Milano, 15 marzo 2023 – È nato Agricook.it, il primo marketplace online che unisce produttori agricoli, agriturismi e consumatori in una grande community volta alla promozione dei prodotti genuini a Km0. Grazie alla piattaforma, è possibile acquistare prodotti di alta qualità direttamente dai produttori, prenotare agriturismi per gustare i sapori della tradizione e far parte di una community che condivide i valori della sostenibilità e della genuinità.
L’idea di creare Agricook nasce dall’incontro di due giovani informatici, Giovanni e Gianluca, con uno chef di un agriturismo. Quest’ultimo lamentava la difficoltà di reperire materie prime di ottima qualità in quantità sufficienti. Da questa esigenza nasce il progetto di creare un marketplace che connettesse i produttori con i consumatori finali, mettendo in contatto diretto chi coltiva e chi acquista.
Agricook si propone di essere la “Google” del km0, ovvero il luogo virtuale in cui trovare prodotti freschi e genuinisenza passare attraverso i canali della grande distribuzione. Grazie alla piattaforma, le aziende agricole possono vendere i propri prodotti direttamente ai consumatori, senza dover passare attraverso gli intermediari, e i consumatori possono acquistare prodotti di alta qualità a prezzi competitivi.
Ma Agricook non è solo un marketplace, è anche un luogo in cui promuovere l’agriturismo e le attività connesse all’ospitalità. Grazie alla piattaforma, gli agriturismi possono pubblicare informazioni sulla loro struttura, gestire le prenotazioni e offrire menu digitali per valorizzare le loro specialità gastronomiche. Inoltre all’interno di Agricook si può configurare il servizio di consegna a domicilio di piatti pronti e prodotti freschi, per permettere a chiunque di gustare i sapori della tradizione a km0.
Ma la vera forza di Agricook è la community, ovvero la grande comunità di produttori e consumatori che si ritrovano intorno ai valori della sostenibilità e della genuinità. Grazie alla piattaforma, è possibile mettersi in contatto con altre aziende agricole della propria zona, creare collaborazioni, scambiare prodotti e conoscenze. Inoltre chi è registrato in Agricook può organizzare eventi e degustazioni per permettere ai produttori di farsi conoscere e ai consumatori di scoprire nuovi prodotti e sapori.
Agricook è molto più di una semplice piattaforma di vendita online di prodotti agricoli. È una vera e propria comunità che promuove la sostenibilità ambientale, la filiera corta e la genuinità dei prodotti locali. Grazie ad Agricook, i produttori possono vendere i propri prodotti online senza intermediari, i consumatori possono acquistare prodotti genuini e di qualità direttamente dal produttore, e gli agriturismi possono gestire in modo semplice ed efficace la loro attività, promuovendo la loro offerta e attirando nuovi clienti.
La piattaforma di Agricook è un’ottima opportunità per scoprire e gustare prodotti tipici e ricette tradizionali, spesso sconosciuti o difficili da reperire altrove. Grazie alla vasta selezione di produttori presenti sulla piattaforma, è possibile trovare una grande varietà di alimenti, dai formaggi ai salumi, dalle verdure alle carni, dal miele alle conserve, e molto altro ancora. Non solo, Agricook offre anche la possibilità di prenotare agriturismi e degustazioni di prodotti locali, per scoprire la bellezza e la bontà dei territori italiani. In questo modo, i consumatori possono vivere un’esperienza autentica e conoscere da vicino il lavoro e la passione dei produttori locali.
Agricook.it è per questo il luogo ideale per fare networking e creare collaborazioni tra agriturismi e produttori, scambiandosi idee e conoscenze e creando un circolo virtuoso di valore e crescita. Una community grazie a cui è possibile trovare nuovi partner commerciali, confrontarsi con altre realtà del settore e scambiare informazioni preziose.
Per maggiori informazioni su Agricook visitate il sito web www.agricook.it per scoprire come la piattaforma può aiutare a promuovere i produttori locali e la sostenibilità ambientale.
A rischio migliaia di immobili, e ben 10 mila piccole e medie imprese a causa delle nuove disposizioni sul Superbonus edilizio
Roma, 22 febbraio 2023 – Il decreto legge in materia di Superbonus, che vieta la cessione dei crediti e lo sconto in fattura e blocca le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Se non vi saranno nuovi sviluppi inevitabilmente questa manovra porterà di riflesso un incremento di immobili sul mercato delle esecuzioni immobiliari.
La revoca del Superbonus edilizio porterà all’asta migliaia di immobili
“Questo significherà una crescita esponenziale del mercato delle esecuzioni immobiliari, un mercato che chiede sempre più compresenza e specializzazione”, denuncia Luciano Vasciminno, presidente di Astaqui.it, società specializzata in consulenza in esecuzione immobiliare.
“Ci auguriamo tutti che cambi qualcosa, ma se così non fosse centinaia di piccole e medie imprese saranno costrette a dichiarare fallimento con il conseguente licenziamento dei dipendenti che a loro volta non potranno far fronte ai debiti contratti e che si vedranno pignorare gli immobili.
“Siamo consapevoli di quello che vivremo nei prossimi mesi ed anni, per questo ci siamo preparati e abbiamo già predisposto un modello di business aggiornato, con KnowHow consolidato da trasferire alle nostre sedi affiliate”, continua Vasciminno.
In Italia sempre più case all’asta
Visto il mercato delle case all’asta in crescita a marzo Astaqui.it sarà operativa nelle città di Catania, Avelllino, Riccione e Cagliari, oltre agli uffici già operativi a Napoli e Torino.
Una realtà in crescita, che sta colmando un vuoto nel mercato immobiliare, andando a soddisfare un esigenza sempre più crescente, ovverosia l’acquisto a basso costo di immobili all’asta.
Giusto per fare un esempio Vasciminno è stato da poco presso l’ufficio di Napoli ed è rimasto stupito della quantità di immobili presenti in asta tra i 20 e 30 mila euro, periziati 90/110 mila euro.
“Un mercato in forte crescita che necessita però di un sistema bene preciso, non basta aprire un ufficio con la scritta aste, bisogna affiancare gli affiliati e tracciare la strada trasferendo un metodo operativo preciso e puntuale”, conclude Vasciminno.
Per maggiori informazioni si può visitare il sito internet www.astaqui.it.
Roma, 28 marzo 2022 – Nella nostra società si è finalmente capita l’importanza della prevenzione del maltrattamento familiare e di coppia, in quanto la famiglia è il primo nucleo sociale esistente e l’armonia in famiglia significa individui più sani mentalmente che vivono nella nostra società.
Per maltrattamento non si intende solo quello uomo-donna, ma anche quello figli-genitori e quello sorelle-fratelli.
La tossicità in un rapporto si manifesta in un ciclo continuo di mancanza di rispetto e calma successiva, per poi ritornare all’aggressività verbale o fisica e alla fase di calma seguente e così successivamente, fino a diventare un’ abitudine nell’ arco della vita di alcune famiglie.
Ciò che è importante sottolineare però è che molte volte si sensibilizza la società su temi del maltrattamento fisico, con conseguente aggressività e violenza.
Ciò che non si conosce ancora bene è che esiste anche un maltrattamento psicologico “silenzioso” che non si manifesta a livello fisico con lividi sulla pelle o sul viso, ma si può intravedere negli occhi della persona maltrattata.
Parliamo di persone e non generi, femminile o maschile, perché la tossicità in un rapporto può essere perpetuata dal compagno nei confronti della compagna o viceversa o, come menzionato prima, tra genitore e figli e tra fratelli e sorelle.
Il comune denominatore è la mancanza di rispetto, pazienza e serenità in una relazione, con l’obbiettivo di una persona di“scavalcare” la dignità dell’altra per ergersi con superiorità, nascondendo in realtà sotto sotto una mancanza di autostima e autocontrollo.
I lividi del cuore sono lividi invisibili alla vista, ma reali. Così reali da creare delle conseguenze nefaste nella persona vittima di tale tipo di violenza.
Il maltrattamento psicologico perpetuato nei confronti della persona più debole della relazione mina infatti moltissimi aspetti della vita della vittima.
Mina la sua autonomia, il senso di sé, l’autostima, la capacità di socializzazione e lavorativa. La persona vittima di maltrattamento infatti si comincia poco a poco a convincere che non vale come individuo, vive con angoscia e paura, ingabbiata in un senso di sé dispregiativo e autolimitante.
Evita di uscire e socializzare per paura delle eventuali rappresaglie in casa o per evitare il confronto con le persone vicine e per non dover dare spiegazioni della propria relazione o famiglia.
A livello lavorativo molte volte si comincia ad assentarsi al lavoro per depressione o ansia e mancanza di volontà, in quanto, come detto sopra, la violenza anche solo psicologica, mina in maniera totalitaria l’ autostima della vittima, che arriva quasi a pensare di “meritarsi” le rappresaglie eventuali o il maltrattamento continuo.
C’è anche da aggiungere che molte volte il maltrattatore non si comporta in maniera violenta tutto il tempo, ma può alternare momenti di calma ad aggressività, aspetto questo che può ulteriormente esacerbare la confusione nella vittima e può ritardare di anni una eventuale presa di coscienza da parte della persona maltrattata.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ci ricorda che “il bonus psicologo é stato approvato anche per affrontare il maltrattamento psicologico nella famiglia.
Giovedi 17 febbraio 2022 le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio hanno infatti definito un voucher fino a 600 euro per sedute con professionisti iscritti all’Ordine degli Psicologi.
Si accede con Isee sotto i 50.000 euro e il voucher dovrebbe essere erogato dal medico di base. I particolari applicativi saranno stabiliti nei prossimi giorni con un decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia”.
La dr.ssa Cristina Mitola, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico ” Roma Est ” afferma inoltre che “con l’avvento della pandemia ed il lockdown questo status quo si è aggravato ulteriormente, in quanto non c’è stato per molto tempo neanche uno sfogo lavorativo fuori di casa e molti, avendo perso anche il lavoro, si sono trovati con debiti ed una situazione economica deficitaria che ha ulteriormente inasprito le relazioni all’ interno delle quattro mura domestiche.
Depressione, ansia, paura del futuro, instabilità, hanno causato in molti individui delle conseguenze psicologiche molto gravi che andrebbero indirizzate verso una maggiore presa di coscienza delle proprie risorse.
Un aiuto psicologico serio e professionale è l’unica via d’uscita in questi anni di totale confusione ed instabilità costante sotto tutti i punti di vista, sociale, economico, personale e psicologico.
La guerra scoppiata in Ucraina e l’ eventualità dello scoppio di una terza guerra mondiale non aiuta in assoluto, con persone che sentono il bisogno di ricorrere a psicofarmaci per poter far fronte a questo senso di totale confusione e smarrimento.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha quindi deciso di offrire un aiuto contro tutti questi problemi.
Il servizio di aiuto è offerto, in 29 lingue, da una rete di 384 psicologi presenti in tutte le regioni italiane e in 24 paesi esteri.
Roma, 3 novembre 2021 – Sembra che siano circa 10 milioni gli italiani che hanno vissuto almeno una volta nella vita l’esperienza di un attacco di panico. Un evento che per molti per fortuna rimane isolato, mentre per altri può trasformarsi in un vero e proprio disturbo.
Ma in cosa consiste esattamente l’attacco di panico?
Molti lo descrivono come “sensazione di morire”. Infatti è una sensazione improvvisa, rapida, che si esaurisce spontaneamente, ma lascia completamente devastati. La manifestazione è soggettiva, ma i sintomi più comuni sono fame d’aria, battito accelerato, bocca secca, vertigini, immobilità degli arti e talvolta di tutto il corpo. La maggior parte delle persone colpite da un attacco di panico realizza di averlo avuto solamente dopo essere state al pronto soccorso e aver scongiurato un attacco cardiaco. Ed è dopo aver realizzato di aver avuto un attacco di panico che si insinua la paura costante di rivivere quella sensazione di impotenza, quella sensazione di “morte” imminente.
Al riguardo Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, afferma che “consapevoli della sofferenza collegata al panico, abbiamo scritto il libro “Vincere gli attacchi di panico: istruzioni per l’uso”, per aiutare le persone ad utilizzare il panico, paradossalmente per migliorare la propria qualità di vita”.
Nello specifico Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico Roma Est, ci ricorda che “per affrontare il panico le persone mettono in atto quelle che in Terapia Breve Strategica vengono chiamate le Tentate Soluzioni”.
Le Tentate Soluzioni più utilizzate sono:
1) Evitare tutto ciò di cui si ha paura;
2) Chiedere aiuto e rassicurazione;
3) Di fronte alla sensazione di paura si tende a voler controllare le proprie reazioni, finendo però per perderne il controllo.
Queste tentate soluzioni però portano sempre a un fallimento. Infatti le persone iniziano ad evitare tutto ciò che le spaventa in via preventiva, per non sentire quella sensazione di ansia e paura, ma più si sommano gli evitamenti e più la paura cresce. Questo perché mettendo in atto gli evitamenti, si invia a se stessi il messaggio di non essere in grado di affrontare le situazioni e il senso di incapacità fa crescere la paura.
Chiedendoaiuto e rassicurazione agli altri, queste persone continuano a confermare a se stesse la propria incapacità, fino a diventare davvero incapaci di affrontare innumerevoli situazioni.
Dopo aver avuto uno o più attacchi di panico, ci si spaventa delle reazioni incontrollate del proprio corpo, così si inizia a cercare di controllare queste reazioni. Ma più si cerca di controllarle e più se ne perde il controllo, fino a mandare in tilt il meccanismo psicofisiologico e a generare così un nuovo attacco di panico.
Si inizia quindi ad avere un timore preventivo delle reazioni del proprio organismo si fronte a situazioni che queste persone considerano una minaccia. Questo timore porta, quindi, a limitare sempre più le proprie azioni e i propri spazi vitali.
Si sbaglia quando si definisce l’attacco di panico semplicemente come una forte paura. È il risultato di una costruzione lenta e complessa che può durare anche per sempre. In senso figurato la persona è come incastrata dentro la tela di un ragno. Spesso le persone che soffrono del disturbo da panico hanno una buona consapevolezza del problema e delle cause di questo, ma vi è un’incapacità nel fare qualcosa di diverso.
Grazie alla psicoterapia si può davvero guarire da tutto questo e liberarsi dalla ragnatela della paura. Vengono utilizzati specifici protocolli di intervento per gli attacchi di panico, si usano stratagemmi per modificare o eliminare le tentate soluzioni che alimentano la paura patologica e il panico.
Avviene una vera e propria esperienza emozionale correttiva e mediante esperienze guidate, si aiuta la persona a costruire capacità individuali che permettono di gestire il problema per superarlo ed eliminarlo per sempre.
È importante che lo psicoterapeuta analizzi con attenzione le tentate soluzioni disfunzionali messe in atto dal paziente, per renderle da disfunzionali a funzionali. La tecnica per eccellenza è quella della Peggiore Fantasia. Questa è un’esperienza emozionale concreta, in cui il paziente deve concentrarsi per circa 30 minuti al giorno sulla sua peggiore paura, immaginandosi man mano di superarla.
Con il passare dei giorni avviene una modificazione della percezione della paura che porta all’acquisizione di sicurezza, autonomia e capacità di gestire la propria realtà. Una volta cambiata la percezione segue anche il cambiamento delle reazioni e infine della consapevolezza. La consapevolezza giungerà solamente dopo aver vissuto realmente l’esperienza ansiogena, poiché solo in quel momento la persona si renderà conto delle proprie capacità e delle proprie risorse attivate nel fare qualcosa che prima di allora sembrava impossibile.
Al riguardo il Pronto Soccorso Psicologico Roma Est offre un servizio di aiuto per tutti coloro che vogliono vincere gli attacchi di panico.
I 358 psicologi della rete del pronto soccorso sono presenti in tutte le regioni italiane e in 22 paesi esteri, come Regno Unito, Francia, Hong Kong, Messico, Russia, Argentina, Grecia, Kenya, Ghana, Mozambico, Brasile, Portogallo, Serbia, Romania, Bulgaria, Egitto, Giordania, Pakistan, Azerbaijan, India, Spagna e Svizzera.
Il servizio é offerto in 27 lingue, a prezzi sociali, e per contattare gli psicologi del Pronto Soccorso Psicologico basta telefonare al n. 06 22796355, al n. 392 9050134, o collegarsi al sito internet www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
Le prove scientifiche e i metodi di insabbiamento raccolte nel libro denuncia “L’origine del virus”: l’intervista di Matteo Gracis, fondatore del giornale L’indipendente, all’autorePaolo Barnard, che evidenzia un mondo scientifico sempre più dipendente dai finanziamenti della Cina
Milano, 21 ottobre 2021 – Com’è nato il flagello virale che ha travolto l’umanità? Perché la Cina ha tenuto il mondo all’oscuro della pericolosità del coronavirus? Perché l’OMS ha mentito? Perché tanti insabbiamenti e depistaggi? Le risposte a queste drammatiche domande sono necessarie per evitare che la catastrofe della pandemia possa ripetersi.
Due dei più importanti ricercatori internazionali, Steven Quay e Angus Dalgleish, coordinati da Paolo Barnard, giornalista e saggista italiano, hanno provato a rispondere ai tanti quesiti nel libro L’origine del virus, edito da Chiarelettere.
Una denuncia delle “verità tenute nascoste che hanno ucciso milioni di persone”, come recita il sottotitolo del libro che ricostruisce in modo inquietante la storia di questi ultimi due anni. Una rivelazione, supportata da documenti scientifici, dei letali segreti biologici del coronavirus, già noti ai virologi di Wuhan e ai loro politici nei primi giorni del contagio in Cina.
L’origine del virus, dunque, raccoglie le prove che il Covid-19 sia nato in laboratorio e che la sua estrema letalità era nota alla Cina con largo anticipo rispetto al resto del mondo.
In occasione dell’uscita del libro, Paolo Barnard spiega a Matteo Gracis, fondatore del giornale L’indipendente (www.lindipendente.online), la sua versione della storia che abbiamo tutti vissuto.
“Il virus è nato in laboratorio”, dice convinto Paolo Barnard, che così comincia ad infrangere i luoghi comuni sull’origine del virus.
“Il SARS-CoV-2 – si legge nel libro – rientra nel repertorio delle più azzardate manipolazioni genetiche sui virus oggi esistenti, chiamate Gain of Function, una delle specificità del Wuhan Institute of Virology e di altri laboratori cosiddetti di biosicurezza in Cina”.
Contrariamente alla teoria secondo cui il virus sia stato diffuso dai pipistrelli, Barnard crede dunque che la pandemia derivi da “un filone della ricerca della virologia che pochi conoscono, la Gain of Function, una pratica di una scelleratezza inimmaginabile, diffusa in diverse parti del mondo tra cui l’Italia. La Gain of Function è la ricerca medica che altera geneticamente un organismo in modo che possa migliorare le funzioni biologiche dei prodotti genici. Ma quella di cui parliamo è la Gain of Function of Concern, un più specifico tipo di ricerca che ha l’obiettivo di rendere i virus più o meno patogeni ancora più aggressivi in modo da essere pronti in caso di un’eventuale diffusione di un potente virus naturale”.
Purtroppo quindi – scrive Barnard nel libro –“c’è la possibilità che la Gain of Function venga intrapresa per motivi più oscuri e che non vi sia mai stato in realtà un intento benigno”.
Barnard ammette così l’ipotesi che il SARS-CoV-2 potesse essere un esperimento militare. “Alcuni filoni di ricerche israeliane mettono in evidenza le correlazioni tra il SARS-CoV-2 e altri due virus di dichiarata natura militare che venivano studiati proprio a Wuhan”.
Oggi la Gain of Function ha raggiunto un livello di sofisticatezza da poter mettere in pericolo l’umanità. “Conosco l’HIV talmente bene che se volesse potrei renderlo trasmissibile anche per via aerea”, Barnard riporta le parole di Simon Wain-Hobson, un grandissimo retrovirologo dell’Istituto Pasteur di Parigi, concorde sull’idea che la Gain of Function sia una “pura follia scientifica, praticata solo per ricevere fondi di ricerca, fare carriera universitaria e avere visibilità”.
L’origine del virus, inoltre, rivela i retroscena di una “congiura del silenzio di proporzioni epocali” che continua a tenere in allarme il mondo. Barnard non si fa scrupoli ad accusare la Cina di aver compiuto un crimine contro l’umanità.
“Nel dicembre 2019 la Cina sapeva quanto è micidiale questo virus, ancora più sicuramente quando a gennaio 2020 la virologa Zheng-li Shi ha sequenziato il genoma, quindi se avesse detto a medici e virologi di tutto il mondo come era stato ingegnerizzato questo virus, le caratteristiche biologiche delle spike, la capacità di infettare, quali organi avrebbe infettato, il fatto che questo virus si trasmette per contagio asintomatico, si sarebbero salvate le vite di milioni di vittime. Avremmo avuto due mesi di tempo per prepararci, invece nessun medico sapeva niente. Questa è una strage dovuta alle omissioni criminali della Cina”.
L’emergenza scientifica è così rapidamente diventata una questione politica. Le verità della scienza sono state coperte da un muro di reticenza e conflitti d’interesse, complici alcuni settori pubblici americani e gran parte dei media, anche scientifici. Questo è quanto emerge dall’intervista di Matteo Gracis a Paolo Barnard pubblicata al link www.youtube.com/watch?v=3Eb4wlNADRM.
Ma perché queste verità non sono apparse sui media o nei dibattitti scientifici, se non in minima parte o comunque troppo tardi?
“La maniacale omertà del regime di Pechino” è una delle risposte di Barnard, nell’intervista data a Matteo Gracis, co-fondatore del giornale L’indipendente. L’altra risposta è Donald Trump, involontario protagonista della storia, da quando in un tweet del 16 marzo 2020 definisce il “virus cinese”. Nel 2020, anno elettorale negli USA, gli avversari di Trump non persero l’occasione per accusare il presidente di razzismo, incitazione all’odio delle minoranze asiatiche nel mondo, irresponsabilità diplomatica in un momento in cui erano delicati i rapporti con la seconda potenza mondiale.
“Da quel momento chiunque osasse muovere una critica nei confronti della Cina, magari in riferimento al coronavirus, veniva marchiato come sostenitore di Trump. Chiunque avanzasse l’ipotesi della fuga del coronavirus da un laboratorio veniva bollato dai media e dal gotha delle pubblicazioni scientifiche come complottista. Anche gli scienziati si zittirono temendo di perdere la carriera e i fondi di ricerca”. In nome del politically correct.
“Finché non è stato eletto il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Solo allora iniziarono a comparire articoli e pubblicazioni di scienziati che consideravano improbabile l’origine naturale del virus”.
Gli insabbiamenti, dunque, furono sostenuti da interessi politici ed economici che hanno imposto una versione fasulla di questa pandemia, che andava bene innanzitutto ai cinesi,ma anche agli americani che li avevano finanziati per condurre sperimentazioni genetiche scellerate e prive di adeguate misure di sicurezza.
Di fronte a tanta confusione e in preda alla paura, le persone sono arrivate alla consapevolezza di non potersi più fidare né della politica né della scienza. Ma ciò di cui sembra più preoccupato Barnard è la crescente influenza della Cina nel mondo.
“I fondi del partito comunista cinese stanno arrivando copiosi nelle casse di molte università della Gran Bretagna e degli Stati Uniti attraverso il notevole numero di studenti cinesi sovvenzionati dal loro Stato. Il governo della Cina offre borse di studio ai suoi cittadini e finanziamenti di capitale alle università occidentali. Allo stesso modo, alcune delle prestigiose riviste scientifiche internazionali sono di fatto finanziate dalla Cina.
L’impero del dragone sta comprando la scienza in Occidente, ed è questo il motivo per cui una parte dei conservatori inglesi sta lanciando allarmi contro l’influenza della Cina nel mondo culturale occidentale”.
Attraverso il racconto dei retroscena politici, ma soprattutto sulla base di prove scientifiche, dunque, Paolo Barnard vuole scardinare le nostre conoscenze sul coronavirus e farci vedere la storia da un’altra prospettiva, che non coincide con quella dei mass media. Allo stesso tempo Barnard invita la scienza a riacquisire la sua libertà e indipendenza per prevenire nuove catastrofi. La scienza deve fornire una risposta al perché non abbia potuto almeno limitare questa immane tragedia.
Roma, 20 ottobre 2021 – Chi di noi non ha mentito almeno una volta nella vita? La risposta sarà che almeno una volta nella vita tutti hanno mentito. I bambini ad esempio mentono moltissimo, un po’ per gioco, un po’ per sfidare gli adulti, un po’ per testare le proprie capacità. Gli adultimentono per svariati motivi, come per proteggere una persona cara o un partner da un dispiacere o per giustificare una propria mancanza o un proprio errore. In amore, per questo, molte persone hanno la tendenza a mentire.
Un atto che, da un certo punto di vista, potrebbe essere addirittura considerato un processo fisiologico e normale.
E allora quando è che si parla di ‘bugiardo patologico‘?
É importante fare una distinzione tra bugiardo patologico e bugiardo compulsivo.
Bugiardo patologico: è un bugiardo cronico, fa delle sue bugie uno stile di vita. Il suo obiettivo è manipolare le persone per portarle a fare ciò che lui desidera. Non si cura delle conseguenze del proprio comportamento, persevera nella sua pratica, dritto verso i suoi scopi e non è minimamente empatico.
Bugiardo compulsivo: mente per abitudine, non in maniera manipolativa. La bugia appare come l’unico modo per lui di affrontare la realtà, è una pulsione compulsiva e, quindi, incontrollabile.
Il Bugiardo patologico spesso ha imparato a mentire fin dall’infanzia, come difesa psicologica. Questo nasconde una grave carenza di autostima. Molte volte ci troviamo davanti a un quadro patologico più ampio. In più non sempre c’è una netta distinzione tra i due tipi di bugiardo, infatti un bugiardo patologico può essere anche compulsivo.
In generale possiamo comunque ipotizzare che siano persone non pienamente consapevoli dei propri limiti e del loro funzionamento.
Come riconoscere un bugiardo patologico?
Mente molto spesso, riguardo l’amore, il lavoro, le attività svolte, le amicizie, le relazioni passate, ecc. Ha bisogno di sentirsi speciale, non accetta alcuna sua fragilità e mente per abbellire e ingigantire ogni sua realtà.
Molte volte racconta agli amici episodi accaduti in maniera esagerata, inventando particolari che non sono accaduti, per raccontare ogni aspetto della sua vita in maniera grandiosa.
Succede spesso che creda e si identifichi con le sue stesse bugie, tanto da modificare i propri ricordi che si confondono con la realtà.
L’obiettivo delle sue bugie è quello di manipolare gli altri, che gli servono soprattutto a scopi narcisistici (farlo sentire importante, potente, far agire altre persone per suo tornaconto, etc). Non è empatico, infatti non bada e non si preoccupa delle emozioni e dei sentimenti degli altri. Indagando sul passato lavorativo si scoprirà che spesso ha cambiato lavoro (magari per conflitti con i responsabili, anche se non lo ammetterebbe mai).
Indagando invece il suo passato sentimentale sembra abbia avuto infinite relazioni, ma non si riesce a coglierne la natura e nessuna gli è rimasta nel cuore. Fa fatica a riconoscere le proprie responsabilità in un conflitto, sono sempre gli altri a sbagliare e lui non ha mai torto.
Spesso è svalutante con le persone che gli stanno accanto. Questo lo mette in una posizione di superiorità e rende le persone sempre più dipendenti da lui.
Se le sue menzogne vengono scoperte diventa aggressivo ed evasivo.
E’ vago nel dare chiare informazioni sui suoi impegni. Spesso capita che si assenti e non si riesca a capire dove sia stato. I suoi racconti sono nebulosi e pieni di contraddizioni/contrattempi. Ma anche ricchi di particolari.
Mente sempre con il sorriso e guardando negli occhi l’interlocutore.
Le sue relazioni si basano sulla passione, quando con il passare del tempo la passione diminuisce, non sa in che altro modo gestire il rapporto.
Spesso sono persone affascinanti e seduttive, collezioniste di storie d’amore.
Ha difficoltà ad essere fedele poiché ha bisogno di continue tensioni eccitatorie che lo facciano sentire vivo e cerca continue conferme del proprio fascino.
Le menzogne sono la sua dipendenza.
Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, ci ricorda che la “menzogna patologica “risulta un sintomo presente in diversi disturbi, ma soprattutto nel disturbo istrionico di personalità (caratterizzato da una modalità di eccessiva ricerca di attenzione) e nel disturbo narcisistico di personalità (caratterizzato da una modalità in cui si ricerca ammirazione e si ha una mancanza di empatia verso gli altri).
Interagire con un partner bugiardo patologico, fa sentire le persone manipolate e tradite.
In tali situazioni la vita sentimentale diventa veramente difficile da gestire.
Cosa succede al partner del bugiardo patologico?
Il bugiardo patologico non ha consapevolezza della sua problematica, tendenzialmente narcisista, si lega a persone fragili. Con il passare del tempo il/la partner diventerà sempre più dipendente e, nonostante le bugie, non riuscirà a separarsi. Questo spesso porta a relazioni disfunzionali. Il bugiardo patologico reagisce tendenzialmente con aggressività quando le sue bugie vengono scoperte dal partner, che subirà quindi un comportamento svalutante, pieno di rabbia e frustrazione. E le bugie continue causano una stanchezza psichica davvero molto forte del partner, che vorrebbe aiutare l’amato/a, ma non sa come fare. A lungo andare può anche succedere che il partner del bugiardo patologico cada in depressione, o slatentizzi comportamenti disfunzionali.
Cosa fare allora?
L’unico aiuto che un partner può dare è cercare di far prendere consapevolezza del problema al bugiardo patologico, ma per guarire dovrà seguire un percorso psicoterapeutico.
Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “solitamente alla base di questo funzionamento vi sia una carenza profonda, vissuta sin dall’infanzia. Carenza che non è mai stata affrontata ed elaborata. La persona allora si crea questa maschera per difendersi da un senso di impotenza profonda, dalla mancanza di autostima e da sentimenti di tristezza e vuoto. Spesso da piccola si é sentita sola, incompresa e non é capace di stabilire dei legami veri e profondi. La difesa psicologica della menzogna, infatti, impedisce di legarsi realmente a qualcuno, evitando di entrare in connessione con i sentimenti propri e altrui. Raramente si fida degli altri e si lascia guardare dentro. Il modo di porsi grandioso, la sicurezza nel parlare e nel comportarsi nascondono aspetti depressivi e sofferenti molto gravi”.
Per questo nel corso di un percorso psicoterapeutico sarebbe utile:
– Aiutare la persona a prendere consapevolezza della pervasività della dipendenza a mentire e di quanto possa essere distruttivo il potere esercitato da questa su di lei e sulle persone care;
– Comprendere quale sia il bisogno emotivo sottostante alla bugia, cosa significa per lei, cosa intende ottenere e se, comportandosi in questo modo, lo ottiene davvero;
– Ricostruire la storia della persona per cercare di capire quando il bisogno di mentire è comparso.
Un esercizio utile potrebbe essere quello di tenere traccia, scrivendo, dei propri comportamenti disfunzionali (bugie, tradimenti, mancato controllo degli impulsi, etc. ). Questo è un esercizio di autoconsapevolezza e serve per capire e non dimenticare la realtà al fine di non perseverare nella realtà inventata.
Un consiglio per il partner è quello di non accettare le bugie, è utile smascherarle chiedendo al bugiardo l’autoriconoscimento delle sue fantasie. Tutto ciò è finalizzato ad offrire spunti di riflessione che, se accolti, dovrebbero portare a un aiuto psicologico per risolvere la sintomatologia.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, grazie alla sua rete professionale di 351 psicologi, offre in tutte le regioni italiane (e in 22 paesi esteri) un servizio di aiuto per chi, direttamente o indirettamente, ha a che fare con tali problematiche.
Il servizio è offerto in 27 lingue, i prezzi sono accessibili e gli psicologi lavorano 7 giorni su 7.
Per contattare il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” telefonare al numero 06 22796355 o al numero 392 9050134 o visitare il sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.
La nuova tendenza dei matrimoni italiani è il “Ballo degli Sposi”, per stupire e fare un figurone con parenti ed amici
Roma, 6 ottobre 2021 – Sta prendendo piede anche in Italia il “Ballo degli sposi”, una consuetudine molto diffusa all’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni e in America, ma sconosciuta nel nostro Paese fino a poco tempo fa.
Dopo la pausa dei matrimoni dello scorso anno, a causa della pandemia, questa estate sono riprese le cerimonie, con le stesse tradizioni e consuetudini, ma con una novità in più: il “Ballo degli sposi”.
Di cosa si tratta esattamente?
Il ballo degli sposi, conosciuto all’estero come “Wedding dance”, è un ballo con coreografia, a cui gli sposi si preparano per creare un momento speciale e “magico” della cerimonia, per impressionare ed emozionare amici e parenti. Un ricordo da incorniciare e ricordare per tutto il resto della loro vita.
Di solito infatti, nella consuetudine italiana, il ballo degli sposi viene vissuto come un attimo di imbarazzo, perché non ci si prepara e si lascia tutto al caso.
Per questo motivo gli sposi si ritrovano impacciati al centro pista con tutti gli occhi degli invitati puntati su di loro, sperando di terminare il tutto il prima possibile.
Il ballo degli sposi invece all’estero viene vissuto come un momento speciale, a cui i futuri coniugi si preparano per settimane, con l’aiuto di maestri e coach qualificati, in modo da creare una danza ed una coreografia che rimarrà impressa nei ricordi degli sposi, e capace di far emozionare tutti gli invitati.
Ora la consuetudine di prepararsi per tempo al ballo degli sposi sta prendendo piede anche in Italia, grazie al lavoro di maestri e professionisti che ci stanno credendo e si stanno dedicando all’obiettivo di diffonderlo in tutto il nostro Paese.
E i risultati sembrano dare loro ragione.
“Con la ripresa delle celebrazioni dei matrimoni c’è stato in Italia un vero e proprio boom di richieste da parte degli sposi di creare il loro primo ballo”, spiega Marco Zingarelli, maestro di ballo e co-fondatore con sua moglie, ex-ballerina, Ilaria Campana, de “Il Ballo degli Sposi”, il primo servizio in Italia dedicato a questo particolare momento.
I 2 maestri sono stati infatti tra i primi in Italia a credere e ad importare quella che è ormai una consuetudine all’estero.
“In Italia il ballo degli sposi è sempre stato, purtroppo, un momento preso sotto gamba, a differenza di tutti gli altri dettagli e momenti della giornata. Il risultato è stato che gli sposi hanno spesso vissuto il loro primo ballo da marito e moglie come un momento imbarazzante, con movimenti goffi o con il classico ‘ballo del mattone’, senza muovere veri passi di danza e senza godersi il loro momento”, spiega Marco Zingarelli.
“Noi invece con il metodo “Il Ballo degli Sposi” creiamo per gli sposi dei veri ed indimenticabili momenti di danza, con semplici coreografie ballabili anche da chi non ha mai mosso un solo passo di danza. Balli che possono andare dal latino americano, al flashmob, al classico lento, fino ad arrivare a generi di ballo più veloci e movimentati, secondo lo stile più consono agli sposi”, spiega ancora Marco, che ha persino creato un sito internet dedicato, raggiungibile all’indirizzo www.ballodeglisposi.it.
Ma come ci si prepara al “Ballo degli Sposi”?
“Innanzitutto gli sposi devono scegliere la loro canzone preferita tra la playlist della giornata e capire che tema voglio dare al loro primo ballo: se lento, movimentato o un mix dei due. Poi una volta deciso quante coreografie preparare, e se inserire amici e/o genitori, passano allo studio della coreografia. Per realizzare il loro ‘primo ballo’, possono scegliere tra il nostro servizio ‘Ballo degli Sposi dal vivo’, andando in una delle 60 scuole di ballo affiliate sparse in tutta Italia, o scegliendo un percorso completamente online, tramite il sito internet www.ballodeglisposi.online”, racconta Ilaria Campana, che ha dedicato una vita al mondo del ballo, prima come ballerina, finalista a vari campionati del mondo, e ora come maestra.
“Il corso online permette di studiare una coreografia direttamente da casa grazie a 3 semplici video-lezioni, anche per chi non ha mai ballato. Infatti per ogni coreografia abbiamo creato una video-lezione del ballo finale svolta dai maestri, una video-lezione con la spiegazione delle nozioni essenziali con suggerimenti e consigli, e per ultimo la video-lezione della coreografia, spiegata passo per passo”, spiega ancora Ilaria.
Ma è difficile prepararsi al “Ballo degli Sposi”?
“Se non si è pratici con il ballo come Baby nel film ‘Dirty Dancing’ all’inizio tutto potrebbe sembrare difficile e confuso, con la paura di fare qualche brutta figura, ma in realtà la brutta figura la si fa non preparandosi al momento.
Invece con l’aiuto di maestri qualificati, esperti nel “Ballo degli Sposi”, e la tenacia della coppia, la coreografia comincia pian pian a formarsi e la confusione iniziale fa posto alla sicurezza e all’eleganza dei movimenti.
Infatti con la nostra esperienza garantiamo un risultato eccezionale, da lasciare tutti gli invitati a bocca aperta!” racconta Marco, che sta innovando con questo suo sistema i matrimoni in Italia.
“Sono molto soddisfatto di come si sta diffondendo questo importante momento della cerimonia. Abbiamo creato un network di maestri altamente qualificati in tutta Italia e siamo sempre alla ricerca di nuove scuole di danza che abbiano un curriculum di rilievo per far parte del nostro team, e aiutare gli sposi a realizzare i loro sogni, con la giusta coreografia del “Ballo degli Sposi”.
Altra soddisfazione è che da questa estate i nostri maestri stanno lavorando a pieno ritmo. Stanno registrando infatti il tutto esaurito per mesi e già stiamo procedendo con le lezioni per le coreografie degli sposi per il 2022-23” conclude soddisfatto Marco Zingarelli.
Roma, 4 ottobre 2021 – Secondo i dati Istat, in Italia ci sono poco più di 2,8 milioni di depressi. Di questi 1,3 milioni soffrono di depressione maggiore, mentre 1,5 milioni soffrono di disturbi depressivi di vario genere. Approfondendo di più questa analisi statistica scopriamo che i più “colpiti” sono gli anziani, le donne, i meno colti e i più poveri. Detto ciò possiamo capire come questo sia un problema che riguarda davvero molte persone.
Ma come si manifesta la depressione?
Innanzitutto c’é da fare una distinzione tra Disturbo Depressivo Maggiore e Disturbi Depressivi di altro tipo.
Il Disturbo Depressivo Maggiore è caratterizzato da frequenti e intensi stati di insoddisfazione e tristezza, il piacere è assente, anche nel fare le attività quotidiane. L’umore è quasi sempre negativo, i pensieri sono caratterizzati da una pessimismo circa se stessi e il proprio futuro. Ciò che lo caratterizza è soprattutto la durata, infatti permane per lunghi periodi di tempo con serie difficoltà nello svolgere le attività quotidiane.
Gli altri tipi di depressione possono essere invece più lievi e soprattutto transitori. Spesso sono causati da eventi scatenanti, come la Depressione Reattiva.
In generale comunque le persone depresse vivono un forte senso di inadeguatezza, appaiono demotivate e rallentate, ogni passo da fare o decisione da prendere sembra insormontabile.
Secondo Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, ”l’ideazione depressiva si mantiene in base a come il paziente si relaziona con se stesso, con gli altri e con il mondo che lo circonda. La depressione quindi è una forma di disagio molto sofferta che si presenta in molti modi, ma tutti accomunati da un medesimo atteggiamento: la rinuncia.
Nei casi più gravi, questo tipo di atteggiamento coinvolge tutte le sfere dell’esistenza, diventando così invalidante. La persona che soffre di depressione tende a non prendere decisioni o a rimandarle di continuo, questo perché si sente debole, incapace, ma soprattutto pensa che tutto questo non potrà cambiare.
Tutto diventa difficile, faticoso, quasi impossibile, vi è una rinuncia continua al tentativo di migliorare la propria vita e questo mette la persona nella condizione di vittima.
Esistono poi altre due modalità che portano al mantenimento e poi al peggioramento del problema:
1) la delega, infatti i pazienti depressi tendono a delegare ad altri (farmaci, famigliari, partner) la responsabilità del loro stare bene;
2) il lamentarsi, infatti alcuni pazienti depressi tendono a lamentarsi continuamente della loro condizione di sofferenza oppure, al contrario, a chiudersi nel silenzio più assoluto.
Si possono poi individuare tre varianti del disturbo depressivo:
– il depresso radicale, colui che crede di essere sempre stato sfortunato;
-l’illuso-deluso degli altri o di sé, cioè colui che si sente tradito o che si è reso conto di non essere ciò che pensava;
– il moralista, ovvero colui che pensa di essere nel giusto e che il mondo sia sbagliato.
Ma si può guarire dalla depressione in tempi brevi?
Si viene sconfitti dalla depressione solo quando si rinuncia.
Con la Terapia Breve Strategica ad esempio vengono messe in atto sequenze di manovre terapeutiche che conducono il paziente ad effettuare, gradualmente, nuove esperienze e un cambiamento concreto.
Ad esempio si fa scrivere al paziente in maniera dettagliata tutte le sue esperienze di insuccesso della vita. Scrivendo ripetutamente le esperienze che l’hanno fatto soffrire, il paziente riesce a canalizzare le proprie emozioni negative, facendole defluire.
Le emozioni non vanno mai bloccate, la canalizzazione è un’arma vincente. Per i pazienti che tendono a lamentarsi della loro vita, si usa la tecnica del pulpito serale, dove vengono coinvolti anche i famigliari. Si concordano uno spazio e un tempo prefissati, dove il paziente possa lamentarsi, evitando però di parlarne durante il resto della giornata (congiura del silenzio). Grazie a questa tecnica il paziente esce fuori dal ruolo di vittima, poiché rende le sue lamentele volontarie e quindi più controllabili.
In molti casi la depressione è un modo disfunzionale di reagire a eventi di vita, mentre si tende a considerarla come una malattia inguaribile, che al massimo può essere tenuta a bada.
Cambiando invece questi modi di reagire disfunzionali, si può uscire in molti casi dalla depressione.
Il segreto è riattivare le risorse personali del paziente.
Nel caso in cui la depressione sia più severa o cronica, il trattamento psicofarmacologico combinato con la psicoterapia è sicuramente più efficace del trattamento esclusivamente con gli psicofarmaci.
Le persone depresse pensano e agiscono basandosi su una prospettiva depressiva, credendo sia la verità assoluta.
Grazie invece all’aiuto psicoterapeutico si possono mostrare al paziente nuove modalità di pensiero e nuovi modi di porsi in relazione con gli altri.
Il migliore modo per guarire dalla depressione diventa quindi passarci nel mezzo, toccare il fondo, per poi risalire.
In tale ottica la depressione rimane potente, ma non diventa invincibile.
”Per aiutare le persone depresse é nato a Roma il Pronto Soccorso Psicologico Roma Est”, spiega Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile della struttura.
I 344 psicologi collaboratori del progetto sono presenti in tutte le regioni italiane e in 22 paesi esteri.
Ecco dove e come gli italiani hanno rotto il telefono nell’estate del 2021
Roma, 1 ottobre 2021 – Come e dove gli italiani rompono il telefono? Anche quest’anno è stata pubblicata la classifica delle regioni e delle nazioni in cui gli italiani hanno rotto di più lo smartphone nelle vacanze estive 2021.
Innanzitutto bisogna specificare il 93,3% degli italiani ha deciso di rimanere in Italia e solo il 6,7% ha preferito mete estere, magari non troppo lontane dall’Italia.
Al primo posto tra le nazioni in cui gli italiani hanno visto più rotture dello smartphone troviamo la Gran Bretagna, complici probabilmente gli Europei di Calcio e qualche festeggiamento (o imprecazione) di “troppo”.
Proprio a causa degli Europei, sorprendentemente le strade e le piazze – protagoniste di partite decisive grazie ai maxi-schermi – e gli stadi (vero inedito) si trovano in classifica rispettivamente in terza e sesta posizione come luoghi in cui si sono verificate più rotture.
Sul podio in seconda posizione la Grecia (due in più rispetto allo scorso anno) meta preferita in particolar modo dai lombardi, terza la Spagna (l’anno scorso sesta) preferita dagli abitanti del Lazio, e quarta la Croazia che ha mantenuto la stessa posizione del 2020, preferita dagli abitanti del Triveneto.
Passando invece alle regioni, vediamo in classifica al primo posto il Lazio che rispetto al 2020 ha fatto un balzo dalla quattordicesima posizione, con la città di Roma e la provincia di Latina in testa, al secondo posto la Puglia, seguita dalla Sardegna e dalla Sicilia, tutte regioni che negli anni passati si sono piazzate sempre nella parte alta delle classifiche.
Il mare, insieme a piscine e laghi, si rivela anche quest’anno il luogo più pericoloso in assoluto per gli smartphone con il 40.3% delle rotture con un incremento lieve ma costante negli ultimi anni di laghi e piscine.
Secondo WeFix Lab, il Dipartimento Statistico di iFix-iPhone.com, il booking che seleziona i migliori centri assistenza smartphone di zona, che ha effettuato lo studio delle rotture, le cause principali di rottura dei telefoni sono state:
le cadute accidentali ed il contatto con liquidi, tra cui circa un terzo dovuti ad immersione volontaria da parte degli utenti. Siamo sicuri che i fondali del nostro Belpaese siano ricchi di bellezza e le foto sott’acqua molto suggestive, tuttavia – complice forse qualche fraintendimento pubblicitario tra “resistenza agli schizzi” ed “impermeabile” – anche quest’estate i circuiti elettrici dei telefoni ne hanno pagato le conseguenze.
Il Covid si sa, ha cambiato in parte le nostre abitudini e lo ha fatto anche in termini di vacanze, lo dimostra l’incremento di incidenti in camper o in barca luoghi di incidente meno comuni negi anni precedenti.
Altro grande protagonista delle cause di rottura è stato il grande caldo.
A tal proposito i tecnici partner iFix-iPhone.com ricordano che “quando possible andrebbero tenuti ad una temperatura ideale di 22-24° o comunque all’ombra cercando di utilizzarli il meno possibile durante le ore più calde possibilmente mai con esposizione diretta e prolungata a raggi soloari o ancor peggio durante la fase di carica”. Da qui il cedimento da parte delle batterie che mai come quest’anno è stato il danno più comune (44.16%) occorso ai nostri dispositivi.
I più disattenti sono stati i giovanissimi nella fascia d’età 18-24 anni, i più diligenti invece (come sempre del resto) sono gli over 50 in buona compagnia con la fascia d’età 36-44 che per la prima volta scendono nella classifica.
Nessuna differenza invece degna di nota tra donne e uomini che in fatto di “rotture” nell’estate 2021 hanno riportato rispettivamente una percentuale del 48,9 per le donne e del 49,1 per gli uomini.
Ultima chicca la numerosissima richiesta di genitori che hanno contattato gli uffici iFix-iPhone.com a causa di bambini un pò troppo “vivaci”, che hanno bloccato o distrutto lo smartphone di parenti e amici di famiglia spesso lanciandolo per terra volontariamente…
*Lo studio è stato redatto dal WeFix Lab il Dipartimento Statistico di iFix-iPhone.com, il booking che seleziona i migliori centri assistenza smartphone.
I numeri fanno riferimento alle statistiche relative alla navigazione del sito, le richieste campionate dal supporto della piattaforma ed alle prenotazioni ricevute dalle singole province e regioni italiane oltre che richieste di supporto provenienti da residenti/domiciliati in Italia facenti richiesta dall’ estero per l’Italia, nel periodo 01 Giugno – 31 Ago 2021.
I più curiosi infine al seguente link possono trovare lo studio relativo al 2020 e anni precedenti: www.ifix-iphone.com/classifica-estate-2020.