Roseto degli Abruzzi, 3 aprile 2017 – I gatti Bengala sono dei piccoli leopardi domestici dal manto super wild e selvaggio, e l’associazione Khoomfay lotta per la loro salvaguardia.
Questi gatti nascondono un carattere straordinariamente buono e dolce, sono ibridi, ottenuti incrociando un normale gatto domestico, con un piccolo leopardo che si trova per lo più nelle foreste dell’Asia meridionale.
Assomigliano, anche se non appartengono alla stessa famiglia felidae, al famoso gatto Baboo dell’artista Salvador Dalì, artista spagnolo famoso per i suoi lunghi baffi girati all’insù. Lui amava accompagnarsi nei famosi salotti perbene, col suo amico felino diventato famoso in tutto il mondo.
E chi se non un artista, poteva scoprire questa rara e pregiata razza di gatti, nata in America mezzo secolo fa?
Lei si chiama Tonietto Luisa Albachiara, famosa artista concettuale e riconosciuta restauratrice. Eclettica e singolare, conosciuta e definita in Giappone come “La Tessitrice di Anime” , per la sua particolare tecnica pittorica e per la sua sensibilità che oltrepassa la materia per inoltrarsi in quel mondo impalpabile che solo pochi artisti riescono a raggiungere, l’anima della gente.
Schiva e felina nel suo modo di fare, tipico degli artisti, Albachiara non trova confini nella sua vita, e quando incontra qualcosa che la affascina, si lascia trasportare dalle emozioni e dagli eventi.
Esattamente quello che le è accaduto in un viaggio di lavoro nel Caucaso, quando, impegnata nel restauro di alcune chiese di proprietà di una famiglia reale, si trovò faccia a faccia con un leopardo asiatico.
L’artista descrive il suo incontro come uno dei momenti più affascinanti e dirompenti della sua vita.
Una scena che si può immaginare solo in un film. Una piccola chiesa bizantina immersa in una foresta, un’ artista impegnata nel recupero di un affresco antico, e un piccolo felino maculato che spunta dalla finestra con un cucciolo in bocca.
Da questo magico momento, l’artista veneta inizia ad interessarsi a questa razza felina molto rara e quasi in via di estinzione, fino a scoprire che da questo gattone selvatico, si ottiene una splendida razza ibrida di gatti, riconosciuta e legale.
Inutile raccontarvi che dopo pochissimo tempo, a casa dell’artista arrivò una coppia di gatti bengala provenienti dall’America.
Sono passati vent’anni e l’allevatrice-artista seleziona gatti bengala ottenendo risultati a dir poco incredibili.
Siamo stati a trovarla in Abruzzo dove da poco tempo ha acquistato una proprietà immersa all’interno della riserva naturale del Borsacchio, dove sta ricreando una nuova oasi per i suoi felini.
Da poco ritornata da un recente viaggio a Singapore, nell’estrema punta meridionale della penisola Malese, Tonietto Luisa Albachiara, risulta tra i massimi esperti italiani che studiano la vita del piccolo felino chiamato Leopardo Asiatico e dei suoi discendenti ibridi, cioè i gatti bengala.
La poliedrica Albachiara oltre ad essere impegnata nella selezione della razza del gatto bengala, si occupa da molti anni della difesa dei piccoli felini selvatici come il leopardo asiatico.
Ci racconta dei suoi viaggi nei paesi dove il rischio di estinzione di questo leopardo è altissimo, come la Malesia e anche nel piccolo stato di Singapore. Qui il bracconaggio e del disboscamento delle foreste stanno mettendo a serio rischio le popolazioni feline locali.
Il gatto leopardo è di dimensioni simili a un gatto domestico ed è un predatore, caccia piccoli animali come ratti, lucertole e uccelli ed in questo paese si stanno sviluppando aree per proteggere la biodiversità di questi luoghi unici al mondo.
Tonietto Luisa collabora con un gruppo di naturalisti ed esperti che studiano la vita del leopardo asiatico all’interno della Sungei Buloh Wetland Reserve, una riserva naturale che si estende per 350 ettari distribuiti tra foreste, paludi e mangrovie.
“In questa riserva è possibile ammirare il piccolo leopardo asiatico nel suo habitat naturale. E qui esiste un centro veterinario e riabilitativo gestito e sostenuto dall’Associazione Khoomfay” ci racconta l’artista.
Il Centro Paya Simpanan raccoglie ogni giorno piccoli felini selvatici recuperati dalle forze di polizia locale specializzate nella lotta contro i bracconieri e portati al centro per essere reintrodotti nella Riserva.
“Le pellicce del leopardo asiatico sono molto richieste in tutto il mondo e vengono facilmente commerciate come pellicce di gatto, eludendo controlli e arrivando nei mercati d’oltre oceano contese da stilisti e produttori di abbigliamento.
Il bracconaggio spesso è l unica fonte di sostentamento per moltissime famiglie molto povere di queste aree del mondo, e il lavoro di sensibilizzazione è molto difficile”, spiega l’artista veneta.
L’ Associazione Khoomfay nel 2016 ha sostenuto un progetto di studio sul Leopardo Asiatico: lo scopo era quello di capire quanto la drastica diminuzione delle foreste stia modificando l’habitat del Leopardo Asiatico nelle zone della penisola Malese e quanto stia aumentando il rischio di estinzione.
“Abbiamo scoperto che il leopardo asiatico si sta piano piano spostando dalle aree interne delle foreste, verso le piantagioni di palma da olio” spiega Tonietto Luisa Albachiara.
Le foreste di quest’area del mondo vengono spesso incendiate per creare nuove coltivazioni di palma che rappresentano una tra le prime colture del paese, e le conseguenze sono disastrose.
Questo piccolo felino nelle foreste, cioè nel suo habitat naturale, conduce una vita notturna e si nutre prevalentemente di uccelli, insetti e lucertole.
La distruzione delle foreste lo ha indotto a spostarsi verso le piantagioni di palma da olio dove la fauna è molto diversa da quella che popola le foreste.
Il leopardo asiatico si è quindi adattato a cacciare di giorno e non più di notte, e a nutrirsi dei numerosi topi e ratti che popolano queste piantagioni.
Nonostante questo felino rientri nella fascia di animali a serio rischio di estinzione anche nella penisola malese, con questo studio ci ha dimostrato che il suo spirito di adattamento potrà scongiurare, almeno a breve termine, di raggiungere il livello rosso di pericolo estinzione.
“Questa ricerca è stata molto importante per studiare l’Alc e per censire questi felini che sono stati quantificati in 89,4 individui ogni 100 chilometri quadrati, un dato molto importante mai catalogato prima d’ora.
Sono molto soddisfatta che i nostri sforzi come Associazione abbiano potuto aiutare questi esperti studiosi a documentare la vita di questo meraviglioso felino poco conosciuto, se non per la sua morbida pelliccia” continua Tonietto Luisa Albachiara.
“Siamo una piccola Associazione, che esiste grazie alle proprie forze, ma nel suo piccolo riesce a sostenere tanti piccoli progetti locali che in questi paesi asiatici. Ci battiamo per mettere in salvo le biodiversità e le specie in via di estinzione come il Prionailurus Bengalensis, il progenitore del gatto bengala.
Dobbiamo lottare per salvare ogni specie che si trova sulla terra, è un nostro obbligo morale, perchè tutte queste meraviglie che abbiamo avuto la gioia di vedere noi, le possano vedere anche le generazioni future” conclude la paladina dei felini.
Artista nel cuore, e artista nell’anima.
Per saperne di più sui gatti bengala consigliamo il blog www.ilgattobengala.it/blog ed il sito internet www.allevamentogattibengala.it.
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