Il diavolo e l’acqua santa, in Piemonte l’ennesimo scontro tra sacro e profano: “E’ un negozio di perdizione”, l’anatema lanciato dal Parroco di Vaie nei confronti della titolare di “La Terra delle Streghe”.
Torino, 26 aprile 2022 – È una vera e propria guerra quella dichiarata dal Parroco di Vaie, un piccolo paese della Val di Susa in provincia di Torino nei confronti di una imprenditrice locale, Nicoletta Branco che, dopo anni ed anni di un continuo stillicidio di negozi e di locali in quell’area, decide di dare uno spiraglio di luce in quella Via I° Maggio ormai quasi deserta, aprendo un piccolo negozio, “La Terra delle Streghe“.
Una bottega dal sapore antico, di altri tempi, profumata di incenso e di spezie. Un vecchio locale incastonato nel centro storico del paese di Vaie, un paese di 1600 anime nel verde della Val di Susa.
Non ci sono insegne luminose multicolore, non c’è musica assordante nel vecchio vicolo, ma una semplice facciata restaurata con gli antichi colori del luogo, l’insegna dipinta a mano da un artista locale.
Ed è proprio l’insegna, a quanto sembra, l’ignara colpevole di questa guerra scatenata dal sacerdote del paese.
La parola “Strega”, una parola che, nonostante siano passati secoli e secoli dall’epoca dell’inquisizione, nonostante la Val di Susa sia stata proprio teatro di inaudite violenze perpetrate dalla Chiesa nei confronti di queste guaritrici di un tempo, pare che anche a distanza di secoli, faccia ancora tremare i prelati.
Durante l’omelia Pasquale, Don Sergio Blandino, il parroco del paese, per oltre 15 minuti ha tuonato e diffidato i fedeli dall’entrare in quel luogo di perdizione, da lui considerato il regno delle tenebre e di Satana, il negozio del male, il luogo che allontana i fedeli dalla via della redenzione, luogo che rende le anime impure e peccatrici, trascinandole nel piò oscuro girone degli inferi.
“Nel mondo dell’esoterismo e dei feticci, non dovete infilarci neppure un dito” ha tuonato il parroco all’interno della Chiesa gremita di persone.
La risposta della titolare, Nicoletta Branco, non tarda ad arrivare ed esplode con il fragore di un fulmine in tarda serata sul suo profilo personale di Facebook.
Una lettera aperta indirizzata proprio a Don Sergio Blandino, il sacerdote che ha “bandito” l’attività commerciale di Vaie, di fronte a molti fedeli nel corso dell’omelia Pasquale.
Il post ha toni pacati ma estremamente diretti:
“Caro Don Sergio, io e Lei nemmeno ci conosciamo. Pensavo che il Tribunale dell’Inquisizione avesse finito di condannare le Donne Medicina, le Curandere, gli Eretici, etc. invece mi sbagliavo!”.
“Ora, io mi domando un po’ di cose e vorrei delle risposte, le sarei anche grata se venisse a fornirmeLe di persona poiché il mio negozio è aperto a tutti, anche a Lei.
La prima domanda è: Sa che cosa vendo all’interno del mio negozio oppure si è prettamente soffermato sulla parola Strega riportata sull’insegna?
La seconda domanda è: Il mio negozio è considerato un luogo di perdizione, per gli Incensi? Per gli oli essenziali? Per i cristalli? Per le candele? Oppure per l’arredamento? Mi spieghi lei perché io proprio non ci riesco
Terza ed ultima domanda: Cosa c’è di diverso nelle fumigazioni che fa la Chiesa piuttosto che quelle che fa uno Sciamano? Gli incensi sono gli stessi, il fumo è uguale, e l’intenzione di purificare il luogo, il corpo e la mente è la medesima!”.
Ad intervenire nella vicenda anche il Sindaco di Vaie, Enzo Merini:
“Fino ad oggi non sapevo di questa polemica – dice il primo cittadino – Io posso dire che il negozio è in regola, non voglio dare giudizi morali su quello che vende anche se ritengo molto più pericolose le sale giochi che rovinano le famiglie. È un esercizio commerciale nuovo che apre nel centro storico da cui di solito i negozi scappano. Non può che essere un fatto positivo”.
“La Terra delle Streghe” già durante i primi lavori di ristrutturazione, è finita al centro dell’attenzione per un ritrovamento di reperti ossei, vecchie calzature ed antichi oggetti di uso domestico, rinvenuti all’interno di un sotterraneo nemmeno riportato sulle carte comunali.
Viene infatti disposto il sequesto immediato dei locali da parte della Magistratura per il sospetto che, tra i resti venuti alla luce, potessero esserci anche ossa umane. Affidati gli incartamenti ai propri legali, due mesi dopo viene disposto il dissequestro dei locali con un responso piuttosto ambiguo “trattasi di resti di possibile origine animale”.
Nel locale è stata lasciata un’apertura, chiusa da un cristallo, dalla quale si possono ancora vedere gli oggetti ritrovati.
Proseguono quindi le opere di restauro conservativo dei vecchi locali, appaiono i primi vecchi arredi e, finalmente, nei primi giorni del mese di aprile il negozio viene aperto.
Si trova proprio all’inizio del centro storico di Vaie, tra le serrande abbassate da decenni di vecchie botteghe ed antichi portoni ad arco.
Alla domanda “Come mai un negozio proprio qui, in questo posto quasi dimenticato” Nicoletta branco risponde così:
“Adoro questo paese, amo i vecchi borghi e mi piacerebbe poter essere la prima, dopo anni ed anni di incessanti chiusure, a ridare vita a questa piccola comunità ricca di arte e di storia… pensi che proprio qui, dove adesso ci sono queste case ed il mio negozio, hanno vissuto i Celti, sono passate le armate di Carlo Magno, hanno vissuto le vecchie streghe, chiamate masche e, sempre qui, sono state processate, inquisite e messe al rogo”.
“Ecco perché ho scelto questo nome, proprio nel ricordo di queste donne che portavano conforto ai malati, aiutavano con i loro infusi e le loro erbe e, come ringraziamento, venivano giustiziate sul rogo“.
Come darle torto visto che la storia, del resto, parla chiaro?
Da parte sua, Don Sergio Blandino, non esita a replicare.
“Mai parlato di stregoneria – dice – e di sicuro non ho dedicato l’omelia di Pasqua ad un negozio. Ho detto però che se crediamo in Cristo risorto dobbiamo scegliere lui e non ciò che non gli appartiene, tutto ciò da cui Cristo è venuto a liberarci. Si sta diffondendo un esoterismo che si manifesta con gli oroscopi, le pietre magiche: ne è una prova il fatto che in un comune piccolo come Vaie abbia aperto un negozio che vende questi articoli”.
“Non ho nulla – aggiunge il parroco – contro la negoziante e sono convinto che qualche Giuda le abbia riportato parole che non ho mai detto – conclude – Però mi sono rivolto ai fedeli e a chi viene a messa… io devo dire quali sono le cose giuste e quali quelle sbagliate. Dico che nell’esoterismo è meglio non mettere neppure un dito“.
Oggi Don Sergio, racconta la commerciante, è andato a trovarla in negozio prima della messa e le ha ripetuto i medesimi concetti.
Sul profilo Facebook di Nicoletta Branco, continuano ad aggiungersi centinaia di commenti sulla vicenda.
“Ci sono anche avvocati che mi suggeriscono di fare causa alla Diocesi, ma non è mia intenzione. Io sono per il vivi e lascia vivere, ma mi auguro solo che questa triste vicenda possa concludersi senza creare ulteriori fratture sociali, tra chi la pensa in un modo e chi la pensa in un altro. Ne abbiamo già viste abbastanza in questi ultimi due anni.
Vorrei solo che quella piccola lanterna del mio negozio possa essere la prima ad illuminare nuovamente il piccolo vicolo di questo meraviglioso paese che è Vaie. La prima di molte altre!”, la risposta finale pacata della commerciante.
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