Donne vittime di violenza, la storia di Julia in ‘Marito amore incubo’ della psicologa Paola Maria Taufer

 Esce a fine aprile Marito amore incubo, la storia di Julia, una donna che, a fatica, percorre la strada verso la libertà dalla violenza. Esordio in qualità di scrittrice della psicologa psicoterapeuta trentina Paola Maria Taufer, il libro fa parte della collana Vita Vissuta, della Reverdito Editore, e sarà in vendita da fine mese in libreria e on line.

Trento, 24 aprile 2018 – Dopo una vita di violenza, dove si trovano il coraggio e la forza di andare avanti, e addirittura superare i ricordi, le sensazioni e le paure legate alla persona da cui dovremmo ricevere protezione e amore? Come si affronta la realtà di un marito violento, e come si  torna a vivere?

È ciò su cui indaga la psicoterapeuta trentina Paola Maria Taufer (www.paolataufer.com) raccontando nel libro “Marito amore incubo” la storia di Julia, una donna che, a fatica, percorre la strada verso la libertà dalla violenza.

Un percorso lungo il quale accompagna Julia verso la libertà, narrato per volere della stessa protagonista, nel suo snodarsi lungo tre difficili anni fatti di incontri e di lunghi silenzi necessari per riassorbire le ferite e lasciare andare dolore e ricordi.

Il libro fa parte della collana Vita Vissuta, della Reverdito Editore, e sarà in vendita da fine mese nelle librerie e negli shop on line.

SINOSSI

All’inizio sono piccoli segnali, facili da fraintendere, comodamente occultabili dietro gli inganni e le illusioni dell’amore. Poi arrivano le violenze e i maltrattamenti psicologici.

Violenza subita, violenza vissuta e sopravvivenza. Un famiglia e una vita intera raccontate dalla protagonista di una storia che l’ha sempre dipinta succube, debole, impotente. Ma che mantiene forza tra i gesti di brutalità e i momenti di dolcezza amara che è costretta a vivere. Un amore che diviene ben presto il peggiore degli incubi. Giornate che rendono l’esistenza vacillante e sempre sul filo del rasoio: cosa succederà oggi? Mi salverò?

Julia non sa se ce la farà, non pensa al domani. Rimane pronta ad accettare il suo destino, ma fino a quando? Finché una parte di sé si ribella.

E’ una battaglia difficile, dove a fronteggiarsi ci sono l’amore per i figli, i sensi di colpa, il bisogno di tenere unita la famiglia, la speranza di un miglioramento, ma anche il forte bisogno, istintivo, primordiale, di non perdere se stessa, la propria identità.

E’ una storia incompleta e aperta, ricca di quelle contraddizioni tipiche della vita reale, ma una storia che termina comunque con una vittoria, nel duro lavoro di introspezione che Julia ripercorre e la riporta ad essere protagonista della propria vita: accettare il proprio passato e costruire lentamente il proprio futuro.

E’ proprio per avere e vivere un futuro che Julia mi chiede di raccontare la sua storia, di renderla pubblica attraverso la pubblicazione di un libro. Me lo racconta durante un lungo lavoro che va ben oltre la psicoterapia.

Lo desidera fortemente condividere, affinché altre donne, che magari intravedono nel proprio partner segnali simili, sappiano dove la spirale della violenza domestica può portare.

L’AUTRICE

Paola Maria Taufer, psicologa e psicoterapeuta, ha lavorato molti anni  nella formazione delle figure sanitarie e nell’educazione degli adulti.

Cofondatrice della SIPAA, Società Italiana Psicologia dell’Adulto e dell’Anziano, di cui è tutt’ora Presidente, si è occupata di invecchiamento di successo e di patologie dementigene. È consulente di strutture per anziani.

Ha prodotto nel 2015 un cortometraggio dal titolo “Ti ho incontrata domani”, in cui tratta la malattia di Alzheimer, che ha vinto il premio come miglior film della categoria a Cannes (2016).

È stata ospite come esperta in diverse trasmissioni in radio e in televisione, e su riviste italiane (Starbene, Liberetà…).

Svolge l’attività di psicoterapeuta a Trento e a Milano.

È giornalista pubblicista.

Per maggiori informazioni sull’autrice visitare il sito internet www.paolataufer.com.

 

Marito Amore Incubo

Paola Maria Taufer

Reverdito Editore, 2018

 

 

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Contatti

Contatti: Paola Maria Taufer

Cell: 348 4147480

email: paolataufer@gmail.com

www.paolataufer.com

Il Senato riconosce il premio per l’impegno sociale al Premio Penisola Sorrentina

Il Simposio delle Muse di Piano di Sorrento riceve il prestigioso riconoscimento inviato da Palazzo Madama per l’attività nazionale di promozione sociale attraverso il Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito” contro la violenza sulle donne.  L’organizzatore Mario Esposito: “Abbiamo investito e continueremo ad investire nello spettacolo per affermare i diritti, aggregare e promuovere un nuovo umanesimo civile”.    

Roma, 9 marzo 2018 – In occasione della ‘Festa della donna’ sono state tante le iniziative organizzate, pubbliche e private. Lo Stato ha celebrato ufficialmente al Quirinale la festa della donna. A sedere accanto al Presidente della Repubblica Mattarella c’erano il leader del M5S Luigi Di Maio, in qualità di Vicepresidente della Camera e Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica.

In una data così carica di significati simbolici, dal servizio di Questura e Cerimoniale di Palazzo Madama è stato recapitato ufficialmente il premio speciale di rappresentanza al direttore del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”®, Mario Esposito.

Negli ultimi anni la kermesse di rilievo nazionale ha dedicato una grande attenzione alle tematiche sociali, alle problematiche femminili, alla lotta contro la violenza  e il femminicidio, purtroppo troppo frequenti ed attuali.

Tra le protagoniste degli ultimi anni del Premio “Penisola Sorrentina” si ricordano l’italiana a Miss Mondo Valeria Altobelli e l’attrice e conduttrice televisiva Barbara De Rossi (premiata insieme con Francesco Branchetti per lo spettacolo di Ger Thijs “Il Bacio”) che quest’anno festeggia vent’anni di attività sociale a favore delle donne.

“Il mio impegno per le donne – dichiara la De Rossi– è nato nel 1998. Sono presidente onorario dell’associazione Salvamamme La televisione è stata il coronamento di un percorso che viene da molto lontano. Gli spettacoli come il premio Penisola Sorrentina e, soprattutto, la Tv servono moltissimo perché riescono ad arrivare a un grande pubblico, a sensibilizzare un gran numero di persone. Ma anche senza la tv io continuerei incessantemente la mia battaglia”.

 

Veline:: esce ‘Brainless Bitch’, il brano contro le veline della Tv

Milano, 11 dicembre 2017 – È uscito da qualche settimana il nuovo singolo dei Brain, dal titolo “Brainless Bitch” che sta suscitando molte attenzioni per le parole dure contro le veline della Tv.

Anche perché il titolo del brano tradotto vorrebbe dire ‘cagne senza cervello’.

Nella traccia, il flusso di coscienza disturbato ed aggressivo delle liriche, dirette contro il modello “velina-starlette televisiva”, si traduce musicalmente in una montagna russa che alterna sfuriate math e djent a momenti sarcastici e jazzati per culminare in un nevrotico finale melodico e progressive.

In questo secondo disco i Brain, capitanati dai due producers Andrea Lunardi (scrittura testi, synths, produzione) e Enrico Tiberi (scrittura musicale, voci, chitarre, produzione), vedono l’ingresso nella line up di Alessandro Vagnoni (Bushi, Bologna Violenta, Tapewhore, Infernal Poetry, The Shell Collector) come batterista e bassista.

Un ritorno dopo “Nightmare In Love” del 2011, ad anticipare l’uscita del nuovo album “Black Holes”, disponibile nel 2018 tramite ALP / Tuna Records.

Per saperne di più visitare le pagine Facebook www.facebook.com/brainpsychometal,                        www.facebook.com/TunaRecords e www.facebook.com/andrealunardiproductions.

Link iTunes: https://itunes.apple.com/it/album/brainless-bitch-single/1309081160.

 

Donne, su Facebook contro le violenze le “Barbie tumefatte” come foto profilo

Milano, 23 novembre 2017 – Il 25 novembre, in occasione della ‘Giornata internazionale contro la violenza sulle donne’,tutti coloro che sono contro la violenza sulle donne sono invitate a cambiare la foto del profilo, inserendo al suo posto la “Barbie Tumefatta” con i segni della violenza.

L’iniziativa, volta a sensibilizzare sul tema soprattutto attraverso i canali più utilizzati da tutti e in particolare dai più giovani, sta diventando virale, e già tante persone hanno deciso di utilizzare la ‘Barbie Tumefatta’ come foto del proprio profilo per invitare a riflettere su questo importante tema, ma soprattutto per non dimenticare le vittime di femminicidio di tutto il mondo.

Promotrice dell’impresa virale l’artista Lady Be, che ha ideato la campagna  per sensibilizzare le persone riguardo questo importante tema.

Ed è stato scelto internet per lanciare questo importante monito online per non dare all’evento una collocazione fisica e  raggiungere così più persone possibili.

L’ opera della “Barbie Tumefatta”, realizzata per dire ‘No alla Violenza sulle Donne’ è stata presentata per la prima volta nel 2016 a Verona alla Triennale d’arte Contemporanea.

Un’opera costituita interamente da pezzi di Barbie rotte e ricomposte e altro materiale di recupero, che rappresenta il ritratto di una Barbie che riporta i segni della violenza, a significare che anche la bellezza più pura e incontaminata può essere rovinata da botte ed ematomi, e ogni violenza va denunciata.

La “Barbie Tumefatta” è stata commentata da Vittorio Sgarbi a Verona, e nel dicembre scorso è stata esposta a Milano presso l’ex Studio Manzoni assieme alle altre opere di Lady Be appartenenti alla stessa serie. Successivamente sono state esposte alla Cavallerizza Reale di Torino all’interno dell’importante rassegna artistica ‘Here’ nel maggio del 2017.

L’artista Lady Be, inventrice del Mosaico Contemporaneo, realizza opere interamente costituite da materiale di recupero, un gesto che fa della sua arte un grande messaggio sociale per il riciclo e l’eco-sostenibilità, tema molto attuale, piace molto a critici, esperti d’arte ma anche ai giovani e alla gente comune.

Lady Be ha esposto le sue opere in tantissime città Italiane, ed è stata molto chiamata all’estero: New York, Barcellona Amsterdam, Bruxelles, Malta, Londra, Berlino, Parigi per citare solo alcune città, ed è una delle poche artiste ad aver esposto sulla Torre Eiffel di Parigi.

Nel 2016 Lady Be ha deciso di combattere contro la violenza sulle donne realizzando questa speciale serie di ritratti di Barbie con i segni della violenza.

Come cambiare la foto profilo inserendo la Barbie Tumefatta

 Per affiancare alla propria immagine la Barbie Tumefatta, è sufficiente andare sul sito ufficiale dell’artista www.ladybeart.com  cliccare sull’apposito link Facebook  in homepage e, successivamente, cliccare sul tasto “Prova” per impostare la propria foto con la Barbie Tumefatta.

Il giorno 25 novembre tutti gli utenti Facebook sono invitati a partecipare all’iniziativa volta a sensibilizzare e a riflettere su episodi di soprusi e violenze che non dovrebbero mai accadere.

 

Barbie Tumefatta artista Lady Be.

Moda Sposi, nasce il calendario che celebra la donna sposa

Milano, 15 novembre 2017 – A Milano, capitale indiscussa della moda italiana, viene lanciato da ‘Click E Chic’,  in collaborazione con Elisabetta Cardani, il primo calendario di moda sposa in Italia.

Dodici illustri stilisti del ‘Made in Italy’, tra cui Antonio Riva, Annagemma Lascari, Giuseppe Papini, Le Spose di Giò, Bellantuono, Peter Lagner, Acquachiara e Melania Fumiko, si ritrovano negli scatti del fotografo milanese Andrea Ciriminna e ci parlano di sartorialità, lavoro etico e diritti umani, a settant’anni dalla proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

In un momento in cui l’attualità è segnata da notizie che ritraggono una realtà di umiliazione e mercificazione della donna, dodici stilisti si riuniscono con le loro creazioni per celebrare l’importanza delle donne nella nostra società.

Ne nasce un inno alla donna, alla sua grazia e femminilità, ma anche alla sua forza, al suo coraggio, al suo incedere a testa alta superando gli ostacoli e mantenendo integra la propria dignità.

Il calendario vuole inoltre essere una celebrazione del ‘Made in Italy’ in tutte le sue accezioni: alta sartoria, artigianalità, qualità dei materiali e dei dettagli e anche tutela dei lavoratori, dei loro diritti e della loro dignità quali esseri umani.

Il calendario, in edizione limitata e numerata, sarà presentato in un evento esclusivo domenica 17 dicembre a Milano, presso il 117 Studios.

 

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 16
1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

 

 

 

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Per informazioni:

info@clickechic.it
Andrea Ciriminna +39 3473711743
Barbara Badetti +39 3491801105

Occupazione femminile: è record, ma resta il gap con gli uomini

Record dell’occupazione femminile nel secondo trimestre 2017, ma il gap con quella resta ancora importante…

Milano, 20 settembre 2017 – Gli ultimi dati elaborati dall’Istat relativi al mercato del lavoro del secondo trimestre del 2017 fotografano la crescita da record del tasso di occupazione femminile: la cosiddetta ‘quota rosa ‘ tra i 15 e i 64 anni tocca infatti il 49,1%.

Per la prima volta, a partire dal 1977, il tasso di occupazione delle lavoratrici cresce più di quello dei lavoratori.

Ma siamo davvero di fronte ad una rivoluzione culturale del mercato del lavoro? O siamo forse davanti ad un effetto fisiologico che poco o nulla ha a che fare con un cambiamento della nostra forma mentis?

«In realtà l’immagine della donna intesa come angelo del focolare anziché come lavoratrice, nel nostro Paese, non è ancora scomparsa» spiega Carola Adami, CEO di Adami & Associati, agenzia di ricerca e selezione del personale .

«Di certo le ultime rilevazioni Istat mostrano un discreto miglioramento, ma al di là di ogni possibile lettura ideologica, non si può di certo fare a meno di osservare che il gap esistente tra occupazione femminile e occupazione maschile resta comunque importante».

I numeri, infatti, non mentono: nonostante tutto, infatti, il gap tra generi è ancora di 18 punti, appesantito da una crescita più lenta nel Meridione, dove il tasso di occupazione femminile è di soli 6,7 punti, sicuramente pochi rispetto al + 20 messo a segno dalle regioni settentrionali.

«Se davvero vogliamo trovare il fattore che ha incentivato la crescita dell’occupazione femminile » ha dichiarato l’head hunter Carola Adami «dobbiamo guardare alla ripresa del settore dei servizi, settore che come è noto vanta un’alta presenza di lavoratrici».

Per capire la situazione italiana, insomma, non basta fermarsi ai titoli dei quotidiani degli ultimi giorni, ma bisogna approfondire il discorso, magari confrontando i dati nazionali con quelli esteri.

«Di certo quello della discriminazione di genere non è un problema solo italiano, basti pensare alla class action avviata da tutte le dipendenti californiane di Google contro il colosso dell’informatica» ha sottolineato Adami.

Nonostante le ultime note positive, infatti, quanto ad occupazione femminile l’Italia resta pur sempre penultimo nell’Unione Europea, con un -13,2% rispetto alla media degli altri Paesi. Dietro di noi, dunque, solo la Grecia.

Non tutte le donne, poi, hanno le stesse opportunità di entrare nel mercato del lavoro: una candidata laureata e single, stando alle elaborazioni Istat, ha l’81% di possibilità di trovare e mantenere un lavoro, laddove questa percentuale si abbassa fino al 56,4% nel caso di una madre sprovvista di titolo di laurea.

Il fattore studio è già di per sé estremamente pesante, in quanto in Italia le donne con la sole licenza media sono impiegate 2,5 volte in meno rispetto alle donne con un titolo di laurea.

E la situazione peggiora ulteriormente per le donne sul mercato del lavoro in caso di maternità.

Ancora oggi molte donne si ritrovano a dover scegliere tra famiglia e carriera, in quanto si tende a vedere nella maternità una sorta di aumento della fragilità in ambito lavorativo, laddove invece molti studi dimostrano come l’esperienza della maternità sia portatrice di nuove competenze, soprattutto trasversali.

Nel campo delle soft skills, infatti, la letteratura è concorde nell’attribuire alla lavoratrice-madre una maggiore capacità di guardare le situazioni dalla giusta prospettiva, distinguendo i problemi veri da quelli inutili che tanto spesso si creano in ufficio a causa delle criticità emotive dei dipendenti.

Una madre è poi naturalmente portata ad avere spiccate capacità organizzative e gestionali, tutte caratteristiche peculiari che, in fase di ricerca e selezione del personale, non dovrebbero essere sottovalutate.

«Non bisogna poi dimenticare» ha aggiunto Adami «che anche la tipologia del titolo di laurea condiziona altamente le opportunità lavorative, e di certo il fatto che un’alta percentuale di donne risulti laureata in discipline a basso tasso di occupazione non gioca a loro favore».

Istat: le donne italiane sul lavoro “sottostimate e sottopagate”

Milano, 13 luglio 2017 – Laureate brillanti, casalinghe, disoccupate o sottopagate: è questo il quadro delle donne italiane nel mercato del lavoro in base agli ultimi dati Istat pubblicati che disegnano la donna italiana come sottostimata e sottopagata.

Andando nel dettaglio nel 2006 in Italia si potevano contare 7 milioni e 856 mila casalinghe mentre nel 2016, ovvero dieci anni dopo, questa quota si è ridotta di ben 518 mila unità.

I dati Istat presentano quindi un quadro in leggero cambiamento per quanto riguarda l’occupazione femminile negli ultimi anni, anche se va detto che la visione di fondo resta pur sempre la medesima, con le casalinghe italiane contraddistinte da una situazione economica peggiore di quella delle lavoratrici dipendenti: circa una casalinga su dieci, infatti, è in povertà assoluta, incapace quindi di garantirsi l’essenziale per una vita dignitosa.

«I progressi degli ultimi anni sono indubbi» ha spiegato Carola Adami, fondatrice e CEO della società di selezione del personale di Milano Adami & Associati, aggiungendo però che «il potenziale della forza lavoro femminile è senz’altro ancora molto lontano dall’essere sfruttato in modo ottimale».

E in effetti più della metà delle casalinghe italiane, stando ai dati dell’Istat, non ha mai svolto nessuna professione all’infuori della propria casa.

Nello specifico, poi, il 10,8% delle casalinghe ha spiegato di aver cercato di entrare nel mondo del lavoro rispondendo a degli annunci di ricerca personale, ma non avendo raggiunto un buon esito, ha preferito desistere, rimboccandosi le maniche tra le mura domestiche.

Eppure il gentil sesso sarebbe quello che, a livello formativo, sembrerebbe avere una marcia in più rispetto ai ragazzi.

Il Rapporto AlmaDiploma 2016 parla infatti chiaro, riportando il fatto che, in effetti, il voto medio di diploma delle maturande è di 78,3/100, di contro al 75,2 dei colleghi maschi.

«E non solo le studentesse italiane raccolgono dei voti migliori rispetto agli studenti maschi» ha aggiunto Carola Adami, specificando che «3 donne su 4 scelgono di proseguire gli studi, iscrivendosi all’università o ad altri corsi post-diploma».

Di contro al 75% femminile, solo il 61% dei maschi decide invece di proseguire gli studi, raggiungendo in media un voto di laurea pari a 101,1; anche in questo caso la votazione media delle studentesse è migliore, confermandosi a 103,2.

Nonostante una formazione scolastica ed accademica mediamente migliore, però, le donne continuano ad avere maggiori problemi non solo nell’ingresso, ma anche nella permanenza nel mercato del lavoro: guardando ai laureati magistrali, dopo 5 anni dalla laurea il 90% degli uomini è infatti occupato, di contro al 80% delle donne; i primi vantano un contratto a tempo indeterminato per il 58% dei casi, mentre le seconde si fermano al 48%.

Nello stesso frangente, anche lo stipendio medio risulta concretamente diverso. Sempre a cinque anni dalla laurea, infatti, lo stipendio medio maschile è di 1.624 euro, di contro ai 1.354 euro di quello medio delle colleghe, il tutto a parità di ogni altra condizione.

«Non è quindi certo un errore parlare di donne sottostimate e sottopagate» ha voluto sottolineare l’head hunter Carola Adami «e nemmeno parlare di una più alta incidenza di lavori par time e di pensioni più basse è errato.

È però anche vero che in Italia il gap salariale è mediamente minore rispetto al resto del mondo».

Stando ad uno studio Accenture, infatti, a livello mondiale una donna guadagna 100 dollari ogni 140 guadagnati da un uomo; in Italia, invece, questo gap si riduce a 131 dollari ‘maschili’ ogni 100 ‘femminili’.

Non è certo un risultato lusinghiero, ma è pur sempre meglio di quanto fatto dagli altri Paesi europei.

Nell’UE, infatti, il divario medio relativo ad ogni singola ora lavorata tra uomini e donne è pari al 16,3%, mentre in Italia (e in Lussemburgo) questa differenza si ferma al 5,5%. In Inghilterra, invece, sfiora il 21%, per oltrepassare invece il 22% in Germania.

Sono dunque queste le luci e le ombre del mercato del lavoro femminile in Italia: il dato maggiormente positivo è quello secondo il quale nell’ultimo decennio, nonostante la crisi economica, il tasso di occupazione femminile è comunque cresciuto.

«Da una parte questo incremento è da ricondurre agli sviluppi di alcune riforme istituzionali» ha spiegato Carola Adami, «mentre dall’altro non si può negare la maggiore volontà di adattamento delle donne, che accettano sempre più di adattarsi a lavori flessibili come i part-time o il telelavoro».

 

 

La donna italiana sul lavoro è ancora sottostimata e sottopagata secondo gli ultimi dati Istat

Michela Fanini Team, il ciclismo femminile a Strade Bianche

Siena, 3 marzo 2017 – Michela Fanini, la squadra più longeva società del ciclismo internazionale femminile con i suoi quasi 30 anni di attività, ha scelto il Terre di Casole Bike Hub come base logistica per le prove di preparazione alla Strade Bianche (www.strade-bianche.it) di sabato 4 marzo 2017.

Le dieci atlete insieme al patron Brunello Fanini, al preparatore atletico Mirko Puglioli ed agli accompagnatori, sono stati ospiti del Residence Borgo al Cerro, partner del Terre di Casole Bike Hub.

Le ragazze hanno provato il percorso per prepararsi al meglio alla gara di sabato prossimo potendo godere dell’ospitalità del Sindaco Piero Pii, del Terre di Casole Bike Hub e della Proloco di Casole d’Elsa che ha accolto gli ospiti in due serate all’insegna della convivialità, condivisione, sport e certamente dei prodotti del territorio.

Terre di Casole Bike Hub vanta 15 strutture, tra cui appunto il Residence Borgo al Cerro, tutte connesse per rappresentare la nuova bike destination, dove, squadre sportive, ciclisti, biker e cicloturisti trovano grazie ai partner di servizi dedicati, grazie alla pubblica amministrazione ed alla comunità, un’accoglienza su misura e dedicata.

Terre di Casole Bike Hub prevede percorsi ciclistici con livello di difficoltà variabile potendo godere di una ideale stagione ciclistica che va da marzo a metà novembre, sempre circondati dal tratto distintivo di suggestivi scenari e stupendi paesaggi della campagna toscana, per ripercorrere, nella terra dei campioni, gli stessi itinerari di importanti gran fondo e gare storiche.

Per maggiori informazioni visitare il sito internet www.terredicasolebikehub.it.

 

 

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Info:
TERRE DI CASOLE BIKE HUB
info@terredicasolebikehub.it

Al Terre di Casole Bike Hub protagonista il ciclismo femminile

Arriva a Roma l’arte delle donne africane con “Videzoom: Africana Womanism”

Roma, 22 febbraio 2017 – Mercoledì 1 marzo alle ore 17,30 si inaugura a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne la XVI edizione della rassegna Videozoom che quest’anno presenta opere di video artiste africane dal titolo “Africana womanism”.

Videozoom: Africana womanism” racconta la video arte contemporanea nella specificità culturale delle diverse realtà territoriali del mondo, con un progetto “work in progress” a cura di Antonella Pisilli.

Le edizioni precedenti hanno visto come paesi coinvolti: Israele, Polonia, Iran, Cina, Spagna, San Marino, Marocco, Giappone, Québec, Bangladesh, Grecia, Kurdistan Iraq, Romania e Danimarca.

La XVI edizione di Videozoom vede protagoniste 8 artiste africane Nirdeva Alleck (Mauritius), Nathalie Mba Bikoro (Gabon), Rehema Chachage (Tanzania), Wanja Kimani
(Kenia), Michèle Magema (RDC), Fatima Mazmouz (Marocco), Myriam Mihindou (Gabon), Tabita Rezaire (Francia-Guyana/Danese) tutte accomunate da valori comuni quali l’identità, l’autenticità, l’egualitarismo e il radicamento.

Africana womanism si rifà al termine creato da Clenora Hudson Weems alla fine del 1980 e va inteso non come un’appendice al femminismo nero, ma come ideologia che vede già nel titolo la sua spiegazione.

La parola ‘Africana’ identifica l’etnia della donna e la sua identità culturale, mentre il termine ‘womanism’ ricorda il potente discorso improvvisato di Sojourner Truth ‘ Ain’t I a Woman? ‘, si fonda sulla cultura africana e sull’afrocentrismo e si concentra sulle esperienze, lotte, bisogni e desideri di donne africane e della diaspora africana.

Africana womanism porta alla ribalta il ruolo di madri africane come leader nella lotta per ritrovare, ricostruire e creare un’integrità culturale che abbraccia gli antichi principi di reciprocità, equilibrio, armonia, giustizia, verità e ordine.

Questa rassegna vuole proporre una visione nuova della donna africana attraverso l’occhio dell’artista e vuole essere un incitamento ad imparare a vedere in modo diverso, così che inevitabilmente impariamo a vedere il mondo in modo diverso.

Viviamo in un’epoca in rapida evoluzione, quello che succede in Africa influenza la vita in Europa, ciò che accade in Europa influenza la vita delle persone in Africa e altrove.

In questi tempi eccitanti, ma delicati, della globalizzazione è più importante che mai che i nostri mondi interiori si espandano allo stesso ritmo del mondo esterno. È tempo di un cambiamento radicale, ma questo significa che noi stessi dobbiamo cambiare drasticamente e non c’è niente di più radicata nella logica di una mente che sostituisce i malintesi con la verità.

In occasione della rassegna Videozoom: Africana womanism sarà pubblicato un catalogo bilingue (italiano – inglese) con un testo critico della curatrice.

Il progetto “Videozoom: Africana womanism”, è curato da Antonella Pisilli e prodotto dalla Kyo Noir in collaborazione con la Sala 1 e il Black History Month Florence.

 

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Ufficio Stampa Kyo
Tel 0761092529
Cell 3397865017

kyonoirpress@gmail.com

 

PATROCINIO
Kyo Noir Viterbo
Sala 1 Roma
Black History Month Florence

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One Color Video – 2011
Nirveda Alleck
Durata: 2:36 minuti
Still video – Videozoom: Africana Womanism (Arte africana Roma)

 

Letter to..- 2016
Rehema Chachage 
Durata: 9:37 minuti
Still video – Videozoom: Africana Womanism (Arte africana Roma)

 

Peaceful Warrior – 2016
Tabita Rezaire 
Durata: 5:31 minuti
Still video – Videozoom: Africana Womanism (Arte africana Roma)

 

We Built The Kilimanjaro (2016)
Nathalie Mba Bikoro
Durata: 11:27
Still video – Videozoom: Africana Womanism (Arte africana Roma)

 

Videozoom: Africana Womanism (Arte africana Roma)

 

The kiss of Narcisse(e)- 2010
Michèle Magema
Durata: 2:29 minuti
Still video  (Arte africana Roma)

 

Tag: Arte africana Roma, Video arte africana roma, Video arte donne africane Roma

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