Milano, 21 novembre 2023 – Lo aveva anticipato in modo lampante il report Almalaurea 2022: in cima alla classifica delle migliori lauree triennali per trovare lavoro c’erano quelle in area informatica e ITC, con un tasso di occupazione al 95,6%. Le imprese italiane hanno infatti un enorme bisogno di personale ITC, e continueranno ad averlo anche nei prossimi anni, mostrando numeri sempre più alti.
A confermarlo sono le più recenti previsioni realizzate dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, secondo le quali nel periodo compreso tra il 2023 e il 2027 le aziende italiane avranno un fabbisogno occupazionale complessivo pari a circa 3.800.000 unità. In media, insomma, 760.000 nuove assunzioni ogni anno, con una fetta molto importante rappresentata proprio dalle figure con competenze informatiche avanzate.
Da qui al 2027, infatti, il Sistema Informativo Excelsior vede la ricerca di ben 72.600 figure ITC. Si parla di professionisti da impiegare nei più diversi settori e nelle più differenti aree, anche grazie alla continua crescita di ambiti informatici come la Cyber Security, l’Intelligenza Artificiale e la Data Science, per non parlare dei Big Data. Ecco che allora le imprese italiane cercano e cercheranno sempre di più abili sviluppatori, aggiornatissimi ICT Security Manager, innovativi Business Intelligence Analyst, nonché Network Engineer, Cloud Specialist, Cyber Security Architect e via dicendo.
Di certo queste sono ottime notizie per tutte le persone con le competenze giuste per intraprendere una carriera nel mondo dell’informatica, per chi è già impiegato come per chi si sta studiando informatica all’università. Dal punto di vista delle imprese, però, questa “rincorsa” ai talenti informatici può presentare diversi ostacoli, legati all’effettiva difficoltà di reclutamento. Come è noto infatti il numero di professionisti presenti sul mercato è pericolosamente basso se confrontato con le effettive esigenze delle aziende: non a caso lo stesso Sistema Informativo Excelsior parla di un tasso di difficoltà di reperimento pari al 55,3% delle assunzioni programmate.
Sono quindi tante le imprese che si metteranno alla ricerca di professionisti ITC senza però riuscire a soddisfare questa esigenza, con processi di selezione del personale dispendiosi e inconcludenti. Da qui l’opportunità di rivolgersi a delle società di head hunting, che rappresentano «un doppio vantaggio» per le imprese. Come ci spiega infatti Carola Adami, CEO e Founder della società di ricerca e selezione del personale Adami & Associati, «il primo vantaggio è quello di avere la garanzia di un processo di recruiting gestito in modo altamente professionale, dalla creazione dell’annuncio di lavoro fino alla selezione dei talenti, senza nessun spreco di tempo da parte dell’azienda.
Il secondo grande vantaggio del rivolgersi a dei cacciatori di teste è poi quello di «ampliare in modo consistente la platea di potenziali candidati, sapendo che gli head hunter non si limitano a considerare i candidati attivi. Grazie al network di contatti costruito nel tempo, infatti i cacciatori di teste specializzati nella ricerca di talenti IT possono estendere la ricerca anche ai candidati passivi, ovvero a quei professionisti che presentano l’esperienza e le competenze ricercate, che non sono all’attiva ricerca di un lavoro ma che potrebbero prendere in considerazione una proposta ben formulata» spiega Adami.
In uno scenario dominato dalla difficoltà di reclutamento, quindi, affidarsi a degli head hunter specializzati in ambito IT può essere estremamente vantaggioso, per assicurarsi i professionisti necessari per la crescita della propria impresa.
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