Lucca regina degli eventi, tra Rolling Stones e mostre d’arte

Dal maxi concerto dei Rolling Stones al Balilla alla mostra di Alina Ditot al Lu.C.C.A. Museum, Lucca a settembre indosserà il suo abito più bello e sarà la regina degli eventi…

Lucca, 31 agosto 2017 – Sarà un settembre da ricordare per Lucca. La città indosserà il suo abito più bello, che la presenterà alla corte delle altre città internazionali come la regina degli eventi.

A cominciare dal 23 settembre prossimo quando in città sono previste ben oltre 50.000 persone per il maxi concerto dei Rolling Stones. E dopo il maxi concerto ben 2 importanti mostre da non perdere, dal Cinquecento all’arte contemporanea.

Mik Jagger e compagni hanno scelto la cittadina toscana come unica meta italiana per il tour del 2017 denominato “Stones – No Filter”.

Il tour vede Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts e Ronnie Wood tornare a fare ciò che preferiscono, ovvero girare il mondo e suonare di fronte a platee “sold out”.

Si prevede che Lucca il 23 settembre verrà letteralmente presa d’assalto.

«Sono emozionato dal vedere alcuni luoghi in cui non siamo mai stati prima» ha dichiarato Mick Jagger. «Ehi ragazzi, arriviamo!» ha sintetizzato Keith Richards a “suon della sua mitica chitarra”.

Sarà un concerto da record. Ci sono voluti soltanto 60 secondi per polverizzare i primi 20.000 biglietti. Ormai trovare un biglietto è quasi impossibile. E dunque cosa fare? Recarsi ugualmente a Lucca per respirare l’aria lasciata dai magics four.

Un concerto, quello della band britannica icona del rock, organizzato da D’Alessandro e Galli come appuntamento speciale del Lucca Summer Festival, e il cui indotto per la città toscana è stato calcolato in oltre 20 milioni di euro.

Oltre al maxi concerto a Lucca ci saranno 2 importantissime mostre, assolutamente da non perdere.

Tra Cinquecento e arte contemporanea Lucca porterà in scena 2 assoluti capolavori.

All’interno della Chiesa di San Franceschetto sarà possibile vedere un “Pontormo” del tutto “rinnovato”, ovvero un Pontormo in 3D.

Il ritratto di giovinetto di Pontormo è di certo una delle opere pittoriche più rilevanti conservate a Lucca, ‘immagine simbolo’ del Museo di Palazzo Mansi, conosciuto in tutto il mondo e in più occasioni esposto in mostre nazionali e internazionali.

Intorno alla leggera aura di mistero, legata per lo più all’identità del ragazzo effigiato, è stato costruito un video-racconto, tra immaginazione e realtà documentale, con i supporti tecnologici d’avanguardia di cui è stato recentemente dotato lo spazio di San Franceschetto.

L’intento non è dare una versione ‘spettacolare’ dell’arte, ma conoscere e apprezzare lo spettacolo che nell’arte stessa è insito, creando un ponte virtuale tra l’esperienza immersiva del 3D e il piacere insostituibile di andare alla ricerca dei tesori nei nostri musei, riscoprendoli.

La mostra verrà inaugurata l’ 1 settembre e sarà visibile fino al 22 ottobre.

A chi invece interessa l’arte contemporanea non può non andare a visitare la mostra “Genesis – La tela ferita” dell’artista internazionale Alina Ditot al Lu.C.C.A., Lucca Center of Contemporary Art.

L’artista propone una ventina dei suoi ultimi lavori tra i quali l’installazione “Il cimitero dei migranti” composta da 6 croci in alluminio, fili metallici e smalti e l’opera “Omaggio a Malevic” dove viene ricreato un quadrato nero con l’uso del catrame.

Da molti definita la “Sacerdotessa eretica” per il modo in cui “tratta” la tela, strappandola e legandola, è sicuramente tra le artiste più interessanti del nostro tempo.

L’arte di Ditot è l’arte del nostro secolo. Un secolo in cui l’essere umano uccide se stesso.

La mostra sarà visitabile dal 6 settembre all’1 di ottobre, con inaugurazione ufficiale il 9 settembre.

Lucca nel mese di settembre vestirà i panni della più bella tra le Regine, da conquistare e sedurre.

Una Regina che ha scelto la musica e l’arte come le sue più fedeli ancelle.

 

PONTORMO IN 3D

1 settembre – 22 ottobre 2017

Chiesa di San Franceschetto, piazza San Francesco, Lucca

Orario: 11-13, 14-20, da mercoledì a sabato

Ingresso gratuito

 

MOSTRA “ALINA DITOT. GENESIS. LA TELA FERITA”

a cura di Salvatore Russo
Lu.C.C.A. Lounge&Underground

Dal 6 settembre all’1 ottobre 2017

Orario mostra: da martedì a domenica 10-19, chiuso lunedì

Inaugurazione 9 settembre 2017 ore 17,30

Ingresso libero

 

 

Locandina Pontormo in 3D

 

Locandina Rolling Stones Lucca

 

Locandina mostra “Genesis – La tela ferita”

 

Universo infernale, tecnica mista su tela strappata e legata, 150 x 250 cm, 2017 – Alina Didot

 

 

Quadrato Nero, omaggio a Malevic, tecnica mista su tela strappata, legata e bruciata, 180 x 180 cm, 2017 – Alina Didot

 

 

 

 

In Toscana le imprese che lavorano per l’arte, la cultura e la storia

Firenze, 15 febbraio 2017 – Si chiamano “TBA Holidays” e “TBA Real Estate”, e sono 2 imprese che, grazie alla tecnologia, lavorano in favore della cultura, della storia e del turismo in Toscana.

Due imprese che rappresentano 2 divisioni della Tuscany Business Agency (www.tuscanybusinessagency.com), molto attive sul territorio: “TBA Holidays“, la piattaforma di prenotazioni on-line completamente innovativa nel metodo di presentazione, e “TBA Real Estate“, la divisione immobiliare che da ora affianca la piattaforma di promozione e che promuove la compravendita delle dimore storiche in Toscana.

Già molte strutture hanno sposato il progetto e stanno aderendo a questa nuova “piazza interattiva” vicina alle imprese locali.

Il fondatore, Aldo Gottardo, afferma che “la missione principale della divisione immobiliare è la rivalorizzazione e il recupero di borghi e dimore storiche situate nel territorio, ponendo la fiducia come punto cardine di tutto il progetto”.

Un primo importante accordo di collaborazione è stato stipulato con la famiglia Ricasoli Firidolfi e prevede la ricerca di potenziali acquirenti interessati al recupero e riutilizzo fedele di un monumento tra i più importanti della zona: il Castello di Montegrossi, situato a Gaiole in Chianti e che domina con la sua mole il territorio circostante.

Spiega Gottardo: “Il nome Montegrossoli (Montegrossi) deriva dal personale germanico Grossolo, il che lascerebbe presuporre un’origine longobarda dell’insediamento e ne collocherebbe, di conseguenza, la nascita tra il VII e VIII secolo. Le prime notizie del fortilizio risalgono al 1007 come proprietà dei figli di Ridolfo dai quali discesero i Firidolfi e Ricasoli, e fu il punto di forza della catena di fortificazioni voluta dall’imperatore Barbarossa”.

“Fu più volte assediato dagli Aragonesi nel 1478 e dall’esercito di Carlo V° nel 1530 e faremo tutto il possibile per veicolare l’interesse e riportare agli antichi splendori questo vero gioiello della storia antica che si trova nel cuore del Chianti classico” conclude orgoglioso Gottardo.

 

 

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Per info:

real-estate@tuscanybusinessagency.com
web: www.tuscanybusinessagency.com

 

 

Indiani d’America: la Mostra al Munacs di Arezzo

Lakota, Cheyenne, Crow, Blackfoot: usi e costumi dei nativi americani delle grandi pianure in mostra al Munacs di Arezzo

Arezzo 2 febbraio 2017 – Dal 4 febbraio al 25 marzo 2017 al Munacs (Museo Nazionale del Collezionismo Storico) di Arezzo vengono esposti oggetti di vita quotidiana, armi e costumi della Collezione Sergio Susani, universalmente riconosciuto come il massimo esperto europeo di storia degli indiani d’America e anche uno dei massimi collezionisti a livello mondiale.

In collaborazione e con il patrocinio scientifico dell’Associazione Wambly Gleska di Firenze, che rappresenta ufficialmente i popoli nativi americani in Italia e in Europa, la mostra ha lo scopo di far conoscere una parte di questo popolo “fiero” e tutt’altro che “selvaggio”, che per centinaia di anni, ha popolato le grandi pianure degli Stati Uniti d’America, vivendo, prima della venuta dell’uomo bianco, in perfetta armonia con la natura, con profonda spiritualità e nel rispetto della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi.

Non esisteva il senso di proprietà ed era incomprensibile poter recintare uno spazio, proprio perché acqua, terra, animali  ed alberi, erano considerati un dono del Grande Spirito alla collettività.

Il bisonte, fonte di vita delle tribù delle Pianure, veniva cacciato nella quantità minima per il sostentamento, e da questo se ne ricavava tutto il necessario  per la costruzione dei Tepee (le loro case mobili), vestiario, suppellettili e materiali per la costruzione di armi per la caccia e la guerra.

I combattimenti fra tribù si svolgevano stimando ed allo stesso tempo sfidando il nemico  semplicemente percuotendolo con il  “Bastone dei colpi “.

“Contare colpo“ era più importante che uccidere o ferire, permettendo al guerriero di ricevere una penna di aquila ad ogni incontro di guerra. Le varie penne, così conquistate, erano poi utilizzate nella costruzione del diadema di guerra (war bonnet) di cui alcuni esempi sono presenti nella mostra.

Gli abiti in pelle, compresi gli stessi mocassini, borse e suppellettili, venivano ricamati prima dell’arrivo dei bianchi, con aculei di porcospino. Erano quindi colorati e cuciti con tendine ed intrecciati con svariate tecniche.

Dopo Colombo il commercio delle conterie Veneziane (perle e perline di vetro colorato) scambiate con pelli e pellicce per il mercato Europeo, prese il sopravvento sull’utilizzo degli aculei (mai però abbandonati) e i costumi verranno ad essere più elaborati e colorati.

Ogni tribù utilizzò la propria tecnica di lavorazione di cui si possono vedere molti esempi nel percorso della mostra.

Le prime armi erano costituite da lance, archi e frecce, coltelli di selce o di osso e mazze in pietra. In seguito, nella consueta forma di scambio con i bianchi “Trading”, i nativi poterono utilizzare coltelli, asce in metallo e fucili. Alcune di queste asce dette Pipe- Tomahawk (dotate di un manico forato ed un fornello per fumare) venivano forgiate espressamente per questo mercato.

Esempi sono presenti lungo il percorso della mostra mostrando i diversi tipi di personalizzazione preferiti dalle varie tribù.

Conclude la visita la sezione dedicata alla spiritualità: sono infatti esposti manufatti che fungevano da tramite con il Grande Spirito: pipe sacre e tabacco il cui fumo saliva verso il cielo e stabiliva il contatto, ventagli di penne d’Aquila (l’uccello che vola più in alto), il cranio di bisonte che rappresenta il Grande Spirito sulla terra nonché le erbe sacre .

Un viaggio quindi difficilmente ripetibile, ricco di storia e di fascino che permetterà ai visitatori di godere della vista di oggetti unici.

È possibile realizzare percorsi didattici alla mostra per scuole, famiglie e associazioni, previa prenotazione.

 

Per info e prenotazioni:

Segreteria Munacs,

Via Ricasoli 1, 52100, Arezzo

3397542697 –3397438002

www.munacs.it

segreteriamunacs@gmail.com

https://www.facebook.com/Munacs/

Aperto dal mercoledì alla domenica, orario di apertura: 10:30 – 12:30 / 15:00 – 17:00

Chiuso il lunedì e il martedì

Costo ingresso 3 € a persona, gratuito fino a 12 anni

 

 

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