Roma, 31 ottobre 2019 – Il 6 novembre prossimo a Palazzo Chigi,Presidenza del Consiglio dei Ministri, alle ore 10 presso la Galleria Alberto Sordi, Sala Polivalente, sarà presentato il libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto” (edizioni Kimerik), della scrittrice Barbara Appiano.
Il libro intende commemorare le vittime del terremotoche devastò Amatrice, e numerosi comuni del centro Italia il 24 agosto del 2016, con le testimonianzedei sopravvissuti alla tragedia che sbriciolò numerosi paesi.
L’evento è organizzato insieme al Gruppo Donatori Sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Comitato Ricostruiamo Saletta, (Ricostruiamosaletta.org), una delle frazioni-borgo di Amatrice, in cui morirono ben 21 persone.
L’intento dell’opera è quello di ricordare e commemorare le vittime, con un testo monologo in cui a parlare è lo stesso terremoto che le ha portate via.
Lapresentazione avverrà insieme alla premiazione dei donatori sangue del Gruppo Donatori Sangue onlus della Presidenza del Consiglio dei Ministri proprio per dare un segno forte dell’importanza del ruolo dello scrittore, che opera insieme alle persone che promuovono la solidarietà.
Subito dopo il terremoto questi donatori di sangue furono tra i primi ad accorrere a Saletta portando il loro aiuto e assistenza, e ancora oggi offrono il loro supporto seguendo il comitato per la ricostruzione del borgo di Saletta.
La scrittrice Barbara Appiano si dice “felice di partecipare perché credo nel valore universale della fratellanza e della solidarietà a tutto campo e ho fatto di questo la mia missione di vita. Con la scrittura infatti cerco un modo per risvegliare le coscienze e combattere l’indifferenza della società, intesa come una piaga devastante che anestetizza la sensibilità, alimentando un cinismo dilagante”.
Per questo tutto il ricavato della vendita del libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto” andrà alle 2 associazioni che operano per costruire un ambulatorio di medicina di base a Saletta, che ad oggi non è ancora stato attivato.
Il libro è stato oggetto di intervista televisiva su Canale Italia 160 il 17 ottobre scorso e di intervista radiofonica il 26 agosto 2019 su Radio Cusano Campus, oltre ad essere stato presentato di recente alla fiera del libro di Francoforte, la Frankfurter Buchmesse.
Riguardo Barbara Appiano
La prolifica scrittrice di narrativa, saggistica e poesia Barbara Appiano è famosa per la sua passione e l’impegno nel sociale, nel mettere al centro dei suoi libri le problematiche legate all’inquinamento, al rispetto della natura, alla conservazione dei beni monumentali del nostro paese e alla solidarietà, alla ricerca scientifica, che sono diventati i temi portanti della sua vita e del suo lavoro.
Tematiche che sono le protagoniste assolute dei suoi libri, considerati dalla stessa scrittrice libri-progetto-piattaforma, visto che la scrittrice cerca di coinvolgere per la stesura di un suo libro più intelligenze possibili, per creare una sorta di rete solidale culturale.
Anche per dimostrare quanto sia fondamentale la figura dello scrittore che scrive degli altri e per gli altri, e non per sè stesso e la mera celebrità.
In copertina il quadro del pittore Andrea Guasti, dal titolo “Paese mitologico”
Amatrice, 12 settembre 2019 – Pubblico numeroso aSaletta, frazione di Amatrice, domenica 8 settembre scorso, per la terza commemorazione delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016 che a Saletta ha causato ben 21 morti.
È stata una giornata di solidarietà che ha visto la realizzazione del “fare per migliorare” attraverso la collaborazione del Comitato RicostruiamoSaletta.org nelle persone del presidente Angelo Nobile e del vice presidente Andrea Ciucci e dei salettani residenti e del Gruppo Donatori Sangue Onlus Presidenza del consiglio dei Ministri con il presidente Roberto Ciofi, la vice Presidente Maria Assunta Santini, la tesoriera Tiziana Marramaldo e tutti gli altri volontari del gruppo presenti all’evento.
Per l’occasione sono stati presentati il progetto “Un ambulatorio medico per Saletta” e il libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto” di Barbara Appiano, edizioni Kimerik, che parla delle vittime del terremoto.
Due progetti accolti con entusiasmo dagli italiani arrivati a Saletta per l’evento.
Il libro durante la presentazione è stato definito “una piattaforma”, diventato un progetto condiviso dalla scrittrice, dal comitato Ricostruiamosaletta.org, dal Gruppo Donatori Sangue Onlus Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal pittore Andrea Guasti che ha donato la fotografia dell’eloquente dipinto “Paese mitologico” diventato copertina di questo libro di testimonianze, scritto per diventare un manifesto culturale nazionale.
“Tutto in una vita, tutto in un minuto” ha scosso i cuori dei presenti che durante la 2a sagra della crespella svoltasi a Saletta per il terzo anniversario della commemorazione delle vittime del terremoto è diventato un abbraccio di tutti gli italiani che contribuiscono alla rinascita di questo borgo colpito dal sisma.
La società civile, e gli intellettuali presenti, attraverso Barbara Appiano, che ha rappresentato anche la rivista internazionale per la cultura ‘LeMuse’ con la quale collabora, portandone la solidarietà della sua editrice e scrittrice Maria Teresa Liuzzo, si sono nuovamente ritrovati in questo luogo d’Italia, dove la burocrazia si accanisce in modo “terapeutico” rallentando il sogno che è un atto dovuto ai salettani di rivedere ricostruito il borgo.
L’impegno della società civile che però non può sostituirsi allo Stato, deve essere un collante indispensabile per tenere unite tutte le persone che vedono nella speranza, cui mai si deve rinunciare, il baluardo della vita e lo spirito di aggregazione cui l’umanità tutta per antropologia appartiene.
Saletta è ormai un luogo di interesse e passione dalla scrittrice, che la visita periodicamente partendo dal Piemonte per dare un esempio.
“Qui è tutto, ahimè, immutato. Qui l’istituzione Stato ricorda purtroppo il mostro leviatano di hobbesiana memoria, un mostro che inconsapevolmente non realizza la necessità di umanizzare la burocrazia che deve essere un servizio e non una catena con relativo peso massimo da trascinare” ha detto la scrittrice.
“Le persone hanno bisogno di essere felici, perché la felicità è categoria spirituale necessaria all’uomo come al mondo animale per realizzare i propri sogni, e la burocrazia non può ignorare che esiste un tempo per progettare e un tempo per realizzare. Tre anni dal momento del sisma per realizzare sono troppi, soprattutto se si pensa che in un paese normale, sarebbe ‘normale’ avere un ambulatorio di medicina di base, con l’assistenza medica necessaria in caso di bisogno” ha detto ancora la Appiano.
Non un atto di accusa, ma un suggerimento dell’autrice, che consiglia alla burocrazia di velocizzarsi prima che le persone perdano la speranza e non avendo più stimoli passino dall’entusiasmo alla rassegnazione e successivamente all’abbandono di questi luoghi meravigliosi che si stanno, ahimè spopolando.
In questa giornata speciale per Saletta è stata rappresentata insomma l’Italia della speranza, e la voglia di riuscire delle persone.
Sono in tanti qui a credere che il mondo si possa migliorarepartendo da Saletta. Un puntino invisibile sulla cartina ma umanamente gigantesco, che ogni anno all’anniversario della commemorazione delle vittime raccoglie persone, associazioni e artisti da ogni dove, che desiderano ognuno a modo suo dare un senso all’immane catastrofe.
La Appiano ha promesso che continuerà a perorare la causa per la ricostruzione del borgo di Saletta attraverso altri eventi, a partire dalla presentazione di “Tutto in una vita, tutto in un minuto ” alla Fiera del Libro a Roma dal 4 all’8 dicembre 2019, oltre che in altri ambiti istituzionali per valorizzare la figura dello scrittore e del contributo che può portare alla società civile.
Un’opera ideata per unire gli italiani in un momento storico particolare, in cui è necessario che i valori universali di fratellanza e bene comune diventino una bandiera in cui ognuno possa leggere la parola “solidarietà del fare”.
Copertina del libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto”, con il dipinto “Paese mitologico”dell’artista Andrea Guasti
Retro della copertina del libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto”, in ricordo delle vittime di Saletta (Amatrice)
Amatrice, 5 settembre 2018 – Il 2 settembre scorso il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’ ha organizzato una giornata di commemorazione delle vittime del terremoto che ha devastato il centro Italia il 24 agosto del 2016 ed una raccolta fondi per racimolare quante più risorse finanziarie possibili per poter ricostruire il borgo di Saletta, frazione di Amatrice.
Alla giornata ha partecipato anche la scrittrice Barbara Appiano, che al tragico evento sta dedicando un libro, e che ha devoluto gli incassi del giorno della vendita dei suoi libri alla raccolta fondi del comitato.
Queste le riflessioni della scrittrice sulla giornata di commemorazione.
“Senza la parola il mondo non esisterebbe.
Senza la parola non esisterebbe la condivisione del dolore e della gioia, e non esisterebbe il movimento delle idee.
Idee che ho visto e ascoltato il 2 settembre scorso a Saletta, frazione di Amatrice, luogo tristemente noto per il terremoto del 24 agosto 2016.
A Saletta fanno parte del paesaggio, geneticamente modificato dalla natura, le montagne di macerie,che fanno concorrenza alle vere montagne e colline, e che tuttora sono spettatrici silenziose del mondo che è stato e che purtroppo non è più.
Stupisce l’inerzia e la lentezza che accompagna la ricostruzione del borgo di Saletta facente parte del comune di Amatrice, ma così è.
Lentezza umana e furia della natura mal si accompagnano, e attualmente la furia della natura in questo incantevole luogo di paceha prodotto macerie, che al contrario del mio libro dell’autrice Barbara Appiano “Città senza semafori e case con le ruote” le ruote non le hanno e attendono fiduciose che qualcuno le rimuova.
Eppure Saletta anche con le macerie persegue con forza la sua corsa perfar tornare il tempo indietro, quando le case con gli orticelli e i giardini erano un ricamo vivente di questo luogo bello e semplice.
Come bella e semplice è la gente che resiste alle macerie sorridendo.
Ci vuole molta forza per sorridere a Saletta, e nonostante tutto qui si sorride ancora.
Un sorriso speranzoso e di fiducia, che è anche il nostro, e di tutti gli italiani.
Il sorriso di Saletta deve contagiare tutta Italia, guardando oltre le macerie immobili che custodiscono un mondo scomparso, insieme ai suoi attori scomparsi improvvisamente anche loro, senza capire cosa stesse succedendo a loro ed alle loro vite.
La memoria è anche questo: pensare a chi non c’è più, per migliorare il presente.
C’è bisogno di condividere e non didividere.
Per questo ho partecipato con la vendita del mio libro all’iniziativa di ‘Ricostruire Saletta’, devolvendo contestualmente e consegnando pubblicamente al Comitato Ricostruiamo Saletta il ricavato della vendita.
Invito tutti gli scrittori a fare altrettanto, devolvendo e condividendo in modo semplice il lavoro di produttori di cultura di cui il nostro paese, l’Italia, ne sente forte la necessità.
C’è bisogno di esempi morali, adesso più che mai, e le vittime e i sopravvissuti hanno bisogno di ricevere dei segnali.
Saletta è luogo di memoria, e arroccata sulle colline ferite dal terremoto sta dando prova di grande determinazione a voler ricreare ciò che non c’è più.
Il comitato “Ricostruiamo Saletta” è un piccolo nucleo di forza e volontà che vuole ridare ai sopravvissuti la vita, il mondo che prima del 24 agosto 2018 pullulava in questo piccolo paradiso di silenzio e boschi.
Ed è emozionante vedere le persone di questo comitato che, anche se piccolo ,ha tutto l’occorrente progettuale per far si che “ciò che era e non è più” non scompaia in mezzo alla polvere del tempo, che spesso funge da dimenticatoio.
Persone che hanno perso i parenti residenti a Saletta, esseri umani che hanno avuto le case distrutte dalla forza incontrollata dalla natura, e che ora si attivano, spenti i riflettori dell’onda emotiva, per creare un momento di convivialità in modo semplice, offrendo pranzo e cibi tipici della zona a cittadini e associazioni di volontariato.
Come per esempio il ‘Gruppo Donatori sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri‘, che saliti a Saletta, hanno voluto portare una parola, un sorriso e anche progetti di aiuto concreto.
Ciò che emerge e non sprofonda nelle viscere della terra che il terremoto ha aperto e poi richiuso, è la progettualità del futuro, un futuro cementato nelle tradizioni di questo borgo, dove gli anziani sopravvissuti sono restati come degli eroi che non vogliono lasciare il campo di battaglia che ‘Madre Natura’ ha aperto a suo piacimento, noncurante che la sua forza distruttrice oltre a distruggere case e luoghi, distrugge la voglia di esistere e di vivere.
Vivere ed esistere a Saletta.
Coloro che sono rimasti, costruiscono in ogni minuto della giornata il divenire che ancora deve arrivare, ma che arriverà, perché i progetti hanno bisogno dell’immaginario futuro e solo attraverso l’immaginazione possiamo avere la visione delle cose che sono degli obiettivi da raggiungere.
Saletta, borgo ferito che non si sente finito, è di tutti noi, è un pezzo d’Italia che vuole dimostrare la bellezza della solidarietà, l’emozione di sentirsi utili per gli altri: valori che sono indispensabili per sentirsi uomini e donne di buona volontà.
A Saletta gli obiettivi ci sono: ricostruire e creare un centro di aggregazione polivalente, quale luogo di ritrovo per socializzare e quale punto di primo soccorso per urgenze sanitarie, come una sala per il ritrovo dei residenti con altro vano per ospitare un ambulatorio munito di defribrillatore che possa accogliere il medico di famiglia, con un area giochi.
I residenti di Saletta ora non hanno il medico di base e avere un urgenza medica a Saletta è un problema.
Un progetto coinvolgente che non può lasciarci indifferenti: tutti possiamo diventare dei terremotati, ma questo non vuole dire che si debba restare terremotati sine die.
La forza di alzarsi è il primo passo dopo tutti i terremoti che la natura ci manda come dei segnali.
Il comitato “Ricostruiamo Saletta” è un luogo immateriale di valori da esportare in tutta l’italia ed è un esempio bellissimo di condivisione dove non esistono confini, conflitti e rivalità.
Questo comitato è un abbraccio che abbraccia l’Italia che vuole farsi abbracciare.
Reagire avendo davanti la distruzione significa avere l’orizzonte libero con il sole nella mente che non si spegne mai.
Reagire vuol dire voltare le spalle alla distruzione senza dimenticarla, e combatterla dentro di noi scacciando la tristezza e l’amarezza che un evento simile porta nel cuore di ognuno.
Noi siamo prima di tutto cuore, e il cuore batte anche in mezzo al boato di un terremoto, al fragore di un fiume in piena: il cuore èla casa delle emozioni e le emozioni ci fanno sentire vivi.
Senza la parola il mondo non esisterebbe e senza le emozioni il mondo sarebbe un deserto, un coro senza voci, un mondo in decomposizione.
C’è vita sempre, anche quando pensiamo non ci sia: pensiamo al valore universale della fratellanza.
Ieri a Saletta frazione di Amatrice c’è stato un girotondo di mani e cuori, un mondo dove la speranza, la volontà, la determinazione, e l’amore sono da esempio per tutti noi.
Essere fratelli significa appartenere alla stessa razza, quella umana, che è una sola.
A Saletta l’umanità si è espressa attraverso la commemorazione delle vittime con un’orazione semplice e autentica: una messa solenne all’aria aperta con il silenzio del vento che accompagnava le parole del sacerdote, con spettatori le colline e i boschi restati intatti nella loro sublime bellezza di essere natura.
Tante persone hanno partecipato a questo evento dove alla convivialitá di un pranzo preparato per ben 80 persone, arrivate per dare la loro presenza e il loro affetto, è seguito un sopralluogo in un lotto di terreno da destinare alla realizzazione del centro di aggregazione (di cui il comitato “Ricostruiamo Saletta” ha anche già redatto un progetto), vicino al borgo di coloro che vogliono aiutare a ricostruire.
Come per esempio il Gruppo Donatori di Sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresentato da Roberto Ciofi, da Tiziana Marramaldo, Maria Assunta Santini e altri che si stanno adoperando per la raccolta dei fondi.
Il ritrovare il senso della fratellanza, il respiro comune del donare agli altri, il sentirsi parte di un ‘tutto’ dove l’empatia è la chiave di volta per non lasciare sole le persone che in questo caso vivono costantemente il lutto di avere perso tutto.
Perdere tutto in una notte e ricostruire ciò che è andato perduto è la finalità della fratellanza, un sentire comune che non ha limiti e non si cura di altro se non di dover fare, che partendo dalle idee diventa parola e poi progetto fino a diventare concretezza.
A Saletta il fare di tanti uomini e donne di buona volontà, di bambini e anziani sopravvissuti sono stati l’orchestra di una musica che non deve mai smettere di suonare, di un cuore grande immenso che non deve mai smettere di battere.
Un cuore che è anche qui, su questo foglio, e che pulsa e dice che amare gli altri ci fa sentire migliori.
Saletta ne è la prova.
Saletta è il mondo migliore possibile che gli uomini possono costruire, conservare e preservare. Saletta è l’Italia, un paese straordinario, ricco di testimonianze storiche e monumentali e gli italiani sono persone operose che non si tirano e indietro.
Ritrovare il passato andato perduto con il terremoto, attraverso un presente che deve diventare futuro, per consegnarlo ricostruito con i tasselli della memoria, delle usanze e delle tradizioni, che sono patrimonio del nostro paese, è lo scopo di questa iniziativa, che il 2 settembre 2018 ha visto protagonista assoluto l’amore disinteressato per il prossimo.
Un vangelo del 21° secolo che non ha una scadenza e che possiamo praticare sempre.
Questo Vangelo è l’unico modo per salvarci da sterili protagonismi, vanità, violenza e isteria collettiva che pervadono purtroppo quest’epoca di progresso tecnologico, a cui non è seguito il progresso etico, senza il quale l’amore non può abitare il cuore degli uomini.
L’amore è una parola, un valore universale che designa un mondo possibile e realizzabile.
Saletta è un grande esempio di un gruppo di persone che stanno costruendo un mondo in cui tutti, se lo vogliamo, possiamo partecipare, perché aiutare gli altri significa migliorare noi stessi.
La società contemporanea non vuole vedere il dolore e lo camuffa.
Il dolore però è parte della vita, il dolore è la vita che diventa altro.
È sentire gli altri dentro noi stessi, è sentire insieme, dal greco ‘sym pathos’, ed è quello che manca oggi.
Il sym pathos non arriva dai social, da internet, ma arriva dal cuore, destinazione unica del viaggio della vita, dove il cuore è primario e comprimario dell’aggregazione tra gli uomini e le donne.
Non avere paura del dolore è sentire che si può andare oltre, per arrivare al luogo mentale della solidarietà che a Saletta non è solo una parola, ma realtà di gesti.
Mettiamo insieme tutto il buono che c’è in noi, liberiamoci delle cose inutili e prendiamo esempio da coloro che vogliono ricominciare a vivere con poco.
Un poco che è tanto, e il tanto è la memoria dei luoghi che nessun terremoto potrà mai spazzare.
Diventiamo portatori di memoria, e consegniamola a coloro che verranno, perché questo è il mondo, e questi siamo noi“.
Firmato
Barbara Appiano
Scrittrice, lavoratrice socialmente utile a tempo indeterminato, libera pensatrice, portatrice sana di empatia eco-solidale, nata da una mamma grandissima che anche se non è più qui è nel suo cuore e vive ancora attraverso di lei.
Amatrice, 24 agosto 2018 – Il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’, frazione di Amatrice, ha organizzato per domenica 2 settembre prossimo una giornata, con una messa, in ricordo delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016.
Per l’occasione il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’ ha indetto una raccolta fondi con il fine di poter ricostruire il borgo-frazione di Saletta.
Il comitato ha invitato all’evento, oltre le varie autorità anche la scrittrice Barbara Appiano, che aveva visitato Saletta e le zone limitrofe il 19 e 20 maggio scorso, prendendo a cuore la causa dei terremotati.
Nella circostanza l’autrice intervisterà alcune vittime e sopravvissuti del terremoto per indagare sugli effetti psicologici della catastrofe.
Testimonianze che si andranno ad aggiungere a quelle già raccolte in maggio per il libro in fase di stesura che si chiamerà “Tutto in una vita, tutto in un minuto”, in cui l’io narrante sarà il terremoto in prima persona, che alla fine chiederà anche perdono per quanto provocato.
Durante l’evento del 2 settembre sarà presentato l’ultimo libro di Barbara Appiano “Città senza semafori e case con le ruote”, e il ricavato della vendita in tale circostanza sarà devoluto al comitato ‘Ricostruiamo Saletta’.
“Sarà per me un impegno costante, quale lavoratrice ‘socialmente utile’, rendere partecipi gli italiani di buona volontà alla condivisione delle tante calamità naturali, e non, di cui il nostro paese è afflitto e di cui mi occupo costantemente. Dalla sanità alla valorizzazione del territorio, piuttosto che le discariche abusive e l’inquinamento industriale incontrollato che trova in Italia terreno facile per la mancanza di cultura del territorio e dell’ambiente. Materie che secondo me dovrebbero diventare discipline scolastiche da insegnare ai bambini delle scuole primarie” dice la scrittrice.
“Meno telefonini, più coscienza del territorio e più empatia verso vittime delle tante catastrofi di cui soffre il nostro bel paese: è necessaria una divulgazione capillare tramite le scuole partendo dalle primarie, su cosa e come fare per rendere questo paese uno dei tanti mondi possibili dove poter abitare” continua ancora Barbara Appiano.
“Propongo di scrivere un decalogo a più mani con altri scrittori, geologi, ingegneri e storici dell’arte da utilizzare nelle scuole, come fosse una fiaba o un fumetto con illustrazioni stile cartone animato, perché i bambini imparano velocemente e le immagini con le spiegazioni come se si trattasse di una fiaba, la fiaba del nostro paese. Potrebbe diventare un modo per trasmettere l’amore per l’ambiente, l’arte e la natura, valori che per essere salvaguardati necessitano di una divulgazione che coinvolga i più piccoli in modo ‘sentimentale’, partendo dal cuore: soprattutto il loro, quello dei bambini è grande e innocente” conclude la scrittrice.
Parole semplici ma efficaci per educare coloro che un giorno saranno la classe dirigente del nostro bellissimo paese.
Bisogna porre fine ai crolli per terremoti, e ai disastri per fiumi e ponti mal conservati.
L’ambiente è la nostra casa primaria e fonte di vita, e dobbiamo tutti capire che dobbiamo proteggerlo anche dall’egoismo e dal profitto senza pudore, che sempre più cerca di colonizzare senza remore le nostre stesse vite.
L’amore verso l’ambiente, l’arte e la natura dovranno essere il nuovo Vangelo.
Amatrice, 29 maggio 2018 – “La burocrazia italiana non può arrogarsi il diritto di decidere con lentezza sulla vita delle persone, e nessuno può rimanere indietro. Le macerie non possono diventare il paesaggio del futuro di un’Italia che per bellezza e arte non ha rivali al mondo”. A dichiararlo la scrittrice Barbara Appiano, a conclusione della sua visita nelle zone terremotate del centro Italia.
A partire da Saletta, frazione di Amatrice, accoglienza, coralità e fratellanza hanno accolto la scrittrice nei luoghi sofferenti, che ha incontrato tanta gente semplice e determinata a ricostruire la propria vita, ancora prima della propria casa andata in briciole nella notte del 26 agosto 2016.
Tante le storie raccolte dalla scrittrice.
Come quella di Giuseppe, 70 anni, che non coltiva più l’orto perché bloccato in una depressione post terremoto che gli impedisce di vivere nel presente. Narra il suo dolore, di quando aveva l’orto e le galline e della sua vita tranquilla e semplice fatta di affetti e abitudini che gli sono stati tolti con violenza dalla Natura.
Poi c’è Antonia, 65 anni, che ha narrato con lucidità la sua esperienza. Sepolta per più di otto ore sotto le macerie di casa sua insieme a Liliana pensava di essere morta, mentre era viva e sentiva gridare il suo nome e le voci degli amici e dei famigliari che la cercavano.
Antonia ha subìto 18 interventi chirurgici per poter ritornare o almeno provare a vivere come viveva prima del terremoto, dato che il bacino e varie fratture l’hanno costretta ad intermittenza a cure ospedaliere e ricoveri per un periodo di circa 8 mesi, ma nonostante tutto rimane spigliata, concreta e positiva.
Poi c’è la storia di Marisa, romana, titolare di una lavanderia che a Saletta ha perduto i genitori anziani nella notte maledetta del terremoto, ma che ha fatto in tempo a ricostruire i rapporti allentati con mamma e papà.
Una comunità piccolissima quella di Saletta, che ha l’orgoglio di esistere e non vuole essere dimenticata.
Il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’, rappresentato da Andrea Ciucci vicepresidente, ha accolto Barbara Appiano con generosità nei luoghi della sofferenza, illustrando le finalità del comitato che è quello di conservare la memoria di coloro che sono morti nella notte del 26 agosto 2016, attraverso iniziative sociali e di aggregazione. Oltre quello di evitare lo spopolamento di queste terre bellissime, portatrici di valori universali, quali la dignità e la fratellanza, e dove l’agricoltura e l’allevamento sono le fonti dell’economia.
Il comitato ‘Ricostruiamo Saletta‘ (www.ricostruiamosaletta.org) ha raccolto finora circa 58.000 euro con i quali è stata costruita una piccola e accogliente chiesetta per le funzioni eucaristiche tenute dai frati dell’ordine di Padre Pio, che si alternano al sabato per officiare la messa.
Immense le montagne di macerie che potrebbero essere degli Appennini in miniatura.
“Sarebbe interessante portare questo campionario di distruzione davanti ai palazzi del potere per creare con queste macerie e detriti di ogni foggia, un vero e proprio Monumento ai Caduti” ci racconta Barbara Appiano.
Masserizie, valigie aperte, televisori a gambe all’aria, una parabolica che penzola da un balcone divelto e ancora una coperta all’uncinetto che spunta fra una tavolo ancora apparecchiato appollaiato su un solaio spaccato in due. Ovunque materassi che sbucano dai detriti come se volessero stare a galla nel mare delle macerie che tutto ingoia, una visione da fine del mondo , dove il mondo vuole ricominciare a vivere.
Passando dalla Via Salaria per arrivare a questi luoghi è la visione di quello che un tempo è stata Pescara del Tronto a gettare inquietudine, un paese costruito sul tufo che non potrà più essere ricostruito perché il terreno potrebbe sprofondare. Pescara del Tronto non esisterà più quindi, se non nella memoria dei sopravvissuti che vivono ora dalla parte opposta della Via Salaria, in casette prefabbricate, di fronte alla collina che ospitava il loro paese ora diventato un cumulo di macerie.
Macerie custodi di tante storie e vite, salite alla ribalta per mano della natura. Voci di un mondo che non vuole sprofondare e che reclama un posto dove stare.
Come il ristorante pizzeria “La Lanterna”, realtà imprenditoriale che sopravvive al terremoto traslocando ad Amatrice in un area che si chiama “Area Food”, che raccoglie tutti i ristoratori che prima del 26 agosto 2016 erano nel centro storico di Amatrice.
L’aggregazione dei ristoratori, che per spirito di sopravvivenza sono raccolti in un’unica area, in una recinzione senza recinto in cui ad identificarli è la comunanza del terremoto.
“Ad Amatrice non vi è più l’ospedale, ormai scomparso. Al suo posto un enorme cratere, in attesa di essere riempito da altro ospedale fintanto che la burocrazia faccia il suo corso e impari a correre come un ghepardo e non come una lumaca” racconta ancora l’autrice.
Il nuovo ospedale pare sarà ricostruito su promessa della cancelliera Angela Merkel, sperando che almeno la teutonica cancelliera non venga anche lei paralizzata dalla burocrazia lumaca, categoria prettamente italica.
Nel frattempo tutto scorre in modo lento, precario e provvisorio. Tante le vite provvisorie che di definitivo non hanno nulla e che per passatempo guardano dall’alto del dolore e del ricordo le macerie, diventate compagne inseparabili di questa gente che nelle macerie vede il mondo che non c’e’ più e che fatica a vederne uno nuovo.
Saletta, Amatrice, Accumoli, Rocchetta, Torrita (in quest’ultima frazione è stata ospite la scrittrice presso l’agreste fattoria Santarelli) sono dei punti su una cartina geografica che non vogliono essere cancellati.
Per questo occorre sbloccare presto i fondi i raccolti, nell’ordine di diverse decine di milioni, raccolti dai generosi italiani a colpi di sms e ancora fermi e inutilizzati a causa della burocrazia lumaca italiana.
“La burocrazia italica non può arrogarsi il diritto di decidere con lentezza e far aspettare, nessuno può rimanere indietro. Le macerie non possono diventare il paesaggio del futuro di un’Italia che per bellezza e arte non ha rivali al mondo.
Un simbolo dell’imprevedibilità della natura e della lentezza dell’uomo che racconto anche in ‘Città senza semafori e case con le ruote‘, il mio secondo romanzo” racconta ancora Barbara Appiano.
Catastrofi, ingorghi esistenziali, decreti e lentezze, chi paga è sempre colui che non ha più nulla e che per legge non può rientrare in casa propria anche se questa non è crollata, obbligato a guardarla da un container, vedendo la sua vita sbriciolarsi come le case condannate dalla forza della natura a diventare ormai solo un ricordo.
Saletta è una comunità ben organizzata, al pari di NewYork, Parigi o Venezia, tranne che per posizione e dimensione. Grazie al suo comitato c’è la voglia di vincere scommettendo sul futuro: anche se piccola, sconosciuta e decimata dei suoi abitanti vuole vivere delle sue tradizioni, che non possono essere ingoiate da un terremoto.
Saletta è l’orgoglio stesso di essere italiani, portatori sani di bellezza e arte di cui l’Italia detiene come un museo a cielo aperto il 70% dei beni del pianeta.
Ora vi è necessità di un centro polifunzionale che possa accogliere anche un ambulatorio medico e un parco giochi per bambini e chi volesse contribuire può farlo consultando il sito internet Ricostruiamosaletta.org.
A discapito delle sue dimensioni Saletta è il mondo che non vuole essere ingoiato dalla memoria collettiva, che diventa sempre più corta fino a scomparire.
Sul treno del ritorno, sull’onda emotiva di sguardi che non potrò mai dimenticare ho scritto un nuovo libro ‘Tutto in una vita, tutto in un minuto’.
“Altre macerie diventate dei campanili senza orologi mi aspettano ancora a giugno per continuare la mia esperienza di libera pensatrice e portatrice sana di empatia, un ruolo socialmente utile, senza scadenza contrattuale. Altri tour mi aspettano, in giro per l’Italia delle discariche e delle fabbriche killer. Attrazione fatale e sete di verità: la mia scrittura non può vivere senza” conclude la scrittrice.
Roma, 18 maggio 2018 – Il 19 e 20 maggio la poetessa e scrittrice Barbara Appiano si recherà in visita presso le zone terremotate del centro Italia. L’autrice sarà a Saletta nelle Marche, invitata da Andrea Ciucci, vicepresidente della Onlus “Ricostruiamo Saletta” e incontrerà la cittadinanza di alcune comunità Accumoli, Amatrice e altri paesi devastati dal terremoto, in un percorso in divenire.
“Come una naufraga, salendo da Ancona, inerpicandomi verso le zone rosse incontrerò in particolare i bambini che non hanno più le scuole che si sono sbriciolate, e gli anziani, due categorie per me importantissime perché i bambini sono il futuro mentre gli anziani sono la memoria e hanno innanzi a sé il tramonto” spiega Barbara Appiano.
“Poi voglio incontrare gli imprenditori, per raccontare il loro sacrificio di fare impresa in mezzo alle macerie e le persone comuni che non appaiono in televisione, ma che esistono e vivono sulla loro carne la sofferenza provocata dal terremoto. Sarò io la loro televisione”, racconta ancora l’autrice.
Appiano ha iniziato a scrivere un libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto“, un diario di testimonianze dal vivo e senza telecamere, dove l’io narrante è il terremoto che parla in prima persona e spiega lui stesso il terremoto, perché arriva e perché decide di andarsene e ritornare.
Il libro sarà venduto a deputati e senatori della Repubblica Italiana, perché rappresentano le istituzioni e l’alto senso civico che lo stato deve promuovere, e il ricavato sarà interamente devoluto alla comunità di Saletta e alle sue genti, e vuole essere lo studio degli effetti psicologici del terremoto sulla psiche umana.
“Ha gli stessi devastanti effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, con la differenza che allora era l’uomo che provocava quegli eventi mentre oggi è il terremoto che decide autonomamente il da farsi” racconta Appiano.
“Tutto in una vita, tutto in un minuto” partendo dagli effetti devastanti del terremoto, che si racconta come fosse una persona che descrive la sua storia, ha lo scopo di creare fratellanza universale, cui le catastrofi naturali ci legano.
Il libro vuole essere una rappresentazione dell’umanità che si lega e si affratella attraverso le catastrofi della natura, non soltanto nel momento della sua manifestazione ma soprattutto dopo, quando non vi è più quotidianità e normalità.
Contestualmente Barbara Appiano donerà copie del suo ultimo romanzo “Città senza semafori e case con le ruote” ai cittadini che la accoglieranno.
A Saletta l’autrice raccoglierà fisicamente dei mattoni per rappresentare il fatto che “ricostruire è contare i mattoni caduti, per ricontare i muri da ricostruire e chiedere alle istituzioni e personalità culturali del nostro paese, e ai grandi nomi della scrittura di seguire il mio esempio, per creare empatia e condivisione con chi soffre questa grande tragedia“.
“Tutto in una vita, tutto in un minuto” vuole essere infine l’analisi del tempo cronologico della natura e del tempo umano, che spesso stridono. L’uomo è sempre in ritardo e svantaggiato rispetto alla natura e proprio per questo ‘svantaggio’ il terremoto è la compagine esistenziale e umana di quello che noi siamo: pellegrini in tutti i sensi rispetto alla potenza della natura, che attraverso il terremoto esprime potenza, invincibilità e imprevedibilità. Caratteristiche proprie della natura e non certo nostre” conclude Barbara Appiano.
L’Aquila, 19 aprile 2018 – Inizierà ai primi di maggio il tour della scrittrice Barbara Appiano nelle zone terremotate che toccherà non soltanto l’Aquila ma anche Amatrice, Accumuli e tutti gli altri paesini dell’alto Lazio e dell’Abruzzo che sono stati sconvolti dai recenti terremoti.
Sarà un incontro fuori dal “trucco & parrucco” come ama dire lei, e i protagonisti saranno solo le persone terremotate e le loro case sbriciolate.
“Io sarò una pellegrina con la mia piccola utilitaria, un microfono e il mio libro ‘Città senza semafori e case con le ruote’ per sensibilizzare coloro che pensano che il terremoto sia lontano dal loro condominio” dice la scrittrice.
Barbara Appiano è infatti da sempre impegnata su più fronti, instancabile sostenitrice della natura, degli animali in via di estinzionee del “mondo che non vuole affondare”.
Con il suo secondo romanzo ‘Città senza semafori e case con le ruote’ punta il dito contro la burocrazia-lumaca che con la propria lentezza rimane a guardare il terremoto, in compagnia delle alluvioni, far sprofondare un pezzo d’Italia.
Parte per non fermarsi la scrittrice, e lancia “La Giornata Nazionale dell’Alluvio-Terremotato”, un prodotto culturale tipico italiano di cui nel resto del mondo civilizzato non pare esserci traccia.
Ed è per denunciare tutte le lentezze della macchina burocratica italiana, che fa vivere ancora tante famiglie in condizioni precarie, che Barbara Appiano sarà ai primi di maggio con i terremotati della città dell’Aquila, di Accumuli, Amatrice e altri borghi nel crocevia tra alto Lazio-Abruzzo-Marche-Umbria.
La scrittrice raccoglierà idealmente i mattoni dei terremoti, presenti e passati, insieme a Babylon, la protagonista del suo ultimo romanzo, una terremotata dell’Aquila del terzo millennio che ha sostituito la valigia di cartone da migrante con un trolley e raccolto quello che resta della sua casa sbriciolata dal terremoto, con mutuo che non potrà più pagare. Stipando la memoria polverizzata della sua dimora dentro la sua valigia con le ruote.
Babylon nel libro girerà i terremoti presenti e passati anche di antiche civiltà, incontrando i Templari che disoccupati per cessata attività del tempio di Gesù raccoglieranno i mattoni dei terremoti e il fango delle varie alluvioni, diventate ormai un appuntamento fisso del dissesto idrogeologico del territorio italiano.
Insieme a lei il nonno della scrittrice che per non perdersi il “reality” del terremoto rimanda persino il suo funerale.
Terremoti e alluvioni, un mondo in collisione ed in frantumi, che si rialza con il peso massimo dei fiori, mattoni, persone in fila al centro di prima accoglienza italiano, il Parlamento, fango e mattoni, i protagonisti del nuovo romanzo di Barbara Appiano.
E purtroppo anche di un pezzo dell’Italia di oggi.
Il Premio Letterario della Città di Casalnuovo di Napoli “Una Città Che Scrive”, va in seconda edizione e conferma la sezione speciale dedicata alle zone colpite dal terremoto. Arriva anche la sezione dedicata alla dislessia.
Napoli, 29 agosto 2017 – Arriva il nuovo bando del premio letterario “Una Città Che Scrive”, dopo il successo della prima edizione,che ha fatto registrare oltre 1.000 presenze nel Centro Polifunzionale Pier Paolo Pasolini di Casalnuovo di Napoli per le premiazioni dello scorso 27 maggio, alla presenza dell’attore GiancarloGiannini, testimonial della serata.
Molte le conferme, spiega Giovanni Nappi, fondatore del premio letterario:“abbiamo deciso di confermare la sezione speciale dedicata alle zone colpite dal terremoto. La sezione si chiamerà sempre Visso nel cuore, ricordando il piccolo borgo delle Marche e il terremoto del Centro Italia, ma vi potranno partecipare tutti coloro che abitano in zone colpite dal sisma. Anche la mia regione, con il terremoto di Ischia, ha recentemente dovuto subire i danni di pesanti scosse.Una sezione speciale che è il nostro modo per riservare un pensiero a tutte le popolazione costrette a subire danni e paure per quello che sembra negli ultimi anni un fenomeno costante e inarrestabile“.
Ci sono però anche tante novità: “ci sarà per la prima volta una sezione speciale dedicata al mondo della Dislessia. Gli autori saranno bambini e ragazzi in difficoltà, genitori e familiari, insegnanti e chiunque altro, a diverso titolo, voglia attraverso la forza della scrittura dare voce alle esperienze vissute anche non in prima persona e speranza di riscatto a chi soffre di questo disturbo, potranno presentare testi ispirati al tema dei disturbi dell’apprendimento e dei bisogni educativi speciali“, racconta Nappi.
Confermate le 3 sezioni ordinarie: Poesie, Racconti e la sezione Scuola.
Anche la Poesia in lingua napoletana avrà una propria Sezione Speciale.
Intanto il fondatore del Premio Giovanni Nappi presenterà la propria esperienza, relativamente alla Forza della Scrittura e del Premio Letterario, il prossimo 15 settembre alla Festa de L’Unita’ Nazionale, che si svolgerà quest’anno al Parco Lungofiume di Imola (BO).
Giovanni Nappi, l’attore Giancarlo Giannini e il sassofonista Marco Zurzolo, ospiti della serata delle premiazioni
Ischia, 24 agosto 2017 – Ad Ischia il vero terremoto rischia di essere la cattiva informazione. Sono infatti grandi i danni di immagine recati all’economia dell’isola collegata al turismo. Ad intervenire sulla questione Sergio Passariello, Presidente del movimento Imprese del Sud.
“I tanti amici imprenditori che vivono e lavorano sull’isola di Ischia sono seriamente preoccupati. Il danno di immagine che si sta registrando con la diffusione di notizie non rispondenti alla realtà rischia di creare danni maggiori di quelli causati dal terremoto stesso” dichiara Passariello.
“Le disdette che si stanno registrando alcune anche comprensibili, non trovano giustificazione rispetto alla reale situazione presente sull’isola. Le zone veramente inagibili sono ben circoscritte e le strutture ricettive presenti sull’Isola sono tutte accoglienti” continua il Presidente di Imprese del Sud.
“Settembre e ottobre sono mesi ancora di lavoro e molti operatori, considerando ciò che sta accadendo, non sapranno come far fronte agli impegni economici in scadenza, in particolar modo per quanto riguarda il pagamento delle imposte, spese di personale e delle utenze”.
“Anche a Malta – precisa Passariello – dove mi trovo per lavoro, stamane è stata avvertita una scossa di terremoto con epicentro al largo dell’Isola. Subito i media web italiani hanno iniziato a diramare la notizia di un forte terremoto che avrebbe causato panico tra la popolazione. Nulla di più falso. La vita sull’isola scorre normalmente senza turbative.
“Auspico che le autorità locali, di concerto con quelle regionali e nazionali, diramino con urgenza idonei comunicati stampa che possano attestare la vera situazione dell’isola d’Ischia al fine di poter tranquillizzare i turisti, oltre a chiedere con immediatezza l’esecuzione di un provvedimento di sospensione delle tasse e dei tributi con un rinvio di pagamenti e rientri fidi” conclude Passariello.
Isola di Ischia (Foto:Wikipedia.org)
Sergio Passariello, Presidente del movimento Imprese del Sud
Perugia, 1 agosto 2017 – A distanza di un anno dal sisma, che ha coinvolto il centro Italia e distrutto intere famiglie, l’autore Simon Sword mantiene le promesse prese a settembre del 2016 donando all’associazione Pro Loco di San Pellegrino di Norcia, l’intero ricavato del suo primo libro per bambini “Il mio amico Alfred” che in poco tempo, insieme alla versione digitale in lingua inglese, ha venduto la bellezza di 30.000 copie.
“Un anno fa ho preso un importante impegno con questa piccola comunità e oggi posso dire di essere orgoglioso di quanto fatto e grato di aver conosciuto in questi mesi persone così fantastiche” ha spiegato l’autore.
Simon Sword ha pubblicato “Il mio amico Alfred”, un libro illustrato per bambini che tratta il tema della disabilitàinfantile, in totale autonomia, senza il supporto di alcuna casa editrice e ciò ha reso ancora più incredibile il risultato raggiunto.
Nei prossimi mesi l’autore ha in programma l’uscita di altri titoli ed ha promesso di tenere alta l’attenzione nei confronti di tutti coloro, che a causa del sisma, hanno perso tutto.