A Sorrento un Talk su impresa, cultura e Mezzogiorno

L’ex numero uno di Confindustria Antonio D’Amato sarà a Sorrento il 23 ottobre, intervistato da Roberto Napoletano, per il Premio Penisola Sorrentina

Sorrento, 15 ottobre 2021 –  La città della costiera sembra tornata davvero ai livelli di accoglienza e splendore culturale pre-covid. Dopo il successo legato all’evento internazionale del G20, Sorrento si prepara ora a diventare luogo di iniziative culturali prestigiose e grandi eventi.

Ad aprire la galleria delle manifestazioni sarà la due giorni del Premio “Penisola Sorrentina”, il riconoscimento dedicato alle eccellenze della cultura e dell’audiovisivo italiano in programma il 22 e 23 ottobre prossimi, con la direzione di Mario Esposito.

Grande rilievo nel programma della due giorni assume il faccia a faccia “Roberto Napoletano dialoga con Antonio D’Amato” sui temi del Mezzogiorno e dell’Europa, che avrà luogo nella sala consiliare alla mattina del sabato 23 ottobre, con inizio alle ore 11.30.

Antonio D’Amato, già presidente di Confindustria è oggi a capo della Fondazione Mezzogiorno, l’associazione costituita da imprese locali, nazionali, internazionali nata per favorire lo sviluppo del Sud attraverso l’ideazione e la promozione di politiche e investimenti che ne migliorino la competitività.

Al centro del talk tra l’ex numero uno di Confindustria, e il Direttore dell’Altra voce dell’Italia (già direttore de Il Sole 24 ore) Roberto Napoletano, ci saranno il Sud e l’Europa anche in vista dell’attuazione del nuovo PNRR e del rilancio sociale, culturale ed economico dell’Italia.

“Non solo del Mezzogiorno, mai come ora c’è bisogno di un’Europa più forte. E l’ Italia – grazie all’ autorevolezza del suo governo – può svolgere un ruolo importante per progettare il futuro dell’ Ue.  Un equilibrio più sostenibile delle finanze italiane è fondamentale per la tenuta finanziaria dell’Ue e si può raggiungere soltanto se il Mezzogiorno recupera i divari in termini di Pil e occupazione rispetto al resto del Paese”, ha dichiarato qualche settimana fa Antonio D’Amato nel corso dell’ incontro promosso dalla sua fondazione in collaborazione con l’ Unione Industriali di Napoli, ospite il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.

Un altro momento si aggiunge al cartellone di Sorrento che, prima con gli Stati generali del Turismo e poi con il G20, ha saputo porsi come luogo in cui riflettere e tracciare una nuova linea strategica per lo sviluppo della Penisola Sorrentina e del Sud nel segno della sostenibilità, della cultura e dei giovani. Al termine del talk infatti come testimonianza di un Sud che investe in cultura e giovani verrà trasmesso il documentario premiato  “This is Giffoni”, prodotto da Giffoni Experience, il cui direttore Claudio Gubitosi alla sera del 23 ritirerà il riconoscimento al teatro comunale Tasso.

“Gli organizzatori del Premio Internazionale Penisola Sorrentina non smettono mai di sorprendere. Sarà così anche in occasione della 26ma edizione dell’evento che offrirà lo spunto per articolare un racconto dell’Italia nell’era post Covid”, dichiara il Sindaco di Sorrento Massimo Coppola che presiederà i lavori della manifestazione.

 

Valentino Odorico: ritorno in Italia per nuovi progetti

Milano, 12 aprile 2021 – Valentino Odorico è un nome molto conosciuto nel settore della moda: da numerosi anni è un giornalista affermato che collabora con importanti testate internazionali, quotidiani e mensili di settore.
In Svizzera, da oltre un decennio, è anche il volto televisivo che racconta il mondo della moda, le tendenze e che conduce programmi dedicati allo stile.
Odorico è anche un guru della comunicazione nel settore lifesyle; è infatti co-founder della Nazca Srl, società internazionale di consulenza specializzata nella comunicazione per la moda, il design, il beauty, il personal branding, oltre a coordinare progetti editoriali a 360 gradi.

L’azienda italiana, in forte espansione, realizza soluzioni creative e di marketing per numerosi marchi, aziende e persone, curandone il posizionamento con idee innovative e personalizzate.

Fare impresa oggi vuol dire anche saper comunicare nel modo corretto: ogni servizio o prodotto, pensato per uno specifico target, deve essere narrato in modo coerente e preciso. Il web, la carta stampata ed i social sono canali che diventano il biglietto da visita dell’azienda e delle persone che lavorano al suo interno.

La Nazca, nella sua visione, accompagna gli imprenditori e le aziende in un percorso di brandizzazione vincente: non basta dire “siamo i migliori” ma oggi è fondamentale creare un racconto che faccia venire voglia al consumatore di seguire ed appassionarsi al marchio, alla persona, perché si propone qualcosa di veramente diverso. Il valore aggiunto è quindi il sapersi differenziare dalla concorrenza. Coordinare la comunicazione e il modo di presentarsi è fondamentale.

Che si tratti di veicolare un comunicato stampa, agire con un’azione di pr, comparire con articoli o prodotti sulle testate, il tutto deve essere ideato in un’ottica di “unicità”. Un nuovo modo di fare comunicazione, lontano dalle dinamiche tipiche delle solite agenzie di comunicazione. Anche dal punto di vista del servizio offerto, il cliente non deve pagare un servizio ma, in una nuova visione di progetto “su misura”, tutta la consulenza e il lavoro è, ad esempio, calibrato sul budget disponibile. Creare la migliore strategia per spendere in modo intelligente il budget, piccolo o grande che sia.

Valentino Odorico, che è stato anche docente presso l’Istituto Europeo di Design di Como, oggi è considerato uno dei massimi esperti nel mondo dell’editoria e della comunicazione settoriale, riconosciuto per le sue intuizioni e per l’approccio veramente personale e mirato nel far crescere l’immagine delle aziende.

Oltre a scrivere per vari magazine, vivendo nuovamente a Milano, sta valutando anche alcuni nuovi e stimolanti progetti televisivi sull’Italia.

 

Valentino Odorico (ph. Daniela Caimi)

Eccesso di stress? Nasce la galleria d’arte che ti rilassa con i quadri

Milano, 29 giugno 2020 – L’arte come soluzione per il buonumore? Sono noti da tempo i suoi benefici sulla psiche umana, ma per la prima volta una casa d’esposizione ha deciso di selezionare delle opere d’arte con l’intento di “curare” i propri clienti, aiutandoli a combattere lo stress e migliorando il proprio stato d’animo.

E’ questo l’obiettivo che si prefigge Mood Art Gallery, il primo ambulatorio artistico al mondo.

Il progetto è nato per merito di Nazareno Bresciani, giovane consulente commerciale che trovandosi forzatamente a casa durante il periodo del lockdown, ha deciso di impiegare il tempo a disposizione per dar vita ad un progetto che unisse la sua passione per l’arte con le competenze apprese seguendo dei corsi di counseling e gestione dello stress.

“Intuitivamente mi sono reso conto di come l’osservazione di un dipinto possa provocare uno stato di benessere generale. L’ho sperimentato personalmente vivendo in un’ ambiente circondato d’arte, inoltre mi sono documentato sui benefici derivanti dall’osservazione di quadri e sculture”, racconta Bresciani.

“Ho condiviso così la mia idea con alcuni critici d’arte e terapisti i quali mi hanno subito dato un riscontro positivo, ed ho deciso di inaugurare Moodartgallery.it, la prima galleria d’arte per aiutare a migliorare il proprio daily mood, ovvero l’umore della giornata, commenta il fondatore.

Il funzionamento è davvero molto semplice, l’utente tramite il sito web può inviare una richiesta di consulenza e nell’arco di 24 ore viene ricontattato da un’addetto della galleria per una breve intervista.

Nel corso dell’intervista vengono poste una serie di domande per inquadrare lo stato d’animo e il profilo caratteriale del cliente e sulla base di queste informazioni verranno successivamente proposte una serie di opere d’arte rivolte a migliorare il livello di benessere psico-fisico del soggetto.

Il cliente potrà decidere se acquistare o semplicemente noleggiare per un determinato periodo di tempo una o più opere d’arte.

“Con questo progetto voglio portare una ventata di freschezza in un settore, quello delle gallerie espositive, che ad oggi si presenta vecchio e statico”, racconta Nazareno Bresciani.

“Sono infatti decenni che non si vedono novità in grado di rilanciare questo mercato, eppure basterebbe solo un pò più di creatività, intraprendenza e voglia di mettersi in gioco, requisiti fondamentali per lavorare nel mondo dell’arte che per sua stessa natura vive di cambiamento ed innovazione” conclude il fondatore di Moodartgallery.it.

Sicuramente un’iniziativa di questo tipo potrà fare da stimolo per tutto il comparto artistico italiano, aiutandolo a guadagnare importanti fette di mercato che a livello globale fino ad un’anno prima della pandemia da Covid-19 valeva 67,4 miliardi di dollari, e tornerà sicuramente a crescere non appena l’emergenza sarà terminata.

Quindi, in attesa di tornare a registrare questi numeri gloriosi del recente passato, non ci resta che metterci comodi e rilassarci, magari osservando un bellissimo quadro surrealista di Joan Mirò.

 

 

 

L’Italia che si rialza: da ricamificio a fabbrica di mascherine fashion

Bologna, 7 maggio 2020 – Va dal Veneto e dall’Emilia la storia dell’azienda che ha riconvertito la sua produzione, passando a realizzare mascherine filtranti e di alta qualità.

È nata così LabMask, un progetto di Lab Tre SRL, un ricamificio che da anni collabora con i più importanti brand della moda italiana e internazionale e che in piena emergenza Coronavirus ha riconvertito la sua produzione, iniziando a realizzare mascherine secondo gli standard di sicurezza richiesti dalla normativa vigente.

“Management e maestranze lavorano nel settore dell’alta moda da oltre 30 anni – spiega l’amministratore delegato Gabriella Multari – ma considerato lo stato di emergenza in cui ci siamo venuti a trovare all’improvviso, abbiamo pensato di convertire la produzione della nostra azienda con il duplice scopo di aiutare il Paese nel reperimento delle mascherine e permettere ai nostri impiegati di riprendere l’attività e non perdere il lavoro”.

In pochissimo tempo quindi l’azienda, che ha sede legale a Bologna e produttiva a Marostica (Vicenza), grazie anche all’impegno e alla creatività del direttore tecnico, Filippo Menaldo, e della responsabile stile, Roberta Scarabello, ha saputo realizzare un prodotto di ottima fattura, sicuro per la salute e comodo da indossare.

“Abbiamo profuso notevoli sforzi ed energie per reperire i materiali che fossero compatibili con quanto richiesto dalle vigenti normative ed allo stesso tempo fossero di prima qualità, confortevoli e durevoli nel tempo, ma alla fine abbiamo raggiunto un ottimo risultato”, confidano dalla direzione aziendale.

Mascherine alla moda

Confezionate interamente a mano, con materiali di valore, le mascherine vengono prodotte nelle taglie uomo, donna e bambino per adattarsi nel migliore dei modi ad ogni viso.

Le mascherine filtranti sono lavabili a 60° per almeno 50 volte, non contengono sostanze nocive per la salute o che possono procurare reazioni allergiche alla pelle.

Un esempio di Made in Italy, che pur in un momento storico ed economico di grande sofferenza riesce a ripartire coniugando creatività e sicurezza.

Lo shop di LabMask è raggiungibile online all’indirizzo www.labmask.shop.

 

 

 

 

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Per interviste e contatti:

– Mail: info@labmask.shop

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– Tel. +39 0424 1700140

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Ufficio Stampa

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Fare carriera nel 2020: i 6 consigli degli esperti

Tra i consigli per migliorare la propria carriera figurano puntualità, uso social e formazione

Milano, 3 gennaio 2019 – Tra i buoni propositi per l’anno nuovo, molte persone inseriscono anche un salto di carriera. Ma né le promozioni né le assunzioni prestigiose possono arrivare da sole: è necessario infatti dimostrare impegno, iniziando fin dalle prime settimane dell’anno a costruire il proprio futuro, in modo scientifico.

Il primo passo è quello di analizzare l’anno lavorativo appena trascorso, prendendo in considerazione alti e bassi.

Il secondo passo è iniziare fin da subito al meglio il nuovo anno, impostando la propria routine seguendo i consigli degli esperti: la società di ricerca e selezione Adami&Associati ha condiviso 6 preziosi consigli per moltiplicare le possibilità di avere successo in ambito lavorativo.

Come prepararsi al salto di carriera

Essere sempre puntuali: i datori di lavoro e i superiori preferiscono sempre e comunque i collaboratori puntuali. Per questo è necessario entrare sempre in orario in ufficio, presentarsi puntualmente ai meeting e rispettare tutte le scadenze, senza ritardi. La puntualità si traduce in produttività e, come sottolinea la head Hunter Carola Adami, CEO e fondatrice di Adami&Associati, «elimina a priori lo stress superfluo nel team di lavoro». Per una promozione interna o per ottenere ottime referenze, quindi, la puntualità è tra i primi fattori da tenere in considerazione.

Aggiornare il proprio curriculum vitae: non si può sperare di attirare l’attenzione delle migliori aziende con un cv vecchio, non aggiornato e non particolarmente brillante. «Il curriculum vitae, sia quello mandato come auto-candidatura che quello mandato in risposta a un preciso annuncio, è destinato a essere attorniato da decine o perfino centinaia di curriula concorrenti: il cv perfetto, quindi, deve essere in grado di spiccare e di distinguersi» spiega Carola Adami. Deve essere conciso, grammaticalmente corretto, sincero e deve puntare al sodo.

Non smettere mai di imparare: ci sono sempre nuove competenze da imparare, skill da affinare, nuovi strumenti da conoscere. Per questo motivo il lavoratore che desidera migliorare la propria carriera deve investire più degli altri in aggiornamento e in formazione: è possibile farlo sia accedendo ad appositi corsi, sia studiando a casa nel tempo libero.

Curare il proprio profilo LinkedIn: «la maggior parte dei recruiter, prima di decidere quale candidato assumere o quali candidati contattare per un colloquio di selezione, analizza la loro immagine online, a partire dalla rispettiva pagina LinkedIn». Molto meglio, suggerisce Adami, aggiornare la foto profilo ogni due o tre anni, rinfrescare la propria biografia e scegliere con cura le parole chiave con cui quella pagina verrà indicizzata, nonché coltivare una rete di contatti mirata.

Promuovere le proprie aspirazioni: chi vuole fare un salto di carriera non deve mantenere segreto questo desiderio. Al contrario, deve fare in modo che i propri superiori siano messi al corrente di questa aspirazione. Così facendo sarà possibile essere presi in considerazione nel momento in cui si aprirà una nuova opportunità all’interno dell’azienda

 

 

 

Impresa e Benessere: a San Marino apre il nuovo stabilimento di PromoPharma

L’inaugurazione il 20 dicembre alla presenza di rappresentati del mondo politico e scientifico.

San Marino, 16 dicembre 2019 – Il 20 dicembre prossimo si inaugurerà nella Repubblica di San Marino il nuovo stabilimento produttivo della PromoPharma Spa. In un periodo storico in cui molte imprese e aziende riducono le loro attività o addirittura chiudono i battenti, PromoPharma Spa si espande, con un nuovo stabilimento che si aggiunge alla sede storica che comprendeva uffici commerciali, logistica e produzione.

L’azienda adesso si estende su un’area di 3600 mq di cui 550 “clean room”, dedicati alla nuova divisione per la produzione, realizzata secondo innovativi standard tecnologici.

Innovazione tecnologica e investimenti in risorse qualificate, infatti, sono gli elementi che hanno contribuito in maniera determinante alla realizzazione di questa nuova struttura.

All’inaugurazione del 20 dicembre saranno presenti oltre ai rappresentanti istituzionali della Repubblica di San Marino anche diversi ospiti del mondo politico e scientifico nazionale.

L’azienda si pone da sempre l’obiettivo di trovare soluzioni efficaci e realizzare prodotti per il benessere e la cura della persona che siano un connubio solido tra natura e scienza. Per questo da oltre 20 anni i diversi reparti sono tutti orientati a studiare e realizzare integratori alimentari, alimenti a fini medici speciali, dispositivi medici e cosmetici dove al centro di tutto c’è la persona che li dovrà utilizzare.

“Siamo contenti di inaugurare questo nuovo stabilimento produttivo, un valore aggiunto in termini di competenze e conoscenze – ha dichiarato fiero Filippo Borsani, Presidente e Amministratore Delegato di PromoPharma – aggiungendo “Le nuove capacità sono complementari al nostro sempre prioritario impegno nella ricerca e nell’innovazione della tecnologia attraverso la sperimentazione, l’investimento e l’inserimento di risorse qualificate.”

Lo stabilimento sarà in grado di produrre diverse forme farmaceutiche e introdurrà la produzione in stick pack e pouch richiudibili, per progetti già attivi dal 2020.

Il complesso è dotato di camere bianche con controllo di umidità, pressione e temperatura e un grado di sterilità certificato ISO9.

Costruire uno stabilimento produttivo sul territorio sammarinese, testimonia la volontà del gruppo PromoPharma (www.promopharma.it) di continuare ad investire nella Repubblica di San Marino.

Il nuovo reparto porterà ad un aumento dell’organico di dodici persone tra addetti alla produzione e responsabili.

Questo per la PromoPharma è solo l’inizio di un percorso di crescita e sviluppo.

Secondo il presidente Borsani il nuovo stabilimento rappresenta un altro traguardo in un piano di crescita a lungo termine: “Crediamo nella qualità a 360 gradi e per questo ogni elemento è sempre valutato accuratamente, questa attenzione richiede tempo ed energie, ma perseveranza, passione e determinazione ci guideranno verso nuovi obiettivi.

Per altre informazioni visitare il sito internet www.promopharma.it/it/  o le pagine social www.facebook.com/Promopharma, www.instagram.com/promo.pharma, e www.linkedin.com/company/promopharma.

 

 

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Ufficio Stampa:

Salvo Longo

info@ufficiostampaecomunicazione.com

 

 

 

 

 

 

Lo stabilimento a San Marino

 

Macchine confezionatrici all’avanguardia

 

Interni dello stabilimento

 

Cani in ufficio? Meno stress, più collaborazione e più produttività

Milano, 5 novembre 2019 – Portare il cane in ufficio è un’abitudine che si sta diffondendo anche in Italia e che può dare molti benefici. Per questo motivo molte grosse aziende si sono già attrezzate e hanno permesso questa pratica, aggiornando i loro regolamenti interni. Google, Amazon, Nintendo, Mars Italia, ad esempio sono solo alcune delle aziende più note come ‘dog friendly‘.

Ma come mai sta avvenendo questo?

Portare il cane in ufficio può portare molti benefici, sia al padrone che alle persone con cui condivide lo spazio. Un cane che gira per l’ufficio porta allegria e può contribuire così a migliorare la collaborazione tra le persone, alzando il morale e riducendo lo stress di tutti.

Secondo un recente sondaggio realizzato da IPSOS, nell’azienda Purina, circa il 55% dei lavoratori intervistati afferma di sentirsi meno stressato se a lavoro c’è un animale.

Questo si ripercuote in modo molto positivo sulla produttività e sul benessere generale. La condizione è che, ovviamente, il cane deve essere ben educato: non deve produrre rumore e nè sporcare in giro, ma si deve comportare esattamente come un collega discreto.

Ma quali sono i requisiti per portare il proprio pet friend anche a lavoro?

Per portare il cane in ufficio occorre sicuramente essere in regola con le visite veterinarie e la registrazione all’anagrafe canina. Inoltre ogni azienda o ogni spazio di coworking potrebbe specificare delle regole proprie.

Ad esempio, per portare il cane negli uffici Purina (la nota azienda del Pet Food) bisogna essere in possesso del patentino di ‘Buon Conduttore Cinofilo’ e di una polizza assicurativa adatta.

Al momento in Italia non esiste un quadro normativo preciso, e la scelta e la regolamentazione è lasciata al singolo ufficio.

Sono le stesse aziende e gli spazi di coworking infatti che, per rispondere alle richieste degli utenti, permettono a dipendenti e coworker di portare gli animali in ufficio ma con precise regole.

Molti uffici tradizionali, come anche i coworking più avveduti si stanno attrezzando per ospitare gli amici a quattro zampe di chi lavora lì e condivide lo spazio, valutando gli accessi di volta in volta.

“Al momento non c’è una regolamentazione specifica al riguardo ma noi li accettiamo ben volentieri, valutando caso per caso le esigenze dei singoli e di tutti gli usufruitori degli spazi comuni”, dice Delia Caraci, responsabile del Loft Coworking di Milano (www.loft-coworking.it).

”Siamo orgogliosi di essere tra i primi spazi di coworking in Italia a valutare questa opzione, a patto di rispettare tutti coloro che vi lavorano. Anche perché il benessere sul luogo di lavoro si ottiene dalla condivisione e non dalla imposizione” conclude Delia Caraci.

Una presenza piacevole quindi, ma che deve essere valutata dai responsabili degli spazi affinché venga condivisa da tutti, per non ottenere l’effetto contrario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Contatti stampa:

Delia Caraci
Mail: delia.caraci@digitalsfera.it
Digitalsfera.it

 

 

5G: inganni e paradossi della tecnologia che sta per invadere le città italiane

Milano 17 settembre 2019 – Alla Fabbrica del Vapore di Milano si è tenuta il 15 settembre scorso, nell’ambito di ‘Natura AMA Benessere Olistico & BioArmonico‘, una conferenza sui paradossi e sugli inganni che riguardano lo sviluppo e la sperimentazione delle reti 5G. Una tematica molto attuale soprattutto in una città come Milano che sarà tra le prime in Italia a testare le reti di quinta generazione.

Paolo Goglio, presidente della ‘Associazione Amore con il Mondo ODV‘ e Nadi Paola Matrone hanno illustrato “Metti in pausa il 5G”, la campagna di sensibilizzazione sui rischi del 5G.

Il modello Svizzera

La Svizzera si è appena classificata al primo posto nella classifica di sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’impatto, alla qualità dell’aria e alla protezione del clima. Un modello che è indice non solamente di attenzione ma soprattutto di tutela del benessere umano come conseguenza del benessere ambientale.

Oggi i cantoni Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Giura, hanno già introdotto una moratoria in opposizione alla installazione e sperimentazione di reti 5G sul territorio e presto la questione sarà discussa anche dai parlamenti cantonali di Berna, San Gallo e Svitto.

In realtà si stanno mobilitando un pò tutte le aree della confederazione, dai Grigioni al Ticino per raccogliere firme e attivare un percorso di sensibilizzazione sulle reti di Quinta Generazione. La prima domanda che salta all’occhio è la seguente:

”Ma se un paese così attento alla salute e alla tutela si sta attivando in questa direzione, non è che forse ci sfugge qualcosa?” si è chiesto Paolo Goglio, introducendo la conferenza di Milano.

“Siamo fessi noi che accogliamo le nuove tecnologie con il plauso e il consenso di politici, università, industria e istituzioni? O sono fessi loro che non capiscono la fondamentale importanza di piazzare milioni di antenne per connettere frigorifero, lampadine, forno e lavatrice, cassonetti e rubinetti nella nostra casa sempre più smart per essere sempre più felici?” hanno detto i promotori della campagna “Metti in pausa il 5G”.

I paradossi

Il paradosso evidenziato dai promotori della campagna è che prima si vendono le licenze e poi si fanno gli studi per approfondire i rischi della tecnologia 5G sulla salute. La forbice che definisce il confine tra interesse e benessere assume molto spesso i contorni di un paradosso clamoroso. Negli USA già si parla di proibire le sigarette elettroniche che si sospetta abbiano causato addirittura 6 vittime, mentre sono tutt’altro che proibite le sigarette tradizionali che provocano 400.000 vittime all’anno e qualcosa come 3.000 ulteriori vittime all’anno per il solo fumo passivo. Per contrastare la pandemia si rincarano i prezzi: così facendo aumentano i ricavi ma non diminuiscono i consumi. “È questo il sistema che garantisce la tutela del benessere e che pretende di essere pure considerato autorevole e affidabile?”, si sono chiesti i promotori di “Metti in pausa il 5G”.

L’inganno dello sviluppo

Altro inganno del 5G riguarda lo sviluppo. Secondo le dichiarazioni politiche del Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi di Maio, il 5G è una piattaforma che apre nuove opportunità di sviluppo per il nostro sistema economico. Eppure 66 milioni di lavoratori nel mondo sono a rischio di essere rimpiazzati dalla intelligenza artificale (Fonte: The Guardian).

La beffa della Bandiera Arancione

Altro aspetto da considerare, secondo i promotori del convegno, vi è la tutela dei territori di pregio dal forte inquinamento tecnologico. Fattore oggi totalmente assente dalle valutazioni degli amministratori. Come ad esempio l’Associazione dei Paesi Bandiera Arancione, che nasce dal Touring Club Italiano. Si tratta di un riconoscimento turistico-ambientale per i borghi e piccoli comuni sotto i 15.000 abitanti dell’entroterra, tra i più belli e confortevoli della penisola.

“Ebbene, anziché premiare la tutela di questi territori, patrimonio nazionale, sono stati ceduti in pasto alla sperimentazione 5G i 227 comuni della lista, all’oscuro di questo accordo tra privati (vedi richiesta del Comune di Tenno). Eppure Touring Club Italiano definisce l’iniziativa Bandiera Arancione un marchio di qualità turistica-ambientale” hanno detto ancora i promotori dell’iniziativa. (Fonte: https://www.bandierearancioni.it/iniziativa/liniziativa-0).

Un peso enorme

La pressione tecnologica induce uno stress da eccesso di informazioni che deforma completamente la percezione della vita, causando un surplus di esigenze superflue che si traduce in una overdose di consumismo con tutte le relative conseguenze sulla qualità di vita e sullo sfruttamento dell’ambiente. La percezione della vita è completamente deformata, le sensazioni e le emozioni sono alterate. Consideriamo per esempio quanto elevato sia il timore di essere vittima di un attacco terroristico: statisticamente è due volte più pericoloso prendere l’ascensore e dieci volte maggiore il rischio di essere colpiti da un meteorite, ma la percezione è completamente distorta.

Lamentismo o attivismo?

Ogni volta che qualcuno dice di sì c’è sempre qualcuno che dice di no e così le parti si scontrano determinando conflitti e confusione. Questo, a prescindere da ciò che è corretto o scorretto, giusto o ingiusto, vero o falso, benefico o malevolo, inietta comunque nel sistema sociale un elevato grado di malessere che si espande e si riflette a tutti i livelli. 

il presidente dell’associazione, Paolo Goglio, ha quindi illustrato i programmi di attivismo sociale:

“Quando le parti si scontrano è perchè gli interessi si scontrano. Alcuni sono motivati dall’interesse economico dal tornaconto, altri sono interessati a difendere la salute, l’ambiente e il benessere individuale. Il risultato è che si sta diffondendo una nuova forma di malessere sociale che possiamo definire ‘lamentismo’. Ci si lamenta di tutto, continuamente e sempre, con tutto e con tutti. Si è venuta a determinare una specie di psicosi sociale dove è impossibile essere felici e sembra quasi doveroso lamentarsi a prescindere, con il rischio di perdere una infinità di tempo che potrebbe essere impiegato per attività creative, ricreative o di maggior gratificazione. L’alternativa al lamentismo è l’attivismo: informarsi, documentarsi, definire un modello di consapevolezza ed eventualmente attivarsi per operare e diffondere questo modello”.

Formazione e informazione

L’obiettivo è creare dei punti di incontro e dei gruppi operativi sul piano della ricerca, dell’informazione e dell’attivismo diretto. Non si tratta di dire Si o No ma solamente di fare una pausa di riflessione prima di dare il via libera sconsiderato alle reti 5G, questo è necessario e doveroso da parte di chiunque.

Definire una linea e stabilire un principio significa innanzitutto risolvere questi conflitti di base e uscire dallo status lamentistico che provoca sofferenza sociale. E’ un modello di pace interiore che produce benessere perchè alleggerisce di molto il peso della percezione negativa. Lo step successivo è quello di formare delle squadre operative per intervenire direttamente sul territorio: porteremo comune per comune un programma di comunicazione già definito che prevede la documentazione e il pacchetto di comunicazione composta da comunicato stampa, video comunicato, organizzazione di una conferenza stampa e valorizzazione del territorio”.

La valorizzazione del territorio

Un sindaco ha il dovere primario di tutelare i residenti nel proprio comune e il relativo patrimonio ambientale.

“La giunta deve curare il benessere e la salute della popolazione, o preferisce forse che siano i residenti a fare da cavia per le sperimentazioni della rete 5G? E’ molto più congruo fare prima le valutazioni di impatto sia per quanto riguarda l’elettrosmog sia per quanto riguarda una tecnologia che moltiplicherà la pressione di informazioni con volumi 100 volte maggiori a quella attuale. Prestare attenzione alla salute e alla tutela del territorio significa anche valorizzarlo e questa è la migliore forma di promozione perché è autentica, sana e decontaminata da interessi di altro genere” ha concluso il presidente Goglio.

ll presidente di “Amore con il mondo” ha così invitato le associazioni e gli enti su tutto il territorio nazionale a contattarlo per organizzare dei gruppi operativi pacifici e consapevoli. Saranno benvenuti anche i sindaci e assessori che desiderino valorizzare la propria mission, che potranno richiedere informazioni e aderire alla campagna “Metti in pausa il 5G”.

Per ulteriori informazioni sulla campagna è a disposizione il sito internet www.amoreconilmondo.com.

 

 

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Contatti stampa:

Paolo Goglio

Tel. 335-6342166

paologoglio@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imprese, oggi in azienda fino a 5 generazioni

Milano, 16 settembre 2019 – Da una parte, l’aumento dell’età pensionistica, che ha portato le persone a restare in azienda più anni di quanto avveniva in passato. Dall’altra parte, seppur meno marcata, l’entrata anticipata di tanti giovani nel mondo del lavoro, dettata dalla necessità di creare un reddito il prima possibile in risposta della crisi economica degli ultimi anni.

Questi due fattori insieme hanno portato, per la prima volta, al coesistere in azienda non  tre, non quattro, ma ben cinque generazioni diverse.

Non si tratta di puri dati statistici che non hanno effetti concreti sulla gestione o sull’operatività delle imprese, ma una realtà concreta che tante aziende si trovano a gestire. Una realtà con estremi talmente distanti, tanto da poter spaventare le Risorse Umane.

Ci sono infatti i veterani, ovvero i lavoratori over 60, tendenzialmente fedeli a un datore di lavoro per lunghissimo tempo, portati alla comunicazione faccia a faccia e di stampo formale.

Ci sono poi i baby boomers, contraddistinti da una forte etica del lavoro, e i lavoratori della Generazione X, che compongono la più grande fetta della popolazione lavorativa e che per primi si sono avvicinati alle nuove tecnologie.

All’estremo opposto, ci sono i Millennials e giovanissimi della Generazione Z, nativi digitali che hanno abbandonato l’ideale del posto fisso, iperconnessi e portati alla comunicazione costante online.

Il primo compito, per le aziende, è quello di comprendere quali sono le differenti esigenze dei propri dipendenti di generazioni diverse. E questo deve essere fatto sia per ottimizzare la produttività, sia per poter poi sfruttare queste conoscenze per attirare nuovi talenti.

«Un’azienda che non dedica tempo e risorse per capire i diversi modi di collaborare, di comunicare e di lavorare dei propri collaboratori, perde una grossa opportunità» spiega Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati «e rischia allo stesso tempo non solo di allontanare nuove preziose risorse in grado di accompagnare lo sviluppo del business, ma anche di perdere i talenti già presenti in azienda. L’ambiente di lavoro è infatti uno dei fattori fondamentali in base ai quali un dipendente decide se restare in azienda o se cercare lavoro altrove».

Rispondere alle preferenze di un 2 o 3 generazioni di collaboratori non è particolarmente complicato: è quello che le migliori aziende hanno sempre fatto.

Oggi, invece, le stesse aziende si trovano a misurarsi con le esigenze di ben 5 generazioni, ognuna delle quali ha delle priorità differenti.

Fino a qualche anno fa erano pochissime, per esempio, i reparti HR che mettevano al centro dei propri sforzi i valori della sostenibilità ambientale. Oggi, invece, le cose devono cambiare, in quanto – con l’inserimento di risorse delle nuove generazioni – la sostenibilità ambientale è un valore importante da considerare per il 61% dei lavoratori.

A rivelarlo è stato uno studio HP, con l’Amministratore Delegato di HP Italy Tino Canegrati a sottolineare che «per i dipendenti di oggi e di domani la responsabilità sociale è diventato un must, la cui importanza è solo destinata ad aumentare».

Si sommano priorità differenti, e insieme a esse entrano in azienda anche nuove opportunità di comunicazione, di condivisione e di collaborazione, rivoluzionando dall’interno il modo di lavorare.

«La presenza contemporanea di generazioni tanto diverse, sommata alla forte rivoluzione tecnologica in corso, può spaventare i reparti HR di qualsiasi azienda. Eppure proprio grazie alle nuove tecnologie è possibile sfruttare al massimo le risorse multigenerazionali presenti in azienda, valorizzando al massimo il potenziale di ogni singolo collaboratore» spiega Adami, aggiungendo che «in una fase di cambiamento come quella che stiamo vivendo in questi ultimi anni, poter contare su un’ampia gamma di punti di vista è senza ombra di dubbio un vantaggio competitivo».

 

Alessio Vinassa, il giovane startupper passa dall’oro ai pagamenti online

Roma, 16 settembre 2019 – Negli ultimi anni, l’imprenditoria giovanile ha visto una forte crescita, grazie a persone ambiziose e con una grande voglia di fare e mettersi in gioco. Gli esempi di successo sono diversi, come quelli del giovane startupper italiano Alessio Vinassa, sicuramente uno dei più evidenti.

Alessio è un giovane imprenditore che ha fatto fortuna con una impresa di estrazione dell’oro in Burkina Faso e che sta per varare, a partire di settembre, un nuovo sistema di pagamenti online sicuri e veloci, basati sulla blockchain.

L’idea le è venuta perché mezzi e strumenti per il montaggio del sito di estrazione dell’oro provengono da varie parti del mondo, per cui è necessario effettuare transazioni intercontinentali veloci con pagamenti sicuri ed efficienti.

Purtroppo però non è sempre possibile con gli istituti bancari, per via dei lunghi tempi di attesa e dei limiti di invio. Per questo motivo Vinassa decide di fondare la AMAAR Management LTD, società specializzata nella programmazione di software per sistemi di pagamento.

La AMAAR Management LTD sta creando un istituzione di pagamento a cui possono accedere aziende, liberi professionisti e anche privati senza P.IVA, che sarà lanciato a novembre 2019.

Il software permetterà di creare un account scegliendo i servizi in base alle proprie esigenze e sarà messo a disposizione un team di supporto 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.

Quando viene aperto l’account, il cliente ha l’opportunità di presentare se stesso e la propria attività (se si tratta di un account aziendale). In questo modo, l’istituto di pagamento, rilasciato da AMAAR Management LTD, sarà in grado di sapere in anticipo cosa aspettarsi dal proprio cliente, senza dover richiedere ulteriori controlli in seguito. Ciò consente inoltre ai clienti di usufruire di un account adatto alle proprie esigenze, avere un risparmio di tempo, velocità nell’attivazione e nei servizi e maggiore sicurezza.

Nell’arco di un’ora, il cliente avrà un account verificato e riceverà una carta virtuale per effettuare acquisti online e inviare fondi.

Per l’account aziendale saranno necessarie 48 ore per la verifica, dopo di che si riceverà un ID digitale e si potrà scegliere un upgrade per ricevere servizi progettati esclusivamente per la propria attività, potendo accedere a funzioni utili per le operazioni aziendali, quali tempi di consegna, normative, interazioni nazionali ecc

Le transazioni dei clienti saranno registrate in blockchain, per offrire il massimo livello di sicurezza, tutelando la loro privacy, e tutte le operazioni saranno eseguite online e con tempi rapidi.

Tutto potrà essere fatto online in totale sicurezza e comfort, rimanendo disponibile 24 ore al giorno.

Per chi lavora con il resto del mondo non potrà fare a meno di questo software per gestire transazioni da ogni parte del mondo.

Chi è Alessio Vinassa

Alessio si è avvicinato al mondo del lavoro all’età di quattordici anni svolgendo diversi incarichi, dimostrando già da allora la sua capacità di adattamento e velocità di apprendimento. La sua curiosità lo ha avvicinato al mondo dell’imprenditoria, e a diciotto anni ha iniziato a studiare e ad apprendere tutto quello che c’era da sapere per iniziare il suo progetto.

Si arriva così al 2010, quando Alessio si imbatte nella grande opportunità della sua vita, quando incontra la persona che poi sarebbe diventata suo partner in affari, che gli fece una proposta di lavoro per entrare nel mercato del Burkina Faso. L’idea era quella di basare una nuova azienda su un prodotto la cui domanda è in continua crescita, l’oro. Il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri del mondo, ma è custode di un grandissimo tesoro: pepite d’oro intrappolate nella roccia.

Alessio Vinassa decise di credere e investire nel progetto. In sei mesi percorse 70.000 chilometri di strade sterrate in Burkina Faso, alla ricerca del luogo dove iniziare la sua attività. Nel 2013, Vinassa e il suo partner subaffittarono la prima concessione, investendo 50.000 euro per acquistare un primo escavatore, un camion, una terna e due mulini. Dopo qualche settimana, il progetto iniziò ad attirare l’attenzione di alcuni investitori e grazie al loro contributo si poté avviare l’impresa della costruzione di una miniera d’oro a cielo aperto.

Dopo l’impresa nel campo dell’oro Alessio annuncia a metà del 2019 il lancio di un nuovo sistema di pagamenti mondiale, a partire da novembre 2019.

Per seguire le imprese del giovane startupper basta seguire il suo blog all’indirizzo www.alessiovinassa.blog.

 

 

 

 

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