Milano, 26 agosto 2020 – Tutti conosciamo LinkedIn, il social network professionale che si rivela particolarmente utile per individuare nuove importanti possibilità lavorative. Tra i tanti servizi e strumenti offerti da questo peculiare social network c’è anche il Workforce Confidence Index, ovvero l’Indice di fiducia della forza lavoro, che si presenta come un’istantanea del sentiment dei lavori.
L’indice viene aggiornato regolarmente, e nel caso del nostro Paese coinvolge oltre 1.000 lavoratori iscritti alla piattaforma, raccogliendo principalmente le loro sensazioni riguardanti la ricerca o il mantenimento di un posto di lavoro.
Andando a tracciare in modo continuativo il sentiment dei professionisti, il team di LinkedIn mira a capire come cambia nel tempo la fiducia dei lavoratori. E gli ultimi dati resi noti ci dicono che l’emergenza sanitaria ha corretto verso il basso la già scarsa fiducia degli italiani in merito alla possibilità di ottenere un nuovo lavoro o di mantenere quello attuale.
Più nello specifico, l’ultimo Workforce Confidence Index fissa la fiducia dei dipendenti italiani a 33, su una scala che va da -100 e +100 (basti pensare che a giugno il dato finale era di 35 punti).
Va sottolineato il fatto che questo dato cambia leggermente ma in modo significativo tra un settore e l’altro: se infatti nel settore finanziario si parla di uno score individuale medio di 37 punti, punteggio più alto in Italia, dall’altra parte dell’indice si trovano i lavoratori che ripongono meno fiducia nel presente, ovvero i professionisti dei media e delle comunicazioni, che esprimono uno score di soli 28 punti.
«I dati rilevati da LinkedIn rispecchiano in modo abbastanza fedele, come spesso accade, la realtà che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro al fianco dei candidati» spiega Carola Adami, founder e CEO della società di selezione del personale Adami & Associati, aggiungendo che «il livello di fiducia cambia però in base a tanti criteri differenti. In linea di massima, per esempio, i dipendenti più fiduciosi sono in genere i lavoratori senior delle grandi aziende, laddove invece i Millennials ripongono solitamente una fiducia ridotta nel futuro».
Che cosa possono fare le persone che sono alla ricerca di un nuovo lavoro durante questo periodo delicato per aumentare le possibilità di essere scelte?
«Valgono anche in questi mesi le regole auree di sempre: aggiornare e migliorare le proprie competenze, rivedere costantemente il proprio curriculum vitae e impegnarsi nell’ampliare il proprio network di contatti» spiega l’head hunter, precisando che «la nostra società, oltre a proporre quotidianamente nuove ricerche di personale presso imprese italiane e internazionali, offre dei servizi mirati ai candidati, come per esempio il servizio di career coaching, la consulenza per la revisione del curriculum vitae e quella per l’orientamento professionale».