Pisa, 10 febbraio 2022 – La pandemia ed i vari lockdown hanno creato profonde ferite e disagi nelle popolazioni di tutto il mondo. A pensare di alleviare un po’ la tensione ci ha pensato Salvatore Liggeri, giovane di origini siciliane cresciuto in Toscana, dove attualmente risiede, nella città di San Miniato, provincia di Pisa, che ha intrapreso nell’autunno del 2021 un vero e proprio viaggio spirituale che lo ha portato a convivere a stretto contatto con i monaci tibetani, presso uno dei centri buddisti più importanti d’Europa.
Dal primo lockdown a oggi Salvatore, che ha 28 anni, ha vissuto in molti Paesi europei per dieci anni, e ha pubblicato già due libri, ha avviato una campagna di sensibilizzazione attraverso i social sui drammi psicologici che la pandemia ha causato alla popolazione, supportando la sua community “Condividere Felicità“, che conta migliaia di membri attivi da tutta Italia, attraverso delle dirette Facebook.
Non contento, ha voluto compiere un ennesimo viaggio, questa volta però proprio vicino casa sua, nella città di Pomaia in Provincia di Pisa, presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei monasteri del buddismo tibetano tra i più grandi d’Europa.
Salvatore ha vissuto lì da settembre a ottobre per ben 30 giorni a stretto contatto con i monaci tibetani, svolgendo attività di volontariato e prendendosi cura dell’istituto insieme ad altri giovani.
“Mi sono ispirato nella ricerca spiritualea Tiziano Terzani, il famoso giornalista e scrittore toscano“, racconta Liggeri, che ha appena annunciato di aver terminato di scrivere un libro ispirato all’esperienza vissuta a Pomaia intitolato “A due passi dal Tibet“, con la prefazione di Simone Ruscetta, speaker storico di Radio Bruno
“Libro scritto anche per supportare psicologicamente tante persone che stanno soffrendo a causa della pandemia“, conclude Liggeri.
Milano, 27 marzo 2020 – É previsto a breve l’uscita del secondo singolo di Brunelli. Lo ha annunciato lo stesso artista, dopo il successo di “Ocra“, il suo brano d’esordio prodotto dalla Rossodisera. L’artista ora è pronto a presentare al pubblico l’evoluzione del suo progetto che, nell’ottica di una serie di singoli che anticiperanno l’album, e che rappresenta tutto il suo mondo.
In Ocra, il cui video è uscito a gennaio, Brunelli raccontava il manifestarsi di diverse emozioni provate nel tempo, comuni ad ognuno di noi: spaesamento, distorsione, inquietudine, solitudine e anche speranza. Immagini, le stesse che si percepiscono osservando fuori dalla finestra, di un qualcosa nel quale si crede e che dal proprio mondo personale viene proiettato all’esterno. Ocra era pura trasparenza: impalpabile come i sentimenti eppure così intensa.
La sintonia tra Brunelli e la sua chitarra è nata sin dai primissimi anni della sua vita; inizia in fretta a creare musica ed a collaborare con diversi gruppi, manifestando subito un forte legame con il blues e con il rock. Nel mentre si avvia verso il mondo della composizione e dell’arrangiamento e certifica la sua crescita oltremanica, con il corso specializzato di Sound Engineering and Music Production dell’Abbey Road Institute.
Ritornato in Italia, forte delle esperienze londinesi, è a Milano che Brunelli decide di iniziare il suo nuovo percorso da solista; inediti tenuti fino ad ora chiusi nel cassetto ma che finalmente stanno per essere svelati ed ascoltati.
San Colombano al Lambro (MI), 27 maggio 2019 – Si apriranno dal prossimo 10 giugno le iscrizioni al Premio Valerio Negrini, organizzato dal team del Videofestival live, e aperto a tutti i giovani autori e cantautori italiani. Il Premio, in onore dello scomparso Valerio Negrini, che oltre a essere stato paroliere, poeta e batterista, è noto anche per essere il fondatore nonché l’autore dei testi della maggior parte delle canzoni dei Pooh.
Il Premio, con lo spirito di contribuire alla crescita artistica dei partecipanti, ha lo scopo di ricercare e proporre al mercato discografico nuovi talenti, autori e cantautori, nuove voci e nuove proposte.
Il Premio inoltre prevede due sezioni in base all’età dei partecipanti: Emergenti (fino a 16 anni compiuti) e Nuove Proposte (dai 17 anni) e quattro categorie: Autori, Compositori, Cantautori e Band.
I casting saranno effettuati prima online e successivamente dal vivo in diverse località d’Italia.
L’idea del Premio Valerio Negrini (www.premiovalerionegrini.it) è nata dall’organizzazione dell’evento canoro internazionale Videofestival live (www.videofestivallive.it), con l’approvazione della moglie di Valerio Negrini, Paola, che sempre le è stata accanto condividendo le sue scelte coraggiose, e dell’amico Roby Facchinetti, compagno di una vita.
Il Premio vuole onorare la memoria di Valerio Negrini, che con le sue parole ha influenzato e cambiato la vita di intere generazioni, di giovani e meno giovani.
Roby Facchinetti (Pooh), scrive di Valerio:
“Caro Valerio sono già passati 6 anni da quando ci hai lasciati e non passa un solo giorno che io non ti pensi.
Mi immagino spesso di parlare con te e in questa lettera aperta ritrovo un po’ di noi due…
Mi manchi sempre immenso Poeta!”.
Dodi Battaglia (Pooh) dice di Valerio:
“Da sei anni Valerio manca all’affetto di tutti noi, eppure quel bene è ancora tangibile e fortissimo, voi stessi me lo testimoniate ogni volta che ho occasione di parlare di lui, di quel ragazzo che inseguendo il suo sogno ha fatto sì che noi tutti, artisti e pubblico, ancora oggi ci riconosciamo parte di un solo nome: Pooh”.
Per ricevere maggiori informazioni e partecipare alle selezioni basta visitare il sito internet www.premiovalerionegrini.it o contattare i numeri 0371.89.650, 339.850.87.14 o scrivere alla mail info@premiovalerionegrini.it
###
Contatti stampa:
Il presidente dell’Associazione Videofestival live GIANNI LARDERA +39.339.850.87.14
Roma, 25 marzo 2019 – È uscito Enigmi e dintorni, opera di RaffaeleAragona che si propone come un vero e proprio viaggio nel mondo degli enigmi: tra l’enigmistica classica, la “ludolinguistica” e la letteratura potenziale, il lettore è chiamato ad inoltrarsi negli spazi più reconditi della parola, alla scoperta di potenzialità linguistiche probabilmente mai nemmeno sospettate.
Enigmi e dintorni riunisce brevi testi pubblicati settimanalmente su “IlMattino” di Napoli per una rubrica di enigmistica che contiene una scelta così ampia da esaurire quasi tutte le possibilità di generi e stili.
Ogni testo è accompagnato da commenti di carattere storico e illustrativo che testimoniano la crescita negli ultimi decenni dell’interesse per i giochi di parole in generale e per quella che è definita “ludolinguistica”.
Tale interesse si deve soprattutto all’opera di divulgatori come Giampaolo Dossena, Stefano Bartezzaghi ed Ennio Peres e di studiosi come Sal Kierkia e Giuseppe Aldo Rossi, nonché di Umberto Eco, che si è spesse volte e con maestrìa affacciato su questo mondo affascinante della parola giocata.
Non è parso da trascurare l’apporto della “letteratura potenziale” dell’Oulipo e dell’Oplepo che – almeno parzialmente – hanno ampliato il campo della ludolinguistica, anche se con modalità e intenti decisamente diversi (più letterari che ludici), e che – francese il primo e italiano il secondo – seguono da decenni quanto instaurato e promosso da Raymond Queneau, Georges Perec e Italo Calvino.
L’autore
Raffaele Aragona, ingegnere, ha insegnato Tecnica delle Costruzioni all’Università di Napoli “Federico II”. Giornalista pubblicista, ideatore e promotore dei convegni di caprienigma, è tra i fondatori dell’Oplepo. Autore di Una voce poco fa. Repertorio di vocaboli omonimi della lingua italiana (Zanichelli, 1994), ha curato per le Edizioni Scientifiche Italiane, i volumi: Enigmatica. Per una poietica ludica (1996), Le vertigini del labirinto (2000), La regola è questa (2002), Sillabe di Sibilla (2004), Il doppio (2006), Illusione e seduzione (2010), L’invenzione e la regola (2012). Sono anche a sua cura: Antichi indovinelli napoletani Tommaso Marotta (1991), Capri à contrainte (La Conchiglia, 2000), Napoli potenziale (Dante & Descartes, 2007) e il volume Italo Calvino. Percorsi potenziali (Manni, 2008). Il suo Oplepiana. Dizionario di letteratura potenziale è pubblicato da Zanichelli (2002).
Il testo è già disponibile sulla libreria online di Amazon.it (ISBN 9788893641869)
Torino, 25 gennaio 2019 – Presso il ‘Circolo dei lettori’ di Torino, il 5 febbraio prossimo alle ore 18, si terrà la presentazione del libro “Il pianista velocista a cottimo” della scrittrice Barbara Appiano, che per l’occasione interagirà con gli ospiti per una piena condivisione dell’opera. Modererà l’incontro, a cui sarà presente anche l’editore Kimerik, la Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia.
“Mi sono infiltrata in un callcenter perché volevo provare di persona le assurde condizioni di lavoro che sapevo essere al limite dell’assurdo. E una volta assunta mi è stato dato subito il target dei secondi per ogni attività che potevo svolgere, compreso l’andare in bagno per fare la pipì”.
È così che la scrittrice Barbara Appiano racconta il suo infiltratasi in un callcenter per avere una esperienza diretta, e poterne poi scrivere, per denunciare le condizioni di vita e di sfruttamento dei lavoratori del settore.
“Svolgevo il mio compito di video terminalista in uno stanzone enorme con altri 50 operatori alle prese con cuffie, telefoni e un display che scandiva il tempo di ognunodi noi. Un display tipo quelli degli aeroporti, che riporta però tutto quello che fai, e che non appena ti siedi ti tramuta improvvisamente in un numero” continua la scrittrice.
“Se per qualsiasi ragione perdi la telefonata in arrivo questa viene dirottata ad altri operatori, ma tu perdi minuti preziosi e vieni perfino multato. E se ti alzi perché ti viene da grattarti il naso e ti togli la cuffia, che è collegata al display del “grande spione”, ecco che riparte il conteggio dei minuti non lavorati.
Gli stessi minuti che insieme ai minuti della pipì, del pranzo e del caffè, vanno ad incrementare i tuoi minuti di pausa, diventando tutti insieme un dato che misura la tua inefficienza”.
L’alienazione del callcenter trova poi la sua massima espressione nella velocità che il video terminalista velocista deve avere dal momento che prende la telefonata, e deve risolvere il problema di chi chiama in 2 minuti.
Sforato questo tempo il “grande cervellone spione”, come un kapò da lager, fa una resoconto dei minuti sforati, e questi ti vengono poi detratti dalla busta paga.
“È un vero e proprio sfruttamento scientifico, di ogni singolo minuto della vita delle persone, comprese le 8 ore di formazione iniziali, che ho scoperto essere pagati da associazioni sindacali, con soldi presi dallo stato” dice ancora Barbara Appiano.
Una esperienza nuda e cruda, che viene raccontata senza filtri nel libro “Il pianista velocista a cottimo”, che riporta nel dettaglio l’alienazione delle “fabbriche telefoniche” dei callcenter.
Un racconto che vuole rimarcare proprio i valori della “fabbrica sentimentale” di Adriano Olivetti e la visione profetica di Pier Paolo Pasolini che predisse la massificazione della nostra società in tempi non sospetti, ben oltre 40 anni fa.
Un reportage che racconta la perdita dei valori universali di fratellanza e solidarietà, sostituiti dall’antagonismo e dalla competizione fra i lavoratori, dal loro sfruttamento alienante, nel nome della efficienza e della produzione” ci spiega ancora Barbara Appiano (www.appianobarbara.it).
Una infiltrazione coraggiosa quella della scrittrice vercellese, che l’ha portata ad osare fino ad essere scoperta nella sua missione di “testimone dell’alienazione”, e che l’ha trasformata in oggetto di minacce per la pubblicazione del libro.
Minacce che la scrittrice non ha però preso in considerazione, pubblicando per intero la sua esperienza.
Il libro è edito da Kimerik editore, con la prefazione della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia, docente di lettere al liceo Giordano Bruno di Torino e dottore di ricerca all’Università ‘La Sapienza di Roma”.
La prolifica scrittrice ha in attesa di pubblicazione ben altri 5 romanzi, che la stessa ha illustrato in una vetrina sul proprio sito www.appianobarbara.it.
L’appuntamento da non perdere è quindi per martedi 5 febbraio alle ore 18:00 presso la Sala Lettura del ‘Circolo dei lettori’ di Torino, in Via Bogino 9 presso il Palazzo Graneri della Roccia.
Da Rambo a Terminator c’è un filo conduttore che unisce questi cult-film a CLIC, il primo selfiefilm realizzato nella storia del cinema
Milano, 18 dicembre 2018 – ‘Clic, 10 giorni guidato dal vento’, il primo selfiefilm della storia del cinema, è stato presentato in anteprima il 12 dicembre scorso al cinema Anteo di Milano, ed ha riscosso un successo strepitoso, ben maggiore alle aspettative iniziali.
C’è qualcosa di nuovo, inedito e innovativo in questo selfiefilm, che ha colpito gli spettatori e lo ha portato in evidenza proprio in un momento in cui l’intero settore cinematografico sta perdendo colpi sia sul piano della produttività che della creatività artistico-culturale.
Esiste una legge di mercato secondo cui per aumentare la domanda bisogna migliorare l’offerta.
Ma nel cinema le cose sono diverse e investire nei costi di produzione, nel cast e negli effetti speciali non è garanzia di successo.
La novità di Clic, primissimo selfiefilm della storia (www.filmclic.it), è proprio nella tipologia dei contenuti, semplici e profondi al tempo stesso, una trama che più volte capovolge la visione dello spettatore portandolo via via in uno stato emotivo più elevato, come se le emozioni fossero, come dice il sottotitolo, guidate dal vento.
Ed ecco che il mondo della comunicazione si trasforma da invadente e invasivo a secondario, superficiale e persino anacronistico, in uno spazio scenico aumentato dove i grandi protagonisti non sono più gli spettacoli dell’uomo ma quelli di una natura incontaminata in cui uno Youtuber un po’ imbranato si ritrova immerso per riflettere sui grandi sistemi di vita.
“La vita è un percorso tra lacrime e sorrisi” digita sul proprio smartphone Paolo Goglio, attore principale del film in una delle toccanti scene che precedono un finale di grande impatto emotivo. Ed è proprio in queste parole che possiamo sintetizzare CLIC, un film capace di farci sorridere mentre scende una lacrima.
Attore, regista, cameraman e persino montatore e tecnico del suono Paolo Goglio apre certamente una pagina inedita nella storia del cinema e le grandi majors farebbero bene a considerare queste nuove tecniche di comunicazione per indirizzare la propria ricerca sui contenuti e non solo sul budget fine a se stesso.
“Non sta a me dire o definire che cosa ci sia nuovo, inedito o innovativo” così Paolo Goglio illustra la visione della propria mission cinematografica “Mi sono allenato per 6 anni realizzando più di 150 puntate di un piccolo format televisivo, perfezionando via via la tecnica, i dettagli, le inquadrature e la metodologia sia di ripresa che di post-produzione. Qui non si tratta di fare uno scatto con il bastoncino da selfie e postarlo su Instagram, ma di realizzare più di 1500 clip in alta definizione in condizioni climatiche spesso estreme, utilizzando da solo 5 fotocamere e al tempo stesso confezionare la sceneggiatura, recitare la parte curandone sia gli aspetti video sia quelli audio. Il risultato è quasi perfetto e l’immersione è totale. Se avessi avuto mezzi maggiori forse avrei potuto curare ancora di più l’aspetto qualitativo ma, forse, avrei perso qualcosa in termini di spontaneità e immediatezza.”
I tempi sono cambiati e se da una parte l’effettistica digitale consente di produrre e riprodurre persino l’impossibile, la miniaturizzazione e l’elevata qualità delle recenti apparecchiature permettono di indirizzare il prodotto audiovisivo in una direzione diversa, libera e aperta a tutti a condizione di espandere la propria creatività e il proprio talento artistico. “Siamo diventati molto bravi a creare fiction, storie di fantascienza, fantasy, animazioni e realtà simulata. E’ giunto il momento di fare la cosa più difficile: portare al cinema le cose più semplici, la bellezza della creazione, la magia di un tramonto nella foresta, una nuvola sospinta dal vento, una spiaggia deserta e silenziosa”.
Così Paolo Goglio, presidente della Associazione Amore con il Mondo ODV conclude la presentazione di CLIC il primo selfie film realmente girato, interpretato e montato da una sola persona. Difficilmente qualcuno potrà realizzare qualcosa di simile e per questo, dopo Rambo e Terminator, il cinema ospita un nuovo interprete delle sfide impossibili, solo contro tutti ma, alla fine, vincente.
La presentazione a Milano è stata sponsorizzata da Extravega Architectural Fabrications, con l’augurio di un mondo sempre più positivo e sostenibile.
Roma, 14 dicembre 218 – È “La città degli aquiloni”la fiaba più letta in italia. Anche in questo 2018 infatti, e per il secondo anno consecutivo, è il libro per bambini di Simon Sword il più letto e acquistato su Amazon.it.
Una nuova conferma per l’autore che, in questi ultimi 18 mesi, ha pubblicato altri tre titoli per bambini, vendendo complessivamente più di 50.000 copie dei suoi libri.
Numeri incredibili, considerando che un bestseller in Italia viene classificato come tale al raggiungimento di 3.000 copie vendute.
E se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che l’autore non ha alcuna casa editrice alle spalle, possiamo comprendere meglio la dimensione di tale successo.
Un fenomeno ormai non più di nicchia quello del self-publishing, che in questi ultimi anni ha riempito un vuoto lasciato dall’editoria tradizionale.
Una crisi di contenuti senza precedenti che diversi autori hanno saputo cogliere, sfruttando l’auto-pubblicazione proposta da portali come KDP di Amazon e in molti casi ottenendo buon successo e apprezzamento da parte dei lettori.
Ultimamente anche la prestigiosa rivista di businessMillionaire si è interessata a Simon Sword e di come il self-publishing in questi ultimi anni abbia subito importanti mutazioni, confermando che quello che un tempo veniva visto come una scommessa persa oggi rappresenta invece una solida realtà.
“Attorno all’auto-pubblicazione circolano ancora un po’ troppe leggende metropolitane che è bene smontare una volta per tutte. La scarsa qualità dei testi ad esempio è una delle tante problematiche che con il tempo è andata via via scomparendo. Oggi infatti la maggior parte degli autori sa benissimo che per poter emergere deve affidarsi a editor e a collaboratori capaci.
Si sente spesso dire che i self percorrono questa strada dopo decine di rifiuti da parte delle case editrici e anche in questo caso si potrebbe facilmente obiettare a questa affermazione. Io nello specifico ho rifiutato ben 3 proposte di pubblicazione per svariati motivi, e sostanzialmente credo che scrivere così come illustrare o dipingere rappresenti un’arte e svenderla significherebbe calpestare la propria dignità.
Un’altra fesseria che sento spesso ripetere è che gli autori che decidono di intraprendere questo cammino sono pressoché tutti sconosciuti e alle prime esperienze. Non c’è nulla di più falso. Premesso che scrivere libri per bambini non è il mio lavoro e che nella vita mi occupo di altro, in questi ultimi mesi ho https://amzn.to/2SO8uKzavuto l’opportunità di conoscere noti scrittori, non solo di letteratura per ragazzi, che in più di un’occasione mi hanno detto di aver intrapreso la strada del self-publishing proprio per potersi sentire più autonomi e per potersi gestire nel modo migliore”.
Simon Sword in questi mesi è impegnato nella realizzazione di un libro illustrato per bambini, che tratta il delicato tema della guerra insieme a Ramona Pepegna Bianchini, l’illustratrice con la quale ha già collaborato nel libro “Soltanto un giocattolo?” e che più di ogni altra incarna alla perfezione lo stile dell’autore.
La città degli aquiloni, fiaba di Simon Sword
Simon Sword, l’autore di fiabe per banmbini tra le più lette in Italia
Rimini, 3 dicembre 2018 – Lunedì 3 dicembre alle ore 21.00 presso il Club Nautico di Rimini la professionista Alessandra Maltoni del Centro Servizi Culturali di Ravenna parlerà con l’imprenditore ravennate Giuseppe Pizzola, fondatore e amministratore di una importante società informatica, autore di “Sotto la faccia”.
Il libro racconta la storia di Samuele Guarnieri, un ragazzo brillante e capace che invece di impegnarsi per affermarsi e costruirsi un futuro, sceglie di dedicarsi ad una vita scellerata e senza obiettivi.
Un romanzo generazionale e fortemente introspettivo ambientato nel mondo edonistico degli anni ’80 che cerca di indagare e di interrogarsi su cosa si celi dietro le scelte di ognuno di noi.
La serata sarà allietata dalle letture dell’attrice Francesca Viola Mazzone.
Milano, 30 novembre 2018 – E’ online su Youtube il nuovo video “Susy per sempre” del cantautore e musicista Carlo Zannetti. Il video precede di pochi giorni l’uscita in streaming on demand, su tutte le più importanti piattaforme musicali, della nuova versione acustica della canzone “Susy per sempre”.
La clip, girata in bianco e nero, forse per esaltare la purezza dei sentimenti espressi nel testo, è una ripresa di alcune fasi della registrazione realizzata in una nota sala d’incisione di Milano, dove si è presentato solo con la sua chitarra semi-acustica, con l’intenzione di ricordare i vecchi tempi, quelli nei quali si esibiva semplicemente così, nei molti club in giro per l’Italia a partire dai primi anni ’80.
Zannetti ha annunciato in un post sui social la novità: “E’ una canzone che mi sta particolarmente a cuore, perché è stata scritta tanti anni fa. Era compresa nel mio primo album, l’ho cantata e suonata tante volte, ed era una delle preferite di una mia grande amica che purtroppo non c’è più, almeno fisicamente. Dedicata ad una bella ragazza, unico fiore che colorò quel mio periodo di vita non proprio facile. Corre all’indietro la mia mente e mi riporta fino a quegli anni passati, quelli nei quali tornavo a casa alle quattro di mattina con la mia chitarra sulle spalle. Ho incontrato grandi persone. Ho vissuto in mezzo a tanti artisti e pur combattendo da sempre contro il mio instabile equilibrio emotivo, devo confessare che, drammi a parte, mi sono anche divertito“.
Scritto da Carlo, “Susy per sempre” è un brano che racconta di una ragazza che fugge da tutti ma che in realtà fugge da se stessa perché, racconta l’autore, è incapace di amare ed è bloccata dentro il sogno, quello di un grande amore, grande solo se vissuto all’insegna del lusso e del dolce non far niente. La sincera e pura adorazione da parte di un uomo innamorato di lei, non è sufficiente a farla ragionare, perchè Susy non riesce a provare nulla.
Dopo la recente uscita del suo ultimo libro “Il tormento del talento” edito da Sovera Edizioni di Roma, Carlo Zannetti ritorna così alla musica, con la promessa di ripubblicare nel 2019 un altro dei suoi brani preferiti, tratto dal suo secondo album “L’Ulisse del 2000” del 1997.
Torino, 22 novembre 2018 –“Mi sono infiltrata in un callcenter perché volevo provare di persona le assurde condizioni di lavoro che sapevo essere al limite dell’assurdo. E una volta assunta mi è stato dato subito il target dei secondi per ogni attività che potevo svolgere, compreso l’andare in bagno per fare la pipì”.
A parlare è la scrittrice Barbara Appiano, Infiltratasi in un callcenter per avere una esperienza diretta,e poterne poi scrivere, per denunciare le condizioni di vita e di sfruttamento dei lavoratori del settore.
“Svolgevo il mio compito di video terminalista in uno stanzone enorme con altri 50 operatori alle prese con cuffie, telefoni e un display che scandiva il tempo di ognuno di noi. Un display tipo quelli degli aeroporti, che riporta però tutto quello che fai, e che non appena ti siedi ti tramuta improvvisamente in un numero” continua la scrittrice.
“Se per qualsiasi ragione perdi la telefonata in arrivo questa viene dirottata ad altri operatori, ma tu perdi minuti preziosi e vieni perfino multato. E se ti alzi perché ti viene da grattarti il naso e ti togli la cuffia, che è collegata al display del “grande spione”, ecco che riparte il conteggio dei minuti non lavorati.
Gli stessi minuti che insieme ai minuti della pipì, del pranzo e del caffè, vanno ad incrementare i tuoi minuti di pausa, diventando tutti insieme un dato che misura la tua inefficienza”.
L’alienazione del callcenter trova poi la sua massima espressione nella velocità che il video terminalista velocista deve avere dal momento che prende la telefonata, e deve risolvere il problema di chi chiama in 2 minuti.
Sforato questo tempo il “grande cervellone spione”, come un kapò da lager, fa una resoconto dei minuti sforati, e questi ti vengono poi detratti dalla busta paga.
“È un vero e proprio sfruttamento scientifico, di ogni singolo minuto della vita delle persone, comprese le 8 ore di formazione iniziali, che ho scoperto essere pagati da associazioni sindacali, con soldi presi dallo stato” dice ancora Barbara Appiano.
Una esperienza nuda e cruda, che viene raccontata senza filtri nel libro “Il pianista velocista a cottimo”, che riporta nel dettaglio l’alienazione delle “fabbriche telefoniche” dei callcenter.
Un racconto che vuole rimarcare proprio i valori della “fabbrica sentimentale” di Adriano Olivetti e la visione profetica di Pier Paolo Pasolini che predisse la massificazione della nostra società in tempi non sospetti, ben oltre 40 anni fa.
Un reportage che racconta la perdita dei valori universali di fratellanza e solidarietà, sostituiti dall’antagonismo e dalla competizione fra i lavoratori, dal loro sfruttamento alienante, nel nome della efficienza e della produzione” ci spiega ancora Barbara Appiano (www.appianobarbara.it).
Una infiltrazione coraggiosa quella della scrittrice vercellese, che l’ha portata ad osare fino ad essere scoperta nella sua missione di “testimone dell’alienazione”, e che l’ha trasformata in oggetto di minacce per la pubblicazione del libro.
Minacce che la scrittrice non ha però preso in considerazione, pubblicando per intero la sua esperienza.
Il libro è edito da Kimerik editore, con la prefazione della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia, docente di lettere al liceo Giordano Bruno di Torino e dottore di ricerca all’Università ‘La Sapienza di Roma”.
La prolifica Appiano ha in attesa di pubblicazione ben altri 5 romanzi, che la stessa ha illustrato in una vetrina sul proprio sito www.appianobarbara.it: a novembre uscirà la raccolta di aforismi “Adelante Palabra”, a gennaio 2019 “L’italia a fumetti, l’italia a denti stretti”, un romanzo a fumetti in cui i narratori saranno Topo Gigio e Calmero, e che narreranno la storia dell’Italia dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
In stesura anche un romanzo dal titolo provvisorio “La leggenda del pasticcere aviatore”, una storia semiseria e in parte vera che tratta della fame e della distribuzione del latte in Cile durante la presidenza di Allende che ha permesso ai bambini di ricevere mezzo litro di latte al giorno.
Il romanzo denuncia sulle condizioni di lavoro nei callcenter