Ambiente: al Museo del Mare di Milazzo il libro ispirato al capodoglio morto per aver mangiato plastica

Messina, 15 novembre 2019 – Al MuMa, il Museo del mare di Milazzo, il 27 novembre alle ore 18:00, la scrittrice Barbara Appiano presenterà  il suo ultimo libro ecologista “Dighe e cascate finchè ci sarà sete” (edizioni Kimerik). Si tratta di un libro-progetto condivisivo con il Museo del Mare di Milazzo, grazie alla collaborazione del dott. Carmelo Isgrò, fondatore del museo.

Il libro parte dall’idea ispirata da una storia vera, la storia del capodoglio morto sulle spiagge di Milazzo dopo una lenta agonia  dopo aver mangiato plastica. Una storia che ha ispirato il Siso Project, dal nome di Francesco amico del dott. Isgrò, da tutti chiamato Siso, che morì il giorno dopo il capodoglio.

La scrittrice Barbara Appiano, incessante nella sua produzione  letteraria, è mossa da una autentica passione per la scrittura messa  al servizio delle problematiche sociali, ambientali e di conservazione dei beni monumentali del nostro paese.

La Appiano devolve i ricavati dei suoi libri a favore di istituzioni che trattano in prima linea queste problematiche, e in questo senso la  Appiano è una scrittrice che fa della sua  scrittura un’arma per divulgare, ma anche per raccontare in modo trasversale, ai lettori più piccoli ed ai più grandi, la realtà come se fosse una fiaba, dove però realtà e fantasia sono coincidenti, trasformando i libri in romanzi  di formazione.

Qui la prefazione della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia del libro “Dighe e cascate finchè ci sarà sete”:

La cronaca quotidiana ci ha purtroppo abituati a non ascoltare le grida della natura, che tenta invano di ribellarsi alle forze manipolatrici dell’uomo. Il fatalismo accompagna così le nostre giornate, trascorse all’insegna del consumismo, senza riflettere troppo di fronte alle grandi quantità di rifiuti prodotti. Tra le urla inascoltate di pochi paladini dell’ambiente, pronti a seguire Greta Thunberg nelle manifestazioni di piazza, Barbara Appiano regala ai suoi lettori un nuovo romanzo ecologista, intriso del suo spirito mordace e resiliente.
Nello scontro aperto tra l’Uomo e la Natura, rispetto alle Operette Morali leopardiane, ove l’umanità viene schiacciata, i rapporti di forza si sono invertiti, perché nella società post-industriale manipoliamo il mondo circostante, tanto da distruggere gli stessi elementi primordiali. In tal senso, proprio l’acqua, arché per eccellenza, costituisce il fulcro della narrazione, definita dall’autrice stessa lagunare e anfibia.
Si allude così alla bellezza del nostro ecosistema, tanto contaminato e inquinato da rendere la pura acqua di fonte un miraggio utopistico da un passato lontano. Se da un lato, infatti, ricerchiamo le spiagge migliori sulle guide turistiche, dall’altro i telegiornali riportano spesso notizie simili a quanto è avvenuto a Milazzo nel 2017.
In questa località, famosa per l’impresa garibaldina, è morto il capodoglio Siso, rimasto impigliato sulla costa in una rete illegale. Nonostante gli sforzi della guardia costiera e dei volontari, l’animale non è sopravvissuto, non tanto per le ferite, bensì per la gravi ulcerazioni nello stomaco, al cui interno è stata trovata un’enorme quantità di plastica.
Il capodoglio diventa così un eroe, un Capitan Nemo, un martire nella lotta contro l’inquinamento, le cui reliquie, grazie al SISO PROJECT, nato dall’impegno del biologo Carmelo Isgrò , sono ora visibili nel Museo del Mare a Milazzo. Affinché la sua morte non rimanga vana, Barbara Appiano ha scelto di dare voce al capodoglio, per recuperare un mitico mondo perduto.
Di fronte all’SOS della terra, Capitan Nemo è accompagnato nel romanzo dal condor delle Ande Raggio Verde, nonché da Bagnano, il vecchio albero sacro che con le sue radici tenta di contenere l’espansione della plastica. Le pagine sono dunque una testimonianza, un tentativo di sensibilizzare e di ricordare non solo il capodoglio Siso, ma anche Francesco, un cavaliere dell’ecologia, tragicamente investito da un pirata della strada proprio mentre lavorava al recupero della carcassa dell’animale.
Se Francesco è stato chiamato affettuosamente Siso, non possiamo smettere di farci domande, di chiederci come sì e arrivati alle isole di rifiuti nel mare, nello spazio e, soprattutto, nel cuore dell’uomo, ormai plastificato e insensibile.
Con un taglio surrealistico e talvolta utopistico, l’autrice ci presenta Nettuno, accompagnato da Eolo e dalle Sirene per cercare di incantare la plastica. Si tratta di un’esortazione a sforzarci di riemergere, perché il mare, derubato della sua essenza, non vuole tacere. La risacca delle onde è un urlo contro il naufragio del nostro io, giacché, se la natura muore, anche l’uomo, quale essere naturale, viene meno, annullato da polimeri artificiali in una realtà sintetica.
Se l’ecosistema è così ingenuo da fidarsi delle false promesse di questa umanità corrotta, ciascuno di noi ha il dovere di salire di nuovo a filo d’acqua per ricominciare a parlare con gli elementi naturali. Il romanzo non può fornire una panacea al disastro ambientale a cui stiamo assistendo, ma trasmette il messaggio della Natura, di nuovo con la N maiuscola.
La copertina del libro Doghe e cascate finché ci sarà sete di Barbara Appiano

Cani in ufficio? Meno stress, più collaborazione e più produttività

Milano, 5 novembre 2019 – Portare il cane in ufficio è un’abitudine che si sta diffondendo anche in Italia e che può dare molti benefici. Per questo motivo molte grosse aziende si sono già attrezzate e hanno permesso questa pratica, aggiornando i loro regolamenti interni. Google, Amazon, Nintendo, Mars Italia, ad esempio sono solo alcune delle aziende più note come ‘dog friendly‘.

Ma come mai sta avvenendo questo?

Portare il cane in ufficio può portare molti benefici, sia al padrone che alle persone con cui condivide lo spazio. Un cane che gira per l’ufficio porta allegria e può contribuire così a migliorare la collaborazione tra le persone, alzando il morale e riducendo lo stress di tutti.

Secondo un recente sondaggio realizzato da IPSOS, nell’azienda Purina, circa il 55% dei lavoratori intervistati afferma di sentirsi meno stressato se a lavoro c’è un animale.

Questo si ripercuote in modo molto positivo sulla produttività e sul benessere generale. La condizione è che, ovviamente, il cane deve essere ben educato: non deve produrre rumore e nè sporcare in giro, ma si deve comportare esattamente come un collega discreto.

Ma quali sono i requisiti per portare il proprio pet friend anche a lavoro?

Per portare il cane in ufficio occorre sicuramente essere in regola con le visite veterinarie e la registrazione all’anagrafe canina. Inoltre ogni azienda o ogni spazio di coworking potrebbe specificare delle regole proprie.

Ad esempio, per portare il cane negli uffici Purina (la nota azienda del Pet Food) bisogna essere in possesso del patentino di ‘Buon Conduttore Cinofilo’ e di una polizza assicurativa adatta.

Al momento in Italia non esiste un quadro normativo preciso, e la scelta e la regolamentazione è lasciata al singolo ufficio.

Sono le stesse aziende e gli spazi di coworking infatti che, per rispondere alle richieste degli utenti, permettono a dipendenti e coworker di portare gli animali in ufficio ma con precise regole.

Molti uffici tradizionali, come anche i coworking più avveduti si stanno attrezzando per ospitare gli amici a quattro zampe di chi lavora lì e condivide lo spazio, valutando gli accessi di volta in volta.

“Al momento non c’è una regolamentazione specifica al riguardo ma noi li accettiamo ben volentieri, valutando caso per caso le esigenze dei singoli e di tutti gli usufruitori degli spazi comuni”, dice Delia Caraci, responsabile del Loft Coworking di Milano (www.loft-coworking.it).

”Siamo orgogliosi di essere tra i primi spazi di coworking in Italia a valutare questa opzione, a patto di rispettare tutti coloro che vi lavorano. Anche perché il benessere sul luogo di lavoro si ottiene dalla condivisione e non dalla imposizione” conclude Delia Caraci.

Una presenza piacevole quindi, ma che deve essere valutata dai responsabili degli spazi affinché venga condivisa da tutti, per non ottenere l’effetto contrario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Contatti stampa:

Delia Caraci
Mail: delia.caraci@digitalsfera.it
Digitalsfera.it

 

 

Camilla, la tartaruga che torna a camminare grazie ad una rotella

Napoli, 14 maggio 2019 – Camilla è una tartaruga di terra di 5 anni, della specie Testudo Hermanni, che vive libera in giardino e può muoversi e correre senza restrizioni. La Testudo Hermani è tra le tartarughe più diffuse in Italia, una specie molto longeva per cui è importante pensare al futuro dell’esemplare, garantendo cure specifiche per la stessa sopravvivenza.

Ogni anno Camilla va in letargo, che dura in media tutto il periodo freddo, per risvegliarsi poi in primavera.

Quest’anno però, al risveglio, la proprietaria si rende conto che Camilla aveva difficoltà a camminare. La tartaruga aveva grosse difficoltà a muovere uno degli arti anteriori e controllandola approfonditamente, la proprietaria si rende conto di una ferita alla zampa, per cui decide di farla visitare da un veterinario per animali esotici.

Quante volte si sente dire: “Ma è solo un animale… è solo una tartaruga, si può fare poco per curarla”?

Questa volta invece no, è andata diversamente, e l’accorta e sensibile proprietaria di Camilla si è rivolta ad una veterinaria specializzata nella cura degli animali esotici e non convenzionali.

Camilla viene così portata nella clinica veterinaria e la gravità della lesione è subito evidente.

“L’arto si presentava edematoso, la lesione profonda, molto estesa e la piccola tartaruga non riusciva a muovere l’arto correttamente. Così decido di effettuare una radiografia che mostra purtroppo il coinvolgimento delle strutture ossee sottostanti” racconta la dottoressa Amelia D’Ambrosio, il medico veterinario specializzato in animali esotici che ha preso in cura Camilla.

Purtroppo dalla visita sembravano non esserci molte soluzioni, e i tentativi di recuperare la zampa risultano del tutto inutili, per cui diventa necessario amputare la zampa della piccola tartaruga.

La piccola Camilla viene sottoposta ad un intervento di amputazione ma, nonostante la dolorosa decisione, la dottoressa D’Ambrosio riesce a trovare un modo geniale per garantire alla tartaruga la piena mobilità: applicare una piccola ruota di un’auto giocattolo come protesi in corrispondenza dell’arto.

“Al risveglio dall’anestesia, superate le prime difficoltà, Camilla ha cominciato a muoversi nuovamente già poche ore dopo l’intervento, dimostrando grande forza di volontà  e capacità di adattamento” spiega la dottoressa D’Ambrosio (www.ameliadambrosio.it).

Fortunatamente il decorso procede bene e anche alle visite di controllo Camilla si presenta attiva e vigile, con la ferita in via di guarigione, e dopo solo una settimana la tartaruga riprende ad alimentarsi normalmente, tornando a vivere libera e felice nel suo giardino.

Una piccola storia dal lieto fine, che però grazie alla sensibilità di una proprietaria e di una dottoressa, e la forte volontà di una tartaruga di continuare a vivere, riporta fiducia nella vita e nel futuro.

 

Camilla, la tartaruga di terra di circa 5 anni a cui è stata amputata la gamba

 

Camilla e la Veterinaria Amelia D’Ambrosio dopo l’operazione, con la ruota al posto della zampa

 

 

 

Un italiano su tre ha un animale domestico: oltre 60 milioni i Pet d’Italia

Napoli, 21 marzo 2019 – Gli animali da compagnia, in inglese Pet, in Italia sono circa 60 milioni in base alle stime dell’ultimo report di ASSALCO, l’Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, pubblicato nel 2018. I dati Eurispes, raccolti nel gennaio 2019, confermano questa tendenza, accennando anche all’aumento del numero di animali non convenzionali: non solo cani e gatti, dunque, ma anche animali esotici come uccelli, pesci, conigli e tartarughe.

Report ASSALCO 2018: i Pet in Italia

L’ultimo report di ASSALCO dimostra l’importanza degli animali domestici per gli italiani.

Il numero di Pet presenti nelle nostre case è infatti in crescita: attualmente, siamo a quasi 60.500.000 di esemplari. Fra i preferiti, oltre a cani e gatti (circa 15 milioni in tutto), troviamo anche pesci (circa 30 milioni), piccoli mammiferi e rettili (poco più di 3 milioni) ed uccelli (quasi 13 milioni).

Rapporto Italia Eurispes 2019

I dati Eurispes, raccolti a gennaio 2019, mostrano un’Italia particolarmente “pet friendly”: il 33,6% degli italiani possiede almeno un animale domestico ed è aumentato, rispetto allo scorso anno, il numero delle famiglie con più animali:

Numero Animali 2018 (% famiglie con più di 1 pet) 2017 (% famiglie con più di 1 pet)
2 8,1% 7,1%
3 4,7% 3,7%
+3 3,8% 2,3%

 

L’indagine inoltre sottolinea che sono sempre più presenti anche gli animali non convenzionali; infatti fra le famiglie che hanno almeno un pet:

  • il 40,6% possiede cani;
  • il 30,3% gatti;
  • il 6,7% uccelli;
  • il 4,9% pesci;
  • il 4,3% tartarughe;
  • il 2,5% conigli;
  • il 2% criceti;
  • l’1,3% cavalli;
  • l’1,1% rettili;
  • lo 0,4% asini.

L’aumento del numero di animali domestici non convenzionali rende necessaria una più accurata regolamentazione normativa, ancora piuttosto carente e limitata, dal momento che menziona solo cani e gatti. In più, dovrebbero essere implementati gli strumenti e la “cultura” del possesso responsabile di tali animali; queste specie non convenzionali, come conigli, tartarughe, pappagalli, hanno bisogno di cure differenti da quelle per i pet più comuni e, di conseguenza, di medici veterinari specializzati.

Il coniglio, il mammifero più scelto dopo cane e gatto

Un esempio è costituito dal coniglio, il terzo mammifero presente nelle case degli italiani dopo cane e gatto. Molti purtroppo sottovalutano l’importanza di affidarlo a veterinari esperti, ignorando la necessità dell’animale di ricevere “cure specifiche“.

Abbiamo chiesto alla dottoressa Amelia D’Ambrosio, medico veterinario specializzato nella cura di animali esotici non convenzionali, di spiegarci il motivo:

“Alle volte si sottovaluta l’importanza di visite periodiche perché il nostro coniglio “sta bene”, ignari del fatto che possono avere parassiti intestinali, cutanei o sviluppare patologie dentali perché li alimentiamo in modo sbagliato. Effettuare visite di controllo permette di gestirli ed alimentarli in modo corretto ma soprattutto significa prevenzione. In particolar modo in questo periodo, ad esempio, con l’arrivo della primavera, è consigliabile vaccinare i propri conigli per Mixomatosi, MEV-1 (malattia emorragica virale tipo 1) e MEV-2 (malattia emorragica virale tipo 2), poiché con l’aumento delle temperature aumenta anche il numero di insetti, pungitori e non, che possono trasmettere queste malattie per le quali non esiste una cura specifica; l’unica arma che abbiamo è prevenirle con la vaccinazione”.

“Grazie alla mia collaborazione con molti centri del territorio campano, mi capita quotidianamente ormai di affrontare qualsiasi esigenza di cura per gli animali più esotici, dagli interventi di chirurgia preventiva e non, agli esami diagnostici, dalla radiologia fino all’ odontostomatologia. Viste le importanti finalità di compagnia di tali animali lo scopo è ormai quello di offrire loro le migliori qualità di cure possibili”.

Per chi avesse bisogno di consigli relativi agli animali non convenzionali più diffusi può contattare la dottoressa tramite il modulo di contatto del suo sito internet www.ameliadambrosio.it, perché “la prevenzione e la salute dei nostri amici animali è importante quanto la nostra”.

Parola della dottoressa degli animali.

 

È un cane il co-protagonista di Clic, il primo selfiefilm della storia del cinema

Milano, 24 dicembre 2018 -Si chiama Dastan, è un meticcio di rara bellezza, incrocio tra un pastore australiano e un pastore bergamasco e accompagna il protagonista di ‘CLIC – 10 giorni guidato dal vento‘ per tutta la durata del film che è stato definito il primo selfiefilm della storia del cinema.

Un viaggio avventuroso lungo l’intero perimetro della Danimarca sferzata dal vento, un film realizzato interamente da una sola persona con tecniche di selfie estremo e 2 soli protagonisti: Paolo Goglio autore dell’impresa cinematografica e Dastan, affettuosissimo compagno di viaggio a 4 zampe.

Nell’intreccio narrativo Dastan appare sempre presente, quasi a testimoniare che anche nei momenti più drammatici la presenza di un cane significa avere accanto una importante figura affettiva che non ci lascia mai cadere nel baratro della solitudine e della disperazione.

Paolo Goglio, selfieproduttore, illustra così la storia di questo progetto apparentemente impossibile: “Sono 9 anni che realizzo il format televisivo ‘Amore con il Mondo’ e Dastan è presente fin dalla prima puntata, abbiamo scalato insieme centinaia di montagne e viaggiato in tutta Europa con la nostra capanna mobile. Ora ho voluto tentare un’impresa unica nella storia della cinematografia e realizzare un intero film da solo, mettendo a frutto l’esperienza maturata in questi anni e le tecniche per cui mi sono allenato a lungo. Io e Dastan abbiamo osservato centinaia di tramonti incantevoli e ci addormentiamo sempre vicini, la sua vicinanza mi tranquillizza e mi trasmette molta serenità, vorrei tanto che la sua presenza in questo film sia per tutti un incentivo a condividere più tempo e più spazio con queste inseparabili creature che vivono e si nutrono del nostro affetto e della nostra presenza.”

Affettuoso e giocoso come un cucciolo instancabile, Dastan, il cui nome deriva dal protagonista del film Disneyano “Il principe di Persia”, appare in quasi tutte le scene del film e la sua presenza festosa è un piacevole elemento di contrasto con la trama riflessiva e a tratti drammatica. Lo vedremo correre su spiagge deserte, sdraiarsi nell’erba e rotolarsi, scavare buche nella sabbia e viaggiare per migliaia di chilometri in paesaggi spettacolari dove il rapporto tra uomo e ambiente si rivela nel suo equilibrio di origine.

“La purezza con cui ascoltiamo e osserviamo il mondo intorno a noi determina la percezione che abbiamo della vita e quindi i nostri pensieri, lo stato d’animo e via via i desideri e i sogni, i progetti e le abitudini. La presenza di un animale al nostro fianco è molto preziosa per riflettersi in un rapporto che non prevede alterazioni o misure intermedie. Il cane è sempre festoso di fronte alla nostra presenza, sempre voglioso e bisognoso di affetto, ama giocare e non si stancherebbe mai di farlo, di fronte ad un panorama spazioso lo osserva trionfale e questo significa che anche gli animali hanno la capacità di percepire lo spazio, le dimensioni, la bellezza, l’armonia e la grandezza. Di notte, quando dormiamo nei boschi o su una spiaggia, la sua presenza mi rende tranquillo, anche se non è un cane da difesa so che lui protegge il territorio e segnala la presenza di animali o persone anche a grande distanza, ha un fiuto eccezionale e una grande prontezza di spirito, riflessi incredibili e, nonostante l’età, è ancora agile come un camoscio e si diverte tantissimo ad arrampicare sulle rocce” ha spiegato Paolo Goglio, autore e protagonista del film.

‘CLIC – 10 giorni guidato dal vento’ (www.filmclic.it) è la storia di un cammino breve ma intenso in cui due amici sono chiamati a vivere con pienezza momenti indimenticabili, un cammino profondo e toccante che culmina in una delle scene finali in cui Paolo e Dastan, davanti al fuoco, si osservano con grande dolcezza ed empatia.

“Il progetto è stato ripreso dai portali news di Mediaset e Microsoft, che hanno riconosciuto l’innovazione del mio progetto, prodotto dalla ‘Associazione Amore con il Mondo ODV’, e sto prendendo in considerazione la possibilità di farlo distribuire da grandi major, perché questo primo Selfiefilm nella storia del cinema sta dimostrando di essere qualcosa nuovo, che può fare tendenza proprio perché è….controtendenza!” ha concluso Paolo Goglio, attore, regista e produttore di Clic,

E così che la festosa corsa di un cane pastore accanto al suo amato padrone nei colori di un tramonto potrà diventare l’inizio di una nuova avventura sui grandi schermi, in un settore quale quello del cinema bisognoso di nuove idee, e di qualcosa di autentico e innovativo.

 

 

 

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Contatti stampa:

Paolo Goglio 3356342166

paologoglio@gmail.com

 

Trailer del film: https://youtu.be/6uOdfRzqBjk

Sito ufficiale:   http://filmclic.it

 

Dastan, il cane co-protagonista del primo selfilm della storia

 

Al Circolo dei Lettori di Torino il romanzo visionario “Città senza semafori e case con le ruote”

Torino, 12 settembre 2018 – Il 17 settembre prossimo a Torino alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori a Palazzo Graneri della Roccia, Via Bogino 9 (Sala lettura) si terrà la presentazione dell’ultimo “romanzo visionario “Città senza semafori e case con le ruote” della scrittrice Barbara Appiano, a cui interverrà Interverra’ la prof.ssa Sonia Francisetti Brolin, dottore di ricerca dell’Universita’ La Sapienza Roma.

Il ricavato della serata andrà devoluto all’associazione Pengo Life Project, un progetto italiano che combatte in Africa il gravissimo problema del bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti.

“Città senza semafori e case con le ruote” è stato definito dall’editore Mario Luzi di Roma “un romanzo visionario“, in cui una combriccola di altrettanti visionari, tra cui il nonno dell’autrice, una terremotata dell’Aquila, i cavalieri dei Templari, Robinson Crusoe e Venerdì, visitano i luoghi dei terremoti del passato, passando per Petra che è stata la capitale del commercio dell’incenso, per poi attraversare il deserto del Gobi per incontrare il filoso Giordano Bruno e ritornare indietro in Siria per salvare una balena spiaggiata davanti al teatro della guerra.

La balena, bloccherà sine die la guerra e tutti i belligeranti attraverso un comunicato congiunto proclameranno l’interruzione del conflitto per salvare il mammifero più grande del mondo. E visto questo accorreranno altre balene a spiaggiarsi per fare in modo che la guerra non ricominci.

“Citta’ senza semafori e case con le ruote” è il mondo che ha perso sé stesso, è la visione di un mondo che va in decomposizione e che tenta in tutti i modi di salvarsi .

Le ruote delle case di questo romanzo sono l’immaginazione di un mondo possibile dove la natura fa quello che noi non riusciamo a fare, si sacrifica attraverso questo gigantesco animale per terminare una guerra che il progresso e l’ambizione di diventare immortali attraverso l’uso scellerato della tecnologia non riesce a fermare.

“Tu mi hai dato il tuo male, io l’ho accolto nel mio cuore ed è diventato dolore, da lì non se ne vuole andare perché vuole diventare amore.” Questo il messaggio della balena di “Citta’ senza semafori e case con le ruote”.

Tra i prossimi romanzi in uscita a ottobre 2018 “Il pianista a cottimo” un romanzo surreale dove il protagonista è il lavoro interinale/somministrato in un call centeri, edito dalla opera che si ispira ai valori di Adriano Olivetti e Pier Paolo Pasolin, con ispirazione ai valori di Adriano Olivetti e Pier Paolo Pasolini.

L’autrice per scrivere il romanzo si è letteralmente fatta assumere per infiltrarsi nel mondo alienato dei call center e poter scrivere così il romanzo “in presa diretta”.

A novembre sarà la volta del romanzo “Adelante Palabra” , una raccolta di aforismi segnalata al Premio Internazionale di Poesia Mario Luzi edizione 2017 ed edito sempre dalla Fondazione Mario Luzi Editore Roma.

La prolifica autrice ha terminato altri 8 libri che vedranno la pubblicazione nel 2019 e nel 2020.

Barbara Appiano è nota per le donazioni che elargisce attraverso la vendita dei suoi libri ai vari eventi cui partecipa. In particolare le sono a cuore e sostiene, oltre a Pengo Life Projet, la ricerca medica in primis l’Istituto Oncologico Europeo Centro Cardiologico Monzino, la ricerca oncologica e cardiovascolare, e il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’, borgo frazione di Amatrice devastato dal terremoto del 24 agosto 2016. Borgo che ha visitato diverse volte, ultima il 2 settembre scorso, vendendo direttamente i propri libri e consegnandone l’incasso al comitato durante la cerimonia di commemorazione delle vittime del terremoto

 

Dalla quarta di copertina del libro:

Città senza semafori, sprofondate in altra dimensione 

La cronaca dei nostri tempi ci ha sovente abituati a un eccesso di misura spesso ben oltre ogni immaginabile fantasiosità e anche, talora, sconfinante in qualsiasi possibile tolleranza di cui siamo saturi, si pensi ad esempio alla cronaca nera o la cronaca di guerra che ormai da anni impazza nelle nostre vite attraverso i mezzi di comunicazione di massa.

Dare colore, corpo e forma, alla nostra proiezione ideale è una nuova via di percorrenza verso l’io, il grande Sé individuale e mondiale con cui tornare ad avere un dialogo pacificato e sereno, o quantomeno tentarne una possibile modalità di riavvicina- mento.

Barbara Appiano, con il suo folle romanzo visionario, con la rivoluzione di spirito e prospettiva, tutta squilibrata, trova un nuovo equilibrio, si oppone in un duello sfidante con tutti i tic e le smanie, le fobie e le devianze dei nostri giorni.

Mattia Leombruno

Presidente Fondazione Mario Luzi

 

Copertina del libro “Città senza semafori e case con le ruote” della scrittrice Barbara Appiano

 

Link copertina Pdf del libro: www.comunicatistampa.net/wp-content/uploads/2018/03/COPERTINA-APPIANO-città-senza-semafori-1.pdf

 

 

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Per interviste e contatti stampa:

bappiano@virgilio.it

 

Cani: arriva ‘Lugano a 4 Zampe’, per un weekend con migliaia di amici a 4 zampe

Lugano, 27 agosto 2018 – Vi piacciono i cani? Allora non dovete perdervi l’International & Charity Dog Event ‘Lugano a 4 zampe’ 2018, evento che si terrà a pochi chilometri dal confine italiano, con gare, esibizioni e attività per grandi e piccini.

Per il quinto anno consecutivo, durante il weekend dell’ 1-2 settembre, il Parco Ciani diventerà così la splendida cornice di “Lugano a 4 zampe”, il più grande evento cinofilo della Svizzera. 

Un evento unico nel suo genere per il suo carattere “totally charity” e perché si tratta una manifestazione il cui scopo non è semplicemente quello di divertire o intrattenere, ma anche di diffondere all’interno della società e quindi delle famiglie, un corretto rapporto uomo-cane. 

Un programma ricco di divertentissime e spettacolari esibizioni con veri e propri atleti a 4 zampe, provenienti da ogni dove,che si cimenteranno nei balli della Dog Dance con Yvonne Belin, campionessa del Mondo, Europea e Svizzera di questa disciplina e il team lombardo “Zampette in Musica”, nei tortuosi percorsi ad ostacoli dell’Agility Dog e nella disciplina del Disc Dog con gli istruttori del Mulino Prudenza.

Vedremo poi all’opera i cani da lavoro delle Unità Cinofile delle Guardie di Confine e i loro splendidi Malinois. E anche quest’anno non mancheranno le attività acquatiche proposte dal Centro Cinofilo Europeo che propone il battesimo in acqua, i corsi di nuoto e di tuffi che termineranno domenica pomeriggio con l’attesissima e spettacolare gara di Splash Dog, disciplina nata negli Stati Uniti e unica tappa svizzera ma presente per il terzo anno consecutivo nel calendario nazionale italiano. 

Per chi ama l’acqua riproporremo i corsi di SUP Dog, Stand-Up Paddle, naturalmente pensato con il proprio cane: un’attività dalle radici antiche nata alle Hawaii e tornata alla ribalta in chiave sportiva in questi ultimi anni in tutto il Mondo. Nella due giorni luganese sarà possibile iscriversi ai corsi e testare l’equilibrio e il coraggio del proprio cane sotto la stretta sorveglianza degli istruttori della Scuola Federale SUP del Garda.

Ricchissimo quest’anno il programma di attività da provare con il proprio cane, con educatori che saranno a disposizione per un assaggio di discipline divertentissime ma anche utili, tra cui Agility e Disc Dog, A tu per tu con l’educatore, valutazioni educative, ABC Cuccioli, Bambility, dove i bambini imparano a relazionarsi correttamente con i nostri amici a 4 zampe AcquaticitàSup DogTreibbleEsperienza di calma e concentrazioneDog FitnessCani CrossHomemade Toys for Dogs, Tellington T-TouchFiori Australiani & ReikiAgopuntura e OsteopatiaBalance.

Tra le novità di quest’anno la gara di Dog Dance che, domenica, avrà inizio alle ore 12.30 e a seguire, dalle ore 14, tutti pronti al via per la gara di Velocità in cui si potranno cimentare cani di ogni razza e non, suddivisi per taglia in 4 diverse categorie.

Presente Prima Svizzera per l’esibizione della Scuola Italiana di Cani da Soccorso capitanata da Ferruccio Pilenga, Presidente nazionale S.I.C.S, la più grande organizzazione nazionale dedicata alla preparazione dei cani e dei loro conduttori con 5 meravigliosi soccorritori a 4 zampe che si lanceranno a turno nel lago da un elicottero della Helitv per soccorrere un figurante. Pilenga è l’unico istruttore al mondo ad eseguire questi lanci.

Sabato pomeriggio sarà invece la volta dei finalisti del concorso di bellezza e simpatia “Miss e Mister Dog Ticino”, che sfileranno davanti ad una giuria sceltissima composta da Esperti Giudici Enci, veterinari, Handler e toelettatori e vari personaggi del mondo Pet.

Presente anche “Krax”, il progetto nazionale della Protezione Svizzera degli Animali, sempre fedele alla sensibilizzazione nelle scuole, che proporrà delle lezioni di interazione bambino-cane presso il loro stand in collaborazione con la veterinaria Petra Santini.

Sempre per i bambini è pensata l’attività organizzata dagli artisti “Barza de Legn” dove i più piccoli verranno coinvolti in veri e propri laboratori di pittura per imparare a disegnare il proprio cane.

Per chi invece volesse cimentarsi nelle gare in questa ricchissima edizione potrà iscriversi alle Dog Olimpiadi, alla Gara di Dog Dance, alla Gara di Velocità e naturalmente allo Splash Dog, la gara di tuffi nel lago, 

Lugano a 4 zampe sarà anche “Dog Park” con due aree recintate per far correre e divertire i propri cani in libertà e sicurezza sotto la supervisione di educatori e comportamentalisti qualificati, che potranno anche rispondere alle domande e dare consigli ai proprietari.

Non mancherà l’area dedicata alle ‘Associazioni Rescue’ e due emozionanti “Passeggiate Levriere” per le vie della città a cui tutti gli appassionati di levrieri (e non!) potranno unirsi per far conoscere la triste realtà di queste meravigliose ed eleganti creature ma anche di tutti i trovatelli e i cani maltrattati, promuovendone l’adozione. 

Tanti ospiti e Vip a due e 4 zampe che saranno presenti, con personalità politiche e dello spettacolo, personaggi sportivi, Fripon, lo splendido pastore Maremmano protagonista del film campione d’incassi “Belle et Sebastien”.

Per i più golosi Lugano a 4 zampe quest’anno ospiterà infine un’area food con specialità locali ed internazionali.

L’intero ricavato dell’evento andrà ad aiutare i tantissimi trovatelli di cui si occupa la nostra Associazione luganese Non Profit “Forza Rescue Dog”, attiva da anni nel recupero, nella riabilitazione e nel re-homing, tra Svizzera, Italia, Germania, Francia, Belgio e Finlandia di cani abbandonati e maltrattati di varia provenienza.

Per maggiori informazioni sull’evento e per consultare il programma completo del weekend è possibile visitare il sito internet www.luganoa4zampe.ch o la pagina Facebook “Lugano a 4 Zampe”. Le iscrizioni online sono aperte a tutti, senza esclusione di razza, età e colore.

 

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Flyer Presentazione Evento in Pdf

 

Contatti stampa:

Stephanie Castiglioni, Forza Rescue Dog, Non Profit Association, Switzerland

Tel. 0041 793 672 980

Tel. 0039 348 919 4998

 

 

 

 

  

 

 

 

 

È uscito “Citta’ senza semafori e case con le ruote”, il romanzo folle e visionario dell’autrice Barbara Appiano. 

Vercelli, 4 aprile 2018 – È uscito “Citta’ senza semafori e case con le ruote”, l’ultimo romanzo ‘folle’ dell’autrice Barbara Appiano di Santhià.

Il libro è edito dalla Fondazione Mario Luzi Editore di Roma che opera sotto l’egida dell’ Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e collabora con l’Istituto Dante Alighieri e l’Accademia dei Lincei, e sarà reperibile in tutte le librerie e sui maggiori negozi online.

Si tratta di un vero e proprio romanzo visionario, così come descritto nell’introduzione “un romanzo sogno, caduto dalla bicicletta, quella di mio nonno”.

Mio nonno Ernesto in questo romanzo si dimentica di morire, rimanda il suo funerale, incontra Babilon, una terremotata della città dell’Aquila, si uniranno a loro Robinson Crusoe e Venerdi, e chiuderanno la comitiva i Templari, guardiani del Tempio di Gesù” racconta l’autrice.

Questa combriccola diventerà la ‘Confraternita dei temerari dell’incenso’, e l’incenso sarà quello che respireranno a Petra, città che nell’antichità è stata il crocevia del commercio dell’incenso.

L’incenso odoroso nelle notti di luna con il falò acceso davanti alla città fantasma di Petra, porterà la Confraternita’ dei Temerari dell’incenso verso la città di Calcutta, i monsoni contrari al loro cammino li ribalteranno indietro e si troveranno senza saperlo nel deserto del Gobi, incontreranno un vecchietto che munito  di bastone e mappamondo cammina senza faticare solcando la sabbia del deserto come fosse sull’acqua.

Si tratta di un ospite eccellente di questo romanzo, è Giordano Bruno, che terra’ una lectio magistralis sulla Natura e Dio.

In questo viaggio che è un giro nel mondo dei terremoti e delle alluvioni attuali e passate che hanno sotterrato civiltà e città che non avevano i semafori, la ‘Confraternita dei Temerari dell’Incenso’ interverrà sulle spiagge della Siria per aiutare una balena che persa la rotta si è spiaggiata davanti allo scenario devastante della guerra, arriveranno altre balene a spiaggiarsi, si che la guerra  verrà sospesa sine die perché i paesi belligeranti con l’aiuto della ‘Confraternita dei Temerari dell’incenso’ insieme e collaborando e posando i fucili aiuteranno le balene a ritornare in mare.

La guerra finirà grazie all’aiuto delle balene.

“Città senza semafori e case con le ruote” parla anche di case, quelle che vi portate nel cuore, che munito di ruote viaggia nelle emozioni degli altri per farle vostre e parla di semafori accesi e funzionanti e non come quello di Cavaglia, in provincia di Biella, che non funziona dai tempi dei Templari” racconta ancora Barbara Appiano.

Semafori che daranno il verde per diventare una grande comitiva planetaria di sognatori che caduti dalle varie biciclette, che useranno i piedi con le ali per volare sopra il dolore.

“Tu mi hai dato il tuo male e io l’ho accolto nel mio cuore, ed è diventato dolore.  Da li’ non se ne vuole andare perché vuole diventare amore”.

“CIttà senza semafori e case con le ruote”, un romanzo insomma che vuole dirci che l’amore aspetta che il semaforo spento si accenda, e non si spenga più.

Il ricavato del libro verrà in parte devoluto alla Pengo Life Project, associazione no profit che si occupa di divulgare in Italia il problema drammatico del bracconaggio cui sono sottoposti elefanti e rinoceronti.

L’associazione è spesso ospite della trasmissione ‘Arca di Noè’ del TG5, in cui la giornalista Maria Cocozza tempo fa lesse il racconto della stessa Barbara Appiano “L’orizzonte e il precipizio”, tratto da “La solitudine del giaguaro”, che narra le avventure di iShukuhru elefantina orfana.

 

 

Dalla quarta di copertina:

Città senza semafori, sprofondate in altra dimensione 

La cronaca dei nostri tempi ci ha sovente abituati a un eccesso di misura spesso ben oltre ogni immaginabile fantasiosità e anche, talora, sconfinante in qualsiasi possibile tolleranza di cui siamo saturi, si pensi ad esempio alla cronaca nera o la cronaca di guerra che ormai da anni impazza nelle nostre vite attraverso i mezzi di comunicazione di massa.

Dare colore, corpo e forma, alla nostra proiezione ideale è una nuova via di percorrenza verso l’io, il grande Sé individuale e mondiale con cui tornare ad avere un dialogo pacificato e sereno, o quantomeno tentarne una possibile modalità di riavvicina- mento.

Barbara Appiano, con il suo folle romanzo visionario, con la rivoluzione di spirito e prospettiva, tutta squilibrata, trova un nuovo equilibrio, si oppone in un duello sfidante con tutti i tic e le smanie, le fobie e le devianze dei nostri giorni.

Mattia Leombruno

Presidente Fondazione Mario Luzi

 

COPERTINA – APPIANO città senza semafori

 

 

Copertina del libro “Città senza semafori e case con le ruote” della scrittrice Barbara Appiano

 

Lettera a Sua Maestà la Plastica, della scrittrice Barbara Appiano

Vercelli, 6 febbraio 2018 – La scrittrice Barbara Appiano, autrice del libro ‘Umanità Anno Zero’, romanzo di formazione di Barbara Appiano, paragonato al Piccolo Principe” e Pinocchio, ha lanciato in rete una ‘Lettera a Sua Maestà la Plastica‘.

Un urlo di dolore, così come il libro, a difesa dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi, messi a serio rischio dai rifiuti, dall’inquinamento  e dalla furia distruttrice dell’uomo.

La scrittrice terrà un aperitivo letterario a Santhià (Vercelli) il 24 febbraio prossimo, alle ore 10.30, presso la Biblioteca Civica, un incontro in cui presenterà il suo ultimo libro ‘Umanità Anno Zero’, edito dalla Fondazione Mario Luzi.

Questa la lettera aperta di Barbara Appiano a ‘sua maestà la plastica’.

 

Lettera aperta a Sua Maestà la Plastica 

Cara Plastica,

sei talmente importante per me e per il mondo che io ho parlato di te e della tua immortalità perfino nel mio libro ‘Umanità Anno Zero’. Un titolo che tu non puoi certo ignorare.

Infatti la tua immortalità è narrata dalla protagonista del mio romanzo, una elefantessa di nome Araba.

Cara Plastica,

sei ufficialmente invitata alla presentazione del mio libro scritto anche, lo confesso, grazie anche alla tua esistenza, che mi ha molto ispirato.  Sarà un aperitivo letterario, che si terra in Santhià presso la Biblioteca Civica alle ore 10.30 del 24 febbraio prossimo.

Ora, sempre per darti tutta l’importanza che tu meriti e data la tua presenza e il tuo presenzialismo nelle nostre vite, in tutto quello che facciamo e in tutto quello che occupa il nostro abusato e stanco immaginario collettivo, ti comunico che vorrei tanto separarmi da te e dalla tua plastica immobilità, si da impedirti anche di piangere.

E se mai tu piangessi, piangeresti, ovviamente lacrime di plastica che ci procurerebbero, ancora una volta, anche il problema dello smaltimento.

Tu hai mai pensato a come smaltire lacrime di plastica ?

Per separarmi con addebito e giustificato motivo ti riporto, qui di seguito, quello che il mio amato elefante di nome Araba e protagonista di ‘Umanità Anno Zero’ che ha già in precedenza proclamato nell’etere la sua insofferenza per tutto quello che distrugge la bellezza e la natura, si da ambire a diventare l’attrice protagonista di un documentario che dovrebbe salvare la Natura e salvarci anche da te.

In un mondo dove gli sfratti sono continui e dove non sai più dove andare perché i posti sono già stati assegnati e tu Lady Plastica, proprio non vuoi saperne di “farti più in la’”.

Tu sei una presenza costante quanto il Tgcom24, e ti troviamo ovunque: per le strade, nelle discariche, negli interni delle automobili, nelle sacche di riempimento che plastificano le rughe e le facce di tutti coloro che credono che “plastificati è bello”.

Sei negli elettrodomestici, nei biberon dei neonati che ancora non sono nati di plastica, fino a volerti arrogare il diritto dell’immortalità attraverso l’affitto di un utero che potrebbe clonarti all’infinito per fare in modo che la tua genia non si estingua.

In una corsa a chi fa prima per estinguersi, certo tu non vinceresti alcun premio e arriveresti ultimo, perché tu proprio non vuoi estinguerti e continui ad espanderti fino ad arrivare ad invadere al giardino di casa mia.

Il 24 febbraio prossimo ti chiederò di scioglierti in un mare di ghiaccio, disintegrandoti, e lasciando solo di te un terribile ricordo.

In quel giorno il mio libro ti dirà senza tanti complimenti di andare a trovarti possibilmente un altro pianeta, dato che qui proprio perché tu ti espandi senza licenza, e abusivamente, hai occupato tutti i posti materiali e mentali si da impedirci di respirare. E per ora i nostri polmoni, grazie a Dio, non vogliono ancora plastificarsi.

Cara Plastica, ti avviso, i tuoi giorni sono ormai contati.

Preparati a trovare altro luogo ove pontificare i tuoi polimeri, affinchè non possono integrarsi nel social housing di questo pianeta che nonostante tutto ha praticato e sta praticando una resistenza disarmata nei tuoi confronti, dandoti il preavviso e raccomandandoti un fine vita da testamento biologico, anche se tu di biologico non hai nulla.

E nessuno potrebbe adottarti come una qualsiasi orfana visto che tu propagandandoti, galleggiando e bruciandoti diventi nutrimento degli esseri umani e del mondo, continuando a creare sempre nuovi orfani.

Cara Plastica,

tu sei pericolosamente immortale per noi che da mortali ti abbiamo ideato e partorito, senza pensare che sei una  figlia scellerata.

Tanti Master all’estero, una carta d’identità senza scadenza e un appetito formidabile: divori tutto, occupi tutto e non ci lasci una via d’uscita se non quella delle tante e troppe discariche dove, come un qualsiasi pensionato, vai a riposare a fine servizio e senza pre-pensionamento.

‘Umanità Anno Zero’, la mia voce e la voce della Natura, emetterà un decreto di espulsione per te, a prova di qualsiasi tribunale.

Hai ancora poco tempo per lasciarci un buon ricordo di te.

Affrettati, perché il congresso umano ha la memoria corta, più corta dei tuoi polimeri con i quali ci hai tenuto finora in ostaggio.

 

Barbara Appiano

 

 

 

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Avagnina (CIE): “Tutta la verità sulla elicicoltura e gli allevamenti intensivi delle lumache”

Cuneo, 18 gennaio 2018 – Giovanni Avagnina, Presidente Onorario della C.I.E., la Confederazione Italiana Elicicoltori (sede nord Italia), sulle recenti uscite di notizie ed articoli sulla elicicoltura, ha diffuso la seguente lettera aperta sulle tante inesattezze che si scrivono e si raccontano sul settore.

“Mai come in questi ultimi mesi si registra sulla rete un gran parlare e dissertare di elicicoltura, di nuovi sorprendenti metodi di allevamento delle lumache di terra, nuove sempre più eclatanti pubblicità per un settore di produzione agricola che, se pur interessante e con buone prospettive, rimane e deve rimanere nella nicchia che compete ad un alimento di qualità, che non può stravolgere la gastronomia e la cucina di un popolo.

Ogni giorno, quasi con stupore, si leggono su numerosissimi siti e sui tanti social in voga, nuove comunicazioni sui facili guadagni che si ottengono dalla produzione di questi molluschi, sulle sorprendenti prospettive che gli operatori possono avere dal prodotto e dai derivati dello stesso. Quasi non se ne può più degli straordinari decantati vantaggi della bava di lumaca e sugli effetti della stessa a dir poco miracolosi nei confronti della cute di donne, uomini e ora perfino dei cavalli e altri animali.

Pare, leggendo tutte queste meraviglie, che questo dell’elicicoltura sia un miracolo italiano, in grado di far crescere il PIL del paese e di risolvere i gravi problemi dell’agricoltura.

Io, che l’elicicoltura a ciclo naturale l’ho iniziata con le prime prove, nel lontano 1973, vivendo le lunghe esperienze dell’allora Centro di Elicicoltura di Cherasco, in questi 45 anni ininterrotti di attività, non sono riuscito a cogliere tanta facilità e tanto stupore di risultati.

Non ne sono stato capace certamente, a confronto dei tanti attuali specialisti esperti ed innovatori che si proclamano in ogni luogo e dove “fautori della nuova elicicoltura”.

C’è chi attualmente, con 1 o 2 anni di esperienza nel settore, costituisce consorzi a tutela dei produttori inesistenti, chi in pochi mesi parla di rivoluzionarie metodologie di allevamento suggestive, senza però mai aver provato, quindi portato a conclusione almeno un ciclo.

A centinaia, con l’allevamento non ancora ultimato nei vari cicli, vendono a pagamento consulenze, corsi teorico-pratici, progettazioni di impianti, giornate informative nell’unico intento di fornire ai troppi sprovveduti e inconsapevoli lettori materiali, attrezzature, macchine per estrarre bava, lumache e mille altre cose.

Tutto ciò come se il mollusco Helix fosse una tecnologia innovativa, digitale, una struttura o macchina industriale in grado di produrre grandi pesi vendibili, poichè si è iniziato un allevamento.

Ma la nostra piccola lumaca è un essere vivente, con la propria biologia, non determinata dagli esperti, più o meno modernizzati o dagli investimenti economici attuati.

Biologia vuol dire anatomia e fisiologia che non si sono modificati nei millenni della storia del mollusco e che, con tutta la buona volontà e anche capacità dei nuovi promotori dell’attività, non possono modificarsi in pochi anni per raggiungere traguardi di produzione e di attività, che fine ad ora nessuno è riuscito in vero ad ottenere.

Sono migliaia gli allevatori italiani ed esteri del mollusco che, al tempo in cui non esisteva internet, per decine di anni hanno lavorato sodo e in silenzio, hanno studiato i cicli di vita, hanno trovato le migliori soluzioni alimentari, hanno fatto crescere le possibilità e le modifiche per migliorare la crescita e il reddito dell’allevamento elicicolo.

In questo istante penso a tutta questa gente che si è adeguata alle regole e ai tempi dell’agricoltura, spesso sacrificando capitoli e soprattutto speranze, gente seria che non ha voluto vendere fumo invogliando gli altri a diventare a tutti i costi elicicoltori, ma hanno operato per il proprio impianto.

L’attività è cresciuta lo stesso, pur senza tanto rumore, ha ottenuto i riconoscimenti ufficiali e veridicità sull’argomento, ha quintuplicato i consumi in Italia, ha rafforzato i prezzi, consolidando i vecchi mercati, aprendone di nuovi ogni anno più interessanti.

La cosa che non riesco ad accettare è l’attuale insistenza promozionale per far nascere allevamenti a tutti i costi ovunque; il tutto quasi simile alle deleterie campagne promozionali telefoniche o di call center di prodotti come pentole, materassi, abbonamenti e contratti per gas, luce, energia o altro.

In base alla lunga storia vissuta, il mio pensiero è che sarebbe più giusto frenare e dare un taglio a questa sequenza continua di filmati, annunci di strisciante spinta all’allevamento rivolta a troppe persone senza esperienze, lontane dei tempi, delle gravi difficoltà e non sicurezze della coltivazione della terra e della produzione degli animali.

Giustamente cinquanta anni fa abbiamo chiamato questa attività “elicicoltura” (coltivazione delle elici) e non allevamento di lumache, per l’assunto collegamento ai problemi e ai tempi della terra.

Questi non sono animali superiori (maiali, bovini, polli…) che siamo riusciti, negli anni, a far diventare vere macchine di produzione di carne, attraverso sistemi intensivi, alimenti concentrati con tanta chimica e cicli di produzioni esasperati in cui il benessere del soggetto zootecnico non è messo certo al primo posto.

Per fortuna nostra e di tutti le lumache sono molluschi di terra, non possiedono la struttura biologica atta a piegarsi a questi metodi intensivi, a scapito della qualità: trovandosi in basso nella scala zoologica, le lumache hanno enormi difficoltà a modificare la propria struttura fisiologica per ritmi veloci imposti dall’uomo.

L’esempio più eclatante è il pessimo risultato della qualità della carne delle lumache che sono state alimentate esclusivamente con mangimi concentrati, metodi indicati in paese del Nord Europa ad opera dei venditori di alimenti preparati per altri animali.

Molluschi che, è vero, crescono in fretta, ma una volta cotti divengono un qualcosa di molliccio, acquoso e sciatto, ben lontano dalle fragranze di una lumaca cresciuta lentamente, con varietà di vegetali, tipica degli allevamenti che ora in tanti definiscono superati, vecchi e da rottamare.

Nessuno vuole fermare il progresso e la crescita, ma è giusto che quanti desiderano entrare in questo settore abbiano appieno la conoscenza delle reali possibilità ottenibili dall’elicicoltura: non sono sufficienti conti economici sulla carta e speranze di guadagno teorici.

Queste persone devono mettere nel loro progetto tutte le prospettive possibili, ma devono tener conto anche delle problematiche che solo chi ha un’esperienza reale e lunga, non fittizzia e di pochi mesi di attività, può garantire al neofita, spesso pieno di entusiasmo, ma inconsapevole.

Nell’interesse di tutti, ma soprattutto degli elicicoltori stessi e del prodotto gastronomico di pregio quale è la lumaca Helix, fermiamoci a ragionare insieme e facciamo una scelta non dettata da entusiasmi indotti, ma da una piena consapevolezza del reale quadro produttivo e di investimento.

Ridimensioniamo anche l’attuale chimera dell’estrazione della bava, che potrà essere un reddito complementare all’elicicoltura, ma soltanto ed esclusivamente ogni produttore avrà a disposizione in numero adeguato ai propri molluschi, non certo acquistarli per produrre bava.

La lentezza della lumaca non è soltanto una tradizionale dicitura, è il segno forte con il quale l’operatore deve fare i conti ogni giorno per arrivare realmente ad ottenere il recupero degli investimenti finanziari attuati e il giusto, adeguato guadagno.

Esperti di elicicoltura possono definirsi solo soggetti con anni e anni di studio e applicazione pratica.

 

Giovanni Avagnina

Presidente Onorario C.I.E.

CONFEDERAZIONE ITALIANA ELICICOLTORI – SEDE NORD ITALIA

12062 CHERASCO – (CN)  VIA MANTICA, 1

www.elicicolturacie.it

avagnina@elicolturacie.it

 

 

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