Donne maltrattate, concerto di ChiaraBlue a favore di CADMI

Concerto a favore di CADMI, Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate, di ChiaraBlue. La cantautrice finalista al Premio Bindi 2020 si racconterà a Claudio Guerrini attraverso musica, parole ed emozioni, lunedì 29 giugno dalle 22 in diretta streaming su Facebook

Milano, 25 giugno 2020 – A pochi mesi dall’uscita del suo primo singolo Dinosauri,  ChiaraBlue si esibirà in concerto lunedì 29 giugno dalle ore 22 in diretta streaming su Facebook dalla Salumeria dello Sport di Milano, accompagnata da Matteo Iarlori alla chitarra classica e Francesco Carcano al contrabbasso.

Il concerto, presentato da Claudio Guerrini, conduttore radiotelevisivo in onda su RDS e dall’8 luglio su La5  alla conduzione del programma “Una nuova vita”, e scrittore di “C’era una (prima) volta”, il suo primo libro presentato in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo, sarà l’occasione per raccogliere fondi a sostegno dei progetti CADMI, La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, il primo Centro Antiviolenza nato in Italia nel 1986 che rappresenta il punto di riferimento per le donne che subiscono violenza, sia essa fisica, psicologica, sessuale, economica o stalking.

“Sono una donna cresciuta ed educata da donne, ma che vive in una società ancora profondamente patriarcale; il tema femminile e del femminile ricorre nella mia produzione e nella mia vita da sempre, credo fortemente che il mio mestiere sia fatto di narrazioni che possono davvero cambiare l’anima e le azioni delle persone, se narrate con onestà e amore.

É necessario l’impegno di tutti per poter cambiare radicalmente questa società, che ha ancora tanto da cambiare, e io vorrei dare il mio contributo”. È questo il motivo che ha spinto ChiaraBlue a dedicare la serata alla Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, una serata non solo musicale, ma anche una narrazione della crescita personale e artistica della cantautrice originaria di Rieti che, intervistata da Guerrini, racconterà le emozioni, i sentimenti e i momenti vissuti che l’hanno portata a scrivere le sue canzoni.

Raffinata e passionale, scrive canzoni sui tortuosi percorsi dell’animo umano, con la convinzione che l’arte abbia la capacità di trasformare tutte le emozioni, anche quelle negative, in bellezza.

Lo scorso ottobre ChiaraBlue ha partecipato al Premio Bianca D’Aponte 2019, unico premio italiano riservato alle cantautrici donne, aggiudicandosi la produzione artistica di Ferruccio Spinetti per la realizzazione di un singolo e una collaborazione artistica con Mariella Nava e la sua etichetta “Suoni dall’Italia”, mentre quest’anno è tra i finalisti della sedicesima edizione del Premio Bindi 2020, prestigioso festival della musica d’autore che si terrà a settembre e che assegna l’ambita targa a cantautori o gruppi musicali che scrivono i propri brani.

Il concerto si svolgerà in diretta Facebook al seguente link: https://www.facebook.com/events/192708225457085?active_tab=about

Le donazioni saranno raccolte al seguente link: https://paypal.me/pools/c/8qhXVhsHcX

 

 

 

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Per interviste e contatti:

PRESS OFFICE & P.R.

Paola Dongu | PD&Associati

paola.dongu@pdassociati.com

Mob. +39 348 2595888

 

Mamme lavoratrici, ancora troppi gli ostacoli

Milano, 28 agosto 2019 – Sono ancora tanti gli ostacoli, e troppi i sacrifici che le mamme lavoratrici italiane sono costrette ad affrontare una volta tornate a lavoro. In Italia il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta infatti inattiva. E la percentuale cresce con l’incrementare del numero di figli, per arrivare a uno sconcertante 52,5% nel caso di donne con tre o più figli.

Si guardi, per esempio, al 2016: stando ai numeri dell’Ispettorato nazionale del lavoro, in quell’anno le donne che si sono licenziate poco dopo la gravidanza sono state 35.140. Di queste, solo 5.261 sono passate a un’altra azienda dopo il periodo di maternità. Per tutte le altre, cioè ben 29.879 donne, la difficoltà di conciliare famiglia e lavoro è stata tale da tenerle lontane dal mondo lavorativo.

Ma quali sono le principali preoccupazioni che affliggono le neo-mamme al momento di tornare al lavoro?

Una risposta a questa domanda arriva da uno studio statunitense condotto da OnePoll, per il quale sono state intervistate 1.000 donne (tenendo conto che negli Stati Uniti, come afferma il Dipartimento del Lavoro, il 75% delle madri lavora full-time).

Grazie a questo studio si è scoperto che il 40% delle donne ha paura di essere troppo stanca per lavorare in modo efficiente; il 39% teme l’imbarazzo delle macchie provocate dalle fuoriuscite del latte materno; il 37% è preoccupata dei cambiamenti che il rispettivo ruolo potrebbe aver subito durante il periodo di assenza. Altro timore diffuso è quello di ritrovarsi a dover interrompere l’allattamento una volta rientrata in azienda.

Nonostante tutti questi timori, il 79% delle donne intervistate ha dichiarato comunque di essere tornata a lavoro, e di aver trovato un buon supporto sul luogo di lavoro.

In Italia, guardando i numeri, si scopre una realtà diversa, confermata dal basso tasso di occupazione femminile.

Ma non deve essere per forza così:

«Il rientro al lavoro dopo la maternità è un passaggio delicatissimo e denso di ansie» spiega Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati «ma esistono alcuni alcuni accorgimenti ed alcune tecniche per rendere questo momento meno difficile».

«In primo luogo, è necessario eliminare i tipici sensi di colpa che tengono le neo-mamme lontane dal rientro: tornare nel mondo del lavoro non significa in alcun modo compromettere il benessere dei figli, anzi, per molti versi è vero il contrario. Certo, mescolare carriera e maternità comporta dei sacrifici» sottolinea l’head hunter «ma il fatto stesso di avere una carriera soddisfacente permette di vivere anche la vita familiare con maggiore serenità. Ovviamente per tutte le mamme, e ancor di più per le working mom, è necessario rinunciare all’ideale della ‘mamma perfetta’, concentrandosi invece sull’essere dei buoni genitori, così da eliminare l’ansia eccessiva».

Esistono poi tanti elementi pratici per permettere un rientro a lavoro indolore.

Vanno ovviamente presi in considerazione gli asili nido, individuando la soluzione migliore tra il nido ordinario e il tagesmutter; è inoltre inevitabile affidarsi a una baby sitter, perlomeno ‘a chiamata’, per poter gestire agevolmente anche le emergenze.

«Non sono pochi gli studi che dimostrano i vantaggi, per le aziende, di contare delle mamme nel proprio organico» sottolinea ancora Carola Adami «e per questo i dirigenti aziendali dovrebbero impegnarsi doppiamente per rendere il luogo di lavoro più accogliente per le working mom. La parola d’ordine, da questo punto di vista, è ‘flessibilità’, un concetto che, grazie allo smart working, si sta diffondendo sempre di più.

Non è certo un caso se nelle classifiche dedicate alle compagnie ‘amiche delle neo-mamme’ spiccano aziende altamente innovative e presenti anche in Italia, come Marriott, IBM, American Express, Procter & Gamble, Lego, Johnson & Johnson e via dicendo» conclude l’head hunter.

 

 

 

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