Esce Bankageddon, il libro che racconta cosa è successo sui mercati dal 2008 con le vicissitudini di un ex banker della city
Milano, 7 novembre 2018 – Da dove viene e dove va a finire questa crisi senza sbocchi in cui siamo caduti dal 2008? Se siamo tutti indebitati fino al midollo, chi sono i creditori di tutto questo ben di Dio? Perché ci ritroviamo in questa situazione? C’è una via d’uscita in fondo al tunnel?
Queste e altre domande inquietanti sono l’ossessione che colpisce, non solo metaforicamente, il giovane banker della city londinese ingiustamente licenziato, protagonista del romanzo Bankageddon, che racconta cosa è successo sui mercati finanziari, e sull’economia, a partire dal 2008.
Mentre la crisi economica e finanziaria travolge tutto, lui cerca di ritrovare se stesso e i sogni infranti da uomini senza scrupoli della finanza d’assalto.
Poi la rinascita. Accompagnato dal sogno, trova l’amore sincero di Consuelo che rinnova la sua capacità di ascoltare la vita con emozioni autentiche. Sotto la guida di una presenza ormai costante e illuminante, Giovanni apre un blog di contro-informazione finanziaria per raccontare al mondo intero le vere cause della crisi.
Improvvisamente trova un tesoro insperato: una serie di antichi manoscritti. Documenti sconosciuti che gli sono stati regalati da un amico d’infanzia, nei quali scopre i racconti delle vite straordinarie di uomini che agli albori dell’economia utilizzarono la finanza per costruire un mondo migliore.
Sulla via del futuro, però, Giovanni viene misteriosamente rapito e si imbatte nel volto feroce di una misteriosa società segreta dotata di un potere inimmaginabile. Come dicono gli uomini di questa setta, i confini del bene e del male non esistono.
Niente è come sembra, nulla è semplice. E non c’è alcuna scelta priva di rischi.
Per scoprire come Giovanni ne verrà fuori, e come potremo uscire tutti dalle spire mortali di un’economia che non può più crescere all’infinito, bisognerà arrivare alle ultime pagine.
CHI È ALEX RICCHEBUONO
Alex Ricchebuono è un grande appassionato di storia economica ed evoluzione monetaria, scrive articoli e libri e da anni si occupa di divulgazione finanziaria.
Laureato in Economia e Commercio all’Università di Torino, ha lasciato l’Italia molto giovane per lavorare tra New York, Parigi e Londra con alcuni tra i più importanti gestori patrimoniali del mondo. Ha maturato oltre 20 anni di esperienza nel settore dell’Asset Management e dell’Investment Banking, ricoprendo ruoli di responsabilità per importanti società del settore finanziario come Credit Suisse, Janus Capital, Brevan Howard (UK), BNP Paribas e altri grandi operatori internazionali.
Nel 2013 è ritornato a Milano e attualmente è partner e responsabile per la distribuzione di fondi di terzi ad Advanced Capital SGR, prima società ad aver lanciato un fondo di fondi di Private Equity nel sud Europa.
Ha condotto il documentario in 4 puntate Money Art andato in onda su RAI 5, uno dei canali culturali della Radio Televisione Italiana, nel quale ha raccontato gli intrecci tra il mondo della finanza e quello dell’arte.
Ha inoltre ricoperto il ruolo di Presidente del Comitato Promotore delle Coniazioni Ufficiali di EXPO 2015.
Torino, 22 novembre 2018 –“Mi sono infiltrata in un callcenter perché volevo provare di persona le assurde condizioni di lavoro che sapevo essere al limite dell’assurdo. E una volta assunta mi è stato dato subito il target dei secondi per ogni attività che potevo svolgere, compreso l’andare in bagno per fare la pipì”.
A parlare è la scrittrice Barbara Appiano, Infiltratasi in un callcenter per avere una esperienza diretta,e poterne poi scrivere, per denunciare le condizioni di vita e di sfruttamento dei lavoratori del settore.
“Svolgevo il mio compito di video terminalista in uno stanzone enorme con altri 50 operatori alle prese con cuffie, telefoni e un display che scandiva il tempo di ognuno di noi. Un display tipo quelli degli aeroporti, che riporta però tutto quello che fai, e che non appena ti siedi ti tramuta improvvisamente in un numero” continua la scrittrice.
“Se per qualsiasi ragione perdi la telefonata in arrivo questa viene dirottata ad altri operatori, ma tu perdi minuti preziosi e vieni perfino multato. E se ti alzi perché ti viene da grattarti il naso e ti togli la cuffia, che è collegata al display del “grande spione”, ecco che riparte il conteggio dei minuti non lavorati.
Gli stessi minuti che insieme ai minuti della pipì, del pranzo e del caffè, vanno ad incrementare i tuoi minuti di pausa, diventando tutti insieme un dato che misura la tua inefficienza”.
L’alienazione del callcenter trova poi la sua massima espressione nella velocità che il video terminalista velocista deve avere dal momento che prende la telefonata, e deve risolvere il problema di chi chiama in 2 minuti.
Sforato questo tempo il “grande cervellone spione”, come un kapò da lager, fa una resoconto dei minuti sforati, e questi ti vengono poi detratti dalla busta paga.
“È un vero e proprio sfruttamento scientifico, di ogni singolo minuto della vita delle persone, comprese le 8 ore di formazione iniziali, che ho scoperto essere pagati da associazioni sindacali, con soldi presi dallo stato” dice ancora Barbara Appiano.
Una esperienza nuda e cruda, che viene raccontata senza filtri nel libro “Il pianista velocista a cottimo”, che riporta nel dettaglio l’alienazione delle “fabbriche telefoniche” dei callcenter.
Un racconto che vuole rimarcare proprio i valori della “fabbrica sentimentale” di Adriano Olivetti e la visione profetica di Pier Paolo Pasolini che predisse la massificazione della nostra società in tempi non sospetti, ben oltre 40 anni fa.
Un reportage che racconta la perdita dei valori universali di fratellanza e solidarietà, sostituiti dall’antagonismo e dalla competizione fra i lavoratori, dal loro sfruttamento alienante, nel nome della efficienza e della produzione” ci spiega ancora Barbara Appiano (www.appianobarbara.it).
Una infiltrazione coraggiosa quella della scrittrice vercellese, che l’ha portata ad osare fino ad essere scoperta nella sua missione di “testimone dell’alienazione”, e che l’ha trasformata in oggetto di minacce per la pubblicazione del libro.
Minacce che la scrittrice non ha però preso in considerazione, pubblicando per intero la sua esperienza.
Il libro è edito da Kimerik editore, con la prefazione della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia, docente di lettere al liceo Giordano Bruno di Torino e dottore di ricerca all’Università ‘La Sapienza di Roma”.
La prolifica Appiano ha in attesa di pubblicazione ben altri 5 romanzi, che la stessa ha illustrato in una vetrina sul proprio sito www.appianobarbara.it: a novembre uscirà la raccolta di aforismi “Adelante Palabra”, a gennaio 2019 “L’italia a fumetti, l’italia a denti stretti”, un romanzo a fumetti in cui i narratori saranno Topo Gigio e Calmero, e che narreranno la storia dell’Italia dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
In stesura anche un romanzo dal titolo provvisorio “La leggenda del pasticcere aviatore”, una storia semiseria e in parte vera che tratta della fame e della distribuzione del latte in Cile durante la presidenza di Allende che ha permesso ai bambini di ricevere mezzo litro di latte al giorno.
Il romanzo denuncia sulle condizioni di lavoro nei callcenter
Viareggio, 26 giugno 2018 – La scrittrice Barbara Appiano sarà a Viareggiomercoledì 27 giugno per una conversazione culturale con la cittadinanza in cui si parlerà del suo ultimo libro “Città senza semafori e case con le ruote”. L’incontro, a cura dell’ associazione culturale “Il giusto della vita” si terrà alle ore 18:00 presso Villa Argentina (Via Vespucci, 44), con la partecipazione di Silvia Parenti, della D.ssa Emma Sangiovanni e con le musiche di Irina Boutzmakova.
“Citta’ senza semafori e case con le ruote” è il romanzo folle e visionario dell’autrice Barbara Appiano, edito dalla Fondazione Mario Luzi Editore di Roma che opera sotto l’egida dell’ Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e collabora con l’Istituto Dante Alighieri e l’Accademia dei Lincei,
Si tratta di un vero e proprio romanzo visionario, così come descritto nell’introduzione “un romanzo sogno, caduto dalla bicicletta, quella di mio nonno”.
“Mio nonno Ernesto in questo romanzo si dimentica di morire, rimanda il suo funerale, incontra Babilon, una terremotata della città dell’Aquila, si uniranno a loro Robinson Crusoe e Venerdi, e chiuderanno la comitiva i Templari, guardiani del Tempio di Gesù” racconta l’autrice.
Questa combriccola diventerà la ‘Confraternita dei temerari dell’incenso’, e l’incenso sarà quello che respireranno a Petra, città che nell’antichità è stata il crocevia del commercio dell’incenso.
L’incenso odoroso nelle notti di luna con il falò acceso davanti alla città fantasma di Petra, porterà la Confraternita’ dei Temerari dell’incenso verso la città di Calcutta, i monsoni contrari al loro cammino li ribalteranno indietro e si troveranno senza saperlo nel deserto del Gobi, incontreranno un vecchietto che munito di bastone e mappamondo cammina senza faticare solcando la sabbia del deserto come fosse sull’acqua.
Si tratta di un ospite eccellente di questo romanzo, è Giordano Bruno, che terra’ una lectio magistralis sulla Natura e Dio.
In questo viaggio che è un giro nel mondo dei terremoti e delle alluvioni attuali e passate che hanno sotterrato civiltà e città che non avevano i semafori, la ‘Confraternita dei Temerari dell’Incenso’ interverrà sulle spiagge della Siria per aiutare una balena che persa la rotta si è spiaggiata davanti allo scenario devastante della guerra, arriveranno altre balene a spiaggiarsi, si che la guerra verrà sospesa sine die perché i paesi belligeranti con l’aiuto della ‘Confraternita dei Temerari dell’incenso’ insieme e collaborando e posando i fucili aiuteranno le balene a ritornare in mare.
La guerra finirà grazie all’aiuto delle balene.
“Città senza semafori e case con le ruote” parla anche di case, quelle che vi portate nelcuore, che munito di ruote viaggia nelle emozioni degli altri per farle vostre e parla di semafori accesi e funzionanti e non come quello di Cavaglia, in provincia di Biella, che non funziona dai tempi dei Templari” racconta ancora Barbara Appiano.
Semafori che daranno il verde per diventare una grande comitiva planetaria di sognatori che caduti dalle varie biciclette, che useranno i piedi con le ali per volare sopra il dolore.
“Tu mi hai dato il tuo male e io l’ho accolto nel mio cuore, ed è diventato dolore. Da li’ non se ne vuole andare perché vuole diventare amore”.
“CIttà senza semafori e case con le ruote”, un romanzo insomma che vuole dirci che l’amore aspetta che il semaforo spento si accenda, e non si spenga più.
Il ricavato del libro verrà in parte devoluto alla Pengo Life Project, associazione no profit che si occupa di divulgare in Italia il problema drammatico del bracconaggio cui sono sottoposti elefanti e rinoceronti.
L’associazione è spesso ospite della trasmissione ‘Arca di Noè’ del TG5, in cui la giornalista Maria Cocozza tempo fa lesse il racconto della stessa Barbara Appiano “L’orizzonte e il precipizio”, tratto da “La solitudine del giaguaro”, che narra le avventure di iShukuhru elefantina orfana.
Massa Carrara, 22 maggio 2018 – Sabato 26 maggio a Marina di Massa, provincia di Massa Carrara, si terrà la presentazione del romanzo “Umanità Anno Zero” della scrittrice Barbara Appiano.
Il libro, edito dalla Fondazione Mario Luzi Editore di Roma che opera sotto l’egida dell’ Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e collabora con l’Istituto Dante Alighieri e l’Accademia dei Lincei, è un romanzo di formazione, paragonato alle pietre miliari Pinocchio e al Piccolo Principe.
Il romanzo nasce dal ricordo dell’autrice che quando aveva 5 anni a Torino cercò di liberare un elefante dal circo dove si trovava con mamma e papà, ma riacciuffata dall’ ‘elephant guard’ non potè realizzare il sogno di libertà di quell’elefante.
Lo farà con Araba, elefantessa protagonista assoluta insieme a Calypso, che la libera dal circo, bimbo profugo siriano, e Benjamin, Gonzalo e Blasdemetrio tre bambini sopravvissuti alla guerra civile di El Salvador con un insegnante di musica veramente vissuta, la prof. Ausilia Basili, diventata Preside del Conservatorio Paganini di Genova.
Araba con questi piccoli amici attraverserà la storia e il tempo, rapirà la Statua della Libertà, “Lady Freedom”, la quale chiamati a raccolti tutti gli elefanti del mondo depredati delle loro amatissime zanne, gliele restituirà come in una cerimonia eucaristica in sostituzione dell’ostia di Gesù, grazie anche all’intervento di John Maynard Keynes che anche lui entrato in questo romanzo quale infiltrato, convincerà le banche ad aprire il loro caveau e a restituire le zanne ai legittimi proprietari.
E’ una cerimonia universale ove invitati tutti i depredanti del mondo bipedi, quadrupedi, anfibi e cetacei, i nativi d’ America invocheranno Ojkahuè le 5 virtù degli antenati: lealtà, giustizia, coraggio, libertà e amore.
“Umanità Anno Zero” terminerà con Pinocchio che mette a posto anche Krusciov e J.F. Kennedy sfrattandoli dalla Baia dei Porci.
“Umanità Anno Zero” come si capirà è un romanzo fantasmagorico dove la natura è l’assoluta protagonista del nostro mondo, quello che noi stiamo devastando.
Un romanzo fiume, un rafting letterario di grande forza che vi avvolgerà cambiandovi la visione della vita, che merita di arrivare sui comodini di tutti gli italiani.
Un romanzo che viene portato e letto dalla stessa scrittrice in un tour che tocca le scuole medie, per insegnare ai ragazzi i valori e gli ideali del rispetto della natura e di tutti gli essere viventi.
Un romanzo che è stato messo in vendita al prezzo popolare di 10 euro proprio per venire incontro ai ragazzi e stimolarli alla lettura.
Riguardo Barbara Appiano
Barbara Appiano, figlia del malcontento, ha all’attivo 6 libri: due pubblicati nel lontano 1990 e 1991, rispettivamente di poesia “Come un’idea come uno scherzo” edito da Ibiskos Editrice con prefazione del dott. Giulio Panzani, giornalista de “La Nazione” di Firenze recentemente scomparso, e “Una vita da raccontare, frammentarietà quotidiane ricomposte a penna” edito da Ibiskos Editrice.
Anno, il 1991, che ha visto Barbara Appiano ospite del Maurizio Costanzo Show.
Un percorso letterario lungo, incubato fino al 2016 con una scrittura visionaria trasfusa in “La solitudine del giaguaro, pensieri surgelati e nuvole sopra i sassi”, con racconti editi da Ibiskos Editrice Risolo.
Racconti di cui un estratto è stato scelto per essere letto dalla giornalista Maria Cocozza de la redazione dell’ “Arca di Noè” del TG5 lo scorso febbraio.
Da allora Barbara Appiano non si è fermata più.
A ruota escono “La semplicità degli ultimi, racconti mozzafiato di un mondo sbalestrato”, racconti editi nel 2017 da Ibiskos Editrice Risolo dedicati agli atleti diversamente abili della FISIP, la Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici e alla loro presidentessa Tiziana Nasi.
Sull’onda di una scrittura travolgente Barbara Appiano pubblica poi una raccolta di aforismi e pensieri definiti da lei stessa “ad alto tasso di combustione in divieto di sosta” dal titolo “Slow thinking, slow reading” edito nel 2017 sempre dalla Ibiskos Editrice Risolo.
È così che si giunge a questa fine d’anno in cui l’autrice regala al suo pubblico il suo primo romanzo “Umanità Anno Zero” mentre ad aprile 2018 uscirà il secondo romanzo “Città senza semafori e case con le ruote, romanzo visionario, romanzo sogno caduta da una bicicletta, quella di mio nonno” romanzo che sarà edito sempre dalla Fondazione Mario Luzi.
E sempre nel corso del 2018 uscirà ancora un nuovo romanzo.
Nel 2017 Barbara Appiano è stata selezionata con 3 sue poesie dalla Fondazione Mario Luzi per l’ottava edizione della ‘Enciclopedia della Poesia Contemporanea Italiana’.
Con lo stesso editore uscirà altra raccolta di poesie inedite segnalata al concorso internazionale di poesia ‘Adelante Palabra’.
Barbara Appiano si definisce “un artista a 360 gradi, che resta un’umile pellegrina della parola all’imbrunire di una società che si deve ridestare”.
Un’ autrice che è una studiosa del pensiero aristotelico e le sue opere, come la sua scrittura, sono una continua sperimentazione linguistica.
Barbara crede infatti nello studio delle lingue diverse fra loro in quanto, sempre secondo la stessa scrittrice “le lingue sono lo specchio di una civiltà ancorché i confini della geopolitica, perché la lingua è quella che conosciamo quando veniamo fuori dalla pancia della mamma“.
“Pertanto la lingua madre sempre con la semantica aristotelica del “significante per il significato” è un algoritmo come una sequenza infinita di numeri dopo lo zero”.
Fedele ad un isolamento artistico che la vede creare nella solitudine campestre di una casa immersa nella campagna vercellese, luogo di memoria e ricordi collegati alla amatissima mamma, Barbara Appiano devolve parte dei ricavati dei suoi libri allo I.E.O. e al Centro Cardiologico Fondazione Monzino di Milano, per la ricerca cardiovascolare e oncologica, strutture che hanno curato per molti anni la mamma amatissima e tuttora ricordata dall’autrice nei suoi libri, chiamandola “Giovannella la Gianduiotta”.
Parte del ricavato dei libri, visto il suo amore per gli elefanti, viene donato anche all’associazione ‘Pengo Life Project’, un progetto italiano che ha lo scopo di fare comunicazione sul problema gigantesco del bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti, due specie a rischio, visto che se non si riuscirà a fare nulla nel 2025 non ci saranno più elefanti, visto che vengono uccisi uno ogni 15 minuti.
Barbara Appiano resta semplice e se stessa sempre, fedele solo alla sua scrittura, l’unica che “la guida nel mondo come un cieco che ha ritrovato la luce dopo il buio”.
Ravenna, 16 maggio 2018 – Si terrà sabato 19 maggio la premiazione della terza edizione del concorso nazionale “I ragazzi delle scuole raccontano”. L’evento, patrocinato dall’Assessorato all’ Istruzione del Comune di Ravenna, si terrà alle 15,30 presso il bagno ‘Romea Beach’ a Marina Romea (Viale Italia 129), ,
Saranno presenti alla premiazione l’amministrazione comunale, i membri di giuria, i premiati e ragazzi selezionati per il quaderno del concorso, e il moderatore dell’evento Alessandra Maltoni, titolare Centro Servizi Culturali e socia Lion club International, Milano Marittima 100.
Alla terza edizione hanno partecipato e sono stati pubblicati gli alunni delle scuole: Ricci Muratori sezione medie ed elementari, Ravenna; Don Minzoni sez. medie, Ravenna; M. Montanari sez medie, Ravenna; M. Valgimigli sez. medie, Ravenna; Centro “Einstein non sa leggere “, Somma Vesuviana, Napoli.
I PREMIATI
Sezione Scuole Medie:
Primo classificato seconda media “Giovedì” Ricci Muratori Ravenna
Secondo classificato seconda media “ Grazie” Ricci Muratori Ravenna
Terzo classificato “ Il signor somma” Centro Einstein non sa leggere, Napoli
Sezione Scuole Elementari:
Primo classificato “Lui e Sai” Centro Einstein non sa leggere Napoli , quinta elementare
Premi Giuria:
Alla volontà e determinazione: “Chi ha catturato Emma” seconda media Ricci Muratori, Ravenna
All’empatia, finale poetico: “Autunno” seconda media scuola media Ricci Muratori, Ravenna
All’attualità, il bullismo: “E arrivano i nostri” seconda media scuola media M.Valgimigli, Mezzano
Giallo: “Una ladra come segretaria”, seconda media scuola media Ricci Muratori, Ravenna
Alla morale: prima A, scuola media Ricci Muratori, Ravenna
Vercelli, 4 aprile 2018 – È uscito “Citta’ senza semafori e case con le ruote”, l’ultimo romanzo ‘folle’ dell’autrice Barbara Appiano di Santhià.
Il libro è edito dalla Fondazione Mario Luzi Editore di Roma che opera sotto l’egida dell’ Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e collabora con l’Istituto Dante Alighieri e l’Accademia dei Lincei, e sarà reperibile in tutte le librerie e sui maggiori negozi online.
Si tratta di un vero e proprio romanzo visionario, così come descritto nell’introduzione “un romanzo sogno, caduto dalla bicicletta, quella di mio nonno”.
“Mio nonno Ernesto in questo romanzo si dimentica di morire, rimanda il suo funerale, incontra Babilon, una terremotata della città dell’Aquila, si uniranno a loro Robinson Crusoe e Venerdi, e chiuderanno la comitiva i Templari, guardiani del Tempio di Gesù” racconta l’autrice.
Questa combriccola diventerà la ‘Confraternita dei temerari dell’incenso’, e l’incenso sarà quello che respireranno a Petra, città che nell’antichità è stata il crocevia del commercio dell’incenso.
L’incenso odoroso nelle notti di luna con il falò acceso davanti alla città fantasma di Petra, porterà la Confraternita’ dei Temerari dell’incenso verso la città di Calcutta, i monsoni contrari al loro cammino li ribalteranno indietro e si troveranno senza saperlo nel deserto del Gobi, incontreranno un vecchietto che munito di bastone e mappamondo cammina senza faticare solcando la sabbia del deserto come fosse sull’acqua.
Si tratta di un ospite eccellente di questo romanzo, è Giordano Bruno, che terra’ una lectio magistralis sulla Natura e Dio.
In questo viaggio che è un giro nel mondo dei terremoti e delle alluvioni attuali e passate che hanno sotterrato civiltà e città che non avevano i semafori, la ‘Confraternita dei Temerari dell’Incenso’ interverrà sulle spiagge della Siria per aiutare una balena che persa la rotta si è spiaggiata davanti allo scenario devastante della guerra, arriveranno altre balene a spiaggiarsi, si che la guerra verrà sospesa sine die perché i paesi belligeranti con l’aiuto della ‘Confraternita dei Temerari dell’incenso’ insieme e collaborando e posando i fucili aiuteranno le balene a ritornare in mare.
La guerra finirà grazie all’aiuto delle balene.
“Città senza semafori e case con le ruote” parla anche di case, quelle che vi portate nelcuore, che munito di ruote viaggia nelle emozioni degli altri per farle vostre e parla di semafori accesi e funzionanti e non come quello di Cavaglia, in provincia di Biella, che non funziona dai tempi dei Templari” racconta ancora Barbara Appiano.
Semafori che daranno il verde per diventare una grande comitiva planetaria di sognatori che caduti dalle varie biciclette, che useranno i piedi con le ali per volare sopra il dolore.
“Tu mi hai dato il tuo male e io l’ho accolto nel mio cuore, ed è diventato dolore. Da li’ non se ne vuole andare perché vuole diventare amore”.
“CIttà senza semafori e case con le ruote”, un romanzo insomma che vuole dirci che l’amore aspetta che il semaforo spento si accenda, e non si spenga più.
Il ricavato del libro verrà in parte devoluto alla Pengo Life Project, associazione no profit che si occupa di divulgare in Italia il problema drammatico del bracconaggio cui sono sottoposti elefanti e rinoceronti.
L’associazione è spesso ospite della trasmissione ‘Arca di Noè’ del TG5, in cui la giornalista Maria Cocozza tempo fa lesse il racconto della stessa Barbara Appiano “L’orizzonte e il precipizio”, tratto da “La solitudine del giaguaro”, che narra le avventure di iShukuhru elefantina orfana.
Dalla quarta di copertina:
Città senza semafori, sprofondate in altra dimensione
La cronaca dei nostri tempi ci ha sovente abituati a un eccesso di misura spesso ben oltre ogni immaginabile fantasiosità e anche, talora, sconfinante in qualsiasi possibile tolleranza di cui siamo saturi, si pensi ad esempio alla cronaca nera o la cronaca di guerra che ormai da anni impazza nelle nostre vite attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Dare colore, corpo e forma, alla nostra proiezione ideale è una nuova via di percorrenza verso l’io, il grande Sé individuale e mondiale con cui tornare ad avere un dialogo pacificato e sereno, o quantomeno tentarne una possibile modalità di riavvicina- mento.
Barbara Appiano, con il suo folle romanzo visionario, con la rivoluzione di spirito e prospettiva, tutta squilibrata, trova un nuovo equilibrio, si oppone in un duello sfidante con tutti i tic e le smanie, le fobie e le devianze dei nostri giorni.
Vercelli, 19 febbraio 2018 – Santhià, una cittadina di provincia Vercelli, sabato 24 febbraio diventerà capitale della cultura, e di un mondo che vuole cambiare rotta.
Alle ore 10.30, presso la Biblioteca Civica di Santhià, si terrà infatti un interessante aperitivo letterario, ‘per astemi’ e ‘per vegani’ e con l’invito di tenere “fuori gli smartphone”, con l’autrice Barbara Appiano per parlare con lei di libri, cultura, natura e dei disastri a cui sta andando incontro l’uomo.
Il dibattito prenderà spunto dal libro ‘Umanità Anno Zero’, della prolifica e creativa autrice, un romanzo di formazione presentato al Circolo dei Lettori di Torino lo scorso gennaio, di cui molti stanno parlando.
Il romanzo sarà nuovamente protagonista con i suoi incredibili personaggi tra cui una elefantessa di nome Araba e i suoi piccoli amici, Calypso, Benjamin, Blasdemetrio, Gonzalo e Apostolo.
Nomi emblematici collegati alla sanguinosa guerra civile di El Salvador, e alla Siria, anch’essa devastata dalla guerra.
Calypso è una bambina che, decidendo di liberare Araba da un circo, dà il via al romanzo, che diviene così un frullatore e un grande contenitore delle gesta dell’umanità, ove tutto frulla, comprese distruzione, guerre e rinascite.
‘Umanità Anno Zero’ vuole essere un punto di partenza, un punto zero, cioè un luogo da cui l’umanità può ripartire per riscattarsi e prendere coscienza di sé.
Una umanità ormai bestiale dove i disvalori, con il mancato rispetto della natura, la svalorizzazione della stessa vita umana, se non vengono azzerati ridurranno il consorzio umano in un deserto di cuori.
L’evento sarà l’occasione per l’autrice di presentare anche il progetto culturale di trasformare il libro in un film attraverso un manifesto già pubblicato on line, ove l’autrice con forza e determinazione spiegherà perché un libro come ‘Umanità Anno Zero’ debba diventare un film come la favola di Pinocchio.
Perchè ‘Umanità Anno Zero’ e’ l’umanità degli animali che ci descrivono nella nostra banalità.
Durante l’aperitivo letterario Barbara Appiano leggerà inoltre la sua ‘Lettera aperta a Sua Maestà la Plastica’, protagonista delle nostre vite con un capitolo dedicato all’interno del romanzo.
La plastica vista dall’autrice e’ una presenza ingombrante e a suo dire quasi persecutoria, perché non c’e’ luogo ove non sia presente.
Per meglio polarizzare sugli effetti devastanti della plastica, con relativi derivati sociali e comportamentali, l’autrice presenterà anche una petizione dalla stessa lanciata su change.org dal titolo “L’arte non e’ un outlet” che sottolinea l’assurdità del nostro vivere e demonizza la frequentazione degli outlet, come il catechismo o come un luogo di svago, quasi fossero dei centri ricreativi.
Una triste massificazione che l’autrice ricorda volere essere stata prevista da un grande poeta geniale come Pier Paolo Pasolini, che ben oltre 40 anni fa come un visionario vide la dissoluzione del nostro vivere, una forma di antropologia all’incontrario dove l’uomo anzichè cercare rifugio nella natura che è la nostra prima madre, distrugge il suo ambiente per distruggere se stesso, in nome di un conformismo che appiattisce sempre più le menti.
Una distruzione narcotizzata da finto divertimento che aliena le nuove generazioni verso una forma di vuoto esistenziale, da riempire con gli outlet e gli smartphone, un’alienazione che abdica alla ricerca della felicità, come lo stato di natura che l’uomo vive da quando è sulla terra e cioè con una forma di partecipazione solidale con la natura e gli animali.
Barbara Appiano resta una persona semplice, che con una scrittura autentica e graffiante rifiuta ogni etichetta e apparentamento, facendo della sua scrittura “anti-sistema” un’alternativa di verità, di cui oggi il mondo ha tanto bisogno.
Il 24 febbraio 2018 a Santhia’ l’umanità avrà l’alternativa di scegliere altri modi di vivere e sentire, con una visione universale della vita, che è un abbraccio al mondo e ai suoi abitanti tutti, piante, animali e gli stessi esseri umani.
‘Umanità Anno Zero’ è un percorso impegnativo dove la Natura descritta con parole che trascendono e realizzano il mondo nella sua interezza vogliono svegliare l’amore sopito, che ognuno di noi porta dentro di sé.
“L’arte non e’ un outlet”, “Lettera aperta a Sua Maestà la Plastica” e “Dalle pagine di un libro, un manifesto per creare un film documentario per salvare il mondo”: non sono degli slogan per vendere ma le battaglie e gli urli di dolore dell’autrice
Un grido di allarme che comincia a riecheggiare e che Barbara Appiano non smetterà di portare in giro, per far sentire l’eco in tutto il mondo.
Un eco a cui parteciperà donando parte dei ricavati dei suoi libri all’Istituto Oncologico Europeo Centro Cardiologico Monzino, alla Ricerca cardio vascolare e alla Pengo Life Project, visto il suo amore per gli elefanti, un progetto italiano che mira a sensibilizzare il problema drammatico del bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti in Africa, che li hanno ridotti a rischio estinzione.
Ogni 15 minuti infatti viene ucciso un elefante e se non faremo nulla nel 2025 non ci sarà più un elefante sulla faccia della terra, privando le nuove generazioni di un patrimonio della natura dal valore incommensurabile.
“Vogliamo veramente tutto questo?” si chiede e ci chiede Barbara Appiano.
Vercelli, 15 dicembre 2017 – È uscito ‘Umanità Anno Zero’, un romanzo di formazione di Barbara Appiano ed edito dalla Fondazione Mario Luzi, che viene già paragonato a ‘Il Piccolo Principe’ e ‘Pinocchio’.
Barbara Appiano, scrittrice, produttrice di cultura e libera pensatrice, dopo ben 6 libri pubblicati di poesia e racconti, fa così il suo ingresso nel mondo dei romanzi.
Il romanzo nasce dal ricordo dell’autrice che quando aveva 5 anni a Torino cercò di liberare un elefante dal circo dove si trovava con mamma e papà, ma riacciuffata dall’ ‘elephant guard’ non potè realizzare il sogno di libertà di quell’elefante.
Lo farà con Araba, elefantessa protagonista assoluta insieme a Calypso, che la libera dal circo, bimbo profugo siriano, e Benjamin, Gonzalo e Blasdemetrio tre bambini sopravvissuti alla guerra civile di El Salvador con un insegnante di musica veramente vissuta, la prof. Ausilia Basili, diventata Preside del Conservatorio Paganini di Genova.
Insegnante che nel romanzo spiegherà la corrispondenza matematica fra musica e numeri attraverso il canone retrogrado di Bach.
Araba con questi piccoli amici attraverserà la storia e il tempo, rapirà la Statua della Libertà, “Lady Freedom”, la quale chiamati a raccolti tutti gli elefanti del mondo depredati delle loro amatissime zanne, gliele restituirà come in una cerimonia eucaristica in sostituzione dell’ostia di Gesù, grazie anche all’intervento di John Maynard Keynes che anche lui entrato in questo romanzo quale infiltrato, convincerà le banche ad aprire il loro caveau e a restituire le zanne ai legittimi proprietari.
E’ una cerimonia universale ove invitati tutti i depredanti del mondo bipedi, quadrupedi, anfibi e cetacei, i nativi d’ America invocheranno Ojkahuè le 5 virtù degli antenati: lealtà, giustizia, coraggio, libertà e amore.
“Umanità Anno Zero” terminerà con Pinocchio che mette a posto anche Krusciov e J.F. Kennedy sfrattandoli dalla Baia dei Porci.
“Umanità Anno Zero” come si capirà è un romanzo fantasmagorico dove la natura è l’assoluta protagonista del nostro mondo, quello che noi stiamo devastando.
Un romanzo fiume, un rafting letterario di grande forza che vi avvolgerà cambiandovi la visione della vita, che merita di arrivare sui comodini di tutti gli italiani.
Riguardo Barbara Appiano
Barbara Appiano, figlia del malcontento, ha all’attivo Barbara Appiano ha ben 6 libri: due pubblicati nel lontano 1990 e 1991, rispettivamente di poesia “Come un’idea come uno scherzo” edito da Ibiskos Editrice con prefazione del dott. Giulio Panzani, giornalista de “La Nazione” di Firenze recentemente scomparso, e “Una vita da raccontare, frammentarietà quotidiane ricomposte a penna” edito da Ibiskos Editrice.
Anno, il 1991, che ha visto Barbara Appiano ospite del Maurizio Costanzo Show.
Un percorso letterario lungo, incubato fino al 2016 con una scrittura visionaria trasfusa in “La solitudine del giaguaro, pensieri surgelati e nuvole sopra i sassi”, con racconti editi da Ibiskos Editrice Risolo.
Racconti di cui un estratto è stato scelto per essere letto dalla giornalista Maria Cocozza de la redazione dell’ “Arca di Noè” del TG5 lo scorso febbraio.
Da allora Barbara Appiano non si è più fermata.
A ruota escono “La semplicità degli ultimi, racconti mozzafiato di un mondo sbalestrato”, racconti editi nel 2017 da Ibiskos Editrice Risolo dedicati agli atleti diversamente abili della FISIP, la Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici e alla loro presidentessa Tiziana Nasi.
Sull’onda di una scrittura travolgente Barbara Appiano pubblica poi una raccolta di aforismi e pensieri definiti da lei stessa “ad alto tasso di combustione in divieto di sosta” dal titolo “Slow thinking, slow reading” edito nel 2017 sempre dalla Ibiskos Editrice Risolo.
È così che si giunge a questa fine d’anno in cui l’autrice regala al suo pubblico il suo primo romanzo “Umanità Anno Zero” mentre ad aprile 2018 uscirà il secondo romanzo “Città senza semafori e case con le ruote, romanzo visionario, romanzo sogno caduta da una bicicletta, quella di mio nonno” romanzo che sarà edito sempre dalla Fondazione Mario Luzi.
E sempre nel corso del 2018 uscirà ancora un nuovo romanzo.
Nel 2017 Barbara Appiano è stata selezionata con 3 sue poesie dalla Fondazione Mario Luzi per l’ottava edizione della Enciclopedia della Poesia Contemporanea Italiana.
Con lo stesso editore uscirà altra raccolta di poesie inedite segnalata al concorso internazionale di poesia “Adelante Palabra”.
Barbara Appiano si definisce “un artista a 360 gradi, che resta un’umile pellegrina della parola all’imbrunire di una società che si deve ridestare”.
Un’ autrice che è una studiosa del pensiero aristotelico e le sue opere, come la sua scrittura, sono una continua sperimentazione linguistica.
Barbara crede infatti nello studio delle lingue diverse fra loro in quanto, sempre secondo la stessa scrittrice “le lingue sono lo specchio di una civiltà ancorché i confini della geopolitica, perché la lingua è quella che conosciamo quando veniamo fuori dalla pancia della mamma“.
“Pertanto la lingua madre sempre con la semantica aristotelica del “significante per il significato” è un algoritmo come una sequenza infinita di numeri dopo lo zero”.
Fedele ad un isolamento artistico che la vede creare nella solitudine campestre di una casa immersa nella campagna vercellese, luogo di memoria e ricordi collegati alla amatissima mamma, Barbara Appiano devolve parte dei ricavati dei suoi libri allo I.E.O. e al Centro Cardiologico Fondazione Monzino di Milano, per la ricerca cardiovascolare e oncologica, strutture che hanno curato per molti anni la mamma amatissima e tuttora ricordata dall’autrice nei suoi libri, chiamandola “Giovannella la Gianduiotta”.
Parte del ricavato dei libri, visto il suo amore per gli elefanti, viene donato anche all’associazione ‘Pengo Life Project’, un progetto italiano che ha lo scopo di fare comunicazione sul problema gigantesco del bracconaggio degli elefanti e dei rinoceronti, due specie a rischio, visto che se non si riuscirà a fare nulla nel 2025 non ci saranno più elefanti, visto che vengono uccisi uno ogni 15 minuti.
Barbara Appiano resta semplice e se stessa sempre, fedele solo alla sua scrittura, l’unica che “la guida nel mondo come un cieco che ha ritrovato la luce dopo il buio”.
Milano, 17 ottobre 2017 – “La città degli aquiloni”, la fiaba più letta su Amazon.it, uscita in versione digitale quest’estate, è disponibile da ieri per acquisti e prenotazioni in tutte le librerie e megastore italiani.
In poche settimane il formato kindle del volume ha venduto diverse migliaia di copie, raggiungendo il vertice della classifica dei bestseller.
E eopo il successo del libro per bambini “Il mio amico Alfred“, con oltre 30.000 copie vendute e la straordinaria partecipazione in qualità di ospite, al recente Bologna Children’s Book Fair su invito di Amazon.com, Simon Sword ci regala oggi dunque una nuova fiaba dai contenuti profondi ed in grado di emozionare i nostri bambini.
Ma l’autore non sembra affatto stupito:
“Ammetto che vedere la mia fiaba per molti giorni, davanti agli ultimi romanzi di Saviano e Ken Follet mi ha fatto un certo effetto. Ma comprendo anche che molte famiglie oggi come oggi, hanno un’assoluta necessità di leggerezza e spensieratezza.
Una fiaba può allietare la notte di un bambino e del proprio padre o della propria madre anche dopo una giornata stressante.
La città degli aquiloni, narra le avventure di un piccolo orfanello di nome Peter e quelle di un misterioso vecchino, che fabbrica e dona splendidi aquiloni a tutti i bambini che incontra.
L’orfanello lo seguirà come un’ombra, passo dopo passo e la sua vita dopo quell’incontro cambierà per sempre.
Il messaggio che ho voluto trasmettere con questo libro è inerente alle tradizioni, per questo motivo ho deciso di ambientare il racconto in un paese montano, dove solitamente le tradizioni di un tempo resistono, nonostante tutto.
Costruire e fabbricare aquiloni ad esempio, oltre a essere una vera e propria arte va intesa anche come una tradizione da dover tramandare ai più piccoli”.
Le illustrazioni del libro sono state curate da Clarissa Corradin, che ha saputo caratterizzare il piccolo Peter alla perfezione, mentre per la realizzazione dell’e-book l’autore come di consueto si è affidato allo Studio83 di Milano.
Attualmente Simon Sword sta terminando la stesura di altri tre libri per bambini e nei prossimi mesi, non è esclusa una sua partecipazione ad altri eventi organizzati da Amazon.it
Roma, 11 ottobre 2017 – La scrittrice israeliana Esty G. Haym sarà in Italia dal 19 al 23 ottobre per due appuntamenti a Roma e Venezia per presentare il suo ultimo libro ‘Vite agli angoli’, vincitore del Brenner Prize nel 2014, che parla della memoria e dell’olocausto.
Il libro, edito in Italia da Stampa Alternativa, ci traghetta avanti e indietro nel tempo, raccontandoci la vita di quegli uomini e quelle donne che hanno vissuto agli angoli della storia e le cui vicende sono scritte in una “lingua minore” che non trova spazio nei libri ma che, nondimeno, ha diritto a essere ricordata.
Si parte da una scrivania in un appartamento sul monte di Haifa. Un bicchiere di arak, una tazza di the verde per lavarsi la coscienza e una sigaretta che si consuma ogni volta come fosse l’ultima. Al centro, un’ Olivetti Lettera 32, oggetto carico di simbologia, che non è solo un reperto da scrittore vintage, ma funziona come una sorta di macchina del tempo della memoria.
È battendo sui suoi tasti che Dvori Stern, cinquantenne insegnante disillusa, ricostruisce la storia di Ester-néni, una sorella minore della nonna piombata una notte a casa loro dall’Ungheria, dopo una travagliata fuga dalla cortina di ferro, con un bagaglio di sregolatezza e solarità, ma anche con un’indicibile tragedia nascosta tra le pieghe del passato.
Ester-néni scriveva racconti in ungherese ed è lei a introdurre Dvori al mondo della letteratura e a consegnarle l’Olivetti Lettera 32.
Con la macchina le consegna anche il dovere della memoria, che presto si trasforma in un’indagine sul passato, su quella fuga rocambolesca dall’Ungheria, su ciò che Ester fece e ciò che non fece, sul perché salvò degli estranei anziché la sua famiglia.
Grazie al sostegno dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata d’Israele, la scrittrice Esty G. Hayim sarà in Italia dal 19 ottobre per presentare il suo romanzo Vite agli angoli, pubblicato da Stampa Alternativa.
Due gli appuntamenti con la scrittrice:
A Roma il 19 ottobre dalle 18.30 alla libreria Notebook dell’Auditorium Parco della Musica, dialogherà con l’autrice lo storico della Shoah Paolo Coen.
A Venezia il 22 ottobre alle ore 16, Esty G. Hayim incontrerà il giornalista, autore e traduttore Alon Altaras, presso il Museo Ebraico della Memoria in Campo di Ghetto Nuovo, 2902/b.
L’OPINIONE DI «HA’ARETZ»
«Il romanzo è assolutamente convincente nel seguire Dvori che, nella sua infanzia, vive in un mondo di fantasia e storie e, nella vita adulta, continua ad abitare nella stessa casa, spaventata dal mondo esterno. La scrittura è uno dei temi centrali: Dvori adulta sta scrivendo la storia della sua famiglia per dare voce alle “vite agli angoli” ma, allo stesso tempo, per affrancarsi finalmente da loro e dalle loro storie dell’Olocausto. Il romanzo va letto quindi anche come una via di fuga dalla e al contempo verso la storia familiare. Questa doppia fuga viene condotta con talento e coraggio, e dona al romanzo complessità e ricchezza». Avrahahm Balaban, «Ha’aretz»
CHI È ESTY G. HAYIM
Esty G. Hayim (Giaffa, 1963), scrittrice e attrice tra le più note in Israele, ha studiato teatro e recitazione all’Università di Tel Aviv. Attualmente insegna scrittura creativa e scrive recensioni letterarie per i quotidiani del Paese. È autrice di quattro romanzi e di una raccolta di racconti brevi, che le sono valsi diversi premi. Vite agli angoli (Corner People) è stato pubblicato con grande successo di critica e ha ricevuto il Brenner Prize nel 2014.
VITE AGLI ANGOLI pagine: 416
formato: 12 x 17 cm prezzo: euro 18,00
ISBN: 978-88-6222-595-3 uscita: 5 ottobre 2017
Traduzione di Olga Dalia Padoa
Vincitore del Brenner Prize nel 2014