Arte: a Viterbo la mostra “MIMESIS”, con l’iperrealismo nigeriano

Viterbo, 31 gennaio 2023 – Sabato 4 febbraio 2023 si inaugura presso la Black Liquid Art Gallery di Viterbo la mostra “Mimesis” con cinque giovani artisti nigeriani, a cura di Antonella Pisilli.

Imitare o creare, eguagliare o superare la natura, nella mostra Mimesis cinque giovani artisti Olamilekan Abatan, Alex Peter Idoko, Joseph Chimerie; Nebolisa Kelly e John Hopex, provenienti dalla Nigeria dipingono la realtà più vera della realtà stessa e portano avanti il concetto di iperrealismo che caratterizza negli ultimi anni la giovane arte contemporanea nigeriana.

Viviamo in un’epoca in cui è difficile distinguere tra reale e virtuale, ciò che nel recente passato si prefigurava un futuro distopico solo nei film di fantascienza oggi quel mondo si sta definendo in modo sempre più chiaro e già adesso nel metaverso è possibile operare sui sensi per influenzare la nostra percezione del reale, con difficoltà riusciremmo a distinguere ciò che è vero e ciò che è virtuale.

I giovani artisti nigeriani si pongono nel crocevia del concetto di rappresentazione della realtà e superamento di questa, costruiscono inconsapevolmente una nuova estetica che va al di la della semplice rappresentazione, superano il realismo fotografico e si pongono come creatori di nuovi personaggi e dove anche la “risoluzione” supera e travalica la perfezione della realtà.

Avvicinarsi ai quadri di Olamilekan Abatan o di Nebolisa Kelly significa penetrare nell’ epidermide del soggetto, significa vivere una nuova esperienza, immergersi in una realtà nuova, reale, ma allo stesso tempo immaginaria.

Rudolf Arnheim affermava come la percezione umana produca significato dalle nostre esperienze con il mondo che ci circonda e che tutta l’espressione artistica si basa su questo processo di appropriazione della realtà così come la vediamo attraverso i nostri sensi e la nostra comprensione.
Ed è in questo processo nel quale l’arte diventa il mezzo in grado di dare alla percezione dell’osservatore la possibilità di interpretare il proprio universo e non la sua esclusiva rappresentazione, provocando in ciascuno di noi delle sollecitazioni e delle percezioni diverse, capaci di cambiare la nostra idea e il nostro percepire.

La mostra Mimesis è un tentativo di catturare e rappresentare non solo il mondo che circonda gli artisti ma anche tutte le migliaia di immagini che attraverso il web arrivano ai loro occhi.
Gli artisti nigeriani attraverso il loro iperrealismo creano un ambiente che simula la realtà fisica in luoghi immaginari.

Maestro dell’iperrealismo nigeriano è sicuramente Olamilekan Abatan la sua è un’operazione di assimilazione dell’estetica classica occidentale rielaborata con un linguaggio nuovo contemporaneo e africanizzato attraverso l’uso dei wax. Nei suoi lavori i personaggi rievocano quelli dei grandi maestri del rinascimento, mostra il santo o la madonna in posizione classica, ma li attualizza, attraverso un abbigliamento contemporaneo.

Nell’opera “Deadly sin” il riferimento a Caravaggio è indubbio, ma come il grande maestro che si era servito della lezione dei ‘grandi’ anche Abatan riprende l’impostazione di due capolavori del maestro dei Seicento in un mix tra “Medusa” e il “Bacco adolescente” , riattualizza l’impostazione sostituendo il volto del personaggio con un suo autoritratto e inserendo degli oggetti contemporanei, un orologio d’oro che simboleggia il potere e uno smartphone simbolo del nostro secolo.
La sua non è solo una rivisitazione dei capolavori della cultura classica, ma è una messa in scena di nuove realtà.

L’opera di Alex Peter Idoko potrebbe essere paragonata ad un rituale magico nel quale l’artista attraverso la cerimonia del fuoco, crea delle immagini sorprendenti, ma ciò che rende ancora più stupefacente il suo lavoro è la capacità di usare il pirografo rendendo le figure con una precisione iperrealista.

Il lavoro di Peter Idoko colpisce per la capacità che la materia bruciata acquista nell’opera in “Strive” il soggetto e la tecnica si confondono il personaggio in primo piano soffia verso il fuoco, l’inquadratura dal basso potenzia il contenuto, il calore del fuoco sembra uscire fuori dal quadro sentiamo invaderci dal calore delle fiamme, ci distoglie l’attenzione, solo il personaggio con la testa poggiata sulla spalla del soffiatore, qual è il suo ruolo nella storia?

È allora che l’immagine in un turbinio di idee comincia a prendere forma si catapulta verso nuove aspettative, l’artista non sta solo rappresentando un atto, ma sta raccontando un sentimento, una sensazione.
Idoko pensa che attraverso il fuoco può dominare la materia della sua tavola, attraverso il fuoco può purificare, sottilizzare e raggiungere il livello più alto, fino alla luce che è essenza universale e la più immateriale delle immagini.

Joseph Chimerie usa il colore con sfumature così impalpabili e morbide come se fosse un maquillage sul volto di una modella. La sua è un’opera che si potrebbe definire fashion, ma non nell’accezione di moda, ma di eleganza. Le sue figure sono avvolte nella profondità prospettica come se fossero all’interno di una scatola magica e si potessero prelevare e muovere. La plastica delle forme è realistica e i personaggi che rappresentano la scena sono delicati, raffinati e si muovono come su una passerella. La sua è una messa in scena di una realtà ovattata con personaggi di attraente bellezza dei volti e dei corpi, nelle delicate armonie dei colori, in uno spazio fisico anch’esso pervaso da una luce e da una sinuosa eleganza, anche l’acqua della piscina increspata dalla brezza acquista attraverso la schematizzazione delle onde un ritmo musicale intenso e armonioso.

Nebolisa Kelly è l’artista iperrealista nigeriano per eccellenza, sia per i suoi soggetti sia per la tecnica, ci sono tutti gli elementi: i ritratti in formato magnum, l’acqua che invade il volto, l’utilizzo del chiaroscuro denso e sostanzioso di particolari.

L’opera di Nebolisa può essere vista su tre piani diversi sia sullo spazio fisico che su quello contenutistico. Ad una certa distanza l’opera appare di un realismo fotografico quasi palpabile, il soggetto sembra quasi uscire dal quadro e prendere forma e materia, ad una visione più ravvicinata colpisce la superficie, il soggetto si appiattisce e l’osservatore diventa piccolissimo e riesce ad entrare nell’epidermide della pelle, a sentire il vuoto dei pori e la freschezza dell’acqua che scorre sul volto, la ruvidezza della stoffa degli abiti, tutto è rappresentato con un tale realismo e una tale oggettività che non dipende più dall’acutezza dell’occhio, ma da una maniacale ricerca di oltrepassare la realtà stessa.

Ed è questa ricerca di perfezione che ci fa raggiungere il terzo livello di visione che non è più quello visivo, ma quello concettuale, dalla volontà di vedere e rappresentare le cose come sono, l’artista ci racconta la ricerca sempre più spasmodica verso il più minuzioso e impercettibile particolare, per raggiungere la perfezione e per riuscire ad uscire dall’anonimato nel quale l’artista si sente ingabbiato.

Guardare un ritratto di John Hopex è come fermare il tempo, i suoi lavori sono sospesi in un’epoca indefinita, una bellezza e una perfezione universale che manifesta rappresentando ogni singolo dettaglio con maniacale precisione, imprigionando la luce e le ombre come se fossero materia viva.

In “Butterfly” il soggetto è inserito su uno sfondo bianco, neutro, il volume della figura si definisce attraverso la linea precisa delle spalle e della testa, i particolari del copricapo e della collana minuziosamente intagliata vengono colpiti dalla luce vibrante che crea sul corpo un volume di ombre. Ma sono le farfalle colorate che estraniano l’osservatore e catapultano il soggetto in uno spazio tra il bucolico e il surreale. Ed è l’elemento estraniante colorato, ancora più evidente nell’opera “Apple” dove le mele sospese nello spazio trasformano l’opera da iperrealista a surreale e ci catapultano in una realtà sospesa e immaginaria.


TITOLO: MIMESIS
ARTISTI: Olamilekan Abatan, Alex Peter Idoko; Joseph Chimerie, Nebolisa Kelly, John Hopex
LUOGO “Black Liquid Art – Via San Tommaso, 55 – Viterbo” 
CURATORE Antonella Pisilli
INAUGURAZIONE 4 febbraio 2023 ore 18.00
ORARIO DI APERTURA 4 febbraio – 1 aprile 2023

 

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Contatti stampa:

PRESS OFFICE 339 7865017

blackliquidart@gmail.com

 

Nebolisa Kelly, “On the moon”

 

 

Olamilekan Abatan, “Deadly sin”, 2022

 

Dagli Stati Uniti all’Africa, l’arte e l’audiovisivo raccontano il mare

Napoli, 9 agosto 2022 – Sono stati resi noti i Paesi partecipanti di tutto il mondo e i nomi della Giuria del contest artistico “Racconti di mare”, promosso dal Premio Penisola Sorrentina e dal Master della Federico II di Napoli.

I Paesi sono Stati Uniti, Regno Unito, Brasile, Iran, India, Indonesia, Turchia, Giappone, Argentina, Grecia, Germania, Canada , Kenya, Cina, Repubblica Dominicana, Egitto, Svizzera, Belgio, Spagna, Francia, Filippine, Bolivia, Arabia, Iraq, Israele, Bangladesh, Australia , Germania, Pakistan, Armenia, Danimarca, Corea, turchia, Cina, Camerun, Tunisia, Messico, Polonia, Cuba, Kosovo, Croazia, Giappone, Armenia, Cile, Sud Africa, Israele, Senegal, Giordania, Australia. E ovviamente tantissima Italia.

Una partecipazione davvero ricchissima, in termini numerici e di diversità geografica, quella che ha registrato il contest: “Racconti di mare”, promosso tra le attività speciali del 27° Premio “Penisola Sorrentina” dal Master in drammaturgia e cinematografia della Università di Napoli Federico II.

Apprezzamento esprime il coordinatore del Master, professore Pasquale Sabbatino:  “Da anni il Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – afferma Sabbatino  – è attento alle attività culturali di alto profilo presenti sul territorio nazionale ed internazionale. Nell’ambito del Premio Penisola Sorrentina  l’idea di una manifestazione speciale dedicata al mare vuole essere un segnale del ruolo fondamentale che le nostre terre hanno assunto per ciò che concerne le arti dell’audiovisivo e la sensibilità a temi attuali come quelli della sostenibilità”.

Il vincitore del contest audiovisivo sarà selezionato tra i quattrocento lavori pervenuti, che spaziano dal metaverso alla video arte fino alla realtà aumentata e al cortometraggio.

A valutare i lavori sarà una commissione scientifica della Federico II,  presieduta da Pasquale Sabbatino (ordinario di Letteratura italiana) e composta dai seguenti  docenti esperti dell’Ateneo napoletano: Vincenzo Caputo (ricercatore di letteratura italiana), Anna Masecchia (docente di storia del cinema), Matteo Palumbo (ordinario di letteratura italiana), Giuseppina Scognamiglio (docente di letteratura teatrale italiana),

Al vincitore sarà riconosciuto un montepremi in denaro messo a disposizione dalla Fondazione Banco di Napoli, presieduta da Francesco Caia.

La cultura del mare ha solide fondamenta nella storia della marittimità del nostro Paese,  con una proiezione nel futuro e nell’innovazione propri delle nuove generazioni che animano le nostre terre, i nostri atenei, le nostre vite”, sottolinea Mario Esposito direttore artistico del Premio “Penisola Sorrentina”,  che tra la Penisola Sorrentina e Napoli proporrà una due giorni di lavori e di esperienze cross mediali dietro il tema del mare, cui sarà dedicata anche un’installazione artistica di Giuseppe Leone per celebrare il centenario della nascita dello scrittore Pier Paolo Pasolini.

 

Racetrack Jazz Club: a Imola la magia del jazz e la voglia di ripartire

L’autodromo Enzo Ferrari ospiterà quattro grandi appuntamenti con artisti internazionali. Si parte il 6 luglio con Kelly Joyce e Teo Ciavarella Trio.

Imola, 2 luglio 2021 – Sarà la voce di Kelly Joyce ad aprire il 6 luglio a Imola la rassegna “Racetrack Jazz Club”. La cantante francese sarà accompagnata da artisti del calibro di Teo Ciaravella al piano, Edoardo Petracci al basso e Max Ferri alla batteria.

Un’artista versatile e raffinata che a soli 21 anni incantò il Papa al Concerto di Natale in Vaticano. Seppur giovanissima nel corso della sua carriera, iniziata nel 2000 con il singolo di successo Vivre la vie, la cantante continua a misurarsi con talento spaziando tra jazz, soul e funk.

A Imola Kelly Joyce presenterà i suoi brani più famosi rivisitati in chiave acustica con sonorità che richiamano anche l’Africa, arrangiati dal pianista Teo Ciaravella.

Jazz all’aperto

La terrazza coperta dell’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari farà da location inedita quanto suggestiva per l’evento trasformandosi in un club di musica jazz all’aperto.

L’accesso alla terrazza è permesso dalle ore 19, nel rispetto delle normative anti-covid vigenti mentre l’inizio del concerto è previsto alle ore 21. Il costo dei biglietti, acquistabili su ticketone.it, è di 25 euro a persona.

I quattro appuntamenti del Racetrack Jazz Club sono organizzati da Formula Imola in collaborazione con Studios.

La rassegna proseguirà il 13 luglio con Guglielmo Pagnozzi Quartet mentre il 20 luglio la terrazza dell’Autodromo ospiterà Simona Bencini, voce storica dei Dirotta su Cuba, accompagnata da LMG Quartet.

Chiuderà il programma il 27 luglio ERJ Orchestra – Emilia Romagna Jazz Orchestra.

Tutte le informazioni sull’evento ed i biglietti sono disponibili alla pagina www.ticketone.it/event/racetrack-jazz-club-autodromo-int-enzo-e-dino-ferrari-terrazza-concerti-13867692.

 

 

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Ufficio Stampa

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Musica: il rock alternativo della “Compagnia Musicale Brema” nel nuovo album “Delta”

Il lavoro del gruppo piemontese uscirà il 17 dicembre e risente del tormentato periodo storico attuale, rielaborando le tradizioni blues

Torino, 22 dicembre 2020 – È uscito lo scorso 17 dicembre l’EP “Delta” della band Piemontese “Compagnia Musicale Brema”. Un album che è stato composto e in parte registrato durante il primo periodo di lockdown dovuto all’epidemia di COVID-19, e la drammaticità del momento storico è rintracciabile nei testi e nella cupezza delle musiche che compongono il lavoro.

Il lavoro, pubblicato dalla Tortonia Records, etichetta Italiana indipendente, è disponibile su tutti i principali stores e servizi di streaming dal 17 dicembre, e fa parte di un progetto che è un breve concept album inerente al blues, alle sue origini africane e alle sue leggende più oscure.

Ciò che ne risulta è un rock alternativo post-moderno che però affonda le radici sonore e testuali nella tradizione del blues del Mississippi e dell’Africa tribale. L’alone che pervade l’EP è caratterizzato da un forte impatto emotivo e da un senso di apocalisse imminente.

Il lavoro della band “Compagnia Musicale Brema” è stato registrato, mixato e masterizzato presso i Tortonia Studio Di Poirino(TO) e l’uscita è accompagnata dal video promozionale del singolo “La bufera (John Lee Hooker)”.

La band

I “CMB”, “Compagnia Musicale Brema”, si formano nel 2017 in provincia di Cuneo e propongono brani originali di ispirazione eterogenea, fortemente connotati dalle influenze del blues seminale, arricchito e completato dalle successive esperienze di rock alternativo. Il risultato è un compendio di sonorità di varia matrice che adotta volentieri soluzioni anche distorte e dirette.

Le tematiche dei testi, scritti in italiano, trattano argomenti caratterizzati talvolta da una vena intimista e filosofica, altre volte improntate alla rielaborazione di miti, leggende, superstizioni, credenze religiose che possono sfociare in immagini cupe e apocalittiche.

Nel gennaio 2020 la CMB firma un contratto con la Tortonia Records per la distribuzione dei propri dischi e realizza l’Ep Delta, in uscita il 17/12/2020

Formazione

Alessandro Fabro -Voce / chitarra acustica ,elettrica

Andrea Cornaglia – Basso

Mauro Ambrassa – Batteria/percussioni

 

Tracklist “DELTA”

  • Regina d’Africa
  • Terra fiume blues (Blind Willie Johnson)
  • Il diavolo al bivio (Robert Johnson)
  • La bufera (John Lee Hooker)

 

Video “La bufera” (John Lee Hooker), link: www.youtube.com/watch?v=qs23R8J6_4s

 

 

 

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Contatti:

info@tortoniarecords.com

Link per scaricare il PRESS KIT:

https://drive.google.com/drive/folders/1f_DU77qg2Lo_mkns4yWGRgFDWYbTU0WW?usp=sharing

Link privato Soundcloud riservato ai giornalisti per l’ascolto  in HD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Africa, l’attrice Silvia Busacca a sostegno di Amref Health Africa

Roma, 11 settembre 2019 – L’ attrice Silvia Busacca diventa sostenitrice ufficiale per l’organizzazione umanitaria Amref Health Africa. La notizia è stata diffusa dallo stesso sito ufficiale dell’associazione www.Amref.org.

“L’Africa ha bisogno del mio aiuto, e dell’aiuto di tutti, e dal 20 settembre prossimo inizio il mio impegno continuo verso Amref Health Africa” ha detto l’attrice.

“Ho conosciuto Amref qualche anno fa durante la Festa del Cinema di Roma. Da allora ho iniziato a conoscere pian piano i progetti Amref da vicino ma i diversi impegni per il mio nuovo lavoro di attrice non mi permettevano di poter spendere quel minimo tempo necessario per un progetto importante come quello di Amref” ha detto ancora Silvia.

Tra le tante organizzazioni umanitarie nel mondo Silvia ha deciso di intraprendere il percorso di sostegno in donazione continue con Amref, che riceverà ogni mese il sostegno da parte dell’attrice.

“Ho avuto anche il piacere di ricevere una bellissima lettera a sorpresa, insieme alla spilla, dal direttore generale di Amref Health Africa Italia, il Dott. Guglielmo Micucci, che mi ha emozionata” ha raccontato entusiasta l’attrice.

RIGUARDO AMREF HEALT ITALIA

Amref Health Africa promuove progetti di salute nelle aree più isolate dell’Africa e a 60 anni dalla sua fondazione è la più grande organizzazione sanitaria africana che opera nel continente.

L’associazione opera in 35 Paesi a sud del Sahara con oltre 160 progetti di promozione della salute, arrivando anche “dove nessuno può andare”, nelle aree estremamente isolate e rurali, grazie ai Flying Doctors, ovvero i “Dottori Volanti” che portano assistenza medica e formazione a bordo di piccoli aerei attrezzati come unità mobili.

Altro dettaglio a differenziare l’organizzazione è il fatto che il 97% del personale di Amref è africano, “perché siano gli africani, ogni giorno, a prendersi cura dell’Africa” e perché sono necessarie “soluzioni africane ai problemi africani, soluzioni che nascono da dentro, dal cuore delle comunità, che sono le protagoniste e non solo le beneficiarie dei progetti”, come scrive l’organizzazione sulle sue pagine.

RIGUARDO SILVIA BUSACCA

Silvia Busacca (www.silviabusacca.com) è un’attrice professionista dal 2017. 

La sua passione per la recitazione è iniziata all’età di 17 anni con un musical tratto dal diario di Anna Frank. 

Nel suo percorso di formazione artistica troviamo l’Accademia Artisti di Roma, il maestro Ennio Coltorti, uno dei più grandi registi e direttori del teatro italiano, che l’ha seguita nel suo percorso accademico, fino a renderla protagonista di ruolo nel 2017 in una sitcom promossa dalla stessa Accademia Artisti di Roma. 

Nel curriculum artistico di Silvia anche un Campus sul Cinema, promosso dal Taormina Film Festival.

L’attrice ha partecipato poi a diverse Masterclass con attori internazionali e produttori cinematografici, tra i quali l’attore americano Robert De Niro, il regista Dario Argento e lo stilista Valentino, che ha tenuto una Masterclass sulla moda al Taormina Film Festival 2010. 

Silvia ha poi frequentato Masterclass formative al Roma CinemaFest 2016 con gli attori americani Tom Hanks, Oliver Stone, Meryl Streep, Viggo Mortensen, Roberto Benigni e David Mamet.

Nel 2016 ha infine presenziato al Roma CinemaFest ricevendo l’accredito ufficiale dall’organizzazione dell’evento, in veste di ambasciatrice delle Nazioni Unite Giovani, che l’ha vista protagonista in ben 8 diverse nazioni.

L’ultimo lavoro di Silvia come attrice protagonista è nel corto “In Limine”, del regista Gianluca Testa, presentato in Grottammare Film Festival 2019 e al San Potito Sannitico in Caserta nel ‘Fate Cinema 2019’.

 

Un medico di Amref visita una donna in cinta

 

L’attrice Sivia Busacca, protagonista di “In Limine”

 

 

 

 

Arte africana: arriva ‘Physiologus’, la mostra dell’artista Soly Cissè

Viterbo, 28 novembre 2018 – Il 15 dicembre prossimo presso la Kyo Noir Studio di Viterbo arriva un nuovo atto di ‘Ex Africa Semper aliquid novi‘, con l’artista senegalese Soly Cissè in una mostra dal titolo ‘Physiologus’, a cura di Antonella Pisilli.

Se neghiamo che nell’attuale condizione storica, l’arte non è più un mezzo per comunicare la nostra contemporaneità, la pittura ne è sicuramente il mezzo più lontano per raccontare l’oggi.
Pur tuttavia la pittura rimane ancora la più sensibile e il mezzo più adatto ad appropriarsi della spinta interiore dell’artista e trasmettere il sentimento umano più profondo.

La materia è il divenire continuo del reale e dell’essere, la materia ha la capacità di mostrare il proprio passato, trasformarsi e diventare futuro e di essere e manifestare il proprio presente.

Nell’opera di Cissè la materia diventa esistenza, che non riesce a riconoscersi e prendere coscienza del sé, che non definisce un tempo o un luogo, ma rappresenta il moto e l’esperienza fugace dell’essere.
Cissè dispone la materia pittorica direttamente sulla tela in strati spessi che si aggrovigliano: un attimo con gesti violenti e decisi e un attimo dopo delicatamente come un soffio leggero.

La pittura diventa moto esistenziale che alterna il flusso della materia viva e pura, dalle quale emergono come impigliati e prigionieri delle creature fantastiche e chimeriche, facendo assumere all’artista l’autorità di un immaginario Physiologus.
Physiologus non inteso come studioso della natura, ma come interprete sublime della natura.

Le creature fantastiche che abitano i quadri di Cissè lottano per trasformarsi da esseri informi a figure reali, che attraverso l’immaginazione della nostra mente si materializzano da puri segni illeggibili in raffigurazioni del pensiero astratto del nostro subconscio.

La mostra Phisiologus rappresenta un viaggio all’interno del nostro animo più profondo, un viaggio nell’inconscio, ma per riuscire a percorrere il viaggio è necessario guardare l’opera nel profondo, immergersi nelle pieghe della pittura, nelle tracce di colore che sfumano verso l’interno, ed abbandonarsi in una totale e sublime contemplazione.

La mostra, accompagnata da un video inedito con l’intervista realizzata da Antonella Pisilli all’artista, sarà inaugurata il 15 dicembre prossimo alle ore 18, e sarà aperta su appuntamento dal 16 dicembre 2018 al 26 gennaio 2019.

 

Mostra ‘Physiologus’, di Soly Cissè

Kyo Noir Studio

Via Maria SS Liberatrice 14 – Viterbo

Inaugurazione 15 dicembre ore 18
Aperta su appuntamento dal 16 dicembre 2018 al 26 gennaio 2019

 

Per informazioni:

Email: kyonoirpress@gmail.com

Tel. 333 9647300

 

 

 

 

 

Soly Cissè -Physiologus

 

 

 

 

 

 

 

 

Arriva in Italia Jorit, lo street artist senza volto, per un progetto ‘sorrentino’

Milano, 15 maggio 2018 – Sarà Jorit, lo street artist di fama internazionale di cui resta ignota l’identità, il protagonista di “Copertina d’Autore”, il nuovo progetto dell XXIII edizione del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, con la direzione organizzativa di Mario Esposito e il coordinamento di Giuseppe Leone.

Di Jorit non si conosce l’identità, si sa solo che partito da Napoli anni fa è oggi tra gli street artists più famosi ed apprezzati nel mondo e grazie alla presenza del famoso street artist “Copertina d’Autore” sarà un progetto artistico di rilievo internazionale, nell’ambito della XXIII edizione del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, evento già riconosciuto di alta cultura e patrocinato da diverse istituzioni, compreso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

“Copertina d’Autore” intende guardare ai giovani talenti italiani attivi nel campo dell’arte visiva, in ambito internazionale e avrà come curatore e coordinatore artistico il maestro Giuseppe Leone: ogni anno un’équipe guidata da Leone e composta da giornalisti ed editori campani selezionerà un artista per realizzare la “Copertina d’Autore” del Premio.

Un progetto di produzione editoriale che farà del book dei Premi un libro d’arte itinerante, perché le mani lo sfoglieranno, la rete lo diffonderà, le fiere del turismo lo distribuiranno; non un semplice annuario dei premiati, quindi, ma un vero e proprio catalogo di profili e storie di premiati di rilevanza nazionale, con una copertina d’autore che, in qualche modo, esalterà e racconterà le emozioni dei protagonisti.

Gli elementi del racconto iconografico che l’artista internazionale selezionato dovrà elaborare, secondo  uno stile sintetico, che ben si presti alla grafica di un volume d’arte, saranno quelli legati al territorio campano ed al concetto mitologico del Mediterraneo, tra cui il Vesuvio, il mare, le sirene, simboleggianti l’uomo, la vita, il talento.

Il Premio Penisola Sorrentina, attraverso l’arte visiva, rinforza così la propria presenza e la propria suggestione comunicativa all’interno dell’immaginario culturale italiano ed internazionale, anche mediante l’interazione delle filiere e dei Paesi con cui la kermesse entrerà in contatto.

In tale suggestione visiva, come non ricordare, infatti, i manifesti pubblicitari di Henri de Toulouse-Lautrec che nel tempo resero celebre l’immagine dei locali artistici e culturali di una Parigi di primo Novecento (Divan Japonais, Moulin Rouge: Bal Tous le soirs, Aristide Bruant all’Ambassadeurs, tanto per citarne alcuni)?

L’intento del maestro Leone, dunque, è quello di riportare l’arte ad una importante ed originaria forma di qualità, finalmente lontana dalla proliferazione di una serie di eventi non più volti a veicolare il messaggio profondo dell’arte, da cui oggi siamo subissati senza più distinzione tra quantità e qualità. La Copertina d’autore si proporrà come nuova forma di ricerca nell’ambito dei talenti meritevoli e di una valorizzazione del sistema cultura, in quanto volano per una profonda sperimentazione, autentica, vera e sapiente.

Esempio tangibile ne è la scelta, per la prima copertina del 2018, caduta sul noto street artist di fama internazionale, Jorit. I suoi lavori, apprezzati e richiesti nei cinque continenti, divenuti iconografia umana universale, raccontano storie piccole e grandi. Lo studio di Jorit si nutre di viaggi in Africa orientati alla conoscenza delle tribù e dei rituali primitivi dell’uomo. Tra i recenti lavori si segnala quello in cui  ha dato volto contemporaneo a Boemondo ed Alberada di Buonalbergo.

Ad arricchire il fascino e la suggestione della sua opera resta il mistero sulla sua identità fisica, ancora da svelare.

 

 

 

Giuseppe Leone con il misterioso street artist internazionale JORIT

 

 

 

Il misterioso artista internazionale JORIT

Margherita Maccapani Missoni impegnata per OAfrica, in aiuto alle donne e bambini dell’Africa

Roma, 9 marzo 2018 – Continua l’impegno di Margherita Maccapani Missoni a favore di OAfrica, associazione che dal 2002 lotta per tutelare e ridare un futuro ai bambini in pericolo perché orfani, abbandonati o a rischio di abbandono.

In occasione della festa donna, ha infatti affidato a CharityStars, la piattaforma specializzata nelle aste a favore del no profit, 49 capi d’abbigliamento e accessori indossati in diverse occasioni.

Il link per partecipare all’iniziativa dall’8 al 29 marzo è www.charitystars.com/margheritaforoafrica.

Il ricavato della vendita andrà a sostenere i programmi di OAfrica per permettere alle mamme più vulnerabili di crescere i loro bambini.

Sostenere e rafforzare una donna in difficoltà significa aiutare lei e la sua famiglia a uscire dalla povertà.

Mi sento quasi “fortunata” ad aver incontrato sul mio cammino un’associazione come OAfrica, abbastanza piccola da poter essere conosciuta a fondo ma estremamente efficace. Averla potuta sostenere, in tutti questi anni, mi ha permesso di essere testimone dei frutti del lavoro dedicatovi. Sono molto orgogliosa di far parte di questo progetto”, ha dichiarato Margherita Maccapani Missoni, Presidente dell’Associazione in Italia e sua ambasciatrice a livello internazionale da sedici anni.

In Ghana, migliaia di bambini stanno crescendo in orfanotrofio, esposti al pericolo di danni irreversibili dello sviluppo e al rischio di abusi, maltrattamenti, sfruttamento e traffico di minori. Più dell’’80% di questi bambini non sono orfani, sono lì perché le famiglie più povere vedono gli orfanotrofi come l’unica possibilità per garantire la sopravvivenza dei loro figli.

L’abbandono minorile è una vera emergenza umanitaria e la sua causa principale è la povertà. Per questo OAfrica, oltre a salvare i bambini dagli orfanotrofi e reinserirli in contesti familiari protetti, lavora per tenere unite e rafforzare le famiglie più vulnerabili, gestite spesso da mamme sole.

L’Associazione punta sull’emancipazione delle donne tramite programmi di advocacy, corsi di formazione professionale e l’avvio di attività generatrici di reddito. L’obiettivo è portarle all’autonomia genitoriale perché possano tutelare i loro figli e all’autonomia economica perché possano mantenerli, garantendo loro l’accesso ad un’alimentazione equilibrata, alla sanità e all’istruzione.

Per ulteriori informazioni su OAfrica visitare il sito internet www.oafrica.org

 

Arte, a Firenze il genio africano Frédéric Bruly Bouabré nella mostra ‘Connaissance du Monde’

Firenze, 7 febbraio 2018 – Giovedì 8 febbraio alle ore 18 si inaugura, presso la SACI Gallery di Firenze, in occasione della 3a edizione del  BHMF Black History Month Florence, la mostra Connaissance du Monde dell’artista ivoriano Frédéric Bruly Bouabré a cura di Antonella Pisilli.

Lo scrittore Amadou Hampâté Bâ davanti all’assemblea dell’Unesco nel 1962 disse “In Africa ogni volta che un anziano muore è come se bruciasse una biblioteca”.

Quando il 28 gennaio del 2014 è morto Frédéric Bruly Bouabré un patrimonio di conoscenza si è perso per sempre ma nella sua lunga vita l’artista ci ha donato migliaia di “feuilles volages”, disegni in formato cartolina che rimangono a testimoniare il suo importante lavoro e hanno lasciato una traccia del sapere universale del mondo.

Nato a Zepregue Daloa ufficialmente nel 1923, ma in realtà nel 1921, nella sua lunga vita ha lavorato incessantemente ogni giorno per trasmettere al suo popolo prima e al mondo poi, la conoscenza dell’universo, occupandosi di tutti campi del sapere, fu scrittore, artista, narratore, filosofo, saggio, mistico, inventore, ricercatore, pacifista, insegnante, poeta, comunicatore, profeta, studioso, visionario, osservatore, documentarista e archivista del mondo che lo circondava.

Il lavoro di Frédéric Bruly Bouabré inizia con una visione: la “Vision du soleil”.

Giovedì 11 marzo del 1948 si aprì nel cielo, davanti ai suoi occhi il sole che si divise in altri sette sfere colorate e  descrisse un cerchio di bellezza intorno alla madre sole, in quell’istante Bouabré diventò Cheik Nadro, ‘Colui che non dimentica’.

Dal momento della rivelazione ha iniziato a disegnare su delle piccole cartoline tutto ciò che era nascosto sulla superficie delle cose, dalle forme sulle bucce dei frutti, alle immagini dei giornali, a tutto ciò che vedeva e che pensava fosse necessario per archiviare il mondo, un lungo lavoro, perpetuato per 60 anni che ha raccolto in un’enciclopedica opera dal titolo “Connaissance du monde”.

Frédéric Bruly Bouabré, si è dedicato oltre che al disegno anche alla scrittura perché voleva che la lingua parlata venisse trascritta e diventasse testo scritto, per questo inventa un alfabeto.

Frédéric Bruly Bouabré racconta che nel villaggio vicino a Daloa, a Bekora, c’erano dei piccoli ciottoli neri molto famosi per la loro bellezza, andò a Bekora e li prese, sembravano scolpiti e pensò fossero elementi di una scrittura antica. In quegli stessi giorni feci un sogno e una voce gli rivelò di pronunciare, al risveglio, il nome dei segni che aveva riconosciuto.

Da questa seconda rivelazione riuscì con fatica e molto lavoro a trovare l’equivalenza tra suoni e segni e da lì disegnò 500 sillabe. Questa totalità è ciò che chiama un sistema di scrittura, l’alfabeto Bété.

Questo lavoro riflette il pensiero universale di Frédéric Bruly Bouabré, in cui tutti gli uomini sono fratelli e tutti dovrebbero capirsi l’un l’altro attraverso l’uso di una medesima scrittura.

Il “nuovo Champollion” ha continuato fino alla sua morte con penna a biro e matite colorate il lavoro di trascrizione della poesia e della narrazione tradizionale Bété e raccontato  storie, dalla mitologia cosmica fino agli ultimi avvenimenti della vita politica internazionale.

Dal 1958 quando l’antropologo e naturalista francese Théodore Monod, direttore dell’Istituto francese in Africa pubblicò il suo sillabario, Frédéric Bruly Bouabré ha cominciato ad essere conosciuto fuori dal suo villaggio.

Scoperto da André Magnin nel 1989 il suo lavoro venne presentato per la prima volta in Europa alla mostra  “Magiciens de la terre” e da lì in un’escalation di esposizioni internazionali e di riconoscimenti lo hanno decretato uno degli artisti africani più significativi del panorama artistico internazionale.

Durante la mostra verrà proiettato il film “Nadro” (1998) della regista Ivana Massetti, la quale con un affascinante stile visivo,  ci conduce nelle tappe fondamentali della vita di Bouabré. Ivana Massetti del suo film dice: “Il film cattura tutto ciò che non esisterà più nel prossimo millennio. Tutto questo non lo rivedremo mai più”.

Nel prossimo futuro, questa figura entrerà a far parte di un’iconografia che sarà studiata e comunicata su Internet, l’immagine virtuale di una realtà virtuale. Nel film, l’uomo e l’artista coesistono.

Nel film, il suo volto è lì, la sua espressione ostinata, il suo sguardo, la sua voce. Una presenza reale, non un eco. E’ la gioia, il calore e la bellezza di un incontro. Il nostro incontro. Il compimento di un viaggio. Un viaggio di iniziazione, in cui lo sguardo del discepolo magnifica il maestro. Storie possibile solo tra esseri umani”.

Le opere esposte fanno parte della Collezione di arte contemporanea africana Kyo Noir.

 

Connaissance du Monde
del genio africano e artista ivoriano Frédéric Bruly Bouabré
a cura di Antonella Pisilli in collaborazione con Kyo Noir Gallery
per l’occasione di Black History Month Florence

SACI Gallery
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant’Antonino 11, Firenze
8 Febbraio – 1 Marzo 2018
Inaugurazione: Giovedì, 8 Febbraio alle ore 18

Orario: Lunedì-Venerdì 9-19 / Sabato-Domenica 13-19

Tel. 055 289948 / gallery@saci-florence.edu

 

 

‘Music for Africa’, escono 2 nuovi brani del progetto

Milano, 28 settembre 2017 – Il 29 settembre saranno disponibili nei negozi online due nuovi singoli interpretati dal cantante Clayton Bryant, in collaborazione con il Soweto Gospel Choir, facenti parte del progetto ‘Music for Africa’, .

Durante lo scorso mese di marzo 2017 sono uscite le prime due canzoni del progetto, supportate dal relativo video.

La prima canzone, ‘Where Will It End’,  è stata interpretata da diversi artisti, nella versione del grande coro dei  Wits, dell’Università di Johannesburg, che l’hanno cantata in lingua inglese ed in Zulù, insieme a due artisti reggae africani, Thuthukani Cele, South African native ex collaboratore musicale e tastierista di Lucky Dube, e dall’artista congolese Mermans Mosengo Kenkosenki “A Legend Of Reggae”.

Questa versione del brano è stata dedicata alle vittime del  massacro dei giovani studenti di Garissa,  avvenuto il 2 aprile 2015 in Kenya.

I Soweto Gospel Choir hanno realizzato la versione del brano ‘Where will it end’, insieme al grande interprete newyorchese, di musica soul, Clayton Bryant, che ha lavorato con artisti come Bruce Springsteen, Elton John, Sting, Aretha Franklin, John Legend, Natalie Cole, Michael Jackson, Whitney Houston e molti altri ancora.

La versione dei Soweto è accompagnata da un video realizzato nella città di New Yor, a partire da Ground Zero per evidenziare la rinascita e la speranza per il futuro.

‘Where will it end’ è un inno  per la pace tra i popoli e l’uguaglianza e  il rispetto delle religioni.

Da Garissia infatti si è aperto un periodo molto difficile, dove tantissimi giovani sono stati uccisi da vili attentati nel mondo, spesso per l’appartenenza religiosa. Come i 35 cristiani  copti uccisi su un autobus in Egitto, tra i quali molti bambini, o le stragi di Parigi, Nizza, Manchester, Barcellona.

Questa canzone di protesta pacifica è rivolta ai giovani jadisti, che uccidono ragazzi innocenti, senza alcun motivo.

Nessuno di loro aveva fatto loro del male: ”Tell me how can you hate me, when you don’t know me?” (Dimmi come mi puoi odiare, quando non mi conosci?).

Il secondo brano dal titolo ‘Because You are There’ (Schiavolini-Turner), è stata interpretata da alcuni solisti africani insieme al grande coro internazionale dei Soweto Gospel Choir, che ad oggi hanno collaborato con alcuni dei più importanti artisti internazionali come i Queen, Bono, U2, Eurythmics, Celine Dion,Peter Gabriel, Amy Winehouse, Jimmy Cliff, Diana Ross,Josh Groban, Aretha Franklin, Harlem Gospel Choir,Stevie Wonder, Alicia Keyes, Queen Latifa, Red Hot Chili Peppers,Robert Plant, Eddie Grant, Wyclef Jean  e tanti altri.

Questa canzone è un inno di speranza  rivolta ai giovani.

 

La seconda canzone di Bryant Clayton “Till the end of time”, con la produzione artistica di Mariano Schiavolini,  è stata registrata nello studio Downtown di Johannesburg (studio storico dove hanno inciso i dischi i più importanti artisti africani, a sostegno dei diritti umani e contro l’apartheid) dai musicisti di Mirian Makeba, è stata  cantata a New York nello studio Engine Room Audio a Broadway.

Il brano è stato poi mixato dall’ingegnere del suono e music producer Richard Mitchell, un ingegnere del suono di RM Recordings che ha lavorato sulle tracce sonore di Tarzan 2 e The Lion King e con artisti internazionali del calibro di John Legend, Toto, Tina Turner e Will Smith, oltre ad aver registrato per le principali leggende del Jazz sudafricano come Hugh Masekela, Sibongile Khumalo, Jonas Gwangwa e Ray Phiri tra gli altri.

Riguardo il progetto “Music for Africa”

“Music for Africa” è un progetto del compositore e produttore italiano Mariano Schiavolini, dopo aver iniziato una collaborazione a Johannesburg circa due anni fa, realizzando un progetto che ha unito tra loro elementi di Gospel, Soul, Jazz e Progressive.

Il progetto ha visto la collaborazione di Schiavolini con i famosi e celebri Soweto Gospel Choir  e un gran numero di musicisti di talento provenienti da varie parti del mondo.

Mariano Schiavolini produce musica per il mercato statunitense, e lavora con artisti internazionali. Ha realizzato ad oggi una serie di brani, in collaborazione con musicisti di varie parti del mondo: Sud Africa, Congo, Zimbawe,Inghilterra, Macedonia, Stati Uniti, che hanno contribuito a rendere le canzoni innovative e fuori degli schemi musicali attualmente utilizzati.

Link utili:

Video for “Till the End of Time”:

https://www.dropbox.com/s/xnsnqsiszeaw6ac/clayton%20sintesi%20final%20final%20210717.mp4?dl=0

 

Video for “Where Will it End”:

https://www.dropbox.com/sh/uoq4spw4pu9t7lp/AAB8Z9lYRO5yXZBmK-Udopjca?dl=0&preview=africa+soul+2+with+clayton+final+final+.mp4

 

Song Link for “Till the End of Time”:

https://www.dropbox.com/s/4erx05guxh3ut6c/Till%20the%20End%20of%20Time.wav?dl=0

 

Song Link for “Where Will it End”:

https://www.dropbox.com/s/webxhwl21na2v0w/Where%20Will%20it%20End.wav?dl=0

 

 

 

 

 

 

 

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