AISLA, apre il Magazzino Solidale per gli affetti da SLA

Magazzino Solidale AISLA

Responsabilità sociale e mutuo aiuto in una rete reale e virtuale a disposizione delle persone con SLA

Roma, 18 gennaio 2022 – Fondato sul valore della responsabilità sociale condivisa, è nato il progetto del Magazzino Solidale di AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica. Un’idea ambiziosa di volontariato e di servizio, volta ad incentivare e organizzare il mutuo scambio di materiali di consumo e ausili di proprietà, che le famiglie non sanno come indirizzare quando ne hanno in esubero o non più necessari.

In un contesto sociale in continua evoluzione e dove le risorse economiche sono sempre più contratte, AISLA rilancia con un progetto dove la solidarietà incontra il valore sociale con benefici ambientali ed economici per l’intera collettività. Il Magazzino Solidale rappresenterà, infatti, il punto nodale di una rete reale e virtuale a disposizione delle persone con SLA in condizione di bisogno, attraverso il riutilizzo di ausili di proprietà in ottimo stato o di materiale di consumo non utilizzato e giacente in altre case.

La possibilità di evitare sprechi e di ridurre inutili consumi, infatti, oltre a educare ad una cultura del riciclo virtuoso di oggetti che possono ancora essere funzionali al loro uso, diventa altresì opportunità di mutua collaborazione per rimettere in circolo oggetti, materiali e strumenti che possono continuare a rappresentare una risorsa per chi ne ha bisogno e un beneficio per chi ne trova una collocazione nuova.

Si pensi a quanto ciascuno noi probabilmente abbia sperimentato, seppur per un breve periodo, la dimensione della disabilità a causa di un incidente, la cura di un proprio caro o più semplicemente una riabilitazione post operatoria.

In quel momento sono entrati nelle nostre case supporti, come le classiche carrozzine e deambulatori o, ancora le stampelle, di cui poi si è avuto la difficoltà nel liberarsene o sono lasciati in un angolo delle nostre cantine.

Se l’obiettivo finale resta sempre quello di realizzare iniziative a favore della SLA, vogliamo farlo non perdendo mai di vista il benessere generale della collettività e, quindi, partecipando attivamente, prima di tutto come cittadini. Sono stati due anni in cui il tempo, a tratti, sembrava non andare avanti, tenuto prigioniero da una pandemia che ha stravolto le vite della nostra comunità già profondamente ferita. L’associazione è andata avanti con la consapevolezza e la responsabilità di essere una parte attiva di una collettività che non si fa carico solo del proprio quotidiano, ma anche del bene comune. Responsabilità sociale e mutuo aiuto. Questo è lo spirito con il quale iniziamo questo nuovo anno invitando tutti a partecipare al nostro Magazzino Solidale.” Sono queste le parole della presidente nazionale AISLA, Fulvia Massimelli.

La sostenibilità è il principio di base, nel quale il valore della solidarietà diventa l’espressione di nuovi modelli di cooperazione in cui il paradigma del “chiedere-dare-avere” si sostituisce con la consapevolezza che la reciprocità crea compattezza sociale. Una filosofia generativa che si fonda sul prendere coscienza delle risorse che ognuno di noi ha e farne sempre un buon uso, rimettendole in circolo ed evitare sprechi.

Ciascun donatore potrà pubblicare contemporaneamente sulla sezione del sito di AISLA www.magazzinosolidale.it fino ad un massimo di 5 annunci di cessione gratuita di beni.

Possono essere inseriti strumenti che facilitano la presa, come impugnature o pinze che permettono di afferrare oggetti altrimenti impossibili da prendere; bicchieri o piatti adattabili o anche apparecchi per cucinare. Oppure strumenti per il tempo libero, ad esempio carrozzine adattate per lo sport, o ancora strumenti per la riabilitazione passiva. Molto importanti sono gli ausili per la cura e l’igiene personale: le sedie da doccia e da bagno, i tappeti, i maniglioni da bagno. Più complessi, invece, gli ausili per la mobilità che, come noto, devono essere adattati alle caratteristiche fisiche della persona. Importanti gli strumenti per la deambulazione, per la posizione e la stabilizzazione o presidi per lo spostamento, come per esempio il sollevatore. Per quanto riguarda i materiali di consumo potranno essere messi a disposizione sondini, filtri per ventilatori; circuiti; garze e guanti o anche semplicemente l’acquagel e addensanti alimentari.

Insomma, un supporto concreto per coloro che ne hanno bisogno.

Il servizio sarà gestito dalla sede nazionale di AISLA e nutrito dai volontari e dalle famiglie delle 64 rappresentanze locali e da tutti i cittadini che hanno la necessità di ricollocare un proprio materiale in disuso. Il modello di gestione si ispira al progetto pilota avviato proprio due anni fa dalla sezione Sicilia Area Vasta Orientale con sede a Catania. L’associazione si mette a disposizione per coprire le spese di spedizione del materiale.

Il progetto nasce da una intuizione di Giancarlo Laudenzi, scomparso prematuramente due anni fa e alla cui memoria è intitolato il servizio. Laudenzi in seguito alla perdita della moglie a causa della SLA è stato per anni volontario attivo dell’associazione Aldo Perini e di AISLA, da cui è nata la collaborazione con il Comune di Settimo Milanese che ha portato all’apertura di uno sportello. Giancarlo si è sempre distinto per l’instancabile operato, segnato costantemente dalla sua capacità di dimostrare, con i fatti, che le difficoltà possono essere superate.

Per ulteriori informazioni rimndiamo al st t0 www.magazzinosolidale.it oppure magazzinosolidale@aisla.it

 

 

 

__________________

Ufficio Stampa AISLA – Valentina Tomirotti | Cell. 333 9580672 – ufficiostampa@aisla.it | vtomirotti@aisla.it |

A Trento la giornata di tesseramento ad Emergency

Trento, 16 ottobre 2018 – Sabato 20 ottobre, a Trento, i volontari di Emergency saranno presenti con un banchetto informativo in Largo Carducci, dalle ore 14,00 alle ore 19,00 per la giornata di tesseramento 2019

In occasione della Campagna Tessera 2019 si potrà scegliere di stare dalla parte dei diritti umani con Emergencyche dal 1994 offre cure gratuite e di qualità a tutti gli esseri umani, alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà.

I volontari di Emergency racconteranno come sostenere l’idea di cura che, fino a oggi, ha permesso all’associazione di curare quasi 10 milioni di persone.

Essere curati è un diritto umano fondamentale e, come tale, deve essere riconosciuto a ogni individuo.

La pratica dei diritti è l’unica via percorribile perché costituisce di per sé una pratica di pace. Fino a quando i diritti di tutti non saranno garantiti non ci sarà giustizia, solo discriminazione.

È per questo che, ogni giorno, i medici e gli infermieri di Emergency curano le vittime della guerra in Afghanistan e in Iraq.

Ogni giorno Emergency garantisce assistenza sanitaria in Africa, dove la povertà è una minaccia quotidiana e dove milioni di persone non hanno accesso a cure chirurgiche per ragioni economiche, portando sanità di eccellenza.

Ogni giorno in Italia, Emergency è presente nei luoghi del terremoto, nelle campagne dove lavorano i braccianti sfruttati, nei quartieri difficili di tante città, per curare tutti, nessuno escluso.

Per sottoscrivere la tessera di Emergency basta una donazione minima di 12 euro fino a 25 anni, di 30 euro tra 26 e 64 anni, di 20 euro oltre i 65 anni. I fondi raccolti andranno a sostegno degli ospedali e dei centri sanitari di Emergency in Afghanistan, Iraq, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sudan, Uganda e Italia.

Per scoprire  tutte le iniziative di Emergency in Italia visitare la pagina eventi.emergency.it

In alternativa sarà possibile sottoscrivere la tessera online, a partire dal 16 ottobre, sul sito tessera2019.emergency.it.

La tessera di Emergency 2019 dà diritto a ricevere la rivista trimestrale di Emergency, sconti e facilitazioni presso librerie, teatri e gallerie d’arte in tutta Italia.

###

Contatti stampa:

gruppo.emergencytrento@gmail.com

Ricostruire dopo il terremoto: “A Saletta il cuore dell’Italia”

Amatrice, 5 settembre 2018 – Il 2 settembre scorso il comitato ‘Ricostruiamo Saletta’ ha organizzato una giornata di commemorazione delle vittime del terremoto che ha devastato il centro Italia il 24 agosto del 2016 ed una raccolta fondi per racimolare quante più risorse finanziarie possibili per poter ricostruire il borgo di Saletta, frazione di Amatrice.

Alla giornata ha partecipato anche la scrittrice Barbara Appiano, che al tragico evento sta dedicando un libro, e che ha devoluto gli incassi del giorno della vendita dei suoi libri alla raccolta fondi del comitato.

Queste le riflessioni della scrittrice sulla giornata di commemorazione.

“Senza la parola il mondo non esisterebbe.

Senza la parola non esisterebbe la condivisione del dolore e della gioia, e non esisterebbe il movimento delle idee.

Idee che ho visto e ascoltato il 2 settembre scorso a Saletta, frazione di Amatrice, luogo tristemente noto per il terremoto del 24 agosto 2016.

A Saletta fanno parte del paesaggio, geneticamente modificato dalla natura, le montagne di macerie,che fanno concorrenza alle vere montagne e colline, e che tuttora sono spettatrici silenziose del mondo che è stato e che purtroppo non è più.

Stupisce l’inerzia e la lentezza che accompagna la ricostruzione del borgo di Saletta facente parte del comune di Amatrice, ma così è.

Lentezza umana e furia della natura mal si accompagnano, e attualmente la furia della natura in questo incantevole luogo di pace ha prodotto macerie, che al contrario del mio libro dell’autrice Barbara Appiano “Città senza semafori e case con le ruote” le ruote non le hanno e attendono fiduciose che qualcuno le rimuova.

Eppure Saletta anche con le macerie persegue con forza la sua corsa per far tornare il tempo indietro, quando le case con gli orticelli e i giardini erano un ricamo vivente di questo luogo bello e semplice. 

Come bella e semplice è la gente che resiste alle macerie sorridendo.

Ci vuole molta forza per sorridere a Saletta, e nonostante tutto qui si sorride ancora. 

Un sorriso speranzoso e di fiducia, che è anche il nostro, e di tutti gli italiani.

Il sorriso di Saletta deve contagiare tutta Italia, guardando oltre le macerie immobili che custodiscono un mondo scomparso, insieme ai suoi attori scomparsi improvvisamente anche loro, senza capire cosa stesse succedendo a loro ed alle loro vite. 

La memoria è anche questo: pensare a chi non c’è più, per migliorare il presente.

C’è bisogno di condividere e non di dividere.

Per questo ho partecipato con la vendita del mio libro all’iniziativa di ‘Ricostruire Saletta’, devolvendo contestualmente e consegnando pubblicamente al Comitato Ricostruiamo Saletta il ricavato della vendita. 

Invito tutti gli scrittori a fare altrettanto, devolvendo e condividendo in modo semplice il lavoro di produttori di cultura di cui il nostro paese, l’Italia, ne sente forte la necessità. 

C’è bisogno di esempi morali, adesso più che mai, e le vittime e i sopravvissuti hanno bisogno di ricevere dei segnali.

Saletta è luogo di memoria, e arroccata sulle colline ferite dal terremoto sta dando prova di grande determinazione a voler ricreare ciò che non c’è più. 

Il comitato “Ricostruiamo Saletta” è un piccolo nucleo di forza e volontà che vuole ridare ai sopravvissuti la vita, il mondo che prima del 24 agosto 2018 pullulava in questo piccolo paradiso di silenzio e boschi.

Ed è emozionante vedere le persone di questo comitato che, anche se piccolo ,ha tutto l’occorrente progettuale per far si che “ciò che era e non è più” non scompaia in mezzo alla polvere del tempo, che spesso funge da dimenticatoio. 

Persone che hanno perso i parenti residenti a Saletta, esseri umani che hanno avuto le case distrutte dalla forza incontrollata dalla natura, e che ora si attivano, spenti i riflettori dell’onda emotiva, per creare un momento di convivialità in modo semplice, offrendo pranzo e cibi tipici della zona a cittadini e associazioni di volontariato.

Come per esempio il ‘Gruppo Donatori sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri‘, che saliti a Saletta, hanno voluto portare una parola, un sorriso e anche progetti di aiuto concreto.

Ciò che emerge e non sprofonda nelle viscere della terra che il terremoto ha aperto e poi richiuso, è la progettualità del futuro, un futuro cementato nelle tradizioni di questo borgo, dove gli anziani sopravvissuti sono restati come degli eroi che non vogliono lasciare il campo di battaglia che ‘Madre Natura’ ha aperto a suo piacimento, noncurante che la sua forza distruttrice oltre a distruggere case e luoghi, distrugge la voglia di esistere e di vivere.

Vivere ed esistere a Saletta. 

Coloro che sono rimasti, costruiscono in ogni minuto della giornata il divenire che ancora deve arrivare, ma che arriverà, perché i progetti hanno bisogno dell’immaginario futuro e solo attraverso l’immaginazione possiamo avere la visione delle cose che sono degli obiettivi da raggiungere. 

Saletta, borgo ferito che non si sente finito, è di tutti noi, è un pezzo d’Italia che vuole dimostrare la bellezza della solidarietà, l’emozione di sentirsi utili per gli altri: valori che sono indispensabili per sentirsi uomini e donne di buona volontà.

A Saletta gli obiettivi ci sono: ricostruire e creare un centro di aggregazione polivalente, quale luogo di ritrovo per socializzare e quale punto di primo soccorso per urgenze sanitarie, come una sala per il ritrovo dei residenti con altro vano per ospitare un ambulatorio munito di defribrillatore che possa accogliere il medico di famiglia, con un area giochi.

I residenti di Saletta ora non hanno il medico di base e avere un urgenza medica a Saletta è un problema.

Un progetto coinvolgente che non può lasciarci indifferenti: tutti possiamo diventare dei terremotati, ma questo non vuole dire che si debba restare terremotati sine die. 

La forza di alzarsi è il primo passo dopo tutti i terremoti che la natura ci manda come dei segnali.

Il comitato “Ricostruiamo Saletta” è un luogo immateriale di valori da esportare in tutta l’italia ed è un esempio bellissimo di condivisione dove non esistono confini, conflitti e rivalità.

Questo comitato è un abbraccio che abbraccia l’Italia che vuole farsi abbracciare.

Reagire avendo davanti la distruzione significa avere l’orizzonte libero con il sole nella mente che non si spegne mai.

Reagire vuol dire voltare le spalle alla distruzione senza dimenticarla, e combatterla dentro di noi scacciando la tristezza e l’amarezza che un evento simile porta nel cuore di ognuno.

Noi siamo prima di tutto cuore, e il cuore batte anche in mezzo al boato di un terremoto, al fragore di un fiume in piena: il cuore è la casa delle emozioni e le emozioni ci fanno sentire vivi.

Senza la parola il mondo non esisterebbe e senza le emozioni il mondo sarebbe un deserto, un coro senza voci, un mondo in decomposizione.

C’è vita sempre, anche quando pensiamo non ci sia: pensiamo al valore universale della fratellanza. 

Ieri a Saletta frazione di Amatrice c’è stato un girotondo di mani e cuori, un mondo dove la speranza, la volontà, la determinazione, e l’amore sono da esempio per tutti noi.

Essere fratelli significa appartenere alla stessa razza, quella umana, che è una sola.

A Saletta l’umanità si è espressa attraverso la commemorazione delle vittime con un’orazione semplice e autentica: una messa solenne all’aria aperta con il silenzio del vento che accompagnava le parole del sacerdote, con spettatori le colline e i boschi restati intatti nella loro sublime bellezza di essere natura. 

Tante persone hanno partecipato a questo evento dove alla convivialitá di un pranzo preparato per ben 80 persone, arrivate per dare la loro presenza e il loro affetto, è seguito un sopralluogo in un lotto di terreno da destinare alla realizzazione del centro di aggregazione (di cui il comitato “Ricostruiamo Saletta” ha anche già redatto un progetto), vicino al borgo di coloro che vogliono aiutare a ricostruire.

Come per esempio il Gruppo Donatori di Sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri rappresentato da Roberto Ciofi, da Tiziana Marramaldo, Maria Assunta Santini e altri che si stanno adoperando per la raccolta dei fondi.

Il ritrovare il senso della fratellanza, il respiro comune del donare agli altri, il sentirsi parte di un ‘tutto’ dove l’empatia è la chiave di volta per non lasciare sole le persone che in questo caso vivono costantemente il lutto di avere perso tutto.

Perdere tutto in una notte e ricostruire ciò che è andato perduto è la finalità della fratellanza, un sentire comune che non ha limiti e non si cura di altro se non di dover fare, che partendo dalle idee diventa parola e poi progetto fino a diventare concretezza.

A Saletta il fare di tanti uomini e donne di buona volontà, di bambini e anziani sopravvissuti sono stati l’orchestra di una musica che non deve mai smettere di suonare, di un cuore grande immenso che non deve mai smettere di battere. 

Un cuore che è anche qui, su questo foglio, e che pulsa e dice che amare gli altri ci fa sentire migliori. 

Saletta ne è la prova.

Saletta è il mondo migliore possibile che gli uomini possono costruire, conservare e preservare. Saletta è l’Italia, un paese straordinario, ricco di testimonianze storiche e monumentali e gli italiani sono persone operose che non si tirano e indietro.

Ritrovare il passato andato perduto con il terremoto, attraverso un presente che deve diventare futuro, per consegnarlo ricostruito con i tasselli della memoria, delle usanze e delle tradizioni, che sono patrimonio del nostro paese, è lo scopo di questa iniziativa, che il 2 settembre 2018 ha visto protagonista assoluto l’amore disinteressato per il prossimo. 

Un vangelo del 21° secolo che non ha una scadenza e che possiamo praticare sempre. 

Questo Vangelo è l’unico modo per salvarci da sterili protagonismi, vanità, violenza e isteria collettiva che pervadono purtroppo quest’epoca di progresso tecnologico, a cui non è seguito il progresso etico, senza il quale l’amore non può abitare il cuore degli uomini. 

L’amore è una parola, un valore universale che designa un mondo possibile e realizzabile.

Saletta è un grande esempio di un gruppo di persone che stanno costruendo un mondo in cui tutti, se lo vogliamo, possiamo partecipare, perché aiutare gli altri significa migliorare noi stessi.

La società contemporanea non vuole vedere il dolore e lo camuffa. 

Il dolore però è parte della vita, il dolore è la vita che diventa altro.

È sentire gli altri dentro noi stessi, è sentire insieme, dal greco ‘sym pathos’, ed è quello che manca oggi.

Il sym pathos non arriva dai social, da internet, ma arriva dal cuore, destinazione unica del viaggio della vita, dove il cuore è primario e comprimario dell’aggregazione tra gli uomini e le donne. 

Non avere paura del dolore è sentire che si può andare oltre, per arrivare al luogo mentale della solidarietà che a Saletta  non è solo una parola, ma realtà di gesti.

Mettiamo insieme tutto il buono che c’è in noi, liberiamoci delle cose inutili e prendiamo esempio da coloro che vogliono ricominciare a vivere con poco. 

Un poco che è tanto, e il tanto è la memoria  dei luoghi che nessun terremoto potrà mai spazzare. 

Diventiamo portatori di memoria, e consegniamola a coloro che verranno, perché questo è il mondo, e questi siamo noi“.

 

Firmato

Barbara Appiano

Scrittrice, lavoratrice socialmente utile a tempo indeterminato, libera pensatrice, portatrice sana di empatia eco-solidale, nata da una mamma grandissima che anche se non è più qui è nel suo cuore e vive ancora attraverso di lei.

www.appianobarbara.it

 

 

Amatrice dopo il terremoto del 2016 (Foto Wikipedia: https://et.wikipedia.org/wiki/Fail:2016_Amatrice_earthquake.jpg)

 

 

Terremoto, l’autrice Barbara Appiano in visita alle zone terremotate

Roma, 18 maggio 2018 – Il 19 e 20 maggio la poetessa e scrittrice Barbara Appiano si recherà in visita presso le zone terremotate del centro Italia. L’autrice sarà a Saletta nelle Marche, invitata da Andrea Ciucci, vicepresidente della Onlus  “Ricostruiamo Saletta” e incontrerà la cittadinanza di alcune comunità Accumoli, Amatrice e altri paesi devastati dal terremoto, in un percorso in divenire.

“Come una naufraga, salendo da Ancona, inerpicandomi verso le zone rosse incontrerò in particolare i bambini che non hanno più le scuole che si sono sbriciolate, e gli anziani, due categorie per me importantissime perché i bambini sono il futuro mentre gli anziani sono la memoria e hanno innanzi a sé il tramonto” spiega Barbara Appiano.

“Poi voglio incontrare gli imprenditori, per raccontare il loro sacrificio di fare impresa in mezzo alle macerie e le persone comuni che non appaiono in televisione, ma che esistono e vivono sulla loro carne la sofferenza provocata dal terremoto. Sarò io la loro televisione”, racconta ancora l’autrice.

Appiano ha iniziato a scrivere un libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto“, un diario di testimonianze dal vivo e senza telecamere, dove l’io narrante è il terremoto che parla in prima persona e spiega lui stesso il terremoto, perché arriva e perché decide di andarsene e ritornare.

Il libro sarà venduto a deputati e senatori della Repubblica Italiana, perché rappresentano le istituzioni e l’alto senso civico che lo stato deve promuovere, e il ricavato sarà interamente devoluto alla comunità di Saletta e alle sue genti, e vuole essere lo studio degli effetti psicologici del terremoto sulla psiche umana.

“Ha gli stessi devastanti effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, con la differenza che allora era l’uomo che provocava quegli eventi mentre oggi è il terremoto che decide autonomamente il da farsi” racconta Appiano.

“Tutto in una vita, tutto in un minuto” partendo dagli effetti devastanti del terremoto, che si racconta come fosse una persona che descrive la sua storia, ha lo scopo di creare fratellanza universale, cui le catastrofi naturali ci legano.

Il libro vuole essere una rappresentazione dell’umanità che si lega e si affratella attraverso le catastrofi della natura, non soltanto nel momento della sua manifestazione ma soprattutto dopo, quando non vi è più quotidianità e normalità.

Contestualmente Barbara Appiano donerà copie del suo ultimo romanzo “Città senza semafori e case con le ruote” ai cittadini che la accoglieranno.

A Saletta l’autrice raccoglierà fisicamente dei mattoni per rappresentare il fatto che “ricostruire è contare i mattoni caduti, per ricontare i muri da ricostruire e chiedere alle istituzioni e personalità culturali del nostro paese, e ai grandi nomi della scrittura di seguire il mio esempio, per creare empatia e condivisione con chi soffre questa grande tragedia“.

“Tutto in una vita, tutto in un minuto” vuole essere infine l’analisi del tempo cronologico della natura e del tempo umano, che spesso stridono. L’uomo è sempre in ritardo e svantaggiato rispetto alla natura e proprio per questo ‘svantaggio’ il terremoto è la compagine esistenziale e umana di quello che noi siamo: pellegrini in tutti i sensi rispetto alla potenza della natura, che attraverso il terremoto esprime potenza, invincibilità e imprevedibilità. Caratteristiche proprie della natura e non certo nostre” conclude Barbara Appiano.

 

Margherita Maccapani Missoni impegnata per OAfrica, in aiuto alle donne e bambini dell’Africa

Roma, 9 marzo 2018 – Continua l’impegno di Margherita Maccapani Missoni a favore di OAfrica, associazione che dal 2002 lotta per tutelare e ridare un futuro ai bambini in pericolo perché orfani, abbandonati o a rischio di abbandono.

In occasione della festa donna, ha infatti affidato a CharityStars, la piattaforma specializzata nelle aste a favore del no profit, 49 capi d’abbigliamento e accessori indossati in diverse occasioni.

Il link per partecipare all’iniziativa dall’8 al 29 marzo è www.charitystars.com/margheritaforoafrica.

Il ricavato della vendita andrà a sostenere i programmi di OAfrica per permettere alle mamme più vulnerabili di crescere i loro bambini.

Sostenere e rafforzare una donna in difficoltà significa aiutare lei e la sua famiglia a uscire dalla povertà.

Mi sento quasi “fortunata” ad aver incontrato sul mio cammino un’associazione come OAfrica, abbastanza piccola da poter essere conosciuta a fondo ma estremamente efficace. Averla potuta sostenere, in tutti questi anni, mi ha permesso di essere testimone dei frutti del lavoro dedicatovi. Sono molto orgogliosa di far parte di questo progetto”, ha dichiarato Margherita Maccapani Missoni, Presidente dell’Associazione in Italia e sua ambasciatrice a livello internazionale da sedici anni.

In Ghana, migliaia di bambini stanno crescendo in orfanotrofio, esposti al pericolo di danni irreversibili dello sviluppo e al rischio di abusi, maltrattamenti, sfruttamento e traffico di minori. Più dell’’80% di questi bambini non sono orfani, sono lì perché le famiglie più povere vedono gli orfanotrofi come l’unica possibilità per garantire la sopravvivenza dei loro figli.

L’abbandono minorile è una vera emergenza umanitaria e la sua causa principale è la povertà. Per questo OAfrica, oltre a salvare i bambini dagli orfanotrofi e reinserirli in contesti familiari protetti, lavora per tenere unite e rafforzare le famiglie più vulnerabili, gestite spesso da mamme sole.

L’Associazione punta sull’emancipazione delle donne tramite programmi di advocacy, corsi di formazione professionale e l’avvio di attività generatrici di reddito. L’obiettivo è portarle all’autonomia genitoriale perché possano tutelare i loro figli e all’autonomia economica perché possano mantenerli, garantendo loro l’accesso ad un’alimentazione equilibrata, alla sanità e all’istruzione.

Per ulteriori informazioni su OAfrica visitare il sito internet www.oafrica.org

 

A Verbania arriva “La cura è di casa”, per aiutare gli anziani a invecchiare bene a casa propria

Verbano (VB), 24 febbraio 2017 – Aiutare le persone anziane a invecchiare bene a casa propria. È questo l’obiettivo della campagna “La cura è di casa” della Fondazione VCO (fondazionevco.org) che promuove progetti di utilità sociale.

Saranno ben 3 le campagne di comunicazione che saranno realizzate al grido di  “La comunità per il benessere delle persone anziane”, per illustrare il progetto, per le iniziative di fundraising e per le attività di people raising.

A disposizione dei cittadini anche il sito internet raggiungibile all’indirizzo www.lacuraedicasa.org, che verrà arricchito costantemente per informare il pubblico sul progetto.

La comunità coinvolta comprende un territorio formato da 77 comuni della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola e da 7 comuni della Provincia di Novara e istituzioni pubbliche e private.

Il progetto, finanziato anche da Fondazione Cariplo, ha l’obiettivo di aiutare la persona anziana a invecchiare bene a casa propria, migliorare la sua qualità di vita e sostenere la famiglia di appartenenza e la comunità intera. 

La campagna di comunicazione è opera di “Pensieri e Colori” (www.pensieriecolori.it), agenzia di comunicazione onlus di Milano. che offre servizi pubblicitari e campagne di comunicazione, sia sui canali digitali che tradizionali, dal 1995.

###

Contatti stampa:

Pensieri e Colori Cooperativa Sociale
Via Picozzi 21, 20131 Milano
Tel. 02 3764 6052
Mob. 335 6205 510


pec@pensieriecolori.it
www.pensieriecolori.it

 

A Verbano parte la campagna “La cura è di casa”, per aiutare gli anziani ad invecchiare bene a casa loro

Terremoto: Casalnuovo di Napoli in aiuto a Visso con il Premio “Una città che scrive”

Napoli, 21 febbraio 2017 – Sono tante le comunità del centro Italia colpite dall’ultimo terremoto ed in tanti vorrebbero  fare qualcosa per gli abitanti di quelle zone.
Giovanni Nappi, presidente del consiglio comunale di Casalnuovo di Napoli, una città del napoletano, ha deciso simbolicamente di rivolgere il proprio contributo a Visso, piccolo borgo nelle Marche.

A Visso erano custoditi alcuni manoscritti leopardiani, tra cui ” L’Infinito”.
Ad esporli era il Museo Civico Diocesano, la cui struttura è stata seriamente danneggiata dalle fortissime scosse.

Da qui l’idea di dedicare a Visso una sezione speciale del premio letterario “Una città che scrive“, che lo stesso Nappi sta promuovendo da qualche anno, e l’immagine di copertina dell’ antologia legata al concorso, disegnata dal fumettista di Tex, Alessandro Nespolino.

Tutti i consiglieri comunali casalnuovesi, inoltre, devolveranno alla Città di Visso il proprio gettone di presenza nella prima assemblea di consiglio utile.

Nappi presenterà, il prossimo 13 marzo, il premio “Una Città che Scrive” ai ragazzi di Visso, sperando “che la forza della Scrittura possa esercitare, così, anche la propria funzione di rifugio, riscatto e speranza”.

I ragazzi di Visso saranno ricevuti nella sala presso l’ Hotel il Timone, Via J.F. Kennedy 85, a Porto San Giorgio (Fermo).

Con Nappi ci saranno anche il saxofonista Marco Zurzolo, l’attore Antonello Cossia e lo speaker radiofonico Mario Pelliccia.

Arriverà anche Maurizio Capone dei Bungtebangt, gruppo che trasforma spazzatura in strumenti musicali che presenterà ai ragazzi un workshop ecosostenibile.

 

###

 

 

Arte e Migranti: sulla darsena di Rimini l’opera “Xenos, Nemico Straniero, Amico Rituale”

Sulla darsena di Rimini migranti, profughi e clandestini incontrano l’arte grazie all’opera “Nemico straniero, Amico rituale” di  Giuliano Ravazzini

Rimini, 8 novembre 2016 – Sarà visibile sulla darsena di Rimini, molo 22,  dal 30 novembre 2016 al 30 novembre 2017 l’opera “Xenos, nemico straniero/amico rituale“, realizzata dall’artista Giuliano Ravazzini,

Si tratta di un opera “site specific”, ovvero con cartelli stradali, che vuole essere la rappresentazione sintetica e simbolica del sentimento che ci accomuna nei confronti dello straniero che arriva nei nostri territori, oltre che un momento di riflessione e di approfondimento sul fenomeno che, nonostante il clamore mediatico, sostanzialmente ignoriamo.

Il confine è un ostacolo quasi sempre superabile. Solitamente non consente transiti che non siano regolamentati ed ha dalla sua il peso della legge: per scavalcarlo bisogna infrangerla. Una linea immateriale oltre la quale c’è un altro luogo, che si può raggiungere anche se si impegna per non farci passare. Un invito vietato, oltrepassato il quale provoca brividi di conquista, e intensa consapevolezza.

Al di là c’è un paesaggio che pur nella similitudine non ci appartiene, una memoria che riscrive e codifica questo oltre con altri significati che riguardano una idea di posto migliore dove stare. Ecco dunque i flussi progressivi di umanità che si spostano verso luoghi già densamente abitati e con abitudini secolarizzate dalla religione e dal diritto romano.

La nostra evidente decadenza assimila il fenomeno e produce solo attività funzionali ad un miglior sfruttamento (economico e simbolico) delle migrazioni stesse.

Quale è il sentimento che realmente prevale verso questo fenomeno, apertura e comprensione o paura?

L’artista interviene e dichiara il duplice sentimento che prova con l’opera dal titolo Xenos parola ambigua usata nella Grecia antica da Omero a significare concetti divergenti come “nemico straniero” così come “amico rituale”.

Un equilibrio fragile la cui stabilità dipende dalla nostra resilienza: immigrare è portare con se stati emozionali del proprio paese di origine, contaminare come una malattia il nuovo ambiente che si destabilizza.

Il progetto artistico Xenos in futuro sarà itinerante e visibile anche in altri porti della Romagna come Cesenatico, Ravenna ePorto Garibaldi, anche se in questo momento non si conoscono ancora le date precise.

Per conoscere questa e altre opere dell’artista Giulio Ravazzini è online il sito www.giulianoravazzini.blogspot.it.

 

###

Contatti stampa:

calanco@tin.it

Tel. 348 3424212

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Exit mobile version