La Rai dà il patrocinio al Premio “Penisola Sorrentina”

La Tv di Stato concede il patrocinio ed il marchio al Premio nazionale che dedica un omaggio ad Aldo Moro nel quarantennale della morte e alla fiction “Aldo Moro il professore” con Sergio Castellitto e Valentina Romani. Due borse di studio per gli studenti più meritevoli.

Roma, 11 settembre 2018 – Da Viale Mazzini è arrivato il via libera al patrocinio e al marchio della RAI per il Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”®.                

Ora anche la TV di Stato affiancherà così il prestigioso Premio culturale, insieme ad altri Enti di rilievo come la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Teatro Eliseo di Roma e la Regione Campania.

In particolare la TV pubblica ha inteso riconoscere l’importanza di un progetto speciale del Premio, denominato “Lettere dal cinema”, che pone la fiction come strumento pedagogico e di divulgazione etico- civile.

Si tratta di un concorso di scrittura critica, riservato alle scuole superiori ed ai giovani della Penisola Sorrentina.

Base di partenza per il concorso sarà la docufiction “Aldo Moro il Professore”, prodotta dalla RAI per i 40 anni dalla morte dello Statista ed inserita tra le nomination dell’edizione 2018 per il settore cinematografico ed audiovisivo.

“Il cinema in chiave pedagogica, la storia, i diritti, il valore umano di un ritratto, il passato ed il futuro, l’etica della convinzione e della responsabilità: sono queste le motivazioni di questo omaggio ad Aldo Moro, a quarant’anni dalla morte. Uno statista, ma anche un docente con cui era possibile instaurare un dialogo fervido e costruttivo su motivazioni etiche, politiche ma anche sulle più ampie tematiche culturali”, spiega l’organizzatore del Premio Mario Esposito.

Ad incarnare questo rapporto dialettico tra Moro e i suoi discepoli nella fiction è Lucia, interpretata dall’attrice Valentina Romani, destinata a diventare la migliore allieva del Presidente.

Accanto al concorso di scrittura e critica, una sezione del concorso speciale sarà dedicata alla grafica e ai prodotti multimediali, che offrano occasione di pubblica riflessione sulla figura di Aldo Moro.

Ai due vincitori sarà assegnata una borsa di studio in denaro.

La docufiction “Aldo Moro il Professore” (protagonisti Sergio Castellitto e Valentina Romani) è andata in onda l’8 maggio 2018 su RAI 1 per la regia di Francesco Miccichè. Il docufilm è tratto dall’omonimo libro di Giorgio Balzoni, giornalista e allievo di Aldo Moro.

“Come avevamo dichiarato ad inizio anno il Premio “Penisola Sorrentina” comincia ad avvicinarsi ai giovani, ad essere una vera e propria istituzione culturale e di promozione sociale,  abbattendo quel diaframma che a volte si frappone tra lo spettacolo-evento e la comunità. Farlo poi attraverso il cinema e la TV con i temi della politica e della società civile, nella lezione del grande Statista, diventa un valore aggiunto” , conclude il patron della rassegna.    

Il Premio “Penisola Sorrentina” per l’alto valore culturale di rilievo nazionale ed internazionale, è stato inserito nelle manifestazioni dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018.

La kermesse, diretta da Mario Esposito, che si concluderà il 27 ottobre al Teatro delle Rose di Piano di Sorrento, con il patrocinio della Rai conferma così la sua riconosciuta valenza nazionale nel settore della cultura e dello spettacolo televisivo.

 

“Aldo Moro il Professore”, in evidenza i due protagonisti: a sx Valentina Romani (Lucia) e al centro Sergio Castellitto (Aldo Moro)

 

 

Terrorismo, un tatuatore italiano incide la paura su pelle

Roma, 11 ottobre 2017 – Sta facendo il giro del mondo il quadro su pelle realizzato dall’artista italiano Gabriele Pellerone, che ha rappresentato con un tatuaggio le attuali vicende terroristiche viste dagli occhi di una Mamma inglese.

“Paura, terrore, preoccupazione, ansia…Cosa ne sarà del futuro? Sono impotente, non sono in grado di proteggere i miei figli”.

Parole ricevute da una mamma britannica, subito dopo l’attentato del 15 settembre a Londra rivendicato dallo stato islamico.

Pellerone ha deciso di interpretare ed imprimere su pelle le emozioni della donna, come presa di coscienza dell’attuale stato psichico di molte persone nel mondo, ma principalmente con l’intento di comunicare il bisogno di reagire ed andare avanti come solo una mamma sà fare.

Una scelta criticata da alcuni media internazionali, a cui Pellerone risponde:

“Ero a Londra per lavoro, mi capita spesso di essere lì. La mattina seguente all’esplosione ero in un caffè non lontano da Parsons Green ed ho scambiato alcune parole con una mamma vicino al mio tavolo che stava raccontando l’accaduto. Ho sentito subito il bisogno di trasmettere a mio modo le sue emozioni. Le parole di quella donna mi hanno toccato l’anima, non è nascondendoci e non esprimendoci che combatteremo movimenti estremisti come l’ISIS”.

 

Sicurezza: da oggi è possibile prevenire i crimini con una telecamera

Roma, 9 giugno 2017 – Il titolo potrebbe evocare una puntata di Person of Interest, il telefilm in cui un supercomputer collegato alla rete di videosorveglianza della città è in grado di prevedere eventi criminali col fine di sventarli in tempo. Invece si tratta di realtà.

E’ un sistema di intelligenza artificiale che nasce in Russia da quasi 30 anni di studi nel campo della biometria e del legame diretto tra lo stato psicofisico di una persona ed i suoi micromovimenti involontari.

Il software si chiama Vibraimage, è distribuito in Italia da Tommesani e riesce, attraverso una comune telecamera di sorveglianza, a rilevare lo stato emotivo delle persone inquadrate e segnalare quelle con un livello di stress, aggressività e tensione tali da poter essere classificate come “potenzialmente pericolose”.

Questo sistema, brevettato, è già in uso in numerose strutture in tutto il mondo ed è stato adottato come sistema di sicurezza alle Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014 e al G7 in Giappone nel 2016.

Ma come funziona, in pratica, questo sistema?

Si tratta di un software che lavora su piattaforma Microsoft (da Windows XP a Windows 10), disponibile in diverse versioni e che può essere installato su un personal computer di ultima generazione.

Vibraimage è in grado di analizzare filmati registrati oppure controllare in tempo reale il flusso video di una webcam, di un dvr, di una telecamera analogica o di una ip-camera. Una volta tarato con precisione il sistema è completamente autonomo e segnala la presenza nel filmato di una persona “anomala” con un avviso acustico e con un riquadro rosso sul suo volto, quindi scatta un istantanea che può essere anche archiviata o addirittura inviata via mail.

Gli incaricati alla sicurezza potranno così decidere come intervenire in base alla situazione, se con un semplice pedinamento o una perquisizione.

Può essere impiegato nei portali di accesso come ad esempio in aeroporti, stazioni, check-in, ingressi di manifestazioni, eventi e luoghi pubblici, ma anche per la videosorveglianza di aree affollate come atri, piazze, strade ecc…

Si tratta quindi di una nuova frontiera per la sicurezza e potrebbe essere la risposta ad un’esigenza che ogni giorno purtroppo si fa sempre più crescente.

Fino ad oggi la videosorveglianza serviva per identificare l’autore di un crimine solo dopo che è stato commesso, la speranza è che sistemi come questo possano essere utili invece a prevenire, per evitare che accadano nuovamente fatti come quelli tristi accaduti negli ultimi mesi e poter finalmente tornare a godersi un evento, che sia una partita o un concerto senza la paura o la fobia che possa accadere qualcosa.

 

 

 

Terrorismo: la privacy informatica è più importante della lotta al terrore?

Lotta al terrorismo e privacy informatica: quale delle due la più importante?

Roma, 27 marzo 2017 – La piattaforma di dibattito Proversi.it pubblica oggi un testo di approfondimento su un argomento di grande attualità, il rapporto tra lotta al terrorismo e privacy informatica. I recenti tragici avvenimenti riconducibili al fenomeno del terrorismo di matrice jihadista, verificatisi in Europa a partire dal 2014, hanno portato il governo italiano a reagire di conseguenza e a dotarsi degli strumenti e delle tecniche necessarie a prevenire qualunque tipo di minaccia sul proprio territorio.

Tra le strategie di prevenzione il primo posto è occupato dalla proposta di intensificare gli strumenti di intelligence, al momento troppo limitati e poco coordinati su tutto il territorio nazionale.

Attraverso un impiego massiccio delle intercettazioni, sia tradizionali che telematiche, il governo ha proposto di combattere le minacce di terrorismo e prevenire eventuali stragi rivendicabili dallo Stato Islamico.

L’utilizzo di strumenti sofisticati di intercettazione non è tuttavia assecondato da una parte dell’opinione pubblica e da diversi esperti di diritto dell’informatica, i quali ritengono che la lotta al terrorismo non debba assolutamente prevalere sulla privacy informatica.

Il dibattito si divide tra autori che sostengono un ampio utilizzo di metodi di intercettazione anche se a discapito della privacy e dei diritti alla riservatezza e autori che invece difendono tali diritti e non ritengono la minaccia di terrorismo un motivo evidente per intensificare i controlli su tutta la popolazione.

Alcuni aspetti come l’emendamento della legge antiterrorismo e la questione dello spyware di Stato hanno contribuito ad accrescere il dibattito attorno a questa tematica.

Per approfondimenti leggere la discussione alla pagina http://www.proversi.it/discussioni/pro-contro/138-la-lotta-al-terrorismo-deve-prevalere-sulla-privacy-informatica, seguire la Pagina Facebook all’indirizzo https://www.facebook.com/iproversiProfilo e il profilo Twitter al link https://twitter.com/iproversi.

 

 

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Tag: terrorismo e privacy

LUMSA, Legalità e Sicurezza nel Mediterraneo: il Reportage Video a Bordo di 2 unità della Marina Militare, Operazione Mare Sicuro

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Emergenza Terrorismo: Arriva BékeApp, per la Difesa Contro gli Attentati e le Calamità

Roma, 11 gennaio 2016 – In seguito agli attentati di Parigi molte persone hanno rinunciato a vivere la propria vita come di consueto o, pur continuando a seguire la routine quotidiana, hanno iniziato ad avere maggiori preoccupazioni ed apprensione sulla sicurezza collettiva.

Da questa comune sensazione è nata l’idea di Békeapp, un’app per smartphone e tablet in grado di avvisarci in tempo reale se noi o i nostri cari ci troviamo in una situazione di pericolo.

In base ai colori della mappa si sarà in grado di controllare se la zona dove si sta andando è a rischio e si potrà verificare all’istante se i propri cari si trovano in zone di pericolo o meno.

La parola ungherese “Békesignifica “Pace”, che vuole essere un po’ lo scopo dell’app. Grazie ad essa infatti l’utente potrà sentirsi più al sicuro, avere la situazione sotto controllo e di conseguenza vivere in “pace” e tranquillità i propri spostamenti ed abitudini quotidiane.

Békeapp fornisce anche notizie di prima mano riguardanti spettacoli, mostre, concerti, musei e gli eventi a cui si potrebbe essere interessati.

Lo staff italiano che ha ideato questo progetto ha lanciato una campagna di raccolta fondi sul sito statunitense Kickstarter per realizzare l’applicazione a cui tutti potranno contribuire in cambio di riconoscimenti e regali esclusivi.

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Per interviste e maggiori informazioni:

https://www.kickstarter.com/projects/462224056/bekeapp

bekeapp@gmail.com

Terrorismo: Per il Governo si deve ripartire dall’educazione. Se ne parla nella raccolta del pensiero pedagogico

Le recenti decisioni del governo rivalutano il ruolo decisivo dell’educazione. Una raccolta di nove perle del pensiero pedagogico  con 9 proposte che vanno dall’antichità, al Rinascimento, all’illuminismo fino ai giorni nostri, qualifica il dibattito in corso…

Milano, 27 novembre 2015 – L’educazione alla base della ripresa del paese. Questo quanto proposto dal governo a seguito dei fatti tragici di Parigi. La sicurezza del nostro paese e l’integrazione culturale non possono essere processi formali e burocratici, o peggio solo militari, ma occorre uno sforzo educativo da parte di tutti i coinvolti.

Ecco allora nascere l’idea di un elegante ed esclusivo cofanetto che racchiude nove perle del pensiero pedagogico, spaziando dall’antichità, passando dal Rinascimento, dall’illuminismo fino ai giorni nostri. Un’opera utile a tutti coloro che vedono nell’educazione una chiave di volta per migliorare la condizione umana e rendere la vita quotidiana un’autentica esperienza sociale.

L’educazione come reale esperienza democratica, come diritto di tutti, forma di partecipazione e di crescita comune.

Nove testi, proposti da Kkien Publishing International, nove pensieri sull’educazione, nove percorsi per continuare a nutrire un bisogno inarrestabile dell’uomo: conoscere per comprendere il presente e far sì che il futuro dei nostri figli possa avere caratteristiche e condizioni migliori.

Nel cofanetto sono compresi 9 testi che, dal periodo antico passando dall’Umanesimo e dall’Illuminismo arrivano ai tempi nostri.

Gli autori e i titoli presenti in questa raccolta in formato ebook sono:

S. Agostino, Il maestro
Tommaso D’Aquino, De Magistro
Leon Battista Alberti, I libri della famiglia
Erasmo da Rotterdam, Per una libera educazione
Immanuel Kant, La pedagogia
Rudolf Steiner, L’iniziazione
Rudolf Steiner, I gradi della conoscenza superiore
John Dewey, Il mio credo pedagogico
Ivan Illich, Descolarizzare la società

Tutte le informazioni sulla raccolta digitale sul sito www.kkienpublishing.it o scrivendo alla mail info@kkienpublishing.it.

Il cofanetto è disponibile su tutti gli store online, Amazon compreso.

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Terrorismo, Confedercontribuenti: “Serve vigilanza mondiale contro speculazione finanziaria”

Roma, 16 novembre 2015 – Il terrorismo si combatte, togliendo le disponibilità economiche, che spesso arrivano da giganteschi giri di speculazione finanziaria. Oltre che dal finanziamento diretto dei cosidetti “stati canaglia”. Uno degli strumenti utilizzati sono le cosiddette “dark pool” che alimentano questi finanziamenti.

Le dark pool sono piattaforme finanziarie sulle quali si contratta in forma anonima. Ogni giorno passano di lì 15 mila miliardi, rigorosamente fuori dai radar delle normative internazionali sulla trasparenza. Nel 2014 il totale delle transazioni valeva 500 mila miliardi di euro, ed è in costante aumento.

Bnp, Deutsche Bank, Credit Suisse, SocGen tra le grandi banche che utilizzano questi strumenti. Fino a oggi i Governi nazionali, Italia compresa non sono stati in condizione di varare regole sui controlli. Secondo la Commissione europea oltre il 10% delle operazioni azionarie dell’Eurozona avvengono tramite questi sistemi. In realtà, è possibile che siano anche di più, specie considerando le dark pool interbancarie.

“Allora contro il terrorismo – chiede la Confedercontribuenti – è giunto il momento, che ONU, UE e stati nazionali prendano decisioni concrete invece di far finta di lottarlo o di lottarlo spesso attraverso azioni militari che fino a oggi non hanno portato a risultati concreti. I fatti di Parigi ce lo insegnano”.

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Terrorismo, Confedercontribuenti: “Serve vigilanza mondiale contro speculazione finanziaria”

Info:

www.confedercontribuenti.it

Rivelazioni choc di De Pierro su mafia e politica a Roma

Il Presidente dell’Italia dei Diritti: “chiediamo al sindaco Marino didimostrare a tutti l’intenzione di combattere realmente le condotte criminose nell’ambito dell’apparato amministrativo capitolino, recandosi presso la nostra sede che si trova proprio nei pressi di uno degli emblemi dei falsi e delle omissioni istituzionali a Ostia a favore di persone che i fatti ci indicano avere rapporti con il clan Spada”

Roma – E’ ormai trascorsa una settimana dall’avvio dell’inchiesta “Mondo di mezzo”, rivelatrice di forti legami tra criminalità organizzata e politica nella capitale. Un sistema di potere corrotto, quello che emerge dallo scandalo di “Mafia Capitale” che ha fatto cadere nella sua rete un centinaio di persone tra politici, imprenditori ed ex esponenti del terrorismo di destra e di sinistra. Un’indagine iniziata 4 anni fa e che, frutto di un meticoloso operato, ha condotto a uno dei più grandi blitz della storia della criminalità organizzata a Roma.

Sulla vicenda è intervenuto Antonello de Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti: “Dall’ultima operazione che ha scoperchiato una pendola di nefandezze istituzionali con infiltrazioni mafiose nel tessuto politico-amministrativo della capitale prendiamo atto, e acquisiamo conferma, che con l’arrivo a Roma del procuratore capo, Giuseppe Pignatone, il vento è veramente cambiato. Quel controllo della legalità che nei confronti della politica era stato sempre più morbido ora, senza margini di dubbio, è diventato più pressante. La grande intuizione del procuratore Pignatone è stata quella di comprendere che effettivamente a Roma esisteva la Mafia, una parolaimpronunciabile fino a poco tempo fa. Non a caso, Pignatone si è accorto che a Roma non erano mai stati effettuati sequestri per Mafia, e negli ultimi tempi mi pare che le cronache abbiano registrato una inversione di tendenza anche in questo senso”.

Il leader del movimento si rivolge, poi, anche verso quegli esponenti delle forze politiche che hanno richiesto lo scioglimento del consiglio comunale di Roma Capitale: “La giunta guidata dal sindaco Ignazio Marino è stata di certo un grosso ostacolo ai tentacoli che la criminalità organizzata aveva cercato di far penetrare nei gangli istituzionali, e qualora dovesse essere sciolto il Comune o se fosse lo stesso Marino a gettare la spugna, verrebbe di certo fatto un grosso regalo al sistema mafioso. Chi, in queste ore, sta gridando a gran voce e auspicando che ciò avvenga o non sa cosa dice oppure si sta esibendo in un esercizio retorico e demagogico funzionali a interessi politici che mirano a una conquista di scranni istituzionali su cui posare le proprie terga. Tengo a precisare – continua – che non sono un acceso sostenitore di Marino, che stimo per la sua onestà e avversione ai giochi di potere poco trasparenti ma che nonho esitato, in alcuni casi, acriticare per difetto di competenza. Tuttavia, questa volta saremocome movimento fermi e decisi nel difendere le sue posizioni e i comportamenti da lui posti in essere, in quanto che ci restituiscono l’immagine più di un cittadino impegnato in politica, e perciò lontano anni luce da percorsi clientelari, piuttosto che di un politico che quelle clientele a volte, purtroppo, è costretto a subire. Il mio rammarico è che a questi risultati si sia arrivati solo ora, come quanto avvenuto già nell’ultimo anno sul litorale romano. Sembra, infatti, che alcuni abili investigatori della polizia di stato avessero scoperto le trame del malaffare mafioso su Ostia e dintorni già da almeno 10 anni ma siano stati fermati grazie a cavilli burocratici rivelatisi, poi, inconsistenti”.

In relazione, poi, alle ultime dichiarazioni di Matteo Renzi in merito alla deflagrazione dello scandalo romano, il presidente si è così espresso: “Mi auguro che non siano promesse da marinaio frutto di spinte circostanziali. Da sempre, noi dell’Italia dei Diritti, chiediamo l’inasprimento delle pene in presenza di integrazioni penali relative ai reati di corruzione e concussione, in particolar modo nei casi di corruzione giudiziaria. A tale scopo, il sottoscritto ha dato luogo a 18 incatenamenti di protesta per ottenere la rotazione intermunicipale dei vigili urbani e dei dipendenti uffici tecnici comunali proprio per evitare possibili fenomeni corruttivi. Risale alle ultime settimane l’annuncio di Raffaele Clemente, comandante generale della Polizia Locale di Roma Capitale, di dare avvio a tali rotazioni periodiche, decretando così una grande vittoria del nostro movimento”. Alla luce di ciò, prosegue De Pierro: “In occasione delle scorse elezioni europee, in sede di deposito del simbolo dell’Italia dei Diritti, abbiamo eletto domicilio a Roma infernetto, in via Peio, 30 trasferendovi la sede nazionale. Pertanto, chiediamo al sindaco Marino di dimostrare a tutti l’intenzione di combattere realmente le condotte criminose nell’ambito dell’apparato amministrativo capitolino, recandosi presso la nostra sede che si trova proprio nei pressi di uno degli emblemi dei falsi e delle omissioni istituzionali a Ostia a favore di persone che i fatti ci indicano avere rapporti con il clan Spada. Infatti, dopo aver denunciato delle fattispecie comportamentali criminose rese possibili dalla connivenza di alcune cellule deviate dell’apparato istituzionale, unito a un atteggiamento inerte di parte della politica lidense e capitolina, le persone beneficiate da tali falsi e omissioni si sono recate sotto casa mia accompagnando in macchina Armando Spada, arrestato proprio nelle scorse settimane insieme all’ex dirigente dell’ufficio tecnico di Ostia Aldo Papalini e indicato dagli inquirenti come capo dell’omonimo clan e mandante di due omicidi, a minacciarmi di morte e aggredirmi per cui ho dovuto ricorrere alle cure sanitarie. La collega di Repubblica, Federica Angeli, a causa delle sole minacce ricevute dalla medesima persona si trova oggi a vivere sotto scorta. Chiedo, quindi, anche al procuratore Pignatone di attivarsi per verificare tali circostanze e mi domando chiedo come sia possibile che chi, nell’occasione ha formulato l’informativa di P.G., non abbia messo in evidenza la caratura criminale dello Spada facendo di fatto destinare una intimidazione mafiosa con tanto di aggressione alla competenza del Giudice di Pace con l’attivazione di un procedimento penale che è, ormai, avviato alla prescrizione”.

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