la Fiat Tipo, con 28.264 acquisti. Ecco la classifica completa:

  • Fiat Panda, 67.433
  • Fiat 500X, 30.729
  • Renault Clio, 29.032
  • Fiat Tipo, 28.264
  • Lancia Ypsilon, 27.155

La casa automobilistica torinese occupa il primo posto anche nella classifica delle immatricolazioni per marchio, con 200.371 auto vendute. Nonostante la presenza in cima alla classifica, il dato mostra comunque una flessione nella performance: nei primi 6 mesi del 2017, le auto Fiat immatricolate erano state 246.863; ciò significa che quest’anno si è verificato un calo del 18,83%.

  1. Fiat, 200.371
  2. Volkswagen, 96.314
  3. Ford, 77.192
  4. Renault, 74.133
  5. Peugeot, 62.772

Mercato Auto: Classifica Per Gruppi e Marche

1) Gruppo FCA

Il Gruppo FCA include Alfa Romeo, Ferrari, Fiat, Jeep / Dodge, Lancia / Chrysler e Maserati. Ognuna di queste case automobilistiche ha registrato prestazioni differenti: lampante è la crescita della Jeep, che in questi primi sei mesi del 2018 ha registrato un incremento del 100,84%. Sembrano essere invece allarmanti i numeri di Fiat: da gennaio a giungo di quest’anno, le immatricolazioni sono state 200.371, il 18,83% in meno rispetto al primo semestre del 2017.
In generale, il gruppo FCA ha registrato 304.566 immatricolazioni da gennaio a giugno scorso, in calo del 9,07% rispetto ai 334.940 dello scorso anno.

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Alfa Romeo 27.277 25.229 8,12
Ferrari 233 208 12,02
Fiat 200.371 246.863 -18,83
Jeep / Dodge 48.044 23.922 100,84
Lancia / Chrysler 2.155 37.051 -26,71
Maserati 1.486 1.667 -10,86
Gruppo FCA 304.566 334.940 -9,07

2) Gruppo PSA

Il Gruppo PSA si è reso protagonista, in questi primi sei mesi dell’anno, di una crescita pari al 62,39% rispetto al primo semestre del 2017. Con le 170.154 immatricolazioni si colloca al secondo posto, dopo il gruppo FCA. Le case automobilistiche che fanno parte del gruppo sono Opel, DS, Citroen Peugeot.

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Citroen 50.403 44.951 12,13
DS 1.505 1.603 -6,11
Opel 55.474
Peugeot 62.772 58.225 7,81
Gruppo PSA 170.154 104.779 62,39

3) Gruppo Volkswagen

Il gruppo Volkswagen chiude il primo semestre 2018 con un aumento delle immatricolazioni del 13,03% rispetto ai primi sei mesi del 2017. E’, insieme al gruppo PSA, l’unico a riportare valori estremamente positivi, grazie alla grande fiducia che detengono tutti i marchi che ne fanno parte, ovvero: Audi, Lamborghini, Seat, Skoda e Volkswagen.

Gen / Giu 2018 Gen / Giu 2017 var. %
Audi 38.458 38.007 1,19
Lamborghini 103 91 13,19
Seat 12.549 9.748 28,73
Skoda 14.707 12.892 14,08
Volkswagen 96.314 82.699 16,46
Gruppo Volkswagen 162.131 143.437 13,03

4) Gruppo Renault

Il Gruppo Renault chiude in negativo questo primo semestre del 2018, con una perdita del 2,50%. I marchi inclusi sono Renault, che segue l’andamento del gruppo chiudendo al ribasso, e Dacia. Le vetture immatricolate da Renault sono state 74.133 quest’anno, circa 4mila in meno rispetto al 2017. Dacia, invece, ha registrato nei primi sei mesi del 2018 un aumento delle immatricolazioni pari al 3,43%.

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Dacia 34.142 33.011 3,43
Renault 74.133 78.041 -5,01
Gruppo Renault 108.275 111.052 -2,50

5) Ford

Ford segue il trend della maggior parte delle case automobilistiche, chiudendo in calo il primo semestre di quest’anno. Il numero di immatricolazioni, pari a 77.192, è infatti inferiore del 3,28% rispetto alle prestazioni dei primi sei mesi dello scorso anno, durante i quali erano state venute 79.807 auto.

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Ford 77.192 79.807 -3,28

6) Gruppo Toyota

Il gruppo Toyota registra una leggera crescita rispetto allo scorso anno, con un aumento in percentuale pari all’1,07%. Si mantengono piuttosto stabili anche i due marchi del gruppo: le immatricolazioni di Toyota sono in aumento dell’1,17%, mentre quelle della Lexus diminuiscono del 1,27%.

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Toyota 48.534 47.975 1,17
Lexus 1.947 1.972 -1,27
Gruppo Toyota 50.481 49.947 1,07

 7) Gruppo Daimler

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Mercedes 34.842 36.129 -3,56
Smart 14.776 16.140 -8,45
Gruppo Daimler 49.618 52.269 -5,07

8) Gruppo BMW

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
BMW 32.882 33.966 -3,19
Mini 11.653 13.017 -10,48
Gruppo BMW 44.535 46.983 -5,21

9) Gruppo Nissan

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Nissan 33.766 35.508 -4,91
Infiniti 348 1.309 -73,41
Gruppo Nissan 34.114 36.817 -7,34

10) Hyundai

Gen/Giu 2018 Gen/Giu 2017 var. %
Hyundai 28.930 31.016 -6,73

Il Resto della Classifica

 

Gen / Giu 2018 Gen / Giu 2017 var. %
11 Kia 26.770 26.724 0,17
12 Suzuki 17.671 16.997 3,97
Jaguar 5.237 3.162 65,62
Land Rover 10.792 10.677 1,08
13 Gruppo Jaguar Land Rover 16.029 13.839 15,82
14 Volvo 9.041 9.154 -1,23
15 Mazda 5.996 5.542 8,19
16 Honda 5.276 5.749 -8,23
17 Porsche 3.211 3.135 2,42
18 Mitsubishi 2.526 2.141 17,98
19 Subaru 1.714 1.675 2,33
20 Ssangyong 1.291 1.302 -0,84
21 DR Motor 584 233 150,64
22 Tesla 259 246 5,28
23 Mahindra 217 145 49,66
24 Lada 26 17 52,94
Chevrolet 22 32 -31,25
Opel 59.116
25 Gruppo GM 22 59.148
26 Aston Martin 11 20 -45
27 Great Wall 2 1 100

 

 

Si è spento il Prof. Lucio Covello, fu tra i fondatori del premio Penisola Sorrentina

Parigi, 28 maggio 2018 – Si è spento Lucio Covello, psicanalista di fama internazionale.  Il professore aveva insegnato clinica delle malattie nervose e mentali all’Università di Parigi e viveva tra la Francia e la Penisola Sorrentina, nella splendida riviera di San Montano, a Massa Lubrense.

Amico medico dei Presidenti della Repubblica Francois Mitterand e Francesco Cossiga, Covello è stato tra i fondatori del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, il prestigioso evento che si svolge da 23 anni a Piano di Sorrento e che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto di rilevanza nazionale ed internazionale.

Fu del prof. Lucio Covello la volontà di assegnare, nel 2004, il Premio Penisola Sorrentina a Francesco Cossiga per il volume: “Per carità di patria”.

Tra gli altri interventi rilevanti in senior  alla kermesse culturale, si segnala il contributo di studio “Il malinteso di Narciso”: il testo, ideato e redatto dal medico ricercatore nel 1975 per il Congresso internazionale di psicanalisi di Milano venne, a distanza di trent’anni, adattato, rielaborato e dedicato in esclusiva alla mostra “L’unità: mito e storia” dell’artista sannita Giuseppe Leone: la mostra si svolse all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, in collaborazione con il Gruppo industriale Viziano.

Il testo critico-scientifico di Covello è pubblicato all’interno del volume “Ritratti – percorsi saggi ed esperienze del Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito”®, curato da Mario Esposito per Il Denaro Libri e presente ancora oggi in alcune delle biblioteche nazionali più prestigiose tra cui la Malatestiana, la prima biblioteca civica di Italia e di Europa.

Lucio Covello trovò nei “Narcisi” di Giuseppe Leone l’espressione artistica più sincera ed efficace del superamento della concezione classica e banale di narcisismo inteso come innamoramento di se stessi e della propria bellezza. Ed è qui che risiede il malinteso! Il narcisismo secondo Covello – ed è quello che anche Leone bene riesce a comunicare attraverso i suoi disegni – è intimamente connesso a frustrazioni, perversioni ed inconsci e complessi legami parentali, in particolar modo con la figura materna.

Il direttore del Premio “Penisola Sorrentina” Mario Esposito e l’artista Giuseppe Leone, nell’esprimere solidarietà alla moglie Grazia e all’intera famiglia, desiderano ricordare commossi l’amico Covello, proprio attraverso la sua voce con un breve stralcio, che costituisce il cuore delle riflessioni esposte dallo studioso, tratto dal saggio “Il malinteso di Narciso”:

« (…) Quindi dall’inizio Narciso sarebbe obbligato a guardare l’immagine che gli presenta lo specchio, e che lo fissa nell’impotenza a guardare dietro, senza doverne morire. Per Narciso guardare sarebbe conoscere solo la metà del suo desiderio; l’altra metà trovandosi nello sguardo della madre.

E non c’è dubbio che lo sguardo di Liriope fu amoroso più di ogni altro, perché suo figlio non fosse in pericolo. Infatti non si contano le ninfe che Narciso respinse, fortificandosi, di fronte alla tentazione dei sostituti materni. In tal modo, riservandosi alla madre, egli si preservava dal destino mortale che gli era stato profetizzato.

La ninfa Eco rappresenta il parossismo del tentativo di inganno, nello scenario dei boschi mitologici, là dove Liriope, come un deus ex machina , orchestra quest’ultima prova prima che la purificazione possa permetterle di possedere, per sempre, l’oggetto amato. Cosa avrebbe potuto temere Narciso dall’amore delle ninfe e di Eco in particolare, se dietro non ci fosse stato lo spettro del mostro materno?

Eco eliminata, Liriope dovette considerarsi ormai tranquilla: il suo Narciso per lei, puro, viatico innocente del su desiderio, che lui non conoscerà mai. Che non conoscerà mai se non conoscerà se stesso! Ma gli Dei, per i quali l’incesto è di prammatica, non potevano mostrarsi tolleranti; tanto più che loro sapevano bene che il desiderio era dentro  Narciso, ma che esso era inoffensivo finché non fosse riflesso.

E spinsero Narciso, ormai liberato dalle attenzioni materne, verso una semplice sorgente: da un lato la pietra generatrice,da cui sgorga l’acqua pura, dall’altra il fiume che sfocia, turbolento, nel mare; una nuova alternativa, quindi, per il figlio di Lirioep: ritornare alla sorgente materna/paterna, o discendere il fiume, rappresentante di questo stesso padre? (…)» .

 

 

 

L’opera di Giuseppe Leone “Narciso e Liriope” sulla interpretazione incestuosa del narcisismo
Lucio Covello fu amico medico del Presidente francese Francois Mitterand
Nel 2004 Lucio Covello propose alla giuria di assegnare il Premio “Penisola Sorrentina” al Presidente Emerito della Repubblica Francesco Cossiga, il quale accettò di buon grado il riconoscimento sorrentino., tratto dal saggio “Il malinteso di Narciso”:

 

 

  

In Italia costi di acquisto degli immobili tra i più bassi d’Europa

Torino, 19 aprile 2018 – In Italia i costi correlati all’acquisto della prima casa sono tra i più bassi d’Europa.

Lo evince uno studio nato per valutare i costi correlati all’acquisto di una prima casa realizzato da Homstate.it, piattaforma per la vendita immobiliare online senza commissioni.

Ad esclusione delle commissioni d’agenzia che non sono state oggetto di analisi perché stanno variando molto con l’ingresso sul mercato di operatori online come Homstate.it, che puntano ad industrializzare il processo di commercializzazione con tariffe fisse low cost, sono stati analizzati i costi accessori per l’acquisto di un immobile come l’onorario notarile, le imposte di registro e le altre tasse e diritti correlati.

Oggi un compratore che intende acquistare una prima casa usata deve calcolare mediamente spese accessorie nell’ordine del 3% del valore dell’immobile per far fronte a  imposta di registro,
tassa d’archivio, imposta ipotecaria, imposta catastale, onorario notarile, contributo Cassa Nazionale Notariato, C.N.N., tassa consigliare e visure.

L’onorario notarile viene calcolato sulla base del prezzo di vendita e definito in base a degli scaglioni indicati dal Notariato. Mediamente per un compravendita da 200.000€ l’onorario notarile è compreso tra lo 0,75% e l’1,10% ossia una parcella media di 1.650€, un range che consente ai notai di avere un minimo di discrezionalità in fase di proposta di preventivo.

Come emerge dalla ricerca disponibile alla pagina https://www.homstate.it/blog/mercato/505/costi-notaio.html per un immobile adibito a prima casa con un prezzo di 200.000€, senza usufruire del credito d’imposta e senza un mutuo, le spese accessorie sono mediamente di 5.750€.

Ma cosa succede negli altri Paesi d’Europa?

La ricerca di Homstate.it si è focalizzata sulla comparazione con altri stati Europei, con una serie di limiti dovuti ai diversi meccanismi di calcolo della base imponibile su cui viene richiesta l’imposta di registro.

Sono stati messi a confronto 9 Paesi dove le normative sulla proprietà sono simili. Per l’Italia le imposte di registro sono state calcolate sul prezzo di vendita, ma essendo la base imponibile, la rendita catastale rivalutata, quasi sempre più bassa del prezzo di vendita questo dato è sopravalutato.

 

Primo classificato in Europa è il Lussemburgo che ha notai con costi di stipula bassi e una tassazione agevolata per la abitazione principale da far invidia a tutti.

Grazie al Bëllegen Akt un acquirente ha diritto ad un credito d’imposta di 20.000€ che diventa di 40.000€ se a comprare è una coppia: quando è possibile applicare il Bëllegen Akt l’imposta di registro ha un importo fisso di 100€.

Dallo studio emerge anche che gli onorari notarili italiani sono tra i più bassi d’Europa, che pone l’Italia come terzo paese più conveniente dopo Spagna e Portogallo.

Da notare che per quanto concerne il Regno Unito l’onorario notarile è stato sostituito con la prestazione professionale dell’avvocato che stipula il contratto.

Dallo studio emerge infine che anche sul fronte dell’imposta di registro (tenendo conto che è calcolata sulla rendita rivalutata e del credito d’imposta) è vantaggioso acquistare la prima casa in Italia rispetto al resto d’Europa.

Tra i Paesi con i costi più elevati emergono infine Grecia, Francia e Spagna.

Secondo Ivan Laffranchi, ceo di Homstate che ha realizzato lo studio, “Ad esclusione del Lussemburgo, che conferma anche nel settore immobiliare tutti i suoi vantaggi fiscali, l’Italia è un Paese dove i costi per l’acquisto della prima casa sono interessanti, con tariffe notarili tra le più basse d’Europa, ma con un elevato livello di sicurezza sulle transazioni immobiliari”.

“Se consideriamo il credito d’imposta, di cui spesso i compratori non sono a conoscenza e le rendite catastali basse, acquistare in Italia è un ottimo affare. A questi costi vanno aggiunti i costi di mediazione, spesso troppo elevati, ma riteniamo che nei prossimi anni anche il settore dell’intermediazione immobiliare subirà un processo di ‘uberizzazione’ grazie alle piattaforme di comoravendita online che stanno offrendo un punto di rottura ai tradizionali modelli di mediazione” conclude Laffranchi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

 

 

###

 

Per scaricare l’infografica con la classifica dei costi per l’acquisto in alta risoluzione cliccare qui.

Contatti Stampa:

info@homstate.it

L’Italia è un paese per vecchi: è allarme per il 2050

È allarme anzianità in Italia: Milano, Torino, Roma, Bologna e Bergamo le città con più richieste di case di riposo…

Roma, 28 febbraio 2018 – L’Italia, secondo i dati dell’Istat, ad oggi è  il paese europeo con il tasso di anzianità più alto visto che costituisce ben il 22,3% della popolazione. Ogni anno su tutto il territorio italiano si registrano infatti migliaia di richieste da parte di persone anziane che chiedono di essere ospitati all’interno di una casa di riposo.

Questo è indice di un duplice problema, poiché mentre da una parte diminuisce di anno in anno la percentuale delle nascite in Italia, dall’altra parte si incrementa quella dell’anzianità.

Se questi dati dovessero rimanere costanti si prevede che nel 2050 ben il 34,3% della nostra popolazione sarà costituito da over 60.

Cifre allarmanti per la sostenibilità del welfare italiano, che vedrà oltre 1/3 dei suoi cittadini bisognoso di servizi assistenziali.

È chiaro il motivo per cui ogni anno aumenti la domanda di inserimento nelle strutture adibite agli anziani. La maggior parte di queste richieste provengono da famiglie con a carico persone anziane non-autosufficienti, che alle volte presentano gravi disabilità motorie o psichiche, che quindi necessitano di assistenza medica specializzata 24 ore al giorno.

E non solo, visto che spesso si tratta anche di anziani autosufficienti che per vari motivi si vedono costretti a chiedere di dover essere alloggiati presso una di queste strutture.

Grazie al progetto di Quotalo.it, un portale dedicato alla famiglia ed al consumatore che si occupa di mettere in contatto il privato con professionisti, artigiani e fornitori di 9 settori di interesse, è stato possibile elaborare uno studio approfondito e dettagliato su quanta richiesta vi è stata in quest’ultimo 2017, grazie ai dati che sono stati inseriti all’interno del portale.

I dati presentati mostrano quante richieste all’anno vengono effettuate e da quali città provengono. Nel grafico sottostante abbiamo preso in analisi un campione di 30 città italiane dove il tasso di richieste è stato più alto.

Quello che emerge dallo studio di questi dati è innanzitutto un elevato volume di richieste, oltre 4000, che sono state inserite all’interno del portale nel corso di tutto l’anno.

 

Distribuzione delle richieste sul territorio nazionale

Come si denota dal grafico, Milano è la provincia che di gran lunga presenta il numero di richieste più elevato rispetto a tutte le città italiane. Ben 377 richieste complessive di cui 266 sono per anziani non autosufficienti e 111 per anziani autosufficienti.

Di conseguenza per sopperire a questa grande richiesta, che ogni anno si incrementa, è dovuto crescere il numero di strutture. Nel 2012 le case di riposo presenti sul territorio di Milano erano 84; ad oggi se ne contano 26 in più. Si arriva in questo modo a più di 100 residence per anziani presenti solo sul territorio di Milano e provincia .

L’incremento dell’offerta, comunque, non ha portato grandi vantaggi alle famiglie italiane: aumenta il numero delle strutture e aumentano i posti letto tuttavia le rette e le spese di mantenimento non diminuiscono. Attraverso alcune ricerche abbiamo constatato che le spese medie per risiedere all’interno di una di queste strutture variano mediamente dai 1600 ai 3000 euro al mese .

Una spesa che spesso le famiglie si trovano a dovere far fronte a causa dei tagli avvenuti gli anni scorsi al Fondo nazionale per le politiche sociali e al Fondo Non Autosufficienza . Un Fondo indirizzato sia a favorire l’inserimento nelle case di riposo sia all’assistenza domiciliare, in modo tale da creare le condizioni affinché sia permesso alla persona in questione, di continuare a vivere in casa propria .

Lo stesso discorso è ovviamente fattibile per tutte le altre città del suolo italiano tenendo presente che la città di Milano a oggi è quella che presenta costi e richieste più alte con uno scarto di più di 150, rispetto alla città di Torino che si trova seconda nella nostra classifica.

 

Ma cosa accade in tutto il resto del territorio?

I dati che il portale Quotalo.it ci ha fornito e che ha messo a disposizione sono più di 4.000. L’analisi di tutti questi elementi suddivisi successivamente tra Nord – Centro – Sud, ci ha permesso di calcolare la percentuale di richieste provenienti da tutte le zone del territorio.

Si denota che la maggior parte delle richieste derivano dal Nord-Italia (dalla Valle d’Aosta fino all’Emilia Romagna) che da solo copre il 59% del bisogno, tenendo presente che l’indice di popolamento di alcune città del Settentrione è nettamente più alto rispetto a città che si trovano nel Centro e nel Sud Italia.

Le richieste del Centro, infatti, (dalla Toscana all’Abruzzo) presenta un tasso del 25% anche se bisogna evidenziare che buona parte di questa percentuale è costituita dal numero di richieste provenienti dalla sola città di Roma, terza classificata nel nostro grafico di tutte le città italiane.

Nel Sud del paese le richieste sono nettamente inferiori (Molise – Calabria più le isole di Sicilia e Sardegna) poiché la percentuale è costituita dal 16% del totale.

 

Quali sono le necessità del popolo italiano over 70?

In base ai dati in nostro possesso abbiamo distinto in seguito il tipo di servizio di cui si ha bisogno: case di riposo per anziani autosufficienti e non autosufficienti.

Sono dunque tre i fattori che emergono in maniera evidente da questa analisi: la richiesta per anziani non autosufficienti risulta maggiore in tutti i casi. Questo può essere indice del fatto che le famiglie italiane, soprattutto a causa delle elevate spese che comportano queste strutture, preferiscono attendere fino al caso estremo in cui i loro parenti si ritrovano nella condizione di non autosufficienza, in cui l’assistenza medica 24h si rivela effettivamente necessaria.

Il numero di anziani in generale (over 70) all’interno del nostro paese è sempre in continuo aumento, crescendo in maniera tangibile di anno in anno.

Il bisogno di aiuto da parte delle famiglie che chiedono di sostenere nel migliore dei modi possibili i loro cari all’interno di queste strutture, per garantirgli il riposo, la serenità e l’assistenza di cui effettivamente necessitano, è in continuo aumento.

Sarà l’Italia un paese per vecchi?

 

Comunicato a cura di

Maria Rosa Ingrassia
Q Business Innovation Srl
maria@quotalo.com

TAG: anziano, anziani, vecchio, vecchi, anzianità, pensione, pensioni, pensionamento

Exit mobile version