Impresa: quando il libro serve a fare marketing

ll libro come strumento di marketing: il progetto parte dalle Marche e sta conquistando il mondo dell’impresa. Raggiungere gli obiettivi commerciali grazie ad un libro è possibile…

Milano, 28 giugno 2022 – Scrivere un libro di successo per imprenditori in 30 giorni, pubblicarlo in una settimana e poi distribuirlo in Italia e in tutto il mondo, con l’obiettivo di raggiungere nuove vette di clienti e fatturato. È l’idea nata e sviluppata dall’ing. Emanuele Properzi di Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, ribattezzata con il nome Bookness,

Si tratta di un progetto editoriale che ha permesso di dare al libro una forte valenza di brand, una miscela esplosiva di comunicazione, storia, reputazione dell’azienda e del professionista protagonisti della pubblicazione.

Nel corso degli ultimi 5 anni sono stati scritti più di 600 libri, grazie a un team di scrittori professionisti che si sono formati seguendo le metodologie editoriali esclusive brevettate da Properzi.

Dallo studio dei bestseller al metodo “Bookness”

Il metodo di scrittura di Bookness è stato infatti chiamato “Bestseller Framework®” e come spiega Properzi, è stato elaborato «dopo aver analizzato oltre 300 libri imprenditoriali bestseller a livello internazionale e dopo aver riconosciuto all’interno di essi una specifica e ricorrente struttura di contenuti».

«Negli anni abbiamo testato il processo di scrittura del libro partendo da un’intervista iniziale fatta all’autore – continua Properzi – e da una raccolta attenta di materiale utile per costruire l’opera migliore per l’autore e, soprattutto, per i suoi obiettivi commerciali.

Grazie ad un processo collaudato attraverso il Bestseller Framework, con il team di Bookness siamo in grado in meno di un mese di scrivere un libro per qualsiasi imprenditore, formatore, coach, professionista ed esercente».

Dalle multinazionali a piccoli professionisti, la scrittura e la pubblicazione di un libro si sono rivelate operazioni molto efficaci, capaci di portare effetti clamorosamente positivi per le finanze e per la promozione di attività tra le più disparate tra loro”.

“Il successo di Bookness – conclude Properzi – sta nel fatto che noi facciamo crescere i fatturati di professionisti e imprenditori attraverso un libro che loro non hanno tempo o possibilità di scrivere».

Il metodo permette all’autore, e quindi al suo business, di posizionarsi come leader del settore in questione, aiutandolo a generare, più di qualsiasi altra operazione di marketing possibile e immaginabile, un flusso costante di clienti.

Per ulteriori approfondimenti sul metodo Bookness basta visitare il sito internet www.Bookness.it o scrivere alla mail info@bookness.it.

 

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Per interviste ed informazioni:

telefono:  327 5850112

 

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L’ing. Emanuele Properzi, ideatore del metodo Bookness

 

Ad Ancona in scena “I Promessi Sposi: Opera Moderna”, a sostegno di AISLA

In programma il 12 febbraio al Teatro Delle Muse lo spettacolo teatrale della Compagnia Amatoriale “Musical Insieme”. I fondi raccolti finanzieranno i progetti di AISLA Ancona.

Ancona, 01 febbraio 2022 – Il palco del Teatro delle Muse di Ancona alza il sipario sulla solidarietà, trasformandosi nella scenografia perfetta per una serata a supporto delle attività di AISLA Ancona.

Sabato 12 febbraio alle ore 21.00 andrà in scena “I Promessi Sposi – Opera Moderna”, un classico della letteratura italiana, una rappresentazione a metà strada fra il musical e l’opera rock, ispirata al celebre romanzo di Alessandro Manzoni “I Promessi Sposi”. Lo spettacolo si avvale delle musiche di Pippo Flora e della riduzione teatrale di Michele Guardì, della regia di Elisa Ravanesi e della direzione artistica del maestro Valerio Marcantoni, con la Compagnia Teatrale Amatoriale “Musical Insieme”, grazie al Patrocinio del Comune di Ancona.

Parte del ricavato sarà destinato alla realizzazione dei progetti nati dalle esigenze delle famiglie con SLA della città dorica.

Diversi sono i servizi offerti gratuitamente dall’associazione animata da soli volontari. Tra i più richiesti il supporto psicologico e l’integrazione della fisioterapia domiciliare.

Il fine del nostro impegno e del nostro lavoro è quello di sostenere i malati e le loro famiglie, che si concretizza tramite l’accoglienza delle richieste e delle informazioni che aiutano le persone malate SLA e i loro familiari; nella ricerca di risposte ai bisogni socio-assistenziali, che progressivamente insorgono nel percorso di vita quotidiano. Ma anche tramite un servizio di supporto psicologico, che spesso si rende necessario nel lungo percorso che la famiglia ed il malato si trovano ad affrontare e attraverso un Gruppo di Aiuto (GdA), costituito da persone malate e familiari, che si riunisce una volta al mese presso il Centro per il Volontariato di Ancona, per condividere difficoltà, esperienze e anche risorse possibili per affrontare la quotidianità”, sottolinea Maria Antonietta Barbadori, Referente AISLA Ancona.

 I biglietti sono disponibili online su https://www.vivaticket.com/it/biglietto/i-promessi-sposi-opera-moderna/171855 o direttamente presso la biglietteria del Teatro delle Muse (AN). Per presenziare alla serata è necessario il green pass rafforzato.

Trama dello spettacolo

Lo spettacolo si prefigge di affrontare quello che è convenzionalmente considerato il più grande romanzo italiano sotto un’ottica moderna, che evidenzi – rispetto al testo originale – agganci con l’attualità, in una “celebrazione di un mondo pieno di suggestioni storiche, poetiche e umane”. L’amore fra i due protagonisti -Renzo Tramaglino e Lucia Mondella- si inserisce, in accordo con il testo manzoniano, “in un contesto storico e sociale che riprende, immutate, le problematiche dell’essere: dall’Amore al Potere, dalla Giustizia alla Fede”. In questa ottica, viene enfatizzato il trionfo della vita che vince la peste, in un festoso e concitato finale dove protagonisti e comprimari sono tutti sul palco. Il bello dei Promessi Sposi è che può catturare l’attenzione e l’interesse ancora oggi, dato che si tratta di un romanzo moderno che tratta molti e profondi temi come il rapporto con i potenti, il pentimento etc.

AISLA Ancona

La sezione AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) di Ancona nasce il 25 novembre 2009 ed è il punto di riferimento per circa 160 malati e per le loro famiglie. Presente sul territorio con le due sedi di Ancona e Fermo-Porto San Giorgio (https://www.aisla.it/dove-siamo/marche/).

Sono volontari che hanno segnato tracce che continueranno ad essere seguite e per le quali è sempre forte l’appello di nuovi supporti (per informazioni volontari@aisla.it). Sono loro il vero ingrediente segreto, perché capaci di offrire quotidianamente quel gesto d’amore che ha la forza di cambiare le cose.

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Ufficio Stampa AISLA

Valentina Tomirotti | Cell. 333 9580672 – ufficiostampa@aisla.it | vtomirotti@aisla.it | https://www.aisla.it/area-stampa/

Distrofia muscolare: in “Tutto di me” la potenza delle parole che raccontano la vita

Achille Lauro introduce l’opera prima di Francesco Venturi, affetto da distrofia muscolare sin da piccolo, dichiarandosi perdutamente innamorato di chi ferma sui fogli i pensieri più nascosti per donarli

Roma, 21 gennaio 2022 – “Ho scelto la poesia, poiché l’unico modo per descrivere la mia vita così piena di ostacoli ed “inciampi” è quello di utilizzare il canto, una poetica che sottolinei la bellezza inusuale del mistero di questa esistenza”. Con queste parole si aprono le pagine di “Tutto di me”, l’opera prima del giovane Francesco Venturi, affetto da distrofia muscolare sin da ragazzino.

Marchigiano, classe 1999, Francesco da sempre coltiva il sogno di scrivere, perché, a suo dire, è solo attraverso l’arte della parola che ha scoperto di poter raccontare il suo posto nel mondo, prima con i testi delle canzoni rap e poi con la poesia.

Ed è così che nasce la sua prima raccolta di poesie e flussi di pensiero con i quali l’autore “butta fuori tutto sul proprio conto”; lui che si definisce a doppio cognome, il primo di sangue ed il secondo, copiato ed ingombrante, che porta il nome Duchenne, la distrofia muscolare con la quale convive da quando è piccolo e che è ha contribuito a definire ciò che è oggi e a tratteggiare la sua visione della vita.

Un universo di emozioni, dunque, introdotte con profondità dall’amico di Francesco, che è anche uno dei più noti protagonisti della scena musicale italiana, Achille Lauro.

Il talentuoso artista dalla inconfondibile poetica ha da subito sposato il progetto perché crede nella forza delle parole e sigilla così la chiusura del libro: “Sono perdutamente innamorato delle persone che fermano su fogli di carta i pensieri più nascosti per donarli al mondo, chi sogna l’irreale per poi dipingerlo, chi decide di raccontare la propria storia offrendola a chi la ascolterà”.

Sì, perché il libro è prima di tutto il dono di pensieri e stati d’animo che cambiano la prospettiva su noi stessi e sul mondo; che aprono a nuove possibilità di azione e invitano a nuove occasioni di relazione, pur nel coraggio di non nascondere la paura, la rabbia e la fatica.

Esattamente come la consapevolezza del limite fisico legato alla distrofia muscolare di Duchenne (DMD), malattia genetica rara che colpisce un bambino su 5.000 e da subito dichiarata da Francesco nel suo racconto, che apre a spazi generativi nei quali trovano casa i sogni e i progetti tutti da costruire.

Si tratta di una malattia neuromuscolare i cui segnali si manifestano già nei primi anni di vita. I bambini perdono progressivamente la capacità di deambulare e, successivamente, vedono un interessamento dei muscoli respiratori e cardiaci. Diventa allora fondamentale una presa in carico multidisciplinare per tutto il percorso di vita, esattamente come avverrà nel prossimo Centro Clinico NeMO Ancona.

La sua apertura è prevista entro la primavera, presso l’A.O.U. Ospedali Riuniti a Torrette. Quella di Ancona diventa la settima sede di un network già presente a Milano, Roma, Arenzano, Brescia, Trento e Napoli.

Ciò che rende unici i Centri NeMO è la caratteristica di avere all’interno del loro reparto ben 23 specialità cliniche che possono prendersi cura in maniera personalizzata e puntuale della persona; dal neurologo, al neuropsichiatra infantile, allo pneumologo, al nutrizionista, al fisiatra, al terapista occupazionale, allo psicologo, per citarne alcuni. Non solo, in ognuno di essi è sempre molto importante l’attenzione e la cura agli spazi personali di degenza e alle aree relax, dedicate sia agli adulti che ai bimbi. È proprio qui che, da questa settimana, sarà possibile leggere anche “Tutto di Me”.

L’ingegno poetico di Francesco sta proprio nel riuscire a muovere il lettore alla scoperta di una verità, talvolta scomoda come la vita, ma della quale non si può che rimanerne sempre estasiati e sorpresi – dichiara Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO – E quando il talento si fa dono per gli altri, diventa impegno per costruire una società nella quale ciascuno possa sentirsi parte integrante e risorsa di valore”.

Mettere le scarpe a un poeta è come isolarlo, diceva Alda Merini, perché i poeti camminano a piedi scalzi per lasciarsi aggredire dalle emozioni e scrivere di poesia. La giusta metafora che spiega come le parole di Francesco passeggiano a piedi nudi sul foglio di carta per addentrarsi nelle pieghe nascoste dei limiti imposti proprio dalla vita, per liberarsi poi nella passione, fino a scovare tratti di un noi che scopriamo ci somiglia.

La potenza delle parole che raccontano la vita. Questo è in fondo il dono più grande e di cui Achille Lauro ne ha colto l’essenza, condividendo il sogno di un ragazzo che da grande vuole essere uno scrittore.

E’ possibile contattare l’autore tramite la mail  francescoventuri1999@gmail.com.

Il libro “Tutto di me”, Lab edizioni, è già disponibile in tutte le librerie online, e non.

 

 

 

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Ufficio Stampa Centro Clinico NeMO – Valentina Tomirotti | Cell. 333 9580672 – ufficio.stampa@centrocliniconemo.it |

Fermo: i ritratti di 100 volti per fotografare la storia

Le immagini del giovane fotografo Alex Marè, specializzato in bianco e nero, raccontano in un volume il periodo storico vissuto attraverso i volti di 100 persone

Fermo, 03 dicembre 2021 – I volti di 100 persone, fotografate per raccontare, e tramandare ai posteri, la storia contemporanea. È l’obiettivo del giovane fotografo Alex Marè, specializzato in bianco e nero, che ha raccolto in un volume le 100 immagini, che intendono raccontare il periodo storico vissuto.

La fotografia ritrattistica per raccontare la storia

La fotografia ritrattistica non deve solamente esser vista come materiale che si va a perdere, ma anzi rappresenta un baglio di storia di chi vive e di chi nel corso del tempo ha lasciato un’impronta di sè nel tempo.

La più grande difficoltà, in un momento storico come questo, è stata la messa in atto di questo lavoro partito dalla carta per poi essere realizzato davanti ad una delle più imponenti cattedrali d’Italia, ovvero il Duomo di Fermo.

Altro fatto degno di nota è che si tratta di un libro di fotografia totalmente in bianco e nero nel quale vengono ritratti autorità Ecclesiastiche, Militari e Civili di ogni genere, ma anche Campioni del Mondo della Nazionale Italiana di vari sport e Chef Stellati.

«Ogni persona possiede qualcosa di diverso» racconta l’autore « ognuno di noi ha qualcosa di bellissimo da mostrare, sono proprio le differenze tra le persone ad essere alla base della fotografia umana, proprio per raccontare davvero ciò che la realtà è ho voluto far vedere chi la vive giornalmente a partire dall’Arma dei Carabinieri, passando per S.E. l’Arcivescovo per concludere con la Polizia di Stato».

«Ho voluto dar voce ad ogni persona e allo stesso tempo mettere tutti sullo stesso piano facendo capire che ogni persona vive qualcosa di diverso, con il suo lavoro, le sue passioni ed il suo essere», dice ancora Marè.

L’opera fotografica

Le sessioni fotografiche per il progetto dei 100 volti nel rispetto delle normative covid-19, hanno avuto luogo nei mesi di febbraio e marzo 2021, nello scenario del Viale della Cattedrale Metropolitana di Fermo.

Il volume al suo interno è corredato da testi a cura di Michela Mercuri (Docente Universitaria di Storia del Medio Oriente), Maria Cristina Brandini (curatrice di mostre internazionali) e Giancarlo Vaiarelli (esperto in stampa Platino).
L’introduzione è invece a cura della giornalista Gaia Capponi.

Disponibile nelle librerie di tutta Italia il libro fotografico, dal titolo “Ritratto Fotografico – Fermo“ (edito da Poderosa Edizioni), l’opera in  vendita al prezzo di 30,00 euro, contiene 100 fotografie inedite, 220 pagine di pregio e ha una veste editoriale curatissima a partire dalla copertina in tessuto con stampa in argento.

Chi è Alex Marè

Alex Marè, classe 1995, nato a Fermo, dal 2015 si concentra sulla Fotografia di Moda in bianco e nero.
Ha lavorato principalmente a Milano ed è durante questo periodo che ha immortalato top model e attrici del calibro di Cindy CrawfordSara SampaioIrina Shayk , Adriana Lima , Cate BlanchettBelen RodriguezRomee Strijd , Carla Bruni, Alberta FerrettiBella Hadid e Gigi Hadid.
Ma anche personaggi della moda come Giorgio ArmaniFranca Sozzani e Karl Lagerfeld, Anna Dello Russo.

I suoi lavori sono apparsi anche su magazine e riviste nazionali ed Europee.

A luglio 2021 inaugura la sua prima mostra bimestrale “L’Assunta” al Duomo di Fermo, commissionatagli da S. E. Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio e il rettore della cattedrale Don Michele Rogante, consacrandolo come primo artista ad esporre in questo luogo.

Ulteriori informazioni sull’autore sono reperibili al sito web www.alexmare.com.

 

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Da vittima di bullismo a parrucchiere delle dive: le “Confessioni sotto il casco” di Pierluigi Mattiozzi

Parte da Fermo il cammino dell’hair stylist Pierre, diventato oggi “Il parruchiere delle dive”

Roma, 6 settembre 2021 – Trasgressioni, dolori, segreti e successi. E poi ancora la vita di provincia, i pregiudizi per le sue preferenze, le difficoltà, le trasgressioni, i momenti difficili come vittima di bullismo e poi quelli esaltanti.

Ne ha viste tante nella sua vita Pierluigi Mattiozzi, per tutti Pierre, diventato oggi un grande artista dei capelli, famoso per essere “il parrucchiere delle dive”.

Pierre, dalle sue clienti, tra un’acconciatura e un colpo di forbici, ne ha sentite di tutti i colori. Stavolta però ha deciso di mettersi lui stesso a nudo per la prima volta, decidendo di condividere il suo incredibile percorso umano e professionale nell’autobiografia “Confessioni sotto il casco”.

Nel libro l’hair stylist racconta le tappe più significative della sua vita e carriera, da quando era un bambino fino ai nostri giorni.

Nato a Fermo e cresciuto a Monte Urano, l’autore descrive le sue difficoltà da bambino, vittima di bullismo, quando i coetanei lo consideravano una “femminuccia” solo perché alla Gazzetta dello Sport preferiva la rivista Marie Claire in cui poteva trovare le anticipazioni dell’ultima moda.

A undici anni Pierluigi Mattiozzi lascia la scuola per andare a lavorare in un salone per acconciature. La passione per la professione di parrucchiere lo divora e Pierre fa passi da gigante: a ventuno anni apre il suo primo salone e agli inizi degli anni 2000 i suoi servizi sono ricercati da molti vip.

Dagli eccessi alla famiglia

Sono gli anni di divertimenti sfrenati, eccessi e trasgressioni. Poi irrompe Romina nella sua vita: una donna che sembra piombare da un altro pianeta, da un’altra dimensione. Pierre resta folgorato e s’innamora pazzamente. La vita scorre con lei in perfetta sintonia e il lavoro procede a gonfie vele.

Arrivano i figli Gaia e Filippo ma la vita presenta anche periodi molto difficili e dolorosi. La malattia della figlia e scelte professionali sbagliate rischiano di portare Pierre verso un punto di non ritorno ma alla fine l’amore e la famiglia lo salvano e gli permettono di recuperare quell’equilibrio necessario per condurre una vita piena di affetti, dignità e gratificazioni professionali.

“Ho voluto scrivere il libro che racconta della mia Vita – spiega Mattiozzi – perché desidero invitare tutti, soprattutto i più giovani, a credere in un sogno, in un obiettivo da raggiungere per poter dare senso alla propria vita”.

Un libro consigliato, perché scritto in modo sincero e appassionante in cui l’autore alterna capitoli dedicati alla sua vita privata con altri direttamente legati alla sua professione.

Il link su Amazon del libro è https://amzn.to/3ez1e2x mentre la pagina Facebook di Pierre è www.facebook.com/pierre.hairdressing.

 

 

 

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Arriva a Senigallia lo spettacolo “Next Please”, del duo Teo & Oscar

Senigallia, 18 marzo 2019 – Si terrà a Senigallia il 6 aprile prossimo alle ore 21.00 presso il teatro Portone (Piazza della Vittoria 22) lo spettacolo “Next Please“, il varietà di Teo & Oscar.

Il duo artistico torna sul palcoscenico dopo il grande successo del debutto dello scorso anno, con un varietà diretto da Oscar Latino e Matteo Di Stefano,due personaggi poliedrici, che dopo anni di gavetta nei teatri dei villaggi turistici di tutto il mondo, portano ora nei teatri italiani se la loro esilarante esperienza.

Lo spettacolo ha l’intento di far vivere al pubblico le atmosfere, e i colori di un varietà vecchio stampo, ripercorrendo i momenti più esilaranti dell’avanspettacolo in un susseguirsi di scenette comiche e macchiette.

Il tutto su un palco che potrebbe essere quello di un varietà televisivo. Un’insolita alchimia ha creato una compagnia d’eccezione fatta di cabarettisti, cantanti ospiti, comici ridicoli, e ballerini del corpo di ballo Jologik della scuola di ballo Nirvana di Senigallia Italia’s Got Talent 2017.

Ne viene fuori uno spettacolo frizzante, comico, goliardico e ammiccante cantato dal vivo da Oscar e Matteo.

Un varietà sfacciatamente divertente e che travolge letteralmente il pubblico, con tante storie diverse che sono in grado di divertire dai più giovani a quelli più grandi.

L’appuntamento è per il 6 aprile prossimo alle ore 21.00 presso il teatro Portone (Piazza della Vittoria 22, Senigallia).

I biglietti costeranno Intero Platea 15 euro (presso biglietteria teatro) e Ridotti, fino a 10 anni 10 euro (presso biglietteria teatro), e saranno in vendita anche online all’indirizzo www.liveticket.it.

Per informazioni contattare il botteghino al numero 334 3752182 dal lunedì al sabato (ore 15-20), scrivere alla mail teatroportone@gmail.com, o visitare il sito internet www.teatroportone.it.

 

NEXT PLEASE

Regia Oscar Latino e Matteo DI Stefano

con la partecipazione di Marco Leopardi
e con Penelope Zaccarini
Direzione musicale: Oscar Latino e Matteo Di Stefano Corpo di ballo: Jologik scuola di ballo Nirvana Coreografie: Giorgia D’Emidio
Attori : Michael Frontalini, Elisa Fabri , Mattia Crostelli

Regia Audio: Davide Rana

Regia Luci/Video: Pietro Spallaci Audio & Lighting Equipments

 

 

 

 

 

Ricostruire dopo il terremoto: “A Saletta il cuore dell’Italia”

Amatrice, 5 settembre 2018 – Il 2 settembre scorso il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’ ha organizzato una giornata di commemorazione delle vittime del terremoto che ha devastato il centro Italia il 24 agosto del 2016 ed una raccolta fondi per racimolare quante più risorse finanziarie possibili per poter ricostruire il borgo di Saletta, frazione di Amatrice.

Alla giornata ha partecipato anche la scrittrice Barbara Appiano, che al tragico evento sta dedicando un libro, e che ha devoluto gli incassi del giorno della vendita dei suoi libri alla raccolta fondi del comitato.

Queste le riflessioni della scrittrice sulla giornata di commemorazione.

“Senza la parola il mondo non esisterebbe.

Senza la parola non esisterebbe la condivisione del dolore e della gioia, e non esisterebbe il movimento delle idee.

Idee che ho visto e ascoltato il 2 settembre scorso a Saletta, frazione di Amatrice, luogo tristemente noto per il terremoto del 24 agosto 2016.

A Saletta fanno parte del paesaggio, geneticamente modificato dalla natura, le montagne di macerie,che fanno concorrenza alle vere montagne e colline, e che tuttora sono spettatrici silenziose del mondo che è stato e che purtroppo non è più.

Stupisce l’inerzia e la lentezza che accompagna la ricostruzione del borgo di Saletta facente parte del comune di Amatrice, ma così è.

Lentezza umana e furia della natura mal si accompagnano, e attualmente la furia della natura in questo incantevole luogo di pace ha prodotto macerie, che al contrario del mio libro dell’autrice Barbara Appiano “Città senza semafori e case con le ruote” le ruote non le hanno e attendono fiduciose che qualcuno le rimuova.

Eppure Saletta anche con le macerie persegue con forza la sua corsa per far tornare il tempo indietro, quando le case con gli orticelli e i giardini erano un ricamo vivente di questo luogo bello e semplice. 

Come bella e semplice è la gente che resiste alle macerie sorridendo.

Ci vuole molta forza per sorridere a Saletta, e nonostante tutto qui si sorride ancora. 

Un sorriso speranzoso e di fiducia, che è anche il nostro, e di tutti gli italiani.

Il sorriso di Saletta deve contagiare tutta Italia, guardando oltre le macerie immobili che custodiscono un mondo scomparso, insieme ai suoi attori scomparsi improvvisamente anche loro, senza capire cosa stesse succedendo a loro ed alle loro vite. 

La memoria è anche questo: pensare a chi non c’è più, per migliorare il presente.

C’è bisogno di condividere e non di dividere.

Per questo ho partecipato con la vendita del mio libro all’iniziativa di ‘Ricostruire Saletta’, devolvendo contestualmente e consegnando pubblicamente al Comitato Ricostruiamo Saletta il ricavato della vendita. 

Invito tutti gli scrittori a fare altrettanto, devolvendo e condividendo in modo semplice il lavoro di produttori di cultura di cui il nostro paese, l’Italia, ne sente forte la necessità. 

C’è bisogno di esempi morali, adesso più che mai, e le vittime e i sopravvissuti hanno bisogno di ricevere dei segnali.

Saletta è luogo di memoria, e arroccata sulle colline ferite dal terremoto sta dando prova di grande determinazione a voler ricreare ciò che non c’è più. 

Il comitato “Ricostruiamo Saletta” è un piccolo nucleo di forza e volontà che vuole ridare ai sopravvissuti la vita, il mondo che prima del 24 agosto 2018 pullulava in questo piccolo paradiso di silenzio e boschi.

Ed è emozionante vedere le persone di questo comitato che, anche se piccolo ,ha tutto l’occorrente progettuale per far si che “ciò che era e non è più” non scompaia in mezzo alla polvere del tempo, che spesso funge da dimenticatoio. 

Persone che hanno perso i parenti residenti a Saletta, esseri umani che hanno avuto le case distrutte dalla forza incontrollata dalla natura, e che ora si attivano, spenti i riflettori dell’onda emotiva, per creare un momento di convivialità in modo semplice, offrendo pranzo e cibi tipici della zona a cittadini e associazioni di volontariato.

Come per esempio il ‘Gruppo Donatori sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri‘, che saliti a Saletta, hanno voluto portare una parola, un sorriso e anche progetti di aiuto concreto.

Ciò che emerge e non sprofonda nelle viscere della terra che il terremoto ha aperto e poi richiuso, è la progettualità del futuro, un futuro cementato nelle tradizioni di questo borgo, dove gli anziani sopravvissuti sono restati come degli eroi che non vogliono lasciare il campo di battaglia che ‘Madre Natura’ ha aperto a suo piacimento, noncurante che la sua forza distruttrice oltre a distruggere case e luoghi, distrugge la voglia di esistere e di vivere.

Vivere ed esistere a Saletta. 

Coloro che sono rimasti, costruiscono in ogni minuto della giornata il divenire che ancora deve arrivare, ma che arriverà, perché i progetti hanno bisogno dell’immaginario futuro e solo attraverso l’immaginazione possiamo avere la visione delle cose che sono degli obiettivi da raggiungere. 

Saletta, borgo ferito che non si sente finito, è di tutti noi, è un pezzo d’Italia che vuole dimostrare la bellezza della solidarietà, l’emozione di sentirsi utili per gli altri: valori che sono indispensabili per sentirsi uomini e donne di buona volontà.

A Saletta gli obiettivi ci sono: ricostruire e creare un centro di aggregazione polivalente, quale luogo di ritrovo per socializzare e quale punto di primo soccorso per urgenze sanitarie, come una sala per il ritrovo dei residenti con altro vano per ospitare un ambulatorio munito di defribrillatore che possa accogliere il medico di famiglia, con un area giochi.

I residenti di Saletta ora non hanno il medico di base e avere un urgenza medica a Saletta è un problema.

Un progetto coinvolgente che non può lasciarci indifferenti: tutti possiamo diventare dei terremotati, ma questo non vuole dire che si debba restare terremotati sine die. 

La forza di alzarsi è il primo passo dopo tutti i terremoti che la natura ci manda come dei segnali.

Il comitato “Ricostruiamo Saletta” è un luogo immateriale di valori da esportare in tutta l’italia ed è un esempio bellissimo di condivisione dove non esistono confini, conflitti e rivalità.

Questo comitato è un abbraccio che abbraccia l’Italia che vuole farsi abbracciare.

Reagire avendo davanti la distruzione significa avere l’orizzonte libero con il sole nella mente che non si spegne mai.

Reagire vuol dire voltare le spalle alla distruzione senza dimenticarla, e combatterla dentro di noi scacciando la tristezza e l’amarezza che un evento simile porta nel cuore di ognuno.

Noi siamo prima di tutto cuore, e il cuore batte anche in mezzo al boato di un terremoto, al fragore di un fiume in piena: il cuore è la casa delle emozioni e le emozioni ci fanno sentire vivi.

Senza la parola il mondo non esisterebbe e senza le emozioni il mondo sarebbe un deserto, un coro senza voci, un mondo in decomposizione.

C’è vita sempre, anche quando pensiamo non ci sia: pensiamo al valore universale della fratellanza. 

Ieri a Saletta frazione di Amatrice c’è stato un girotondo di mani e cuori, un mondo dove la speranza, la volontà, la determinazione, e l’amore sono da esempio per tutti noi.

Essere fratelli significa appartenere alla stessa razza, quella umana, che è una sola.

A Saletta l’umanità si è espressa attraverso la commemorazione delle vittime con un’orazione semplice e autentica: una messa solenne all’aria aperta con il silenzio del vento che accompagnava le parole del sacerdote, con spettatori le colline e i boschi restati intatti nella loro sublime bellezza di essere natura. 

Tante persone hanno partecipato a questo evento dove alla convivialitá di un pranzo preparato per ben 80 persone, arrivate per dare la loro presenza e il loro affetto, è seguito un sopralluogo in un lotto di terreno da destinare alla realizzazione del centro di aggregazione (di cui il comitato “Ricostruiamo Saletta” ha anche già redatto un progetto), vicino al borgo di coloro che vogliono aiutare a ricostruire.

Come per esempio il Gruppo Donatori di Sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresentato da Roberto Ciofi, da Tiziana Marramaldo, Maria Assunta Santini e altri che si stanno adoperando per la raccolta dei fondi.

Il ritrovare il senso della fratellanza, il respiro comune del donare agli altri, il sentirsi parte di un ‘tutto’ dove l’empatia è la chiave di volta per non lasciare sole le persone che in questo caso vivono costantemente il lutto di avere perso tutto.

Perdere tutto in una notte e ricostruire ciò che è andato perduto è la finalità della fratellanza, un sentire comune che non ha limiti e non si cura di altro se non di dover fare, che partendo dalle idee diventa parola e poi progetto fino a diventare concretezza.

A Saletta il fare di tanti uomini e donne di buona volontà, di bambini e anziani sopravvissuti sono stati l’orchestra di una musica che non deve mai smettere di suonare, di un cuore grande immenso che non deve mai smettere di battere. 

Un cuore che è anche qui, su questo foglio, e che pulsa e dice che amare gli altri ci fa sentire migliori. 

Saletta ne è la prova.

Saletta è il mondo migliore possibile che gli uomini possono costruire, conservare e preservare. Saletta è l’Italia, un paese straordinario, ricco di testimonianze storiche e monumentali e gli italiani sono persone operose che non si tirano e indietro.

Ritrovare il passato andato perduto con il terremoto, attraverso un presente che deve diventare futuro, per consegnarlo ricostruito con i tasselli della memoria, delle usanze e delle tradizioni, che sono patrimonio del nostro paese, è lo scopo di questa iniziativa, che il 2 settembre 2018 ha visto protagonista assoluto l’amore disinteressato per il prossimo. 

Un vangelo del 21° secolo che non ha una scadenza e che possiamo praticare sempre. 

Questo Vangelo è l’unico modo per salvarci da sterili protagonismi, vanità, violenza e isteria collettiva che pervadono purtroppo quest’epoca di progresso tecnologico, a cui non è seguito il progresso etico, senza il quale l’amore non può abitare il cuore degli uomini. 

L’amore è una parola, un valore universale che designa un mondo possibile e realizzabile.

Saletta è un grande esempio di un gruppo di persone che stanno costruendo un mondo in cui tutti, se lo vogliamo, possiamo partecipare, perché aiutare gli altri significa migliorare noi stessi.

La società contemporanea non vuole vedere il dolore e lo camuffa. 

Il dolore però è parte della vita, il dolore è la vita che diventa altro.

È sentire gli altri dentro noi stessi, è sentire insieme, dal greco ‘sym pathos’, ed è quello che manca oggi.

Il sym pathos non arriva dai social, da internet, ma arriva dal cuore, destinazione unica del viaggio della vita, dove il cuore è primario e comprimario dell’aggregazione tra gli uomini e le donne. 

Non avere paura del dolore è sentire che si può andare oltre, per arrivare al luogo mentale della solidarietà che a Saletta  non è solo una parola, ma realtà di gesti.

Mettiamo insieme tutto il buono che c’è in noi, liberiamoci delle cose inutili e prendiamo esempio da coloro che vogliono ricominciare a vivere con poco. 

Un poco che è tanto, e il tanto è la memoria  dei luoghi che nessun terremoto potrà mai spazzare. 

Diventiamo portatori di memoria, e consegniamola a coloro che verranno, perché questo è il mondo, e questi siamo noi“.

 

Firmato

Barbara Appiano

Scrittrice, lavoratrice socialmente utile a tempo indeterminato, libera pensatrice, portatrice sana di empatia eco-solidale, nata da una mamma grandissima che anche se non è più qui è nel suo cuore e vive ancora attraverso di lei.

www.appianobarbara.it

 

 

Amatrice dopo il terremoto del 2016 (Foto Wikipedia: https://et.wikipedia.org/wiki/Fail:2016_Amatrice_earthquake.jpg)

 

 

Ad Amatrice commemorazione e raccolta fondi per la ricostruzione

Amatrice, 24 agosto 2018 – Il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’, frazione di Amatrice, ha organizzato per domenica 2 settembre prossimo una giornata, con una messa, in ricordo delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016. 

Per l’occasione il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’ ha indetto una raccolta fondi con il  fine di poter ricostruire il borgo-frazione di Saletta.

Il comitato ha invitato all’evento, oltre le varie autorità anche la scrittrice Barbara Appiano, che aveva visitato Saletta e le zone limitrofe il 19 e 20 maggio scorso, prendendo a cuore la causa dei terremotati. 

Nella circostanza l’autrice intervisterà alcune vittime e sopravvissuti del terremoto per indagare sugli effetti psicologici della catastrofe. 

Testimonianze che si andranno ad aggiungere a quelle già raccolte in maggio per il libro in fase di stesura che si chiamerà “Tutto in una vita, tutto in un minuto”, in cui l’io narrante sarà il terremoto in prima persona, che alla fine chiederà anche perdono per quanto provocato.

Durante l’evento del 2 settembre sarà presentato  l’ultimo libro di Barbara Appiano “Città senza semafori e case con le ruote”, e il ricavato della vendita in tale circostanza sarà devoluto al comitato ‘Ricostruiamo Saletta’. 

“Sarà per me un impegno costante, quale lavoratrice ‘socialmente utile’, rendere partecipi gli italiani di buona volontà alla condivisione delle tante calamità naturali, e non, di cui il nostro paese è afflitto e di cui mi occupo costantemente. Dalla sanità alla valorizzazione del territorio, piuttosto che le discariche abusive e l’inquinamento industriale incontrollato che trova in Italia terreno facile per la mancanza di cultura del territorio e dell’ambiente. Materie che secondo me dovrebbero diventare discipline scolastiche da insegnare ai bambini delle scuole primarie” dice la scrittrice.

Meno telefonini, più coscienza del territorio e più empatia verso vittime delle tante catastrofi di cui soffre il nostro bel paese: è necessaria una divulgazione capillare tramite le scuole partendo dalle primarie, su cosa e come fare per rendere questo paese uno dei tanti mondi possibili dove poter abitare” continua ancora Barbara Appiano.

Propongo di scrivere un decalogo a più mani con altri scrittori, geologi, ingegneri e storici dell’arte da utilizzare nelle scuole, come fosse una fiaba o un fumetto con illustrazioni stile cartone animato, perché i bambini imparano velocemente e le immagini con le spiegazioni come se si trattasse di una fiaba, la fiaba del nostro paese. Potrebbe diventare un modo per trasmettere l’amore per l’ambiente, l’arte e la natura, valori che per essere salvaguardati necessitano di una divulgazione che coinvolga i più piccoli in modo ‘sentimentale’, partendo dal cuore: soprattutto il loro, quello dei bambini è grande e innocente” conclude la scrittrice.

Parole semplici ma efficaci per educare coloro che un giorno saranno la classe dirigente del nostro bellissimo paese.

Bisogna porre fine ai crolli per terremoti, e ai disastri per fiumi e ponti mal conservati.

L’ambiente è la nostra casa primaria e fonte di vita, e dobbiamo tutti capire che dobbiamo proteggerlo anche dall’egoismo e dal profitto senza pudore, che sempre più cerca di colonizzare senza remore le nostre stesse vite.

L’amore verso l’ambiente, l’arte e la natura dovranno essere il nuovo Vangelo. 

 

Terremoto centro Italia: “Burocrazia lenta e cinica. Bisogna ricostruire i paesi per ricostruire le vite”

Amatrice, 29 maggio 2018 – “La burocrazia italiana non può arrogarsi il diritto di decidere con lentezza sulla vita delle persone, e nessuno può rimanere indietro. Le macerie non possono diventare il paesaggio del futuro di un’Italia che per bellezza e arte non ha rivali al mondo”. A dichiararlo la scrittrice Barbara Appiano, a conclusione della sua visita nelle zone terremotate del centro Italia.

A partire da Saletta, frazione di Amatrice, accoglienza, coralità e fratellanza hanno accolto la scrittrice nei luoghi sofferenti, che ha incontrato tanta gente semplice e determinata a ricostruire la propria vita, ancora prima della propria casa andata in briciole nella notte del 26 agosto 2016.

Tante le storie raccolte dalla scrittrice.

Come quella di Giuseppe, 70 anni, che non coltiva più l’orto perché bloccato in una depressione post terremoto che gli impedisce di vivere nel presente. Narra il suo dolore, di quando aveva l’orto e le galline e della sua vita tranquilla e semplice fatta di affetti e abitudini che gli sono stati tolti con violenza dalla Natura.

Poi c’è Antonia, 65 anni, che ha narrato con lucidità la sua esperienza. Sepolta per più di otto ore sotto le macerie di casa sua insieme a Liliana pensava di essere morta, mentre era viva e sentiva gridare il suo nome e le voci degli amici e dei famigliari che la cercavano.
Antonia ha subìto 18 interventi chirurgici per poter ritornare o almeno provare a vivere come viveva prima del terremoto, dato che il bacino e varie fratture l’hanno costretta ad intermittenza a cure ospedaliere e ricoveri per un periodo di circa 8 mesi, ma nonostante tutto rimane spigliata, concreta e positiva.

Poi c’è la storia di Marisa, romana, titolare di una lavanderia che a Saletta ha perduto i genitori anziani nella notte maledetta del terremoto, ma che ha fatto in tempo a ricostruire i rapporti allentati con mamma e papà.

Una comunità piccolissima quella di Saletta, che ha l’orgoglio di esistere e non vuole essere dimenticata.

Il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’, rappresentato da Andrea Ciucci vicepresidente, ha accolto Barbara Appiano con generosità nei luoghi della sofferenza, illustrando le finalità del comitato che è quello di conservare la memoria di coloro che sono morti nella notte del 26 agosto 2016, attraverso iniziative sociali e di aggregazione. Oltre quello di evitare lo spopolamento di queste terre bellissime, portatrici di valori universali, quali la dignità e la fratellanza, e dove l’agricoltura e l’allevamento sono le fonti dell’economia.

Il comitato ‘Ricostruiamo Saletta‘ (www.ricostruiamosaletta.org) ha raccolto finora circa 58.000 euro con i quali è stata costruita una piccola e accogliente chiesetta per le funzioni eucaristiche tenute dai frati dell’ordine di Padre Pio, che si alternano al sabato per officiare la messa.

Immense le montagne di macerie che potrebbero essere degli Appennini in miniatura.

“Sarebbe interessante portare questo campionario di distruzione davanti ai palazzi del potere per creare con queste macerie e detriti di ogni foggia, un vero e proprio Monumento ai Caduti” ci racconta Barbara Appiano.

Masserizie, valigie aperte, televisori a gambe all’aria, una parabolica che penzola da un balcone divelto e ancora una coperta all’uncinetto che spunta fra una tavolo ancora apparecchiato appollaiato su un solaio spaccato in due. Ovunque materassi che sbucano dai detriti come se volessero stare a galla nel mare delle macerie che tutto ingoia, una visione da fine del mondo , dove il mondo vuole ricominciare a vivere.

Passando dalla Via Salaria per arrivare a questi luoghi è la visione di quello che un tempo è stata Pescara del Tronto a gettare inquietudine, un paese costruito sul tufo che non potrà più essere ricostruito perché il terreno potrebbe sprofondare.
Pescara del Tronto non esisterà più quindi, se non nella memoria dei sopravvissuti che vivono ora dalla parte opposta della Via Salaria, in casette prefabbricate, di fronte alla collina che ospitava il loro paese ora diventato un cumulo di macerie.

Macerie custodi di tante storie e vite, salite alla ribalta per mano della natura. Voci di un mondo che non vuole sprofondare e che reclama un posto dove stare.

Come il ristorante pizzeria “La Lanterna”, realtà imprenditoriale che sopravvive al terremoto traslocando ad Amatrice in un area che si chiama “Area Food”, che raccoglie tutti i ristoratori che prima del 26 agosto 2016 erano nel centro storico di Amatrice.

L’aggregazione dei ristoratori, che per spirito di sopravvivenza sono raccolti in un’unica area, in una recinzione senza recinto in cui ad identificarli è la comunanza del terremoto.

“Ad Amatrice non vi è più l’ospedale, ormai scomparso. Al suo posto un enorme cratere, in attesa di essere riempito da altro ospedale fintanto che la burocrazia faccia il suo corso e impari a correre come un ghepardo e non come una lumaca” racconta ancora l’autrice.

Il nuovo ospedale pare sarà ricostruito su promessa della cancelliera Angela Merkel, sperando che almeno la teutonica cancelliera non venga anche lei paralizzata dalla burocrazia lumaca, categoria prettamente italica.

Nel frattempo tutto scorre in modo lento, precario e provvisorio. Tante le vite provvisorie che di definitivo non hanno nulla e che per passatempo guardano dall’alto del dolore e del ricordo le macerie, diventate compagne inseparabili di questa gente che nelle macerie vede il mondo che non c’e’ più e che fatica a vederne uno nuovo.

Saletta, Amatrice, Accumoli, Rocchetta, Torrita (in quest’ultima frazione è stata ospite la scrittrice presso l’agreste fattoria Santarelli) sono dei punti su una cartina geografica che non vogliono essere cancellati.

Per questo occorre sbloccare presto i fondi i raccolti, nell’ordine di diverse decine di milioni, raccolti dai generosi italiani a colpi di sms e ancora fermi e inutilizzati a causa della burocrazia lumaca italiana.

La burocrazia italica non può arrogarsi il diritto di decidere con lentezza e far aspettare, nessuno può rimanere indietro. Le macerie non possono diventare il paesaggio del futuro di un’Italia che per bellezza e arte non ha rivali al mondo.
Un simbolo dell’imprevedibilità della natura e della lentezza dell’uomo che racconto anche in ‘Città senza semafori e case con le ruote‘, il mio secondo romanzo” racconta ancora Barbara Appiano.

Catastrofi, ingorghi esistenziali, decreti e lentezze, chi paga è sempre colui che non ha più nulla e che per legge non può rientrare in casa propria anche se questa non è crollata, obbligato a guardarla da un container, vedendo la sua vita sbriciolarsi come le case condannate dalla forza della natura a diventare ormai solo un ricordo.

Saletta è una comunità ben organizzata, al pari di NewYork, Parigi o Venezia, tranne che per posizione e dimensione. Grazie al suo comitato c’è la voglia di vincere scommettendo sul futuro: anche se piccola, sconosciuta e decimata dei suoi abitanti vuole vivere delle sue tradizioni, che non possono essere ingoiate da un terremoto.

Saletta è l’orgoglio stesso di essere italiani, portatori sani di bellezza e arte di cui l’Italia detiene come un museo a cielo aperto il 70% dei beni del pianeta.

Ora vi è necessità di un centro polifunzionale che possa accogliere anche un ambulatorio medico e un parco giochi per bambini e chi volesse contribuire può farlo consultando il sito internet Ricostruiamosaletta.org.

A discapito delle sue dimensioni Saletta è il mondo che non vuole essere ingoiato dalla memoria collettiva, che diventa sempre più corta fino a scomparire.

Sul treno del ritorno, sull’onda emotiva di sguardi che non potrò mai dimenticare ho scritto un nuovo libro ‘Tutto in una vita, tutto in un minuto’.

Altre macerie diventate dei campanili senza orologi mi aspettano ancora a giugno per continuare la mia esperienza di libera pensatrice e portatrice sana di empatia, un ruolo socialmente utile, senza scadenza contrattuale. Altri tour mi aspettano, in giro per l’Italia delle discariche e delle fabbriche killer. Attrazione fatale e sete di verità: la mia scrittura non può vivere senza” conclude la scrittrice.

 

Terremoto, l’autrice Barbara Appiano in visita alle zone terremotate

Roma, 18 maggio 2018 – Il 19 e 20 maggio la poetessa e scrittrice Barbara Appiano si recherà in visita presso le zone terremotate del centro Italia. L’autrice sarà a Saletta nelle Marche, invitata da Andrea Ciucci, vicepresidente della Onlus  “Ricostruiamo Saletta” e incontrerà la cittadinanza di alcune comunità Accumoli, Amatrice e altri paesi devastati dal terremoto, in un percorso in divenire.

“Come una naufraga, salendo da Ancona, inerpicandomi verso le zone rosse incontrerò in particolare i bambini che non hanno più le scuole che si sono sbriciolate, e gli anziani, due categorie per me importantissime perché i bambini sono il futuro mentre gli anziani sono la memoria e hanno innanzi a sé il tramonto” spiega Barbara Appiano.

“Poi voglio incontrare gli imprenditori, per raccontare il loro sacrificio di fare impresa in mezzo alle macerie e le persone comuni che non appaiono in televisione, ma che esistono e vivono sulla loro carne la sofferenza provocata dal terremoto. Sarò io la loro televisione”, racconta ancora l’autrice.

Appiano ha iniziato a scrivere un libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto“, un diario di testimonianze dal vivo e senza telecamere, dove l’io narrante è il terremoto che parla in prima persona e spiega lui stesso il terremoto, perché arriva e perché decide di andarsene e ritornare.

Il libro sarà venduto a deputati e senatori della Repubblica Italiana, perché rappresentano le istituzioni e l’alto senso civico che lo stato deve promuovere, e il ricavato sarà interamente devoluto alla comunità di Saletta e alle sue genti, e vuole essere lo studio degli effetti psicologici del terremoto sulla psiche umana.

“Ha gli stessi devastanti effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, con la differenza che allora era l’uomo che provocava quegli eventi mentre oggi è il terremoto che decide autonomamente il da farsi” racconta Appiano.

“Tutto in una vita, tutto in un minuto” partendo dagli effetti devastanti del terremoto, che si racconta come fosse una persona che descrive la sua storia, ha lo scopo di creare fratellanza universale, cui le catastrofi naturali ci legano.

Il libro vuole essere una rappresentazione dell’umanità che si lega e si affratella attraverso le catastrofi della natura, non soltanto nel momento della sua manifestazione ma soprattutto dopo, quando non vi è più quotidianità e normalità.

Contestualmente Barbara Appiano donerà copie del suo ultimo romanzo “Città senza semafori e case con le ruote” ai cittadini che la accoglieranno.

A Saletta l’autrice raccoglierà fisicamente dei mattoni per rappresentare il fatto che “ricostruire è contare i mattoni caduti, per ricontare i muri da ricostruire e chiedere alle istituzioni e personalità culturali del nostro paese, e ai grandi nomi della scrittura di seguire il mio esempio, per creare empatia e condivisione con chi soffre questa grande tragedia“.

“Tutto in una vita, tutto in un minuto” vuole essere infine l’analisi del tempo cronologico della natura e del tempo umano, che spesso stridono. L’uomo è sempre in ritardo e svantaggiato rispetto alla natura e proprio per questo ‘svantaggio’ il terremoto è la compagine esistenziale e umana di quello che noi siamo: pellegrini in tutti i sensi rispetto alla potenza della natura, che attraverso il terremoto esprime potenza, invincibilità e imprevedibilità. Caratteristiche proprie della natura e non certo nostre” conclude Barbara Appiano.

 

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