Ricerca: dalle Università di Verona e Genova nuova importante scoperta scientifica sulla Fibromalgia

Verona, 5 marzo 2020 – Nuova importante scoperta scientifica da parte di un team di ricercatori di Verona e Genova. La sensazionale scoperta del team è che la fibromialgia è una malattia reumatica di  origine autoimmune

Lo studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Genova e dell’Università di Verona, guidati rispettivamente dal Prof. Antonio Puccetti e dal prof Claudio Lunardi e dalla Prof.ssa Marzia Dolcino, in corso di pubblicazione su una prestigiosa rivista medica internazionale.

La sindrome fibromialgica è caratterizzata da dolore cronico diffuso, grave stanchezza, disturbi del sonno e cognitivi.

Vi sono poi una serie di sintomi quali rigidità osteoarticolare, colon irritabile, talora intolleranza al glutine non celiaca, cefalea, secchezza degli occhi e della bocca, vertigini, difficoltà di respiro, formicolii diffusi e altri ancora.

I criteri classificativi per la diagnosi di Fibromialgia sono costantemente aggiornati per una sempre maggiore accuratezza nel processo diagnostico.

Un tempo considerata di origine psichiatrica e pertanto non considerata come malattia di interesse reumatologico, è attualmente di notevole interesse perché la ricerca ha consentito di identificare alcune caratteristiche che la fanno rientrare a pieno titolo fra le malattie reumatiche: si accompagna spesso a malattie autoimmuni sistemiche, colpisce prevalentemente il sesso femminile, insorge talora dopo traumi o infezioni, presenta alterazioni immunologiche sia per presenza di autoanticorpi (sia “classici” sia diretti contro le piccole fibre dei nervi), sia per presenza di cellule autoreattive; elementi questi che sostengono l’ipotesi che la malattia fibromialgica rientri fra le malattie autoimmuni sistemiche con neuroinfiammazione cronica che è responsabile del dolore cronico.

Attraverso un approfondita analisi genetica condotta su 542 mila geni umani abbiamo identificato nei pazienti la presenza di particolari profili di espressione genica (infiammazione, proliferazione cellulare, danno epiteliale, risposta immune) (vedi figura a torta con spicchi) strettamente associati alla fibromialgia suggerendo un’origine autoimmuneper la malattia, confermata dalla presenza nei pazienti studiati di sottopopolazioni di linfociti autoreattivi, e di marcatori sierologici(autoanticorpi etc), tipici dell’auto immunità” spiega la Prof.ssa Dolcino, che ha messo a punto lo studio genetico.

I fattori che contribuiscono all’insorgenza di una malattia autoimmune sono sia ambientali che genetici.

Questo studio è molto importante, conclude il Prof. Lunardi, perchè sostiene l’ipotesi che la fibromialgia abbia una componente autoimmune con importanti risvolti dal punto di vista terapeutico”.

“La dimostrazione che la fibromialgia è una malattia autoimmune impone di rivedere le strategie terapeutiche utilizzate finora  e di trattare la malattia aprono interessanti prospettive per l’individuazione di nuovi bersagli terapeutici per la messa a punto di un trattamento personalizzato”, conclude il professore.

Riguardo il Prof. Antonio Puccetti

Il Prof. Antonio Puccetti si occupa di malattie reumatiche oltre 30 anni e insieme al gruppo del Prof. Lunardi dell’Universita di Verona ha pubblicato lavori scientifici di fondamentale importanza per queste condizioni morbose.

Per chi ha interesse ad approfondire gli aspetti della ricerca genetica è a disposizione il team della Prof. Dolcino all’indirizzo marziadolcino@gmail.com.

Per chi volesse maggiori delucidazioni sull’argomento è a disposizione il team del prof. Puccetti alla mail apuccetti@gmail.com o tramite Whatsapp al numero 327 2591563).

Per chi volesse entrare in contatto con il Prof. Puccetti a Roma può chiamare il numero 06/6790194, a Verona il Tel. 045/7901331

Oppure online tramite i portali, iDoctors, Dottori.it e Mio Dottore.

 

 

Ricerca su come migliorare la voce: al via “Presta la tua voce alla ricerca”

È partita la ricerca scientifica sulla voce relazionale, per capire la relazione tra emotività e comunicazione paraverbale

Roma, 11 novembre 2018 – Analizzare la relazione tra comunicazione paraverbale ed emotività, con l’obiettivo di sviluppare una WebApp che valuti le aree di miglioramento della propria voce.

È questa l’ultima ricerca scientifica sulla voce relazionale avviata della Interago Academy in collaborazione con ProVoice.

Una ricerca in corso in questi mesi, unica in Italia nel suo genere, che mira a trovare una correlazione sistematica tra componenti paraverbali di un discorso, ovvero ritmo, tono, pause ed enfasi della voce, e condizione emotiva dell’oratore.

La ricerca nasce dalla necessità di comprendere quali sono gli elementi paraverbali che rendono una comunicazione efficace e quali invece la rendono debole, e in particolare di come la condizione psicologica della persona influisca sulla validità e autorevolezza della presentazione orale.

Questo progetto, dedicato a tutti coloro che usano la voce come strumento di lavoro, è portato avanti da Interago Academy, società di formazione specializzata in psicologia relazionale e PR.O.VOICE, equipe torinese i cui soci sono professori e ricercatori del Politecnico di Torino e dell’Università di Torino, composta da foniatri, logopedisti e ingegneri acustici ed elettronici.

Se i dati ottenuti dai prossimi mesi di studi saranno quelli attesi, il gruppo di ricerca potrà sviluppare un avanzato strumento digitale nel campo delle nuove tecnologie, che possa interpretare dal punto di vista relazionale i dati statistici.

Lo strumento digitale in fase di sviluppo è una WebApp che sarà in grado di:

  • esaminare registrazioni vocali e analizzare nel dettaglio tono di voce, enfasi, pause e ritmo;
  • realizzare grafici personalizzati sulle componenti paraverbali delle registrazioni vocali;
  • individuare quali elementi della comunicazione paraverbale danneggiano la comunicazione e interpretare quali fattori psico-comportamentali emergono dalla registrazione;
  • suggerire training vocali e seminari ad hoc per migliorare la propria comunicazione.

Attualmente l’intero team è al lavoro sulla fase preliminare della ricerca, ovvero l’ascolto e l’analisi di centinaia di registrazioni vocali, al fine di ottenere quanti più risultati possibili.

Interago Academy e PR.O.VOICE, per portare a termine il loro innovativo progetto, hanno indetto una campagna di reclutamento voci interessate a partecipare alla ricerca.

Tutti possono are i proprio contributo alla ricerca, basta andare su https://prestalatuavoce.interagoacademy.it/ ed effettuare la propria registrazione vocale per avere accesso gratuitamente, una volta sviluppata, alla WebApp di analisi e correzione della propria voce relazionale.

Come ringraziamento per il proprio contributo alla ricerca inoltre, il team offre un buono sconto di € 5,00 spendibile su Amazon Shopping.

Interago Academy progetta e realizza in tutta Italia percorsi formativi individuali, di gruppo e per aziende nell’ambito della Psicologia Relazionale.

Il comitato scientifico, dall’esperienza pluridecennale, si compone di psicologi, psicoterapeuti, terapisti EMDR, trainer, coach, emotusologi e consulenti in comunicazione relazionale.

 

 

 

 

 

 

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Contatti stampa:

 

Ufficio stampa

Michela Mari

m.mari@interagoacademy.it

+39 3388634822

 

 

 

 

Daniele Montagner, continua la ricerca musicale con gli Ensemble Voayagers

Milano, 5 novembre 2018 – La musica si presenta sotto diverse forme e gli artisti più vari quotidianamente si impegnano a realizzare opere diverse, legate ai generi più vari e più complessi. Il mercato musicale è però spesso ricolmo di operatori molto simili, che procedono tutti nella stessa direzione, limitandosi a ciò che il bacino di utenza più promettente può richiedere.

Esistono però alcuni artisti, definibili quasi come ricercatori d’avanguardia, che studiano la musica sviscerandola fino ai suoi elementi più complessi e reconditi.

La musica infatti esiste come un continuum, vivendo come frutto delle produzioni musicali più antiche fino a quelle più moderne, un unicum armonico in grado di fornire risultati ancora più innovativi.

Gli Ensemble Voyagers e lo studio di antiche tradizioni artistiche

Tra gli esperti del settore che operano continuamente in questo settore vi sono sicuramente i membri di Ensemble Voyagers, un collettivo aperto di musicisti di livello creato da Daniele Montagner, da anni impegnato nella ricerca musicale di brani antichi e di tradizioni particolari.

Un esempio della produzione musicale di Ensemble Voyagers è certamente quella di Two songs from Okinawa, realizzata con la collaborazione di Shinobu Kikuchi Manu Saladino.

Le Okinawa songs interpretate dall’Ensemble non derivano dalle opere di sakamoto, a cui vengono spesso erroneamente attribuite. Si tratta di brani in grado di aprire i sensi ed espandere la riflessione personale, studiando tradizioni extra-europee e unendole alla tecnica di strumenti diversi.

L’ultimo progetto di Ensemble Voyager di più recente pubblicazione è però Chanson Balladeé, un passo in più rispetto allo studio della musica medievale verso la musica del Rinascimento.

Prendendo confidenza con la reinassance musicale più celebre, l’Ensemble ha studiato questo brano antico già sfruttato come sigla dell’Almanacco del Giorno Dopo su TV RAI ed è stato scritto in questa versione da Antonino Riccardo Luciani come omaggio musicale. Non si tratta invece di una revisione dell’opera del noto compositore dell’Ars Nova francese Guillaume de Machaut.

In Chanson Balladée le abilità nel flauto di Daniele Montagner si uniscono alla ritmica perfetta di Manu Saladino e al trombone barocco di Floriano Rosini.

Si tratta di una catarsi acustica di gran pregio, un elemento prezioso per tutti gli amanti della musica più ricercata e rara. Questo prodotto musicale è un risultato eccellente di uno studio su larga scala di più tradizioni.

Chanson Balladée il più recente frutto degli Ensemble Voyagers.

Oltre alla Chanson, la musica dell’Ensemble Voyagers è certamente nota anche per i brani Due Sonetti di Dante, che sono stati presentati lo scorso 14 ottobre al teatro Filodrammatici a Milano. Si tratta di due brani ispirati a due sonetti di Dante elaborati grazie alla maestria del compositore Paolo Coggiola.

L’ispirazione di queste opere è puramente neo-classica e si apre al pubblico grazie all’armonia delle tecniche strumentali di Daniele Montagner e Manu Saladino con l’aggiunta del liuto di Ugo Nastrucci e dell’armonium di Tiziano Nizzia.

Si tratterà di un evento ideale per gli amanti della musica medievale, che metterà in luce l’abilità dell’Ensemble Voyagers nonché il prezioso frutto di un lavoro intellettuale e tecnico di pregio richiedente un estremo impegno.

 

Psoriasi: le Università di Genova e Verona identificano i geni della Psoriasi

Nuova importante scoperta scientifica per la ricerca italiana: identificati i geni che determinano la comparsa della psoriasi nella sua forma cutanea, osteoarticolare e metabolica

Verona, 30 luglio 2018 – Uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Genova e dell’Università di Verona, guidati rispettivamente dal Prof. Antonio Puccetti e dal prof Claudio Lunardi e dalla Prof.ssa Marzia Dolcino, e pubblicato sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Immunology”, ha svelato che esistono dei fattori genetici che determinano lo sviluppo della malattia psoriasica nella sua forma cutanea, osteoarticolare (artrite psoriasica) e metabolica.

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica immuno-mediata della pelle diffusa in tutto il mondo (frequenza variabile da 0.6 a 4.8%).

L’artrite psoriasica (PsA) è un’artrite infiammatoria, caratterizzata da infiammazione delle entesi (zone di inserzione dei tendini e legamenti sulla superficie ossea) che porta ad erosione ossea e neo-formazione di tessuto osseo. Colpisce il 10-30% dei pazienti con psoriasi cutanea e ha una frequenza stimata di circa l’1%.

La malattia psoriasica è considerata una malattia immuno-metabolica in quanto si associa spesso a sindrome metabolica, caratterizzata da obesità addominale, ipertensione, dislipidemia aterogenica, diabete di tipo 2 dell’adulto, insulino-resistenza e steatosi epatica non alcolica.

La malattia psoriasica è una malattia autoimmune, la cui origine è ancora ignota, ma che dipende dalla combinazione di fattori ambientali, genetici, epigenetici (Figura A).

 

 

 

 

 

 

 

“L’epigenetica, spiega la Prof.ssa Dolcino, autrice dello studio, è lo studio delle modificazioni ereditabili nel nostro genoma che non modificano la porzione codificante dei genoma, cioè quella porzione del genoma che viene trascritta in proteine, e quindi non alterano le sequenze nucleotidiche dei geni codificanti (Figure B e C).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I meccanismi epigenetici rappresentano un ponte fra i fattori genetici ed ambientali e hanno un ruolo importante nel determinare tutti i tipi di malattia. Gli studi di genetica convenzionali (analisi dei geni codificanti, o trascritti) anche se eseguiti con tecnologie molto sofisticate, non sono riusciti a chiarire l’origine delle malattie autoimmuni/neoplastiche.”

“Abbiamo deciso di studiare il ruolo di queste molecole regolatrici – continua il Prof. Puccetti – nella malattia psoriasica attraverso l’analisi di circa 540.000 geni noti, di cui almeno 50.000 lncRNAs, e abbiamo potuto identificare 4 geni regolatori, (LINC00909,  LINC00657 EPB41L4A-AS1, 11-539L10.3) che sono in grado di controllare tutti i diversi aspetti della malattia: la componente cutanea, quella articolare e la sindrome metabolica che spesso vi si associa”.

“Questo studio è molto importante perchè dimostra che ‘geni non codificanti’ determinano l’insorgenza della malattia psoriasica e aprono interessanti prospettive per l’individuazione di nuovi bersagli terapeutici per la messa a punto di un trattamento personalizzato” conclude il Prof. Lunardi.

 

 

Celiachia, sensibilità al glutine o solo una moda? Gli esperti: “Necessario fare chiarezza”

Tra diete prive di glutine, celiachia, sensibilità al glutine non celiaca e diete prive di glutine fai da te cresce il numero di chi si preoccupa dell’intolleranza al glutine. È necessario per questo fare oggi un po’ di chiarezza sull’argomento grazie all’aiuto di professori e ricercatori che hanno dedicato una vita all’argomento

Genova, 6 luglio 2018 – In Italia ad oggi sono stati diagnosticati 198.427 celiaci, un fenomeno in crescita del 9% su base annua secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute. La crescita della commercializzazione di diete e prodotti privi di glutine dimostra poi che sono in tanti oggi a preoccuparsi dell’intolleranza al glutine, anche se in molti non sanno che si può soffrire veramente di celiachia o si può essere solo sensibili al glutine.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Genova, diretto dal Prof. Antonio Puccetti, in collaborazione con il gruppo di ricerca diretto dal Prof. Claudio Lunardi e dalla Dr.ssa Dolcino, ha recentemente pubblicato uno studio sulla sensibilità al glutine non celiaca, che ha rivelato che la malattia potrebbe avere un’origine autoimmune, come la malattia celiaca.

“A seguito del nostro comunicato stampa abbiamo ricevuto molte richieste da persone preoccupate dato che su consiglio del proprio nutrizionista seguivano una dieta priva di glutine. Molti tra i soggetti con presunta sensibilità al glutine non celiaca, magari autodiagnostica tramite Google, si sono quindi chiesti se  avessero una malattia autoimmune” racconta il Prof. Puccetti.

E’ necessario per questo fare chiarezza su alcuni punti con l’aiuto del professore.

1) Innanzitutto specifichiamo che la celiachia è una malattia autoimmune, che provoca un’infiammazione cronica all’intestino tenue, dovuta a una intolleranza al glutine. Si tratta di una malattia molto frequente che colpisce una persona ogni 100-150 circa in Nord America ed Europa.

L’incidenza stimata in Italia è alta visto che secondo l’Associazione italiana celiachia (Aic), i celiaci italiani potrebbero essere 600mila. Ma si arriva ad una diagnosi solo in un caso ogni sette persone affette da celiachia.

Attualmente sono stati diagnosticati 198.427 casi (rapporto del Ministero della Salute), con un incremento annuo molto alto pari al 9%, dovuto, pare, soprattutto al perfezionarsi degli screening.

La celiachia è quindi l’intolleranza alimentare più frequente e la stima della sua prevalenza si aggira intorno all’1% (link: www.epicentro.iss.it/problemi/celiachia/epidItalia.asp).

2) La sensibilità al glutine non celiaca è una nuova entità clinica che comprende tutti quei casi in cui un paziente ha sintomi caratteristici della celiachia, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante gli accertamenti medici escludano la presenza di malattia celiaca o di allergia ai cereali. La sensibilità al glutine sembra essere molto più frequente della celiachia e si ritiene colpisca il 6-10% della popolazione. Le manifestazioni cliniche comprendono sintomi gastrointestinali e/o extraintestinali che regrediscono con l’eliminazione di glutine dalla dieta. 

Per entrambe le situazioni esistono precisi criteri diagnostici per esempio per la celiachia esistono dei test di laboratorio che permettono di fare diagnosi quali la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi e presenza del gene predisponente DQ2/DQ8.

Per la sensibilità al glutine non celiaca la diagnosi è di esclusione, vale a dire dopo aver escluso che il paziente sia affetto da celiachia o da allergia al grano: in questo caso c’è un preciso iter diagnostico che deve essere eseguito da personale medico in centri specialistici.

Diverso è il caso di chi da se, o su consiglio di un’amico o perché ha letto articoli su internet, intraprende una dieta priva di glutine perché ritiene che il glutine faccia male e vada eliminato dalla dieta.

“Ci sono varie opinioni in proposito riguardo il fatto se faccia bene o meno eliminare il glutine dalla dieta. Personalmente penso che abbassare il contenuto di glutine in soggetti con determinate patologie infiammatorie/autoimmuni sia una scelta condivisibile, ma dovrebbe essere fatto dietro consiglio medico o di un nutrizionista” specifica il prof. Puccetti.

Se si decide di fare da sé e di privarsi di pasta e pane senza una ragione specifica non si può però sostenere che sia una scelta giusta e salutare. Anche perché oggi ognuno vuole essere medico, farsi la propria diagnosi e darsi la propria terapia, parlando di cibo non sempre a proposito” conclude il professore.

Visto quanto detto dal Prof. Puccetti possiamo quindi trarre a proposito alcune semplici conclusioni:

1) Noi siamo cio’ che mangiamo e Feuerbach aveva ragione, mangiare alimenti sani e cotti in maniera opportuna è essenziale per la salute.

2) Privarsi di pane e pasta può essere una scelta di vita, non necessariamente una scelta razionale da un punto di vita medico.

Riguardo il Prof. Antonio Puccetti

Il Prof. Antonio Puccetti si occupa di celiachia e sensibilità al glutine da oltre 12 anni e insieme al gruppo del Prof. Lunardi dell’Universita di Verona ha pubblicato lavori scientifici di fondamentale importanza per queste condizioni morbose.

Per chi volesse maggiori delucidazioni sull’argomento è a disposizione il team del prof. Puccetti alla mail apuccetti@gmail.com o tramite Whatsapp al numero 327 2591563 (martedì e giovedì).

 

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Contatti stampa:
Prof. Antonio Puccetti
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Ricerca italiana: “Identificati geni che regolano la comparsa di tumori nella sclerodermia”

Verona, 18 giugno 2018 – Ricercatori dell’Università di Verona e dell’Università di Genova, guidati rispettivamente dai Prof. Claudio Lunardi, dalla Dr.ssa Marzia Dolcino e dal Prof. Antonio Puccetti hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Immunology” i risultati di una ricerca che dimostra che nella sclerodermia, alcune molecole regolatrici (microRNA) del nostro genoma possono controllare lo sviluppo di tumori quali, ad esempio, le neoplasie mammarie, polmonari e ematologiche.

La Sclerodermia, o SSc, sclerosi sistemica progressiva, è una rara malattia autoimmune sistemica caratterizzata da:

1) alterazione del sistema immunitario con presenza di anticorpi e cellule dirette contro i nostri tessuti (reazione autoimmune)

2) vasculopatia con proliferazione e morte delle cellule di rivestimento (endoteliali) dei vasi sanguigni, proliferazione delle cellule muscolari dei vasi che comportano una ridotta circolazione e ossigenazione a livello della cute e degli organi interni (rene, intestino, polmone etc) con conseguente

3) indurimento ed ispessimento della cute e degli organi interni. Nella SSc vi può essere un aumento della frequenza di alcuni tipi di neoplasie, in particolare neoplasie mammarie, polmonari e ematologiche. La ragione di questa associazione era ancora sconosciuta.

“Nella nostra ricerca abbiamo voluto indagare se particolari fattori genetici possano giocare un ruolo nel favorire lo sviluppo di tumori nei pazienti con SSc” dice il Prof. A. Puccetti, uno degli autori dello studio.

“Attraverso un’approfondita analisi genetica condotta su 540 mila geni umani abbiamo dimostrato che le varie categorie di geni legati allo sviluppo della SSc (ad es. geni che controllano le lesione vascolari, lo sviluppo della fibrosi cutanea e degli organi interni, la risposta autoimmunitaria e infiammatoria) comprendono anche geni che partecipano allo sviluppo di tumori o che sono coinvolti nei processi di carcinogenesi” continua il ricercatore.

“Poiché si ritiene che alcune molecole regolatrici del nostro genoma, come i microRNA (miRNA), svolgano un ruolo centrale nello sviluppo delle malattie autoimmuni, neoplastiche e cardiovascolari, abbiamo valutato se specifici miRNA associati ad alcuni tumori potessero essere alterati nei pazienti con SSc. Abbiamo identificato 4 miRNA (miR-21-5p, miR-92a-3p, miR-155-5p e miR-16-5p) la cui espressione era significativamente più alta nei pazienti con SSc rispetto agli individui sani. La nostra ricerca dimostra che la presenza di particolari combinazioni di geni svolge un ruolo predisponente nello sviluppo di neoplasie in corso di SSc ed ha importanti risvolti applicativi per una migliore identificazione dei pazienti a rischio e la messa a punto di nuove strategie di medicina di precisione.

Il Prof. C. Lunardi, uno degli autori dello studio infine precisa che “l’identificazione di questi fattori genetici, nei pazienti con SSc non significa assolutamente che chi è affetto da SSc svilupperà una neoplasia: si tratta di altro piccolo passo avanti per capire alcuni aspetti poco o nulla conosciuti della malattia sclerodermica che ci aiuteranno a mettere in atto misure preventive e terapeutiche più mirate nel singolo paziente. Vogliamo altresì precisare che tali indagini non sono ancora eseguibili di routine al momento attuale” conclude il ricercatore.

 

 

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Contatti stampa:

Prof. A. Puccetti

apuccetti@gmail.com

Cell. 334 1989039

 

 

 

 

Il Prof. A. Puccetti, tra gli autori della ricerca

 

 

Morti in culla: importanti risultati per l’Italia in Scozia, alla conferenza sulla SIDS

Torino, 18 giugno 2018 – Alla recente conferenza internazionale, organizzata dalla ISPID, Società Internazionale per gli studi e la prevenzione dei decessi nel periodo perinatale e nel primo anno di vita, tenutasi a Glasgow (Scozia) dal 7 al 9 giugno 2018, si è data particolare attenzione alla prevenzione e alla ricerca sulla SIDS (Sudden and Unexpected Infant Death) e gli altri eventi correlati al sonno conosciuti come “morti in culla” .

La comunità scientifica ha selezionato tra le varie presentazioni, dei numerosi “Abstract” realizzati da 24 Paesi del mondo, i lavori realizzati dall’Associazione SUID & SIDS Italia Onlus, un associazione nazionale con sede in Torino che si occupa di ricerca, prevenzione e sostegno alle famiglie vittime di questi eventi, e dal Centro della Medicina del Sonno e della SIDS della Regione Piemonte.

Lo studio “The victimization in absence of a culprit.The limbic victim“, realizzato dall’ Associazione SUID & SIDS Italia Onlus ha assunto notevole importanza per l’aspetto psicologico delle famiglie vittime di questi eventi, permettendo di identificare per la vittimologia con il nuovo termine “Vittima limbica“, i genitori che hanno subito la perdita improvvisa e inaspettata del loro figlio a causa di eventi come la SIDS.

Lo studio ha rilevato inoltre attraverso le interviste delle famiglie di varie regioni italiane, vittime di questi eventi, come la differenza e la variabilità del percorso di vittimizzazione assuma fondamentale importanza in funzione alla gestione di questi eventi.

L’adozione di un percorso rappresentato dal “Modello Circolare“, descritto nel lavoro realizzato, dimostra come evitare che la vittima limbica (ossia il genitore colpito da questi eventi) rimanga intrappolata in un processo di disagio, di senso di colpa e di sofferenza. Il lavoro realizzato dal gruppo formato dal Responsabile del Supporto e del Sostegno alle famiglie colpite D.ssa E. Imparato e dalla Vice Presidente S. Scopelliti, in collaborazione con il Prof. Monzani dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia Dipartimento di Psicologia di Venezia, rileva l’importanza di un giusto approccio, da parte delle istituzioni coinvolte, con le famiglie colpite che vivono il senso di colpa tanto da arrivare a colpevolizzarsi pur non avendo compiuto alcun reato.

Un altro importante lavoro dal titolo “Three cases of life-threatening positional asphyxia” realizzato dall’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino tramite il gruppo di lavoro del Centro della Medicina del Sonno della SIDS, rappresentato dal Dr. Vigo, dalla D.ssa Noce e dalla D.ssa Costagliola dell’Università di Torino ha evidenziato tre situazioni, rilevati da casi esaminati, pericolose per la vita di un bambino a causa dell’alta probabilità di asfissia posizionale. Questo lavoro ha fornito importanti elementi di approfondimento sulla prevenzione dei decessi in culla (http://suidsidsitalia.com/sonno-sicuro) in caso di presenza delle situazioni evidenziate.

L’Associazione SUID & SIDS Italia Onlus (www.suidsidsitalia.com) lotta attivamente contro le morti in culla con diverse iniziative, impegnandosi a 360 gradi nella prevenzione e nella ricerca.

Tra i progetti in corso per il 2018/2019 quello di una borsa di studio a favore di un giovane medico che si impegnerà nella ‘Medicina del Sonno’, rilasciata in memoria della D.ssa Elisa Ferrero che perse la vita il 9 luglio scorso in un tragico incidente, alla donazione di strumentazioni tra cui un apparecchio di rianimazione neonatale per la Neonatologia dell’Ospedale “Carlo Poma” di Mantova e un’apparecchio per gli esami strumentali della Medicina del Sonno per il Centro SIDS della Regione Piemonte.

Presto operativi anche i corsi informativi gratuiti in partenza da fine settembre 2018 a giugno 2019, destinati alla popolazione, che riguarderanno la prevenzione del bambino da 0 a 12 mesi da eventi quali la SIDS, il soffocamento accidentale e altri eventi correlati al sonno.

 

 

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Contatti stampa:

suid.sids@yahoo.it

 

 

I rappresentanti dell’associazione SUID & SIDS Italia Onlus con la D.ssa Giulia Costagliola dell’Università degli Studi di Torino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla Camera dei Deputati l’intelligenza artificiale: “dominerà il mondo”

L’appello di accademici e industriali alla Camera dei Deputati: “L’Italia non deve perdere il treno dell’intelligenza artificiale. Chiunque diventerà leader nell’intelligenza artificiale dominerà il pianeta”.

Roma, 29 gennaio 2018 – Prima i grandi dell’impresa e della politica riuniti a Davos per il Forum economico internazionale, poi addirittura Papa Francesco: la settimana appena trascorsa sono stati tanti e autorevoli gli inviti ai governi occidentali a ragionare seriamente sull’impatto che l’intelligenza artificiale (I.A.) avrà a breve sulla nostra società e sulle nostre vite.

E’ in questo contesto che lo scorso 23 gennaio, alla Camera dei Deputati a Roma, professori universitari, ricercatori e industriali si sono riuniti per lanciare un appello anche alla politica italiana: l’I.A. può riservare opportunità per il nostro Paese, a condizione di non essere colti di sorpresa dal punto di vista culturale e legislativo.

Questo il messaggio emerso dal convegno intitolato “Le opportunità dell’intelligenza artificiale. Le nuove sfide del sistema Italia”, convocato dall’Istituto per la Cooperazione con i Paesi Esteri (I.C.P.E.) e dall’imprenditore Francesco Carlino, che si è tenuto nell’Aula dei Gruppi parlamentari.

Di fronte a quasi 150 persone, si sono alternati esperti di varia estrazione, uniti però dalla convinzione che l’Italia non debba perdere il treno dell’intelligenza artificiale.

Quello cioè degli algoritmi che consentono di ritenere superato l’adagio per cui “i computer fanno solo quello che sono programmati per fare”, proiettandoci in un’era in cui “la macchina deve apprendere da sé le regole per raggiungere il suo scopo, e tutto questo attraverso un apprendimento spesso empirico, una vera e propria esperienza”, come ha detto Carlino.

Luigi Laura, professore di Informatica alla LUISS ed editorialista della rivista online LUISS Open, ha esemplificato la rapidità assunta ormai dagli sviluppi dell’I.A. raffrontando le caratteristiche di Deep Blue – il computer della IBM che nella seconda metà degli anni 80 sfidò lo scacchista russo Kasparov – con i ritmi e le modalità di apprendimento ben più sofisticate di AlphaGo, il software per il gioco del go creato da Google a partire dal 2014.

Renato Spigler, professore di matematica all’Università Roma Tre, ha sostenuto – dati alla mano – che soltanto “un’Italia razionale” potrà fare tesoro dei radicali cambiamenti tecnologici in corso: da qui l’invito a ripensare l’istruzione e la ricerca, sia di base sia avanzata, “superando obsolete barriere tra Scienze naturali e Scienze sociali”, e tenendo a mente che “i Paesi europei che hanno ottenuto maggiori finanziamenti per progetti di ricerca nell’ambito del programma quadro dell’Ue ‘Horizon 2020’ – i quali in genere hanno una forte connotazione applicativa – sono quelli che hanno investito di più in ricerca di base su scala nazionale”.

Alla “necessaria collocazione europea” dell’Italia ha fatto riferimento nel suo intervento anche Giuseppe Morabito, Generale in congedo dell’Esercito italiano e direttore della NATO Defense College Foundation. Di fronte alle considerazioni svolte nel 2017 dal presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale “chiunque diventerà leader nell’intelligenza artificiale, dominerà il pianeta”, e alla luce delle ambizioni dichiarate dalla Cina di voler primeggiare nel settore dell’I.A. entro il 2030, Morabito ha brevemente ricostruito la competizione militare e geopolitica in corso nel settore, chiedendosi infine quale possa essere il “level of ambition” dell’Italia.

Sul fronte imprenditoriale, sono intervenuti Alessandro Musumeci, presidente del Club Dirigenti Tecnologie Informatiche, Fabrizio Dughiero, Prorettore dell’Università di Padova, e Rodolfo Cetera della Confindustria di Padova: il primo ha ricordato come – anche grazie agli incentivi per l’Industria 4.0 – il nostro Paese abbia oggi significative potenzialità di sviluppo tecnologico nei settori dei trasporti, dell’agroalimentare, della valorizzazione dei beni culturali e delle banche; il professore Dughiero, sempre a proposito della cosiddetta Quarta Rivoluzione industriale, ha invece analizzato l’esperienza nascente del Competence Center, incubatore di eccellenza in cui convergono università, ricercatori e imprese venete per favorire innovazione e internazionalizzazione delle aziende;

Il dottor Cetera, alla luce di ciò, ha ipotizzato un nuovo ruolo per la Confindustria, proprio come volano e diffusore di best practice nel campo dell’intelligenza artificiale tra le imprese più piccole che altrimenti potrebbero faticare a fare tesoro di questo nuovo paradigma.

Gli avvocati Annibale Schettino e Carlo Mustone hanno introdotto un tema di rilievo specialmente per il legislatore: dalla tutela della privacy al diritto penale, si può davvero sostenere che il nostro ordinamento giuridico sia all’altezza dei tempi dell’intelligenza artificiale?

Anche in questo caso, il quadro attuale non è esclusivamente a tinte fosche, ma lo scenario futuro potrebbe complicarsi se il legislatore, già subito dopo le elezioni politiche del prossimo 4 marzo, non riterrà di inserire queste riflessioni tra quelle di portata strategica per l’Italia.

Da ultimo Stefano Crisci, Professore di Market Regulation e Diritto del Turismo all’Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Economia, ha evidenziato gli aspetti travolgenti e positivi dell’I.A. che fa già parte del nuovo mondo (new normal) ed ha posto l’accento sulla necessità della formazione a tutti i livelli e categorie, sin dai primi anni di scuola. il paese ha sostenuto, il Professor Crisci, deve fare “sistema” in europa e nel mondo.

Ê quindi imperativo, che imprese, università e governo, cooperino tra loro per far sì che l’Italia non perda l’occasione di diventare uno dei Paesi che contribuiscono alla armonizzazione legislativa, scrivendo e progettando gli algoritmi che regoleranno l’I.A. nei vari settori, nutrendoli dei principi e valori appartenenti al nostro patrimonio storico e culturale, affinché si possa sempre di più vivere in un mondo competitivo, ma regolato, avendo sempre al centro l’uomo, che è al contempo attore e consumatore finale.

 

Qui il video delle interviste integrali (link: https://www.youtube.com/watch?v=NqyAvto5_mU):

 

Morti infantili: a Torino concerto natalizio “Dolci Note per Elisa”

A Torino il concerto natalizio “Dolci Note per Elisa” per promuovere una borsa di studio per la prevenzione delle morti infantili, in ricordo della Dott.ssa Elisa Ferrero

Torino, 11 dicembre 2017 – A favore del “Centro della Medicina del Sonno e della SIDS della Regione Piemonte” che opera presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino si terrà domenica 17 dicembre alle ore 17.00 presso la Basilica Corpus Domini di Torino iI concerto natalizio “Dolci Note per Elisa”.

Un concerto organizzato dall’Associazione SUID & SIDS Italia Onlus, patrocinato dalla Regione Piemonte con la collaborazione della Città di Torino, in particolare del Centro di Cultura per l’arte e la creatività di ITER, che quest’anno ha voluto concedere l’esibizione del loro Coro “Il Trillo” allo scopo di fornire gratuitamente la loro disponibilità per la raccolta fondi per una “Borsa di Studio, in ricordo della Dott.ssa Elisa Ferrero”.

Una borsa di studio con cui si desidera fornire una continuità dell’operato realizzato dalla D.ssa Elisa Ferrero, che ha perso la vita il 9 luglio 2017 a causa di un drammatico incidente in Val di Susa.

La D.ssa Elisa Ferrero è stata una valida risorsa per il Centro della Medicina del Sonno e della SIDS, il suo lavoro ha contribuito a fornire al Centro un eccellente risultato che nel 2016 ha permesso alla Società Internazionale per lo Studio e la Prevenzione della mortalità infantile (ISPID) di selezionare tre importanti studi scientifici (“SIDS and altitude””  – “SUID and Rotavirus” – “ALTE and vaccination”), realizzati dal gruppo con alla guida il responsabile del Centro Dr. Alessandro Vigo.

Studi presentati alla presenza di 21 paesi alla Conferenza Internazionale al “Congreso Internacional Muerte Intrauterina y Sindrome de Muerte Subita del lactante” tenutasi a Montevideo, Uruguay.

La borsa di studio in ricordo di Elisa, da destinare ad un giovane medico nei primi mesi dopo la laurea, si spera a partire dal 2018, che andrà a garantire e ad alimentare nel tempo il prezioso lavoro di ricerca e di prevenzione nel campo specifico delle morti improvvise nel primo anno di vita da parte del  Centro della Medicina del Sonno e della SIDS.

Accompagnati dalle voci degli artisti del coro “Il Trillo”, un coro nato da più di 20 anni all’interno dell’omonimo laboratorio musicale dell’istituzione torinese per una educazione responsabile, denominato “Iter”, dell’assessorato all’Istruzione e all’edilizia scolastica della Città di Torino, composto da educatrici di nidi e insegnanti di scuole materne e primarie, dirette dalla Sig.ra Gemma Voto.

“Con questo progetto desideriamo permettere negli anni futuri a molti altri neolaureati in medicina di muovere i primi passi della loro professione, nell’attesa dell’ingresso in una scuola di specializzazione, nel campo della medicina del sonno pediatrica al fine di portare avanti l’operato di Elisa ed i suoi desideri” dicono i promotori della borsa di studio.

“Con questo evento benefico si desidera offrire alla popolazione un momento di piacevole ascolto musicale, e rendere l’atmosfera delle feste natalizie ancora più magica e calda attraverso la musica che si offre allo scopo di valorizzare ancor di più la solidarietà, proponendosi come forte stimolo per la realizzazione di progetti di utilità sociale” continuano gli organizzatori dell’iniziativa..

Il concerto a ingresso gratuito si terrà domenica 17 dicembre 2017 alle ore 17.00 presso la Basilica Corpus Domini sita in Torino Via Palazzo di Città n 22 .

Viste le finalità benefiche si invita tutti a partecipare a questo evento gratuito per dare grande valore alla solidarietà e soprattutto grandi speranze nella riuscita di un importante progetto.

Riguardo SUID & SIDS

SUID & SIDS Italia Onlus, nata a Torino il 29 Febbraio del 2016,  è un associazione nazionale composta essenzialmente da genitori che hanno subito la perdita del proprio figlio, nel primo anno di vita, a causa della morte improvvisa e inaspettata,  ed in gran parte proprio a causa della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), comunemente conosciuta come “morte in culla”,  vive di fondi derivanti da donazioni e dall’organizzazione di manifestazioni culturali e ricreative. L’Associazione si occupa di sostenere le famiglie colpite  e di incentivare la ricerca e la prevenzione atte alla riduzione della mortalità infantile a causa dei decessi improvvisi e inaspettati dei bambini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Locandina in PDF:

Suid&Sids_Concerto_Dolci Note per Elisa_2017

 

 

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CONTATTI STAMPA:

Associazione SUID & SIDS Italia 
Presidenza e Vicepresidenza Torino 
Tel (+39) 3392144619 
Presidente Floriana Diviccaro 
Vice Presidente Sonia Scopelliti 
Associazione SUID  & SIDS Italia 
Via Brandizzo, 91/a  · 10154 · TORINO
Helpline : (+39) 3711144022  

Arriva NEUROSpritz, l’evento che avvicina la neuroscienza alla gente

Roma, 20 febbraio 2017 – La neuroscienza si veste di festa e si fa popolare per avvicinare la ricerca di base alla gente, grazie a  Neurospritz, un evento organizzato a Roma da ricercatori delle neuroscienze per diffondere maggiore cultura sulla materia.

Un evento che ha obiettivi ambiziosi e che vede l’organizzazione di aperitivi serali con l’intento di far conoscere al grande pubblico come funziona il nostro cervello. L’aperitivo non è solo un momento ludico ma anche un momento formativo e informativo in cui la divulgazione scientifica si avvicina alle persone in modo interattivo.

La gente si avvicina incuriosita e partecipa attivamente stimolata da esperti del settore con video, giochi e comicità.

Vengono affrontate di volta in volta tematiche differenti come ad esempio: Cervello e Arte, Cervello e Cioccolato, Cervello e Profumi, Cervello e Cibo, ecc., così come riassunto anche nell’immagine visuale della “word cloud” NEUROspritz, la nuvola della locandina che contiene tutti i temi dei sette incontri pianificati in questa prima fase.

Nel secondo degli appuntamenti, che si terrà il 22 febbraio al Rec23 (al quartiere Testaccio in Piazza dell’Emporio 2), si tratterà il tema Cervello e Sesso,

NEUROSpritz ha come obiettivo futuro quello di diventare un evento periodico fisso di divulgazione scientifica e di raccolta fondi per poter promuovere borse di studio e progetti di ricerca nell’ambito delle Neuroscienze.

Oltre all’evento mensile, dunque, l’argomento del mese, oggetto dell’aperitivo, viene anticipato con una pillola informativa giornaliera, frutto del lavoro di ricerca del gruppo di lavoro che affianca i 3 ricercatori promotori di NEUROspritz: Isabella, Marco e Massimo:

  • Isabella Imbimbo: psicologo specializzanda in psicoterapia gestalt analitica. Ricercatore scientifico in ambito riabilitativo per le malattie neurodegenerative presso la Fondazione Don Carlo Gnocchi di Roma.
  • Marco Feligioni: ricercatore nell’ambito delle Neuroscienze, dirige un laboratorio di ricerca di base sulle malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Amiotrofica Laterale, etc…) all’Istituto EBRI di Roma.
  • Massimo D’Angelo: Statistico Metodologo in progetti di ricerca sulle malattie di Alzhiemer e Parkinson, PMP (PMI), esperto di  tecnologie social media e cognitive services ma soprattutto Pittore emozionale.

Neurospritz si propone quindi non solo di rappresentare un meta-sistema divulgativo e informativo unico nel suo genere ma anche di sfruttare la comunicazione come strumento visuale e la tecnologia attraverso un sw implementato dal gruppo di lavoro in grado di riconoscere le emozioni (face reading).

La pagina Facebook all’indirizzo www.facebook.com/neurospritz.it è il canale ufficiale per comunicare con chi segue Neurospritz.

 

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Contatti:

Ufficio Stampa Comunikiamo

Sandra Manzi

Mob 327.05.85.088

 

 

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