A Vercelli anziani ammalati e bistrattati: “l’assistenza domiciliare solo un sogno”

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Vercelli, 27 settembre 2018 – Sei un anziano ammalato, bisognose di cure ed assistenza ma hai una pensione e una casa, guadagnati dopo 40 anni di lavoro e duri sacrifici? Allora non hai diritto ad alcuna assistenza da parte delle istituzioni perché considerato “ricco”.

A denunciarlo la scrittrice Barbara Appiano, paladina della buona sanità, dell’ecologia, dell’ambiente e dell’arte, che interroga l’Italia e le istituzioni locali della Città di Santhià, in provincia di Vercelli, ove attualmente dimora, nella persona del sindaco Sig. Angelo Cappuccio, presidente del CISAS consorzio intercomunale per i servizi sociali, sulla inesistente assistenza domiciliare agli anziani, sebbene sia prevista da provvedimenti della stessa Regione Piemonte.

In Italia secondo studi recenti si invecchia senza che vi sia ricambio generazionale, perché non si fanno più figli.

Gli anziani sono il punto di partenza e di arrivo per educazione, testimonianza e senso del sacrificio con il quale hanno contribuito, sacrificandosi a ricostruire il paese nell’ultimo dopoguerra.

Gli anziani, sostiene la scrittrice, sono la memoria e il punto di riferimento fra passato, presente e futuro anche se oggi sono strumentalizzati in ogni dove, dalle truffe porta a porta ai maltrattamenti nelle case di riposo, all’abbandono totale.

Ed è proprio l’abbandono il protagonista dell’appello della scrittrice che vuole focalizzare l’attenzione del mondo della politica nazionale e locale partendo da una storia personale.

La scrittrice Barbara Appiano recentemente è stata operata di un tumore e oggi, ancora convalescente e sottoposta a terapie, vive una situazione famigliare al limite dell’assurdo.

La scrittrice, proprio per quello che svolge a livello letterario e nell’ambito della sua famiglia si ritiene una “lavoratrice socialmente utile“, assiste un fratello disabile psichiatrico, Mario di 52 anni, che sebbene sia da secoli iscritto alla lista dei lavoratori di fascia protetta con collocamento obbligatorio per inserimento obbligatorio nel mondo del lavoro , il lavoro non lo “trova” mai.

Ad allargare la sua famiglia vi è un zio materno, zio Pinotto, ultra 85enne, spesso personaggio dei suoi romanzi per le storie che narra e per la temerarietà con cui a 7 anni durante la guerra, andava di nascosto a vedere i film di Tarzan per imparare a nuotare. Che per lui significava gettarsi da un’altezza di 10 metri circa da un ponte del canale Cavour a Crova, nel vercellese dove è nato, per portare a casa le carpe, altrimenti non si mangiava…

Fatta questa premessa e preso in considerazione che ultimamente in Piemonte si è parlato molto del “Care Giver”, figura molto attenzionata ultimamente dai media e dai vari governi che si sono susseguiti, per cercare di intervenire sulla problematica dell’emarginazione e dell’abbandono degli anziani, mediante contributi economici finalizzati alla qualificazione professionale dell’assistenza famigliare.

Ruolo ricoperto attivamente dalla stessa scrittrice nella sua famiglia, vista l’assistenza a zio Pinotto 24 ore al giorno, pur essendo malata lei stessa, e che per questo ha interpellato le istituzioni per essere riconosciuta come Care Giver.

La Regione Piemonte, ove la scrittrice risiede, ha istituito leggi regionali varie quali la DGR 39 e seguenti mirate previa valutazione tecnicamente detta U.V.G. (Valutazione geriatrica , che comporta una commissione medico-sociale atta alla stessa valutazione del caso), che hanno lo scopo di aiutare a domicilio le persone anziane non autosufficienti ultra 65 anni e anche di età inferiore, riconoscendo un contributo per l’anziano non autosufficiente o per l’assistente famigliare.

La scrittrice, avuta la comunicazione del punteggio che colloca lo zio Pinotto nella fascia di intensa assistenza con un contributo riconosciuto nella GDGR 39 istituita dalla Regione Piemonte fino ad euro 1.350 euro o in alternativa un contributo fino ad euro 400,00 all’assistente famigliare, si è rivolta al CISAS di Santhià, ente gestore che deve erogare tali contributi.

La risposta è stata da parte dell’assistente sociale addetta ai servizi per gli anziani che l’ultimo contributo l’hanno dato ad un signore privo di reddito e allettato e che lo zio in fondo è ricco perché ha la pensione del lavoro e la casa. Pensione che secondo la scrittrice non gli hanno regalato, visto che ha lavorato per più di 40 anni e casa che ha acquistato con enormi sacrifici e che purtroppo non è agibile avendo barriere architettoniche che non consentono allo zio di abitarvi, visto che è allettato in ossigeno terapia 24 ore su 24.

Barbara Appiano ha chiesto spiegazioni alle istituzioni sanitarie di Vercelli, nella persona della dott.Serpieri, direttore generale, che nonostante ripetute telefonate e nonostante una comunicazione via mail inviatagli, rappresentando e documentando il problema.

“La DGR 39 non preveda liste d’attesa ed è assurdo che una persona allettata, sofferente, cardiopatica e non autosufficiente debba ancora aspettare. Èd è assurdo che si preveda la decurtazione di punti di valutazione e una penalizzazione perché si è “ricchi” perché si ha una casa ed una pensione dopo 40 anni di lavoro come agricoltore e operaio metalmeccanico” denuncia accorata la scrittrice.

Inoltre a tale discordanza circa lista d’attesa per erogazione contributi e in alternativa erogazione all’assistente famigliare nella fascia di assistenza alta per anziani non autosufficienti, non pongono i veti che il Consorzio CISAS pone, e nonostante questo Appiano non ha ricevuto nessuna spiegazione.

Se poi questa lista d’attesa è un provvedimento ad hoc per sfiancare i cittadini bisognosi, allora la scrittrice propone che si dia qualcosa a tutti, si da non discriminare i malati tra di loro per non innescare quella che è una guerra fra poveri.

La scrittrice ha spiegato che deve assentarsi per le terapia antitumorali e che non sa come fare e la risposta è stata una proposta di ricovero in una casa di riposo, che andrebbe a sradicare lo zio Pinotto dalla sua famiglia e dai suoi nipoti, dal cane Vera e dal gatto Rufus, che gli tengono compagnia.

Lo zio della scrittrice passa interi pomeriggi a narrare le storie della sua infanzia alla nipote che utilizza le sue testimonianze da inserire nei libri che scrive.

Perché zio Pinotto, anche se allettato e sottoposto ad ossigeno terapia e cure che prevedono ben 14 pastiglie giornaliere, è una persona che ricorda, magari a tratti, la sua infanzia in modo romantico e surreale, raccontando storie vissute che la nipote trasfonde nei suoi racconti e romanzi.

La DGR 39 della Regione Piemonte oggetto della richiesta della scrittrice non prevede inserimento in casa di riposo, ma prevede l’esatto contrario, e cioè un progetto di umanizzazione della malattia, delle infermità degli anziani finalizzate a conservare il ruolo che l’anziano ha come depositario di saggezza ed esperienza all’interno del proprio nucleo famigliare.

“Se è vero che è impossibile attuare la DGR 39 perché non vi sono denari sufficienti, perché allora l’assessorato alle politiche sociali e dell’assistenza sociale non comunica in modo ufficiale che tale legge non è più attuabile e che i progetti di domiciliarizzazione dell’anziano in ambito famigliare mediante i contributi non è più attuabile?Si eviterebbe quantomeno che le persone perdano tempo,senza false speranza di una assistenza di facciata, destinata solo a pochissime persone”, si interroga la scrittrice, non trovando alcuna risposta dalle istituzioni.

Non dimentica la scrittrice di sottolineare di come la DGR 39 per valorizzare il progetto di assistenza a domicilio dell’anziano non autosufficiente prevede obbligatoriamente che vi sia già riconosciuto anche il contributo dell’indennità di accompagnamento proprio per stigmatizzare che non c’entra il fatto che l’anziano di turno abbia questo contributo, che di per se non è sufficiente per un eventuale ricovero in casa di riposto.

Anzi, al contrario, la DGR 39 vuole contribuire per evitare il ricovero in casa di riposo.

Barbara Appiano si è sempre distinta per le sue battaglie e per la sua passione civile, e attende che le istituzioni rispondano  a lei e a tutte quelle famiglie che hanno lo stesso problema dell’assistenza a domicilio degli anziani.

 

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Per interviste e contatti:

bappiano@virgilio.it

 

 

 

 

 

L’Italia è un paese per vecchi: è allarme per il 2050

È allarme anzianità in Italia: Milano, Torino, Roma, Bologna e Bergamo le città con più richieste di case di riposo…

Roma, 28 febbraio 2018 – L’Italia, secondo i dati dell’Istat, ad oggi è  il paese europeo con il tasso di anzianità più alto visto che costituisce ben il 22,3% della popolazione. Ogni anno su tutto il territorio italiano si registrano infatti migliaia di richieste da parte di persone anziane che chiedono di essere ospitati all’interno di una casa di riposo.

Questo è indice di un duplice problema, poiché mentre da una parte diminuisce di anno in anno la percentuale delle nascite in Italia, dall’altra parte si incrementa quella dell’anzianità.

Se questi dati dovessero rimanere costanti si prevede che nel 2050 ben il 34,3% della nostra popolazione sarà costituito da over 60.

Cifre allarmanti per la sostenibilità del welfare italiano, che vedrà oltre 1/3 dei suoi cittadini bisognoso di servizi assistenziali.

È chiaro il motivo per cui ogni anno aumenti la domanda di inserimento nelle strutture adibite agli anziani. La maggior parte di queste richieste provengono da famiglie con a carico persone anziane non-autosufficienti, che alle volte presentano gravi disabilità motorie o psichiche, che quindi necessitano di assistenza medica specializzata 24 ore al giorno.

E non solo, visto che spesso si tratta anche di anziani autosufficienti che per vari motivi si vedono costretti a chiedere di dover essere alloggiati presso una di queste strutture.

Grazie al progetto di Quotalo.it, un portale dedicato alla famiglia ed al consumatore che si occupa di mettere in contatto il privato con professionisti, artigiani e fornitori di 9 settori di interesse, è stato possibile elaborare uno studio approfondito e dettagliato su quanta richiesta vi è stata in quest’ultimo 2017, grazie ai dati che sono stati inseriti all’interno del portale.

I dati presentati mostrano quante richieste all’anno vengono effettuate e da quali città provengono. Nel grafico sottostante abbiamo preso in analisi un campione di 30 città italiane dove il tasso di richieste è stato più alto.

Quello che emerge dallo studio di questi dati è innanzitutto un elevato volume di richieste, oltre 4000, che sono state inserite all’interno del portale nel corso di tutto l’anno.

 

Distribuzione delle richieste sul territorio nazionale

Come si denota dal grafico, Milano è la provincia che di gran lunga presenta il numero di richieste più elevato rispetto a tutte le città italiane. Ben 377 richieste complessive di cui 266 sono per anziani non autosufficienti e 111 per anziani autosufficienti.

Di conseguenza per sopperire a questa grande richiesta, che ogni anno si incrementa, è dovuto crescere il numero di strutture. Nel 2012 le case di riposo presenti sul territorio di Milano erano 84; ad oggi se ne contano 26 in più. Si arriva in questo modo a più di 100 residence per anziani presenti solo sul territorio di Milano e provincia .

L’incremento dell’offerta, comunque, non ha portato grandi vantaggi alle famiglie italiane: aumenta il numero delle strutture e aumentano i posti letto tuttavia le rette e le spese di mantenimento non diminuiscono. Attraverso alcune ricerche abbiamo constatato che le spese medie per risiedere all’interno di una di queste strutture variano mediamente dai 1600 ai 3000 euro al mese .

Una spesa che spesso le famiglie si trovano a dovere far fronte a causa dei tagli avvenuti gli anni scorsi al Fondo nazionale per le politiche sociali e al Fondo Non Autosufficienza . Un Fondo indirizzato sia a favorire l’inserimento nelle case di riposo sia all’assistenza domiciliare, in modo tale da creare le condizioni affinché sia permesso alla persona in questione, di continuare a vivere in casa propria .

Lo stesso discorso è ovviamente fattibile per tutte le altre città del suolo italiano tenendo presente che la città di Milano a oggi è quella che presenta costi e richieste più alte con uno scarto di più di 150, rispetto alla città di Torino che si trova seconda nella nostra classifica.

 

Ma cosa accade in tutto il resto del territorio?

I dati che il portale Quotalo.it ci ha fornito e che ha messo a disposizione sono più di 4.000. L’analisi di tutti questi elementi suddivisi successivamente tra Nord – Centro – Sud, ci ha permesso di calcolare la percentuale di richieste provenienti da tutte le zone del territorio.

Si denota che la maggior parte delle richieste derivano dal Nord-Italia (dalla Valle d’Aosta fino all’Emilia Romagna) che da solo copre il 59% del bisogno, tenendo presente che l’indice di popolamento di alcune città del Settentrione è nettamente più alto rispetto a città che si trovano nel Centro e nel Sud Italia.

Le richieste del Centro, infatti, (dalla Toscana all’Abruzzo) presenta un tasso del 25% anche se bisogna evidenziare che buona parte di questa percentuale è costituita dal numero di richieste provenienti dalla sola città di Roma, terza classificata nel nostro grafico di tutte le città italiane.

Nel Sud del paese le richieste sono nettamente inferiori (Molise – Calabria più le isole di Sicilia e Sardegna) poiché la percentuale è costituita dal 16% del totale.

 

Quali sono le necessità del popolo italiano over 70?

In base ai dati in nostro possesso abbiamo distinto in seguito il tipo di servizio di cui si ha bisogno: case di riposo per anziani autosufficienti e non autosufficienti.

Sono dunque tre i fattori che emergono in maniera evidente da questa analisi: la richiesta per anziani non autosufficienti risulta maggiore in tutti i casi. Questo può essere indice del fatto che le famiglie italiane, soprattutto a causa delle elevate spese che comportano queste strutture, preferiscono attendere fino al caso estremo in cui i loro parenti si ritrovano nella condizione di non autosufficienza, in cui l’assistenza medica 24h si rivela effettivamente necessaria.

Il numero di anziani in generale (over 70) all’interno del nostro paese è sempre in continuo aumento, crescendo in maniera tangibile di anno in anno.

Il bisogno di aiuto da parte delle famiglie che chiedono di sostenere nel migliore dei modi possibili i loro cari all’interno di queste strutture, per garantirgli il riposo, la serenità e l’assistenza di cui effettivamente necessitano, è in continuo aumento.

Sarà l’Italia un paese per vecchi?

 

Comunicato a cura di

Maria Rosa Ingrassia
Q Business Innovation Srl
maria@quotalo.com

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A Verbania arriva “La cura è di casa”, per aiutare gli anziani a invecchiare bene a casa propria

Verbano (VB), 24 febbraio 2017 – Aiutare le persone anziane a invecchiare bene a casa propria. È questo l’obiettivo della campagna “La cura è di casa” della Fondazione VCO (fondazionevco.org) che promuove progetti di utilità sociale.

Saranno ben 3 le campagne di comunicazione che saranno realizzate al grido di  “La comunità per il benessere delle persone anziane”, per illustrare il progetto, per le iniziative di fundraising e per le attività di people raising.

A disposizione dei cittadini anche il sito internet raggiungibile all’indirizzo www.lacuraedicasa.org, che verrà arricchito costantemente per informare il pubblico sul progetto.

La comunità coinvolta comprende un territorio formato da 77 comuni della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e da 7 comuni della Provincia di Novara e istituzioni pubbliche e private.

Il progetto, finanziato anche da Fondazione Cariplo, ha l’obiettivo di aiutare la persona anziana a invecchiare bene a casa propria, migliorare la sua qualità di vita e sostenere la famiglia di appartenenza e la comunità intera. 

La campagna di comunicazione è opera di “Pensieri e Colori” (www.pensieriecolori.it), agenzia di comunicazione onlus di Milano. che offre servizi pubblicitari e campagne di comunicazione, sia sui canali digitali che tradizionali, dal 1995.

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Contatti stampa:

Pensieri e Colori Cooperativa Sociale
Via Picozzi 21, 20131 Milano
Tel. 02 3764 6052
Mob. 335 6205 510


pec@pensieriecolori.it
www.pensieriecolori.it

 

A Verbano parte la campagna “La cura è di casa”, per aiutare gli anziani ad invecchiare bene a casa loro
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