Arte: a Viterbo la mostra “MIMESIS”, con l’iperrealismo nigeriano

Viterbo, 31 gennaio 2023 – Sabato 4 febbraio 2023 si inaugura presso la Black Liquid Art Gallery di Viterbo la mostra “Mimesis” con cinque giovani artisti nigeriani, a cura di Antonella Pisilli.

Imitare o creare, eguagliare o superare la natura, nella mostra Mimesis cinque giovani artisti Olamilekan Abatan, Alex Peter Idoko, Joseph Chimerie; Nebolisa Kelly e John Hopex, provenienti dalla Nigeria dipingono la realtà più vera della realtà stessa e portano avanti il concetto di iperrealismo che caratterizza negli ultimi anni la giovane arte contemporanea nigeriana.

Viviamo in un’epoca in cui è difficile distinguere tra reale e virtuale, ciò che nel recente passato si prefigurava un futuro distopico solo nei film di fantascienza oggi quel mondo si sta definendo in modo sempre più chiaro e già adesso nel metaverso è possibile operare sui sensi per influenzare la nostra percezione del reale, con difficoltà riusciremmo a distinguere ciò che è vero e ciò che è virtuale.

I giovani artisti nigeriani si pongono nel crocevia del concetto di rappresentazione della realtà e superamento di questa, costruiscono inconsapevolmente una nuova estetica che va al di la della semplice rappresentazione, superano il realismo fotografico e si pongono come creatori di nuovi personaggi e dove anche la “risoluzione” supera e travalica la perfezione della realtà.

Avvicinarsi ai quadri di Olamilekan Abatan o di Nebolisa Kelly significa penetrare nell’ epidermide del soggetto, significa vivere una nuova esperienza, immergersi in una realtà nuova, reale, ma allo stesso tempo immaginaria.

Rudolf Arnheim affermava come la percezione umana produca significato dalle nostre esperienze con il mondo che ci circonda e che tutta l’espressione artistica si basa su questo processo di appropriazione della realtà così come la vediamo attraverso i nostri sensi e la nostra comprensione.
Ed è in questo processo nel quale l’arte diventa il mezzo in grado di dare alla percezione dell’osservatore la possibilità di interpretare il proprio universo e non la sua esclusiva rappresentazione, provocando in ciascuno di noi delle sollecitazioni e delle percezioni diverse, capaci di cambiare la nostra idea e il nostro percepire.

La mostra Mimesis è un tentativo di catturare e rappresentare non solo il mondo che circonda gli artisti ma anche tutte le migliaia di immagini che attraverso il web arrivano ai loro occhi.
Gli artisti nigeriani attraverso il loro iperrealismo creano un ambiente che simula la realtà fisica in luoghi immaginari.

Maestro dell’iperrealismo nigeriano è sicuramente Olamilekan Abatan la sua è un’operazione di assimilazione dell’estetica classica occidentale rielaborata con un linguaggio nuovo contemporaneo e africanizzato attraverso l’uso dei wax. Nei suoi lavori i personaggi rievocano quelli dei grandi maestri del rinascimento, mostra il santo o la madonna in posizione classica, ma li attualizza, attraverso un abbigliamento contemporaneo.

Nell’opera “Deadly sin” il riferimento a Caravaggio è indubbio, ma come il grande maestro che si era servito della lezione dei ‘grandi’ anche Abatan riprende l’impostazione di due capolavori del maestro dei Seicento in un mix tra “Medusa” e il “Bacco adolescente” , riattualizza l’impostazione sostituendo il volto del personaggio con un suo autoritratto e inserendo degli oggetti contemporanei, un orologio d’oro che simboleggia il potere e uno smartphone simbolo del nostro secolo.
La sua non è solo una rivisitazione dei capolavori della cultura classica, ma è una messa in scena di nuove realtà.

L’opera di Alex Peter Idoko potrebbe essere paragonata ad un rituale magico nel quale l’artista attraverso la cerimonia del fuoco, crea delle immagini sorprendenti, ma ciò che rende ancora più stupefacente il suo lavoro è la capacità di usare il pirografo rendendo le figure con una precisione iperrealista.

Il lavoro di Peter Idoko colpisce per la capacità che la materia bruciata acquista nell’opera in “Strive” il soggetto e la tecnica si confondono il personaggio in primo piano soffia verso il fuoco, l’inquadratura dal basso potenzia il contenuto, il calore del fuoco sembra uscire fuori dal quadro sentiamo invaderci dal calore delle fiamme, ci distoglie l’attenzione, solo il personaggio con la testa poggiata sulla spalla del soffiatore, qual è il suo ruolo nella storia?

È allora che l’immagine in un turbinio di idee comincia a prendere forma si catapulta verso nuove aspettative, l’artista non sta solo rappresentando un atto, ma sta raccontando un sentimento, una sensazione.
Idoko pensa che attraverso il fuoco può dominare la materia della sua tavola, attraverso il fuoco può purificare, sottilizzare e raggiungere il livello più alto, fino alla luce che è essenza universale e la più immateriale delle immagini.

Joseph Chimerie usa il colore con sfumature così impalpabili e morbide come se fosse un maquillage sul volto di una modella. La sua è un’opera che si potrebbe definire fashion, ma non nell’accezione di moda, ma di eleganza. Le sue figure sono avvolte nella profondità prospettica come se fossero all’interno di una scatola magica e si potessero prelevare e muovere. La plastica delle forme è realistica e i personaggi che rappresentano la scena sono delicati, raffinati e si muovono come su una passerella. La sua è una messa in scena di una realtà ovattata con personaggi di attraente bellezza dei volti e dei corpi, nelle delicate armonie dei colori, in uno spazio fisico anch’esso pervaso da una luce e da una sinuosa eleganza, anche l’acqua della piscina increspata dalla brezza acquista attraverso la schematizzazione delle onde un ritmo musicale intenso e armonioso.

Nebolisa Kelly è l’artista iperrealista nigeriano per eccellenza, sia per i suoi soggetti sia per la tecnica, ci sono tutti gli elementi: i ritratti in formato magnum, l’acqua che invade il volto, l’utilizzo del chiaroscuro denso e sostanzioso di particolari.

L’opera di Nebolisa può essere vista su tre piani diversi sia sullo spazio fisico che su quello contenutistico. Ad una certa distanza l’opera appare di un realismo fotografico quasi palpabile, il soggetto sembra quasi uscire dal quadro e prendere forma e materia, ad una visione più ravvicinata colpisce la superficie, il soggetto si appiattisce e l’osservatore diventa piccolissimo e riesce ad entrare nell’epidermide della pelle, a sentire il vuoto dei pori e la freschezza dell’acqua che scorre sul volto, la ruvidezza della stoffa degli abiti, tutto è rappresentato con un tale realismo e una tale oggettività che non dipende più dall’acutezza dell’occhio, ma da una maniacale ricerca di oltrepassare la realtà stessa.

Ed è questa ricerca di perfezione che ci fa raggiungere il terzo livello di visione che non è più quello visivo, ma quello concettuale, dalla volontà di vedere e rappresentare le cose come sono, l’artista ci racconta la ricerca sempre più spasmodica verso il più minuzioso e impercettibile particolare, per raggiungere la perfezione e per riuscire ad uscire dall’anonimato nel quale l’artista si sente ingabbiato.

Guardare un ritratto di John Hopex è come fermare il tempo, i suoi lavori sono sospesi in un’epoca indefinita, una bellezza e una perfezione universale che manifesta rappresentando ogni singolo dettaglio con maniacale precisione, imprigionando la luce e le ombre come se fossero materia viva.

In “Butterfly” il soggetto è inserito su uno sfondo bianco, neutro, il volume della figura si definisce attraverso la linea precisa delle spalle e della testa, i particolari del copricapo e della collana minuziosamente intagliata vengono colpiti dalla luce vibrante che crea sul corpo un volume di ombre. Ma sono le farfalle colorate che estraniano l’osservatore e catapultano il soggetto in uno spazio tra il bucolico e il surreale. Ed è l’elemento estraniante colorato, ancora più evidente nell’opera “Apple” dove le mele sospese nello spazio trasformano l’opera da iperrealista a surreale e ci catapultano in una realtà sospesa e immaginaria.


TITOLO: MIMESIS
ARTISTI: Olamilekan Abatan, Alex Peter Idoko; Joseph Chimerie, Nebolisa Kelly, John Hopex
LUOGO “Black Liquid Art – Via San Tommaso, 55 – Viterbo” 
CURATORE Antonella Pisilli
INAUGURAZIONE 4 febbraio 2023 ore 18.00
ORARIO DI APERTURA 4 febbraio – 1 aprile 2023

 

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Contatti stampa:

PRESS OFFICE 339 7865017

blackliquidart@gmail.com

 

Nebolisa Kelly, “On the moon”

 

 

Olamilekan Abatan, “Deadly sin”, 2022

 

Arte africana: arriva ‘Physiologus’, la mostra dell’artista Soly Cissè

Viterbo, 28 novembre 2018 – Il 15 dicembre prossimo presso la Kyo Noir Studio di Viterbo arriva un nuovo atto di ‘Ex Africa Semper aliquid novi‘, con l’artista senegalese Soly Cissè in una mostra dal titolo ‘Physiologus’, a cura di Antonella Pisilli.

Se neghiamo che nell’attuale condizione storica, l’arte non è più un mezzo per comunicare la nostra contemporaneità, la pittura ne è sicuramente il mezzo più lontano per raccontare l’oggi.
Pur tuttavia la pittura rimane ancora la più sensibile e il mezzo più adatto ad appropriarsi della spinta interiore dell’artista e trasmettere il sentimento umano più profondo.

La materia è il divenire continuo del reale e dell’essere, la materia ha la capacità di mostrare il proprio passato, trasformarsi e diventare futuro e di essere e manifestare il proprio presente.

Nell’opera di Cissè la materia diventa esistenza, che non riesce a riconoscersi e prendere coscienza del sé, che non definisce un tempo o un luogo, ma rappresenta il moto e l’esperienza fugace dell’essere.
Cissè dispone la materia pittorica direttamente sulla tela in strati spessi che si aggrovigliano: un attimo con gesti violenti e decisi e un attimo dopo delicatamente come un soffio leggero.

La pittura diventa moto esistenziale che alterna il flusso della materia viva e pura, dalle quale emergono come impigliati e prigionieri delle creature fantastiche e chimeriche, facendo assumere all’artista l’autorità di un immaginario Physiologus.
Physiologus non inteso come studioso della natura, ma come interprete sublime della natura.

Le creature fantastiche che abitano i quadri di Cissè lottano per trasformarsi da esseri informi a figure reali, che attraverso l’immaginazione della nostra mente si materializzano da puri segni illeggibili in raffigurazioni del pensiero astratto del nostro subconscio.

La mostra Phisiologus rappresenta un viaggio all’interno del nostro animo più profondo, un viaggio nell’inconscio, ma per riuscire a percorrere il viaggio è necessario guardare l’opera nel profondo, immergersi nelle pieghe della pittura, nelle tracce di colore che sfumano verso l’interno, ed abbandonarsi in una totale e sublime contemplazione.

La mostra, accompagnata da un video inedito con l’intervista realizzata da Antonella Pisilli all’artista, sarà inaugurata il 15 dicembre prossimo alle ore 18, e sarà aperta su appuntamento dal 16 dicembre 2018 al 26 gennaio 2019.

 

Mostra ‘Physiologus’, di Soly Cissè

Kyo Noir Studio

Via Maria SS Liberatrice 14 – Viterbo

Inaugurazione 15 dicembre ore 18
Aperta su appuntamento dal 16 dicembre 2018 al 26 gennaio 2019

 

Per informazioni:

Email: kyonoirpress@gmail.com

Tel. 333 9647300

 

 

 

 

 

Soly Cissè -Physiologus

 

 

 

 

 

 

 

 

A Cersaie 2018 la nuova serie Civitas e The One di Art Ceram, ora su Jo-Bagno.it

Civita Castellana, 11 ottobre 2018 – Alla appena trascorsa edizione di Cersaie 2018, il Salone Internazionale della Ceramica e dell’Arredobagno che si è concluso a Bologna pochi giorni fa, sono state protagoniste diverse aziende di ceramiche che operano a Civita Castellana, in provincia di Viterbo.

Una città conosciuta per le sue aziende che lavorano la ceramica, un materiale dalle caratteristiche straordinarie.

Una filiera in cui a spiccare è il negozio online Jo-Bagno.it, che ogni giorno dalla cittadina viterbese propone e vende via internet arredo bagno in tutta Italia e all’estero, un tempio del settore, sempre pronto a proporre nuove proposte e nuovi stili.

In tanti, nel mondo, si fidano di quello che Jo-Bagno.it propone, come ad esempio le nuove serie Civitas e The One di Art Ceram, presentate proprio a Cersaie 2018, il Salone Internazionale della Ceramica e dell’Arredobagno.

Si tratta di 2 serie di ceramica sanitaria molto particolari. 

Civitas si occupa di ridisegnare in maniera contemporanea il modello della colonna classica, per poi applicarlo ai sanitari. Lo spazio in verticale viene ridefinito attraverso cure e superfici in maniera proporzionata.

La base è di forma ottagonale e si contraddistingue per delle fasce che hanno una funzione decorativa. Sulla colonna è appoggiato un catino ovale.

Da urlo anche la serie The One, coni sanitari caratterizzati dal bordo fine e da sedili senza cerniere che integrano perfettamente gli elementi fondamentali della tecnologia rimless.

Articoli che riducono il bordo ai minimi termini, con la possibilità di ottenere per i sanitari delle dimensioni estremamente compatte, adattandosi perfettamente allo stile di chi vuole il contemporaneo dalle linee essenziali, e alle esigenze di arredare bagni dalle dimensioni ridotte.

Altra serie presentata al Cersaie, che è piaciuta anche ai visitatori è stata la Cartesio, che si contraddistingue per un suo stile grafico ispirato in maniera precisa agli anni ’80. 

Un ampio pubblico entusiasta ha potuto ammirare dal vivo queste nuove serie di articoli sanitari, che ora sono in bella mostra direttamente su www.Jo-Bagno.it.

 

 

 

 

 

 

La grande arte contemporanea africana in mostra a Viterbo per “Ex Africa Semper Aliquid Novi”

Viterbo, 14 ottobre 2016 – Si inaugurerà il 15 ottobre alle ore 18:00 a Viterbo presso il Kyo Noir Studio (Via Maria Santissima Liberatrice, 14) la nuova serie di mostre della “Ex Africa semper aliquid novi” create per far approfondire al grande pubblico l’arte e gli artisti contemporanei africani, protagonisti negli ultimi anni della scena artistica internazionale. Titolo, quello della mostra, tratto dalla citazione di Plinio il Vecchio che dal latino significa “dall’Africa sempre qualcosa di nuovo” e che vuole essere l’incipit di tutta la serie di mostre ed eventi che per questa c continuerà fino al 3 dicembre 2016 con visite su appuntamento.

Il secondo Focus on è su Esther Mahlangu pittrice nota a livello internazionale che ha partecipato alle più importanti esposizioni da Magiciens de la Terre ad Africa Remix ed è presente nelle più importanti istituzioni, musei e collezioni private nel mondo.

Le sue opere sono apprezzate anche nel suo paese il Sudafrica, dove è molto famosa. Partendo da Mabhoko, il villaggio dove vive, ha girato il mondo per far conoscere la tradizione pittorica Ndebele.

Come da pratica locale Esther comincia a dipingere giovanissima sotto la guida della nonna e della madre, tali dipinti decorano le case delle abitazioni e vengono rinnovati in occasione del rito di passaggio degli uomini all’età adulta ed infatti la tradizione pittorica era affidata esclusivamente alle donne. Oggi Esther Mahlangu come ha affermato durante l’intervista ad Antonella Pisilli, ha trasferito tutte le sue conoscenze sia alle ragazze che ai ragazzi della sua tribù per formare un piccolo esercito di persone in grado di decorare in stile Ndebele ogni luogo in giro per il pianeta, questo permetterà alla sua arte e la sua cultura di diffondersi nel tempo.

Il classico dipinto Ndebele, risulta dalla combinazione di moduli formali geometrici, la forma triangolare è ripetuta con una certa regolarità, le figure realizzate attraverso un netto tratto nero su fondo bianco, i colori interni sono piatti e molto vivaci con un’alternanza e simmetria molto decisa.

Da una cultura antica africana giungiamo ad una fenomenologia della forma dove l’elemento spontaneo trascina con sé una serie di valenze, dove l’astrazione della realtà ci induce ad un processo simbolico rappresentativo di una cultura. Il significante cioè l’elemento astratto prende il sopravvento sull’elemento figurativo cioè il significato. L’arte astratta geometrica della tribù Ndebele sembra molto vicina ai concetti puri dell’astrazione tanto cari ai suprematisti, la pura sensibilità delle forme diventa la vera essenza ed universalità dell’arte.

Ester Mahlangu ha trasferito queste geometrie su vari supporti dalla tela, alle automobili, dagli aerei al design, l’esperienza estetica, che il processo di contaminazione produce e rimanda alla tradizione Ndebele, l’aver contaminato il mondo e averci trasferito la sua tradizione culturale è il vero processo artistico compiuto dalla pittrice.

La Mahlangu ha realizzato nel 1991 la prima “African Art Car”, decorando con i tipici motivi della tribù Ndebele una BMW 525i. Tali disegni sono stati riportati nel 1997 anche sulle code degli aerei della British Airways, nel 2007 la stessa particolare tecnica pittorica è stata riprodotta dall’artista anche sulla nuova Fiat 500 in occasione della mostra “Why Africa?” (2007, Torino).

Nell’ultimo anno ha collaborato con un brand svedese per la progettazione in un’edizione limitata di sneaker chiamate Eytys.

Ad agosto di quest’anno ha preso parte ad una campagna promossa dal cantante John Legend, ricreando nei classici disegni Ndebele il design di una bottiglia in edizione speciale di Belvedere Vodka e i profitti della vendita saranno devoluti al Global Fund per la lotta contro l’HIV / AIDS, la malaria e la tubercolosi.

Dopo 25 anni ha lavorato ancora con la BMW e realizzato gli interni della BMW Serie 7 che sarà esposta dal 5 al 9 ottobre al Frieze Art Fair, che si terrà al Regent Park di Londra e il cui ricavato della vendita andrà in beneficienza.

La mostra é accompagnata da un video inedito con l’intervista realizzata da Antonella Pisilli all’artista.

 

MOSTRA EX AFRICA SEMPER ALIQUID NOVI

Focus on ESTER MAHLANGU

DOVE: Kyo Noir Studio, Via Maria Santissima Liberatrice, 14  – Viterbo

QUANDO: Dal 16 Ottobre al 3 dicembre 2016 – Inaugurazione 15 Ottobre 2016, ore 18.00

ORARI: Aperto su appuntamento

PATROCINIO: Esther Mahlangu Foundation, Amaci, Ambasciata del Sudafrica a Roma

A CURA DI: Antonella Pisilli

 

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Contatti stampa:

 

Ufficio Stampa Kyo

Tel 0761092529

Cell 3339647300

kyonoirpress@gmail.com

 

 

 

EQUINOZIO ESOTERICO A BAGNAIA (Vt)

Domenica 21 settembre festeggeremo l’arrivo dell’Equinozio d’Autunno con una passeggiata esoterica sui luoghi delle STREGHE DI MONTECCHIO, a Bagnaia (Viterbo).
L’itinerario prenderà il via alle 9.15 e sarà guidato da Pier Isa della Rupe (nella foto al lato), che con il marito Franco da vent’anni va portando alla luce tradizioni e documenti sulle Streghe di Montecchio, e da Caterina de Caro, docente ed esperta di cose esoteriche, che ha scritto anche del Montecchio.
Leonardo de Sanctis (Fefè Editore, che sul tema ha pubblicato vari libri) leggerà brani dal classico Le Streghe di Montecchio di Pier Isa della Rupe (pref. Piero Badaloni) e da Il Masso della Fertilità, novità di Pier Isa della Rupe e Caterina de Caro.
Al termine del percorso esoterico, intorno alle 13.30, potremo assaporare il pranzo tipico che il Ristorante Il Borgo di Bagnaia prepara tradizionalmente per gli escursionisti.

– Percorso Esoterico: gratuito, prenotazione obbligatoria.
– Pranzo: € 25, prenotazione obbligatoria.
– Prenotazioni entro il 15 settembre a: fefe.editore@tiscali.it e 338.3733845.

PROGRAMMA PERCORSO ESOTERICO
> 9,15 Ritrovo a Bagnaia sotto la Torre della Pucciarella, in Piazza XX Settembre: introduzione alle streghe di Montecchio – spostamento con auto propria alle falde del Montecchio (5 min.)
> 9,45 Inizio del percorso esoterico guidato da Pier Isa della Rupe, con Caterina de Caro: Stele della Strega Bruciata, Capanna di Bianca e Andrea, Masso della Fertilità (con rito della fertilità), Braciere dei Filtri dell’Amore, Piana Sacra e Trono della Regina. Discesa e ritorno al parcheggio delle auto.
> 13,15 Pranzo facoltativo al ristorante Il Borgo: menù tipico Tra erbe, filtri e pozioni (€ 25,00).

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