Al ‘Circolo dei lettori di Torino’ presentazione del libro “Il pianista velocista a cottimo”

Torino, 25 gennaio 2019 – Presso il ‘Circolo dei lettori’ di Torino, il 5 febbraio prossimo alle ore 18, si terrà la presentazione del libro “Il pianista velocista a cottimo” della scrittrice Barbara Appiano, che per l’occasione interagirà con gli ospiti per una piena condivisione dell’opera. Modererà l’incontro, a cui sarà presente anche l’editore Kimerik, la Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia.

Mi sono infiltrata in un callcenter perché volevo provare di persona le assurde condizioni di lavoro che sapevo essere al limite dell’assurdo. E una volta assunta mi è stato dato subito il target dei secondi per ogni attività che potevo svolgere, compreso l’andare in bagno per fare la pipì”.

È così che la scrittrice Barbara Appiano racconta il suo infiltratasi in un callcenter per avere una esperienza diretta, e poterne poi scrivere, per denunciare le condizioni di vita e di sfruttamento dei lavoratori del settore.

“Svolgevo il mio compito di video terminalista in uno stanzone enorme con altri 50 operatori alle prese con cuffie, telefoni e un display che scandiva il tempo di ognunodi noi. Un display tipo quelli degli aeroporti, che riporta però tutto quello che fai, e che non appena ti siedi ti tramuta improvvisamente in un numero” continua la scrittrice.

“Se per qualsiasi ragione perdi la telefonata in arrivo questa viene dirottata ad altri operatori, ma tu perdi minuti preziosi e vieni perfino multato. E se ti alzi perché ti viene da grattarti il naso e ti togli la cuffia, che è collegata al display del “grande spione”, ecco che riparte il conteggio dei minuti non lavorati.

Gli stessi minuti che insieme ai minuti della pipì, del pranzo e del caffè, vanno ad incrementare i tuoi minuti di pausa, diventando tutti insieme un dato che misura la tua inefficienza”.

L’alienazione del callcenter trova poi la sua massima espressione nella velocità che il video terminalista velocista deve avere dal momento che prende la telefonata, e deve risolvere il problema di chi chiama in 2 minuti.

Sforato questo tempo il “grande cervellone spione”, come un kapò da lager, fa una resoconto dei minuti sforati, e questi ti vengono poi detratti dalla busta paga.

È un vero e proprio sfruttamento scientifico, di ogni singolo minuto della vita delle persone, comprese le 8 ore di formazione iniziali, che ho scoperto essere pagati da associazioni sindacali, con soldi presi dallo stato” dice ancora Barbara Appiano.

Una esperienza nuda e cruda, che viene raccontata senza filtri nel libro “Il pianista velocista a cottimo”, che riporta nel dettaglio l’alienazione delle “fabbriche telefoniche” dei callcenter.

Un racconto che vuole rimarcare proprio i valori della “fabbrica sentimentale” di Adriano Olivetti e la visione profetica di Pier Paolo Pasolini che predisse la massificazione della nostra società in tempi non sospetti, ben oltre 40 anni fa.

Un reportage che racconta la perdita dei valori universali di fratellanza e solidarietà, sostituiti dall’antagonismo e dalla competizione fra i lavoratori, dal loro sfruttamento alienante, nel nome della efficienza e della produzione” ci spiega ancora Barbara Appiano (www.appianobarbara.it).

Una infiltrazione coraggiosa quella della scrittrice vercellese, che l’ha portata ad osare fino ad essere scoperta nella sua missione di “testimone dell’alienazione”, e che l’ha trasformata in oggetto di minacce per la pubblicazione del libro.

Minacce che la scrittrice non ha però preso in considerazione, pubblicando per intero la sua esperienza.

Il libro è edito da Kimerik editore, con la prefazione della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia, docente di lettere al liceo Giordano Bruno di Torino e dottore di ricerca all’Università ‘La Sapienza di Roma”.

La prolifica scrittrice ha in attesa di pubblicazione ben altri  5 romanzi, che la stessa ha illustrato in una vetrina sul proprio sito www.appianobarbara.it.

L’appuntamento da non perdere è quindi per martedi 5 febbraio alle ore 18:00 presso la Sala Lettura del ‘Circolo dei lettori’ di Torino, in Via Bogino 9 presso il Palazzo Graneri della Roccia.

 

 

 

 

 

 

A Torino ‘Libriamoci’, la giornata di letture nelle scuole

Torino, 22 ottobre 2018 – Il 24 ottobre prossimo in occasione della “Giornata di lettura nelle scuole” denominata “Libriamoci” ci sarà come lettrice d’eccezione al liceo Giordano Bruno di Torino la scrittrice Barbara Appiano.

La scrittrice vercellese, su invito della scuola, leggerà alcuni capitoli dei suoi ultimi romanzi come “Umanità Anno Zero” e “Città senza semafori e case con le ruote”. 

Due romanzi di formazione in cui l’autrice mette al centro la natura e fa parlare la natura stessa attraverso un’elefantessa in “Umanità Anno Zero” e il terremoto in “Città senza semafori e case con le ruote”, tentando l’abbraccio universale di fratellanza e di libertà che si estrinseca con la scrittura nella sua estensione di significato e di esistenza.

La Appiano candiderà “Umanità Anno Zero”, un romanzo paragonato “Pinocchio” e al “Piccolo principe“ a diventare il progetto pilota per le classi del liceo scientifico Giordano Bruno.

L’intento sarà quello di trasformare il libro in un film documentario, in cui le classi che la scrittrice incontrerà saranno coinvolte nella stesura della sceneggiatura e dei dialoghi, in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino. 

Nell’ambito della stessa giornata si terrà ‘Happy Birthday Frankie: 200 anni di fantascienza d’autore’, a 200 anni dalla pubblicazione della prima edizione di Frankenstein or the Modern Prometheus.

Si ripercorrerà l’evoluzione della letteratura della fantascienza dalla Mary Shelley al futuro distopico di George Orwell, dai robot di Asimov alle intelligenze artificiali di Philip K. Dick.

A cura del GB Cult Movies del Liceo ‘Frankie goes to Hollywood‘ oltre le letture saranno proiettate e commentate alcune scene delle versioni cinematografiche più celebri delle opere presentate (da Frankenstein di Mary Shelley di Kenneth Branagh a Frankenstein jr di Mel Brooks) e gli studenti del Liceo Giordano Bruno si avvicenderanno in letture in italiano e in lingua straniera.

 

 

 

 

 

 

 

Copertina del libro “Città senza semafori e case con le ruote” della scrittrice Barbara Appiano

 

 

 

A San Fele presentazione di “La chiave del cuore. San Fele tra arte, fede e leggenda”

È dedicato al sud tra fede e leggenda il nuovo libro di Anna Maria Gargiulo, la scrittrice sorrentina vincitrice del Premio “Penisola Sorrentina” e del “Capris San Michele”.

Potenza, 23 luglio 2014 –  Si intitola “La chiave del cuore. San Fele arte fede e leggenda” il nuovo libro della sorrentina Anna Maria Gargiulo, edito dal Comune di San Fele, piccolo centro della Basilicata famoso per le sue cascate (chiamate nel dialetto locale Uatteniere) ma soprattutto per aver dato i natali a San Giustino De Jacobis, missionario partito da Napoli per andare ad evangelizzare l’Etiopia.

Il libro indaga le tradizioni, il paesaggio, la cultura, la fede tra spiritualità, leggenda, magie. Un saggio di antropologia culturale in un territorio gremito di simboli e di suggestioni.

“Mi auguro che questo libro possa aiutare a conoscere la nostra comunità, le nostre radici e le nostre bellezze incontaminate”, afferma il Sindaco di San Fele Donato Sperduto.

Anna Maria Gargiulo vive in Penisola Sorrentina. Esperta di politiche sociali, esorcista, docente, ha diretto diverse strutture assistenziali per gli anziani.

Il suo nuovo pamphlet sarà presentato a San Fele nel pomeriggio di martedì 24 luglio, alla presenza del Vescovo della diocesi di Melfi, Rapolla, Venosa, Mons. Ciro Fanelli.

“Rivolgo il mio plauso all’Amministrazione comunale nelle persone del sindaco Donato Sperduto e dell’Assessore alla cultura Raffaella Carlucci che, insieme con il coordinatore del progetto Antonio Bruno, hanno voluto affidare a un’eccellenza della penisola sorrentina, come la Gargiulo, questa ricerca a metà strada tra la letteratura etnoantropica e il sentimento.            Come diceva San Giustino de Jacobis, la parola diventa la chiave del cuore, per aprire porte di memoria e di futuro ”, dichiara Mario Esposito, patron del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, il prestigioso riconoscimento internazionale di cui Anna Maria Gargiulo è stata insignita insieme con il premio “Capri San Michele” per i suoi lavori saggistici sui temi del sociale e della fede.

 

Esce “Sasso dopo sasso”, nuovo capolavoro per la collana di poesie “AttraVersi”

Roma, 31 maggio 2018 – La collana di poesia ‘AttraVersi’ si arricchisce di un nuovo capolavoro, “Sasso dopo sasso” di Miriam Cividalli Canarutto. La collana, curata dalla fiorentina Caterina Bigazzi, nata nell’ottobre 2017 grazie a un editore, le “Edizioni del Poggio”, capace di valorizzare e promuovere la poesia, festeggia la pubblicazione del terzo libro.

Con questa raccolta l’autrice Miriam Cividalli è giunta alla sua quarta prova poetica. Classe 1931, allieva di Giorgio Bassani a Ferrara negli anni delle scuole medie e insegnante dal 1971 al 1996, dal 2000 a oggi l’autrice frequenta corsi di scrittura creativa a Firenze, mettendosi in luce per la sua infaticabile ricerca di una parola asciutta, precisa ed efficace.

Il forte senso di appartenenza alle proprie radici porta l’autrice a ripercorrere, sasso dopo sasso, una lunga e intensa carrellata di volti, voci, luoghi, avvenimenti e situazioni, tra il pubblico e il privato, come in un bilancio ancora aperto di vita tangibile, palpitante.

Il libro di 80 pagine, oltre che in vendita in tutte le librerie online al costo di € 7,50 può essere richiesto direttamente alla casa editrice all’ indirizzo www.edizionidelpoggio.it/index.php?mod=shopping_cart&f=prod&id=123.

Così la curatrice ha presentato il progetto della Collana: “Ogni verso è come il piccolo segmento di un percorso. Forse scrivere è sempre, in qualche modo, attraversare qualcosa, o qualcuno. È anche un po’ come un ponte. I ponti uniscono, permettono di viaggiare, di incontrarsi. Salire su un ponte è una sfida a proseguire, a non guardarsi indietro, o a non saltare giù.
Questa collana di poesia è fatta di libri piccoli come segmenti, ma tenaci come ponti, che un po’ attraversano, un po’ attraggono. E cercano di dare una forma, o un volto, a quel ‘qualcuno’, ‘qualcosa’. A un ‘dove’.
Ciascuna di queste raccolte compie un cammino, un viaggio. Ma l’importante alla fine non è tanto trovare quel che si cerca. È che i segmenti tracciati non si esauriscano nel vissuto personale, nell’esclusivo dato biografico.
Ognuno attraverso le parole di un altro può scorgere la propria riva”.

Per ulteriori informazioni sul libro e la collana visitare il sito internet www.edizionidelpoggio.it oppure scrivere alla mail redazione@edizionidelpoggio.it.

 

Terremoto, l’autrice Barbara Appiano in visita alle zone terremotate

Roma, 18 maggio 2018 – Il 19 e 20 maggio la poetessa e scrittrice Barbara Appiano si recherà in visita presso le zone terremotate del centro Italia. L’autrice sarà a Saletta nelle Marche, invitata da Andrea Ciucci, vicepresidente della Onlus  “Ricostruiamo Saletta” e incontrerà la cittadinanza di alcune comunità Accumoli, Amatrice e altri paesi devastati dal terremoto, in un percorso in divenire.

“Come una naufraga, salendo da Ancona, inerpicandomi verso le zone rosse incontrerò in particolare i bambini che non hanno più le scuole che si sono sbriciolate, e gli anziani, due categorie per me importantissime perché i bambini sono il futuro mentre gli anziani sono la memoria e hanno innanzi a sé il tramonto” spiega Barbara Appiano.

“Poi voglio incontrare gli imprenditori, per raccontare il loro sacrificio di fare impresa in mezzo alle macerie e le persone comuni che non appaiono in televisione, ma che esistono e vivono sulla loro carne la sofferenza provocata dal terremoto. Sarò io la loro televisione”, racconta ancora l’autrice.

Appiano ha iniziato a scrivere un libro “Tutto in una vita, tutto in un minuto“, un diario di testimonianze dal vivo e senza telecamere, dove l’io narrante è il terremoto che parla in prima persona e spiega lui stesso il terremoto, perché arriva e perché decide di andarsene e ritornare.

Il libro sarà venduto a deputati e senatori della Repubblica Italiana, perché rappresentano le istituzioni e l’alto senso civico che lo stato deve promuovere, e il ricavato sarà interamente devoluto alla comunità di Saletta e alle sue genti, e vuole essere lo studio degli effetti psicologici del terremoto sulla psiche umana.

“Ha gli stessi devastanti effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, con la differenza che allora era l’uomo che provocava quegli eventi mentre oggi è il terremoto che decide autonomamente il da farsi” racconta Appiano.

“Tutto in una vita, tutto in un minuto” partendo dagli effetti devastanti del terremoto, che si racconta come fosse una persona che descrive la sua storia, ha lo scopo di creare fratellanza universale, cui le catastrofi naturali ci legano.

Il libro vuole essere una rappresentazione dell’umanità che si lega e si affratella attraverso le catastrofi della natura, non soltanto nel momento della sua manifestazione ma soprattutto dopo, quando non vi è più quotidianità e normalità.

Contestualmente Barbara Appiano donerà copie del suo ultimo romanzo “Città senza semafori e case con le ruote” ai cittadini che la accoglieranno.

A Saletta l’autrice raccoglierà fisicamente dei mattoni per rappresentare il fatto che “ricostruire è contare i mattoni caduti, per ricontare i muri da ricostruire e chiedere alle istituzioni e personalità culturali del nostro paese, e ai grandi nomi della scrittura di seguire il mio esempio, per creare empatia e condivisione con chi soffre questa grande tragedia“.

“Tutto in una vita, tutto in un minuto” vuole essere infine l’analisi del tempo cronologico della natura e del tempo umano, che spesso stridono. L’uomo è sempre in ritardo e svantaggiato rispetto alla natura e proprio per questo ‘svantaggio’ il terremoto è la compagine esistenziale e umana di quello che noi siamo: pellegrini in tutti i sensi rispetto alla potenza della natura, che attraverso il terremoto esprime potenza, invincibilità e imprevedibilità. Caratteristiche proprie della natura e non certo nostre” conclude Barbara Appiano.

 

Audio libri: a Bergamo aprono i primi studi di registrazione audio per libri digitali

 Perfino il NewYork Times ha parlato di questa startup italiana. A Torre Boldone (Bg) già operativi i primi studi di registrazione dedicati alla sonorizzazione degli eBook: musiche, suoni, rumori, trasformano i libri digitali in un’esperienza ‘aumentata’, arricchendo sensorialmente la percezione del testo.

Torre Boldone (Bg), 26/04/2018 – Tecnologia e creatività associate ai libri digitali spiccano il volo. È quanto sta avvenendo con eMooks, startup bergamasca nata da un’idea ambiziosa, cullata a lungo dallo scrittore internazionale, Luca Tom Bilotta e di cui ha parlato perfino il New York Times (qui l’articolo http://www.emooks.net/pdf/NYTimes.pdf).

Il progetto, che si concretizza nella realizzazione di un’app ad hoc, risponde all’esigenza di rendere la lettura degli ebook un’esperienza più emozionante e completa.

“L’idea è arrivata in maniera abbastanza casuale nel 2014 – dice Luca Tom Bilotta, ideatore e Ceo di eMooks (www.emooks.net) – stavo visitando una nave militare ormeggiata nel porto di San Diego, negli Usa: all’interno dell’imbarcazione era stato creato un percorso digitale-interattivo per rendere più emozionante l’esperienza dei visitatori. E’ in quegli istanti – continua – che, da scrittore quale sono, mi sono domandato se, allo stesso modo, si fosse potuto realizzare qualcosa di significativo per rendere anche la lettura digitale un’esperienza più coinvolgente e appassionante.”

Da qui l’idea di realizzare un algoritmo nativo, brevettato a livello internazionale, che permette, attraverso un’applicazione apposita, di associare agli ebook suoni, rumori d’ambiente, musiche, colonne sonore (file .mks) in modo automatizzato e sincronizzato ai contenuti in scorrimento su tablet e smartphone.

Il risultato è dunque quello di trasformare la lettura in un’esperienza affascinante, ‘bidimensionale’, che accende e colora la fantasia del lettore, dando vita ad un fenomeno destinato a rivoluzionare la lettura digitale.

Il file .mks che origina dall’applicazione, è un file a tutti gli effetti come lo sono i .pdf, i .doc, gli .ePub e tanti altri sul mercato internazionale.

Nel frattempo il prodotto ha già registrato i primi consensi e sono già numerose le case editrici che hanno già manifestato il proprio interesse al suo utilizzo.

Al momento eMooks si sta muovendo con successo sui mercati italiano, sudcoreano e giapponese, con l’obiettivo di espandersi worldwide.

La sede produttiva si compone di avanzatissimi studi di registrazione, una sala per la produzione ‘foley’ di suoni e rumori d’ambiente e per la performance dal vivo di strumenti musicali, due regie audio comunicanti, oltre alla parte dedicata agli uffici.

“Siamo una squadra di lavoro giovane, motivata e piena di entusiasmo – precisa Bilotta-, crediamo in quello che stiamo facendo e siamo felici di poterlo fare nel nostro Paese. Mi considero un sostenitore del ‘Made in Italy’, certamente – conclude – la nostra attività darà un piccolo, ma importante contributo per tenere alto il nome dell’Italia anche all’estero”.

L’inaugurazione dell’azienda, in programma venerdì 11 maggio alle ore 18 in via Borghetto 13 a Torre Boldone (Bg), sarà anche l’occasione per presentare l’azienda e per illustrare il funzionamento delle diverse varianti dell’applicazione: dai fumetti, alla narrativa, alle letture per l’infanzia, ai testi scolastici, all’uso in ambito socio-sanitario per giovani con disturbi di apprendimento (dsa), ma anche quelle business-aziendale.

Per saperne di può sugli studi di registrazione di audio libri di eMooks rimandiamo al sito internet www.emooks.net.

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Contatti stampa per ulteriori informazioni:

3512473806

Riccardo Catani

Media Relations Coordinator

Tel. 347/4788864 e-mail. riccardo@emooks.net

 

Audio libri, a Bergamo aprono i primi studi di registrazione per libri digitali

Foto da usare solo a corredo del presente comunicato

Italia terremotata e alluvionata: a maggio il tour della scrittrice Barbara Appiano

L’Aquila, 19 aprile 2018 – Inizierà ai primi di maggio il tour della scrittrice Barbara Appiano nelle zone terremotate che toccherà non soltanto l’Aquila ma anche Amatrice, Accumuli e tutti gli altri paesini dell’alto Lazio e dell’Abruzzo che sono stati sconvolti dai recenti terremoti.

Sarà un incontro  fuori dal “trucco & parrucco” come ama dire lei, e i protagonisti saranno solo le persone terremotate e le loro case sbriciolate.

“Io sarò una pellegrina con la mia piccola utilitaria, un microfono e il mio libro ‘Città senza semafori e case con le ruote’ per sensibilizzare coloro che pensano che il terremoto sia lontano dal loro condominio” dice la scrittrice.

Barbara Appiano è infatti da sempre impegnata su più fronti, instancabile sostenitrice della natura, degli animali in via di estinzione e del “mondo che non vuole affondare”.

Con il suo secondo romanzo ‘Città senza semafori e case con le ruote’ punta il dito contro la burocrazia-lumaca che con la propria lentezza rimane a guardare il terremoto, in compagnia delle alluvioni, far sprofondare un pezzo d’Italia.

Parte per non fermarsi la scrittrice, e lancia  “La Giornata Nazionale dell’Alluvio-Terremotato”, un prodotto culturale tipico italiano di cui nel resto del mondo civilizzato non pare esserci traccia.

Ed è per denunciare tutte le lentezze della macchina burocratica italiana, che fa vivere ancora tante famiglie in condizioni precarie, che Barbara Appiano sarà ai primi di maggio con i terremotati della città dell’Aquila, di Accumuli, Amatrice e altri borghi nel crocevia tra alto Lazio-Abruzzo-Marche-Umbria.

La scrittrice raccoglierà idealmente i mattoni dei terremoti, presenti e passati, insieme a Babylon, la protagonista del suo ultimo romanzo, una terremotata dell’Aquila del terzo millennio che ha sostituito la valigia di cartone da migrante con un trolley e raccolto quello che resta della sua casa sbriciolata dal terremoto, con mutuo che non potrà più pagare. Stipando la memoria polverizzata della sua dimora dentro la sua valigia con le ruote.

Babylon nel libro girerà i terremoti presenti e passati anche di antiche civiltà, incontrando i Templari che disoccupati per cessata attività del tempio di Gesù raccoglieranno i mattoni dei terremoti e il fango delle varie alluvioni, diventate ormai un appuntamento fisso del dissesto idrogeologico del territorio italiano.

Insieme a lei il nonno della scrittrice che per non perdersi il “reality” del terremoto rimanda persino il suo funerale.

Terremoti e alluvioni, un mondo in collisione ed in frantumi, che si rialza con il peso massimo dei fiori, mattoni, persone in fila al centro di prima accoglienza italiano, il Parlamento, fango e mattoni, i protagonisti del nuovo romanzo di Barbara Appiano.

E purtroppo anche di un pezzo dell’Italia di oggi.

Per approfondimenti sul tour della scrittrice nelle zone terremotate rimandiamo alla pagina internet https://www.appianobarbara.it/terremoti-e-alluvioni-il-mondo-in-collisione-che-si-rialza-con-il-peso-massimo-dei-fiori-mattoni-in-fila-al-centro-di-prima-accoglienza-italiano-il-parlamento-sono-fango-sono-un-mattone-chiediam .

 

 

 

 

 

 

Discarica di Salussola: il grido di dolore della scrittrice Barbara Appiano

Vercelli, 27 marzo 2018 – Anche la scrittrice Barbara Appiano, famosa per battersi a favore dell’ambiente e della tutela degli animali, in special modo gli elefanti, si è espressa duramente contro la discarica di Salussola, lanciando il seguente appello, che è anche un grido di dolore.

DICIAMO NO AI FRUTTI MALEFICI DELLA DISCARICA DI SALUSSOLA

A Salussola, paesino ridente tra la provincia di Vercelli e Biella, vogliono inaugurare il luogo per eccellenza deputato a diventare il luogo del turismo ecologicamente scorretto del futuro.

Sarà una discarica da “interramento ” con cubatura di 2.000.000.000 m3 di amianto da interrarre nel triangolo tra Salussola – Carisio-Buronzo e Santhia’ e relativo terreno della Baraggia, ove e’ coltivato il riso Arborio D.o.p.

Nel mese di febbraio scorso l’Ordine dei Medici di Vercelli si è opposto descrivendo tutti i problemi che sorgerebbero per la salute umana, le falde acquifere con relativi acquedotti, oltre alla devastazione paesaggistica di borghi come Nebbione e relativo Castello e il Borgo di S.Damiano con chiesetta votiva del ‘600, dove d’estate fanno la festa del riso sull’aia.

Uno scempio assurdo.

Amianto a più non posso sarà sotterrato come il milite ignoto in terra di risaia, sfrattando il riso arborio D.o.p. di Baraggia.

Una mutazione in piena regola con il plauso degli esperti dell’inquinamento insostenibile, ai danni dei nostri polmoni che al momento non hanno a magazzino il ricambio come fossero delle ruote di scorte.

Tante le firme per fermare il Leviatano dei Leviatani, sua maestà l’amianto, che diffonderà il suo verbo di mortale genia, disperdendo nell’aria la sua genia inestirpabile.

E così il nostro “Dio Amianto” che nessuno è richiesto vuole diventare il nostro vicino di casa, il nostro buttafuori, che più che buttare fuori, butta dentro in falda acquifera ben 2.000.000.000 di figli e nipoti suoi che altrimenti non saprebbero dove andare.

E così da Salussola minuscolo paesino che mai vorrebbe diventare famoso per tale futuro santuario immacolato, di amianto investito, fino alla tenuta del Nebbione e alla Tenuta di S.Damiano, luoghi a me cari che io descrivo in “città senza semafori e case con le ruote” avremo la Silicon Valley, un esodo del riso  che più che amaro sarà infiltrato di fibre che nulla hanno a che vedere con le fibre alimentari, quelle buone.

Luoghi certo non da location, ma luoghi agresti ricchi di storia che verranno polverizzati dall’amianto.

L’Ordine dei Medici di Vercelli ha posto il veto spiegando che non basterà la tachipirina per neutralizzare i potenziali mesoteliomi che infetteranno contadini, galline, cani, gatti, mucche e quant’altro, ma pare che il Leviatano dell’economia mondiale nella sua immortalità finanziaria, abbia deciso di trasformare questo luogo in un campo di concentramento  di fibre cancerogene che per viaggiare non avranno bisogni di treni carri bestiame.

Basterà il soffio del vento, e anche a riposo la fibra che non è la fibra del telefono senza fili, viaggerà più veloce della luce, più lenta del tempo che impiega a stazionare nei tuoi polmoni per diventare un mesoteliomi da gran turismo, quello delle discariche e relativi contenuti.

Solo Dio in questo é bravo, che l’amianto sarà l’unico Dio che ci aspetta in questi luoghi?

Esperti catechisti consiglieranno gite in loco con maschere antigas e consiglieranno accessori salvavita che creeranno un indotto da PIL nazionale

Cavie di ogni specie, taglia e genere, armatevi, vi aspetta un futuro polverizzato da polveri sottili e malefiche.

L’italia, paese dell’accoglienza, accoglie e adotta l’amianto dell’epoca giurassica del sig. Schmiedeiny, rispettabile cittadino svizzero dimorante in un luogo, la Svizzera, che oltre a custodire segreti e forzieri è allergica all’estradizione dei suoi cittadini.

Ergo, Il padre dell’amianto immune dalle polveri sottili respira l’aria di montagna di elvetica memoria, mentre il vercellese ed il biellese ospiterà i tanti frutti avvelenati del lavoro di Schmiedeiny, che dopo Padre Pio é l’esule del terzo millennio, cercato da tutti senza che nessuno lo voglia veramente cercare.

 

Firmato

Barbara Appiano

www.appianobarbara.it

 

Salussola, panorama da San Daminano di Carisio (Fonte foto Wikipedia: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Salussola_pan_da_san_daminano_di_carisio.jpg)

 

Arriva il ‘Tour della Lettura‘: “Sono un libro, non sono un Hot Dog”

Vercelli, 6 marzo 2018 – Partirà a metà marzo il “Tour della Lettura”,  che vedrà come protagonista assoluto il libro. Un libro pellegrino che andrà in tour nelle scuole elementari, medie e superiori, per andare incontro ai lettori, visto che negli ultimi tempi sono sempre meno i lettori ad andare verso i libri.

Il tour partirà da Santhià, Vercelli, per poi toccare Torino e Firenze, e poi approdare nel resto d’Italia.

Ad organizzare il tour l’autrice e poetessa Barbara Appiano, che leggerà il manifesto “Sono un libro, non sono un Hot Dog” a difesa dei libri.

Un tour che nasce dalla incontenibile fantasia della scrittrice piemontese, che già anni fa si inventò il “Vu leggè” (www.appianobarbara.it/372-2/),  un tour in bicicletta per promuovere la lettura e che per questa singolare iniziativa venne invitata da Costanzo per una serata del “Maurizio Costanzo Show”.

“Io amo i libri con tutta me stessa, perché un libro è capace di creare interazione tra il mondo della scrittura, dell’immaginazione, della suggestione e il lettore, attraverso le emozioni” racconta Barbara Appiano.

“Chi dedica tempo alla lettura ama immaginare, e diventa libero, perché capace di pensare che esiste un mondo migliore.

La cultura deve fare questo, è la pietra filosofale per eccellenza perché un libro è pensiero in movimento, e uno strumento per collegare la nostra interiorità al mondo esteriore. Infatti io considero il libro un essere vivente, perché è in grado di interagire con il lettore, creando una vera e propria ombra del lettore su carta stampata” continua l’autrice.

“L’acquisto di un libro è un investimento e non una spesa, perché ci arricchisce, ci fa immaginare nuovi mondi e ci fa crescere. Per questo nel mondo ci vorrebbero più libri e meno fabbriche di automobili ed oggetti e più cartiere di libri, magari in carta riciclata, in rispetto degli alberi.  Lo considero l’unico modo per salvarsi da se stessi, e per contagiare in positivo l’uomo, in un mondo dove tutto è ormai molto mediocre e piatto” conclude Barbara Appiano, entusiasta per il tour in partenza.

Durante il tour la scrittrice interagirà con gli studenti e parlerà con loro di cultura, della magia dei libri, e leggerà loro alcuni estratti del suo ultimo romanzo “Umanità Anno Zero”, facendo spegnere gli smartphone ai ragazzi perché “a parlare in quei frangenti dovranno essere solo e soltanto i libri”.

Qui di seguito il manifesto che sarà letto nel “Tour della Lettura”

Manifesto “Sono un libro, non sono un Hot Dog”

Sono un libro e sono vivo.

Sono un prigioniero politico, ingombrante per dimensioni anche se tascabili, per i miei contenuti che non sempre fanno audience.

Non trattatemi come fossi un cadavere da sezionare in obitorio.

Io sono il libro, un essere vivente politicamente corretto, frequentato dai lettori che praticano il turismo letterario a Km. Zero, praticamente un genere umano che sta scomparendo per via della mia sostituzione con i vari aggeggi telefonici, diventati oggi “smartphone”.

Una specie di fattucchiera lo smartphone, che quando lo consulti tutto ti sa dire, se piove o se c’è il sole, se la borsa di New York è crollata o se sta bene, oppure l’ultima stupidaggine accaduta dall’altra parte del mondo…

Ma non ti insegna a leggere.

Per quello c’erano i maestri di scuola, che mi chiamavano sussidiario, e io felice come non mai ad essere chiamato sussidiario mi accompagnavo ai miei lettori delle prima ora, i bambini dell’asilo.

Poi tutto è mutato, circondato da telefoni più o meno intelligenti, televisori che ti mostrano senza dover leggere il mondo a colori, che hanno attentato alla mia dignità di essere libro e così sono finito nei bui sgabuzzini dei grandi magazzini a far compagnia  a lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie e spremi agrumi elettrici, catalogato come “invenduto”.

Prossima fermata un inceneritore, ovviamente intelligente, dove poter finire i miei giorni di gloria e di oblìo, all’ombra di un XFactor dove il talento dei lettori, per essere tali devono leggermi, si è eclissato come genere sorpassato.

Sono animato dall’insostenibile ragione di moltiplicarmi all’infinito, ormai però senza una vera famiglia alle spalle, come quella degli editori, che mi collochi nel mio habitat giusto, la libreria.

Il mio posto è su uno scaffale, una vetrina, o una biblioteca.

Anni fa avevo un genitore affidatario che si chiamava editore, ora scomparso perchè con la fecondazione in vitro anche coloro che partoriscono libri e cioè gli scrittori, hanno deciso di fare tutto da soli, di essere genitori e diffusori del mio verbo.

Ciò ha comportato il fatto che sono stato declassato allo status di un elettrodomestico, prodotto nei paesi globalmente poveri, e alla stregua di un aspirapolvere.

Sono in saldo nei vari “stores” dove mi ritrovo come vicino di banco e di casa aspirapolveri, lavatrici e scope elettriche.

Nel caso tale luogo non mi andasse bene ho l’opzione degli ipermercati dove mi pongono in attesa di trovare il mio futuro genitore-lettore al fianco di pannolini e deodoranti, come  se io fossi inadeguato a stare in mezzo agli altri libri.

Ma io non sono un Hot Dog.

Sono fatto di carta, una carta pulsante che sposta gli alberi dalle foreste a casa tua.

Vorrei che tu mi vedessi come io sono veramente, una voce che narra un mondo di parole, un mondo parallelo che ti accompagna ogni giorno della tua vita, ma poiché mi hanno oscurato facendomi passare per un oggetto attentatore se mai venissi sfogliato sarebbe soltanto per una perquisizione.

Sfogliate e cercate.

Da me troverete parole, carta, verbi e sostantivi.

Da me troverete il mondo che oggi avete perso, quello dell’immaginazione, perché un Hot Dog si può anche digerire, ma io sono indigesto, sono nato per vivere e far vivere coloro che mi leggono.

Sono il libro, quello che resta invenduto sugli scaffali delle librerie e delle biblioteche, santuari dove vige l’extra territorialità diplomatica del leggere in silenzio, accendendo la fantasia prima che una scopa elettrica venga e mi ramazzi via.

Io sono il libro, sono il tuo mondo, quello dell’immaginazione messa in moto dalla scrittura, sono la tua noia e il tuo passatempo se mai ti accorgessi che leggermi non è perdere del tempo e se mai provassi a pensare lontanamente all’analfabetismo, una malattia debellata con la libertà della cultura che mi ha messo a dirigere il traffico della parole.

Sapresti che la mia esistenza è stata cruciale per far leggere tutti gli italiani, magari soltanto le pagine di un quotidiano, ma comunque pagine di parole e carta che da qualche parte dovranno pure abitare, e chi se non io, il libro può ospitare il mondo delle parole che descrivono il mondo in cui viviamo?

Attenzione a non accelerare lo sfogliare dei miei consimili, non tutti i libri  sono sensibili alle dita che sfogliandoti si fermano sul particolare, una parola, una virgola che sospende e sorprende mescolando la realtà con la fantasia.

Anche a leggerci ci vuole empatia, perché noi siamo vivi come lo siete voi che ci prendete in mano ci guardate, leggete il prezzo per portarci a casa e poi ci lasciate dove ci avevate visto, sugli scaffali del mondo che non legge più, un mondo visto con la barra di scorrimento di uno smartphone che ti ha insegnato a fare in fretta e ti ha educato a non perdere tempo, programmandoti la vita anche per annoiarti.

Annoiatevi fintanto che avete tempo, il tempo non vi aspetta e io a restare invenduto e non letto divento disoccupato proprio come te che non mi compri perché a me preferisci il gratta e vinci.

 

 

 

 

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“Salviamo la natura, per salvare noi stessi”: a Santhià il grido di allarme dell’autrice Barbara Appiano

Vercelli, 19 febbraio 2018 – Santhià, una cittadina di provincia Vercelli, sabato 24 febbraio diventerà capitale della cultura, e di un mondo che vuole cambiare rotta.

Alle ore 10.30, presso la Biblioteca Civica di Santhià, si terrà infatti un interessante aperitivo letterario, ‘per astemi’ e ‘per vegani’ e con l’invito di tenere “fuori gli smartphone”, con l’autrice Barbara Appiano per parlare con lei di libri, cultura, natura e dei disastri a cui sta andando incontro l’uomo.

Il dibattito prenderà spunto dal libro ‘Umanità Anno Zero’,  della prolifica e creativa autrice, un romanzo di formazione presentato al Circolo dei Lettori di Torino lo scorso gennaio, di cui molti stanno parlando.

Il romanzo sarà nuovamente protagonista con i suoi incredibili personaggi tra cui una elefantessa di nome Araba e i suoi piccoli amici, Calypso, Benjamin, Blasdemetrio, Gonzalo e Apostolo.

Nomi emblematici collegati alla sanguinosa guerra civile di El Salvador, e alla Siria, anch’essa devastata dalla guerra.

Calypso è una bambina che, decidendo di liberare Araba da un circo, dà il via al romanzo, che diviene così un frullatore e un grande contenitore delle gesta dell’umanità, ove tutto frulla, comprese distruzione, guerre e rinascite.

‘Umanità Anno Zero’ vuole essere un punto di partenza, un punto zero, cioè un luogo da cui l’umanità può ripartire per riscattarsi e prendere coscienza di sé.

Una umanità ormai bestiale dove i disvalori, con il mancato rispetto della natura, la svalorizzazione della stessa vita umana, se non vengono azzerati ridurranno il consorzio umano in un deserto di cuori.

L’evento sarà l’occasione per l’autrice di presentare anche il progetto culturale di trasformare il libro in un film attraverso un manifesto già pubblicato on line, ove l’autrice con forza e determinazione spiegherà perché un libro come ‘Umanità Anno Zero’ debba diventare un film come la favola di Pinocchio.

Perchè ‘Umanità Anno Zero’ e’ l’umanità degli animali che ci descrivono nella nostra banalità.

Durante l’aperitivo letterario Barbara Appiano leggerà inoltre la sua ‘Lettera aperta a Sua Maestà la Plastica’, protagonista delle nostre vite con un capitolo dedicato all’interno del romanzo.

La plastica vista dall’autrice e’ una presenza ingombrante e a suo dire quasi persecutoria, perché non c’e’ luogo ove non sia presente.

Per meglio polarizzare sugli effetti devastanti della plastica, con relativi derivati sociali e comportamentali, l’autrice presenterà  anche una petizione dalla stessa lanciata su change.org dal titolo “L’arte non e’ un outlet” che sottolinea  l’assurdità del nostro vivere e demonizza la frequentazione degli outlet, come il catechismo o come un luogo di svago, quasi fossero dei centri ricreativi.

Una triste massificazione che l’autrice ricorda volere essere stata prevista da un grande poeta geniale come Pier Paolo Pasolini, che ben oltre 40 anni fa come un visionario vide la dissoluzione del nostro vivere, una forma di antropologia all’incontrario dove l’uomo anzichè cercare rifugio nella natura che è la nostra prima madre, distrugge il suo ambiente per distruggere se stesso, in nome di un conformismo che appiattisce sempre più le menti.

Una distruzione narcotizzata da finto divertimento che aliena le nuove generazioni verso una forma di vuoto esistenziale, da riempire con gli outlet e gli smartphone, un’alienazione che abdica alla ricerca della felicità, come lo stato di natura che l’uomo vive da quando è sulla terra e cioè con una forma di partecipazione solidale con la natura e gli animali.

Barbara Appiano resta una persona semplice, che con una scrittura autentica e graffiante rifiuta ogni etichetta e apparentamento, facendo della sua scrittura “anti-sistema” un’alternativa di verità, di cui oggi il mondo ha tanto bisogno.

Il 24 febbraio 2018 a Santhia’ l’umanità avrà l’alternativa di scegliere altri modi di vivere e sentire, con una visione universale della vita, che è un abbraccio al mondo e ai suoi abitanti tutti, piante, animali e gli stessi esseri umani.

‘Umanità Anno Zero’ è un percorso impegnativo  dove la Natura descritta con parole che trascendono e realizzano il mondo nella sua interezza vogliono svegliare l’amore sopito, che ognuno di noi porta dentro di sé.

“L’arte non e’ un outlet”,  “Lettera aperta a Sua Maestà la Plastica” e “Dalle pagine di un libro, un manifesto per creare un film documentario per salvare il mondo”: non sono degli slogan per vendere ma le battaglie e gli urli di dolore dell’autrice

Un grido di allarme che comincia a riecheggiare e che Barbara Appiano non smetterà di portare in giro, per far sentire l’eco in tutto il mondo.

Un eco a cui parteciperà donando parte dei ricavati dei suoi libri all’Istituto Oncologico Europeo Centro Cardiologico Monzino, alla Ricerca cardio vascolare e alla Pengo Life Project, visto il suo amore per gli elefanti, un progetto  italiano che mira a sensibilizzare il problema drammatico del bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti in Africa, che li hanno ridotti a rischio estinzione.

Ogni 15 minuti infatti viene ucciso un elefante e se non faremo nulla nel 2025 non ci sarà più un elefante sulla faccia della terra, privando le nuove generazioni di un patrimonio della natura dal valore incommensurabile.

“Vogliamo veramente tutto questo?” si chiede e ci chiede Barbara Appiano.

A ognuno di noi la risposta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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