Ministero della Solitudine: online il jingle per richiederne l’istituzione

Ministero della Solitudine

L’artista senza volto torinese torna sul tema della salute mentale, dopo le iniziative contro il Burnout ed il Revenge Porn

Torino, 28 giugno 2021 – Colline di tristezza dopo il Revenge Porn, questa volta scende in campo per richiedere l’istituzione del Ministero della Solitudine, come avvenuto in Giappone e nel Regno Unito. E lo fa con un jingle-karaoke (https://www.youtube.com/watch?v=p1QDmkU0HIk ), ovvero un jingle non cantato, ma cantabile dagli spettatori seguendo i sottotitoli e la linea melodica del violino, deputato a sostituire il canto.

Il lockdown ha avuto un impatto profondo sulla salute mentale dei cittadini, sia degli anziani che dei giovani, privati per molto tempo di una vita sociale normale e sostituita spesso da surrogati virtuali.

“E’ necessario che si parli di più della salute mentale delle persone, dell’isolamento sociale e delle sue conseguenze. Auspico una maggiore sensibilizzazione rispetto a disturbi dell’ansia e dell’umore tra i quali agorafobia, depressione e fobia sociale e rispetto anche al fenomeno degli hikikomori” dichiara l’artista.

Contro l’isolamento sociale

Un Ministero della Solitudine avrebbe la funzione di contrastare l’isolamento delle persone e favorire i legami tra gli individui, messi a dura prova da un periodo in cui la socialità tradizionale ha avuto dei grandi freni per via della pandemia e dei lockdown.

Teniamo a mente che l’isolamento sociale ha conseguenze nefaste anche sulla salute. In particolar modo l’artista Colline di Tristezza ricorda uno studio della ricercatrice dell’American Cancer Society, Kassandra Alcaraz, secondo il quale l’isolamento sociale aumenta il rischio di morire prematuramente (al di là della causa).

Non è la prima volta che l’anonimo artista tocca il tema della salute mentale. L’aveva già fatto proponendo l’istituzione di rage room e camere del pianto in ospedali, Rsa e scuole nell’ottica della prevenzione del Burnout.

 

 

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Per informazioni e contatti: collineditristezza@gmail.com

Breve Rassegna Stampa https://drive.google.com/file/d/1iiBtef2KgEnuBXmXilwkvy8_BXpFJEeJ/view?usp=sharing

 

Covid-19: perché qualcuno ha paura dei vaccini?

Roma, 26 aprile 2021 – A un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, la popolazione mondiale ha cominciato a intravedere la “luce in fondo al tunnel” grazie alla messa a punto e alla diffusione dei primi vaccini contro il virus che ha costretto l’umanità ad un cambio radicale del proprio stile di vita.

Il Sars-coV-2 continua a mietere molte vittime fra coloro che non hanno un sistema immunitario abbastanza forte da reggere l’invasione del virus; per tale scopo i vaccini ricoprono un ruolo fondamentale.

Essi, infatti, permettono all’organismo di riconoscere il virus qualora esso lo incontri e gli forniscono la capacità di debellarlo.

Perché se i vaccini svolgono una funzione così importante e sicura per la nostra salute, c’è chi ne ha paura e decide di rifiutare la vaccinazione?

Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, ipotizza che “la paura del vaccino sia riconducibile alla tipologia delle informazioni diffuse sui diversi canali di comunicazione, alla tendenza ad un rapporto di sfiducia tra la popolazione e le autorità sanitarie, ai movimenti no-vax e alle “scorciatoie cognitive” che le persone utilizzano nelle situazioni critiche.

I dati di uno studio condotto dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, in collaborazione con il MeS, Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, riportano che nel nostro paese il 17,6% della popolazione non ha intenzione di vaccinarsi.

Lo studio ha coinvolto 12.322 persone residenti in tutte le regioni e province autonome; nello specifico, la fascia più scettica della popolazione sarebbe quella compresa tra i 35 e i 44 anni.

Con l’avvento della pandemia da Covid-19, si è osservata l’esplosione di un’altra “epidemia”: si tratta del fenomeno dell’infodemia, ossia la circolazione di un’eccessiva quantità di informazioni, spesso non accuratamente vagliate, che rendono difficile riuscire ad orientarsi sulla conoscenza di un argomento a causa della frequente mancanza di fonti affidabili.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si sta occupando da circa un anno di contenere l’ondata di fake news, che hanno cominciato a diffondersi da inizio pandemia.

Le fake news sono notizie deliberatamente false, costruite appositamente per creare confusione e che creano disinformazione; esse sono “contagiose” e viaggiano ad alta velocità, più delle notizie ufficiali.

La misinformazione invece è il fenomeno di diffusione di notizie la cui fonte risulta scarsamente attendibile e che, parallelamente alle fake news trovano terreno fertile su tutti i mass media, in particolare i social network sui quali il controllo delle fonti non è rigoroso.

La tragica conseguenza di questi due fenomeni è l’impossibilità per le persone e la società tutta di formarsi un’unica opinione forte, autorevole e affidabile (opinion leadership), restando in un limbo fatto di incertezza, confusione, cause di ansia, incertezza, scetticismo e sfiducia.

Anche le fonti istituzionali, sembrano tendere, a volte, a diffondere delle informazioni contraddittorie. Questa modalità comunicativa tende a generare un sentimento di diffidenza nei confronti delle autorità pubbliche e sanitarie, con possibili drammatiche conseguenze che riguardano le scelte che un individuo compie per la propria salute.

Di fronte ad una tale situazione di fragilità delle certezze, l’individuo si trova ad affrontare una condizione critica, di malessere e instabilità. Quando ci si trova in tali condizioni il sistema neurobiologico umano percepisce uno stato di allerta e questo porta la mente a valutare le informazioni disponibili nell’ambiente circostante in modo sbagliato. Si parla di bias, scorciatoie cognitive, che hanno come scopo evolutivo la valutazione di stimoli esterni in modo da preservare la sopravvivenza dell’organismo.

Qual è il bias che subentra di fronte alla decisione “mi sottopongo oppure no a vaccinazione”?

Essi in realtà sono molteplici. L’associazione con un evento avverso è uno di questi: di solito quando la mente umana si trova a dover valutare un rischio, la risposta dovrebbe risultare da un calcolo razionale fra la possibilità che una cosa avvenga e la gravità dell’avvenimento stesso; tuttavia questo calcolo non avviene sempre in maniera razionale, perché subentra la componente della “percezione di controllo” su quel determinato evento che conduce a scelte razionalmente sbagliate. Un esempio di valutazione irrazionale, dettata dalla percezione di scarso controllo, è la scelta di viaggiare in auto piuttosto che in aereo.

Statisticamente, i viaggi in aereo sono molto più sicuri di quelli in auto (nel senso che viene registrato un quantitativo di sinistri in auto maggiore di quelli in aereo), eppure la guida dell’auto risulta immediatamente più sicura per il semplice fatto che del mezzo si può avere maggior controllo.

Allo stesso modo, il non sapere con precisione cosa un vaccino contenga, sottrae all’individuo la percezione di controllo sulla propria salute: di fatto, ciò che una persona “vede” durante la somministrazione di un vaccino è solo del liquido sconosciuto che viene iniettato nel proprio corpo. La scarsa confidenza con le procedure mediche e i meccanismi sottostanti il funzionamento dei farmaci, in questo caso dei vaccini, è un altro bias cognitivo che destabilizza l’individuo e non gli permette di procedere con la vaccinazione.

Al momento della scelta riguardante il sottoporsi o no a vaccinazione, un altro errore cognitivo che può subentrare è quello del bilancio tra pro e contro dettato dalla percezione del proprio stato di salute in quel preciso momento.

È facile pensare a come un individuo sano, in buona salute fisica, privo di sintomi legati alla malattia per la quale dovrebbe vaccinarsi, tenda a non sentire la necessità di proteggersi e ad avere una percezione amplificata di quelli che sono i possibili effetti collaterali della vaccinazione.

Gli effetti collaterali, infatti, non sono da escludere, poiché con i vaccini è frequente osservare la risposta immunitaria dell’organismo con l’insorgenza di alcuni sintomi di breve durata e in piccola percentuale; tuttavia, tale possibilità, per una persona che nutre sfiducia e timore, è causa di rifiuto.

Su questo specifico timore, il movimento degli anti-vaccinisti, o no-vax, costruisce le sue teorie a favore del rifiuto delle vaccinazioni.

Non bisogna comunque dimenticare che i vaccini sono strumenti utili per la prevenzione di malattie che potrebbero anche essere mortali o comunque provocare gravi problemi di salute o disabilità permanenti. È grazie alle vaccinazioni che malattie come il morbillo, la parotite, la rosolia o la pertosse che secoli fa hanno avuto una diffusione epidemica, oggi sono state debellate.

È possibile immaginare come allo stesso modo, grazie alle vaccinazioni di oggi, anche il Covid-19 possa domani essere un lontano ricordo.

Qual’è dunque l’arma per sconfiggere lo scetticismo di massa e porre fine al sentimento di sfiducia nelle autorità?

La dr.ssa Maria Giovanna Ginni, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che sia “necessario partire dall’ascolto dei dubbi e delle paure, favorendo la vicinanza comunicativa, chiara ed efficace tra esperti e non esperti. È importante aiutare il personale sanitario a migliorare la comunicazione con i propri pazienti, tenendo conto di tre fattori principali: l’analisi delle caratteristiche psicologiche associate all’esitazione e alla resistenza ai vaccini, il tener conto delle emozioni al momento della comunicazione dell’efficacia del vaccino, la capacità di fornire all’ascoltatore gli strumenti per sviluppare un pensiero critico. È necessario insegnare ai non esperti in materia sanitaria a saper scegliere tra le fonti attendibili e le fake news, a capire quali siano le reali evidenze scientifiche piuttosto che limitarsi a prescrivere pillole di verità da accettare acriticamente.

Di fronte alla chiarezza, il dubbio si riduce. Di fronte alla fiducia che l’altro possa capire e imparare a pensare, si manifesta la razionalità del pensiero collettivo”.

Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha deciso di offrire un servizio di aiuto per gestire in maniera funzionale tutte le paure, tra cui la paura dei vaccini.

La rete del Pronto Soccorso é composta da 305 psicologi presenti in tutte le regioni italiane e in 20 paesi esteri, come Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna e Svizzera.

Per contattare il servizio, offerto in 22 lingue e a prezzi sociali, telefonare al n. 0622796355 o al n. 3491874670, o collegarsi al sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

 

 

Superare il panico da Covid: come migliorare la qualità della nostra vita, nonostante la pandemia

Roma, 9 aprile 2021 – È passato ormai più di un anno dal primo lockdown. Il Covid-19 ha stravolto le nostre vite e ci ha cambiato nel profondo. Stiamo imparando a convivere con l’incertezza, con la paura del domani, con le giornate che ci sembrano a volte tutte uguali, nell’attesa che arrivi finalmente la fine di questa pandemia. La vita, mentre aspettiamo, continua e i giorni diventano settimane, mesi e, infine, anni.

Chiaramente la situazione non è cosa da sottovalutare, bisogna porre tutte le attenzioni del caso, ma questo non può e non deve necessariamente portarci ad una passiva sopravvivenza, ad una interminabile attesa di qualcosa che non sappiamo neanche cosa sia e quando verrà.

La salute psicologica è strettamente connessa alla salute fisica e per questo prolungate situazioni stressanti, preoccupazioni costanti, paure che ci assillano, portano ad un indebolimento del nostro corpo e spesso ci predispongono ad ammalarci più facilmente.

Per fortuna però, allo stesso modo, qualsiasi cosa facciamo per noi stessi, per la nostra felicità, si ripercuote positivamente sulla nostra risposta immunitaria, sul nostro benessere fisico e sulle energie utili a muovere il nostro corpo.

Al riguardo Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “ognuno di noi ha dentro una insospettata riserva di forza che emerge quando la vita ci mette alla prova e che l’obiettivo del Pronto Soccorso Psicologico consiste nell’ aiutare a ritrovare la parte migliore di se stessi per riprendere in mano le redini della propria vita.

Spesso siamo così assorbiti da quello che ci succede, dai nostri ritmi, dagli impegni, che non siamo in grado di fermarci per capire cosa veramente ci fa bene, cosa ci fa stare male, se possiamo stare meglio e se siamo felici. La nostra mente soffre, ma noi non la ascoltiamo, non ci diamo il tempo né il modo di rendercene conto e così facendo ci sovraccarichiamo di stress, di malessere, di pensieri, di preoccupazioni fino a che al nostro corpo non resta altro che lanciarci un segnale fisico: il sintomo.

I sintomi fisici a volte possono essere somatizzazioni della nostra sofferenza psichica; trasposizioni sul piano fisico della sofferenza della nostra mente, che non siamo riusciti a decifrare fino a che non si sono manifestati sul corpo. Questo esempio deve esserci utile per riflettere su quanto effettivamente sia potente la mente umana e quanta cura necessiti.

Mente sana in corpo sano, come si suol dire. Ed è estremamente vero, perché è proprio prendendoci cura della nostra mente che possiamo anche prenderci cura del nostro corpo“, spiega ancora il Dr. Lanari.

“Durante la pandemia, si è registrato un grande incremento dei disagi psicologici, come possiamo leggere in moltissimi articoli online. Questa situazione ci sta portando a testare i nostri limiti personali, la nostra capacità di affrontare solitudine, dolore, perdita, incertezza, e mentre siamo isolati da tutti, veniamo bombardati di notizie che ci lasciano scossi e con ancora più domande che risposte”, continua ancora lo psicoterapeuta.

Come fare quindi per poter affrontare la pandemia senza farsi prendere dal panico da Covid?

La Dr.ssa Claudia Grillea, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, consiglia di iniziare partendo dalla base, ovvero dalla nostra mente, un piccolo passo alla volta.

Queste le linee guida  essenziali per ripartire:

1) – RAZIONALIZZARE – raccolta di informazioni REALI.
Riceviamo ogni giorno una valanga di notizie fra cui purtroppo molte sono fake news oppure semplicemente opinioni. Bisogna tenere a mente che le opinioni non hanno la pretesa di essere oggettive e veritiere e potrebbero rappresentare semplicemente il modo di pensare di una persona. Una verità che può essere valida e utile per lei ma non per noi, non per tutti. Per poter avere notizie certe e ridimensionare il panico, è necessario sapere la VERITA’. Per poter conoscere veramente ciò che ci interessa è importante visitare siti ufficiali come, ad esempio, il ministero della salute, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) o la protezione civile; in alternativa cercare su giornali di ricerca veri studi scientifici pubblicati. Solo in questo modo potremo avere un’idea di base di ciò che è oggettivamente accaduto. Presto scopriremo che quando una cosa si conosce meglio, è meno spaventosa dell’ignoto, proprio perché se non sappiamo cosa ci aspetta non sappiamo né se né come difenderci.

2) – RAGIONARE – creare una nostra personale OPINIONE.
Informarci bene e razionalizzare, ci aiuterà a ridurre il campo di informazioni alle sole utili e veritiere, e conoscere bene ciò che ci spaventa ci aiuterà a creare una nostra propria e personale opinione che sarà valida e utile per noi stessi. Ognuno di noi è una persona differente, con paure, bisogni e caratteristiche fisiche, di salute e psicologiche differenti; questo significa, ribadisco, che ciò che va bene per noi non è necessariamente buono per un’altra persona.
Sulla base delle conoscenze apprese, avremo modo di ragionare e porci delle domande come ad esempio “Cosa è pericoloso?” e “In che modo posso proteggermi da questo?”.
La risposta a domande come queste vi aiuterà ad individuare cosa effettivamente è pericoloso PER VOI, e a trovare un modo per proteggervi da tale pericolo. Come potete vedere, ora il senso di angoscia generalizzato si è ridotto e avete individuato alcuni elementi per voi “pericolosi” o che vi provocano paura ma che si possono analizzare; non è più un marasma di informazioni spaventose.

3) – AGIRE DI CONSEGUENZA – concentrarci su ciò che POSSIAMO FARE.
A questo punto, individuato ciò che temiamo, agiamo al meglio delle nostre possibilità per proteggerci o per raggiungere il nostro obiettivo, ovvero stare meglio. In questo punto è importante ricordare di agire per stare bene, non solo per proteggerci, che di conseguenza chiaramente ci aiuterà a stare meglio, ma anche mettere in atto comportamenti al fine di migliorare la nostra qualità di vita.
La domanda da porsi in questo caso è: su quali di queste cose spaventose posso intervenire? Cosa posso cambiare?
Soffermiamoci a pensare alle cose sulle quali abbiamo effettivamente un controllo, che possiamo modificare con le nostre forze; continuare a rimuginare su ciò che “si sarebbe potuto fare” o su ciò che non è in nostro potere cambiare, è un’attività che assorbe tutte le nostre energie mentali e non ci permette di migliorare in nessun modo la situazione.
Per poter stare bene, bisogna ricordare che si può AGIRE solo su ciò che è in nostro potere cambiare! Non si può agire su qualcosa che non dipende da noi, ma per fortuna possiamo modificare la nostra REAZIONE alle cose e/o situazioni e il nostro modo di affrontarle.

4) – VIVERE IL MOMENTO PRESENTE – concentrarci su come stare bene oggi.
In questo momento storico, progettare ci riesce difficile e soprattutto spesso porta a delusioni, in quanto la situazione del COVID è prevedibile solo in parte ed è in divenire, in costante cambiamento. Questa è una buona occasione per imparare a vivere nel momento presente. Può sembrare una frase fatta, del tipo “cogli l’attimo”, ma racchiude una grande forza. Cercare di focalizzarsi sul presente, almeno quando possibile, e mettere da parte per un momento tutto quello che potrebbe essere, che forse sarà, che sarebbe potuto essere, ci restituisce un’immagine vera della nostra realtà e delle nostre OPPORTUNITA’; opportunità e possibilità che abbiamo solamente in quel preciso momento, in quel preciso arco di tempo.
Non è sempre facile o possibile concentrarsi solo sul presente, a volte è necessario ed anche bellissimo vedere la visione d’insieme; cercare di vivere il momento non significa dimenticarsi che esiste un futuro o un passato. Significa imparare a saper “restringere il campo” a ciò che ci interessa davvero in quel momento, a vivere ciò che di positivo e di POSSIBILE c’è in una determinata situazione che se invece venisse vista nell’insieme potrebbe sembrarci paurosa e sovrastarci.
Lasciarsi sovrastare dagli stimoli negativi, dalle preoccupazioni del futuro o dai ricordi del passato, a volte ci preclude la possibilità di godere di qualcosa di bello che può arricchire la nostra vita e migliorarne la qualità subito, adesso.

Queste (apparentemente) semplici linee guida sono utili a migliorare il nostro modo di vedere, percepire e fare nostre le informazioni che il mondo ci offre, per imparare ad utilizzarle in modo costruttivo. Saper analizzare e gestire le informazioni adattandole ai propri bisogni, fissando dei propri obiettivi personali, ci aiuta in ogni situazione a migliorare la nostra visione delle cose ed agire per perseguire uno scopo preciso, il cui risultato è il nostro benessere personale, diverso per ognuno di noi.

Non è semplice come sembra riuscire a mettere in atto questi comportamenti; a volte la realtà è dura e ogni individuo ha le proprie esigenze, le proprie energie, il proprio modo di essere e di vivere la sua vita.

Proprio perché non siamo automi, macchine, ma siamo umani, non possiamo pensare di affrontare sempre tutto da soli.
A volte non bastano le nostre forze, né l’aiuto e il sostegno di tutte le persone care che ci circondano.

È naturale rivolgersi ad uno psicologo quando si ha bisogno di ritrovare un modo sano di vivere e reagire alle situazioni che ci preoccupano, così come ci rivolgeremmo ad un medico per un malessere fisico.

Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha istituito un servizio di aiuto psicologico in 22 lingue.

I 293 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 20 paesi esteri come Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna, Svizzera.

Per contattare il servizio basta telefonare al n. 0622796355, al n. 320 2782095, o collegarsi al sito internet
www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

La pandemia potrebbe essere un’opportunità per reinventarsi, e crescere personalmente e professionalmente

Roma, 25 marzo 2021 – L’emergenza sanitaria ha creato una devastante crisi economica a livello mondiale. Ristoratori, albergatori e operatori del settore turistico sono sicuramente tra i più colpiti. Sembra che secondo dati Istat, il tasso di disoccupazione sia salito al 9,0% e tra i giovani al 29,7%.
Certo, sono dati scoraggianti, di colpo la vita di tanti lavoratori è cambiata e con loro la vita di tante famiglie.

Eppure  Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “da ogni crisi nascano paradossalmente delle opportunità. Dopo un primo momento di sconforto, sono tante le testimonianze di coloro che hanno usato tutto questo “tempo libero” per reinventarsi”.

C’è chi ha sfruttato un hobby per farne un lavoro, chi ha sfruttato il magico potere delle piattaforme online, chi ne ha approfittato per migliorare le proprie conoscenze e riqualificarsi, rendendosi appetibile sul mercato del lavoro.

Si parla proprio di LifeLong Learning, per indicare l’apprendimento che dura tutta la vita, mirato alla crescita personale e professionale. Non basta più il titolo di studio, è necessario dimostrare di avere skills aggiornate, adeguate a ciò che più viene richiesto dalle aziende. Ecco ad esempio, che compaiono numerosi siti che offrono corsi anche gratuiti per imparare le lingue e i principali strumenti informatici. Non si ha più scuse per le conoscenze obsolete dei lavoratori.

Si tratta di una nuova prospettiva che richiede alle persone un continuo migliorarsi.

In Italia, questa esigenza è particolarmente forte e i lavoratori italiani sono tra i più anziani d’Europa. La veloce evoluzione tecnologica, la globalizzazione, ci portano sempre più ad essere competitivi ed aggiornati, non solo su quanto accade nella nostra città e nel nostro paese, ma nel mondo.

Il LifeLong Learning è una sfida stimolante e sempre più aziende si stanno muovendo in questa direzione.

La dr.ssa Carmen Toscano, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” sostiene che ci troviamo di fronte ad un’epoca di grandi cambiamenti ed è necessario riuscire a stare al passo.

La psicologia offre dei veri e propri percorsi di orientamento al lavoro, che diventano scoperta del sé e delle proprie risorse. Nello sconforto del momento le persone dimenticano la grande capacità di reinventarsi e di riadattarsi che è propria dell’essere umano. Ed ecco che si riesce a creare un secondo lavoro, un talento viene adattato ad un altro contesto, e si riparte.

In questi casi il sostegno psicologico e l’orientamento al lavoro possono essere di grande aiuto in un momento di grave crisi ed incertezza.

Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” offre un servizio di aiuto per tutti coloro che, vittime della pandemia, aspirano a crescere personalmente e professionalmente.

I 282 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 20 paesi esteri, come Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna, Svizzera.

Il servizio di aiuto é offerto in 22 lingue, a prezzi sociali, e per contattare gli psicologi del Pronto Soccorso Psicologico basta telefonare al n. 06 22796355, al n. 388 8256449, o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

 

 

 

Covid-19 ed Alzheimer: le conseguenze della pandemia sugli anziani fragili

Roma, 9 marzo 2021 – L’Alzheimer è una delle patologie più diffuse al giorno d’oggi, tanto da essere considerata come la malattia del secolo. Il Ministero della Salute stima la presenza di circa un milione di malati di demenza, con il coinvolgimento di circa 3 milioni di persone impegnate nella cura dei loro cari.

Ogni quattro secondi nel mondo viene diagnosticata una demenza e si ipotizza che questi numeri triplicheranno in 40 anni.
L’Alzheimer è una delle forme di demenza più diffusa ed è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un declino cognitivo che porta l’individuo a perdere la propria indipendenza. Colpisce, nella maggior parte dei casi, dopo i 65 anni e più frequentemente le donne. Le cure di cui il malato necessita richiedono interventi specialistici e il coinvolgimento di tutto il nucleo familiare.

La ricerca scientifica non è riuscita ancora ad isolare una causa specifica che porti all’Alzheimer. E’ possibile ipotizzare che dipenda dalla comparsa di placche che bloccano la comunicazione nel cervello. Tali placche potrebbero comparire in seguito ad un’alterazione del metabolismo di proteine, con il conseguente accumularsi di sostanze tossiche nel cervello.

È, inoltre, possibile isolare alcuni fattori di rischio che sembrerebbero correlati con la comparsa di demenze, quali il fumo, il diabete, l’inattività fisica, i disturbi dell’umore e la bassa scolarizzazione. Intervenire su questi fattori, significa agire sulla prevenzione e diminuire il rischio di comparsa dell’Alzheimer.

Non esiste una cura adatta per le demenze, tuttavia, è possibile rallentare il declino cognitivo con training adeguati che mirano al potenziamento delle risorse cognitive residue.

Gianni Lanari, psicoterapeuta cognitivo responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” (www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it), afferma che “l’allenamento del cervello, sotto forma di appositi “cicli di ginnastica mentale“, possa avere dei buoni effetti nel prevenire e nel rallentare il decorso della malattia. L’Alzheimer ha un esordio insidioso, con la comparsa di impercettibili dimenticanze comunemente attribuite alla vecchiaia”.

Sicuramente, il primo campanello d’allarme per l’individuo e i familiari è proprio il declino della memoria. L’individuo appare sempre più svogliato e non trae piacere neppure da attività che l’hanno appassionato per tutta la vita.
Con il progredire della malattia, compaiono anche disturbi del linguaggio e difficoltà di orientamento nello spazio. Questa fase centrale della malattia può durare anche diversi anni.
Nella fase terminale della malattia, l’individuo perde la sua indipendenza e la capacità di compiere anche gesti elementari da solo.

La famiglia viene coinvolta nell’intero processo. E’ molto alto il rischio di isolamento, per la difficoltà di uscire con il malato e per la vergogna, suscitata dai cambiamenti comportamentali che la malattia provoca.

Le difficoltà economiche delle fasce più basse della popolazione non sempre permettono l’inserimento di una figura di aiuto in casa, come una badante, e molto spesso il carico di cura pesa su un’unica persona. Le conseguenze emotive sul caregiver, ovvero colui che si prende cura del malato, sono enormi. Diminuisce il tempo per se stessi, per il proprio lavoro, per le proprie relazioni e per i propri interessi, con l’aumento del carico di lavoro relativo al paziente che diventa sempre più dipendente dagli altri anche nelle azioni quotidiane.

L’impatto della pandemia sugli anziani

La pandemia ha avuto ripercussioni enormi e gravissime sulle fasce più fragili della popolazione. Gli anziani sono stati colpiti da una campagna mediatica che li vedeva al centro di una discussione sempre accesa, in cui veniva costantemente ribadito quanto fossero le vittime designate di questo terribile Covid1-9.
Non è stato più possibile frequentare i centri di aggregazione sociale, è stato richiesto di diminuire le interazioni sociali a persone che traggono enormi benefici emotivi e cognitivi dallo stare in compagnia.

Sono state rimandate le visite specialistiche, interrotti i gruppi di mutuo aiuto e le famiglie sono rimaste sempre più sole.
L’isolamento sociale dovuto al Covid-19 ha avuto tra le sue conseguenze il peggioramento della sintomatologia cognitiva, comportamentale ed emotiva nei pazienti malati di Alzheimer.

La Dr.ssa Carmen Toscano, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” afferma al riguardo che “sia necessario ripensare il sistema assistenziale in toto ed accrescere l’offerta di servizi dedicati ad anziani fragili; andrebbe potenziata l’informazione e la prevenzione per ridurre lo stigma sugli anziani e realizzare una reale integrazione intergenerazionale. In un momento del genere, non vanno dimenticate le famiglie, abbandonate a loro stesse, senza la possibilità di usufruire neppure della rete informale di amici e parenti”.

“È necessario che si parli di invecchiamento a tutti, anche ai più giovani. Sono convinta che un invecchiamento attivo e positivo inizi ben prima del raggiungimento della terza età; al contrario, è proprio un processo che dura tutta la vita”, conclude la Dr.ssa Toscano.

Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” offre un servizio in 21 lingue di aiuto psicologico a tutte le persone che, direttamente o indirettamente, hanno a che fare con il problema Alzheimer.

I 277 psicologi della rete del Pronto Soccorso Psicologico sono presenti in tutte le regioni italiane e in ben 19 paesi esteri ( Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Azerbaijan, India, Spagna, Svizzera).

È possibile contattare gli psicologi del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” telefonando al n. 0622796355 o al n. 388 8256449, o collegandosi al sito internet  www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

 

 

 

 

 

Covid-19: in tempi di crisi l’accesso facilitato al credito è vitale

Roma, 9 febbraio 2021 – In una situazione economica molto precaria a causa dell’emergenza Covid-19, sono molte le persone che si trovano a dover fare i conti con le difficoltà imposte dalla nuova realtà che stiamo vivendo.

La Banca Mondiale stima che la pandemia ha provocato una delle peggiori recessioni economiche dal 1870. Molte persone che avevano progetti di vita e professionali, hanno dovuto rinunciarvi per assicurarsi la liquidità necessaria per affrontare questo lungo periodo di instabilità.

Lo scorso anno anche la richiesta di prestiti ha avuto una frenata. Le persone, sfiduciate dall’impossibilità di muoversi liberamente e dall’andamento della situazione sanitaria, hanno inviato meno richieste di accesso al credito.

Secondo i dati rilasciati dal Crif, nel 2020 i prestiti personali hanno subito un calo del 24,7%, che sottolinea come gli italiani abbiano affrontato la situazione con molta prudenza.

A partire dalle prime settimane del 2021, invece, la richiesta prestiti personali è leggermente aumentata, un trend destinato a crescere nei prossimi mesi.

Gli italiani cominciano a riacquistare fiducia anche grazie all’arrivo dei vaccini e alla buona gestione sanitaria che sta tenendo sotto controllo la curva epidemiologica.

Cresce anche la voglia di investire in piccoli progetti personali e lavorativi. Alcuni di questi progetti possono necessitare di liquidità immediata e non sempre gli istituti di credito e le banche riescono a soddisfare le richiese in tempi che siano davvero utili al cittadino.

In questo periodo particolare poi, per molte persone, riuscire ad accedere a dei piccoli prestiti personali in poco tempo, può risultare vitale per risolvere le diverse problematiche di vita quotidiana o per essere una spinta utile a investire in nuovi progetti.

“Una soluzione molto interessante e vantaggiosa, di cui poter approfittare in questo periodo, è la possibilità di richiedere l’anticipo del TFR senza dover attendere le tempistiche dell’INPS che, generalmente, vanno dai 12 ai 48 mesi”, dicono da Fenice Finance (www.fenicefinance.it) una società creditizia nata nel 2019 dalla competenza ultradecennale dei suoi fondatori e manager specializzati nel settore dell’intermediazione finanziaria e bancaria.

“Si tratta di un finanziamento destinato ai dipendenti pubblici e statali che hanno raggiunto la pensione e hanno diritto alla liquidazione. Rispetto ai tempi di attesa dell’ente pensionistico, è possibile fare richiesta alla società per ricevere anticipatamente e fin da subito, l’intera cifra spettante” continuano i responsabili di Fenice Finace, che si distingue dagli altri istituti finanziari per l’attenzione e la cura con cui assistono i clienti e le consulenza offerta per trovare la soluzione più adeguata alle proprie esigenze.

Un vantaggio ulteriore per chi, in questo momento, deve affrontare difficoltà economiche dettate dalla crisi sanitaria ed economica.

Perché poter investire nel futuro resta la prerogativa della maggior parte degli italiani, l’accesso facilitato al credito è la soluzione per finanziare e credere nei propri progetti senza gravare sul presente.

“Per questo noi garantiamo una consulenza su qualsiasi tipo di servizio finanziario, proponendo soluzioni personalizzate e senza spese preventive.In questo modo è possibile ottenere un prestito personale in tempi brevissimi, in poche ore la documentazione viene esaminata e in caso di esito positivo, la somma richiesta versata direttamente sul conto corrente” concludono da Fenice Finance..

I cui consulenti, grazie all’approfondita conoscenza della normativa del settore, sono in grado di guidare chi ha bisogno di credito verso la formula più adatta al progetto che si ha in mente.

 

 

 

 

 

Starbene: con il Covid aumenta il bisogno di dormire bene, per rinforzare il sistema immunitario

Roma, 26 gennaio 2021 – Al tempo del Covid cresce il bisogno di rafforzare le difese immunitarie e combattere i disturbi del sonno, e di conseguenza cresce il consumo di integratori che mirano a risolvere il problema. Perché il Covid ha aumentato negli italiani il bisogno di benessere e prevenzione come emerge dall’analisi di Isabella Cecchini, Head of Primary Market Research IQVIA, presentata all’assemblea associativa di FederSalus.

L’occasione è stata utile per avere una panoramica generale dell’andamento del mercato farmaceutico che se da una parte ha registrato nel 2020 per i farmaci etici un calo del 2%, rispetto all’anno precedente, ha anche evidenziato un aumento per i prodotti di libera vendita.

Sono soprattutto gli integratori alimentari a crescere e tra questi in particolare quelli a base di vitamina C e D e i prodotti per il sonno.

Inutile dire come il Covid abbia influenzato questo andamento con un’attenzione maggiore dei consumatori italiani verso il rafforzamento delle difese immunitarie dell’organismo e verso gli effetti benefici del sonno e del rilassamento.

Melatonina e benefici del sonno

Per quanto riguarda il sonno, come ha spiegato Luigi De Gennaro, docente di Psicofisiologia del Sonno all’Università La Sapienza di Roma, intervistato da HuffPost, la pandemia ha generato due fenomeni di segno opposto. Il primo che ha riguardato l’aumento dei disturbi del sonno legati ad ansia, stress e alterazioni dei ritmi di vita e di abitudini delle persone. Il secondo, addirittura benefico, ha coinvolto una ristretta cerchia di individui che con il lockdown hanno potuto dormire di più di quanto non facessero con i loro ritmi di vita prima del Coronavirus.

Ora, un fattore da non sottovalutare è che diversi studi affermano che il buon funzionamento del ritmo sonno – veglia aiuta a impedire l’indebolimento del nostro sistema immunitario.

La comunità scientifica sta sempre più centrando l’attenzione sulla melatonina, ormone prodotto dal nostro organismo per regolare il ciclo del sonno. Ricercatori della Cleveland Clinic, in Ohio, sulla base ancora solo di simulazioni e dati statistici, hanno constatato che l’assunzione di melatonina si associa a una riduzione media del 28% del rischio di risultare positivo al Covid.

La melatonina, inoltre, sembrerebbe contrastare efficacemente alcuni processi infiammatori, compresi quelli a livello polmonare.

“Naturalmente studi e ricerche vanno approfonditi ma sicuramente un sonno migliore può migliorare il quadro immunitario e la melatonina – conclude il prof. De Gennaro – ha riconosciute capacità antiossidanti e antinfiammatorie”.

Per saperne di più consigliamo i link:

https://www.huffingtonpost.it/entry/non-s olo-insonnia-pandemica-tra-sonno-e-covi d-ce-un-legame-complesso-e-forse-benefi co_it_5fe2e7b7c5b64e442100c7a0

https://www.federsalus.it/il-mercato-degli-integratori-driver-e-dinamiche-di-acquisto-in-tempo-di-covid/

 

 

 

 

 

 

Contro lo stress da Coronavirus Rage Room e Camere del Pianto in Ospedali, Rsa e Scuole

Da Torino la proposta dell’artista Colline di tristezza a tutela del personale sanitario e scolastico ed indirizzata alla Presidenza della Repubblica e ai Ministeri di Salute ed Istruzione

Torino, 13 gennaio 2021 – Istituire stanze della rabbia e/o camere del pianto negli ospedali, nelle Rsa e nelle scuole disponibili per medici, infermieri, OSS, insegnanti e personale scolastico allo scopo di alleviare lo stress e la tensione cui sono sottoposte queste categorie di lavoratori. La proposta è dell’artista Colline di tristezza, ed è rivolta al Presidente della Repubblica Mattarella ed ai ministri Speranza (Salute) ed Azzolina (Istruzione).

Rage room e camere del pianto

Le rage room o stanze della rabbia sono sostanzialmente delle stanze in cui, vestiti con le adeguate protezioni per non farsi male, è possibile spaccare una serie di oggetti e smaltire così le tensioni accumulate.

In Italia al momento ve ne sono cinque. Per quanto riguarda le camere del pianto anch’esse sono state inventate in Giappone e sono stanze equipaggiate anche con strumenti per la visione di film e con fazzolettini, destinate a donne che possono piangere lontano da occhi indiscreti per scaricare lo stress in questa maniera.

Per la parità dei sessi il “non-cantante” torinese suggerisce che rage room e camere del pianto siano utilizzabili da entrambi i sessi a seconda di come la persona preferisce scaricare le tensioni. “Potrebbero anche essere soluzioni similari e compatibili con lo spazio disponibile nelle strutture”, precisa l’artista.

Secondo Colline di Tristezza “bisogna innanzitutto pensare alla salute mentale del personale sanitario e scolastico duramente provato dall’emergenza”.

Inoltre queste stanze potrebbero essere utili, se presenti nelle scuole, anche per le vittime di bullismo, “in un’ottica futura quando si tornerà ad una normalità con lezioni in presenza al 100%”.

Riguardo l’artista

L’artista Colline di tristezza è noto al pubblico principalmente per la proposta di una maglietta con l’igienizzante (T-Soap), ma anche per l’impegno contro il fumo e a supporto dei vegani, appelli, proposte e jingle non-cantati (definiti da lui stesso con il termine “Jingle-Karaoke” in quanto cantabili dagli ascoltatori).

Lo scorso mese ha pubblicato sul suo canale Youtube (www.youtube.com/watch?v=ULk3alL2RHw)  il brano “Megan Fox” cantato da un Vocaloid, una voce virtuale artificiale, che parla della solitudine dei single durante il lockdown al tempo del coronavirus.

 

 

 

 

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Per informazioni e contatti:

collineditristezza@gmail.com

 

 

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