“Spoleto incontra Venezia”: L’Arte pittorica di Antonio Santucci

Si presenta come importante osservatorio sull’arte contemporanea, riprendendo la definizione data dal curatore Vittorio Sgarbi, le grandi mostre di Spoleto incontra Venezia, che sotto la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, raccolgono in esposizione un selezionato gruppo di esponenti di spicco tra cui Dario Fo, Renato Guttuso, Eugenio Carmi, José Dalì all’interno della prestigiosa sede del Palazzo Rota-Ivacich. L’evento si tiene dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014. Tra i nomi noti si inserisce anche l’artista Beneventano Antonio Santucci che nell’occasione sta ricevendo particolari elogi e positivi riscontri d’interesse.

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Descrivendone l’abile virtuosismo creativo, già nella precedente edizione, curata da Vittorio Sgarbi, svoltasi a Spoleto è stato detto:

Il fitto e sostanzioso tracciato della narrazione pittorica iperrealista di Antonio Santucci, regala un impatto visivo di immediato stupore. L’assoluta perfezione tecnica elaborativa trae quasi in inganno l’osservatore, facendo scambiare le raffigurazioni, dal prodigioso virtuosismo esecutivo, per immagini fotografiche ad altissima qualità.

Il certosino e scrupoloso lavoro compiuto da Santucci, si focalizza prevalentemente sulla complessa e articolata gamma delle espressioni umane dei volti, sui peculiari caratteri distintivi facciali, sui fattori compositivi specifici della ritrattistica dei visi, proposti in versione di prospettiva molto ravvicinata, con una formula di inquadratura in visuale di primo piano. Tale metodologia applicativa, frutto di un approfondito e accurato studio preparatorio in materia, permette di carpire e valorizzare ogni minimo dettaglio, anche quello in apparenza più insignificante, imprimendo una reale veridicità di stupefacente effetto estetico, senza però tralasciare l’importanza dello scandaglio psicologico e dell’analisi dei contenuti introspettivi, riferiti ai soggetti protagonisti dei quadri.

 

L’autentica dimensione di realismo, che attraversa la trama delle tele, è supportata dallo straordinario gioco cromatico del chiaro-scuro, dalle molteplici velature e miscelature tonali, dall’abbinamento dei colori caldi e suadenti, dall’abile uso dell’interazione dinamica delle luci e delle ombre. Le cornici luminose di contorno, contribuiscono a dare unicità ed esclusività all’insieme. Le opere possiedono un proprio codice comunicativo, declinato con un tratto segnico subito riconoscibile ed inconfondibile nel suo genere.

La pittura diventa anche manifestazione di un istinto libero, di una spinta emozionale, che guida l’artista dentro un percorso di consapevole modernità e lo induce verso nuove correnti contemporanee di radice figurativa, affrancandolo dalle concezioni più obsolete e passatiste, per approdare in una visionarietà attuale, pur nel rispetto degli insegnamenti dogmatici di basilare formazione.

Elena Gollini – giornalista e curatrice d’arte

 

L’opera dal titolo “Anima glamour”

 antonio Santucci - anima glamour

L’ ELEGANZA IPERREALISTA DELLA PELLE

Antonio Santucci è un pittore beneventano che fin da piccolo ha sempre espresso l’amore per il disegno, i colori e soprattutto per la figura umana, tanto da scrutarne tutti i particolari ed arrivare ad essere un pittore quasi totalmente iperrealista.

Antonio utilizza la tecnica dell’acrilico per dipingere per lo più volti, usa il colore su tela in maniera eccellente ed il suo tratto appare molto personale e deciso.

Ogni soggetto dipinto ha un incarnato differente che rende l’opera, ma più che altro la persona e l’anima pitturata, ancora più unica e autentica. Le pieghe della pelle e delle labbra, il colore dell’iride, la delicatezza dei capelli e la durezza del volto sono caratteristiche essenziali dei suoi dipinti.

Nelle sue opere le differenze tra uomo e donna si evincono palesemente, dal tratto quasi rude dell’uomo, all’eleganza disarmante della donna, dallo sguardo fisso e potente dell’uomo a quello sensuale e profondo della donna, dalla bocca serrata dell’uomo al leggero accenno di sorriso della donna.

I soggetti, dalle linee morbide e dagli occhi lucenti e profondi, appaiono sognanti, deliranti e amanti della propria esistenza.

Antonio esprime l’eleganza iperrealista della pelle, la arricchisce di dorature naturali, la modella sulla tela come fosse seta e la stropiccia come fosse carta, ne evidenzia il tempo che passa, butta fuori storie vissute ed esprime l’essenziale attraverso la corteccia rosea.

In uno dei suoi dipinti, “la ragazza dai capelli biondo miele”, il soggetto guarda l’osservatore e dona ad esso un leggero sorriso con le labbra, ma uno ancora più intenso lo regala con i suoi grandi occhi; occhi di chi esprime beatitudine senza vergogna, occhi scuri e lucenti che contrastano l’ombretto dalle sfumature lilla e azzurro, occhi che sanno raccontare giovinezza. Le guance rosee ed arrotondate rendono il viso angelico ed accogliente, un viso che non spaventa ma che rassicura chi lo guarda.

In un’altra tela il soggetto, stavolta maschile, viene nascosto dietro sbarre di ferro; dalla carnagione scura e dai tratti ocra, l’uomo sfida anch’esso l’osservatore, non lo rassicura come faceva la donna, ma semplicemente lo mette in guardia, non esprime dolore o pena di chi è stato limitato della propria libertà, ma aiuta chi osserva ad affrontare la propria esistenza, lo sfida a rialzarsi e a non finire come lui “in trappola”. Si esprime in questo dipinto una vera metafora di vita.

Osservando i lavori dell’artista mi viene in mente una citazione di Alessandro Morandotti: “Meta suprema dell’Arte è di cogliere l’assenza delle apparenze”.

Antonio Santucci affronta la sua arte in maniera completa, scrutando attraverso la pelle l’essenza dell’anima.

Il suo percorso verso iperrealismo è dovuto alla continua ricerca di molteplici personalità e all’esplorazione di caratteri su cui riflettersi ogni istante in maniera differente.

Non lontano dal concetto di alter ego, Antonio cerca attraverso i suoi soggetti altre vite da poter vivere, come in un teatro la scena inizia quando i riflettori calano sulla pelle e sulle sue pieghe, e da lì inizia a raccontarsi.

“Di pelle di seta e profilo di lana

morbida accarezza le sue dita.

Il freddo complotto del suo iride

manda in frantumi la mia sagoma.

Regala donna la tua anima.”

Critica a cura di Benedetta Spagnuolo