Come far funzionare la coppia: amarsi per saper amare l’altro

Roma, 24 giugno 2022 – Si sente spesso parlare del concetto “amarsi per amare l’altro“, concetto veritiero, ma che molti trovano un poco confuso. Cosa veramente significa amarsi? Come si capisce se ci stiamo amando o se ci manca l’ingrediente dell’amor proprio nella nostra relazione di coppia e stiamo cadendo nella dipendenza affettiva?

Cosa significa amarsi?

L’amor proprio è alla base di una relazione d’amore sana con l’altro e si manifesta con una autostima difficile da scalfire e con l’ accettazione della propria persona a tutto tondo, con pregi e difetti. Proprio la questione “difetti” diventa fondamentale per poter riconoscere una persona che ha una sana autostima.

Che siano difetti fisici o psichici, se una persona sa accettarli ed accettarsi riconoscendoli, si può dire che abbia una visione non solo realistica di sé stessa, ma anche che abbia una autostima sana ed equilibrata.

Sapere ed accettare di sbagliare, riconoscerlo, risulta fondamentale per saper chiedere scusa in un dato momento e ritrattare se c’è bisogno di cambiare. Questo aiuta nel dialogo con l’altro, nella comunicazione di coppia, nella comprensione e nell’atteggiamento propositivo di entrambi i partner .

Per una sana autostima, si sa che il ruolo dell’infanzia è fondamentale, il rapporto coi propri genitori, la maniera in cui si é ricevuta l’educazione e il legame affettivo, risultano importanti.

Si può comunque arrivare ad avere un’ autostima sana, sebbene non si abbia avuto un’infanzia per così dire “idilliaca”, grazie alla psicoterapia.

Al riguardo Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ci ricorda che “da alcune settimane il decreto per attivare il Bonus Psicologo è stato firmato dal ministro Speranza. Il Bonus Psicologo è utile anche per chi aspira a gestire meglio il proprio rapporto di coppia. Consiste in un contributo fino a 600 euro per effettuare delle sedute con psicoterapeuti regolarmente iscritti al relativo albo professionale. Per tale scopo sono stati assegnati 10 milioni di euro per l’anno 2022.

Adesso, dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale, il tutto sarà gradualmente operativo e si potrà così aiutare chi non può permettersi di pagare di tasca propria le sedute di terapia di coppia“.

A proposito di autostima, la dr.ssa Cristina Mitola, collaboratrice del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che grazie all’accettazione del sé, si instaura una relazione con l’altro, col partner, molto più sana, fatta di dialogo, fiducia, una comunicazione sana e libera.

La dipendenza affettiva invece, che molti scambiano per amore, ma che in realtà non è altro che un “riempitivo amoroso” volto a supplire le carenze dell’ infanzia, ostacola una serena vita di coppia.

La dipendenza affettiva è molto difficile da vedere e molte volte non se ne riconosce la tossicità.

Per questo, quando la coppia sente che il dialogo sta venendo meno, la fiducia anche e la stima nei confronti dell’ altro vacilla, si consiglia, prima di prendere drastiche decisioni, di ricorrere ad un terapeuta di coppia in grado di mediare tra le due parti, evidenziare la tossicità eventuale nella dinamica relazionale e sanare ciò che è sanabile.

L’ amore è sereno e da serenità, la dipendenza affettiva crea invece ansia ed incomprensioni inutili.

Queste ultime potrebbero essere risolte facilmente con una buona psicoterapia e la volontà di cambiare e migliorare.
Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” ha quindi deciso di offrire in tutta Italia e in 24 paesi esteri, tramite i suoi 393 collaboratori, un servizio di aiuto psicologico per gestire al meglio la vita di coppia.

L’appuntamento potrà essere telefonico, online o dal vivo e si potrà avere l’aiuto di Psicologi e Psicoterapeuti professionisti, a prezzi accessibili, contattabili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Si può contattare il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” al numero 0622796355, al numero 3773961178, o tramite il sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

 

Amore: quando il bugiardo patologico complica le cose

Roma, 20 ottobre 2021 – Chi di noi non ha mentito almeno una volta nella vita? La risposta sarà che almeno una volta nella vita tutti hanno mentito. I bambini ad esempio mentono moltissimo, un po’ per gioco, un po’ per sfidare gli adulti, un po’ per testare le proprie capacità. Gli adulti mentono per svariati motivi, come per proteggere una persona cara o un partner da un dispiacere o per giustificare una propria mancanza o un proprio errore. In amore, per questo, molte persone hanno la tendenza a mentire.
Un atto che, da un certo punto di vista, potrebbe essere addirittura considerato un processo fisiologico e normale.

E allora quando è che si parla di ‘bugiardo patologico‘?

É importante fare una distinzione tra bugiardo patologico e bugiardo compulsivo.

Bugiardo patologico: è un bugiardo cronico, fa delle sue bugie uno stile di vita. Il suo obiettivo è manipolare le persone per portarle a fare ciò che lui desidera. Non si cura delle conseguenze del proprio comportamento, persevera nella sua pratica, dritto verso i suoi scopi e non è minimamente empatico.

Bugiardo compulsivo: mente per abitudine, non in maniera manipolativa. La bugia appare come l’unico modo per lui di affrontare la realtà, è una pulsione compulsiva e, quindi, incontrollabile.

Il Bugiardo patologico spesso ha imparato a mentire fin dall’infanzia, come difesa psicologica. Questo nasconde una grave carenza di autostima. Molte volte ci troviamo davanti a un quadro patologico più ampio. In più non sempre c’è una netta distinzione tra i due tipi di bugiardo, infatti un bugiardo patologico può essere anche compulsivo.
In generale possiamo comunque ipotizzare che siano persone non pienamente consapevoli dei propri limiti e del loro funzionamento.

Come riconoscere un bugiardo patologico?

Mente molto spesso, riguardo l’amore, il lavoro, le attività svolte, le amicizie, le relazioni passate, ecc. Ha bisogno di sentirsi speciale, non accetta alcuna sua fragilità e mente per abbellire e ingigantire ogni sua realtà.
Molte volte racconta agli amici episodi accaduti in maniera esagerata, inventando particolari che non sono accaduti, per raccontare ogni aspetto della sua vita in maniera grandiosa.
Succede spesso che creda e si identifichi con le sue stesse bugie, tanto da modificare i propri ricordi che si confondono con la realtà.

L’obiettivo delle sue bugie è quello di manipolare gli altri, che gli servono soprattutto a scopi narcisistici (farlo sentire importante, potente, far agire altre persone per suo tornaconto, etc). Non è empatico, infatti non bada e non si preoccupa delle emozioni e dei sentimenti degli altri. Indagando sul passato lavorativo si scoprirà che spesso ha cambiato lavoro (magari per conflitti con i responsabili, anche se non lo ammetterebbe mai).

Indagando invece il suo passato sentimentale sembra abbia avuto infinite relazioni, ma non si riesce a coglierne la natura e nessuna gli è rimasta nel cuore. Fa fatica a riconoscere le proprie responsabilità in un conflitto, sono sempre gli altri a sbagliare e lui non ha mai torto.
Spesso è svalutante con le persone che gli stanno accanto. Questo lo mette in una posizione di superiorità e rende le persone sempre più dipendenti da lui.

Se le sue menzogne vengono scoperte diventa aggressivo ed evasivo.
E’ vago nel dare chiare informazioni sui suoi impegni. Spesso capita che si assenti e non si riesca a capire dove sia stato. I suoi racconti sono nebulosi e pieni di contraddizioni/contrattempi. Ma anche ricchi di particolari.
Mente sempre con il sorriso e guardando negli occhi l’interlocutore.
Le sue relazioni si basano sulla passione, quando con il passare del tempo la passione diminuisce, non sa in che altro modo gestire il rapporto.

Spesso sono persone affascinanti e seduttive, collezioniste di storie d’amore.
Ha difficoltà ad essere fedele poiché ha bisogno di continue tensioni eccitatorie che lo facciano sentire vivo e cerca continue conferme del proprio fascino.
Le menzogne sono la sua dipendenza.

Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, ci ricorda che la “menzogna patologica “risulta un sintomo presente in diversi disturbi, ma soprattutto nel disturbo istrionico di personalità (caratterizzato da una modalità di eccessiva ricerca di attenzione) e nel disturbo narcisistico di personalità (caratterizzato da una modalità in cui si ricerca ammirazione e si ha una mancanza di empatia verso gli altri).
Interagire con un partner bugiardo patologico, fa sentire le persone manipolate e tradite.
In tali situazioni la vita sentimentale diventa veramente difficile da gestire.

Cosa succede al partner del bugiardo patologico?

Il bugiardo patologico non ha consapevolezza della sua problematica, tendenzialmente narcisista, si lega a persone fragili. Con il passare del tempo il/la partner diventerà sempre più dipendente e, nonostante le bugie, non riuscirà a separarsi. Questo spesso porta a relazioni disfunzionali. Il bugiardo patologico reagisce tendenzialmente con aggressività quando le sue bugie vengono scoperte dal partner, che subirà quindi un comportamento svalutante, pieno di rabbia e frustrazione. E le bugie continue causano una stanchezza psichica davvero molto forte del partner, che vorrebbe aiutare l’amato/a, ma non sa come fare. A lungo andare può anche succedere che il partner del bugiardo patologico cada in depressione, o slatentizzi comportamenti disfunzionali.

Cosa fare allora?

L’unico aiuto che un partner può dare è cercare di far prendere consapevolezza del problema al bugiardo patologico, ma per guarire dovrà seguire un percorso psicoterapeutico.

Francesca Mero, psicologa del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, sostiene che “solitamente alla base di questo funzionamento vi sia una carenza profonda, vissuta sin dall’infanzia. Carenza che non è mai stata affrontata ed elaborata. La persona allora si crea questa maschera per difendersi da un senso di impotenza profonda, dalla mancanza di autostima e da sentimenti di tristezza e vuoto. Spesso da piccola si é sentita sola, incompresa e non é capace di stabilire dei legami veri e profondi. La difesa psicologica della menzogna, infatti, impedisce di legarsi realmente a qualcuno, evitando di entrare in connessione con i sentimenti propri e altrui. Raramente si fida degli altri e si lascia guardare dentro. Il modo di porsi grandioso, la sicurezza nel parlare e nel comportarsi nascondono aspetti depressivi e sofferenti molto gravi”.

Per questo nel corso di un percorso psicoterapeutico sarebbe utile:

– Aiutare la persona a prendere consapevolezza della pervasività della dipendenza a mentire e di quanto possa essere distruttivo il potere esercitato da questa su di lei e sulle persone care;
– Comprendere quale sia il bisogno emotivo sottostante alla bugia, cosa significa per lei, cosa intende ottenere e se, comportandosi in questo modo, lo ottiene davvero;
– Ricostruire la storia della persona per cercare di capire quando il bisogno di mentire è comparso.
Un esercizio utile potrebbe essere quello di tenere traccia, scrivendo, dei propri comportamenti disfunzionali (bugie, tradimenti, mancato controllo degli impulsi, etc. ). Questo è un esercizio di autoconsapevolezza e serve per capire e non dimenticare la realtà al fine di non perseverare nella realtà inventata.

Un consiglio per il partner è quello di non accettare le bugie, è utile smascherarle chiedendo al bugiardo l’autoriconoscimento delle sue fantasie. Tutto ciò è finalizzato ad offrire spunti di riflessione che, se accolti, dovrebbero portare a un aiuto psicologico per risolvere la sintomatologia.

Il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, grazie alla sua rete professionale di 351 psicologi, offre in tutte le regioni italiane (e in 22 paesi esteri) un servizio di aiuto per chi, direttamente o indirettamente, ha a che fare con tali problematiche.

Il servizio è offerto in 27 lingue, i prezzi sono accessibili e gli psicologi lavorano 7 giorni su 7.

Per contattare il Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est” telefonare al numero 06 22796355 o al numero 392 9050134 o visitare il sito www.pronto-soccorso-psicologico-roma.it.

 

 

 

 

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