Roma, 27 gennaio 2022 – “Poesie nella montagna. Con un piede nel cielo” è il primo libro di poesie interamente dedicato alla montagna, all’alpinismo, all’escursionismo, al ghiaccio e sci alpinismo.
Le poesie raccontano la storia dell’arte della montagna, del valore dei materiali come la corda, lo zaino, i friends, i dadi, i ramponi. Perché si, la montagna racconta storie di persone, ambienti, amicizie, legami.
Con un piede nel cielo è la metafora del salire di un alpinista che vive la sua passione progettando escursioni, scalate e attraversamenti di ghiacciai, valli e cascate. E le poesie descrivono anche il ruolo dei maestri della montagna, le guide che accompagnano piccoli e grandi nei segreti della montagna.
Una passione profonda che lega la persona non solo alla montagna, per quello che comunica durante le scalate e le escursioni, ma anche per il significato profondo che trasmette all’uomo e all’umanità.
Un viaggio nell’infinito in una delle passioni più profonde dell’uomo.
Chi è Loredana Paradiso
Loredana Paradiso, psicologa e psico-pedagogista, è una scrittrice e saggista, oltre che docente di Pedagogia Sperimentale nel corso di Servizio Sociale presso l’Università di Genova.
La sua passione per la filosofia, la psicologia e in generale verso le scienze umane le hanno permesso di approfondire aree di ricerca apparentemente di settori diversi, come l’infanzia e l’organizzazione, il lavoro sociale e la normativa, la pedagogia e l’architettura.
I suoi ambiti di ricerca sono la famiglia, la genitorialità, l’infanzia, il lavoro d’aiuto. Da oltre trent’anni si occupa di affido e adozione lavorando con le famiglie e i bambini nella fase pre-adozione e post-adozione.
Ha pubblicato infine numerosi libri scientifici e divulgativi sul tema dell’adozione e della genitorialità adottiva, della progettazione educativa, della narrazione nella famiglia.
Come scrittrice di poesie ha pubblicato “Poesie per un figlio. Il nostro primo segreto”, e a breve uscirà la nuova raccolta “Poesie nel Veleno. Gocce di arsenico e cicuta” sul dolore dell’infanzia vittima di violenza.
Prima tappa, Cervinia il 28-29-30 dicembre e poi tante altre località sciistiche su tutto l’arco alpino e gli Appennini. Moltissime attrazioni, talent radiofonici e divertimento tra sport, animazione e musica. Media partner: Radio Deejay.
Milano, 17 dicembre 2021 – Dopo il grande successo del Vertical Summer Tour, che ha riunito migliaia di persone sulle spiagge di tutta Italia, è ora in partenza l’”edizione “invernale”, il BANCOMAT Pay Vertical Winter Tour, che toccherà 9 località sciistiche italiane dislocate dalle Alpi fino agli Appennini, per un totale di 19 giorni di puro divertimento sulla neve.
La prima tappa è Cervinia, 28-29-30 dicembre, tradizionale punto di partenza di un format di successo che raggiunge ora quota 21 edizioni (12 invernali e 9 estive) e che, anche in un momento complicato come quello attuale, porta divertimento e relax sulle piste da sci di tutta Italia nel rispetto delle normative di sicurezza.
Title sponsor è BANCOMAT Pay, il servizio di pagamento digitale di BANCOMAT S.p.A., leader del mercato dei pagamenti in Italia, che da oltre 40 anni è il riferimento di 34 milioni di italiani.
La formula vincente, e quindi confermatissima, è “Sport, Music and Fun”, capace di catalizzare l’interesse di un pubblico eterogeneo: 900 mq di allestimento sulla neve ad ingresso totalmente libero e gratuito (con orario 9-16:30) con un palinsesto ricco di attività distribuite lungo l’arco della giornata.
Confermato anche il media partner, Radio Deejay, che porterà ancora i suoi artisti sul Palco del Vertical Village e che a Cervinia vedrà protagonista il grande Vic, che il 30 dicembre sarà prima speaker nel tradizionale “Capodanno anticipato” con fuochi artificiali e fiaccolata delle scuole sci del Cervino (ingresso libero ma condizionato all’esibizione del Green Pass) e poi animatore al centro del Villaggio. Vic è davvero un talento poliedrico: speaker, deejay, produttore, personaggio televisivo ed anche amante degli sport estremi.
Bancomat Pay accoglierà gli ospiti all’interno della BANCOMAT Lounge, dove potranno rilassarsi (e riscaldarsi) con un caffè Filicori Zecchini (caffè partner del Vertical Winter Tour).
Da quest’anno Regione Liguria ha deciso di affiancare Vertical Tour, con una sponsorship dedicata alla promozione del Territorio e di tutte le sue eccellenze.
Toyota offrirà la possibilità di effettuare test drive sulla neve con il pick-up Hilux e la gamma di SUV Hybrid AWD-i con Yaris Cross, RAV4 e Highlander.
Elan e Blossom Skis saranno i partner per le prove sci mentre Hyra vestirà tutto lo staff del Vertical.
Ricola, partner storico del tour, porterà la sua benefica bontà in alta quota offrendo una selezione di caramelle, tra le quali la nuovissima e rinfrescante Balsamo di Pino, e un bicchiere delle calde e benefiche tisane.
In una giornata sulla neve che si rispetti non può mancare una buona cioccolata calda. Momento goloso a cui ha pensato Vanini che, ogni giorno dalle 15 in poi distribuirà tazze di cioccolata calda. Sempre presso lo stand Vanini sarà inoltre possibile ricaricarsi degustando le mini-tavolette di cioccolato fondente monorigine peruviano Bagua. Un cacao unico e primitivo, il cui primo impiego risale alla cultura dei Maya, ma sorprendentemente innovativo nel profilo aromatico e nei numerosi accostamenti che conquisteranno tutti i palati, anche i più esigenti.
Vertical Tour vivrà anche su una fantastica App che contiene tutte le informazioni aggiornate sul calendario e le attività in corso, con la possibilità di scattare foto per successiva condivisione e soprattutto rappresenta il punto di accesso privilegiato al grande concorso con i premi messi in palio ogni giorno dai partner, come i cappellini di Radio Deejay e quelli griffati Vertical, in attesa della grande estrazione finale del 15 marzo che metterà in palio un paio di sci Elan, una giacca da sci Hyra e un kit viaggio & benessere offerto da Ricola, composto da un trolley e 3kg di caramelle.
Vertical Tour è anche social, con una presenza e una copertura costante su Instagram e Facebook e, da quest’anno, con una risorsa dedicata a Tik Tok che, oltre ad animare le piste da sci, proporrà balletti in stile “Vertical Winter Tour”. Per seguire l’evento sui social è possibile utilizzare l’hashtag #bpayverticaltour.
“Dopo il successo dell’edizione estiva – dichiara Oscar Occhipinti, Direttore Marketing e Commerciale BANCOMAT S.p.A. – abbiamo deciso di accompagnare gli italiani anche tra le piste da sci con il nostro strumento digitale BANCOMAT Pay. È infatti nella quotidianità che la semplificazione delle nostre azioni più comuni, come pagare un caffè, fa la differenza. Abbiamo visto un utilizzo intergenerazionale del proprio smartphone per i pagamenti, nell’esperienza nelle spiagge e in generale negli ultimi anni. Vogliamo che il cambiamento digitale sia reale e daremo il nostro contributo, come sempre, restando al fianco degli italiani, in ogni momento, con un servizio che ha nella sicurezza, economicità e semplicità i tratti distintivi di una società, BANCOMAT S.p.A, emblema e riferimento nel settore”.
“La partecipazione della Regione Liguria a Vertical Tour – afferma il Commissario Straordinario dell’Agenzia Regionale per la Promozione Turistica “in Liguria”, Roberto Moreno – ha come obiettivo quello di promuovere la destinazione Liguria sui mercati nazionali ed internazionali di riferimento, dove è presente un turista attivo e sportivo, amante del lifestyle e del benessere. Cavalcando l’onda di questo format di successo ed affiancandogli le eccellenze del nostro territorio, vogliamo raccontare e far conoscere le esperienze che possono essere vissute 365 giorni l’anno. Un viaggio tra le Alpi per permettere di far scoprire tutto ciò che può offrire la Liguria, dal foliage autunnale al ravioli tour experience, dalla notte con gli squali alla fioritura di primavera nei Parchi liguri”.
“Anche il BANCOMAT Pay Vertical Winter Tour è un momento di grande ripartenza per tutti noi – dichiara Flavio Gallarato, patron e organizzatore dell’evento e CEO di Event’s Way – L’edizione estiva è stata un successo, con molta partecipazione sulle spiagge di tutta Italia, partecipazione che abbiamo gestito nel totale rispetto dei protocolli di sicurezza. Questa edizione invernale parte sotto i migliori auspici, con grandi partner ed iniziative nuove e ci auguriamo davvero possa rappresentare un momento di divertimento e serenità per chi ci verrà a trovare, dopo un attesa durata due anni per la chiusura degli impianti di sci”.
Note per i redattori:
Vertical Tour: il format
Il Vertical Winter Tour è attivo dal 2008 e fin dalla prima edizione si è caratterizzato per un format vincente fatto di musica, sport e divertimento. Nel 2011, sull’onda del successo del fratello maggiore, è nato anche il Vertical Summer Tour, roadshow estivo che attraversa lo Stivale con una carovana di animatori, speaker, dj e istruttori sportivi.
L’uno è estivo, l’altro invernale, ma il format è lo stesso: un grande Villaggio vacanze itinerante, capace di portare nelle migliori località di vacanza giornate dense di animazione, musica, sport e divertimento. Ad oggi si contano un totale di 21 edizioni di VERTICAL TOUR – tra Summer e Winter edition – e migliaia di amici sparsi sulla Penisola che fanno ormai parte di una grande community unita dalla voglia di divertirsi e di stare insieme.
I numeri
12 edizioni di Vertical Winter Tour dal 2008
9 edizioni di Vertical Summer Tour dal 2011
Oltre 3.500.000 di partecipanti alle precedenti edizioni
000.000 di persone raggiunte negli anni dalla comunicazione social
Oltre 3.000.000 visualizzazioni dei contenuti video pubblicati
Event’s Way nasce il 23 Gennaio 2007 a Torino, dalla passione e dalla vocazione di Milagros Patrizi e di Flavio Gallarato, soci fondatori dell’agenzia, per il mondo degli eventi.
In concomitanza con il suo anno di nascita, il 2007, l’agenzia ha firmato il suo primo evento sportivo di caratura internazionale gestendo la sponsorship e l’incentive per Big Mat, al fianco del team velico Mascalzone Latino in occasione dell’America’s Cup.
La forza dell’Azienda sta nell’esperienza, nella spinta all’innovazione e nella creatività. Sviluppa idee per migliorare la conoscenza e la percezione del brand e raggiungere risultati importanti. Crea e realizza progetti di comunicazione ed eventi per diverse tipologie di prodotto offrendo, a supporto del marketing, un servizio a 360°. Già presente al Giro d’Italia per 11 volte – compresa la partecipazione a Tour de France e Vuelta de España – Event’s Way ha, al suo attivo, importanti performance sui circuiti da corsa (automotive e racing), nelle gare su strada (cycling) e all’interno degli stadi in occasione degli incontri di UEFA e Champions League. Agenzia leader nell’organizzazione di Road show itineranti e preparazione di progetti ad hoc di marketing esperienziale.
Roma, 13 dicembre 2021 – Come previsto l’AIFA ha dato via libera ai vaccini anti covid sui bambini dai 5 agli 11 anni. La formula usata per autorizzare i vaccini è quella che ben conosciamo: i benefici del vaccino superano i rischi correlati.
Ma è la stessa Pfizer in un documento consegnato alla FDA a specificare che il numero dei bambini sui cui finora sono stati effettuati gli studi è troppo esiguo per giungere a conclusioni definitive circa le miocarditi provocate dai vaccini sui più giovani.
È per questo che gli esiti definitivi degli studi sulla loro efficacia e potenzialità potranno essere raggiunti solo dopo aver raccolto tutti i dati post-vaccinazione, cioè con gli studi degli effetti con i dati ottenuti dalla vaccinazione capillare di tutta la popolazione.
Ma esistono ad oggi degli studi scientifici pubblicati sugli effetti del Covid e dei vaccini sui più giovani in modo da poter calcolare i reali benefici di una eventuale vaccinazione?
A cercare gli studi, ed a fare una comparazione sul rapporto rischi benefici ci ha pensato il giornale L’Indipendente (www.lindipendente.online), che ha pubblicato un report con gli effetti sanitari del Covid sulla fascia di età 0-17 anni.
Alla luce dei dati raccolti viene logico chiedersi: qualcuno può oggi dire con certezza che la vaccinazione è la soluzione migliore per i bambini?
La risposta è purtroppo no, perché ad oggi non esistono studi che dimostrano un reale beneficio dei vacciniper i bambini rispetto alla non vaccinazione.
Roma, 6 dicembre 2021 – La campagna vaccinale prosegue spedita verso la somministrazione della terza dose, tuttavia la pandemia COVID-19 ci pone dinanzi l’ennesima sfida: una nuova variante del virus, la B.1.1.529, denominata ufficialmente variante Omicron dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Ma perché questa nuova variante, dopo quella Delta, sta suscitando tutta questa preoccupazione?
La variante Omicron, proveniente dal Sud Africa, sta mettendo in discussione tutti i progressi conseguiti contro il SARS-CoV-2. La cosa che sta allarmando il mondo è che, finora, sembrerebbe essere la variante del virus più contagiosa e si hanno ancora poche informazioni in merito.
Tuttavia, non è ancora chiaro se l’incremento dei contagi e delle ospedalizzazioni in Sud Africa sia effettivamente dovuto a questa variante del virus, ma l’Iss (Istituto Superiore di Sanità) al momento afferma che «la decisione di dichiarala una VOC (Variant Of Concern = variante di preoccupazione) è dovuta alla presenza nella variante di diverse mutazioni che potrebbero avere un impatto sul comportamento del virus, anche in termini di gravità della malattia o della capacità di diffusione».
Quindi è la presenza di alcune mutazioni, all’interno della variante Omicron, a generare preoccupazione, perché oltretutto non è chiaro se gli attuali vaccini siano sufficienti per proteggerci anche da questa variante, se l’intervento medico in caso di contagio sia il medesimo per le altre forme di coronavirus, se questo potrebbe costringerci ad un nuovo lockdown, e via dicendo. In una situazione così incerta, il ritorno a quella che tutti noi reputiamo “vecchia normalità” ci appare lontano, nostalgico.
L’impressione è quella di non avere la possibilità di uscire da questa situazione che ha messo a dura prova il nostro benessere psicofisico. E che questa nuova realtà ben lontana da quella conosciuta precedentemente, caratterizzata da isolamento, mascherine, gel igienizzante, distanziamento sociale e restrizioni, da un periodo transitorio si sta trasformando in una nuova normalità, in continuo mutamento, a cui siamo costretti ad adattarci.
I cambiamenti non sono mai semplici e richiedono un modellamento ed un adattamento alla realtà continuo e costante. Diventa ancora più difficoltoso adattarsi e trovare un equilibrio quando il tutto avviene velocemente, senza che ci sia data la possibilità di elaborare il cambiamento.
La pandemia ha avuto un impatto psicologico e psicosociale senza precedenti e, pertanto, ha influenzato e modificato nel profondo il nostro modo di percepire ciò che ci circonda, ha modificato il modo di riconoscere le nostre emozioni, di esprimerle e di viverle liberamente. Ha modificato il modo di rapportarci agli altri, insediando paure e timori all’interno della nostra vita.
Quindi, oltre ai comuni timori presenti nella realtà di ognuno di noi, la pandemia ne ha alimentati di nuovi: l’insonnia, la fobia ed il ritiro sociale, la paura di fare attività che prima era normale fare, l’incertezza per il futuro, la mancanza di supporto, la paura del contagio, il timore di mettere a rischio la vita dei nostri cari più fragili, la disregolazione emotiva. Di fatto, l’ansia e la paura sono i sentimenti più sperimentati da quando è iniziata questa lotta contro il virus. Inevitabilmente, questi due sentimenti abbassano il nostro tono dell’umore.
Ci spostiamo sul versante depressivo del nostro umore, sentendoci impotenti, vulnerabili, tristi, sconfortati, ci manca la voglia di uscire e svolgere le attività quotidiane. La nuova variante Omicron incrementa tutto ciò, dandoci l’impressione che non ci sia una via d’uscita da questa situazione, temiamo che i vaccini siano inutili e che tutto ciò che stiamo facendo lo sia. In questa situazione di grande tensione siamo facilmente influenzabili da questi stimoli esterni negativi.
Ma c’è anche chi sostiene che non sia così. I vaccini, i sacrifici che stiamo compiendo, tutto potrebbe avere una sua utilità. Non siamo del tutto impotenti. Quello che possiamo fare è, non solo seguire ancora per un po’ le direttive dettate dall’Oms e dal Governo, ma anche cercare di affrontare la situazione con atteggiamento propositivo. Quindi, non è tanto importante la situazione che ci troviamo davanti, ma è ancora più importante il modo in cui riusciamo ad interpretare questa situazione, il significato che attribuiamo all’evento stressante e destabilizzante.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che, seguendo un adeguato training, si possa paradossalmente trasformare il problema in opportunità. Ognuno di noi ha dentro un’insospettata riserva di forza che può emergere quando gli eventi ci mettono alla prova e che ci aiuta a riprendere in mano le redini della nostra vita.
Dunque, in questa situazione di instabilità ed incertezza, può risultare utile un supporto che ci aiuti a fare chiarezza sulle nostre emozioni, sui nostri sentimenti e che ci spinga ad estrapolare gli aspetti positivi dalle situazioni avverse, a crescere e ad essere più resilienti.
«Non è importante quello che ti capita, ma come lo vivi, quindi il significato che si attribuisce a ciò che succede. Anziché lasciarci influenzare dalle circostanze negative e dalle avversità, per quanto possibile, sarebbe opportuno cercare di guardare l’altra faccia della medaglia e cogliere l’opportunità che tutti gli eventi di vita ci possono offrire. Tutto ciò si può fare anche tramite un percorso di crescita personale» sottolinea la dott.ssa in psicologia clinica Alessandra Palleschi.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha quindi deciso di offrire un aiuto a chi desidera diventare psicologicamente più forte ed incrementare la propria resilienza.
Possiamo scegliere se lasciarci sopraffare dalla situazione attuale, attribuendo al COVID-19 e alle sue varianti solo un significato negativo (l’ennesima cosa che non va) oppure se offrire a noi stessi la possibilità di vivere differentemente questa situazione e attribuire un significato positivo a questi eventi di vita (allenarci ad affrontare le difficoltà per diventare gradualmente più forti).
Possiamo decidere di prendere, paradossalmente, lo stimolo negativo in maniera (pro)positiva e renderlo un’opportunità.
Il servizio di aiuto è offerto, in 27 lingue, da una rete di 362 psicologi presenti in tutte le regioni italiane e in 22 paesi esteri.
Per informazioni telefonare al n. 06 22796355, al n. 375 7707389 o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
Roma, 3 novembre 2021 – Sembra che siano circa 10 milioni gli italiani che hanno vissuto almeno una volta nella vita l’esperienza di un attacco di panico. Un evento che per molti per fortuna rimane isolato, mentre per altri può trasformarsi in un vero e proprio disturbo.
Ma in cosa consiste esattamente l’attacco di panico?
Molti lo descrivono come “sensazione di morire”. Infatti è una sensazione improvvisa, rapida, che si esaurisce spontaneamente, ma lascia completamente devastati. La manifestazione è soggettiva, ma i sintomi più comuni sono fame d’aria, battito accelerato, bocca secca, vertigini, immobilità degli arti e talvolta di tutto il corpo. La maggior parte delle persone colpite da un attacco di panico realizza di averlo avuto solamente dopo essere state al pronto soccorso e aver scongiurato un attacco cardiaco. Ed è dopo aver realizzato di aver avuto un attacco di panico che si insinua la paura costante di rivivere quella sensazione di impotenza, quella sensazione di “morte” imminente.
Al riguardo Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, afferma che “consapevoli della sofferenza collegata al panico, abbiamo scritto il libro “Vincere gli attacchi di panico: istruzioni per l’uso”, per aiutare le persone ad utilizzare il panico, paradossalmente per migliorare la propria qualità di vita”.
Nello specifico Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, ci ricorda che “per affrontare il panico le persone mettono in atto quelle che in Terapia Breve Strategica vengono chiamate le Tentate Soluzioni”.
Le Tentate Soluzioni più utilizzate sono:
1) Evitare tutto ciò di cui si ha paura;
2) Chiedere aiuto e rassicurazione;
3) Di fronte alla sensazione di paura si tende a voler controllare le proprie reazioni, finendo però per perderne il controllo.
Queste tentate soluzioni però portano sempre a un fallimento. Infatti le persone iniziano ad evitare tutto ciò che le spaventa in via preventiva, per non sentire quella sensazione di ansia e paura, ma più si sommano gli evitamenti e più la paura cresce. Questo perché mettendo in atto gli evitamenti, si invia a se stessi il messaggio di non essere in grado di affrontare le situazioni e il senso di incapacità fa crescere la paura.
Chiedendoaiuto e rassicurazione agli altri, queste persone continuano a confermare a se stesse la propria incapacità, fino a diventare davvero incapaci di affrontare innumerevoli situazioni.
Dopo aver avuto uno o più attacchi di panico, ci si spaventa delle reazioni incontrollate del proprio corpo, così si inizia a cercare di controllare queste reazioni. Ma più si cerca di controllarle e più se ne perde il controllo, fino a mandare in tilt il meccanismo psicofisiologico e a generare così un nuovo attacco di panico.
Si inizia quindi ad avere un timore preventivo delle reazioni del proprio organismo si fronte a situazioni che queste persone considerano una minaccia. Questo timore porta, quindi, a limitare sempre più le proprie azioni e i propri spazi vitali.
Si sbaglia quando si definisce l’attacco di panico semplicemente come una forte paura. È il risultato di una costruzione lenta e complessa che può durare anche per sempre. In senso figurato la persona è come incastrata dentro la tela di un ragno. Spesso le persone che soffrono del disturbo da panico hanno una buona consapevolezza del problema e delle cause di questo, ma vi è un’incapacità nel fare qualcosa di diverso.
Grazie alla psicoterapia si può davvero guarire da tutto questo e liberarsi dalla ragnatela della paura. Vengono utilizzati specifici protocolli di intervento per gli attacchi di panico, si usano stratagemmi per modificare o eliminare le tentate soluzioni che alimentano la paura patologica e il panico.
Avviene una vera e propria esperienza emozionale correttiva e mediante esperienze guidate, si aiuta la persona a costruire capacità individuali che permettono di gestire il problema per superarlo ed eliminarlo per sempre.
È importante che lo psicoterapeuta analizzi con attenzione le tentate soluzioni disfunzionali messe in atto dal paziente, per renderle da disfunzionali a funzionali. La tecnica per eccellenza è quella della Peggiore Fantasia. Questa è un’esperienza emozionale concreta, in cui il paziente deve concentrarsi per circa 30 minuti al giorno sulla sua peggiore paura, immaginandosi man mano di superarla.
Con il passare dei giorni avviene una modificazione della percezione della paura che porta all’acquisizione di sicurezza, autonomia e capacità di gestire la propria realtà. Una volta cambiata la percezione segue anche il cambiamento delle reazioni e infine della consapevolezza. La consapevolezza giungerà solamente dopo aver vissuto realmente l’esperienza ansiogena, poiché solo in quel momento la persona si renderà conto delle proprie capacità e delle proprie risorse attivate nel fare qualcosa che prima di allora sembrava impossibile.
Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico Roma Est offre un servizio di aiuto per tutti coloro che vogliono vincere gli attacchi di panico.
I 358 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 22 paesi esteri, come Regno Unito, Francia, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Mozambico, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna e Svizzera.
Il servizio é offerto in 27 lingue, a prezzi sociali, e per contattare gli psicologi del Pronto Soccorso Psicologico basta telefonare al n. 06 22796355, al n. 392 9050134, o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
La nuova tendenza dei matrimoni italiani è il “Ballo degli Sposi”, per stupire e fare un figurone con parenti ed amici
Roma, 6 ottobre 2021 – Sta prendendo piede anche in Italia il “Ballo degli sposi”, una consuetudine molto diffusa all’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni e in America, ma sconosciuta nel nostro Paese fino a poco tempo fa.
Dopo la pausa dei matrimoni dello scorso anno, a causa della pandemia, questa estate sono riprese le cerimonie, con le stesse tradizioni e consuetudini, ma con una novità in più: il “Ballo degli sposi”.
Di cosa si tratta esattamente?
Il ballo degli sposi, conosciuto all’estero come “Wedding dance”, è un ballo con coreografia, a cui gli sposi si preparano per creare un momento speciale e “magico” della cerimonia, per impressionare ed emozionare amici e parenti. Un ricordo da incorniciare e ricordare per tutto il resto della loro vita.
Di solito infatti, nella consuetudine italiana, il ballo degli sposi viene vissuto come un attimo di imbarazzo, perché non ci si prepara e si lascia tutto al caso.
Per questo motivo gli sposi si ritrovano impacciati al centro pista con tutti gli occhi degli invitati puntati su di loro, sperando di terminare il tutto il prima possibile.
Il ballo degli sposi invece all’estero viene vissuto come un momento speciale, a cui i futuri coniugi si preparano per settimane, con l’aiuto di maestri e coach qualificati, in modo da creare una danza ed una coreografia che rimarrà impressa nei ricordi degli sposi, e capace di far emozionare tutti gli invitati.
Ora la consuetudine di prepararsi per tempo al ballo degli sposi sta prendendo piede anche in Italia, grazie al lavoro di maestri e professionisti che ci stanno credendo e si stanno dedicando all’obiettivo di diffonderlo in tutto il nostro Paese.
E i risultati sembrano dare loro ragione.
“Con la ripresa delle celebrazioni dei matrimoni c’è stato in Italia un vero e proprio boom di richieste da parte degli sposi di creare il loro primo ballo”, spiega Marco Zingarelli, maestro di ballo e co-fondatore con sua moglie, ex-ballerina, Ilaria Campana, de “Il Ballo degli Sposi”, il primo servizio in Italia dedicato a questo particolare momento.
I 2 maestri sono stati infatti tra i primi in Italia a credere e ad importare quella che è ormai una consuetudine all’estero.
“In Italia il ballo degli sposi è sempre stato, purtroppo, un momento preso sotto gamba, a differenza di tutti gli altri dettagli e momenti della giornata. Il risultato è stato che gli sposi hanno spesso vissuto il loro primo ballo da marito e moglie come un momento imbarazzante, con movimenti goffi o con il classico ‘ballo del mattone’, senza muovere veri passi di danza e senza godersi il loro momento”, spiega Marco Zingarelli.
“Noi invece con il metodo “Il Ballo degli Sposi” creiamo per gli sposi dei veri ed indimenticabili momenti di danza, con semplici coreografie ballabili anche da chi non ha mai mosso un solo passo di danza. Balli che possono andare dal latino americano, al flashmob, al classico lento, fino ad arrivare a generi di ballo più veloci e movimentati, secondo lo stile più consono agli sposi”, spiega ancora Marco, che ha persino creato un sito internet dedicato, raggiungibile all’indirizzo www.ballodeglisposi.it.
Ma come ci si prepara al “Ballo degli Sposi”?
“Innanzitutto gli sposi devono scegliere la loro canzone preferita tra la playlist della giornata e capire che tema voglio dare al loro primo ballo: se lento, movimentato o un mix dei due. Poi una volta deciso quante coreografie preparare, e se inserire amici e/o genitori, passano allo studio della coreografia. Per realizzare il loro ‘primo ballo’, possono scegliere tra il nostro servizio ‘Ballo degli Sposi dal vivo’, andando in una delle 60 scuole di ballo affiliate sparse in tutta Italia, o scegliendo un percorso completamente online, tramite il sito internet www.ballodeglisposi.online”, racconta Ilaria Campana, che ha dedicato una vita al mondo del ballo, prima come ballerina, finalista a vari campionati del mondo, e ora come maestra.
“Il corso online permette di studiare una coreografia direttamente da casa grazie a 3 semplici video-lezioni, anche per chi non ha mai ballato. Infatti per ogni coreografia abbiamo creato una video-lezione del ballo finale svolta dai maestri, una video-lezione con la spiegazione delle nozioni essenziali con suggerimenti e consigli, e per ultimo la video-lezione della coreografia, spiegata passo per passo”, spiega ancora Ilaria.
Ma è difficile prepararsi al “Ballo degli Sposi”?
“Se non si è pratici con il ballo come Baby nel film ‘Dirty Dancing’ all’inizio tutto potrebbe sembrare difficile e confuso, con la paura di fare qualche brutta figura, ma in realtà la brutta figura la si fa non preparandosi al momento.
Invece con l’aiuto di maestri qualificati, esperti nel “Ballo degli Sposi”, e la tenacia della coppia, la coreografia comincia pian pian a formarsi e la confusione iniziale fa posto alla sicurezza e all’eleganza dei movimenti.
Infatti con la nostra esperienza garantiamo un risultato eccezionale, da lasciare tutti gli invitati a bocca aperta!” racconta Marco, che sta innovando con questo suo sistema i matrimoni in Italia.
“Sono molto soddisfatto di come si sta diffondendo questo importante momento della cerimonia. Abbiamo creato un network di maestri altamente qualificati in tutta Italia e siamo sempre alla ricerca di nuove scuole di danza che abbiano un curriculum di rilievo per far parte del nostro team, e aiutare gli sposi a realizzare i loro sogni, con la giusta coreografia del “Ballo degli Sposi”.
Altra soddisfazione è che da questa estate i nostri maestri stanno lavorando a pieno ritmo. Stanno registrando infatti il tutto esaurito per mesi e già stiamo procedendo con le lezioni per le coreografie degli sposi per il 2022-23” conclude soddisfatto Marco Zingarelli.
La ricerca sulla SLA e lo sport: la raccolta fondi di Cool UrbanChic ha una doppia anima
Milano, 30 aprile 2021 – Un cuore in acciaio spazzolato. Un ciondolo speciale, intriso d’affetto ma anche di solidarietà, il regalo perfetto per ogni mamma, in occasione della sua festa.
Partirà sabato 1^ maggio la campagna “We Love You”. Il progetto, ideato da Cool UrbanChic, marchio di accessori moda per gli amanti delle due ruote, e promosso da Distanti Ma Uniti, la più grossa community di Home Fitness in Italia, ha l’intento di raccogliere fondi per contribuire alla ricerca sulla SLA e promuovere il ciclismo giovanile.
«In realtà COOL sono io: un ragazzo di 38 anni, un amante dello sport e del ciclismo in particolare che, lentamente, è stato costretto ad abbandonare l’attività fisica in seguito alla diagnosi di SLA e all’avanzare della malattia», spiega Vito Suma, ideatore del gioiello realizzato ad hoc per la campagna.
Dall’incontro online con il team di Distanti Ma Uniti è nata subito una sinergia e l’idea di creare un prodotto, che unisse la passione per l’attività fisica all’amore per la vita, è venuta da sé. Il ciondolo sostiene due associazioni a cui Vito Suma è estremamente legato: l’A.S.D. Pedale Rossoblu-Picenum e AISLA Onlus. Il gioiello realizzato artigianalmente, disponibile sul sito https://cool-urbanchic.olistshops.com, potrà essere ordinato dal 1^ maggio fino a domenica 16. Partirà poi la produzione: per ciascun cuore venduto, 5 euro saranno destinati a entrambe le associazioni coinvolte, beneficiarie dell’iniziativa.
Non è la prima volta che Vito Suma mette la sua arte a servizio di AISLA: nel 2018, in occasione del Natale, insieme a sua moglie Debora, aveva dato vita a “Debby per AISLA” realizzando dei braccialetti portafortuna per contribuire alla raccolta fondi a favore della ricerca sulla SLA.
«Questa campagna rappresenta un messaggio di inclusione sociale. Lo sport è da sempre lo specchio della nostra società e ha il potere di trasmettere modelli di vita e pratiche di comportamento virtuose, così come mette in pratica anche la testimonial d’eccezione di questa campagna Patrizia Saccà, atleta paralimpica e consigliere della giunta del Comitato Italiano Paralimpico», aggiunge Luca Simeone, founder di Distanti Ma Uniti.
Patrizia Saccà, oltre ad aver partecipato a centinaia di tornei internazionali, quattro mondiali, 12 Europei e due Paralimpiadi (bronzo a Barcellona ‘92), è tecnico per lo sport terapia nelle mielolesioni presso le unità spinali. Una testimonial veramente speciale, che ha aperto molte porte e che continua ancora a farlo.
La SLA blocca i muscoli e impedisce i movimenti, ma non può porre freni all’impulso artistico, al realizzarsi di un incontro speciale come quello tra Vito e DMU, al creare con amore. Lo stesso amore che trova casa nel cuore di ogni mamma.
Roma, 26 aprile 2021 – A un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, la popolazione mondiale ha cominciato a intravedere la “luce in fondo al tunnel” grazie alla messa a punto e alla diffusione dei primi vaccini contro il virus che ha costretto l’umanità ad un cambio radicale del proprio stile di vita.
Il Sars-coV-2 continua a mietere molte vittime fra coloro che non hanno un sistema immunitario abbastanza forte da reggere l’invasione del virus; per tale scopo i vaccini ricoprono un ruolo fondamentale.
Essi, infatti, permettono all’organismo di riconoscere il virus qualora esso lo incontri e gli forniscono la capacità di debellarlo.
Perché se i vaccini svolgono una funzione così importante e sicura per la nostra salute, c’è chi ne ha paura e decide di rifiutare la vaccinazione?
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, ipotizza che “la paura del vaccino sia riconducibile alla tipologia delle informazioni diffuse sui diversi canali di comunicazione, alla tendenza ad un rapporto di sfiducia tra la popolazione e le autorità sanitarie, ai movimenti no-vax e alle “scorciatoie cognitive” che le persone utilizzano nelle situazioni critiche.
I dati di uno studio condotto dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, in collaborazione con il MeS, Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, riportano che nel nostro paese il 17,6% della popolazione non ha intenzione di vaccinarsi.
Lo studio ha coinvolto 12.322 persone residenti in tutte le regioni e province autonome; nello specifico, la fascia più scettica della popolazione sarebbe quella compresa tra i 35 e i 44 anni.
Con l’avvento della pandemia da Covid-19, si è osservata l’esplosione di un’altra “epidemia”: si tratta del fenomeno dell’infodemia, ossia la circolazione di un’eccessiva quantità di informazioni, spesso non accuratamente vagliate, che rendono difficile riuscire ad orientarsi sulla conoscenza di un argomento a causa della frequente mancanza di fonti affidabili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si sta occupando da circa un anno di contenere l’ondata di fake news, che hanno cominciato a diffondersi da inizio pandemia.
Le fake news sono notizie deliberatamente false, costruite appositamente per creare confusione e che creano disinformazione; esse sono “contagiose” e viaggiano ad alta velocità, più delle notizie ufficiali.
La misinformazione invece è il fenomeno di diffusione di notizie la cui fonte risulta scarsamente attendibile e che, parallelamente alle fake news trovano terreno fertile su tutti i mass media, in particolare i social network sui quali il controllo delle fonti non è rigoroso.
La tragica conseguenza di questi due fenomeni è l’impossibilità per le persone e la società tutta di formarsi un’unica opinione forte, autorevole e affidabile (opinion leadership), restando in un limbo fatto di incertezza, confusione, cause di ansia, incertezza, scetticismo e sfiducia.
Anche le fonti istituzionali, sembrano tendere, a volte, a diffondere delle informazioni contraddittorie. Questa modalità comunicativa tende a generare un sentimento di diffidenza nei confronti delle autorità pubbliche e sanitarie, con possibili drammatiche conseguenze che riguardano le scelte che un individuo compie per la propria salute.
Di fronte ad una tale situazione di fragilità delle certezze, l’individuo si trova ad affrontare una condizione critica, di malessere e instabilità. Quando ci si trova in tali condizioni il sistema neurobiologico umano percepisce uno stato di allerta e questo porta la mente a valutare le informazioni disponibili nell’ambiente circostante in modo sbagliato. Si parla di bias, scorciatoie cognitive, che hanno come scopo evolutivo la valutazione di stimoli esterni in modo da preservare la sopravvivenza dell’organismo.
Qual è il bias che subentra di fronte alla decisione “mi sottopongo oppure no a vaccinazione”?
Essi in realtà sono molteplici. L’associazione con un evento avverso è uno di questi: di solito quando la mente umana si trova a dover valutare un rischio, la risposta dovrebbe risultare da un calcolo razionale fra la possibilità che una cosa avvenga e la gravità dell’avvenimento stesso; tuttavia questo calcolo non avviene sempre in maniera razionale, perché subentra la componente della “percezione di controllo” su quel determinato evento che conduce a scelte razionalmente sbagliate. Un esempio di valutazione irrazionale, dettata dalla percezione di scarso controllo, è la scelta di viaggiare in auto piuttosto che in aereo.
Statisticamente, i viaggi in aereo sono molto più sicuri di quelli in auto (nel senso che viene registrato un quantitativo di sinistri in auto maggiore di quelli in aereo), eppure la guida dell’auto risulta immediatamente più sicura per il semplice fatto che del mezzo si può avere maggior controllo.
Allo stesso modo, il non sapere con precisione cosa un vaccino contenga, sottrae all’individuo la percezione di controllo sulla propria salute: di fatto, ciò che una persona “vede” durante la somministrazione di un vaccino è solo del liquido sconosciuto che viene iniettato nel proprio corpo. La scarsa confidenza con le procedure mediche e i meccanismi sottostanti il funzionamento dei farmaci, in questo caso dei vaccini, è un altro bias cognitivo che destabilizza l’individuo e non gli permette di procedere con la vaccinazione.
Al momento della scelta riguardante il sottoporsi o no a vaccinazione, un altro errore cognitivo che può subentrare è quello del bilancio tra pro e contro dettato dalla percezione del proprio stato di salute in quel preciso momento.
È facile pensare a come un individuo sano, in buona salute fisica, privo di sintomi legati alla malattia per la quale dovrebbe vaccinarsi, tenda a non sentire la necessità di proteggersi e ad avere una percezione amplificata di quelli che sono i possibili effetti collaterali della vaccinazione.
Gli effetti collaterali, infatti, non sono da escludere, poiché con i vaccini è frequente osservare la risposta immunitaria dell’organismo con l’insorgenza di alcuni sintomi di breve durata e in piccola percentuale; tuttavia, tale possibilità, per una persona che nutre sfiducia e timore, è causa di rifiuto.
Su questo specifico timore, il movimento degli anti-vaccinisti, o no-vax, costruisce le sue teorie a favore del rifiuto delle vaccinazioni.
Non bisogna comunque dimenticare che i vaccini sono strumenti utili per la prevenzione di malattie che potrebbero anche essere mortali o comunque provocare gravi problemi di salute o disabilità permanenti. È grazie alle vaccinazioni che malattie come il morbillo, la parotite, la rosolia o la pertosse che secoli fa hanno avuto una diffusione epidemica, oggi sono state debellate.
È possibile immaginare come allo stesso modo, grazie alle vaccinazioni di oggi, anche il Covid-19 possa domani essere un lontano ricordo.
Qual’è dunque l’arma per sconfiggere lo scetticismo di massa e porre fine al sentimento di sfiducia nelle autorità?
La dr.ssa Maria Giovanna Ginni, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che sia “necessario partire dall’ascolto dei dubbi e delle paure, favorendo la vicinanza comunicativa, chiara ed efficace tra esperti e non esperti. È importante aiutare il personale sanitario a migliorare la comunicazione con i propri pazienti, tenendo conto di tre fattori principali: l’analisi delle caratteristiche psicologiche associate all’esitazione e alla resistenza ai vaccini, il tener conto delle emozioni al momento della comunicazione dell’efficacia del vaccino, la capacità di fornire all’ascoltatore gli strumenti per sviluppare un pensiero critico. È necessario insegnare ai non esperti in materia sanitaria a saper scegliere tra le fonti attendibili e le fake news, a capire quali siano le reali evidenze scientifiche piuttosto che limitarsi a prescrivere pillole di verità da accettare acriticamente.
Di fronte alla chiarezza, il dubbio si riduce. Di fronte alla fiducia che l’altro possa capire e imparare a pensare, si manifesta la razionalità del pensiero collettivo”.
Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha deciso di offrire un servizio di aiuto per gestire in maniera funzionale tutte le paure, tra cui la paura dei vaccini.
La rete del Pronto Soccorso é composta da 305 psicologi presenti in tutte le regioni italiane e in 20 paesi esteri, come Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna e Svizzera.
Per contattare il servizio, offerto in 22 lingue e a prezzi sociali, telefonare al n. 0622796355 o al n. 3491874670, o collegarsi al sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
Nella Giornata Mondiale della Voce l’attenzione del cantante Ron per i malati di SLA: “Non riuscire più a parlare, non deve portare all’incomunicabilità…”
Roma, 16 aprile 2021 – È declinata da timbri e intonazioni, scandita in accenti e colorata di sfumature. La voce è un articolato complesso di suoni attraverso si veicolano le emozioni, si esprime tanto l’amore quanto la paura, si sta accanto ai propri figli con raccomandazioni e consigli.
Uno strumento fondamentale, troppo spesso dato per scontato.
«La voce è uno strumento unico e inconfondibile per ciascuno di noi, come un’impronta digitale», spiega il cantante Ron, consigliere e testimonial di AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, durante la Giornata Mondiale della Voce, che cade il 16 di aprile.
«La diagnosi di una malattia ingombrante come la Sclerosi Laterale Amiotrofica porta con sé, fra le primissime conseguenze, il venir meno della voce e quindi della possibilità di parlare — continua Ron —. Le voci metalliche e artificiali dei sintetizzatori vocali concretizzano i pensieri e le emozioni dei pazienti SLA, permettono loro di continuare a tessere relazioni, vivere la quotidianità e ricoprire il ruolo genitoriale».
La riflessione, in occasione della ricorrenza che si festeggia a livello globale fin dal 1999, è perché «anche chi non ha più la possibilità di parlare non smetta mai di far sentire la propria voce, esprimere pensieri e necessità. Perché, dall’altro lato, non si smetta mai di ascoltare”, conclude Ron.
Roma, 25 marzo 2021 – L’emergenza sanitaria ha creato una devastante crisi economica a livello mondiale. Ristoratori, albergatori e operatori del settore turistico sono sicuramente tra i più colpiti. Sembra che secondo dati Istat, il tasso di disoccupazione sia salito al 9,0% e tra i giovani al 29,7%.
Certo, sono dati scoraggianti, di colpo la vita di tanti lavoratori è cambiata e con loro la vita di tante famiglie.
Eppure Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “da ogni crisi nascano paradossalmente delle opportunità. Dopo un primo momento di sconforto, sono tante le testimonianze di coloro che hanno usato tutto questo “tempo libero” per reinventarsi”.
C’è chi ha sfruttato un hobby per farne un lavoro, chi ha sfruttato il magico potere delle piattaforme online, chi ne ha approfittato per migliorare le proprie conoscenze e riqualificarsi, rendendosi appetibile sul mercato del lavoro.
Si parla proprio di LifeLong Learning, per indicare l’apprendimento che dura tutta la vita, mirato alla crescita personale e professionale. Non basta più il titolo di studio, è necessario dimostrare di avere skills aggiornate, adeguate a ciò che più viene richiesto dalle aziende. Ecco ad esempio, che compaiono numerosi siti che offrono corsi anche gratuiti per imparare le lingue e i principali strumenti informatici. Non si ha più scuse per le conoscenze obsolete dei lavoratori.
Si tratta di una nuova prospettiva che richiede alle persone un continuo migliorarsi.
In Italia, questa esigenza è particolarmente forte e i lavoratori italiani sono tra i più anziani d’Europa. La veloce evoluzione tecnologica, la globalizzazione, ci portano sempre più ad essere competitivi ed aggiornati, non solo su quanto accade nella nostra città e nel nostro paese, ma nel mondo.
Il LifeLong Learning è una sfida stimolante e sempre più aziende si stanno muovendo in questa direzione.
La dr.ssa Carmen Toscano, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” sostiene che ci troviamo di fronte ad un’epoca di grandi cambiamenti ed è necessario riuscire a stare al passo.
La psicologia offre dei veri e propri percorsi di orientamento al lavoro, che diventano scoperta del sé e delle proprie risorse. Nello sconforto del momento le persone dimenticano la grande capacità di reinventarsi e di riadattarsi che è propria dell’essere umano. Ed ecco che si riesce a creare un secondo lavoro, un talento viene adattato ad un altro contesto, e si riparte.
In questi casi il sostegno psicologico e l’orientamento al lavoro possono essere di grande aiuto in un momento di grave crisi ed incertezza.
Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” offre un servizio di aiuto per tutti coloro che, vittime della pandemia, aspirano a crescere personalmente e professionalmente.
I 282 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 20 paesi esteri, come Regno Unito, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna, Svizzera.
Il servizio di aiuto é offerto in 22 lingue, a prezzi sociali, e per contattare gli psicologi del Pronto Soccorso Psicologico basta telefonare al n. 06 22796355, al n. 388 8256449, o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.