Alassio (Savona), 4 novembre 2022 – Per la prima volta al mondo nasce in Italia il gelato all’aglio nero. Uno scherzo? No, da oggi è possibile chiedere un cono all’aglio nero di Vessalico ad Alassio, presso la gelateria Perlecò.
Aldo De Michelis gelatiere di Perlecò assicura sulla bontà del prodotto, per questo abbiamo deciso di saperne di più facendogli qualche domanda.
– Aldo, ci spiega come è nato il gelato all’aglio nero di Vessalico?
Partecipavamo ad una fiera a Sanremo e nostro vicino di stand Osvaldo titolare dell’Azienda agricola Osvaldo Maffone.
Mi propose l’assaggio del suo aglio nero e fu un vero colpo di fulmine! Un caleidoscopio di sapori ben distinti e perfettamente amalgamati. L’ideale per un buon gelato. E con l’entusiasmo che solo la passione può generare ci siamo messi al lavoro.
– E’ stato difficile ottenere il gelato di aglio nero di Vessalico?
Quando affrontiamo un nuovo prodotto ci poniamo diversi obiettivi, il più importante dei quali è “cosa vogliamo ottenere”? In questo caso vista la particolarità e complessità del sapore ci siamo proposti di mantenere il più possibile il gusto originale.
I primi tentativi risultavano piuttosto “timidi”, ma siamo arrivati ad un gusto davvero “sfrontato”, uno dei migliori che abbia mai assaggiato.
La stessa impressione l’hanno avuta i visitatori della fiera di Porto Maurizio dove abbiamo portato il gelato: ed è stato subito un vero successo!
– Un gelato da affiancare a nocciola e fiordilatte?
Sì. Si tratta di un gusto che può benissimo stare tra le proposte della vetrina. Sarà sicuramente a Perlecò tra i gusti “a rotazione” che affiancano i classici.
Ma è anche un gusto che può costituire una “materia prima” per bravi Chef. Non è un caso se Luca Guidetti chef del ristorante “Il Moncalvo” di Acqui Terme ed allievo della trasmissione “Antonino chef accademy” lo proporrà così: crema di carota, crumble di nocciola e meringa, gelato Perlecò di aglio nero di Vessalico dell’Azienda agricola Osvaldo Maffone. Un pre-dessert originale e gustosissimo in grado di accontentare anche i palati più fini.
– Hai parlato di caleidoscopio di gusti, ma che gusto ha l’aglio nero?
Sono tanti. Intanto un profumo inebriante. Liquirizia, frutta secca, cipolla rossa. Un sapore armonioso, come il profumo. Difficile da spiegare, e molto più facile da capire assaggiandolo.
– Perché l’aglio nero? Non bastano i gusti in vetrina?
Perché abbiamo un territorio generosissimo. Materie prime di qualità assoluta spesso dimenticate. L’aglio di Vessalico è una eccellenza a livello mondiale. Questa trasformazione contribuisce a valorizzarlo ulteriormente. Il gelato è un prodotto popolare in grado di enfatizzare la conoscenza e diffusione di un prodotto sicuramente di nicchia.
I gusti in vetrina sono molti, sicuramente. Ma probabilmente si può fare a meno del gusto “puffo” e proporre, invece, gusti più naturali e vicini al territorio.
– Alassio sempre più “capitale del gelato” insomma.
La nostra città ha sempre avuto gelatieri di avanguardia. Penso a Giacomel che già 40 anni fa proponeva gusti gourmet prima che questo concetto esistesse.
Siamo ben felici di rappresentare una linea di continuità con questi pionieri del gelato. Noi abbiamo appena iniziato il nostro cammino. Abbiamo intenzione di percorrere ancora tantissima strada. Continuando a studiare, provare, sbagliare e correggere gli errori per dare ai nostri clienti qualcosa che possa andare anche oltre le loro aspettative.
– Prossime sfide?
Non le conosciamo ancora nel dettaglio ma, sempre rimanendo su prodotti di territorio, ci hanno proposto un paio di grappe variamente aromatizzate che ci intrigano molto.
Un altro progetto riguarda la “stroscia” non appena ne troveremo una “gluten free” visto che abbiamo abbracciato questa filosofia di offerta. Tutti i nostri prodotti sono infatti senza glutine.
Gelateria Perlecò, Il gelato vista mare
Gelato di aglio nero di Vessalico, by Perlecò
Da passeggio ma non solo, e il gelato di Perlecò fa ancora parlare di sè
Roma, 9 giugno 2022 – Irraggiungibilità. E’ ciò che forse descrive meglio la sensazione che attualmente i genitori provano con i propri figli adolescenti. Desiderosi di colmare la distanza, eliminando ogni autoritarismo, con l’illusione di avvicinarli, i genitori hanno finito per restare prigionieri e invischiati in una relazione caratterizzata invece da una profonda insicurezza e disorientamento.
Negli ultimi anni si è assistito a uno smantellamento dei modelli educativi di riferimento, a un’assenza dell’autorità patriarcale e dell’etica del dovere. I genitori sembrano crescere i propri figli senza potere, all’insegna di un permissivismo che si rivela controproducente.
Questo cambiamento del rapporto genitori-figli ha portato con sè uno strano fenomeno per il quale il valore del ruolo genitoriale dipende in larga misura dall’approvazione dei figli. Si viene a creare quindi una relazione spesso caratterizzata da inversione di ruoli e nei casi più complicati, da vera e propria sudditanza nei loro confronti. Si cede così, nell’immediato, a ogni loro desiderio.
Non a caso Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ci ricorda che “da pochi giorni il decreto per attivare il Bonus Psicologo è stato firmato dal ministro Speranza. Il Bonus Psicologo è utile anche per chi aspira a gestire meglio il difficile rapporto adolescenti/genitori. Consiste in un contributo fino a 600 euro per effettuare delle sedute con psicoterapeuti regolarmente iscritti al relativo albo professionale. Per tale scopo sono stati assegnati 10 milioni di euro per l’anno 2022. Adesso, dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale, il tutto sarà gradualmente operativo e si potrà così aiutare chi non può permettersi di pagare di tasca propria le sedute dallo psicoterapeuta.
Se pensiamo che negli anni Ssessanta era la fine del Carosello a segnare i confini: bastava uno sguardo di nostro padre e si doveva andare a dormire. E da quel momento cominciava il tempo dei grandi. Oggi non è più cosi: si guarda la tv tutti insieme, si discute davanti a loro di qualsiasi argomento, coinvolgendoli persino nelle discussioni coniugali, o nelle nuove relazioni.
E non è tutto.
Come evidenzia Massimo Ammaniti, professore ordinario alla Sapienza, esperto di tematiche che riguardano l’adolescenza, noi genitori ci vestiamo come loro, condividendone gusti e comportamenti, li difendiamo con i professori, veniamo spesso persino coinvolti nelle loro prime esperienze amorose e sessuali.
Li coinvolgiamo a nostra volta nelle nuove relazioni amorose, nel caso di genitori separati. Tanto che oggi più che di adolescenza, si può parlare di “famiglia adolescente”. L’adolescenza viene infatti a caratterizzare interamente il processo familiare e coinvolge in modo profondo tutti i suoi componenti.
Nell’Oxford Dictionary è stato coniato il neologismo “adultescente”, ovvero una persona di mezza età che veste, si interessa e svolge attività tipicamente appartenenti al mondo giovanile.
La dr.ssa Manuela Chiodetti dice: “Come psicologa del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est (e mamma di tre figli, due dei quali adolescenti), assisto spesso nel corso dei miei consulti con genitori o con i ragazzi pre-adolescenti e adolescenti a fenomeni di identificazione da parte della madre, con la figlia (“sembriamo sorelle”), alla creazione di un rapporto amicale senza mantenere le giuste distanze, oppure, nel caso del figlio maschio all’instaurarsi di un rapporto proiettivo, non paritario, ma molto vicino a quello che si viene a stabilizzare con un uomo”.
Questa difficoltà dei genitori attuali a comportarsi da adulti, che non vogliono crescere, ha portato a non poche conseguenze e disagi sia da parte dei ragazzi che dei loro genitori. In un periodo già di per sé di confusione, come è quello dell’adolescenza, non si ha bisogno di un padre amico o una madre amica. Non si ha bisogno di avere tutto e subito, ma si ha bisogno di “desiderare” perché è il desiderio il generatore della “macchina psichica”, questo ce lo riporta lo stesso Freud.
Spesso i genitori che “uccidono” il desiderio nei figli, contribuiscono invece a creare in essi apatia, mancanza di motivazione, scontentezza, irritabilità, che possono sfociare in stati depressivi, attacchi di panico, idee suicidarie, ecc.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha quindi deciso di offrire un aiuto finalizzato a gestire meglio il difficile rapporto adolescenti/genitori.
Il servizio di aiuto è offerto, in 29 lingue, da una rete di 391 psicologi presenti in tutte le regioni italiane e in 24 paesi esteri.
Roma, 28 febbraio 2022 – L’adolescenza ha da sempre affascinato e attirato l’interesse di poeti, scrittori, registi, artisti e autori di ogni tempo. Contiene in sé il carattere dirompente del passaggio dall’infanzia all’età adulta: è un momento di profondi cambiamenti ed emozioni intense, conseguenza di una tempesta ormonale emozionale e psichica, oltre che fisica.
L’onda di ormoni che sconvolge le reti della regolazione emotiva, porta infatti ad improvvisi stati di eccitazione, rabbia, risentimento, con reazioni smisurate, forti e contrastanti.
Rappresenta il momento d’inizio della costruzione della propria identità, la conquista dell’autonomia, il cammino verso il processo di individuazione. Si prendono le distanze dai genitori, in un’altalena di momenti nei quali si ha bisogno di loro, di interagire con loro, a momenti nei quali c’è un totale rifiuto nei loro confronti. L’adolescente si isola, si rivolge e si identifica col gruppo degli amici, che assume rilevanza fondamentale.
Secondo Winnicott i giovani adolescenti sono “degli isolati riuniti insieme”. Essi vivono un profondo bisogno di appartenenza, di contatto con il gruppo di pari. Tutto questo processo adolescenziale, delicato e universale, è stato ostacolato, in alcuni casi impedito e negato dalle restrizioni e dalle disposizioni messe in atto per contrastare l’emergenza Covid-19.
Sono trascorsi due anni dall’inizio della pandemia e l’impatto che essa ha avuto sulla salute mentale e fisica degli adolescenti è rilevante. Assistiamo così all’aumento dei sintomi depressivi, dei disturbi d’ansia, dei disturbi del comportamento alimentare, delle dipendenze, fino ad arrivare al fenomeno della microcriminalità organizzata delle “baby gang” nei contesti urbani, caratterizzato da bande giovanili che assumono comportamenti devianti ai danni di cose o persone.
Seppur, come hanno evidenziato alcuni studi, gli adolescenti abbiano cercato di mettere in atto strategie vincenti e risorse per far fronte alle nuove condizioni di vita, per trovare nuovi equilibri esistenziali, i dati sull’aumento delle richieste di aiuto da parte loro, o delle loro famiglie, ci mettono di fronte ad una situazione di grave disagio psicologico vissuto da questa fascia di popolazione così delicata e vulnerabile.
Inoltre, le preoccupazioni e i vissuti derivanti dall’attuale guerra Russia-Ucraina amplificano ancora più negativamente la situazione e stimolano ulteriori paure.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ci ricorda che “il bonus psicologo é stato approvato per affrontare anche i problemi psicologici degli adolescenti e delle loro famiglie.
Giovedi 17 febbraio 2022 le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio hanno infatti definito un voucher fino a 600 europer sedute con professionisti iscritti all’Ordine degli Psicologi. Si accede con Isee sotto i 50.000 euro e il voucher dovrebbe essere erogato dal medico di base. I particolari applicativi saranno stabiliti prossimamente con un decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia”.
“Il bonus conferma la situazione di grave disagio psicologico adolescenziale – racconta la Dott.ssa Manuela Chiodetti – come psicologa collaboratrice del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, nel corso dei colloqui di sostegno psicologico con adolescenti, mi sono trovata a riscontrare il cosiddetto fenomeno di languishing: uno stato di totale apatia, mancanza di motivazione, di scopo e di gioia, di assenza del benessere e di incapacità a superare uno stato di inerzia”.
Manifestazioni di questo tipo possono rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo successivo di un Disturbo da Stress Post-Traumatico, o di un Disturbo d’Ansia, o di un Disturbo Depressivo Maggiore.
Secondo uno studio dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, durante la seconda ondata della pandemia, i tentativi di suicidio e autolesionismo sono aumentati del 30%.
È necessario dunque intercettare forme iniziali di disagio psicologico tra i giovani, prima che esse si cronicizzino in disturbo.
Da qui, l’esigenza di rispondere all’emergenza attuale diffondendo e promuovendo interventi adeguati.
Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” offre agli adolescenti e ai loro genitori, un servizio di ascolto e di aiuto, attraverso la sua rete di 382 psicologi, presenti in tutte le regioni italiane e in 24 paesi esteri.
Roma, 18 maggio 2021 – La dipendenza da internet, nota anche come Internet Addiction Disorder (IAD), viene definita nel 1995 grazie allo psichiatra Ivan Golberg e fa parte di una nuova forma di dipendenze che consistono nell’uso smodato della tecnologia, nello specifico di Internet, che compromettono fortemente la vita delle persone.
Già le statistiche ci dicono che il 59% della popolazione mondiale (4,57 miliardi) è un utente attivo di internet.
La dipendenza, sia da sostanze che comportamentale, consiste nel trascorrere la maggior parte del tempo, con conseguente dispendio energetico, nella ricerca o nell’utilizzo dell’oggetto tossico, andando ad influire negativamente sulla propria area personale, sociale e lavorativa. Anche nella dipendenza da internet si possono sviluppare dinamiche simili alle dipendenze da sostanze, con comparsa di fenomeni come tolleranza, craving ed assuefazione.
Esistono diverse forme di IAD ed ognuna di queste ha un focus differente:
• Dipendenza cibersessuale: utilizzo esagerato di materiale pornografico online o di chat per soli adulti;
• Dipendenza ciber-relazionale: caratterizzata da eccessivo coinvolgimento in relazioni online;
• Uso compulsivo di internet: gioco d’azzardo online patologico, shopping compulsivo online, scommesse online, ecc.;
• Sovraccarico cognitivo: ricercare compulsivamente informazioni sul web;
• Dipendenza da videogiochi: giocare online incontrando persone nella realtà virtuale con una falsa identità e relativa astinenza quando non si é online.
Durante la pandemia, causata dal COVID-19, l’utilizzo del pc o dello smartphone è aumentato notevolmente ed il motivo principale è stato lo spostamento del lavoro/studio all’interno della “casa dolce casa”, la quale, da una parte è una protezione rispetto al virus e dall’altra una prigione dove c’è il rischio di diventare schiavi di tutto ciò che è a portata di un “click”.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “il fenomeno riguardi in maniera particolare gli adolescenti. Se da un lato la rete potrebbe essere considerata un’ancora di salvezza in un momento di isolamento sociale forzato, dall’altro lato il rischio potrebbe consistere nel “disconnettersi” sempre di più dalla vita reale”.
“Gli adolescenti subiscono direttamente o indirettamente le conseguenze della reclusione forzata, ed oltre al distacco fisico, dal proprio gruppo di pari subiscono soprattutto quello psicologico ed emotivo. L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti dove il tono dell’umore tende a fluttuare tra alti e bassi e la ricorrenza ad una gratificazione immediata è di certo più rapida di un percorso di conoscenza interiore”, continua il Dr. Lanari.
“È più semplice di quanto si possa credere ritrovarsi giorno dopo giorno a mettere in atto lo stesso comportamento, che da una tantum si trasforma in un più volte al giorno con una facilità estrema”, spiega Giorgia Comandini,psicologaclinica e psicoterapeuta in formazione.
“Sfortunatamente non è sempre possibile prevenire, ma si può intervenire, con l’aiuto di un professionista, per cambiare le cose. Attraverso il sostegno psicologico, il paziente diventa maggiormente consapevole dei propri pensieri, delle emozioni e dei comportamenti e con la giusta dose di motivazione può essere in grado di modificare le abitudini disadattive che lo portano a cercare consolazione nell’utilizzo sbagliato del Web“, continua la D.ssa Comandini.
Per far fronte a queste problematiche il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha istituito un servizio di aiuto psicologico in 22 lingue, per aiutare adolescenti ed adulti ad uscire dalla dipendenza di internet.
I 310 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 20 paesi esteri, come Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna, Svizzera.
Per contattare il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” basta telefonare ai numeri +39 06 227 96 355 / +39 345 627 6162 o andare sul sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
Roma, 19 novembre 2020 – In un anno così diverso rispetto ai precedenti, le vicissitudini legate alla diffusione del Covid-19 hanno messo alla prova le risorse di ciascuno di noi. Il periodo della crescita in cui più impariamo a mettere in atto strategie di difesa e di adattamento all’ambiente circostante è sicuramente quello dell’adolescenza.
L’avvento della pandemia è stato disorientante per qualsiasi fascia d’età, ma l’adolescenza richiede un focus di attenzione specifico.
C’è chi sostiene che gli adolescenti abbiano più di tutti sofferto il cambiamento e chi invece parla di una sorta di immunità psicologica dovuta ad uno stile di vita adolescenziale già di per sé “distaccato” dalla realtà.
In una fase della vita in cui le vecchie certezze dell’infanzia abbandonano la psiche per lasciar spazio a nuove realtà sociali, in cui sicurezze, autostima, pensieri, convinzioni, atteggiamenti, non seguono più una linea “verticale” (dall’autorità genitoriale al figlio), ma “orizzontale” in cui fondamentale è il confronto con il gruppo dei pari, il corona virus ha infilato una barriera proprio all’interno di ciò che per l’adolescente caratterizza una dimensione essenziale.
Dovendo obbedire alle regole dell’isolamento sociale e della quarantena domiciliare, il ragazzo è tornato a confrontarsi con il contatto prolungato con i propri genitori. Un po’ come tornare ad una condizione infantile, dunque, di continua interdipendenza con le autorità familiari.
Non c’è da stupirsi se in una condizione simile si siano osservati: l’aumento di conflitti intrafamiliari, un aumento dello stress psicologico, un abbassamento del tono dell’umore, un aumento della dipendenza da dispositivi tecnologici.
Tutte condizioni che si sono legate, sia in prospettiva di cause che di conseguenze, con problematiche legate alle abitudini alimentari, al ciclo sonno-veglia, alle difficoltà scolastiche e ad altre difficoltà psicologiche più o meno gravi.
COVID E RIASSETTO FAMILIARE
Il covid-19 porta con sé la reale possibilità di vivere esperienze traumatiche come l’isolamento forzato, la forzata separazione da uno o entrambi i genitori, qualora essi debbano subire un ricovero o un allontanamento fiduciario. In alcuni casi, i ragazzi sono stati ospitati all’interno di strutture di accoglienza.
Anche le famiglie non toccate dai contagi, hanno comunque subito la riduzione delle proprie risorse economiche: infatti, alcuni genitori hanno perso il lavoro. La perdita del reddito è già di per sé una fonte di stress per l’adulto ed ha conseguenze sia immediate che a lungo termine per la famiglia, poiché iniziano a venir meno anche i bisogni primari.
È facile immaginare come questo influisca su diversi livelli della vita quotidiana, da quello della sussistenza a quello in cui viene meno la possibilità di accedere a strumenti tecnologici indispensabili per servizi come la didattica a distanza, attività di telemedicina e tele-riabilitazione, così come il semplice mantenimento delle relazioni familiari e il gruppo dei pari.
Inoltre, bisogna considerare che non tutte le famiglie dispongono di spazi abitativi idonei alla convivenza prolungata: alcuni dati ISTAT evidenziano che parte dei minori sono esposti ad una condizione di sovraffollamento abitativo e il disagio si acuisce se oltre ad essere sovraffollata, l’abitazione presenta problemi strutturali come la mancanza di acqua corrente, mancanza di adeguata illuminazione, ridotti spazi di movimento. Tutte condizioni che gravano su difficoltà già esistenti.
L’abbandono dei vecchi e sani ritmi influisce sul benessere psicofisico: si è osservato il cambiamento delle abitudini alimentari. Ad esempio, molti ragazzi si sono legati al cibo in maniera emotiva, cercando di placare stress, ansia, basso tono dell’umore, alimentandosi in maniera sregolata.
Tale approccio al cibo, quando associato a preesistenti condizioni di sovrappeso o obesità, porta inevitabilmente ad un peggioramento dello stato di salute. La mancanza di una routine strutturata tipica di un adolescente (sveglia-scuola- studio-sport-socialità) ha intaccato anche la sfera del sonno. Infatti, ci sono genitori che hanno spiacevolmente osservato nei propri figli la tendenza a restare molte ore a letto, prediligendo orari tardivi di addormentamento e risvegli sregolati durante la mattina.
Tutto questo, associato alla mancata possibilità di accedere agli spazi esterni per poter esercitare attività fisica come parchi, campi gioco, palestre, associazioni sportive, ha portato a sperimentare un aumento dell’irritabilità nell’adolescente ed una maggiore predisposizione ai conflitti.
Ricordiamo che la pratica sportiva, sin dall’infanzia, oltre che sana per il corpo, è anche risorsa indispensabile all’apprendimento della cooperazione, della gestione sana dei conflitti interpersonali, del rispetto dei turni, della tolleranza e sublimazione dello stress.
COVID E SCUOLA
Come sappiamo, la diffusione dei contagi ha portato spesso alla chiusura delle scuole; il paese si è organizzato con la DAD, didattica a distanza, ossia la possibilità di frequentare i corsi in modalità online attraverso piattaforme come zoom, teams, webex, skype, eccetera. L’idea di base è stata quella di sopperire alla mancanza di lezioni in presenza tramite una possibilità interattiva di procedere con il programma scolastico, facilitando anche l’accesso agli strumenti didattici e migliorando il confronto con gli insegnanti.
In molti casi, però, la didattica a distanza si è tradotta in una mera assegnazione dei compiti a casa o alla semplice e asettica ripetizione delle tradizionali lezioni frontali. È molto probabile che questo sia dovuto ad una disomogenea presenza di competenze professionali utili a creare materiali didattici rispondenti alle esigenze educative, evitando il sovraccarico degli studenti.
È vero anche che l’interruzione delle lezioni in presenza ha paradossalmente aiutato coloro che invece patiscono il confronto diretto con i compagni e gli insegnanti, sperimentano ansia da prestazione o soffrono di altri disturbi internalizzanti, come la fobia sociale e la fobia scolastica, a superare alcuni blocchi personali.
La didattica a distanza ha messo gli insegnanti stessi sotto una luce diversa agli occhi degli studenti.
Alcuni di loro riferiscono di vederli sotto una prospettiva più “umana”. Poter entrare virtualmente nelle loro case, ha permesso agli alunni di osservare i propri insegnanti in un contesto diverso, quello della quotidianità, riducendo l’ottica dell’asimmetria tra docente-autorità e alunno.
È stato possibile sciogliere molte tensioni normalmente presenti nel contesto classe, magari durante un’interrogazione, donando un feedback positivo all’allievo più sensibile.
COVID E DISABILITÀ
Tutt’altro che semplice è risultata la gestione di casi di disabilità e forme di disturbi dello sviluppo nell’età evolutiva per quei genitori che, già in condizioni normali, vivono questa sfida quotidiana. Affrontare l’isolamento e la quarantena senza la possibilità di accedere ai servizi specialistici e di sostegno è stata una condizione davvero ardua. Molti adolescenti, così come molti bambini affetti da disabilità, hanno vissuto un vero e proprio abbandono, dal momento che l’intervento di figure professionali ben strutturato nel quotidiano del ragazzo e della famiglia, è stato improvvisamente interrotto.
Sentimenti di abbandono, disorientamento, caos e talvolta disperazione, hanno accompagnato il vissuto di queste famiglie per molto tempo. Al termine del periodo di lockdown si sono osservati regressi ed un ritorno di difficoltà già superate, soprattutto in quei ragazzi che seguono un programma educativo e comportamentale quotidiano. L’improvvisa interruzione dei servizi specialistici, ha portato ad un aumento delle tensioni familiari, un aumento dell’aggressività dei ragazzi e in alcuni casi ad episodi di allontanamento da casa.
I cambiamenti sociali avvenuti (e che continuano ad avvenire) con la diffusione dei contagi per Covid-19 non hanno rivelato solo aspetti negativi nel vissuto quotidiano degli adolescenti. Alcuni ragazzi infatti hanno mostrato atteggiamenti esemplari, andando a compensare le difficoltà dei genitori, prendendosi cura dei fratelli più piccoli, offrendo aiuto alle persone più deboli (es. facendo spesa per gli anziani del palazzo).
Sebbene resti importante non perdere l’attenzione sui soggetti che più di tutti hanno sofferto il cambiamento, in particolar modo i ragazzi che già affrontano psicopatologie nel loro quotidiano, ancora una volta si resta sorpresi di fronte alla sensibilità che gli adolescenti sono in grado di dimostrare.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” afferma che “gli adolescenti, spesso accusati di superficialità, mancanza di valori, svogliatezza, fragilità, in realtà hanno solo bisogno di essere ascoltati, osservati e non giudicati. Inoltre, investire sul benessere psicologico degli adolescenti, è sinonimo di investimento per il futuro”.
Maria Giovanna Ginni, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” aggiunge inoltre che “é importante non aspettare che siano le sofferenze a parlare di loro, non attendere che la crescita si strutturi su una base psicopatologica trascurata …. così come in medicina, anche per la salute psicologica, il contatto preventivo con una figura specialistica nei giusti tempi favorisce uno sviluppo più funzionale ed equilibrato”.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” offre agli adolescenti e ai loro genitori, un servizio di ascolto e di aiuto, attraverso la sua rete di 236 psicologi, presenti in tutte le regioni italiane e in 13 paesi esteri.
Per affrontare gli attacchi continui, offensivi e ripetuti, attuati mediante gli strumenti della rete importante il supporto di uno psicologo…
Roma, 12 maggio 2020 – All’inizio della quarantena ci si chiedeva come saremmo riusciti a rimanere il più possibile in contatto con il mondo esterno, contrastando il prolungato isolamento coatto che stavamo per affrontare. Lavoro, affetti e svago sembravano lontani. Ancora una volta, a venirci in soccorso è stata la tecnologia, che ha giocato un ruolo fondamentale nell’agevolare la comunicazione e la vicinanza in un momento in cui la distanza non era mai stata così pesante.
Soprattutto negli ultimi decenni, con l’avvento di Internet, si è palesata l’altra faccia della medaglia, quella della tecnologia accattivante e pericolosa.
Non di rado si è sentito parlare di Cyberbullismo, ovvero tutti quegli atteggiamenti che mirano a vessare, molestare, aggredire, umiliare e diffamare una persona, attraverso canali virtuali come chat, social, forum, con l’utilizzo di pc, smartphone e tablet.
Il Dott. Gianni Lanari,Psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est (www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it), che lavora in prima linea contro il disagio psicologico di questo periodo, sottolinea che, a differenza del bullismo, in cui le molestie sono spesso fisicamente inflitte ed osservabili, il cyberbullismo è più velato, rafforzato dall’anonimato e di conseguenza più infimo. Pertanto rischia di essere un fenomeno trascurato e sottovalutato. Eppure, negli ultimi anni tale fenomeno è in crescita.
La Dott.ssa Francesca Biagianti, Psicologa del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, promuove l’ipotesi secondo cui “in questo periodo in cui siamo costretti a stare a casa a causa dell’Emergenza Covid-19, si rischi maggiormente di incappare in questo fenomeno perverso: facili prede sono per lo più sono i giovani adolescenti, tra i 12 e i 18 anni, ma anche fasce d’età più basse tra gli 8 e 11 anni”.
La vittima di Cyberbullismo è spesso un bambino o ragazzo meno forte dei suoi coetanei, caratterizzato da un carattere sensibile, ma allo stesso tempo insicuro e ansioso con difficoltà nella socializzazione e tendenza all’isolamento. Ciò compromette anche la possibilità di confidarsi e chiedere aiuto in caso di attacco. Se subisce un’aggressione tende a colpevolizzarsi e a rispondere in maniera passiva.
Nello specifico, la vittima tende ad un isolamento sociale con una chiusura in sé stessa, che preclude maggiormente le sue risorse. Si presenta una difficoltà nella gestione ed espressione delle emozioni, cambi d’umore repentini, ansia, disturbi del sonno e somatici. Viene peraltro minata la sicurezza e l’autostima, con cali anche nel rendimento scolastico e nei casi più estremi, possono verificarsi episodi depressivi e suicidi.
“Di frequente, le famiglie delle vittime di cyberbullismo alimentano l’isolamento con un’iper-protezione che stimola una continua dipendenza affettiva e una minore capacità di socializzazione. Nessuno agisce, e ci si sente impotenti e disorientati. Per questo abbiamo creato un servizio che mette a disposizione dei cittadini ben 72 Psicologi del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, che operano a prezzi accessibili, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per aiutare in tutta Italia chiunque venisse coinvolto in queste dinamiche vessatorie e socialmente invalidanti” conclude il Dottor Lanari.
Per contattare il Pronto Soccorso Psicologico Roma Est basta chiamare i numeri 06 2279 6355, e 333 6795 861, o visitare il sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
Milano, 7 agosto 2019 – È Instagram il social network più colpito dal fenomeno del Cyberbullismo. A confermarlo i dati del Centro Studi di ReputationUP, società specializzata nella gestione della reputazione online,
Il cyberbullismo è un fenomeno che negli ultimi 15 anni è drammaticamente cresciuto, come dimostrano anche i dati delle ricerche effettuate su Google per l’argomento “Cyberbullismo”.
Per elaborare i dati sul Cyberbullismo, il Centro Studi di ReputationUP ha utilizzato un software proprietario di Intelligenza Artificiale che monitora la rete in base a determinati hashtag o parole chiavi.
Oltre al monitoraggio, e quindi al numero di menzioni, il software di ReputationUP (reputationup.com/it) è anche in grado di calcolare il sentimento (positivo, negativo e neutrale) e le emozioni (gioia, sorpresa, tristezza, rabbia, disgusto, paura) di tutte le interazioni che avvengono intorno alla parola chiave o hashtag.
Il Centro Studi ha poi confrontato i dati da loro ottenuticon quelli dell’Istat, del Miur e del Ministero della Famiglia, per ricavarne un’analisi quanto più accurata, specifica e attendibile possibile.
Dal monitoraggio di ReputationUp si evince che Instagram è il social più afflitto dagli episodi di cyberbullismo, con il 42% dei casi, a seguire Facebook con il 37% dei casi, Snapchat con il 31%, Whatsapp con il 12%, Youtube con i 10% e infine Twitter con il 9% degli episodi di bullismo online.
Le conseguenze devastanti del Cyberbullismo
Le conseguenze del Cyberbullismo sulle vittime sono devastanti, come evidenziato dalla approfondita ricerca di ReputationUP.
Il bullismo via internet provoca enorme ansia sociale nel 41% dei casi studiati, fenomenidepressivi nel 37% dei casi, pensierisuicidi nel 26% dei casi, poi l’autolesionismo al 25%, stop dell’utilizzo dei social nel 24% degli episodi interessati. Infine il bullismo via internet provoca assenzescolastiche nel 20% delle volte, disturbialimentari nel 14% dei casi e abuso di alcol e droghe nel 9% dei casi.
“Lo studio evidenzia che in Italia è necessario fare molta prevenzione – spiega Andrea Baggio (baggioandrea.com), CEO e Founder di ReputationUp. Da tempo siamo per questo impegnati in prima linea contro il Cyberbullismo e entro fine anno presenteremo un progetto innovativo peraiutare le istituzioni scolastiche e le forze dell’ordine a contrastare questa assurda piaga sociale, le cui conseguenze sono spesso drammatiche” spiega ancora Baggio,
“Invitiamo giornalisti ed esponenti politici a contattarci (reputationup.com/it/contattaci) per creare un fronte comune con la prevenzione, che è un punto di partenza fondamentale, anche se a volte non basta. In certi casi servono interventi immediati, che i giganti del web non possono garantire, per evitare sofferenze inutili alle vittime” conclude Baggio.
Bologna, 3 ottobre 2018 – Un anno, un semestre, o solo qualche mese da passare in più di 40 destinazioni diverse. Sono davvero infinite le possibilità per gli adolescenti italiani desiderosi di diventare “cittadini del mondo”, vivendo un’esperienza culturale e scolastica all’estero in seconda, in terza o in quarta superiore.
Il termine Exchange Students è entrato di diritto nella quotidianità scolastica italiana, grazie all’appoggio del Ministero della Pubblica Istruzione, che con la circolare del 2013 sostiene con forza questo tipo di esperienze, che permettono agli studenti di sviluppare competenze di tipo trasversale, oltre a quelle più specifiche legate alle discipline.
Gli studenti imparano le varie materie attraverso un sistema scolastico diverso da quello italiano, e soprattutto vanno a “scuola di vita”, che è indubbiamente la più importante per la società attuale, affinchè i ragazzi adottino un approccio multiculturale e aperto alle differenze.
Una possibilità offerta dall’associazione ‘Mondo Insieme‘, con 30 anni di esperienza alle spalle, con sede a Bologna, rappresentanti locali su tutto il territorio italiano, una sede a Laguna Beach, in California, e diversi rinomati partners internazionali.
Ma cosa vuol dire esattamente “essere un Exchange Student”?
Significa creare dei legami indelebili con una famiglia ospitante – volontaria – che ospiterà lo studente nel Paese desiderato. Vuol dire che la campanella suonerà su dei banchi di scuola diversi, che le lezioni saranno in una lingua straniera, che si creeranno dei rapporti di amicizia fortissimi con amici e compagni di scuola, che ci si metterà alla prova con sport mai provati, o attività che la nostra scuola non offre. E lo si fa con passione, apertura, impegno e maturità.
Di questo e di tanto altro parlerà Mondo Insieme, che ha avviato un tour informativo delle principali città italiane – ci sono riunioni ogni giorno –, al fine di presentare i vari programmi, le numerose destinazioni e le possibilità a favore delle famiglie.
“Questa esperienza è un trampolino di lancio per i ragazzi di oggi, che non conoscono più confini e che necessitano di confrontarsi con approcci, stili di vita e culture diverse, per inserirsi al meglio nella società attuale” spiega Livio Ceppi, Presidente di Mondo Insieme. “Le famiglie italiane investono su questo programma, e Mondo Insieme risponde attraverso iniziative, sconti, promozioni e borse di studio a supporto dei ragazzi”.
Partire per l’anno scolastico all’estero è una scelta importante, che fa la differenza nella vita dei ragazzi, e che genera domande e curiosità: proprio per questo Mondo Insieme ha organizzato incontri informativi gratuiti e aperti al pubblico gli studenti e le loro famiglie, riportando le esperienze di chi è già tornato, spiegando i Programmi con cura e accompagnando i ragazzi nella scelta del percorso più vicino alle loro richieste.
Il calendario degli incontri è disponibile su www.mondoinsieme.it, con la possibilità di fissare incontri personalizzati, di persona, telefonici o su Skype.
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Contatto stampa:
Per ulteriori informazioni contattare:
Mondo Insieme Via Castiglione, 35 – 40124 Bologna
Tel.: 051 65.69.257
Email: info@mondoinsieme.it
Milano, 7 febbraio 2018 – Contro il cyber bullismo arriva Olly, l’App per confidarsi e scambiarsi complimenti e segreti, tra amici e compagni di scuola. L’App è disponibile da oggi, in occasion della Giornata Contro il Bullismo, sia su AppStore che PlayStore ed è stata pensata da due giovani studenti milanesi, con l’aiuto dei genitori, per aiutare gli amici ed i compagni di scuola vittime del bullismo.
Nello specifico Olly (www.playolly.com) è un gioco per teen-ager, divertente e positivo: rispondendo a simpatiche domande si possono fare complimenti e confessare agli amici cosa si pensa di loro e che magari non si aveva il coraggio di dire a voce.
E’ un po’ come il gioco della verità, con la differenza che le domande a cui si deve rispondere sono sempre positive e le nostre risposte sono sempre anonime.
Olly è un’App che va controtendenza, perché invece di semplificare la pubblicazione e la diffusione di messaggi negativi e a volte cattivi, amplificati dai “mi piace”, dai dati sulle visualizzazioni e dalle condivisioni, con Olly si può scegliere di rispondere a domande positive e regalare Olly Coin ai nostri amici.
Con gli Olly Coin poi si ha un mezzo per aumentare l’autostima di chi gioca, al contrario dei Social Network che a volte, quando usati scorrettamente, aumentano la frustrazione e il senso di inadeguatezza.
Giocando a Olly un ragazzo potrà scoprire cosa pensano di lui i compagni scuola, se lo ritengono simpatico, divertente o se pensano che si veste in modo cool e se sa ballare la Papu Dance.
I primi 100 ragazzi tra i 12 e i 16 anni che hanno provato finora l’App l’hanno promossa a pieni voti.
Per scaricare l’applicazione basta andare su http://scarica.playolly.com e d è già partito il passaparola che sta diffondendo Olly ta i ragazzi di molte classi e battere il cyber bullismo anche grazie ad un’App.
Arriva Olly, l’App per battere il cyber bullismo, aiutando i ragazzi a confidarsi tra loro
Milano, 25 settembre 2017 – Dopo i secchi di acqua ghiacciata versati addosso per fini benefici sta prendendo piede sui social italiani la sfida#cosavogliofaredagrande, con lo scopo di aiutare i bambini a vivere una vita felice.
La sfida consiste nel condivideresui propri profili social un video o una foto che risponda alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, invitando e sfidando 5 amici a fare lo stesso.
COME PARTECIPARE ALLA SFIDA
La sfida è aperta a tutti, grandi e bambini, perché in fondo chi non pensa a cosa desidera fare nel proprio ?futuro?
Basta rispondere ?alla domanda con un video o una foto, caricarlo sul proprio profilo social e sfidare altri 5 amici a fare lo stesso.
Si può postare un proprio video oppure quello del proprio bambino/a, di un amico, o di un parente con l’affermazione di cosa si vorrà fare da grandi, ben sapendo che in tal modo si contribuirà ad una buona causa.
Con una semplice condivisione sul proprio profilo Facebook e, perché no, anche una piccola donazione tramite il sito? www.guardavanti.org/challenge?si potrà regalare un futuro migliore a tanti bambini in Italia e nel mondo.
Unica regola: copiare sul proprio post il seguente testo e usare tanta fantasia:
“ #cosavogliofaredagrande? Mostra anche tu i tuoi desideri per il futuro, quelli di tuo figlio o di chi vuoi! Puoi dirlo con un video, una foto o un disegno. SFIDA 5 AMICI a fare lo stesso! Copia questo testo, incollalo insieme al tuo video o foto e… dona! REGALA IL FUTURO A TANTI BAMBINI in Italia e nel mondo con una donazione per i progetti dedicati a loro. DONA A https://www.guardavanti.org/challenge. GRAZIE. ?#cosavogliofaredagrande ?#guardavantichallege? #wannabechallenge #guardavanti?.
RIGUARDO L’ASSOCIAZIONE GUARDAVANTI
“Aiutare sempre più bambini a crescere sereni, perché il futuro è un diritto di tutti”.
Sono queste le parole di Luca Corazzini, professore alla “Cà Foscari” di Venezia e Presidente dell’associazione Guardavanti: per il futuro dei bambini – ONLUS che ha organizzato la sfida dagli scopi benefici .
Guardavanti è una giovane ONG italiana fondata nel 2011 e molto attiva nelle province di Pavia e Milano, impegnata con progetti di educazione e sostenibilità sia in Italia che nel sud del mondo, concentrandosi in particolare sui bisogni dei bambini.
L’iniziativa conta già sul sostegno di molti blog e gruppi Facebook dedicati al mondo delle mamme, che seguiranno Guardavanti in questo progetto, diffondendo il video promozionale e gli aggiornamenti della challenge con l’hashtag #cosavogliofaredagrande.