il matrimonio perfetto resta in cima ai sogni degli innamorati
Milano, 13 febbraio 2023 – Nella mente degli innamorati è sempre il matrimonio il trionfo dell’amore. A confermarlo oltre che indagini di settore anche chi tutti i giorni lavora nell’ “economia dell’amore”.
“L’amore esiste ancora e si manifesta tutti i giorni. Fondamentalmente non è vero che ci si sposa meno, o ci si ama davvero; solo ci si sposa in modo diverso, in posti diversi e ad età molto varie”, afferma Monica Gabetta Tosetti, cuore del Brand Tosetti di Como, ed autrice del “Manuale della sposa perfetta”.
“Sono diminuite le cerimonie religiose è vero, ma sono aumentate quelle civili; le spose anche sopra i 40/ 50 anni non sono più un’eccezione, cosi come i matrimoni tra le persone dello stesso sesso”, continua l’esperta di moda e bellezza.
“Scegliere gli abiti dei matrimoni viene sempre vissuto con tanta emozione e con tantissima gioia. È uno dei momenti più attesi nei tempi dell’amore e ricordiamo che non esiste un abito da sposa che sta bene a tutte, ma esiste un abito da sposa e da sposo per ognuno.
Sono cambiate tantissimo le età e le le situazioni del matrimonio. E in tal modo sono diventate numerose anche le proposte. Ogni sposa e ogni sposo, trovano sempre il loro abito, che li rispecchi e li faccia sentire belli.
E si la sposa, lo sposo ed il matrimonio perfetto esistono ancora. Anzi ogni legame è perfetto se ascoltato con il cuore.
Il giorno del matrimonio resta negli anni il coronamento di un sogno d’amore, i preparativi sono sempre meticolosi. Ricevo tantissime foto di spose e sposi e tutti sono sempre perfetti, come nel mio libro.
L’abito da sposa resta il sogno di ogni donna e di ogni sposo. Cresciamo ascoltando favole di principesse che sposano principi. E l’abito da sposa ed ora anche da sposo è la prima cosa che si sogna”, conclude Monica Gabetta Tosetti.
Roma, 24 giugno 2022 – Si sente spesso parlare del concetto “amarsi per amare l’altro“, concetto veritiero, ma che molti trovano un poco confuso. Cosa veramente significa amarsi? Come si capisce se ci stiamo amando o se ci manca l’ingrediente dell’amor proprio nella nostra relazione di coppia e stiamo cadendo nella dipendenza affettiva?
Cosa significa amarsi?
L’amor proprio è alla base di una relazione d’amore sana con l’altro e si manifesta con una autostima difficile da scalfire e con l’ accettazione della propria persona a tutto tondo, con pregi e difetti. Proprio la questione “difetti” diventa fondamentale per poter riconoscere una persona che ha una sana autostima.
Che siano difetti fisici o psichici, se una persona sa accettarli ed accettarsi riconoscendoli, si può dire che abbia una visione non solo realistica di sé stessa, ma anche che abbia una autostima sana ed equilibrata.
Sapere ed accettare di sbagliare, riconoscerlo, risulta fondamentale per saper chiedere scusa in un dato momento e ritrattare se c’è bisogno di cambiare. Questo aiuta nel dialogo con l’altro, nella comunicazione di coppia, nella comprensione e nell’atteggiamento propositivo di entrambi i partner .
Per una sana autostima, si sa che il ruolo dell’infanzia è fondamentale, il rapporto coi propri genitori, la maniera in cui si é ricevuta l’educazione e il legame affettivo, risultano importanti.
Si può comunque arrivare ad avere un’ autostima sana, sebbene non si abbia avuto un’infanzia per così dire “idilliaca”, grazie alla psicoterapia.
Al riguardo Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ci ricorda che “da alcune settimane il decreto per attivare il Bonus Psicologo è stato firmato dal ministro Speranza. Il Bonus Psicologo è utile anche per chi aspira a gestire meglio il proprio rapporto di coppia. Consiste in un contributo fino a 600 euro per effettuare delle sedute con psicoterapeuti regolarmente iscritti al relativo albo professionale. Per tale scopo sono stati assegnati 10 milioni di euro per l’anno 2022.
Adesso, dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale, il tutto sarà gradualmente operativo e si potrà così aiutare chi non può permettersi di pagare di tasca propria le sedute di terapia di coppia“.
A proposito di autostima, la dr.ssa Cristina Mitola, collaboratrice del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che grazie all’accettazione del sé, si instaura una relazione con l’altro, col partner, molto più sana, fatta di dialogo, fiducia, una comunicazione sana e libera.
La dipendenza affettiva invece, che molti scambiano per amore, ma che in realtà non è altro che un “riempitivo amoroso” volto a supplire le carenze dell’ infanzia, ostacola una serena vita di coppia.
La dipendenza affettiva è molto difficile da vedere e molte volte non se ne riconosce la tossicità.
Per questo, quando la coppia sente che il dialogo sta venendo meno, la fiducia anche e la stima nei confronti dell’ altro vacilla, si consiglia, prima di prendere drastiche decisioni, di ricorrere ad un terapeuta di coppia in grado di mediare tra le due parti, evidenziare la tossicità eventuale nella dinamica relazionale e sanare ciò che è sanabile.
L’ amore è sereno e da serenità, la dipendenza affettiva crea invece ansia ed incomprensioni inutili.
Queste ultime potrebbero essere risolte facilmente con una buona psicoterapia e la volontà di cambiare e migliorare.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha quindi deciso di offrire in tutta Italia e in 24 paesi esteri, tramite i suoi 393 collaboratori, un servizio di aiuto psicologico per gestire al meglio la vita di coppia.
L’appuntamento potrà essere telefonico, online o dal vivo e si potrà avere l’aiuto di Psicologi e Psicoterapeuti professionisti, a prezzi accessibili, contattabili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Si può contattare il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” al numero 0622796355, al numero 3773961178, o tramite il sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
GoVersilia rilancia l’amore in prima linea con il concorso “Love is” per San Valentino.
Pietrasanta, 14 febbraio 2022 – Dopo il grande successo della precedente edizione si rinnova anche quest’anno il motto di GoVersilia per il concorso fotografico e letterario Pietrasanta Love is: perché quando si fanno le cose con il cuore è tutto più leggero.
Love is, l’amore è…L’amore per GoVersilia è sempre in prima linea
Era il gennaio del 2021, eravamo in piena pandemia, quando un gruppo di cittadini si incontrò con l’intento di regalare un po’ di magia parlando d’amore. Un amore inteso in tutte le sue forme, perché non importa chi o cosa si ami, l’importante è dare senso all’esistenza.
“E’ l’amore che muove il mondo” ci ricorda Katia Corfini, una delle menti che hanno contribuito alla creazione di questo progetto nato da un’idea di Giacomo Vannucci, promotore di molte attività tra cui Pietrasanta Cardio Protetta.
Il concorso infatti nasce dal confronto degli amministratori del Gruppo Facebook ”GoVersilia” riguardo a cosa avrebbe potuto portare sollievo in un momento storico non facile e sempre più demotivante. La risposta per loro è stata quella di porre lo scatto fotografico sia sotto il profilo poetico che paesaggistico.
A febbraio, esattamente dall’11 al 21, tornano così gli enormi cuori realizzati da Adamo Pierotti e decorati dai fiori da Giorgio Lazzarini, nei luoghi dove già erano stati posizionati. In più, quest’anno, altri nasceranno, in alcune frazioni del Comune di Pietrasanta, dove lo scorso anno si era sentito maggiormente la mancanza.
Per quanto riguarda il concorso fotografico le date coincideranno con la durata degli allestimenti.
Gli scatti dovranno rappresentare l’espressione del sentimento dell’amore visto con gli occhi dell’autore attraverso fotografie e parole nate dal cuore.
La fotografia od il video dovranno essere inviati alla giuria corredati di un testo poetico anche breve. Non importa se il testo è stato scritto dal partecipante al concorso oppure è stato preso da poesie o prosa di altri autori. Quello che conta è che venga citato l’autore, che il tema sia l’amore e che ci sia correlazione tra lo scatto o il video e le parole. Inoltre è possibile partecipare al concorso anche nella forma interpretativa recitando un testo d’amore ovunque e in qualunque contesto. Il concorso è gratuito e aperto a tutti senza limiti di territorio.
Anche quest’anno Pietrasanta, città d’arte e di cultura, si promuove a città dell’amore. Ritorna la filodiffusione nel centro storico, il coinvolgimento dei commercianti con menù a tema e tante novità tra cui quelle dedicate ai bambini con attività didattica in collaborazione con la Fondazione Versilia – Spazio bambini presso Palazzo Panichi.
E’ d’obbligo un ringraziamento al Comune di Pietrasanta che ospita il concorso ed in particolar modo a tutti i cittadini che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.
Sarà possibile infine trovare i dettagli del regolamento del Concorso Fotografico e letterario sul Gruppo Facebook GoVersilia oltre ai luoghi dove saranno allestiti i cuori.
Una raccolta di 140 poesie il cui unico filo conduttore è sempre l’amore universale
Roma, 2 dicembre 2021 – È “L’ Amore Vola” il nuovo libro di poesie di don Cosimo Schena, il prete poeta diventato famoso per cantare l’amore in tutte le sue sfaccettature. Non a caso il popolo del web lo ha incoronato “Poeta dell’Amore”. Don Cosimo Schena è un giovane prete brindisino, dalla verve inarrestabile, sin da quando ha iniziato qualche anno fa a scrivere poesie e recitarle sui social. Da allora non ha più smesso e in poco tempo è diventato un punto di riferimento per centinaia di migliaia di fan che lo seguono sui vari canali social.
La nuova raccolta di poesie
Il prete influencer ha dato ora alle stampe il suo ultimo libro dal titolo “L’Amore Vola”, in cui risuona forte e chiaro il messaggio di Gesù: “Amatevi l’un l’altro”. Il libro, edito da Hercules Book, è una raccolta di 140 poesie che raccontano la grande forza dell’Amore che riesce ad abbattere qualsiasi ostacolo, a trasformare e sanare il cuore ferito degli uomini fino ad arrivare all’Altissimo, a Dio, a Colui che è Amore per definizione.
Don Cosimo con i suoi componimenti grazie ad un linguaggio semplice ma emozionante riesce a donare serenità e ad infondere speranza anche in tempi incerti come quelli che viviamo. Le sue poesie, le sue preghiere, i suoi video, le sue riflessioni sull’amore, sul perdono e sull’accoglienza attirano centinaia di migliaia di fan che lo cercano e lo seguono con costanza e attenzione.
Il boom sui social del prete poeta
I numeri del prete poeata sono sbalorditivi: in poco tempo Don Cosimo Schena ha infatti raggiunto ben 6 milioni di ascolti su Spotify con le sue poesie audio recitate dalla sua stessa voce, con ormai centinaia di migliaia di persone che lo seguono sugli altri canali social, da Facebook ad Instagram, passando per Tik Tok.
Lui, in maniera disarmante spiega questo successo con poche parole:
“Il messaggio di Gesù è universale, tutti a prescindere dal nostro credo, abbiamo bisogno tutti di amore ed io dico: Dio è amore, e visto che siamo stati creati da Lui non possiamo non amare. Prendetevi cura delle persone che avete accanto, fate pace con amici e parenti con cui avete litigato. E se qualcuno vi ha fatto soffrire, perdonatelo: perdonare non è una debolezza, è donare amore che vi ritornerà indietro”.
Per seguire don Cosimo Schena basta seguire questi canali social:
Roma, 20 ottobre 2021 – Chi di noi non ha mentito almeno una volta nella vita? La risposta sarà che almeno una volta nella vita tutti hanno mentito. I bambini ad esempio mentono moltissimo, un po’ per gioco, un po’ per sfidare gli adulti, un po’ per testare le proprie capacità. Gli adultimentono per svariati motivi, come per proteggere una persona cara o un partner da un dispiacere o per giustificare una propria mancanza o un proprio errore. In amore, per questo, molte persone hanno la tendenza a mentire.
Un atto che, da un certo punto di vista, potrebbe essere addirittura considerato un processo fisiologico e normale.
E allora quando è che si parla di ‘bugiardo patologico‘?
É importante fare una distinzione tra bugiardo patologico e bugiardo compulsivo.
Bugiardo patologico: è un bugiardo cronico, fa delle sue bugie uno stile di vita. Il suo obiettivo è manipolare le persone per portarle a fare ciò che lui desidera. Non si cura delle conseguenze del proprio comportamento, persevera nella sua pratica, dritto verso i suoi scopi e non è minimamente empatico.
Bugiardo compulsivo: mente per abitudine, non in maniera manipolativa. La bugia appare come l’unico modo per lui di affrontare la realtà, è una pulsione compulsiva e, quindi, incontrollabile.
Il Bugiardo patologico spesso ha imparato a mentire fin dall’infanzia, come difesa psicologica. Questo nasconde una grave carenza di autostima. Molte volte ci troviamo davanti a un quadro patologico più ampio. In più non sempre c’è una netta distinzione tra i due tipi di bugiardo, infatti un bugiardo patologico può essere anche compulsivo.
In generale possiamo comunque ipotizzare che siano persone non pienamente consapevoli dei propri limiti e del loro funzionamento.
Come riconoscere un bugiardo patologico?
Mente molto spesso, riguardo l’amore, il lavoro, le attività svolte, le amicizie, le relazioni passate, ecc. Ha bisogno di sentirsi speciale, non accetta alcuna sua fragilità e mente per abbellire e ingigantire ogni sua realtà.
Molte volte racconta agli amici episodi accaduti in maniera esagerata, inventando particolari che non sono accaduti, per raccontare ogni aspetto della sua vita in maniera grandiosa.
Succede spesso che creda e si identifichi con le sue stesse bugie, tanto da modificare i propri ricordi che si confondono con la realtà.
L’obiettivo delle sue bugie è quello di manipolare gli altri, che gli servono soprattutto a scopi narcisistici (farlo sentire importante, potente, far agire altre persone per suo tornaconto, etc). Non è empatico, infatti non bada e non si preoccupa delle emozioni e dei sentimenti degli altri. Indagando sul passato lavorativo si scoprirà che spesso ha cambiato lavoro (magari per conflitti con i responsabili, anche se non lo ammetterebbe mai).
Indagando invece il suo passato sentimentale sembra abbia avuto infinite relazioni, ma non si riesce a coglierne la natura e nessuna gli è rimasta nel cuore. Fa fatica a riconoscere le proprie responsabilità in un conflitto, sono sempre gli altri a sbagliare e lui non ha mai torto.
Spesso è svalutante con le persone che gli stanno accanto. Questo lo mette in una posizione di superiorità e rende le persone sempre più dipendenti da lui.
Se le sue menzogne vengono scoperte diventa aggressivo ed evasivo.
E’ vago nel dare chiare informazioni sui suoi impegni. Spesso capita che si assenti e non si riesca a capire dove sia stato. I suoi racconti sono nebulosi e pieni di contraddizioni/contrattempi. Ma anche ricchi di particolari.
Mente sempre con il sorriso e guardando negli occhi l’interlocutore.
Le sue relazioni si basano sulla passione, quando con il passare del tempo la passione diminuisce, non sa in che altro modo gestire il rapporto.
Spesso sono persone affascinanti e seduttive, collezioniste di storie d’amore.
Ha difficoltà ad essere fedele poiché ha bisogno di continue tensioni eccitatorie che lo facciano sentire vivo e cerca continue conferme del proprio fascino.
Le menzogne sono la sua dipendenza.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, ci ricorda che la “menzogna patologica “risulta un sintomo presente in diversi disturbi, ma soprattutto nel disturbo istrionico di personalità (caratterizzato da una modalità di eccessiva ricerca di attenzione) e nel disturbo narcisistico di personalità (caratterizzato da una modalità in cui si ricerca ammirazione e si ha una mancanza di empatia verso gli altri).
Interagire con un partner bugiardo patologico, fa sentire le persone manipolate e tradite.
In tali situazioni la vita sentimentale diventa veramente difficile da gestire.
Cosa succede al partner del bugiardo patologico?
Il bugiardo patologico non ha consapevolezza della sua problematica, tendenzialmente narcisista, si lega a persone fragili. Con il passare del tempo il/la partner diventerà sempre più dipendente e, nonostante le bugie, non riuscirà a separarsi. Questo spesso porta a relazioni disfunzionali. Il bugiardo patologico reagisce tendenzialmente con aggressività quando le sue bugie vengono scoperte dal partner, che subirà quindi un comportamento svalutante, pieno di rabbia e frustrazione. E le bugie continue causano una stanchezza psichica davvero molto forte del partner, che vorrebbe aiutare l’amato/a, ma non sa come fare. A lungo andare può anche succedere che il partner del bugiardo patologico cada in depressione, o slatentizzi comportamenti disfunzionali.
Cosa fare allora?
L’unico aiuto che un partner può dare è cercare di far prendere consapevolezza del problema al bugiardo patologico, ma per guarire dovrà seguire un percorso psicoterapeutico.
Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “solitamente alla base di questo funzionamento vi sia una carenza profonda, vissuta sin dall’infanzia. Carenza che non è mai stata affrontata ed elaborata. La persona allora si crea questa maschera per difendersi da un senso di impotenza profonda, dalla mancanza di autostima e da sentimenti di tristezza e vuoto. Spesso da piccola si é sentita sola, incompresa e non é capace di stabilire dei legami veri e profondi. La difesa psicologica della menzogna, infatti, impedisce di legarsi realmente a qualcuno, evitando di entrare in connessione con i sentimenti propri e altrui. Raramente si fida degli altri e si lascia guardare dentro. Il modo di porsi grandioso, la sicurezza nel parlare e nel comportarsi nascondono aspetti depressivi e sofferenti molto gravi”.
Per questo nel corso di un percorso psicoterapeutico sarebbe utile:
– Aiutare la persona a prendere consapevolezza della pervasività della dipendenza a mentire e di quanto possa essere distruttivo il potere esercitato da questa su di lei e sulle persone care;
– Comprendere quale sia il bisogno emotivo sottostante alla bugia, cosa significa per lei, cosa intende ottenere e se, comportandosi in questo modo, lo ottiene davvero;
– Ricostruire la storia della persona per cercare di capire quando il bisogno di mentire è comparso.
Un esercizio utile potrebbe essere quello di tenere traccia, scrivendo, dei propri comportamenti disfunzionali (bugie, tradimenti, mancato controllo degli impulsi, etc. ). Questo è un esercizio di autoconsapevolezza e serve per capire e non dimenticare la realtà al fine di non perseverare nella realtà inventata.
Un consiglio per il partner è quello di non accettare le bugie, è utile smascherarle chiedendo al bugiardo l’autoriconoscimento delle sue fantasie. Tutto ciò è finalizzato ad offrire spunti di riflessione che, se accolti, dovrebbero portare a un aiuto psicologico per risolvere la sintomatologia.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, grazie alla sua rete professionale di 351 psicologi, offre in tutte le regioni italiane (e in 22 paesi esteri) un servizio di aiuto per chi, direttamente o indirettamente, ha a che fare con tali problematiche.
Il servizio è offerto in 27 lingue, i prezzi sono accessibili e gli psicologi lavorano 7 giorni su 7.
Per contattare il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” telefonare al numero 06 22796355 o al numero 392 9050134 o visitare il sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
La storia d’amore e il legame profondo con il figlio morto, annegato a Tenerife, del musicista e poeta Tommaso Marangio, raccontata nel libro “La stanza dei buoni”
Roma, 28 settembre 2021 – Il dramma più grande: la morte di un figlio. Come si fa ad andare avanti travolti dal dolore dopo una tragedia del genere?
Tommaso Marangio, in arte Tommy Blues, poeta e musicista, ha perso suo figlio nel 2016 a Tenerife, dove Riccardo a 26 anni annegò, inghiottito dalle onde dell’oceano. Oggi questa storia è raccontata nel libro “La stanza dei buoni”, che racconta di una storia d’amore e di forza di un padre e di un figlio, legati dalle stesse passioni: la libertà, il volontariato, la musica e l’arte in generale.
L’autore ha sentito forte il bisogno di scrivere questo libro, scritto con dolore, ma necessario quasi come una terapia, per scavare dentro di sé e riportare in vita i ricordi più profondi, e l’importanza del legame di un uomo con il figlio e la sua famiglia.
Dal racconto di Tommaso Marangio emerge l’amoreche scaturisce da ogni evento quotidiano descritto, anche il più semplice. Un amore che lentamente colma il vuoto e la solitudine, lenisce la sofferenza, aiuta ad elaborare il lutto: “…feci un patto fra lui, me e la mia coscienza: innanzitutto evitare di abbattermi e di deprimermi, accettare i miei stati d’animo senza ripudiarli, perché tanto a nulla sarebbe servito, e quindi convertire le mie emozioni e ogni mia piccola commozione in qualcosa di creativo, di comunicativo…”.
L’obiettivo di Tommaso Marangio è quindi quello di condividere questa storia, senza nessuna ricerca di pietà e compassione, bensì con spirito di rinascita e per aiutare tutte le famiglie, che come la sua, hanno vissuto una tale tragedia, a ritrovare la luce in fondo al tunnel di buio in cui si sprofonda.
Attraverso il suo viaggio intimo l’autore emoziona descrivendo il percorso con suo figlio con grande umanità e poesia.
La stanza dei buoni è la storia di due sognatori e spiriti liberi ambientata tra il Salento e Tenerife, passando per Roma e Milano.
L’autore
Tommaso Marangio, in arte Tommy Blues, di origini leccesi, vive a Roma. Girovago e musicista, compositore, ama leggere e scrivere poesie e canzoni. Continua a studiare musica, a suonare, a insegnare e comporre proprio come auspicava suo figlio Riccardo scomparso nel 2016.
Roma, 11 febbraio 2021 – Una parola che recentemente salta all’occhio nel momento in cui si descrivono relazioni interpersonali compromesse è narcisismo, spesso utilizzata per definire le caratteristiche di un partner che assume atteggiamenti disfunzionali all’interno della coppia.
Accade spesso però che questo termine venga abusato o che questa etichetta venga attribuita senza davvero conoscerne il significato. È necessario conoscere bene i criteri di definizione e le dinamiche legate al narcisismo, dal momento che si tratta di un disturbo della personalità e non di una semplice caratteristica.
Facciamo chiarezza: chi è il narcisista?
Il narcisista è una personalità che manifesta un sistema di funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale pervaso da grandiosità e necessità di ammirazione.
Queste caratteristiche della personalità iniziano a comparire entro la prima età adulta e possono essere presenti in svariati contesti.
La persona con disturbo narcisistico della personalità appartiene a coloro (donne o uomini) che sentono di avere un senso grandioso di importanza, la narrazione della propria esistenza è costellata dalla tendenza ad esagerare risultati e talenti, da fantasie di successo, potere, fascino e bellezza illimitati spingendo il soggetto a considerarsi superiore agli altri, tanto da convincersi del diritto di ricevere trattamenti di favore o soddisfazione immediata delle proprie aspettative.
Il soggetto narcisista sceglie di frequentare solo ambienti di un certo livello e persone di un certo prestigio sociale, spinto dalla convinzione di essere un privilegiato, una convinzione che spesso lo porta ad assumere atteggiamenti arroganti e presuntuosi in vari contesti sociali ed alla certezza di essere oggetto di invidia altrui.
Ginni Maria Giovanna, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” (www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it) afferma:
“Ciò che più colpisce nella relazione con il soggetto narcisista è la mancanza di empatia: egli sembra incapace di mentalizzare gli stati mentali altrui e identificarsi con i sentimenti e le necessità di chi gli sta attorno. Questo è ciò che, più di tutto, porta a ledere le relazioni interpersonali.
Il fallimento della capacità di mentalizzazione ed empatia trae origine dai meccanismi legati alla relazione di attaccamento con i caregiver durante l’infanzia. Il genitoreche si prende cura del bambino nei suoi primi anni di vita ha una funzione fondamentale nella regolazione degli affetti e nel rispecchiamento emozionale, elementi che portano allo sviluppo di un sano apparato emotivo e personologico nei primi anni di vita; questo è ciò che sta alla base della formazione di un Sé ben strutturato, che si evolverà durante l’arco della vita. Il fallimento della funzione di rispecchiamento affettivo da parte del caregiver, porta a ciò che Fonagy e Target definiscono “rispecchiamento affettivo non congruente”, ossia un’esperienza in cui un genitore il più delle volte iper-controllante o con meccanismi di difesa non funzionali, provoca una percezione distorta da parte del bambino di sé stesso. Quanto “rispecchiato” emozionalmente dal genitore non è congruo con la reale immagine del bambino, il quale andrà verso la formazione di quello che Winnicott definisce “falso sé”, che spesso sfocia in un disturbo narcisistico della personalità”.
La percezione esterna che si ha di un soggetto con la personalità narcisistica è quella di una persona fredda e calcolatrice, presa totalmente da sé stessa, ma allo stesso tempo incapace di esprimere la propria vulnerabilità o di comunicare i propri bisogni. Spesso la motivazione di ciò è proprio legata all’incapacità di stabilire una relazione profonda con l’altro, poiché un coinvolgimento totale in una relazione riattiva nel narcisista vecchi schemi diadici infantili nei quali i suoi bisogni sono stati respinti, ignorati, talvolta puniti (Young & Klosko) da parte di un caregiver mal ricettivo.
Al contrario può accadere che a influenzare la capacità di coinvolgimento del narcisista e ad alimentare il suo senso di grandiosità vi siano esperienze infantili costituite da esaltazione, idealizzazione e sovrastima da parte della figura di accudimento, che porterà quindi alla convinzione di sé stessi come esseri superiori, meritevoli di attenzioni ed elogi continui.
Detto ciò, si può ben comprendere come, in età adulta, di fronte a soggetti non disposti ad assecondare i bisogni del narcisista, quest’ultimo provi un forte senso di rabbia e di ingiustizia. Egli percepisce di essere privato di un suo fondamentale diritto e metterà in atto una serie di meccanismi svalutanti nei confronti dell’altro.
Come conseguenza della convinzione di meritare sempre il meglio e di essere destinati a tutto ciò che è speciale e meritevole di attenzione, il narcisista, nella scelta del proprio partner, punta a prediligere caratteristiche dell’altro legate a particolari talenti, capacità o aspetto fisico, proprio perché il fine ultimo è quello di dover suscitare invidia negli altri. Di fatto egli non guarda alla persona in sé, ma essa diventa una sorta di trofeo da ostentare, nonché un’estensione di sé stesso che serve ad accrescere il suo valore.
All’interno della relazione stessa si attuano una serie di meccanismi che potremmo suddividere in fasi, poiché spesso caratterizzano un vero e proprio cliché, stando a quanto le stesse “vittime” raccontano.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, afferma che “cadere nella trappola del narcisista è molto semplice: lui/lei esercita un forte fascino sull’altro, poiché è dotato di carisma, savoir faire, risulta estremamente seduttivo e sicuro di sé”.
Nel momento in cui ci si innamora di un narcisista (prima fase del rapporto) si vive ciò che viene definito “periodo d’oro”, costituito da forti sensazioni positive dovute al fatto che egli si mostra devoto, promettente, sempre pieno di attenzioni e gesti eclatanti verso l’altro; assume un atteggiamento rassicurante e premuroso e al contempo inizia a bruciare le tappe parlando di convivenza, matrimonio o addirittura figli. Il narcisista corre perché di fatto concentrare l’attenzione su qualcuno che non sia sé stesso richiede un forte dispendio di energia da parte sua, fino a che non potrà rilassarsi nella “seconda fase”.
La seconda fase è quella della “svalutazione”: il soggetto narcisista smette di dedicare attenzioni e premure all’altro, poiché si rende conto di averlo in qualche modo soggiogato sotto il suo potere e aver solidificato un aspetto di dipendenza da lui. È qui che egli manifesta il suo vero sé: si mostra indisponibile, non empatico, pretenzioso, bugiardo, esprimendo continue critiche al proprio partner.
La conseguenza “sana” da parte del partner a questo atteggiamento svalutante è quello di arrabbiarsi e cercare durante le discussioni un punto comune di crescita, ma il narcisista non è consapevole dei suoi errori per cui spesso le discussioni non portano a nulla. Egli è convinto di esser privo di difetti e di agire sempre nel giusto. Non di rado tali scontri si concludono con lo sfinimento o la fuga da parte della vittima.
Questo è ciò che prepara il terreno all’ultima fase, ossia quella dello “scarto”, che consiste in una drastica interruzione del rapporto da parte del narcisista; questa è di fatto l’ultima arma che gli rimane per ripristinare l’equilibrio con sé stesso di fronte alla minaccia alla sua grandiosità. Spesso il narcisista sceglie un momento particolarmente importante per la vittima, come un traguardo o addirittura un lutto, proprio perché il suo intento è quello di lasciare il segno e generare una reazione di confusione nell’altro.
Lo scarto, percepito come improvviso e scioccante da parte del partner in realtà è un gesto premeditato: succede spesso che il soggetto narcisista già da tempo abbia cominciato a svalutare e giudicare male il proprio partner anche alle sue spalle, scaturendo spesso il consenso di chi lo ascolta a interrompere la relazione.
“Di fronte a questo evento, il partner del narcisista può reagire in due modi: se è dotato di una struttura di personalità ben salda, la rottura della relazione diventa un’occasione per liberarsi da un contesto dannoso; se invece il partner ha una personalità fragile, dipendente, con bassa autostima, insicurezza e con una passata storia di abusi, soprusi e svalutazioni infantili, resterà invischiato sempre più nei meccanismi del narcisista” conclude Lanari.
Chi è la vittima ideale?
Anche la vittima “ideale” del narcisista sembra corrispondere a un tipo particolare di personalità: alcuni studi e testimonianze cliniche riportano che il profilo della personalità dipendente è quella che più di tutte risulta complementare agli schemi del suo carnefice.
In maniera speculare, il dipendente è colui/colei che assume un atteggiamento sottomesso e timoroso, l’idea di una separazione lo spaventa e lo fa vivere in un incubo persistente. Il narcisista trova terreno fertile in una persona che ha difficoltà ad assumere un atteggiamento deciso, assertivo e responsabile, che non è in grado di compiere delle scelte e che ha paura di esprimere disaccordo verso qualcuno, per il timore di perderne il supporto e l’approvazione. Una relazione disfunzionale in questo caso non ha mai fine, poiché il legame seppur malato è sempre preferito all’abbandono e alla solitudine.
“La psicoterapia, sia per il narcisista che per la persona che si trova invischiata in questo meccanismo senza uscita, è utile innanzitutto per render loro consapevoli delle loro caratteristiche e della disfunzionalità delle loro relazioni. Una volta acquisita la consapevolezza, si procede gradualmente all’acquisizione delle abilitá necessarie per uscire fuori da tale “trappola”.” – aggiunge Ginni.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha 261 psicologi collaboratori presenti in tutte le regioni italiane e in 18 paesi esteri ( Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Giordania, Azerbaijan, India, Spagna, Svizzera).
Tale rete di psicologi si occupa di aiutare tutti coloro che, direttamente o indirettamente, vogliono uscire dalla “trappola narcisistica” e che puntano quindi al ripristino di una sana relazione con sé stessi, alla presa di coscienza del proprio valore e delle strategie da attuare per riprendere in mano la propria vita.
Per contattare il servizio, offerto in 21 lingue, telefonare al n. 0622796355 o al n. 3491874670, o collegarsi al sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
Roma, 22 gennaio 2020 – Nella vita può accadere che la propria relazione prenda una piega del tutto inaspettata, a volte dolorosa, al punto da portare a provare sensazioni di disagio ed emozioni negative come rabbia e frustrazione, quest’ultime condivise soprattutto da chi deve affrontare la fine di una storia e tutte le conseguenze.
Quando una relazione sentimentale termina ci si sente soli, il fallimento toglie ogni speranza di pensare al futuro con ottimismo e sembra impossibile riprendersi e continuare a vivere.
Alcune coppie hanno dei problemi a relazionarsi e a comunicare, il più delle volte questo è dovuto all’incapacità del singolo individuo di padroneggiare la coscienza del sé e l’amore di sé.
ESAMINARE LA PROPRIA RELAZIONE DI COPPIA
Per poter vivere nuovi incontri spensierati o per portare avanti una relazione felice è quindi, importante, lavorare su sé stessi, perché qualunque cosa accade all’esterno altro non è che la proiezione di ciò che si ha dentro..
Esaminare la propria situazione relazionale e sentimentale, capire dove si trovano e avere una chiara visione di dove possono arrivare come individui e come coppia.
Anche il supporto professionale di un love coaching permette alle singole persone, e quindi alla coppie, di migliorare se stessi e vivere una relazione più soddisfacente e appagante
Cosa può fare per la coppia un love coaching
Il love coach è un professionista che aiuta a ritrovare la fiducia in se stessi e sentirsi a proprio agio, permettendo di approcciare con facilità alle altre persone. L’aiuto di un love coach può farti sentire bene e in pace con te stesso, darti un aiuto per creare la vita che ami, ed uscire e incontrare nuove persone o affrontare le fasi iniziali di una relazione.
L’intervento del love coach permette poi di uscire dalle gabbie mentali che non ti fanno sentire te stesso, e aiutarti a sentirti libero e pronto per affrontare diversamente la vita e migliorare le relazioni esistenti.
Il lavoro del love coach è quindi quello di occuparsi di ogni aspetto della vita affettiva e amorosa di una persona, essere di supporto nelle emozioni legate a un abbandono, dare un consiglio per risolvere una problematica di coppia o per affrontare una serata o situazione importante.
Ecco, in sintesi, alcune cose che un love coach può fare per migliorare la propria vita di relazione:
· Aiutarti a ritrovare la fiducia in se stessi
· Aiuta a ritrovare piacere nel creare nuove relazioni
· Aiuta a sentirsi a proprio agio in qualunque situazione
· Contribuisce ad avere successo con l’altro sesso
· Contribuisce a trovare la soluzione a problematiche relazionali importanti
· Affrontare le emozioni legate alla fine di un amore
“Ognuno di noi ha delle capacità naturali nel saper comunicare in modo seducente, nel superare la timidezza in amore e lasciarsi alle spalle una storia finita male, ma non tutti sono in grado di esprimere queste capacità e tirarle fuori nel momento giusto, per questo motivo è utile affidarsi a un love coach”, spiega Adina Floora, love coach professionista, specializzata nell’aiutare a vivere relazioni sentimentali più appaganti.
COME SCEGLIERE UN LOVE COACH AFFIDARSI
”Vista l’importanza delle relazioni affidarsi solo a Love Coach professionisti, specializzati e certificati in coaching relazionale, è essenziale”, racconta ancora Adina Floora, che vanta un lungo e intenso percorso accademico, e una grande esperienza grazie alle tante persone che ha aiutato fino ad oggi.
Una delle poche love coach che può vantare una formazione presso lo IAP college – College & University in Princetown, New Jersey, e che ha approfondito gli studi con la famosa coach americana Rori Raye e con Roberto Re, oltre che aver conseguito un Master in Counseling Relazionale.
IL PERCORSO CON IL LOVE COACH
“Riguardo il percorso da seguire io metto a disposizione la mia formazione e le mie conoscenze per aiutare le persone a lavorare su se stesse e sulla relazione amorosa con l’attuale partner o per prepararsi ad affrontare al meglio le relazioni future” racconta ancora Adina.
Che lancia un messaggio chiaro a chi sta attraversando un momento difficile in amore: “Non dimenticate che una relazione appagante si fonda sull’amore reciproco e sulla realizzazione personale che si sperimenta attraverso una profonda sensazione di benessere”.
L’obiettivo finale del love coaching relazionale è quindi quello di avviare le persone verso un percorso di riscoperta di sé e del proprio valore per riuscire a liberarsi dall’oppressione di sensazioni soffocanti e negative che impediscono di guardare oltre il dolore e avvicinarsi alla felicità.
Chi pensa di essere insoddisfatto della propria vita sentimentale, rivolgendosi ad una coach riesce senz’altro a vivere le relazioni sentimentali in un modo più profondo ed appagante.
Brindisi, 12 novembre 2019 – Non si ferma più don Cosimo Schena. Dopo il grande successo delle sue ultime raccolte di poesie e musica che lo hanno consacrato nuova stella delle piattaforme musicali, il sacerdote pugliese ritorna con un nuovo album di poesie inedite, di sua composizione.
ll 15 novembre uscirà infatti “Vivo di Te”, la sua nuova raccolta di poesie musicate che si potrà ascoltare su tutte le maggiori piattaforme musicali.
Poco più di un anno fa la brillante idea di pubblicare tutte le sue composizioni poetiche in formato audio e interpretarle personalmente accompagnate da suggestivi sottofondi musicali.
Subito l’idea è stata apprezzata dal pubblico che ha cominciato a seguirlo in rete grazie alle varie piattaforme musicali, da Spotify a iTunes passando per YouTube.
I suoi brani hanno avuto un’impennata di ascolti e i fans lo hanno ribattezzato “Il poeta dell’Amore”, tanto che la stampa a livello nazionale ha cominciato ad occuparsi della sua storia.
Messaggi d’amore
Il tema predominante delle sue composizioni, infatti, è l’amore: un amore universale che parte da Dio per arrivare a tutti coloro che hanno ancora la voglia di scommettere su questo sentimento.
“Vorrei che il mio messaggio d’amore arrivi anche a coloro che vivono o si sentono in preda alla solitudine, a tutti quelli che hanno perso il senso della speranza e della vita” dichiara don Cosimo commentando l’uscita del nuovo album. E aggiunge: “Le poesie nascono da momenti di preghiera e di storie di gente che incontro e che mi racconta la propria vita”.
La raccolta
“Vivo di Te” di don Cosimo Schena contiene cinque poesie, registrate in entrambe le versioni: con musica e senza. I titoli sono: Vivo di Te, Ci prenderemo per mano, Sei qui con me, Sopra le nuvole e Spero che ritorni.
Il sacerdote poeta svolge il suo ministero spirituale a Mesagne, in provincia di Brindisi e tutto il ricavato delle sue opere lo devolve in beneficienza per aiutare le famiglie più bisognose.
Milano, 24 settembre 2019 – Quando intraprendiamo una relazione amorosa stabile e duratura, facciamo affidamento sul fatto che il partner che abbiamo accanto si impegni totalmente con noi e sia privo di interesse verso altre persone. Desideriamo tutti fortemente credere che il nostro compagno sarà fedele all’impegno preso, vivendo con romanticismo le nostre aspettative sul futuro.
Ma sarà veramente così? E soprattutto è possibile se il nostro compagno o la nostra compagna ci tradiranno? Decisamente un quesito a cui tutti piacerebbe trovare una risposta.
Il recente articolo pubblicato sull’autorevole ‘Journal of Social and Personal Relationships’, rivista accademica tematicamente impegnata in ricerche sulle relazioni sociali e personali, parte proprio da questo interrogativo, attorno al quale ruota lo studio effettuato dalla DottoressaValerie Guilbault, psicologa dell’Università del Quebec, insieme ad alcuni suoi colleghi.
“Per avere un’idea più completa dei presupposti dai quali lo studio è partito è bene ricordare che le ricerche ad oggi esistenti hanno già individuato 4 indicatori e fattori sensibili, grazie ai quali è tendenzialmente possibile desumere la probabilità che il nostro partner sia infedele” dicono gli esperti del portale PsicologiOnline.net.
I 4 INDICATORI DELLA FEDELTÀ DI COPPIA
Il primo indicatore è senza dubbio il genere: numerose indagini psicologiche sono infatti giunte alla conclusione che gli uomini, rispetto alle donne, possiedono molte più probabilità di cadere in tentazione, quando percepiscono la possibilità di intraprendere un’esperienza sessuale clandestina.
Lo studio pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships, tuttavia, ridimensiona questo gap tra maschi e femmine: pare infatti che, al giorno d’oggi, il divario si sia assottigliato, fino a livellarsi su percentuali di tradimento più omogenee, sia per tipologia che per frequenza.
Il secondo fattore, attraverso il quale è possibile predire un ipotetico tradimento, è il rifuggire l’attaccamento. Ci sono individui che da bambini impostano un rapporto di tipo evitante con i propri genitori, questa situazione in età adulta si traduce nell’incapacità di condividere emozioni e anche più semplicemente di provarle consapevolmente, con effetti distruttivi sulla propria sfera affettiva. In concreto, chi ha un attaccamento evitante tende a tirarsi indietro alle prime difficoltà di coppia, ricorrendo spesse volte a relazioni illegittime per risolvere la sensazione di solitudine che li pervade o, ancora peggio, per un istintivo desiderio di vendetta. Al contrario, chi è riuscito a impostare un rapporto sereno con le proprie figure di riferimento durante l’infanzia, ha maggiori capacità di gestire la relazione e i naturali conflitti interni che fisiologicamente emergono.
Il terzo fattore da tenere d’occhio è l’opinione che il nostro partner ha in merito al sesso occasionale. Ci sono infatti individui che concepiscono l’atto sessuale come la massima espressione dell’amore di coppia e che nella loro vita non hanno avuto numerose relazioni, proprio in virtù del loro impegno nel costruire rapporti duraturi. Altre persone invece sdrammatizzano il sesso, investendolo di aspettative più superficiali o ludiche, tanto da contare nel loro passato numerose relazioni. Questa tipologia di partner è certamente più incline all’infedeltà, nonostante in molti, dopo un passato affrontato con libertà, con la maturità si stabilizzano in una relazione regolarmente monogama e fedele.
Per finire, il quarto ed essenziale fattore indicativo è il desiderio sessuale. I partner che vivono la sessualità come un’esigenza dirompente, saranno maggiormente incentivati a guardarsi attorno in cerca di tentazioni, in particolar modo se all’interno della relazione ormai avviata, questo desiderio viene disatteso ripetutamente.
Nello specifico lo studio pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships della Dottoressa Valerie Guilbault, parte dai presupposti appena analizzati e li riassume in un macro-fattore indicativo del tradimento, identificato con il termine “Passione Sessuale“.
Il forte desiderio sessuale, secondo questo gruppo di ricerca, insieme ad una visione libera e apertadella sfera fisica fanno verosimilmente prevedere se un partner sarà fedele o meno. Le persone che rientrano in questa categoria vivono il sesso come qualcosa di costantemente presente nella propria quotidianità, pertanto risultano impegnati sia mentalmente che fisicamente in questo frangente, quanto più possibile.
Tra le persone con forte passione sessuale, secondo i ricercatori, ci sono due tipi: individui con passione sessuale armoniosa e individui con passione sessuale ossessiva.
Questa distinzione si basa su un’influente teoria della personalità proposta da Julian Rotter negli anni ’50, nota come “locus of control”, la quale ritiene che coloro che possiedono un controllo interno si sentano maggiormente sicuri e padroni della propria vita, con conseguente autostima elevata e poche possibilità di incorrere in atteggiamenti depressivi. Per contro, coloro che possiedono un locus of control esterno, sostengono che siano forze esterne ad influire sulla propria vita, identificandole ad esempio nel destino o nella sfortuna; essi rivelano mancanza di autostima e scarso autocontrollo.
In che modo queste due tipologie di individui gestiscono dunque la tentazione all’infedeltà?
Secondo la ricerca della psicologa Valerie Guilbault coloro che risultano inarmonia con le proprie pulsioni sentono di avere la loro sessualità sotto controllo e riescono a gestire in modo coerente e rispettoso la loro vita. Chi invece è totalmente spinto da impulsi scoordinati e pensieri ossessivi, con più facilità, cederà a situazioni in grado di danneggiare irrimediabilmente la relazione nella quale hanno investito.
Per avvallare questa teoria, sono stati riportati dati molto interessanti derivanti da due studi in particolare. Il primo ha avuto come target 600 adulti, i quali sono stati sottoposti a uno specifico questionario volto a inquadrarli nelle due categorie sopra descritte: individui passionali armoniosi e individui passionali ossessivi.
L’indagine ha dimostrato come, in presenza di una passione sessuale ossessiva, la tendenza all’infedeltà sia assolutamente maggiore.
Il secondo studio si è svolto su 84 persone adulte, lungo un periodo di dieci mesi, per valutare se questo fattore identificativo possedeva davvero un potenziale predittivo. Anche in questo caso, le persone inquadrate come passionali ossessive hanno registrato maggiori casi di infedeltà, rispetto agli individui inquadrati come aventi una armoniosa passione sessuale.
Lo studio pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships è andato oltre, cercando di indagare le motivazioni che avevano spinto il target analizzato all’infedeltà. La ragione diffusa trasversalmente, tra i traditori dei due gruppi, è stata individuata semplicemente nell’attrazione fisica per l’amante.
Tuttavia, gli individui con ossessiva passione sessuale riportavano altre motivazioni molto significative ai fini dello studio in atto, tra le quali il piacere e il bisogno di vendicarsi del proprio compagno e il trovare nel tradimento uno spiraglio utile ad aumentare la stima in sé stessi. Una motivazione caratterizzante di questo target, infine, è l’esigenza prettamente maschile di sentirsi conformi all’ideale sociale del play boy, come modello positivo del vero uomo.
Le persone con un’armoniosa passione sessuale raramente davano simili ragioni alla loro infedeltà.
In conclusione, siamo arrivati alla risposta tanto attesa: prevedere un comportamento infedele da parte del partner è possibile.
“In base agli studi attuali è infatti possibile affermare che ipartner con una buona autostima e un forte autocontrollo risultano sicuramente più affidabili.La loro armoniosa passione sessuale li rende ottimi amanti, passionali e rassicuranti compagni di vita, con una ridotta propensione ad evadere verso scappatelle nell’ambito di un rapporto stabile.
Essi fondamentalmente hanno profonda fiducia nelle proprie abilità di controllare gli eventi e le circostanze della loro vita, attribuendo i propri successi o insuccessi a cause direttamente collegate all’esercizio delle proprie capacità e alla volontà personale” spiegano gli esperti di PsicologiOnline.net.
“Al contrario, i partner caratterizzati dall’arrendevolezza verso fattori esterni, che giustificano la propria situazione chiamando in causa il destino o la sfortuna, hanno molte più probabilità di tradire, ancor più se caratterizzati da una prorompente passione sessuale. Essi credono che ciò che accade nella loro vita giunga dall’esterno in qualità di premio o, più spesso, punizione e che non sia il frutto derivato dalle proprie capacità personali, bensì qualcosa di imprevedibile.
Coloro che si auto compiangono, non assumendosi le responsabilità di ciò che accade nella loro vita, devono tendenzialmente essere considerati partner maggiormente a rischio all’interno di una relazione apparentemente stabile” concludono gli esperti del portale.