Santo Verduci il Re delle sigle dei cartoni animati, realizza un nuovo CD da collezione

Santo Verduci il Re delle sigle dei cartoni animati, realizza un nuovo CD da collezione: Contactoons 6, la raccolta ufficiale delle sigle originali televisive.

Roma, 19 gennaio 2023 – Kimba il leone bianco, la signora Minù, Super Kid, Extreme Dinosaurs: quanti di noi ricordano questi cartoni animati? Santo Verduci, la voce più famosa della tv dei ragazzi e dei cartoni animati ha appena dato vita al suo nuovo album, Contactoons 6,  ed il pubblico del web già si è scatenato alla ricerca delle serie preferite da mamma e papà e bambini.

Da Amazon Prime Video a Chili, da Rakuten a Youtube e grazie alla trasmissione per ragazzi Contactoons (all’interno della syndication Universe), queste serie televisive sono ritornate ad allietare le vite di tanto nuovi ragazzi e stanno appassionando a distanza di anni intere nuove generazioni.

Contactoons 6 contiene sedici canzoni in versione originale da cantare e ballare. Tra i tanti cartoni animati e sigle famose di Santo Verduci, ricordiamo Il mio amico Denver; Princess Tutù; Voltron, Vir the robot boy; Transformers, e tante altre ancora.

Nella versione CD da collezione  di Contactoons 6 i fan dell’artista potranno persino giocare con il gioco della trasmissione televisiva. All’interno della confezione si trova infatti il gioco da tavolo e le pedine, in modo che tutta la famiglia potrà divertirsi e scatenare la fantasia con gli eroi della tv.

Chi è Santo Verduci

Santo Verduci, noto cantautore e doppiatore, allieta da sempre con le sue canzoni il mondo incantato dei cartoni animati, in cui ognuno di noi si rifugia per sognare.

Noto doppiatore e direttore del doppiaggio, da anni importa con la sua azienda Sanver Production Ltd, serie tv, film, documentari.
Recentemente ha prestato la sua voce a Kimba, nel film d’animazione Kimba, i coraggiosi cambiano il futuro; Vir ; Bhatija e tante serie tv targate Disney per il canale Baby Tv, oltre al nuovo successo La fattoria di Zenon, dove presta la sua voce al contadino Zenon e al gallo Bartolito.

Le sigle di Santo Verduci sono internazionali, secondo i dati raccolti in Germania la sua sigla Pokémon, play and go, ha venduto oltre 27 mila copie digitali. Un successo tira l’altro, per una tradizione tutta italiana nel realizzare le sigle originali dei cartoni animati.
Attualmente Santo Verduci è l’unico cantante delle sigle che sta producendo e realizzando nuovi album e nuove canzoni dedicate alle serie tv dei cartoni animati.

Gli appassionati dei cartoni non possono non avere tra le mani il suo nuovo album, che per gli amanti del supporto fisico è disponibile nei negozi di dischi e anche su Amazon, mentre invece per le nuove generazioni si trova negli store digitali come Spotify, Itunes, Deezer, ed i migliori store online, in modo da poterle ascoltare e condividere ed organizzare la propria playlist preferita.

Sul digitale terrestre da Lunedì a Venerdì alle ore 18, il beniamino dei bambini conduce la trasmissione televisiva omonima Contactoons, all’interno del format il giovane pubblico troverà tanti cartoni animati e curiosità dal mondo della fascia ragazzi.
Persino la Rai si è accorta del suo talento ed è stato ospite all’interno della trasmissione ‘’Detto Fatto’’ condotta da Bianca Guaccero come Vip Doppiatore. Si vocifera negli ultimi tempi di una sua presenza in nuovi programmi televisivi.

Per tutte le novità in arrivo della sua carriera artistica basta seguire i suoi canali social che alleghiamo qui sotto.

 

Contatti social di Santo Verduci:

 

https://www.facebook.com/verducisanto

 

https://www.instagram.com/verducisanto_official

 

Spotify link https://open.spotify.com/artist/0mjC3gNWlNmJ5kNKCQtv0D

 

 

 

 

 

 

 

Mamme Ambiziose, storie di nove donne che ambiscono anche ad altro nella vita

Essere mamma è felicità, ma spesso non vuol dire realizzazione: nove donne e mamme, indipendenti e tenaci si raccontano attraverso le loro avventure, sventure, passioni, sogni e timori, per capire se si può essere mamme e ambiziose…

Roma, 27 luglio 2022Essere mamma è felicità, ma spesso non vuol dire realizzazione professionale. Da qui il nome Mamme Ambiziose della raccolta di nove interviste, scaricabile gratuitamente su Amazon fino al 15 agosto, a nove donne e madri ambiziose, fiere, indipendenti e tenaci, diverse e simili allo stesso tempo. Un vero e proprio viaggio ricco di riflessioni, fotografie e immagini, avventure, sventure, passioni, sogni e timori.

Per molti persino una contraddizione, tanto da indurci a credere che se sei mamma non puoi  essere ambiziosa e che se sei ambiziosa non puoi essere mamma.

Ma chi è una mamma ambiziosa?

Per il dizionario Mamma (Madre) è una “donna che ha generato un figlio, che si occupa amorevolmente di qualcuno, che si prodiga con sollecitudine per qualcuno”.

Mentre ambizione sempre per il dizionario è “il desiderio di eccellere, volontà di ottenere qualcosa, cosa a cui si aspira”.

Avere insomma fuoco che brucia dentro alimentato dalla passione e dal coraggio e che a sua volta genera azione.

Da qui il quesito:

Essere delle mamme ambiziose è pura follia o può essere una realtà?

Le storie delle 9 donne racchiuse in Mamme Ambiziose ci possono aiutare a capirlo.

Come ad esempio Daniela che da sempre insegue i suoi sogni, determinata nel raggiungere i suoi obiettivi e talvolta anche ostinata, quasi al limite.

«Oggi sono responsabile risorse umane donna con tre figli, vivo tra equilibrio e disequilibrio, so che a volte trascuro i miei bambini perché torno tardi a casa. Mio marito spesso compensa la mia non presenza. Questo è il segreto» 

Come Laura, che ha trent’ anni e viene da una famiglia semplice ma molto unita. È nata e cresciuta in provincia di Roma e oggi fa l’avvocato.

«Essere una donna avvocato penalista  è  difficilissimo.  Ci sono molte situazioni nelle quali non mi sento a mio  agio, non mi rispecchio in questo stile. Penso di avere una leadership più empatica, più femminile, più gentile…»

Come Letizia, che è nata a Padova e oggi vive a Roma, è mamma di Simone di otto anni ed è molto appassionata del suo lavoro.

“Ho ‘sposato’  la  pubblica  amministrazione, sono  convinta  della  possibilità  di  poter portare dei cambiamenti ‘dall’interno’ grazie alle  mie competenze, esperienze, la mia bontà e sensibilità  per fare del bene anche a mio figlio Simone, nato con una malattia genetica. Sento di poter fare la differenza!» 

Poi c’è Simona, che vive a Londra da cinque anni, di professione è Freelancer in ambito Digital Media ed è mamma di due.

«Sono una mamma e lo faccio quasi da sola, ho un partner presente ma che dedica tantissimo tempo al lavoro. Abitando a Londra i nonni sono lontani e affrontare il covid è stata una sfida. Mi piace il mio lavoro, sono orgogliosa della mia attività da Freelancer che ho costruito negli anni.»

E poi c’è Heidi che è tedesca, ha un bimbo di nome Liam e vive in Svezia da otto anni. È appassionata del mondo ‘food’ e lavora in uno stabilimento produttivo come responsabile Qualità e Tecnologia.

«Dovremmo essere più donne nel team di vertice di stabilimento, le conversazioni sarebbero diverse e senza dubbio più interessanti. Penso che in generale gli uomini abbiano spesso un approccio più ‘easy’ alle cose e ai problemi, è come se fossero più visionari. È qualcosa che credo di poter imparare da loro».

È possibile leggere le storie di tutte e nove le “mamme ambiziose” nell’ebook che si può scaricare gratuitamente su Amazon o su ilmiolibro.it fino al 15 di agosto.

Libro che è disponibile anche in versione cartacea su Amazon.it, ilmiolibro.it, Mondadoristore.it, LaFeltrinelli.it, e Ibs.it

 

 

 

Atrofie muscolari: le testimonianze di chi è riuscito a diventare mamma

Giovani mamme con patologia neuromuscolare si raccontano in occasione della Festa della Mamma

Milano, 8 maggio 2021 — Il desiderio di maternità irrompe nella vita della donna in modo intenso, naturale, spontaneo, intriso di emozioni. Sono 11 le giovani donne con SMA e Distrofie che in questi 13 anni sono diventate mamme, assistite dal team di esperti dei Centri Clinici NeMO, un esempio, il loro, di tenacia e amore per la vita.

Per una donna che nasce con una patologia neuromuscolare, intraprendere un progetto di maternità significa iniziare un percorso di nuova consapevolezza, sapendo non solo di dover porre attenzione alla molteplicità dei bisogni clinici e funzionali dovuti ad una patologia complessa, ma anche di dover affrontare l’elaborazione di una nuova immagine di sé, legata al cambiamento di vita. Per questo il coordinamento tra i diversi professionisti diventa fondamentale per affrontare la gravidanza in modo sereno, nell’accogliere e rispondere alle esigenze diversificate di ogni futura mamma.

Prenderci cura delle donne con una patologia neuromuscolare – dichiara Alberto Fontana presidente dei Centri Clinici NeMOsignifica per noi creare le condizioni perché ciascuna di loro possa realizzare il suo progetto di vita. Accompagnarle nel percorso della maternità è una risposta concreta a quel desiderio di voler attraversare la malattia per vivere appieno la propria esistenza come una possibilità. Ed è grazie a questo che il prodigio di ogni vita, con le sue luci e le sue ombre, vale la pena raccontarlo, sempre”.

Il team multidisciplinare dei Centri NeMO, dal neurologo al fisiatra, dallo pneumologo al nutrizionista, dal terapista allo psicologo, agisce in modo coordinato con il ginecologo per accompagnare l’esperienza della maternità in tutti i suoi aspetti.

A partire dalla consulenza genetica, con i futuri genitori che stanno iniziando a pianificare una maternità, la presa in carico continua nel far conoscere cosa significhi affrontare la gravidanza, il parto e il primo anno di vita del bimbo.

Durante i nove mesi, inoltre, si pone particolare attenzione alla capacità respiratoria della futura mamma, ma anche all’esigenza di adattare gli ausili per gestire al meglio la quotidianità durante la gravidanza, ai controlli neurologi periodici, agli aspetti nutrizionali, fino alla fisioterapia mirata che non deve mancare.

Partiamo dal desiderio di maternità dei futuri genitori – spiega Alice Zanolini, medico neurologo del Centro Clinico NeMO di Milanoe insieme iniziamo il percorso di presa in carico personalizzato. In questi anni lo sviluppo degli approcci di cura ci permette di seguire in modo sempre più mirato le giovani donne durante la gravidanza e, ciò che consiglio sempre loro, è condividere da subito con il proprio medico di riferimento – che sia il neurologo o il ginecologo – la decisione di voler intraprendere questo percorso. In questo modo è possibile pianificare una presa in carico multidisciplinare concertata con tutti gli specialisti e garantire così una gestione serena della gravidanza stessa, per la futura mamma e per la sua famiglia.”

È con questo spirito che oggi i Centri NeMO celebrano la Festa della Mamma, festa perché se è vero che ogni mamma è capace di dare inizio alla vita, dall’altra è anche forse l’unico momento in cui ci è consentito pronunciare la parola “mai”, quello di un amore, appunto, che non finirà mai.

Le storie che abitano i Centri NeMO tutti i giorni sono, di fatto, un vero e proprio inno alla vita. Di fronte a malattie schiette e ingombranti come quelle neuromuscolari si può solo scegliere se disperarsi o se trasformare quel momento che sembra insuperabile in energia, per testimoniare che si può e si deve conquistare la bellezza della vita.

Le testimonianze delle donne diventate mamme al Centro Clinico NeMO sono un esempio di speranza.

 

Sonia Veres, mamma di Leila

Sonia Veres, mamma di Leila: «Insieme alla SMA sono diventata mamma»

Il mio nome è Sonia e vivo da 39 anni con una strana compagna di vita, la SMA 3, una patologia genetica che non mi permette di essere autosufficiente. Il percorso di accettazione e conoscenza tra me e l’Atrofia Muscolare è stato complesso, ma ora ci sopportiamo a vicenda. Insieme siamo persino riuscite a raggiungere un grande traguardo: essere mamma di Leila, una fantastica bimba di tre anni e mezzo. Papà Francesco e il Centro Clinico NeMO sono stati i primi a saperlo e ad accompagnarci in questa avventura, non facile ma meravigliosa. Ora io e Leila viviamo ogni giorno un’avventura diversa, Leila mi aiuta, mi alza il braccio se cade, mi aggiusta il busto se vado in avanti. La SMA sorride e così abbiamo trovato un nostro equilibrio, non sempre tuttavia è facile. Ci sono momenti in cui io e la mia patologia litighiamo, poi guardo il sorriso di Leila e tutto torna ad essere più semplice.

Francesca Penno, mamma di Ibrahima Mauro

Francesca Penno, mamma di Ibrahima Mauro: «Mio figlio è la mia miglior medicina»

Il 17 gennaio 2020 con la nascita di Ibrahima si è aperto un nuovo capitolo della mia vita. Essere mamma è un insieme di emozioni e nuove scoperte, giorno dopo giorno. È crescere insieme e sperimentarsi in tutto ciò che per Ibrahima è nuovo e che per me è nuovo da affrontare insieme a lui. Con lui è nata anche una nuova Francesca, una mamma. Sono consapevole delle difficoltà che la SMA comporti, so di aver bisogno dell’aiuto degli altri, ma in questo percorso non sono sola e insieme alla mia famiglia troviamo ogni giorno soluzioni, talvolta anche creative. Non mi sento coraggiosa, mi sento solo una donna che ha deciso di portare avanti una gravidanza e mio figlio è la mia miglior medicina. Nonostante la mia gravidanza non sia stata semplice, riaffronterei altre mille volte tutti i momenti critici che ho vissuto. I suoi occhioni, le sue guance paffutelle, i suoi sorrisi sono linfa vitale per me.

Concetta Sternativo, mamma di Angelo e Christian

Concetta Sternativo, mamma di Angelo e Christian: “Sono felice, perché intorno a me ci sono i miei bambini”.

Ho 39 anni. Quando ho scoperto di essere affetta da distrofia muscolare nel 2008 mi è crollato il mondo addosso e, tra le mie paure, quella più grande era quella di non poter diventare un giorno mamma. Dopo 2 anni dalla diagnosi è arrivata la notizia che mi ha cambiato letteralmente la vita: ho scoperto di aspettare un bimbo e insieme a questa scoperta le paure di non potercela fare. A distanza di 11 anni, oggi ho due bellissimi bambini, Angelo e Christian, che mi riempiono la vita ogni giorno. Io mi divido tra casa e lavoro, a volte con grande fatica, perché i miei muscoli non reggono, ma sono felice, perché intorno a me ci sono loro, insieme al loro papà. Tre piccoli e grandi uomini capaci anche di coccolarmi. Da quando ci sono Angelo e Christian le mie paure sono svanite e la mia vita è completa, ecco perché vorrei dire alle mamme di non arrendersi mai, perché oggi credo che ciascuna di noi sia forte abbastanza per poter affrontare i problemi che la vita inevitabilmente presenta.   

Thalia Ines Orihuela Carbajal, mamma di Ethan Jael Damas Arredondo

Thalia Ines Orihuela Carbajal, mamma di Ethan Jael Damas Arredondo: “Ethan, il mio piccolo grande amore”

Lo scorso 23 ottobre è nato Ethan e la mia vita è cambiata. Non avrei mai pensato di diventare mamma a 23 anni, ma aspettare il mio piccolo è stato il periodo più bello della mia vita. Ethan mi ha resa una persona più matura e più sicura di me stessa, anche dovendo fare i conti con la malattia di cui sono affetta, la Distrofia Miotonica di Steinert di tipo 1. Ogni giorno imparo cose nuove e quando guardo negli occhi il mio bimbo sento di potercela fare. In questo percorso non sono sola e so che posso contare anche sui medici e gli operatori che mi hanno aiutata a far nascere il mio bambino: avere loro al mio fianco sempre, mi ha aiutata e mi aiuta ad essere la persona e la mamma che sono. E quando vedo che Ethan adora giocare con tutti e per tutti ha un sorriso, non posso che continuare ad essere fiduciosa e felice di questa meraviglia della vita.  

Le donne e il lavoro: il tentativo di conciliare l’inconciliabile

Roma, 21 novembre 2019 – La situazione è nota: l’Italia vanta uno dei livelli più bassi di occupazione femminile a livello europeo. Stando a una ricerca della Fondazione Openpolis, il nostro Paese è al penultimo posto in UE, appena prima della Grecia: se nell’Unione Europea si riscontra mediamente una media del 66,5% di donne occupate tra i 32 e i 64 anni, in Italia ci si ferma appena al 52,5%. E i risultati peggiorano, come prevedibile, se si confrontano unicamente i dati di uomini e donne con figli.

Le ragioni sono molteplici, a partire dalla mancanza di un sostegno concreto per le madri che lavorano, fino ad arrivare ai tanti ostacoli che si frappongono di fronte alle donne che desiderano accedere a settori come quello scientifico e quello tecnologico.

Un sondaggio Lexis ci dice che solamente il 5% delle donne si sente realizzata a livello professionale, di fronte al 38% delle intervistate che, come obiettivo principale, ha proprio la realizzazione professionale. Eppure il 51% si dichiara convinta del fatto che la parità tra i sessi sia stata più o meno raggiunta: a mancare, in ogni caso, sembra essere la fiducia in sé stesse (la pensa così il 95% delle intervistate), nonché, per il 97% delle donne, la capacità di rivendicare l’equal pay.

«Senza ombra di dubbio quella dell’occupazione femminile è una questione che chiama in causa tanti temi diversi, dal welfare ai retaggi culturali, fino ad arrivare agli ancora presenti stereotipi di genere» spiega Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati.

«Di fronte ai dati scoraggianti relativi all’occupazione femminile in Italia va però sottolineata la presenza di un numero crescente di aziende che si stanno finalmente rendendo conto dell’importanza di avere donne anche e soprattutto in posizioni manageriali. Si pensi per esempio alle sfide dell’Industria 4.0: le donne vantano soft skills come capacità di ascolto e intuizione che risultano indispensabili per il nuovo stile di leadership».

I dati dimostrano però che il problema principale resta. Certo, una ricerca Eurispes dichiara che il 70% dei nuovi padri considera la crescita dei figli e il loro accudimento un’attività da dividere in modo uguale.

Eppure, nella realtà, il peso di gestire la famiglia grava ancora soprattutto sulle donne. E tutto questo si traduce in minori possibilità di carriera, in una riduzione del salario e via dicendo.

Ed è così che, ancora una volta, per tantissime donne, la realizzazione sul piano professionale si traduce in grandi sacrifici sul piano familiare, e viceversa.

 

 

Mamme lavoratrici, ancora troppi gli ostacoli

Milano, 28 agosto 2019 – Sono ancora tanti gli ostacoli, e troppi i sacrifici che le mamme lavoratrici italiane sono costrette ad affrontare una volta tornate a lavoro. In Italia il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta infatti inattiva. E la percentuale cresce con l’incrementare del numero di figli, per arrivare a uno sconcertante 52,5% nel caso di donne con tre o più figli.

Si guardi, per esempio, al 2016: stando ai numeri dell’Ispettorato nazionale del lavoro, in quell’anno le donne che si sono licenziate poco dopo la gravidanza sono state 35.140. Di queste, solo 5.261 sono passate a un’altra azienda dopo il periodo di maternità. Per tutte le altre, cioè ben 29.879 donne, la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro è stata tale da tenerle lontane dal mondo lavorativo.

Ma quali sono le principali preoccupazioni che affliggono le neo-mamme al momento di tornare al lavoro?

Una risposta a questa domanda arriva da uno studio statunitense condotto da OnePoll, per il quale sono state intervistate 1.000 donne (tenendo conto che negli Stati Uniti, come afferma il Dipartimento del Lavoro, il 75% delle madri lavora full-time).

Grazie a questo studio si è scoperto che il 40% delle donne ha paura di essere troppo stanca per lavorare in modo efficiente; il 39% teme l’imbarazzo delle macchie provocate dalle fuoriuscite del latte materno; il 37% è preoccupata dei cambiamenti che il rispettivo ruolo potrebbe aver subito durante il periodo di assenza. Altro timore diffuso è quello di ritrovarsi a dover interrompere l’allattamento una volta rientrata in azienda.

Nonostante tutti questi timori, il 79% delle donne intervistate ha dichiarato comunque di essere tornata a lavoro, e di aver trovato un buon supporto sul luogo di lavoro.

In Italia, guardando i numeri, si scopre una realtà diversa, confermata dal basso tasso di occupazione femminile.

Ma non deve essere per forza così:

«Il rientro al lavoro dopo la maternità è un passaggio delicatissimo e denso di ansie» spiega Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati «ma esistono alcuni alcuni accorgimenti ed alcune tecniche per rendere questo momento meno difficile».

«In primo luogo, è necessario eliminare i tipici sensi di colpa che tengono le neo-mamme lontane dal rientro: tornare nel mondo del lavoro non significa in alcun modo compromettere il benessere dei figli, anzi, per molti versi è vero il contrario. Certo, mescolare carriera e maternità comporta dei sacrifici» sottolinea l’head hunter «ma il fatto stesso di avere una carriera soddisfacente permette di vivere anche la vita familiare con maggiore serenità. Ovviamente per tutte le mamme, e ancor di più per le working mom, è necessario rinunciare all’ideale della ‘mamma perfetta’, concentrandosi invece sull’essere dei buoni genitori, così da eliminare l’ansia eccessiva».

Esistono poi tanti elementi pratici per permettere un rientro a lavoro indolore.

Vanno ovviamente presi in considerazione gli asili nido, individuando la soluzione migliore tra il nido ordinario e il tagesmutter; è inoltre inevitabile affidarsi a una baby sitter, perlomeno ‘a chiamata’, per poter gestire agevolmente anche le emergenze.

«Non sono pochi gli studi che dimostrano i vantaggi, per le aziende, di contare delle mamme nel proprio organico» sottolinea ancora Carola Adami «e per questo i dirigenti aziendali dovrebbero impegnarsi doppiamente per rendere il luogo di lavoro più accogliente per le working mom. La parola d’ordine, da questo punto di vista, è ‘flessibilità’, un concetto che, grazie allo smart working, si sta diffondendo sempre di più.

Non è certo un caso se nelle classifiche dedicate alle compagnie ‘amiche delle neo-mamme’ spiccano aziende altamente innovative e presenti anche in Italia, come Marriott, IBM, American Express, Procter & Gamble, Lego, Johnson & Johnson e via dicendo» conclude l’head hunter.

 

 

 

Margherita Maccapani Missoni impegnata per OAfrica, in aiuto alle donne e bambini dell’Africa

Roma, 9 marzo 2018 – Continua l’impegno di Margherita Maccapani Missoni a favore di OAfrica, associazione che dal 2002 lotta per tutelare e ridare un futuro ai bambini in pericolo perché orfani, abbandonati o a rischio di abbandono.

In occasione della festa donna, ha infatti affidato a CharityStars, la piattaforma specializzata nelle aste a favore del no profit, 49 capi d’abbigliamento e accessori indossati in diverse occasioni.

Il link per partecipare all’iniziativa dall’8 al 29 marzo è www.charitystars.com/margheritaforoafrica.

Il ricavato della vendita andrà a sostenere i programmi di OAfrica per permettere alle mamme più vulnerabili di crescere i loro bambini.

Sostenere e rafforzare una donna in difficoltà significa aiutare lei e la sua famiglia a uscire dalla povertà.

Mi sento quasi “fortunata” ad aver incontrato sul mio cammino un’associazione come OAfrica, abbastanza piccola da poter essere conosciuta a fondo ma estremamente efficace. Averla potuta sostenere, in tutti questi anni, mi ha permesso di essere testimone dei frutti del lavoro dedicatovi. Sono molto orgogliosa di far parte di questo progetto”, ha dichiarato Margherita Maccapani Missoni, Presidente dell’Associazione in Italia e sua ambasciatrice a livello internazionale da sedici anni.

In Ghana, migliaia di bambini stanno crescendo in orfanotrofio, esposti al pericolo di danni irreversibili dello sviluppo e al rischio di abusi, maltrattamenti, sfruttamento e traffico di minori. Più dell’’80% di questi bambini non sono orfani, sono lì perché le famiglie più povere vedono gli orfanotrofi come l’unica possibilità per garantire la sopravvivenza dei loro figli.

L’abbandono minorile è una vera emergenza umanitaria e la sua causa principale è la povertà. Per questo OAfrica, oltre a salvare i bambini dagli orfanotrofi e reinserirli in contesti familiari protetti, lavora per tenere unite e rafforzare le famiglie più vulnerabili, gestite spesso da mamme sole.

L’Associazione punta sull’emancipazione delle donne tramite programmi di advocacy, corsi di formazione professionale e l’avvio di attività generatrici di reddito. L’obiettivo è portarle all’autonomia genitoriale perché possano tutelare i loro figli e all’autonomia economica perché possano mantenerli, garantendo loro l’accesso ad un’alimentazione equilibrata, alla sanità e all’istruzione.

Per ulteriori informazioni su OAfrica visitare il sito internet www.oafrica.org

 

Lavoro: Mamma lascia il ‘posto fisso’ per lavorare con un blog da casa, e stare con i suoi bambini

Silvia Ceriegi, una giovane mamma di Vecchiano in provincia di Pisa, ha lasciato il tanto ricercato “posto fisso” per lavorare con un blog da casa, e stare di più con i suoi bambini e la sua famiglia

Pisa, 19 settembre 2017 – Ha lasciato un posto di lavoro statale, in tempi in cui la gente farebbe di tutto pur di avere un posto fisso, per lavorare da casa con il suo blog e stare di più con i suoi bambini.

È la storia della sfida vinta da Silvia Ceriegi, famosa per aver creato 6 anni fa, per gioco, il blog Trippando.it, in cui racconta e dispensa consigli sulle sue esperienze di viaggio.

Grazie ai guadagni del suo blog Silvia è riuscita a licenziarsi qualche settimana fa da un lavoro sicuro e a tempo indeterminato, come impiegata al Comune di Vecchiano in provincia di Pisa.

Ha trasformato così la sua vita in modo da poter essere più presente e poter crescere i suoi figli senza i sacrifici tipici di una mamma che lavora e trascorre fuori casa le sue giornate, lontana dai suoi figli.

Oggi Silvia è una blogger a tempo pieno e, a 2 mesi di distanza dal licenziamento, è più che soddisfatta della scelta fatta.

“Ho trascorso l’estate con i miei figli, lavorando quando loro dormivano, acquisendo ancor più fiducia in me stessa” ci spiega Silvia.

“Ho ricevuto apprezzamenti da parte di chi vorrebbe fare una scelta come la mia ma non ha il coraggio e per questo mi chiede consigli. Quello che dico loro è che non ho una formula magica, ed il mio consiglio è quello di lavorare per i propri sogni, oltre che crederci e credere nelle proprie capacità” ci dice ancora Silvia.

“Io ad esempio, negli ultimi sei anni ho dedicato al blog ogni momento libero delle mie giornate: uscivo dal lavoro, mangiavo in velocità e via a scrivere. Facendo così sono riuscita a trasformare la mia passione nella mia professione ed adesso lavoro divertendomi” continua entusiasta la creatrice di Trippando.it.

Al momento di licenziarsi, Silvia ha comunicato al mondo la sua decisione con una lettera aperta indirizzata ai figli pubblicata sulla pagina http://www.trippando.it/lettera-ai-miei-figli-dopo-essermi-licenziata-non-l-ho-fatto-per-voi, in cui spiega  i motivi del suo gesto.

La lettera è stata ripresa e pubblicata dai due giornali della sua zona, il Tirreno e la Nazione, oltre l’uscita sulla cronaca di Pisa ed altri media ancora.

Ma qual’è il segreto di questa mamma che riesce a lavorare in autonomia da casa, coniugando i piaceri di stare di più con la sua famiglia ed il suo lavoro?

“Sono convinta che il successo di Trippando.it dipenda dal fatto che dietro ci sia sempre la parte umana che apporto al blog. Anche se devo scrivere un redazionale o un articolo sponsorizzato, parto sempre dalla mia esperienza personale o da qualche aneddoto familiare” ci dice Silvia.

“Quello che piace a chi mi legge è proprio la passione che metto nel mio blog e nei consigli che do a chi mi legge. Spesso i lettori mi scrivono, via email o attraverso la messaggistica della Pagina Facebook, per chiedermi indicazioni sui posti dove dormire, sulle migliori spiagge, su attività da fare con i bambini in un determinato posto.

E dato che questo, prima che essere il mio lavoro, è la mia passione, io rispondo sempre appena possibile con il consiglio migliore che sento di dare” racconta ancora Silvia.

A volte poi mi capita di dare così tante indicazioni che dalla risposta scritta al singolo all’articolo sul blog il passaggio è stato breve. Altre volte ancora, quando le domande non erano così urgenti, ho risposto direttamente che avrei scritto un articolo ad hoc, in modo da poter essere di aiuto anche ad altri”.

E poi ancora: “Anche sui social network mi presento così come sono: racconto la mia vita fatta di lavoro (prima da impiegata, adesso da blogger a tempo pieno), di weekend passati con la famiglia, di vacanze e di viaggi come quelli di una persona normale. Per questo le persone seguono Trippando ed i miei consigli, perché sono una come loro!”.

Affermazione entusiasta di Silvia che svela il “segreto” che le permette scrivere articoli in grado di coinvolgere i suoi lettori.

“Il mio modo di scrivere è molto colloquiale. Mi è capitato diverse volte di incontrare di persona alcuni lettori e la prima cosa mi hanno detto dopo avermi sentito parlare un minuto è stata ‘sembra di leggerti’.

Silvia adesso trasmette la sua esperienza anche agli altri, blogger e non, tramite ebook, libri e corsi present su Trippando.it

Insomma, oggi l’aspirazione al posto fisso può anche venir meno visto che grazie al web si può lavorare dal comodo della propria casa con un blog, invece che elemosinare lavori in giro.

Una strada che può portare, con studio e lavoro mirati, grandi soddisfazioni personali ed all’indipendenza economica.

 

 

 

 

 

 

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Contatti stampa:

Silvia Ceriegi
Email: silvia@trippando.it
Phone: +39 328 0161268

Parte oggi la sfida social #cosavogliofaredagrande, per aiutare i bambini a crescere sereni

Villanterio, 13 settembre 2017 – Dopo i secchi di acqua ghiacciata che segnò l’estate dello scorso anno parte oggi 13 settembre sui social italiani e del mondo la sfida #cosavogliofaredagrande, con lo scopo di aiutare i bambini a vivere una vita più felice.

La challenge consiste nel condividere sui propri profili social un video o una foto che risponda alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, sfidando 5 amici a fare lo stesso.

La sfida è aperta a tutti, bambini e adulti, con l’obiettivo che l’iniziativa diventi virale tramite la diffusione sui diversi social networks e la possibilità di raccogliere donazioni attraverso la pagina web dedicata all’indirizzo www.guardavanti.org/challenge.

La campagna è stata predisposta sia per un pubblico italiano che internazionale e verrà lanciata oggi in contemporanea in italiano e in inglese sugli account Facebook, Instangram, Twitter e YouTube dell’associazione.

Aiutare sempre più bambini a crescere sereni, perché il futuro è un diritto di tutti”. Sono queste le parole di Luca Corazzini, professore alla “Cà Foscari” di Venezia e Presidente dell’associazione Guardavanti: per il futuro dei bambini – ONLUS che ha organizzato la sfida dagli scopi benefici .

Guardavanti è una giovane ONG italiana fondata nel 2011 e molto attiva nelle province di Pavia e Milano, impegnata con progetti di educazione e sostenibilità sia in Italia che nel sud del mondo, concentrandosi in particolare sui bisogni dei bambini.

L’iniziativa conta già sul sostegno di molti blog e gruppi Facebook dedicati al mondo delle mamme, che seguiranno Guardavanti in questo progetto, diffondendo il video promozionale e gli aggiornamenti della challenge con l’hashtag #cosavogliofaredagrande.

Su Youtube è disponibile il video ufficiale della challenge all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=WMMPDUulxJQ&feature=youtu.be

Maggiori informazioni sul sito internet www.guardavanti.org.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guardavanti: per il futuro dei bambini – ONLUS

Via Novaria n.° 4

27019 Villanterio (PV)

CF / Partita IVA 90010990183

telefono : +39 0382.967394

fax: 0382 1721407

email: info@guardavanti.org

PEC : guardavanti@pec.it

Skype: guardavanti1

Facebook: Guardavanti: per il futuro dei bambini

Instagram: guardavanti.onlus

Twitter: @GuardavantiOng

Nasce GOBIMBO, L’App che Aiuta le Mamme A Vivere la Città

GoBimbo è l’applicazione gratuita che permette di trovare ogni giorno eventi e attività da fare a Milano con i propri bambini.

Il progetto nasce dall’esigenza di una mamma che, avendo sempre poco tempo per informarsi, ha ideato un servizio che le filtrasse le informazioni quando e dove le serviva.

Gobimbo funziona proprio così!

Creata per aiutare mamme, papà, nonni, zii, tate a scovare tutte le proposte per i bambini dai 0 ai 10 anni quando si cercano idee… e non si sa mai cosa ci sia in giro!

Basta inserire l’età del bambino e il sistema identifica in automatico l’orario e la propria posizione, rivelando tutte le proposte nelle vicinanze, adatte all’età indicata.

I risultati vengono visualizzati sia su mappa, sia elencati in categorie con relativa indicazione della distanza – e se serve c’è anche il navigatore che mostra la strada!

Gobimbo permette di filtrare le proposte secondo le proprie necessità (solo attività al coperto se fuori piove, solo attività gratuite, solo alcune categorie di attività – teatro, laboratori, musica, musei, lingue, natura..). Si può inoltre modificare la data o l’ora per vedere le proposte del giorno successivo o della settimana dopo o del weekend…

Con Gobimbo le mamme, con il sole o con la pioggia, saranno sempre aggiornate su cosa c’è da fare in giro!

È un’Applicazione gratuita disponibile per Android e iPhone.

Al momento il servizio è disponibile nella città di Milano. Presto in altre città.

Per ulteriori informazioni c’è anche il sito: www.gobimbo.it.

Milano, 17 febbraio 2015

 

Nella settimana del 29 gennaio 2015, GoBimbo è stata selezionata come una delle migliori nuove app su Apple Store!

 

Alcuni numeri dalla nascita 1/12/2014 al 15/2/2015:

Totale app scaricate e attualmente in uso: 3.569

Totale visite al sito internet: 5.395

 

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Contatti: Ljuba Safaric

E. l.safaric@gobimbo.it

M. 347.4747404

 

Link a immagini in alta/gif/jpg e video:

https://www.dropbox.com/sh/j3a1k5f8ojnin4o/AACYjmUpTw3mjJUFh3FFbJOea?dl=0

link diretto dropbox

Link video di presentazione

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