Psicologia: ambasciator non porta pena? Falso, lo dice una ricerca

Condividi le cattive notizie e le persone ti ameranno di meno…

Roma, 23 maggio 2019 – Avete presente il detto “ambasciator non porta pena”? Il senso di questa espressione è molto semplice e cioè che non si può ritenere responsabile di qualcosa colui che ci annuncia, da parte di un’altra persona o a causa di situazioni esterne imprevedibili, delle brutte notizie.

Questo è un assioma che è rimasto valido per moltissimi anni fin dall’antichità ma che si trova ad essere completamente rivisto in virtù dei risultati a cui è giunta una recente ricerca.

Conosciamo tutti la classica scena da film: un aiutante nervoso deve consegnare cattive notizie al suo capo malvagio, incespicando sulle sue parole e chiedendo incessantemente scusa. La scena solitamente si conclude con un apparente stato di calma, con l’apparenza che tutto vada per il meglio, finché il capo non si volta ed esegue in modo sommario il messaggero.

Le modalità tipiche di questo atteggiamento sono state recentemente confermate dagli studi eseguiti da uno staffi del Journal of Experimental Psychology che ha messo in evidenza come le persone, nella maggior parte dei casi, tendono a considerare come soggetti negativi coloro che sono portatori di cattive notizie, anche nell’ipotesi in cui stiano semplicemente svolgendo il compito innocente di messaggeri, senza avere alcuna finalità ulteriore.

In che modo il gruppo di ricercatori è arrivato alla conclusione opposta a quella del famoso proverbio? Attraverso una serie di 11 esperimenti, il team ha esaminato il modo in cui le persone rispondevano quando prendevano parte o immaginavano una situazione in cui qualcuno consegnava cattive o buone notizie.

In uno scenario, ad esempio, il team di ricercatori ha immaginato un’ipotesi nella quale alcune persone avessero un appuntamento in ospedale, dal quale hanno ricevuto sia buone che cattive notizie in merito ad una possibile forma cancerogena, rilevata in seguito ad una biopsia effettuata sulla pelle.

L’ipotesi prevedeva la presenza di due persone, due infermiere nella fattispecie, delle quali una aveva il compito di comunicare alle persone la notizia e l’altra invece doveva semplicemente prendere un successivo appuntamento di follow-up per tenere sotto controllo la situazione. Nel momento in cui alle persone che hanno ricevuto la notizia, è stato chiesto di fornire un giudizio sulle due infermiere, solo l’infermiera “messaggera” è stata giudicata meno simpatica e meno competente quando le notizie erano cattive.

Il giudizio negativo verso una persona che ha il compito di comunicare una notizia è stato altresì confermato anche in situazioni in cui era palesemente chiaro che il messaggero non poteva avere alcuna responsabilità sull’evento negativo. Lo scenario tipico è stato quello dell’assistente di volo che viene chiamato a informare i passeggeri in attesa della partenza che quest’ultima sarà ritardata di un periodo abbastanza lungo a causa di un problema tecnico.

Secondo il noto portale PsicologiOnline.net la ricerca suggerisce che provare “antipatia” verso i messaggeri di brutte notizie ha una base reale nel modo in cui soggettivamente le persone agiscono e vivono le situazioni quotidiane.

Sembra derivare dal desiderio di trovare un senso a situazioni negative o inaspettate e dalla necessità ad addossare la colpa agli altri, attribuendo erroneamente intenzioni malevoli ai portatori innocenti di cattive notizie, come se lo facessero per renderci più infelici o procurarci un disagio, anche se poi questo in realtà non corrisponde assolutamente al vero.

Purtroppo, queste tendenze psicologiche rendono molto più difficile l’esistenza non solo per la persona che riceve la cattiva notizia ma anche per colui che è chiamato a comunicarla.

Fornire cattive notizie è già un compito estremamente stressante e la consapevolezza di essere percepiti dagli altri in modo negativo non fa altro che rendere ancora più complicato e doloroso l’ingrato compito. A ciò si deve aggiungere il fatto che la maggior parte delle persone generalmente non accolgono i consigli da parte di chi non apprezzano e in tal modo perdono anche la possibilità di ricevere un aiuto fondamentale.

Anche in questo caso, l’esempio dell’ospedale ci viene in soccorso: la persona che comunica la cattiva notizia viene percepita in modo negativo facendoci correre il rischio di non cogliere l’opportunità che possa anche fornire dei consigli o informazioni utili che permetterebbero di affrontare meglio la situazione e rendere più felice il nostro futuro.