Spoleto incontra Venezia: uno sguardo sul figurativismo delicato e solitario di Paride Falchi

Nel novero degli artisti rinomati presenti alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, si inserisce il pittore Paride Falchi, con i suoi  pregiati quadri di matrice classica figurativa. L’esposizione veneziana inaugurata trionfalmente il 27 Settembre durerà fino al 24 Ottobre 2014, allestita presso due sedi famose di secolare origine nobile, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Al loro interno sono ospitate creazioni di personaggi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì.

Questa prestigiosa iniziativa vuole ricordare e celebrare il talento di Paride Falchi, scomparso il 27 Maggio del 1995, come omaggio simbolico alla sua fervida e viscerale dedizione per l’arte. Nel 1986 gli è stato dedicato un ampio documentario televisivo dalla Rai TV a testimonianza dell’acclarata fama raggiunta. Nel commentarne l’estro creativo è stato dichiarato “La sua opera sorda alle sirene delle avanguardie o alla popolarità si volge a un’antica fede nel disegno, l’unica capace di conferire contenuto poetico all’arte, in base alla sua concezione. Egli ha seguito la sua fede in ‘splendido isolamento’ in un mondo lontano e parallelo alle avanguardie e all’informale, così di moda nelle accademie”.

L’autorevole Professor Carlo Munari di lui scrisse nel 1984 “È un’artista, che merita la più vasta udienza. Se il nostro tempo anziché disperdersi in un’estenuante ed estenuato dibattito sui ‘linguaggi’ badasse ai ‘valori’ il pittore falchi emergerebbe in plastica evidenza, in esclusiva ragione della -poesia- che si innerva nelle sue immagini”.

Il Professor Renzo Margonari nel 1984 affermò “È un rappresentante tipico, per l’assoluta mancanza di distrazione dal proprio territorio culturale, del paesaggismo mantovano del dopoguerra. Si tratta di una corrente pittorica della quale è rimasto il solo degno rappresentante”.