Trovare lavoro: oggi la selezione dei curriculum la fa il Pc

Milano, 20 dicembre 2019 – Molti non lo sanno, e continuano a inviare curriculum come se a leggerli fossero solo e unicamente dei recruiter umani, in carne e ossa, ma le cose non stanno esattamente così, anzi. Sono infatti sempre di più le aziende che si affidano a dei sistemi automatici per la preselezione dei curricula, per scremare velocemente i candidati.

Ma per quale motivo le aziende hanno deciso di dotarsi di un selezionatore automatico?

«Va sottolineato prima di tutto che questi software vengono usati solamente nella fase preliminare, per eliminare tutte le candidature che non presentano i requisiti minimi indicati nell’annuncio di lavoro» spiega Adami, per poi aggiungere che «le aziende utilizzano questi programmi per fare fronte alle decine o centinaia di curricula che arrivano tutti i giorni. Per avere la certezza di non cestinare dei curriculum senza leggerli, dunque, si rende indispensabile dotarsi di un aiuto digitale» spiega l’head hunter di Milano Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati.

C’è però una sottile ma importante differenza tra lo scrivere un curriculum vitae rivolto a un recruiter e realizzare invece un CV che verrà analizzato da un software.

Senza ombra di dubbio i software in questione sono estremamente utili per velocizzare la selezione e per destinare il tempo e le energie delle risorse interne ad altre attività. Non si può però trascurare il fatto che, talvolta, questi algoritmi si rivelano poco precisi, finendo per scartare dei curricula assolutamente validi.

«I programmi per la scrematura dei curriculum sono certamente migliorati negli ultimi anni, ma ancora oggi gli algoritmi utilizzati si lasciano scappare dei candidati interessanti. Il problema, in questi casi sta nella costruzione stessa del curriculum vitae, che non risulta chiaro agli occhi del programma di selezione, che di conseguenza finisce per scartare il candidato».

Cosa possono fare dunque le persone alla ricerca di un nuovo lavoro che vogliono essere certe di superare la preselezione effettuata dai software?

«Il curriculum vitae deve sempre essere chiaro, ben strutturato e senza errori di sorta; nel caso dei CV che verranno scansionati dai software questi requisiti sono doppiamente importanti» sottolinea Carola Adami.

Ecco allora che, per non contrariare l’algoritmo incaricato di scremare le candidature, si rende necessario per esempio ‘ottimizzare’ il curriculum vitae per specifiche parole chiave. È dunque importante individuare i termini utilizzati nell’annuncio di lavoro e riportarli nel proprio curriculum, così da avere la certezza che il software sia in grado di riconoscerli. Se per esempio l’annuncio di lavoro parla di “Sales Manager”, è meglio usare quel termine anziché “responsabile delle vendite”.

É molto importante inoltre scegliere il giusto formato: alcuni programmi per la scrematura dei curriculum, per esempio, non accettano file in PDF, in HTML o nei formati di salvataggio di Open Office e Apple Pages. Meglio quindi andare sul sicuro, inviando dei CV in formato doc o txt.  E ancora, per non confondere l’algoritmo è bene ridurre immagini, grafici e tabelle al minimo. Infine, per aiutare il software a collocare correttamente il proprio curriculum vitae, è necessario spiegare in modo chiaro, diretto ed esaustivo le proprie mansioni passate.

Seguendo queste semplici regole è possibile realizzare un curriculum vitae a prova di selezione automatica fatta da dei software.

 

 

Aziende, selezionare i venditori: “Devono saper ascoltare e educare i clienti”

Milano, 30 settembre 2019 – Alla fine, si concentra tutto lì, nel reparto vendite. Non importa quanto abbiano lavorato bene gli altri comparti dell’azienda: se i profili sales non sono all’altezza, il castello di carte non può che crollare miseramente. Il problema, però, è che per essere un buon commerciale non è sufficiente essere un buon venditore.

Oggi il mercato è altamente competitivo e si raffronta con un pubblico particolarmente attento e informato. Non esistono più, dunque, i prodotti e i servizi che si vendono da soli. Ne consegue quindi che il profilo sales ideale non è più la figura estroversa che, facendosi amico il potenziale cliente, si limita a esporre le caratteristiche del prodotto.

«I profili sales ormai devono essere in grado di educare i potenziali clienti, senza mai spingerli all’acquisto, perché il pubblico di oggi vuole arrivare da solo alla decisione di comprare. E non è tutto qui, in quanto il commerciale deve essere in grado di connettersi a livello personale con i prospect, ascoltando in modo attivo le loro esigenze, anche quelle che lo stesso cliente non sa di avere».

A delineare la figura del profilo sales del terzo millennio è Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati, specializzata proprio nella selezione di personale in ambito sales.

«Siamo tra i pochi head hunter in Italia che hanno inserito dei consulenti specializzati nella selezione di figure commerciali, e che dunque si occupano quotidianamente della ricerca di figure chiave come i direttori vendite, i responsabili commerciali e i tecnici commerciali» spiega Adami, aggiungendo che «chi non ha competenze in questo specifico ambito difficilmente può riuscire a selezionare il venditore più adatto per un’azienda. Si tratta infatti di professionalità del tutto particolari, che negli ultimi anni si sono evolute enormemente. Del resto, gli stessi mercati in cui queste figure si trovano a muoversi sono cambiati in modo netto».

Come si sceglie quindi il profilo commerciale più idoneo per un’azienda?

«Prima di tutto si deve partire da un’analisi approfondita dell’azienda, delle sue esigenze e del suo ambiente, per poi valutare il mercato di riferimento. Questa fase preliminare è necessaria per capire quale tipo di professionista può effettivamente soddisfare i bisogni dell’azienda, ed è chiaro che un recruiter generico non potrebbe in alcun modo affrontare tale passaggio» spiega Adami. «A quel punto si procede con la ricerca del profilo ideale, utilizzando gli strumenti più efficaci».

Di quali strumenti stiamo parlando?

«Ebbene, si parla ovviamente anche di strumenti noti ai più, come per esempio LinkedIn e le altre piattaforme dedicate al mercato del lavoro che si possono trovare online. Occupandoci di head hunting da molti anni, però, possiamo contare anche su un database estremamente ricco, nel quale teniamo traccia di migliaia di figure sales a livello nazionale e internazionale. A questo si aggiunge poi l’ampio network di ogni singolo head hunter, pur partendo dal presupposto che il nostro codice etico ci proibisce di fare delle proposte lavorative a delle aziende clienti».

Ma come deve essere, dunque, il perfetto direttore delle vendite?

«Si tratta di una figura sfaccettata e complessa. Oltre a essere un buon venditore e avere il polso del mercato, questo professionista deve essere in grado di formare e di incoraggiare il proprio team di vendita, costruendo una visione a lungo termine che possa fare da timone all’intero reparto e che riesca a coinvolgere in modo attivo ed entusiasta ogni singolo commerciale».

 

 

Trovare un nuovo lavoro: ora l’head hunter ti aiuta, dalla revisione del CV al colloquio

Trovare un nuovo lavoro con l’aiuto dell’head hunter, dalla revisione del CV alla simulazione di colloquio

Roma, 20 giugno 2019 – I Millennials, nei primi 5 anni dopo il conseguimento della laurea cambiano,  in media, poco meno di 3 posti di lavoro. A registrarlo l’ultimo report annuale stilato da LinkedIn, il social network più usato per motivi professionali. La generazione precedente, nel primo lustro dopo la laurea, si ‘limitava’ a cambiare 1,6 posti di lavoro in media ma econdo uno studio dell’agenzia Californiana di HR Robert Half, il 64% dei lavoratori statunitensi sarebbe costituito da ‘jop hoppers’, ovvero da ‘cavallette’ che cambiano con una discreta facilità il posto di lavoro: una cifra che pare aumentata del 22% in soli 4 anni. In effetti avere il medesimo posto di lavoro fino alla pensione è ormai un ricordo, più una caratteristica del passato che ormai poche persone vogliono – o possono – ripetere.

Ne consegue dunque che la ricerca di lavoro è un’attività continua, che molto spesso non termina nel momento in cui si viene assunti da un’azienda. Attraverso LinkedIn, visitando i portali di offerte lavorative, inviando delle autocandidature, i semplici impiegati come i manager non smettono di cercare un’occupazione migliore. Accanto a tutte questi lavoratori che vogliono far fare un passo avanti alla propria carriera, inoltre, ci sono ovviamente tutte le persone alla ricerca della prima occupazione, o che magari provengono da un lungo periodo di inattività, o ancora, che sono appena state licenziate dalla ‘vecchia’ azienda. Ogni giorno, in Italia, vengono dunque inviati migliaia e migliaia di curricula, i quali spesso si concentrano su poche offerte che calamitano l’attenzione di tutti.

Non è quindi per nulla raro, per un addetto alla ricerca e alla selezione del personale, ritrovarsi a dover esaminare centinaia di curricula per trovare i migliori candidati, finendo per cestinare la maggior parte di questi per degli errori banali.

«Molto spesso delle candidature sono cestinate in pochi secondi, a causa degli errori presenti nel curriculum» spiega Carola Adami, head hunter dell’agenzia di selezione del personale Adami&Associati. «Talvolta le informazioni sono presentate in modo disordinato, altre volte sono presenti degli errori grammaticali, e altre volte ancora non vengono riportate o enfatizzate delle skills che, magari, il candidato possiede, ma che però non ha pensato di evidenziare».

Certo, per trovare una nuova occupazione soddisfacente e in tempi brevi, non basta avere un buon curriculum vitae. Come ben sanno le persone che si sono ritrovate a cercare un nuovo lavoro negli ultimi anni, è importante curare in modo ampio il proprio personal branding: gli head hunter e i recruiter esaminano infatti non solo il curriculum ricevuto, ma fanno di più, ricercando il candidato online per valutare la sua figura sui principali social network, a partire da LinkedIn.

«Per questo motivo la nostra agenzia di ricerca e di selezione del personale offre alle persone che ricercano un nuovo lavoro non solo un servizio di revisione del curriculum vitae, ma anche un servizio di rielaborazione del profilo LinkedIn, in modo da mettere in mostra le proprie doti migliori, rendendo così la propria figura più accattivante agli occhi dei potenziali datori di lavoro» spiega Carola Adami.

E non è tutti qui, in quanto, oltre a curare la presenza online e il curriculum vitae di chi è alla ricerca di una nuova occupazione, gli head hunter di Adami & Associati – forti di una lunga esperienza nel selezionare i migliori candidati attraverso dei colloqui conoscitivi – si mettono a disposizione di tutte quelle persone che vogliono migliorare le proprie performance durante i colloqui, attraverso delle simulazioni di incontro.

«Il colloquio di lavoro è un momento cruciale per chi cerca un nuovo lavoro» sottolinea Adami «e poter contare su delle simulazioni con dei professionisti dà la preziosa opportunità di individuare i propri punti di forza e di debolezza, e di gestire al meglio la prossima job interview».

 

Ricerca lavoro in Svizzera, aprono 2 nuovi Point Service a Stabio e Caslano

Lugano, 15 maggio 2018 – Buone notizie per chi cerca lavoro in Svizzera. L’agenzia per il lavoro Point Service di Lugano ha infatti annunciato l’apertura di 2 nuovi Point a Stabio e Caslano.

Una scelta strategica per servire numerose aziende e multinazionali del territorio, del settore secondario e terziario, con una mossa che conferma l’espansione del gruppo sul mercato Svizzero e internazionale con investimenti mirati a breve termine.

Motivo per cui la Point Service ha per deciso di investire in prima persona anche nello sviluppo delle competenze interne e nella tecnologia, per rispondere con prontezza e in modo flessibile alla diverse esigenze delle aziende dei vari territori.

L’eccellenza è l’obiettivo principale di questo processo che, in un mercato sempre più esigente, mira a selezionare i migliori candidati per le migliori aziende, in un equilibrio perfetto tra domanda e offerta.

Un personale all’altezza è diventato infatti un elemento fondamentale e selezionare i giusti collaboratori, fidati, preparati, motivati, è la chiave di volta del successo di una società.

La centralità delle persone è un tassello importante nella dinamica di matching tra aziende e candidati e a questo si unisce la trasparenza e la responsabilità sociale, con un’imprescindibile attenzione e osservazione del territorio nel quale si opera.

La Point Service si posiziona quindi come una delle principali realtà sul territorio, capace di far crescere il mondo del lavoro, semplificando l’incontro tra domanda ed offerta, e reclutamento, selezione e formazione del personale di primo livello.

Per maggiori informazioni visitare il sito internet www.pointservicesa.ch.

 

POINT SERVICE

 

Selezione del Personale, la Prima Holding si espande

Milano, 13 novembre 2017 – Prima Holding SA, società specializzata nella ricerca personale, ha annunciato nella figura dell’imprenditrice Gemma De Filippis, la  crescita e gli investimenti a breve termine per l’espansione dei Point Service sul mercato internazionale.

L’eccellenza è l’obiettivo principale di questo processo che, in un mercato sempre più esigente, mira a selezionare i migliori candidati per le migliori aziende, in un equilibrio perfetto tra domanda e offerta.

La qualità dell’assunzione del personale è diventato un elemento fondamentale perché i giusti collaboratori, fidati, preparati, motivati, sono la chiave di volta del successo di una società.

La centralità delle persone è un tassello importante nella dinamica di matching tra aziende e candidati, un fattore a cui si unisce la trasparenza, la responsabilità sociale e un’imprescindibile attenzione e osservazione del territorio nel quale si opera.

La sede principale dei Point Service del gruppo Prima Holding Sa oggi ha sede a Lugano ma il gruppo ha annunciato a breve l’espansione con l’apertura di nuove filiali, soprattutto nelle zone di confine come Stabio e Caslano, oggi importanti poli industriali, dove sono presenti le sedi di numerose aziende e multinazionali legate sia al settore secondario, sia a quello terziario.

Prima Holding SA si posiziona quindi come una delle principali realtà sul territorio, capace di far crescere il mondo del lavoro, semplificando l’incontro tra domanda ed offerta, con un reclutamento, una selezione e una formazione del personale assolutamente professionale.

L’azienda investe in prima persona anche nello sviluppo delle competenze interne e nella tecnologia, per rispondere con prontezza e in modo flessibile alla diverse esigenze delle aziende clienti.

Per saperne di più sulla società di selezione del personale visitare il sito internet www.pointservicesa.ch.

 

 

Gemma De Filippis – Prima Holding
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