Dubai, 8 aprile 2022 – Sono stati i 25 milioni di visitatori, in un contesto straordinario tra innovazione, architettura, tecnologia e futurismo, ad aver confermato Expo Dubai 2020 come il più grande evento nella storia del Medio Oriente.
L’Esposizione Universale emiratina che ha radunato il mondo intorno al tema “Connecting minds, creating the future” si è chiusa con un bilancio oltre le aspettative e numeri che parlano di un’esperienza culturale irripetibile.
Un sito ospitante di 4,38 chilometri quadrati, 35.000 volontari, 200 paesi, 4.912 pannelli solari, 50 cucine nazionali, 1 padiglione per la parità di genere, 142 esperti di settore provenienti da 76 paesi, 182 giornate dall’inizio dell’evento ed oltre 1 milione di visitatori solo negli ultimi 3 giorni.
Opportunità, Mobilità e Sostenibilità, sono stati i macrotemi che hanno unito i Paesi partecipanti intorno a progetti, idee e innovazioni nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali. Un successo che ha premiato il Padiglione Italia con oltre 1,6 milioni di visitatori e 13 milioni di contatti online con la riproduzione stampata in 3D del David di Michelangelo diventata una delle icone dell’Esposizione.
L’Italia è stato il Paese leader tra quelli che hanno scelto la formazione come tema portante, con 140 giornate educational a cui hanno aderito oltre 4.000 persone di 26 diverse nazionalità.
Monica Perna, l’imprenditrice expat dell’education, racconta l’esperienza di volontaria per 3 mesi all’evento e come Dubai metterà a frutto il patrimonio di strutture, risorse e progetti nati dall’Esposizione Universale appena conclusa.
“Un’esperienza esclusiva e altamente formativa, a contatto con avanguardie tecnologiche, architetture ed effetti spettacolari, prodotti, costumi e culture tipiche dei Paesi a cui noi imprenditori italiani expat a Dubai siamo grati per il patrimonio di legami e risorse che questo evento ha saputo catalizzare in questa terra già così densa di opportunità e stimoli”. Così racconta entusiasta Monica Perna, imprenditrice italiana del settore formazione ed educazione, English Coach e CEO della Auge International Consulting, dopo la sua esperienza come Country Team Member tra i volontari di Expo che, con le loro abilità comunicative, hanno contribuito al successo dell’evento.
Il sipario su Expo 2020 Dubai è calato il 31 marzo, ma la città più futuristica al mondo si prepara già per un post-Expo che intende valorizzare quanto appreso nel corso dell’evento: l’area Expo diventerà District 2020, una città smart dove tutto sarà raggiungibile in soli 15 minuti.
“Dopo l’Esposizione Universale, – prosegue la Perna – Dubai si prepara ad una nuova fase di sviluppo e apertura di cui io e la mia impresa intendiamo essere partecipi. Le più recenti tecnologie del Metaverso applicate all’Education, il settore in cui la mia impresa opera, hanno dato a me e a molti altri imprenditori, mezzi e modi di espressione che difficilmente avremmo potuto trovare altrove. La fase post Expo – aggiunge l’imprenditrice brianzola, amministratrice di un’impresa che impiega 28 persone, tra cui diversi italiani, e forma più di 800 mila studenti in tutto il mondo – sarà un momento di potenziamento del modello Dubai che punta su futuro, semplificazione dei processi, politiche fiscali e di espansione, città smart, sicure e sostenibili, dove è anche possibile fare transazioni in criptovaluta grazie alla legge sugli asset virtuali entrata in vigore lo scorso marzo”.
Lo scopo è quello di fare di Dubai un Hub per attrarre investitori nelle blockchain e nelle criptovalute, nel settore immobiliare, tecnologico e digitale, pronto ad accogliere una nuova generazione di giovani imprenditori, spesso expat, con capacità di spesa e progetti innovativi a cui la città intende offrire terreno fertile e il migliore contesto competitivo e culturale.
Monica Perna insieme al management ed alcuni colleghi dello staff del Padiglione della Repubblica di San Marino ad Expo 2020 Dubai dove ha collaborato come volontaria
Gamification e welfare aziendale valorizzano e rendono più produttive le risorse umane
Roma, 26 gennaio 2022 – Un nuovo format sta stravolgendo l’organizzazione aziendale, aiutando gli esperti in Project Management ad ingaggiare i propri collaboratori, a migliorarne il benessere e conseguentemente a incrementarne la produttività. Tutto si basa sulla volontà di dare il giusto valore al “capitale umano”, inserendo la gamification aziendale in un progetto più ampio di welfare aziendale.
Parte da questi presupposti l’innovativo “Sistema Manuagere” lanciato da Fattoria dei Talenti, una cooperativa che offre consulenza alle imprese, garantendone la competitività nello scenario attuale che è molto diverso da quello che predominava fino a pochi anni fa.
L’impatto della pandemia sull’organizzazione aziendale
La pandemia ha accentuato e velocizzato lta trasformazione dell’organizzazione aziendale.
“Pochi giorni dopo il primo lockdown – dichiara Ugo D’Alberto, business trainer e Presidente di Fattoria dei Talenti – abbiamo capito che le cose sarebbero cambiate per sempre: avevamo bisogno di digitalizzare parte del nostro lavoro. Ci serviva una piattaforma digitale, per facilitare l’engagement delle HR e che semplificasse il project management di imprenditori e manager. Abbiamo trovato la soluzione nella gamification aziendale, che utilizza la teoria dei giochi per coinvolgere le persone e monitorare il loro progresso in termini di acquisizione di competenze e di produttività. Il nostro sistema Manuagere (dal latino: condurre con mano) permette di accumulare punti per ogni azione che viene compiuta e di premiare i risultati ottenuti dalle persone, il tutto facilmente dal proprio smartphone”.
Lo studio dei dati
Le imprese da quando è scoppiata la pandemia hanno iniziato a sperimentare le opportunità del welfare aziendale ma senza riuscire ad identificare in modo oggettivo alcuni indicatori di produttività (KPI). Gli esperti di Fattoria dei Talenti, studiando le azioni intraprese da queste imprese, hanno scoperto che quasi nessuna di queste ha abbinato le enormi opportunità della gamification aziendale, che permette di aumentare il coinvolgimento e la produttività delle persone utilizzando dinamiche derivate dal mondo dei giochi, ad un progetto di welfare aziendale.
È per questo motivo che, ispirati da questi questi dati, hanno condotto ulteriori studi e ricerche riuscendo a dimostrare che, in un contesto di bassa motivazione, sono proprio le risorse migliori ad uscire dall’azienda per cercare ambienti più stimolanti.
Un individuo, infatti, esprime il suo potenziale non solo grazie all’insieme di capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali e relazionali acquisite mediante l’istruzione scolastica ma anche – e soprattutto- attraverso l’apprendimento e l’esperienza maturata sul posto di lavoro che ricopre.
È da questo principio che il capitale umano assume un’importanza cruciale per qualsiasi azienda: le conoscenze e le competenze dei membri di un team di lavoro non sono facilmente sostituibili in quanto intrinsecamente elaborate dai soggetti che le hanno acquisite.
Le attività di Manuagere
Mappatura dei talenti presenti nel team di lavoro
Ogni componente del gruppo viene mappato in termini di talento grazie ad efficaci analisi psicometriche. Il risultato che ne emerge viene messo in relazione al ruolo e si analizzano le dotazioni dei talenti e le aree di miglioramento. In questo modo diventa evidente quale sia il gap da colmare per rendere più coinvolta e produttiva la persona.
Implementazione dell’E-learning gamification
Ottenuta la mappatura del talento e compreso il gap da colmare, vengono creati il piano di studio e il percorso di carriera. Ogni membro del gruppo avrà i suoi contenuti da studiare su cui vengono erogati questionari di comprensione. La gamification permette di spingere le persone a studiare sfruttando le dinamiche di gioco: più studi, più vinci.
Applicazione di un modello di governance aziendale efficace
Manuagere permette al manager di avere tutti gli elementi per svolgere al meglio il suo ruolo con un solo strumento. La piattaforma, è la miglior palestra di management esistente perché integra in modo ottimale aspetti teorici con la pratica del project management.
Definizione oggettiva dei KPI
La digitalizzazione e il lavoro a distanza hanno amplificato la necessità di passare da un “controllo del fare” a una “gestione per KPI”. Con Manuagere ogni membro del team ha la possibilità di vedere i propri risultati in tempo reale da qualsiasi device e confrontarli con i KPI dei suoi colleghi. L’effetto immediato è la riduzione dei Costi di Non Qualità (CNQ) e l’incremento della marginalità.
Aumento della produttività
Passare dalla logica “del fare” alla logica “dell’avere” un risultato consente un collegamento immediato a gratificazioni sotto forma anche di semplici riconoscimenti o premi che possono rientrare in un paniere del welfare aziendale. Attraverso Manuagere si possono creare veri e propri percorsi legati al raggiungimento di risultati e ogni componente può avere i suoi parametri di riferimento in base al suo percorso professionale e ai budget da raggiungere.
Per consigli e suggerimenti su come migliorare la produttività del personale rimandiamo al blog www.fattoriadeitalenti.it/blog, o alla pagina dei contatti del blog.
Milano, 21 gennaio 2022 – Il 2022 si apre con la parola chiave che più di altre rappresenta lo scenario culturale del presente e del prossimo futuro. La nuova sfida per le imprese digitali italiane e per tutte quelle che vogliono stare al passo con i cambiamenti accelerati dalla pandemia e dal progresso globale è già partita.
Il Metaverso, un’universo nell’universo, è l’evoluzione estrema di internet e della realtà virtuale costituita dai social, potenziata attraverso l’applicazione di tecnologie digitali e immersive come i videogiochi, la realtà aumentata, il 3D, le monete virtuali, videoconferenze e shopping online.
In sostanza un nuovo mondo parallelo in cui sarà possibile fare virtualmente esperienze che facciamo nella vita reale vivendo un grado di coinvolgimento attivo ed emozionale, capace di generare sensazioni e percezioni come quelle reali o addirittura amplificate. Con la differenza che si tratta di un mondo che non ha confini, né barriere all’accesso, dove le persone possono incontrarsi e condividere in modo nuovo sapere, lavoro, divertimento, emozioni compiendo azioni che incidono sulla realtà.
A cercare un’origine nella scienza il Metaverso è la versione virtuale del Multiverso. Secondo la fisica teorica e la meccanica quantistica il Multiverso è un concetto basato sull’ipotesi che possano esistere universi paralleli al di fuori della nostra dimensione spazio-temporale. Il concetto ha però radici filosofiche antiche che risalgono agli atomisti, che furono rilanciate dopo la rivoluzione copernicana e che hanno avuto in Giordano Bruno, nel XVI secolo, il precursore del concetto più moderno di multiverso.
Se la scienza, da un lato, è molto divisa sulla teoria di possibili dimensioni parallele o “bolle”, la fantascienza, la cinematografia, la comunicazione digitale ne parlano da tempo e ci hanno abituato a viaggi nel tempo e ad interazioni con mondi diversi dal nostro dove spazio e tempo sono replicabili all’infinito e dove il nostro alter ego, un avatar dotato di strumenti superiori e potenziati, è in grado di fare più esperienze in meno tempo e di trarre da esse vantaggi superiori a quelli possibili nella vita reale.
Il Metaverso nel digitale
Il Metaverso nel digitale è dunque la nuova frontiera del progresso. Il cambiamento è già stato avviato di recente da Facebook, che ha cambiato anche il marchio delle sue piattaforme social appunto in “Meta”, ed è in parte sperimentabile in videogiochi di ultima generazione come Minecraft o Roblox. Noti marchi della moda come Adidas o Gucci stanno già lavorando sul Metaverso perché arricchisca l’esperienza della moda e dello shopping virtuale. E lo stesso stanno facendo prestigiosi marchi automobilistici, imprese dell’I-tech, dell’IT e brand di ogni tipo che vedono nel Metaverso un nuovo, presto indispensabile, modo per promuoversi e progredire nel business.
Il Metaverso nell’education per potenziare e democratizzare l’apprendimento: l’esperienza di Monica Perna
Uno dei settori nei quali certamente il Metaverso prospetta i più importanti vantaggi è quello dell’Education e del live streaming.
Ne abbiamo parlato con Monica Perna, CEO di un’impresa digitale, antesignana delle dinamiche di quel mondo parallelo senza frontiere per il quale non tutti ancora sono pronti.
“La didattica, oggi, non può più basarsi su vecchi ed obsoleti schemi tanto nei metodi di insegnamento quanto nel modo in cui studiare.”Così parla Monica Perna, english coach ed imprenditrice digitale brianzola che dopo aver fondato la sua English Academy a Milano è volata, nel 2019, verso Dubai, la smart city preferita dalle multinazionali del settore Tech, IT e dell’Education, avanguardia del Metaverso e delle sue più avanzate applicazioni.
“Nell’ambiente futuristico ed innovativo di Dubai ho avuto modo di perfezionare quanto già avevo avviato in Italia ossia un nuovo metodo didattico capace di massimizzare memoria e risultati per permettere a tutti di accedere allo studio senza limiti di spazio e di tempo e con un vantaggio anche sul piano dei costi. Il contributo delle tecnologie tipiche del Metaverso può fare la differenza nel modo in cui l’apprendimento avviene e nella qualità dei risultati che esso può produrre. Esperienze immersive, interattive, dinamiche e coinvolgenti sono nel mio programma al centro di un metodo che punta, grazie ad un mix di tecnologia e realtà virtuale, a cambiare il modo di studiare trasformandolo in un’esperienza potenziata ed emozionale. L’accesso all’educazione attraverso l’e-learning, che fino a poco tempo fa era visto con diffidenza dalla didattica tradizionale, è oggi la nuova frontiera di un sapere più accessibile ed in definitiva più democratico. Tutti devono poter studiare, dove e quando sia loro possibile e tutti devono essere messi in condizione di sfruttare il loro massimo potenziale”.
È sulla base di queste premesse che l’imprenditrice brianzola, CEO a Dubai della Auge International Consulting, Impresa di educazione ed alta formazione, ha ideato un nuovo metodo didattico chiamato Metodo AUGE (come la sua impresa) che, come nel concetto di Metaverso, applica all’insegnamento della lingua inglese l’uso di lavagne virtuali, live streaming di gruppo, contenuti animati, viaggi studio virtuali, conversazioni con madrelingua inglesi provenienti da diverse parti del mondo, tecniche di memorizzazione rapida applicate a grafiche e contenuti animati che sfruttano la dimensione social per incentivare l’apprendimento cooperativo e la motivazione.
“Il Metaverso è già il presente – aggiunge Monica Perna – la mia impresa lavora da anni alla didattica del futuro e ad una migliore esperienza dell’apprendimento. Quando poi si tratta di imparare una lingua come l’inglese, indispensabile oggi per tutti, il percorso deve essere all’altezza delle nuove esigenze e stili di vita. Soprattutto, come un mondo parallelo, deve entrare a far parte della vita di una persona in modo reale, costante, esperienziale ed immersivo. Il potenziale di un metaverso dell’education può produrre risultati oltre le aspettative ed è per questo che auspico che imprese, istituzioni ma anche scuole e famiglie siano presto pronte ad accogliere un cambiamento in atto che nei prossimi anni diventerà realtà”.
Monica Perna, English Coach e CEO di Auge International Consulting
Napoli, 26 marzo 2021 – Riprendono le attività di preparazione del Simposio del Premio “Penisola Sorrentina”, che il 24 ottobre del 2020 ha licenziato la “Carta di Sorrento”, un documento strategico che parla all’Italia di governance in settori nevralgici come ambiente, turismo e cultura. L’organizzazione è al lavoro per l’edizione 2021 della kermesse e la Commissione Cultura del Senato propone per quel giorno di celebrare “La Giornata nazionale dello Spettacolo” .
Tra i partner della passata edizione il Gruppo Intesa Sanpaolo, che da sempre interpreta responsabilmente il proprio ruolo di prima banca italiana e contribuisce attivamente alla vita culturale del Paese, ritenendo che esista un fecondo rapporto fra crescita economica e progresso civile. Nel 2020 l’impegno culturale del Gruppo ha toccato così anche Sorrento, perla del turismo internazionale affacciata sul Golfo di Napoli, che vanta tra le iniziative più prestigiose il Premio “Penisola Sorrentina”.
La kermesse culturale, diretta da Mario Esposito, è promossa sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo in collaborazione con la Fondazione Sorrento ed il Comune di Sorrento.
Da Sorrento, il Premio Penisola Sorrentina in piena pandemia ha lanciato un grido di allarme ed una forte provocazione civile, durante uno speciale Simposio dedicato ad ambiente, turismo e cultura.
Quale sarà il nuovo turismo sostenibile? Come potrà rivivere lo spettacolo dal vivo?
Occorre un piano che sappia far rinascere dalle macerie l’economia e soprattutto pensare ad una nuova governance del Paese dopo il Covid-19.
Da qui è scaturita l’importanza strategica della “Carta di Sorrento”, istituita ad ottobre del 2020, su iniziativa del giurista Luigi Cerciello Renna, docente di legislazione ambientale all’Università di Roma 4, in occasione dei 25 anni del prestigioso Premio Penisola Sorrentina. Essa consiste in un documento integrativo ed innovativo che l’Organizzazione – dopo un percorso di dibattito e inchieste pubbliche secondo il modello francese – intende portare all’attenzione del legislatore e del decisore pubblico, anche per pensare ad un nuovo corso del concetto di sostenibilità.
Fu una giornata storica, perché proprio il 24 ottobre nelle ore in cui il Premio (da subito convertitosi in formato phygital, un ibrido di presenza e remoto) celebrava i suoi 25 anni, veniva varato il Dpcm che ha decretato la chiusura totale di cinema e teatri ancora in corso. Una giornata che un disegno di legge depositato in Senato e sottoscritto da diversi membri della Commissione Cultura propone come “Giornata nazionale dello spettacolo“.
Nell’edizione 2020 (l’edizione del venticinquennale del Premio) la lodevole e coraggiosa iniziativa culturale ha registrato anche l’adesione di Intesa Sanpaolo.
Un partner privato di assoluto prestigio per il Simposio del Premio Penisola Sorrentina, che guarda ormai sempre più ad una dimensione nazionale ed internazionale.
“Iniziative come questa di Sorrento sono perfettamente in linea con l’impegno del Gruppo in ambito sociale”, ha spiegato Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo.“La nostra Banca è fortemente impegnata in attività culturali, basti pensare alle esposizioni permanenti e temporanee del vasto patrimonio artistico presso le Gallerie d’Italia, i nostri musei di Napoli, Milano e Vicenza. Intesa Sanpaolo è particolarmente sensibile ai temi della coesione sociale e della riduzione delle disuguaglianze. Una sensibilità accompagnata dall’attenzione verso le esigenze del territorio e del suo tessuto produttivo. In questo delicato periodo continuiamo a supportare le famiglie e le Pmi del Mezzogiorno, favorendo 70 accordi di filiera e garantendo la liquidità necessaria: da inizio anno abbiamo già erogato oltre 3 miliardi di euro di finanziamenti alle imprese meridionali, mentre ammonta a circa 4 miliardi il debito residuo relativo alle oltre 30mila moratorie accordate alle aziende”.
La macchina organizzativa del 2021 è già a pieno regime, nonostante le persistenti difficoltà del momento legate al Covid: sono in corso, infatti, incontri e confronti tra la direzione del Premio ed esponenti del mondo privato e pubblico nazionale ed europeo, per definire il panel e il calendario dei lavori in programma ad ottobre prossimo.
L’intervento al Simposio 2020 di Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo.
Milano, 13 maggio 2020 – Cosa riserverà il futuro per il mercato immobiliare al tempo del Coronavirus? Simone Spada, immobiliarista e autore ci dice la sua in merito all’andamento del mercato immobiliare in Italia nei prossimi mesi, azzardando una previsione su ciò che potrebbe accadere.
“Il nostro è uno dei paesi che sta pagando il prezzo più alto in termini di vite umane e danni economici a causa della pandemia da Covid19. Lavoro nel settore immobiliare da circa 10 anni e una crisi del genere non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella del 2007, che era nata come crisi del comparto bancario”, spiega Spada.
“Oggi ci troviamo di fronte ad una crisi sanitaria che ha inevitabilmente colpitol’economia, intaccando e danneggiando molteplici settori senza distinzione. Il governo, inutile negarlo, ha commesso diversi errori e di sicuro, almeno nella fase iniziale della pandemia ha sottovalutato il problema.
Gli operatori del settore immobiliare in queste settimane si sono rimboccati le maniche e hanno messo in campo diverse strategie per cercare almeno in parte di aggirare il lockdown, ma i risultati non sono stati eccellenti”, continua Simone Spada.
I motivi si possono riassumere in questo modo:
Non si compra una casa senza averla vista
La visita virtuale di un immobile rappresenta oggi un’importante opportunità per i clienti che vogliono acquistare casa. Questo strumento non è nuovo ma esiste da molti anni grazie a video 360° e a fotografie panoramiche, il problema sostanziale è che nessuno di mia conoscenza acquisterebbe un immobile senza averlo visto e toccato di persona. Del resto, le stesse trasmissioni televisive statunitensi che mostrano queste pratiche sono spesso fake e interpretate da attori professionisti. Ciò non toglie che questo strumento aiuti e guidi i vari ipotetici clienti, ma non può essere certo indicato come una soluzione del caso.
ISTAT: una famiglia su tre non ha un PC, e nemmeno un tablet
Capite bene che in un’ottica sempre di più mirata ai social e all’utilizzo di piattaforme online la fotografia che ha stilato l’istat in questi giorni non aiuta di certo. Del resto lo stesso identico problema si riversa sulla scuola a distanza e sul lavoro da casa. Se quindi anche il mercato immobiliare nei prossimi anni verrà sempre di più valorizzato grazie alla rete, sarà meglio che qualcuno si occupi di incentivare l’acquisto di questi mezzi anche attraverso bonus.
Immobiliaristi o formatori dell’ultima ora?
In questi ultimi due mesi (sarà un caso?) c’è stato un incremento di sponsorizzazioni su tutti i canali social (Facebook, Instagram ecc.), di corsionline inerenti il settore immobiliare di imprenditori e formatori che promettono come al solito facili guadagni con investimenti irrisori. Ecco, questo è il modo più sbagliato per occupare il tempo libero dovuto al lockdown. Non mi riferisco a chi decide di seguire questi corsi e lezioni online, (ognuno è libero di fare ciò che vuole con i propri soldi), ma a chi li propone. Sponsorizzare centinaia di corsi in un lasso di tempo brevissimo non è intelligente e quanto meno dovrebbe far riflettere sulla reale efficacia del suddetto corso. Non metto in dubbio che ci siano bravi formatori che facciano bene il loro mestiere (ne conosco diversi), ma in mezzo al mare si può trovare ogni cosa e questo vale per qualsiasi tipo di settore lavorativo.
“Detto questo io resto ottimista per natura, le case si compravano dopo “la spagnola”, dopo la fine della seconda guerra mondiale e dopo l’11 settembre, non vedo perché il post Covid-19 dovrebbe quindi coincidere con la morte del mercato.
Certo, ci troveremo di fronte a diverse problematiche e a una crisi che coinvolgerà moltissimi individui sia sul piano personale che sul piano professionale, ma credo che proprio in queste situazioni si dovrà agire con intelligenza, con la speranza che lo stato ci supporti.
Sicuramente ci saranno oscillazioni di prezzi, che coinvolgeranno per forza di cose gli immobili commerciali e a mio avviso anche gli immobili siti in località turistiche. La stessa cosa potrà riguardare i contratti di affitto e prevedo una quasi sicura flessione delle compravendite immobiliari, ma non nell’immediato.
Le agenzie dovranno implementare velocemente i servizi offerti, in modo da poter servire una clientela più ampia e sarà solo con la coesione e con la collaborazione che riusciremo finalmente a rialzarci”, conclude Spada.
Napoli, 30 aprile 2020 – Sono i cofinanziamenti le entrate che consentirebbero di riattivare i flussi finanziari e i capitali di rischio delle imprese. In mancanza il sistema non ripartirebbe spontaneamente. Non efficienti quindi gli aiuti a fondo perduto tout court alle microimprese, tra l’altro privi di una copertura economica.
“Penso che la logica del sussidio a fondo perduto non basti e il paternalismo rischi di assuefare le persone ad una logica perversa che a lungo porterà alla rinuncia di attività e alla morte dell’impresa e del liberalismo”, dice Mario Esposito, giornalista, quarant’anni, di cui oltre venticinque dedicati alla promozione culturale e al terzo settore.
“Serve un forte atto di coraggio e di programmazione. In base ai fatturati passivi dello scorso anno andrebbero individuate delle percentuali di contributi economici, cui accedere previa presentazione di un piano di attività per la ripresa. Non devono essere sussidi a fondo perduto tout court, ma veri e propri contributi-corrispettiviche siano in grado di garantire il principio contabile dell’unità del bilancio pubblico, cioè quello in base al quale alla somma delle entrate corrispondono le uscite e viceversa. Il concetto è rilevante, in quanto essi sarebbero contributi specifici, destinati a programmi di attività e non a destinazione generale, pertanto assimilati a ricavi: in tal modo lo Stato si garantisce anche una entrata tributaria. L’imprenditore deve riprendere a fare spesa, ad attivare la propria filiera, a smuovere i consumi, sapendo però che sulle spese riceverà un contributo a copertura delle stesse”, dice ancora Esposito.
“Solo così il circuito tra le aziende si potrà riattivare, altrimenti non si uscirà da questo stallo. C’è una vera e propria necrosidei flussi. È come se per l’economia, soprattutto quella domestica, ci fosse stato un ictus. Ora i danni si manifesteranno alle riaperture delle attività. E ciò soprattutto nel mio settore, lo spettacolodal vivo. Come si pensa, infatti, di rimettere in moto le produzioni tetarali, musicali e dei grandi eventi?” si chiede il patron del Premio Penisola Sorrentina,
Un Premio che è ormai una istituzione culturale di consolidato prestigio della costiera.
Esposito auspica anche gestioni associate dei servizi da parte di enti pubblici, consorzi tra le imprese per abbattere i costi fissi di ogni azienda, razionalizzazione delle attività. Certamente servirà tantissima liquidità.
“Lo Stato dovrebbe diventare di nuovo imprenditore e mediante cabine di regia e convenzioni affidate a Regioni e Comuni partecipare alle attività aziendali, versando corrispettivi calcolati in base alle spese sostenute in questo terribile anno. Quei contributi in entrata costituiranno ricavi per l’imprenditore, il quale dovrà pagarci delle imposte dirette ed indirette. Solo con le piccole mance date alla microimprese a fondo perduto sarà difficilissimo rimettere in moto la macchina, in particolare per i piccoli soggetti. I contributi vandrebbero proporzionati e connessi alle attività da svolgere alla riapertura in un piano di reciprocità Stato-Impresa. Altrimenti, perseguendo una logica egualitaria ed assistenzialista, si rischia di sfociare nella inefficienza della spesa”, conclude Esposito.
Milano, 26 marzo 2020 – Ai manager e imprenditori che stanno affrontando la sfida della contrazione e conversione del business dovuta al COVID-19 è arrivato il supporto di alcuni realtà tecnologiche che, per la durata dell’emergenza, si sono resi disponibili a fornire gratuitamente le proprie competenze nelle video-sessioni di 20 o 40 minuti ospitate dalla piattaforma.
A renderlo possibile è la partnership tra BeyondTheBox e YOURgroup che, proprio attraverso il servizio di “condivisione di competenze” on line di /BeyondTheBox, ha deciso di portare anche all’esterno il valore del Give First che ne è alla base.
YOURgroup, il primo gruppo di advisory operativa C-level in Italia, ha riunito alcuni dei suoi fractional manager in una taskforce a supporto degli imprenditori italiani in aree specifiche: cambiamento organizzativo, gestione finanziaria, finanziamenti bancari, digitalizzazione, gestione dei contenziosi, negoziazione dei contratti, budget e controllo di costi e margini, gestione del rischio, trasformazione e ottimizzazione della produzione e di reti commerciali.
Il servizio è reso attraverso la tecnologia e l’intelligenza artificiale di /BeyondTheBox che permette all’utente di non dover cercare il contenuto adatto alla propria esigenza: è sufficiente scrivere di cosa si ha bisogno e la piattaforma fa il resto, in modo semplice, veloce e confidenziale.
“L’obiettivo di /BeyondTheBox è attivare processi di creazione del valore attraverso la condivisione” ci racconta la CEO della startup Aleksandra Maravic. “Vogliamo dare agli imprenditori, che in questo momento stanno vivendo un momento difficilissimo, il contributo dell’esperienza dei più di 160 manager del Gruppo, per offrire un consulto su tematiche di gestione finanziaria, di risorse umane, di digitalizzazione, di sviluppo commerciale e di riduzione costi che in questa situazione possono essere vitali”, aggiunge Andrea Pietrini, Managing Partner di YOURgroup.
Le sessioni con i partner della taskforce verranno offerte gratuitamente durante tutto il periodo dell’emergenza. Sarà sufficiente iscriversi alla piattaforma di BeyondTheBox e richiedere l’attivazione delle sessioni omaggio scrivendo a help@beyondthebox.it
Milano, 20 dicembre 2019 – Molti non lo sanno, e continuano a inviare curriculum come se a leggerli fossero solo e unicamente dei recruiter umani, in carne e ossa, ma le cose non stanno esattamente così, anzi. Sono infatti sempre di più le aziende che si affidano a dei sistemi automatici per la preselezione dei curricula, per scremare velocemente i candidati.
Ma per quale motivo le aziende hanno deciso di dotarsi di un selezionatore automatico?
«Va sottolineato prima di tutto che questi software vengono usati solamente nella fase preliminare, per eliminare tutte le candidature che non presentano i requisiti minimi indicati nell’annuncio di lavoro» spiega Adami, per poi aggiungere che «le aziende utilizzano questi programmi per fare fronte alle decine o centinaia di curricula che arrivano tutti i giorni. Per avere la certezza di non cestinare dei curriculum senza leggerli, dunque, si rende indispensabile dotarsi di un aiuto digitale» spiega l’head hunter di Milano Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati.
C’è però una sottile ma importante differenza tra lo scrivere un curriculum vitae rivolto a un recruiter e realizzare invece un CV che verrà analizzato da un software.
Senza ombra di dubbio i software in questione sono estremamente utili per velocizzare la selezione e per destinare il tempo e le energie delle risorse interne ad altre attività. Non si può però trascurare il fatto che, talvolta, questi algoritmi si rivelano poco precisi, finendo per scartare dei curricula assolutamente validi.
«I programmi per la scrematura dei curriculum sono certamente migliorati negli ultimi anni, ma ancora oggi gli algoritmi utilizzati si lasciano scappare dei candidati interessanti. Il problema, in questi casi sta nella costruzione stessa del curriculum vitae, che non risulta chiaro agli occhi del programma di selezione, che di conseguenza finisce per scartare il candidato».
Cosa possono fare dunque le persone alla ricerca di un nuovo lavoro che vogliono essere certe di superare la preselezione effettuata dai software?
«Il curriculum vitae deve sempre essere chiaro, ben strutturato e senza errori di sorta; nel caso dei CV che verranno scansionati dai software questi requisiti sono doppiamente importanti» sottolinea Carola Adami.
Ecco allora che, per non contrariare l’algoritmo incaricato di scremare le candidature, si rende necessario per esempio ‘ottimizzare’ il curriculum vitae per specifiche parole chiave. È dunque importante individuare i termini utilizzati nell’annuncio di lavoro e riportarli nel proprio curriculum, così da avere la certezza che il software sia in grado di riconoscerli. Se per esempio l’annuncio di lavoro parla di “Sales Manager”, è meglio usare quel termine anziché “responsabile delle vendite”.
É molto importante inoltre scegliere il giusto formato: alcuni programmi per la scrematura dei curriculum, per esempio, non accettano file in PDF, in HTML o nei formati di salvataggio di Open Office e Apple Pages. Meglio quindi andare sul sicuro, inviando dei CV in formato doc o txt. E ancora, per non confondere l’algoritmo è bene ridurre immagini, grafici e tabelle al minimo. Infine, per aiutare il software a collocare correttamente il proprio curriculum vitae, è necessario spiegare in modo chiaro, diretto ed esaustivo le proprie mansioni passate.
Seguendo queste semplici regole è possibile realizzare un curriculum vitae a prova di selezione automatica fatta da dei software.
Milano, 5 novembre 2019 – Portare il cane in ufficio è un’abitudine che si sta diffondendo anche in Italia e che può dare molti benefici. Per questo motivo molte grosse aziende si sono già attrezzate e hanno permesso questa pratica, aggiornando i loro regolamenti interni. Google, Amazon, Nintendo, Mars Italia, ad esempio sono solo alcune delle aziende più note come ‘dog friendly‘.
Ma come mai sta avvenendo questo?
Portare il cane in ufficio puòportare molti benefici, sia al padrone che alle persone con cui condivide lo spazio. Un cane che gira per l’ufficio porta allegria e può contribuire così a migliorare la collaborazione tra le persone, alzando il morale e riducendo lo stress di tutti.
Secondo un recente sondaggio realizzato da IPSOS, nell’azienda Purina, circa il 55% dei lavoratori intervistati afferma di sentirsi meno stressato se a lavoro c’è un animale.
Questo si ripercuote in modo molto positivo sulla produttività e sul benessere generale. La condizione è che, ovviamente, il cane deve essere ben educato: non deve produrre rumore e nè sporcare in giro, ma si deve comportare esattamente come un collega discreto.
Ma quali sono i requisiti per portare il proprio pet friend anche a lavoro?
Per portare il cane in ufficio occorre sicuramente essere in regola con le visite veterinarie e la registrazione all’anagrafe canina. Inoltre ogni azienda o ogni spazio di coworking potrebbe specificare delle regole proprie.
Ad esempio, per portare il cane negli uffici Purina (la nota azienda del Pet Food) bisogna essere in possesso del patentino di ‘Buon Conduttore Cinofilo’ e di una polizza assicurativa adatta.
Al momento in Italia non esiste un quadro normativo preciso, e la scelta e la regolamentazione è lasciata al singolo ufficio.
Sono le stesse aziende e gli spazi di coworking infatti che, per rispondere alle richieste degli utenti, permettono a dipendenti e coworker di portare gli animali in ufficio ma con precise regole.
“Al momento non c’è una regolamentazione specifica al riguardo ma noi li accettiamo ben volentieri, valutando caso per caso le esigenze dei singoli e di tutti gli usufruitori degli spazi comuni”, dice Delia Caraci, responsabile del Loft Coworking di Milano (www.loft-coworking.it).
”Siamo orgogliosi di essere tra i primi spazi di coworking in Italia a valutare questa opzione, a patto di rispettare tutti coloro che vi lavorano. Anche perché il benessere sul luogo di lavoro si ottiene dalla condivisione e non dalla imposizione” conclude Delia Caraci.
Una presenza piacevole quindi, ma che deve essere valutata dai responsabili degli spazi affinché venga condivisa da tutti, per non ottenere l’effetto contrario.
Milano 17 settembre 2019 – Alla Fabbrica del Vapore di Milano si è tenuta il 15 settembre scorso, nell’ambito di ‘Natura AMA Benessere Olistico & BioArmonico‘, una conferenza sui paradossi e sugli inganni che riguardano lo sviluppo e la sperimentazione delle reti 5G. Una tematica molto attuale soprattutto in una città come Milano che sarà tra le prime in Italia a testare le reti di quinta generazione.
Paolo Goglio, presidente della ‘Associazione Amore con il Mondo ODV‘ e Nadi Paola Matrone hanno illustrato “Metti in pausa il 5G”, la campagna di sensibilizzazione sui rischi del 5G.
Il modello Svizzera
La Svizzera si è appena classificata al primo posto nella classifica di sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’impatto, alla qualità dell’aria e alla protezione del clima. Un modello che è indice non solamente di attenzione ma soprattutto di tutela del benessere umano come conseguenza del benessere ambientale.
Oggi i cantoni Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Giura, hanno già introdotto una moratoriainopposizione alla installazione e sperimentazione di reti 5G sul territorio e presto la questione sarà discussa anche dai parlamenti cantonali di Berna, San Gallo e Svitto.
In realtà si stanno mobilitando un pò tutte le aree della confederazione, dai Grigioni al Ticino per raccogliere firme e attivare un percorso di sensibilizzazione sulle reti di Quinta Generazione. La prima domanda che salta all’occhio è la seguente:
”Ma se un paese così attento alla salute e alla tutela si sta attivando in questa direzione, non è che forse ci sfugge qualcosa?” si è chiestoPaolo Goglio, introducendo la conferenza di Milano.
“Siamo fessi noi che accogliamo le nuove tecnologie con il plauso e il consenso di politici, università, industria e istituzioni? O sono fessi loro che non capiscono la fondamentale importanza di piazzare milioni di antenne per connettere frigorifero, lampadine, forno e lavatrice, cassonetti e rubinetti nella nostra casa sempre più smart per essere sempre più felici?” hanno detto i promotori della campagna “Metti in pausa il 5G”.
I paradossi
Il paradosso evidenziato dai promotori della campagna è che prima si vendono le licenze e poi si fanno gli studi per approfondire i rischi della tecnologia 5G sulla salute. La forbice che definisce il confine tra interesse e benessere assume molto spesso i contorni di un paradosso clamoroso. Negli USA già si parla di proibire le sigarette elettroniche che si sospetta abbiano causato addirittura 6 vittime, mentre sono tutt’altro che proibite le sigarette tradizionali che provocano 400.000 vittime all’anno e qualcosa come 3.000 ulteriori vittime all’anno per il solo fumo passivo. Per contrastare la pandemia si rincarano i prezzi: così facendo aumentano i ricavi ma non diminuiscono i consumi. “È questo il sistema che garantisce la tutela del benessere e che pretende di essere pure considerato autorevole e affidabile?”, si sono chiesti i promotori di “Metti in pausa il 5G”.
L’inganno dello sviluppo
Altro inganno del 5G riguarda lo sviluppo. Secondo le dichiarazioni politiche del Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi di Maio, il 5G è una piattaforma che apre nuove opportunità di sviluppo per il nostro sistema economico. Eppure 66 milioni di lavoratori nel mondo sono a rischio di essere rimpiazzati dalla intelligenza artificale (Fonte: The Guardian).
La beffa della Bandiera Arancione
Altro aspetto da considerare, secondo i promotori del convegno, vi è la tutela dei territori di pregio dal forte inquinamento tecnologico. Fattore oggi totalmente assente dalle valutazioni degli amministratori. Come ad esempio l’Associazione dei Paesi Bandiera Arancione, che nasce dal Touring Club Italiano. Si tratta di un riconoscimento turistico-ambientale per i borghi e piccoli comuni sotto i 15.000 abitanti dell’entroterra, tra i più belli e confortevoli della penisola.
“Ebbene, anziché premiare la tutela di questi territori, patrimonio nazionale, sono stati ceduti in pasto alla sperimentazione 5G i 227 comuni della lista, all’oscuro di questo accordo tra privati (vedi richiesta del Comune di Tenno). Eppure Touring Club Italiano definisce l’iniziativa Bandiera Arancione un marchio di qualità turistica-ambientale” hanno detto ancora i promotori dell’iniziativa. (Fonte: https://www.bandierearancioni.it/iniziativa/liniziativa-0).
Un peso enorme
La pressione tecnologica induce uno stress da eccesso di informazioni che deforma completamente la percezione della vita, causando un surplus di esigenze superflue che si traduce in una overdose di consumismo con tutte le relative conseguenze sulla qualità di vita e sullo sfruttamento dell’ambiente. La percezione della vita è completamente deformata, le sensazioni e le emozioni sono alterate. Consideriamo per esempio quanto elevato sia il timore di essere vittima di un attacco terroristico: statisticamente è due volte più pericoloso prendere l’ascensore e dieci volte maggiore il rischio di essere colpiti da un meteorite, ma la percezione è completamente distorta.
Lamentismo o attivismo?
Ogni volta che qualcuno dice di sì c’è sempre qualcuno che dice di no e così le parti si scontrano determinando conflitti e confusione. Questo, a prescindere da ciò che è corretto o scorretto, giusto o ingiusto, vero o falso, benefico o malevolo, inietta comunque nel sistema sociale un elevato grado di malessere che si espande e si riflette a tutti i livelli.
il presidente dell’associazione, Paolo Goglio, ha quindi illustrato i programmi di attivismo sociale:
“Quando le parti si scontrano è perchè gli interessi si scontrano. Alcuni sono motivati dall’interesse economico dal tornaconto, altri sono interessati a difendere la salute, l’ambiente e il benessere individuale. Il risultato è che si sta diffondendo una nuova forma di malessere sociale che possiamo definire ‘lamentismo’. Ci si lamenta di tutto, continuamente e sempre, con tutto e con tutti. Si è venuta a determinare una specie di psicosi sociale dove è impossibile essere felici e sembra quasi doveroso lamentarsi a prescindere, con il rischio di perdere una infinità di tempo che potrebbe essere impiegato per attività creative, ricreative o di maggior gratificazione. L’alternativa al lamentismo è l’attivismo: informarsi, documentarsi, definire un modello di consapevolezza ed eventualmente attivarsi per operare e diffondere questo modello”.
Formazione e informazione
L’obiettivo è creare dei punti di incontro e dei gruppi operativi sul piano della ricerca, dell’informazione e dell’attivismo diretto. Non si tratta di dire Si o No ma solamente di fare una pausa di riflessione prima di dare il via libera sconsiderato alle reti 5G, questo è necessario e doveroso da parte di chiunque.
“Definire una linea e stabilire un principio significa innanzitutto risolvere questi conflitti di base e uscire dallo status lamentistico che provoca sofferenza sociale. E’ un modello di pace interiore che produce benessere perchè alleggerisce di molto il peso della percezione negativa. Lo step successivo è quello di formare delle squadre operative per intervenire direttamente sul territorio: porteremo comune per comune un programma di comunicazione già definito che prevede la documentazione e il pacchetto di comunicazione composta da comunicato stampa, video comunicato, organizzazione di una conferenza stampa e valorizzazione del territorio”.
La valorizzazione del territorio
Un sindaco ha il dovere primario di tutelare i residenti nel proprio comune e il relativo patrimonio ambientale.
“La giunta deve curare il benessere e la salute della popolazione, o preferisce forse che siano i residenti a fare da cavia per le sperimentazioni della rete 5G? E’ molto più congruo fare prima le valutazioni di impatto sia per quanto riguarda l’elettrosmog sia per quanto riguarda una tecnologia che moltiplicherà la pressione di informazioni con volumi 100 volte maggiori a quella attuale. Prestare attenzione alla salute e alla tutela del territorio significa anche valorizzarlo e questa è la migliore forma di promozione perché è autentica, sana e decontaminata da interessi di altro genere” ha concluso il presidente Goglio.
ll presidente di “Amore con il mondo” ha così invitato le associazioni e gli enti su tutto il territorio nazionale a contattarlo per organizzare dei gruppi operativi pacifici e consapevoli. Saranno benvenuti anche i sindaci e assessori che desiderino valorizzare la propria mission, che potranno richiedere informazioni e aderire alla campagna “Metti in pausa il 5G”.
Per ulteriori informazioni sulla campagna è a disposizione il sito internet www.amoreconilmondo.com.