Google, arriva l’update contro le false recensioni

Milano, 27 settembre 2023 – Con la crescente digitalizzazione e l’importanza sempre maggiore dei feedback online, le recensioni sono diventate uno degli strumenti principali per le decisioni d’acquisto dei consumatori. Si stima che una recensione positiva possa portare ad un incremento delle vendite fino al 75%, sottolineando ulteriormente l’importanza di garantire l’autenticità e la veridicità delle opinioni online.

Google, il motore di ricerca più usato a livello globale, è ben consapevole di questo fenomeno. Infatti, l’azienda ha recentemente annunciato miglioramenti significativi al suo algoritmo, in particolare riguardo alla visualizzazione e classificazione delle recensioni. Queste modifiche, che per ora sono attive solo per le ricerche in lingua inglese, verranno presto estese anche ad altre lingue, tra cui l’italiano.

L’obiettivo principale del nuovo aggiornamento, denominato “Product Reviews Update”, è valorizzare e dare priorità alle recensioni più dettagliate e basate su esperienze autentiche. Questo significa che le opinioni superficiali o di bassa qualità verranno relegate in posizioni inferiori, mentre quelle ben argomentate e dettagliate guadagneranno visibilità.

Mentre Google cerca di garantire autenticità, esistono siti che si pongono l’obiettivo di aiutare le aziende a costruire una solida brand reputation online. Un esempio di ciò è  www.comprarerecensioni.it, piattaforma che, attraverso circuiti di ghost buyer, permette alle aziende di incrementare le proprie recensioni, assicurando che queste siano genuine e frutto di esperienze reali. Questo contrasta con la pratica di alcuni siti che, al contrario, offrono recensioni false, minando la fiducia dei consumatori e compromettendo la credibilità del marchio.

L’approccio di www.comprarerecensioni.it  si allinea con l’essenza delle nuove linee guida di Google, focalizzandosi sulla qualità, l’unicità e la veridicità delle recensioni. Dimostrare una reale esperienza con il prodotto, sottolineare le sue specificità e differenziarsi da prodotti simili sono tutti aspetti che guadagnano visibilità in un mercato sempre più saturo.

Allo stesso tempo, Google ha delineato chiaramente i parametri di qualità che determineranno la posizione di una recensione nei risultati di ricerca. Tra questi, l’importanza di avere contenuti unici, la necessità di dimostrare una vera esperienza con il prodotto e la capacità di distinguere tra prodotti simili, evidenziando le caratteristiche salienti di ciascuno.

La mossa di Google è chiaramente un tentativo di combattere il fenomeno delle false recensioni, che in passato ha sollevato molte preoccupazioni sia tra i consumatori che tra gli imprenditori. Con un mercato online in costante crescita e un numero sempre maggiore di consumatori che si affidano alle recensioni per le loro decisioni d’acquisto, l’integrità e l’autenticità delle opinioni online sono diventate essenziali per garantire la fiducia del pubblico.

In conclusione, la recente iniziativa di Google rappresenta un passo importante nella lotta contro le recensioni false e nella promozione di un ecosistema di feedback online più trasparente e affidabile. Resta da vedere come il mercato risponderà a queste novità e quale sarà l’impatto effettivo di questo aggiornamento sul comportamento dei consumatori e delle aziende.

 

Lavorare da remoto: la produttività aziendale aumenta con le App giuste

Verona/Stoccarda, 13 settembre 2023 – In tempi di smart working e lavoro da remoto utilizzare i giusti software diventa decisivo per le aziende, per aumentare la produttività e diminuire i costi, eliminando i tempi morti e lasciando le persone il tempo per dedicarsi alle attività che contano

Il nuovo slogan di innovaphone “more than communication” descrive esattamente lo sviluppo della piattaforma myApps, ora completata da strumenti organizzativi professionali, come la Working App di innovaphone, l’applicazione lanciata di recente, che rende molto più semplice la registrazione degli orari di lavoro. L’obiettivo di queste nuove app è quello di implementare strumenti di gestione intelligenti, consentendo agli utenti di dedicare più tempo ai compiti e ai progetti più importanti, e guadagnare maggiore tempo per la creatività.

Riconnettersi al posto di lavoro dopo una vacanza con un semplice clic, utilizzare la Calculator App per un rapido calcolo dei costi, utilizzare uno strumento di project management per avere una buona panoramica sullo stato dei progetti e delle attività in corso, aumentare l’efficienza del lavoro di squadra: innovaphone, lo specialista delle soluzioni per la collaborazione e la comunicazione, riunisce tutte queste applicazioni nella sua piattaforma myApps.

La piattaforma innovaphone myApps

L’ecosistema innovaphone (nato come piattaforma per applicazioni UCC con il motto “communicate.connect.collaborate”) è in costante crescita grazie allo sviluppo di nuove applicazioni, sia interne che provenienti dalle App dei partner. Ora, al portafoglio di applicazioni disponibili si aggiungono diverse applicazioni per il miglioramento dell’organizzazione del lavoro e della produttività.

Il nostro obiettivo è offrire ai nostri clienti una piattaforma professionale completa che riunisca tutti gli strumenti di cui gli utenti hanno bisogno per il loro lavoro quotidiano in un’unica interfaccia utente intuitiva, indipendentemente dal dispositivo utilizzato. Questo significa anche, ad esempio, che le ore lavorate da un hotel durante un viaggio di lavoro o dallo smartphone durante uno spostamento in treno, possono essere documentate con la stessa facilità delle ore trascorse in ufficio, o che le videoconferenze via smartphone dall’auto sono altrettanto confortevoli che dal computer“, spiega Dagmar Geer, CEO di innovaphone AG.

Working App by innovaphone

“Working App”, questo  è il nome della nuova applicazione innovaphone, è stata già testata dalla community innovaphone, i cui feedback sono stati integrati nella  progettazione finale dell’interfaccia utente di questa applicazione estremamente agile.

L’applicazione, che consiste in una versione utente per i dipendenti e in una versione amministratore per i responsabili delle risorse umane, consente di registrare in modo rapido e semplice gli orari di lavoro, le pause e i periodi di riposo in conformità ai requisiti di legge e di individuare rapidamente le irregolarità.

I clienti innovaphone che già utilizzano myApps on premise o nel cloud possono semplicemente attivare la Working App per gli utenti che lo desiderano. I nuovi clienti possono installare gratuitamente la piattaforma myApps e poi attivare la Working App. Per ogni utente della Working App è necessaria una sola licenza, che costa 3 euro al mese per il noleggio o 60 euro per l’acquisto.

Fin dall’inizio abbiamo avuto la visione di una piattaforma aperta che consenta di generare idee creative, spesso partendo da problemi concreti, e incoraggi i nostri partner e clienti a sviluppare le loro soluzioni. La comunità innovaphone in continua crescita e il numero crescente di applicazioni disponibili nel nostro App Store, alcune sviluppate da noi e altre dai nostri partner, dimostrano che la nostra visione di un ampio ecosistema innovaphone myApps sta diventando una realtà“, sottolinea Dagmar Geer.

 

innovaphone myApps

Lavoro: l’emorragia dei talenti è un grave problema

Milano, 6 settembre 2023 – L’economista Anthony Klotz, colui che nel 2021 aveva coniato il termine “Great resignation”, lo ha dichiarato poche settimane fa: la stagione delle Grandi dimissioni è giunta al capolinea. A spingerlo in questa direzione sono i numeri degli Stati Uniti, che nel 2022 – con 50 milioni di lavoratori che hanno dato le dimissioni, stando al Bureau of Labor Statistics – stanno tornando ai livelli del 2019. Le cose non stanno però così in Italia, dove il numero di dimissioni continua a essere insolitamente alto.

L’Osservatorio sul precariato Inps per il 2022 parla infatti di 1.255.706 persone che si sono dimesse da un contratto stabile, il 24% in più rispetto al 2019.

Un’indagine della Camera di Commercio afferma per esempio che, tra 2018 e 2022, le dimissioni in provincia di Forlì-Cesena sono aumentate del 39,5%.

«Al di là di quanto dimostrano le statistiche degli ultimi mesi e anni, il concetto di fondo è chiaro: la loyalty aziendale ha perso appeal, e sempre più dipendenti sono propensi a valutare seriamente nuove opportunità di carriera» spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera.

I fattori che spingono in questa direzione sono tanti. «A determinare una situazione di questo tipo» spiega Adami «è tra le altre cose la consapevolezza dei talenti di vivere in un periodo storico peculiare, in cui le aziende faticano parecchio a trovare determinate figure. C’è poi la ricerca di un maggiore equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, e c’è anche un diffuso desiderio di flessibilità, tutti fattori che fanno passare in secondo piano la fedeltà verso il datore di lavoro».

In questo contesto, cosa possono fare le aziende per trattenere i clienti in azienda, così da non lasciarsi scappare competenze ed esperienza? Ecco i 5 consigli di Carola Adami.

Come trattenere i talenti in azienda

La talent retention inizia al momento del recruiting: le possibilità di avere un alto livello di fidelizzazione sono decisamente più alte quando si selezionano i candidati ideali e quando si riesce ad aumentare fin da subito il loro livello di engagement.

Più equilibrio tra vita private e vita lavorativa: come anticipato, l’esigenza più grande dei lavoratori è attualmente quella legata al work-life balance, aspetto che nella maggior parte dei casi viene considerato ancora più importante rispetto all’entità dello stipendio. Si parla quindi di orari flessibili, di smart working, di utilizzo funzionale delle nuove tecnologie, di nidi aziendali e via dicendo.

Gli stipendi devono essere equi: se è vero che lo stipendio spesso non è più considerato come l’elemento più importante in un rapporto lavorativo, resta comunque uno dei temi più significativi per i lavoratori.

Ecco che allora l’offerta economica deve essere tale da raccogliere l’attenzione di potenziali candidati e, successivamente, deve essere equa,  commisurata all’esperienza e quindi aggiornata. Sapendo peraltro che una fetta molto alta dei lavoratori non richiede nessun aumento di stipendio prima di dimettersi: da questo punto di vista dovrebbe quindi essere l’azienda a fare la prima mossa.

La centralità dell’ascolto: una buona comunicazione è al centro di un buon rapporto tra lavoratori e azienda. I responsabili devono quindi essere a disposizione per ascoltare e comprendere le preoccupazioni e le opinioni dei membri del team. Sapendo di avere un capo attento i dipendenti capiscono di essere in un’azienda che vede il loro valore, fattore che permette di aumentare il livello di fidelizzazione.

L’importanza di proporre dei piani di carriera: per aumentare la talent retention in azienda è necessario supportare attivamente lo sviluppo di carriera dei dipendenti, prevedendo quindi corsi di formazione, aggiornamenti e promozioni.

 

Donne, lavoro e Tech: un gap ancora lungo da colmare

Milano, 1 settembre 2023 – Guardando alla lista Fortune 500 aggiornata, solo il 10% dei CEO è donna (e solo 2 sono donne di colore). Non ci sono dubbi: il tetto di cristallo è ancora intatto, con le donne fortemente sottorappresentate comparativamente al tasso generale di occupazione. E se c’è un settore in cui la carenza di donne è generalizzata, quello è il tech. Si parla dei più diversi ruoli, dal Chief Innovation Officer all’IT Business Analyst, dal Data Analyst al Security Manager, per arrivare ai più diversi sviluppatori.

Stando a WomenTech Network, attualmente solo il 28% di tutti i lavori informatici e matematici è occupato da donne; guardando all’Unione Europea, solamente il 19,1% dell’ICT è composto da donne. A partire da questi numeri, lo stesso network stima che, di questo passo, saranno necessari 132 anni per colmare il gap di genere in ambito tech.

E non è tutto qui. Come ci ha spiegato Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera, «ci sono altri aspetti da considerare per capire quanto la posizione delle donne nel settore tecnologico sia fragile e ben lontana dall’essere equilibrata». Oltre alla ridotta presenza femminile l’head hunter sottolinea infatti aspetti come «il più alto tasso di turnover, nonché l’esigua presenza di donne in ruoli manageriali e dirigenziali».

Come si spiega questo allarmante gap nel settore tecnologico?

«Di certo le ricerche di personale in ambito tecnologico e informatico in questi anni non mancano» spiega Adami, specificando che «è altissima la richiesta di figure come sviluppatori, specialisti in cyber security, data scientist architects, infrastructure manager ed esperti di Internet of Things» e che più in generale «il 60% circa delle aziende ha grandi difficoltà del reperire talenti informatici». In uno scenario di questo tipo, a determinare il gap di genere non sono quindi degli stereotipi pronti a viziare il processo di selezione, quanto invece la mancanza di candidati con le giuste competenze, e in particolar modo la mancanza di donne con le giuste hard skill.

«Purtroppo, in Italia come altrove, le ragazze continuano a restare in buona parte lontane dalle materie STEM, ovvero Science, Technology, Engineering e Mathematics, e fino a quando ci sarà un forte gap a livello formativo, ce ne sarà uno proporzionale e inevitabile a livello professionale» conclude Adami.

A confermare questa lettura è l’Osservatorio Stem “Rethink Ste(a)m education – A sustainable future through scientific, tech and humanistic skills” di Deloitte, il quale ha recentemente rilevato che in Italia solo il 14,5% delle ragazze che frequentano l’università opta per dei corsi di laurea STEM.

 

 

Imprese: come sopravvivere alla stretta dei tassi

Roma, 31 agosto 2023 – E’ partito da qualche giorno il toto tassi: cosa si deciderà a Francoforte a settembre 2023 e nel prossimo futuro? Intanto dopo 8 aumenti consecutivi da luglio 2022, che hanno visto l’inflazione quasi dimezzarsi da ottobre 2022, i tassi sono arrivati ai massimi da decenni e la maggioranza degli esperti  si aspetta un ulteriore aumento a settembre 2023.

Anche se c’è il timore che per contenere l’inflazione le economie dell’eurozona possano andare incontro a una recessione, la Lagarde non ha escluso “ulteriori aumenti anche nel futuro prossimo, se l’aumento dei prezzi non tornerà a livelli sostenibili”.

Anche il capo della banca centrale americana (FED) non ha escluso un prossimo aumento del tasso d’interesse e come è noto l’Europa segue a ruota ciò che accade oltre oceano.

L’aumento dei tassi ha un impatto non trascurabile sull’economia, perché causa maggiori costi di finanziamento sia per le imprese che i cittadini, che vedono il costo dei prestiti e mutui aumentare notevolmente. Un fattore che causa un rallentamento dei fatrurati e della crescita economica, con conseguente aumento della disoccupazione.

Come proteggersi dagli alti tassi di interesse

Con questo scenario all’orizzonte come devono comportarsi gli imprenditori italiani?

L’Italia è il Paese delle PMI (imprese che hanno meno di 250 occupati, un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro), molte delle quali hanno risentito negativamente dell’effetto Covid19. Per l’imprenditore italiano è fondamentale tagliare tutti i costi improduttivi che non hanno un ritorno positivo, e soprattutto stare molto attenti ai flussi dj cassa, studiando attentamente i numeri gestionali e cercando in ogni modo possibile e lecito di arrivare ad un ciclo monetario negativo, cioè incassare prima di pagare i debiti”, afferma Pasquale Abiuso, presidente della banca di credito cooperativo di Gambatesa ed esperto di strategie di gestione aziendale.

Una previsione di Confcommercio vede a rischio 120mila imprese per il 2023 con una potenziale perdita di 370 mila posti di lavoro.

“L’urgenza da parte delle imprese italiane di strutturarsi non è più derogabile” – continua Abiuso – “non può passare più l’idea di avere un’azienda accentrata sul titolare benché l’abbia creata, ma c’è la necessità di riorganizzare il contesto aziendale stabilendo chi fa cosa, per poter affrontare le sfide che si presenteranno nel prossimo futuro.

Da qui l’ esigenza di mettere in atto un processo di delega efficace per consentire alle risorse umane, dopo opportuno affiancamento, di contribuire al consolidamento e all’innesco di strategie di crescita”, conclude il Presidente Abiuso.


Chi è Pasquale Abiuso

Pasquale Abiuso è Presidente dal 1996 della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa, Vice Presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo Abruzzo-Molise, Senior Guerrilla Marketing Coach, consulente di strategie di gestione aziendale. Nel 2013 ha gestito l’incorporazione nella BCC di Gambatesa della BCC Molisana di Credito Cooperativo.

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Per interviste ed informazioni:
Pasquale Abiuso, Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa ed esperto di strategie di gestione aziendale

 

Nel 2023 rischiano di chiudere 120mila imprese

Roma, 17 agosto 2023 – Nel 2023 rischiano di chiudere 120mila imprese con la perdita di 370mila posti di lavoro (Confcommercio) e nel primo trimestre dello stesso anno si rileva un aumento dei fallimenti pari al 19,1% rispetto al trimestre precedente (Istat). Numeri certamente non rassicuranti in una congiuntura che non migliora, almeno per il momento.

Per gli imprenditori delle PMI, tessuto produttivo italiano, è arrivato il momento di non scherzare se si decide di non chiudere l’attività.

Sono quattro le risorse minime da avere in azienda a prova di qualsiasi crisi” afferma Pasquale Abiuso, imprenditore e Presidente della banca di Credito Cooperativo di Gambatesa.

“La prima persona da formare è un responsabile del marketing che si interessa a tempo pieno mantenere vivo il rapporto con i clienti già acquisiti e spendenti, riattivare con offerte ad hoc i clienti persi, creare con una rete di referrals (clienti che portano altri clienti), fare continue azioni online e offline per intercettare nuovi contatti da trasformare in clienti paganti, tutto ciò con una precisa strategia non improvvisata.

E’ necessario avere un venditore non part time che lavora i contatti ottenuti dal marketing, vende ai già clienti, ai clienti spenti e riattivati, a quelli che arrivano dai referrals e ai nuovi clienti.

Ricordiamo che senza vendita l’azienda non esiste o muore in breve tempo.

Occorre poi un responsabile all’assistenza clienti (customer care) che risponde alle domande che quotidianamente arrivano da chi compra, risolve problemi di varia natura che minerebbero il rapporto azienda-cliente, verifica la soddisfazione dei clienti e in base alle risposte ricevute dà suggerimenti agli altri reparti aziendali.

In ultimo c’è bisogno di chi produce e consegna il prodotto (una o più risorse in funzione della dimensione e dei volumi aziendali).

Molto importante, anche se strano per il contesto italiano è che l’imprenditore non deve svolgere nessuna delle funzioni suddette, ma deve coordinare, controllare i numeri delle varie aree (KPI-Indicatori chiave di performance), formare le risorse, premiarle nel modo più opportuno in base ai risultati e correggere il tiro quando le cose non vanno come previsto.

In sostanza l’imprenditore deve far girare il sistema azienda e sbloccarlo quando non gira bene guardando i numeri e non fidandosi di sensazioni che spesso nascondono i problemi.

“Finchè non si ha un organigramma minimo come quello descritto sopra, non si ha un’azienda ma un imprenditore che si divide tra le varie aree della stessa, si trascura il controllo e la crescita aziendale, con il rischio non remoto di non farcela e dover chiudere per esaurimento fisico e finanziario”, conclude Abiuso.

Chi è Pasquale Abiuso

Pasquale Abiuso è Presidente dal 1996 della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa, Vice Presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo Abruzzo-Molise, Senior Guerrilla Marketing Coach, consulente di strategie di gestione aziendale. Nel 2013 ha gestito l’incorporazione nella BCC di Gambatesa della BCC Molisana di Credito Cooperativo.

Contatti:

pasqualeabiuso@gmail.com

https://www.linkedin.com/in/pasquale-abiuso-81929040

https://www.giornaledellepmi.it/far-crescere-le-pmi-di-tipo-padronale-una-ricchezza-per-il-nostro-paese

https://www.giornaledellepmi.it/sono-10-500-le-aziende-italiane-in-crisi-quali-le-buone-pratiche-da-adottare

 

 

Arriva Quovado, la rivoluzione per l’uso a tempo degli hotel

Grazie alla piattaforma di Quovado è possibile usare anche in Italia gli hotel a tempo, con uso orario

Roma, 16 agosto 2023 – È un vero è proprio boom di consensi per Quovado.net, la piattaforma che sta rivoluzionando il modo di prenotare presso gli hotel. Il servizio permette infatti la prenotazione delle camere per il day use, cioè per poche ore durante il giorno, oltre che per i pernottamenti classici.

Per il day use la piattaforma, raggiungibile all’indirizzo  www.quovado.net, a differenza degli altri servizi è incentrata su un nuovo sistema di prenotazione, che da un lato consente di indicare l’ora di check in e check out, dall’altro di distinguere tra relax o business.

La rivoluzione dell’uso a tempo delle camere, per relax o affari

Il sistema è studiato rispondere alle richieste di clienti con esigenze diverse:

  • nella categoria business si ha la possibilità di prenotare una sala meeting, spazi per il coworking, la camera per riposarsi fra un appuntamento e l’altro, prima di una riunione, o per affrontare il jet lag.
  • Nella categoria relax troviamo invece le camere per fughe romantiche, l’uso a tempo della Spa e centri benessere, fino ad arrivare alla possibilità di prenotare d’estate il posto in spiaggia con relativo posto auto.

In entrambi i casi il check in e check out orario è quindi l’elemento che differenzia Quovado dalle altre piattaforme di prenotazione online.

Per chi è il servizio di Day Use e perché si è fatta la distinzione tra area relax e area business?

Quovado promette di rispondere sempre con soluzioni su misura alle varie esigenze. Per il cliente business sono a disposizione sale meeting e spazi di coworking per gli imprenditori e i professionisti che durante i viaggi di lavoro hanno bisogno di spazi idonei, per tenere riunioni o per incontrare clienti.

Dall’altro canto per il cliente che cerca relax vi sono a disposizione camere standard o a tema per fughe d’amore, e centri benessere per chi ama rilassarsi e coccolarsi per qualche ora.

La rivoluzione introdotta da Quovado.net è quindi l’indicazione degli orari di check-in e check-out, e la possibilità di prenotare sia il day use che il pernottamento tramite la stessa piattaforma.

Quali i vantaggi per gli alberghi??

Anche gli hotel hanno grandi vantaggi da questo nuovo sistema, come il maggior impiego delle camere e dei servizi collegati grazie al day use, visto che potrebbero affittare la stessa camera a clienti diversi, per qualche ora durante il giorno e per il pernottamento la sera. Il tutto grazie ad un sistema software CRM evoluto, capace di gestire simultaneamente i pernottamenti ed il day use

Alto vantaggio per gli alberghi è la maggiore fidelizzazione della cliente?a visto che il cliente day use può diventare un potenziale cliente per il soggiorno e viceversa.

In un mondo in cui la vita ci porta ad essere sempre in movimento Quovado offre quindi soluzioni su misura per rendere ogni ora del giorno un’esperienza speciale, sia per la vita privata che quella professionale.

Per beneficiare dei servizi di Quovado e trovare la soluzione ideale alle proprie esigenze, per vivere ogni momento della vita al massimo, o per inserire la propria struttura nel sistema, basta andare su www.quovado.net.

 

Grazie a Quovado arrivano gli hotel a tempo, con uso orario

 

 

 

Trimestre anti inflazione? È fumo negli occhi dei cittadini e pericoloso per le PMI

Per gli esperti il trimestre anti inflazione non contiene misure efficaci, è solo fumo negli occhi dei cittadini e potrebbe danneggiare le PMI
Roma, 14 agosto 2023 – Dovrebbe partire il primo ottobre il trimestre anti inflazione per calmierare i prezzi di alcuni prodotti nel carrello della spesa. Il problema è che sembra più una misura propagandistica che altro, e ci sono tante cose che non dicono ai cittadini.
Andiamo con ordine.
Il 4 agosto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha comunicato di aver sottoscritto un protocollo di intesa con i rappresentanti della distribuzione moderna e del commercio tradizionale con lo scopo di diminuire l’inflazione.
L’intesa definitiva è fissata per il 10 settembre, quale tentativo di trovare una soluzione per calmierare il prezzo di alcuni beni di largo e generale consumo compresi i prodotti per l’infanzia dal 1 ottobre al 31 dicembre.
“Tuttavia alcune precisazioni vanno fatte” spiega Pasquale Abiuso, imprenditore e presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa (Campobasso).

Centromarca (Associazione Italiana dell’Industria di Marca) e IBC (Associazione Industria Beni di Consumo) non sottoscrivono il protocollo di intesa perché l’oscillazione continua dei prezzi delle materie prime non consentono di fare previsioni realistiche e contenere i prezzi in questo modo potrebbe danneggiare soprattutto le PMI italiane, colonna portante del tessuto produttivo del nostro Paese”.

“Da aggiungere anche che il protocollo di intesa non è strettamente vincolante da un punto di vista giuridico” continua Abiuso e “ogni impresa rimane autonoma nel rapporto con i suoi interlocutori e nel definire le politiche commerciali”.
Non trascurabile nemmeno il fatto che il protocollo prevede delle modalità per il trimestre anti inflazione come l’applicazione di prezzi fissi, attività di promozione sui prodotti da calmierare o iniziative sulla gamma di prodotti a marchi come carrelli a prezzo scontato o a prezzo unico.
Da ciò si deduce che il vantaggio competitivo della distribuzione organizzata rispetto ai piccoli dettaglianti è incolmabile e gli stessi consumatori devono prestare massima attenzione ai prezzi degli altri prodotti non rientranti tra le categorie selezionate dall’eventuale accordo anti inflazione, sui quali potrebbero attuarsi politiche di prezzo per recuperare margini di guadagno.
“Anche l’Unione Italiana Consumatori si è dichiarata contraria all’iniziativa definendola un’operazione di facciata priva di effetti reali per le tasche degli italiani” conclude Abiuso.
Chi è Pasquale Abiuso
Pasquale Abiuso è Presidente dal 1996 della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa, Vice Presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo Abruzzo-Molise, imprenditore,
esperto di strategie di gestione aziendale ed opinionista.
Nel 2013 ha gestito l’incorporazione nella BCC di Gambatesa della BCC Molisana di Credito Cooperativo.
Per informazioni è contatti la sua mail è pasqualeabiuso@gmail.com.
Pasquale Abiuso, Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa (Campobasso)

 

 

 

Bitcoin: è la DBM Italia la prima società di mining iscritta al Registro dei Cambiavalute

Roma, 21 luglio 2023 – La DBM Italia S.p.a. (“DBM”), società specializzata nel noleggio di computer ed hardware per lo svolgimento di attività di mining di criptovalute, è stata iscritta da O.A.M., organismo di vigilanza istituito con il D.Lgs. n. 141 del 13 Agosto 2010, nella sezione speciale del Registro dei Cambiavalute, riservata ai prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e ai prestatori di servizi di portafoglio digitale.

L’iscrizione all’O.A.M. rappresenta un passo importante verso gli obiettivi di legalità e trasparenza che i fondatori di DBM si erano prefissi al momento della costituzione della società. L’O.A.M. è infatti un organismo di vigilanza che opera a tutela dei clienti di DBM al fine di verificare il rispetto della normativa di riferimento.

Siamo felici che DBM abbia ottenuto l’iscrizione all’O.A.M. – ha dichiarato Gianmarco Piccoli, Chief Operating Officer di DBM- perché il nostro obiettivo è quello di lavorare nel pieno rispetto della legalità differenziandoci da quegli operatori che nel mondo delle criptovalute operano in condizioni di opacità, sfruttando le incertezze interpretative della normativa di settore, ancora molto recente”.

“La nostra mission è quella di noleggiare le attrezzature informatiche che consentono ai nostri clienti di svolgere attività di mining”, ha dichiarato Antonio Avitabile, Chief Executive Officer della società.

Siamo la prima società che svolge questo genere di servizi ancillari all’attività di origination di criptovalute che viene iscritta nel Registro tenuto da O.A.M. e dedicato ai prestatori di servizi relativi alle valute virtuali. Ci auguriamo che anche i nostri competitors si adeguino al rispetto della normativa vigente e ciò non solo a tutela della clientela ma anche a tutela della fiducia che il pubblico ripone nel mondo delle criptovalute”.

“Come i nostri legali ci hanno confermato, l’attività di mining è stata esclusa dalla normativa comunitaria prevista dal MICA – ha dichiarato Enrico Mariti, Chief Information Officer di DBM- e nonostante, poi, i diversi interpelli sottoposti all’O.A.M con i quali il prefato Ente ha sempre escluso l’iscrivibilità nei propri registri di operatori di mining, con l’ingresso nella Società nel ruolo di Head Legal Advisor dell’Avv. Gioacchino Amato – professionista di spicco nel nostro settore – il Legal Team dell’Azienda composto da quest’ultimo e dall’Avv. Carlo Maria Albo e Avv. Fabiano Diotallevi – ha ritenuto opportuno richiedere ed ottenere l’iscrizione nella speciale sezione del Registro dei Cambiavalute, perché chi lavora con trasparenza ed onestà non ha paura della vigilanza, anzi trae un beneficio dall’essere vigilato da un’organismo indipendente ed autorevole”.

 

 

Pubblicato il Report 2023 sulle Professioni nel Terzo Settore

Job4Good, l’osservatorio di riferimento per il mercato del lavoro nel Terzo Settore, ha presentato il Report 2023 “Le Professioni nel Terzo Settore”

Roma, 20 luglio 2023 – È uscito il Report 2023Le Professioni nel Terzo Settore“, di Job4Good, l’osservatorio di riferimento per il mercato del lavoro nel Terzo Settore. Questo importante studio offre un’analisi approfondita delle tendenze e delle competenze più richieste dagli Enti del Terzo Settore in Italia, delineando un panorama unico e di grande interesse per professionisti, giornalisti e giovani interessati a lavorare nel settore non profit.

Con oltre 1879 annunci di lavoro analizzati nei periodi 2020, 2021, 2022 e un’anteprima per il 2023, il Report fornisce una visione esclusiva delle evoluzioni delle professioni nel Terzo Settore e delle sfide che gli Enti stanno affrontando in questo periodo cruciale. 

I punti chiave del Report includono:

  1. a) Crescita del Fundraising: Nel 2022, il Fundraising è la professione più ricercata dagli HR del Terzo Settore, con una sorprendente crescita del 52% rispetto all’anno precedente. Questo dato rivela l’incremento degli investimenti negli ambiti strategici come la raccolta fondi e la sostenibilità organizzativa dopo la crisi pandemica.
  2. b) Competenze Digitali in Ascesa: La domanda di professionisti con competenze digitali nel Terzo Settore è in netto aumento, registrando un notevole aumento del 64% nel 2022. Questa tendenza segna una spinta decisa verso la trasformazione digitale, aprendo nuove e affascinanti opportunità nel campo del digitale, del web e dei social media. 
  3. c) Ripresa della Cooperazione Internazionale: Dopo l’arresto imposto dal COVID-19, la Cooperazione Internazionale ha sperimentato una significativa ripresa, registrando un aumento dell’82% nelle ricerche di cooperanti nel 2022, posizionandosi tra le professioni più ricercate. Ciò dimostra il ritorno all’operatività internazionale degli Enti del Terzo Settore.
  4. d) Crescita senza precedenti di Ruoli Amministrativi e Finanziari: Ruoli amministrativi e settori come contabilità e finanza hanno evidenziato una crescita straordinaria nel 2022. 

Il Report, inoltre, dedica uno spazio speciale al ruolo dei giovani nel Terzo Settore, esplorando le reali opportunità offerte dal tirocinio e dal Servizio Civile per favorire la crescita professionale e l’inserimento lavorativo dei giovani.

Con una vasta gamma di informazioni preziose, il Report 2023 offre uno sguardo approfondito sulle professioni in crescita e sull’evoluzione del settore, attirando l’attenzione di giovani talenti e professionisti anche provenienti da altri settori che vogliano dare un senso al proprio lavoro ed essere al passo con le sfide e le opportunità presenti.” dice Diego Maria Ierna, co-fondatore di Job4Good.

Per accedere al Report 2023 “Le Professioni nel Terzo Settore” e per ulteriori informazioni su Job4Good, visita https://www.job4good.it/professioni-nel-terzo-settore-report-2023/

Gli autori dello studio

Job4Good è la startup innovativa che mette in connessione la domanda e l’offerta di lavoro nel Terzo settore attraverso una piattaforma di matching lavorativo online. Le Organizzazioni riescono a intercettare i migliori talenti del settore da inserire all’interno del proprio organico e migliorare di fatto la qualità delle performance e del lavoro prodotto.

Contatti stampa:

Luca Di Francesco
co-fondatore

Email: comunicazione@job4good.it

Telefono: +39 3470532332

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