La lettera a Mario Draghi: “Il Recovery Plan deve essere occasione di rilancio del settore marmifero italiano”

La lettera a Mario Draghi per chiedere misure per il rilancio del settore marmifero italiano: a scriverla una nota azienda del settore, la Stilmarmo di Apricena (Foggia)

Foggia, 22 febbraio 2021 – Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, che chiede di rilanciare il settore marmifero italiano. A stilarla i responsabili della Stilmarmo di Apricena, in provincia di Foggia, nota industria di import ed export di marmi e pietre.

Questi alcuni passaggi della lettera indirizzata al Presidente Draghi.

L’Unione Europea, per il suo sviluppo, ha individuato 14 materie prime strategiche e tra queste, quelle maggiori, si trovano sotto i nostri piedi: i “marmi” e le “pietre ornamentali”, di cui il bacino marmifero di Carrara e quello di Apricena rappresentano la maggiore “espressione” della natura. Disponiamo, insomma, di straordinarie “risorse” e abbiamo competenze e professionalità. Ma non bastano.

Occorre che il nostro Paese ripensi velocemente la propria politica economica, industriale e, soprattutto, culturale. Il “Recovery Plan” rappresenta il momento giusto per farlo e la sede più opportuna per assegnare ai “marmi” e alle “pietre ornamentali” un ruolo strategico nell’economia nazionale.

I marmi e le pietre ornamentali sono green

Sono risorse “naturali”, green dalle origini. Non è necessario utilizzare fonti primarie di energia per la loro produzione: i “marmi” e le “pietre ornamentali” sono semplicemente sotto i nostri piedi. Vanno soltanto estratti e poi lavorati. La loro durata è senza compromessi e senza pari. Lo testimonia la storia millenaria.

Per uscire dalla crisi, come non pensare, dunque, di puntare su queste straordinarie “risorse” naturali? Ciò potrebbe costituire la terza rivoluzione industriale, se soltanto si considerasse che anche gli “scarti” di estrazione e lavorazione non sono “rifiuti” ma “materia prima secondaria”. Si pensi all’uso tradizionale della “polvere di marmo” come additivo per dentifrici. Secondo gli scienziati, la “farina di pietra” potrebbe anche essere utilizzata come riempitivo per asfalto, cemento, gesso e molto altro. Ma nessuna di queste possibilità ha ancora raggiunto una svolta di mercato, per mancanza di adeguate politiche di sostegno a queste “nuove” economie circolari.

Cosa può, dunque, fare al riguardo il nostro Governo nell’immediatezza? Tantissimo. A partire dall’inserire i “marmi” e le “pietre ornamentali” d’Italia nel “Piano strategico di resilienza e rilancio nazionale”, si creerebbero le premesse per intraprendere la strada di una crescita economica di lungo termine.

Risorse che vanno protette dallo Stato

In che modo? Innanzitutto, tutelando legislativamente le nostre “pietre naturali” dalla concorrenza sempre più crescente di “prodotti ceramici”, che riproducono ormai fedelmente i nostri “marmi” pur non avendo nulla di marmo e che vengono addirittura commercializzati utilizzando impropriamente i nomi delle nostre “pietre naturali”.

Se non tuteliamo i nostri materiali, complice la crisi in atto, le cave ed i laboratori di lavorazione pietre e marmi saranno costretti a ridurre drasticamente il numero degli addetti se non a chiudere i battenti.

I territori interessati perderebbero così altri posti di lavoro diretti e nell’indotto, in un drammatico momento storico. I prodotti non agricoli meritevoli di tutela costituiscono un rilevante potenziale economico, che oggi non possiamo sfruttare appieno.

L’estensione, ad esempio, di protezione di IG (Indicazioni Geografiche) a tali prodotti porterebbe un notevole vantaggio potenziale per le PMI coinvolte ed un contributo significativo all’occupazione e alla crescita economica dei territori interessati.

Gli interventi urgenti 

Per far recuperare quel necessario vantaggio competitivo alle nostre “pietre naturali” in un mercato globalizzato fatto di costi del lavoro disomogenei, occorre intervenire, al più presto, sovvenendo l’industria estrattiva italiana e quella della lavorazione “in loco” di marmi e pietre con misure di sostegno ad hoc.

Ad esempio, prevedendo contributi a fondo perduto e/o crediti d’imposta in conto costi di sbancamento di cava, macchinari, attrezzature e mezzi d’opera nonché a valere sulla promozione e diffusione in tutto il mondo delle nostre “meraviglie” naturali; incentivando, all’uopo, sinergie tra le PMI del settore e le Università italiane; introducendo, altresì, il “gasolio marmifero”, al pari del “gasolio agricolo” e di quello “nautico”.

Subito il “mutuo marmifero”

I “marmi” e le “pietre ornamentali” rappresentano la maggiore risorsa del sottosuolo italiano e contribuiscono al Pil nazionale per un valore di poco superiore all’1%. Un valore di tutto rispetto, che legittimerebbe una maggiore attenzione del mondo creditizio attraverso l’istituzione di forme tecniche di credito specializzato, costruite “su misura” in funzione delle peculiarità del suo processo estrattivo (caratterizzato da consistenti investimenti iniziali in sbancamento di strati sterili per la successiva messa in produzione del giacimento utile), che oggettivamente necessita di periodi di preammortamento finanziario molto più lunghi rispetto a quelli comuni.

Manca, nel nostro sistema, il “credito estrattivo-marmifero”, essendoci, viceversa, il “credito agrario”, il “credito peschereccio” e quello “edilizio”.

L’istituzione di “forme tecniche di credito specializzato” rappresenta – oggi più di allora, essendo ormai “globale” il contesto in cui siamo destinati ad operare – la condizione necessaria ed indispensabile per dare effettivo slancio ad un settore “strategico” qual è quello estrattivo-marmifero.

La “Grande Crisi” che stiamo vivendo, tra forti spinte innovatrici globali e residue resistenze domestiche, potrebbe essere l’occasione giusta per scrivere (insieme) una rivoluzionaria pagina del cambiamento necessario”.

APRICENA STONE IN THE WORLD – www.stilmarmo.it

 

 

 

Premier Mario Draghi

 

Palazzo direzionale STILMARMO

 

 

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Luca Barbareschi: “Noi italiani veniamo da lontano”.

L’attore, regista e produttore cinematografico, patron del Gruppo Eliseo di Roma e presidente del Premio Penisola Sorrentina, invoca un giudizio morale nell’economia.

 

Roma, 3 dicembre 2020 – Continua il dibattito culturale e mediatico tra gli addetti ai lavori scaturito dalla nascita della “Carta di Sorrento”, il manifesto per i venticinque anni del Premio “Penisola Sorrentina” che coniuga in una visione olistica i settori fondamentali per lo sviluppo del Paese, ossia turismo, ambiente e cultura.

Tra gli ispiratori delle riflessioni, che sono pervenute ad un team di esperti coordinato da Luigi Cerciello Renna per la stesura dei venti principi che compongono la Carta, c’è il produttore, attore e regista Luca Barbareschi, patron del Gruppo Eliseo, da qualche anno alla guida della giuria del prestigioso riconoscimento diretto da Mario Esposito.

Ecco quanto dichiara Luca Barbareschi a proposito del documento programmatico, che dopo la presentazione ad ottobre scorso ha avviato un lungo percorso di consultazioni, inchieste pubbliche, partecipazione a livello regionale e nazionale, prima di arrivare all’attenzione del legislatore e del decisore pubblico:

Noi italiani – afferma Barbareschi –  veniamo da lontano, da una storia straordinaria fatta da uomini straordinari. Abbiamo capito l’importanza della secolarizzazione per uscire da guerre religiose che hanno portato l’Europa in una profonda crisi. Gian Battista Vico da Napoli ispirava i migliori pensatori d’Europa e grazie alle sue idee si è arrivati al punto più alto di una visione geopolitica e culturale dell’Europa. Forse non tutti sanno che Goethe era ministro delle finanze in Germania (sul marco tedesco c’erano i versi del Faust); Churcill prima di essere un grande statista fu anche Premio Nobel per la letteratura. Eppure questo trionfo di razionalità ha portato a due guerre mondiali, cento milioni di morti, l’esaltazione di uomini psicotici, come Hitler, Mussolini, Stalin, ecc. Oggi bisogna ripartire da quell’equilibrio tra la spiritualità e l’economia; per far ciò però forse occorre inserire una parola fondamentale che sia il collante tra quelle due: moralità.  Moralità nell’economia. Moralità nella politica. Uscire dalla stupidità del giudizio moralistico sulle opere degli artisti. Non vivere con l’idea del potere, ma tornare a crescere nella nostra tradizione giudaico-cristiana con il potere delle idee”.

Di grande significato appare, dunque, il ruolo che il Premio “Penisola Sorrentina”- dopo venticinque anni di attività – sta intraprendendo, facendosi, attraverso la “Carta di Sorrento”, portatore di valori costituzionalmente garantiti, depositari di una narrazione del Paese trasversale, laterale, divergente, intrinseca, dove il principale strumento di comunicazione scelto per promuovere il dibattito e lo sviluppo, anche turistico, dei territori che la kermesse riuscirà a coinvolgere, sarà quello dell’audiovisivo.

È  in produzione, con il patrocinio della Regione Campania Settore Cinema e Audiovisivo,  uno speciale documentario per i 25 anni del “Premio Penisola Sorrentina”, denominato “Residenze artistiche” : il racconto di un viaggio a Sorrento tra gli abitanti e gli ospiti della prestigiosa kermesse, costruito per approfondire la bellezza e le potenzialità di un territorio, messo a dura prova dal Covid.

 

 

Cultura: COVID-19, testimonianze dagli “arresti domiciliari”

Un libro-testimonianza curato dal giornalista Vincenzo Califano raccoglie interventi e interviste sul Covid e sui cambiamenti avvenuti in settori nevralgici del Paese come il turismo, la giustizia, l’istruzione. Tra i contributi quelli di economisti, docenti universitari, magistrati  e dell’assessore regionale all’istruzione Lucia Fortini. Per il settore culturale le dichiarazioni di Mario Esposito, manager e promotore del Premio “Penisola Sorrentina”

Sorrento, 12 maggio 2020 – “Covid 19 Il Paese che verrà – testimonianze dagli arresti domiciliari: si intitola così il libro-testimonianza curato dal giornalista Vincenzo Califano, che apre uno spazio ampio ed intenso di riflessione sul tema del Covid e sugli scenari futuri del Paese in settori nevralgici come il turismo, la fede, la giustizia, l’istruzione.

È un volumetto edito dalla testata “Mezzogiorno e Dintorni”, che raccoglie interviste ad illustri protagonisti legati al territorio sorrentino ed operanti a livello nazionale ed internazionale in ambiti centrali.

È un dialogo confronto con una attualità che, profondamente segnata dal cambiamento, richiede uno sforzo supplementare di analisi per coglierne le dimensioni strutturali e la direzione di marcia.

Lo stesso curatore spiega così la genesi del volume e della idea che ne è alla base: “Costretti agli ‘arresti domiciliari’ per tentare di sconfiggere il mostro che ha sconvolto le nostre vite, gli italiani hanno cominciato a dar prova di capacità straordinarie. Coerentemente con il mio lavoro e con la mia passione, quella di scrivere, ho pensato di dare anch’io un contributo sviluppando, grazie alla disponibilità dei protagonisti che ho intervistato, una riflessione condivisa sul presente e soprattutto sul futuro che ci attende: il Paese che verrà, senza punto interrogativo, perché riguarderà tutti noi, volenti o nolenti. ”.

Un volumetto originale e di grande interesse contemporaneo, in cui si incrociano profili umani e professionali diversi, alcuni dei quali segnati anche più da vicino dal Covid-19, che hanno combattuto e sconfitto.

Una sorta di diario, che diventa documento storico di un momento particolare e difficile, animato dallo scopo precipuo di individuare una immagine nuova del Paese, che segua un filo conduttore unitario e coerente e che colleghi, in maniera produttiva, i concetti di turismo, food, cultura, istruzione.

Un volumetto impregnato di “humanitas”, in cui a prendere corpo sono, oltre che contenuti specifici, scientifici e personali , le “ragioni del cuore”, come evidenzia in chiusura del libro l’intervento dello scrittore sorrentino Raffaele Lauro.

Con questa pubblicazione, Califano dimostra la sua vocazione giornalistica e istituzionale di lungo corso, di interprete dotato di capacità analitica, dotato anche di quella regola (che poi è un pregio raro) del grandangolo riflessivo, capace di affrontare con luce diversa i temi cruciali per lo sviluppo delle regioni meridionali. Non a caso egli ha intrattenuto lunghi e cordiali rapporti con gli insegnamenti di Giuseppe Galasso, e da sempre si è interessato al territorio, sia nell’attività politica che in quella giornalistica.

Ecco i nomi dei protagonisti del volumetto, tutti importanti rappresentanti della società civile:  Mons. Francesco Alfano (Vescovo della diocesi Castellammare-Sorrento), Gennaro Fusco (Banca Popolare del Mediterraneo), Mario Esposito (direttore del Premio Penisola Sorrentina), Claudio D’Isa (magistrato- presidente IV e VII sezione penale di Cassazione), Francesco Saverio Esposito (avvocato e giurista), Gaetano Mastellone (bancario e manager), Giuseppe Stinga (imprenditore), Lucia Fortini (Assessore all’Istruzione della Regione Campania), Antonio Volpe (dirigente scolastico Istituto superiore di Roma Biagio Pascal), Gigliola De Feo (diurettrice “La Falegnameria dell’attore” di Napoli), Michele Guglielmo (esperto di turismo e presidente dell’Associazione Aria nuova), Alberto Corbino (esperto di economia sostenibile), Alfonso e Livia Iaccarino (Ristorante “Don Alfonso”), Maurizio Santomauro (docente del Dipartimento di Emergenze Cardiovascolari Università di Napoli Federico II),  Paolo Trapani (giornalista), Claudio D’Esposito (Presidente Sezione WWF Terre del Tirreno), Valeria Riccardi (magistrato Procura di Napoli), Fabrizio d’Esposito (giornalista de Il Fatto Quotidiano), Lorenzo Zurino (imprenditore, Presidente del Forum Italiano dell’Export), Nello Tuorto Jossa  (presidente di Finetica Onlus contro il racket e l’usura), Mirco Bindi (medico oncologo e ricercatore), Donato Aiello (Presidente del Patto Territoriale della Penisola Sorrentina), Raffaele Lauro (Prefetto della Repubblica e scrittore).

Una carrellata di voci e prospettive condensata in poco più di cento pagine, da leggere in un’ottica unitaria e sistematica, a confermare la continuità di un dialogo culturale fecondo tra chi durante la fase 1 della pandemia si è interrogato sulle sorti del Paese, aprendo nuovi orizzonti, e quanti oggi si sforzano di individuare nuove sfide per la ripartenza ed ulteriori prospettive di sviluppo.

Giova richiamare quanto afferma uno dei protagonisti, intervistati da Califano, Mario Esposito. Alla domanda rivoltagli dal giornalista per capire se riusciremo ad adattarci a questa nuova dimensione che riguarderà ogni aspetto del vivere civile, il quarantenne manager del settore culturale e patron del Premio Penisola Sorrentina così risponde:

“Tutto dipenderà dall’andamento epidemiologico, che detterà le sue regole. Adattarsi o rovesciare i paradigmi e, quindi, il mondo? La risposta non tarderà ad arrivare. Le sfide dell’uomo sono tante. E i bisogni connessi alla vita si traducono,da  sempre, in sistemi culturali. Voglio richiamare alla mente e al cuore un’opera di un  grande poeta italiano: Mario Luzi . La raccolta poetica precedeva la guerra e si intitolava “La barca”. Oggi , come allora, anche noi uomini del 2020 siamo su una stessa drammatica barca, in cerca di un “porto” di felicità e di nuove certezze. Luzi dedicava quel volumetto al sodale Piero Bigongiari il quale ebbe a replicare che  “ la situazione storica sarà sempre e soltanto un antecedente che la fantasia si affretterà a scompigliare”. Buona profezia, anche se il futuro fu più complesso di quanto quelle righe del critico fiorentino potessero allora lasciare intendere. E, spero, anzi sono convinto, sarà così anche stavolta”.

Il futuro per il dopo-Covid sarà, quindi, tutto da scrivere e da vivere. Spazio, allora, al Paese che verrà.

 

 

Il giornalista Vincenzo Califano, autore del libro “Covid 19, Il Paese che verrà – testimonianze dagli arresti domiciliari”

 

 

 

Mario Esposito: “Dopo i medici sarà l’ora di intellettuali, artisti, sociologi per curare l’anima di un Paese ferito”

Dopo i medici in trincea per l’emergenza sanitaria, ci dovranno essere al fronte artisti, intellettuali, sociologi per curare l’anima di un Paese in ginocchio”: così dichiara il patron del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, auspicando un impegno condiviso per la rinascita spirituale dell’Italia del dopoCovid.

Napoli, 31 marzo 2020 – “Oggi in trincea ci sono medici ed infermieri, i nostri eroi invisibili di un’Italia capace di esprimere talenti. Domani quella trincea lascerà spazio ad intellettuali, artisti, sociologi per curare l’anima di un Paese ferito”: così dichiara Mario Esposito, patron del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”.

“Questa quarantena forzata è stata per me l’occasione di ripensare al ruolo di uomo, di organizzatore culturale, di individuo” , dichiara Esposito.

“Il tessuto sociale e psicologico è inevitabilmente sfilacciato e questo è molto pericoloso, perché in un contesto di crisi economica apre più facilmente le porte al malaffare e alla malavita, che potrebbe cambiare il nostro sistema culturale di simboli e tradizioni. E questa sovversione valoriale sarebbe ancor più pericolosa di quella economica. La società del resto non è altro che un sistema funzionale di bisogni fondamentali e – come ebbe ad insegnare l’antropologo polacco Malinowsky – gli esseri umani risolvono i problemi materiali con risposte culturali per cui al bisogno di cibo rispondono con l’elaborazione di strutture economiche, modalità di usi culinari, buone maniere a tavola, oppure al bisogno di riprodursi e all’istinto sessuale l’essere umano risponde con l’organizzazione dei sistemi di parentela e degli scambi matrimoniali. Un sovvertimento in termini qualitativi di un quadro culturale tradizionale sarebbe l’effetto di lunga durata più deletereo di questa emergenza”.

La guerra al Covid19 è ancora in corso. Ci sono tanti vinti e tanti morti. E tante responsabilità ancora da individuare. Ed incertezze sul piano economico e finanziario e sulla tenuta delle istituzioni europee.  Occorrerà superare il fisiologico ripiegamento su se stessi.

“Una delle conseguenze più immediate di queste emergenze (ce lo insegna la storia – anche letteraria-  dei dopoguerra) è il ripiegamento interiore, che però non basta, non soddisfa le esigenze di un Paese che ha necessita di riscoprirsi, partendo dalle proprie piccole comunità”, sottolinea Mario Esposito.

“Camminando in questi giorni di quarantena per la piccola città costiera in cui vivo, Piano di Sorrento, ho avvertito tristezza, desolazione, preoccupazione. All’indomani di una globalizzazione senza se e senza ma, sarà necessario professare invece quello che mi piace definire il “CAMPANILISMO SOLIDALE”, un modo di ritrovare anzitutto il piacere della propria identità  (e abbiamo visto quanto pesa perdere la normalità dei e nei propri piccoli paesi, come nelle grandi città) e di ripensare ai fattori di relazione con gli altri individui. L’uso della cultura, dei simboli di appartenenza dovranno essere il nucleo centrale per aumentare la coesività del gruppo e per rivedere l’ispirazione di quelle pratiche collettive (come appunto feste, riti, festival , premi) in grado di eccitare i sentimenti in direzione di valori comuni e di appartenenza ad un’unica totalità”.     

 

Il patron del Premio Penisola Sorrentina, Mario Esposito

Riforma elettorale: “Il proporzionale puro sarebbe un salto indietro nel passato”

Roma, 27 settembre 2019 – “Un sistema elettorale proporzionale puro sarebbe un salto indietro nel passato per il nostro Paese”. Ad affermarlo Mario Pingerna, esperto di sistemi elettorali e attivista politico.

“La mia prima esperienza politica è nata con la raccolta firme per i Referendum di Mario Segni, che considero mio padre politico. Ed è proprio per l’esperienza della nascita di un sistema maggioritario e la passata vocazione maggioritaria del PD che mi ha portato ad attivarmi contro il proporzionale” dice ancora Pingerna, che spaventato da una riforma proporzionale del sistema di voto propone ai partiti un sistema studiato da lui, che garantirebbe governabilità all’Italia.

Proporzionale, un salto indietro nel passato

Il proporzionale è un salto nel buio, ed un ritorno indietro ad un passato di litanie politiche e accordi per la formazione di governi fragili, che erano sempre appesi all’umore del partitino di turno.

Il proporzionale può andar bene a livello di consensi di partito ma occorre, attraverso il doppio turno inserire un piccolo premio di maggioranza, per garantire la governabilità del paese.

Un sistema elettorale che già esiste in Italia, che è quello per l’ elezione dei Sindaco, e un tempo, prima che lo cambiassero, lo era anche quello per l’elezione del Presidente della Provincia.

E proprio mutuando da questi sistemi che Pingerna propone per il voto nazionale, con la suddivisione in collegi elettorali, la creazione di un nuovo sistema elettorale.

La proposta di Pingerna

1) Indicazione indiretta del Presidente del Consiglio per ciascuna coalizione

(attraverso la scelta della coalizione della persona che la guiderà)

2) Primo turno per scelta deputate/i  e delle coalizioni

(si ritorna alla preferenza per scegliere il deputato che rappresenterà il proprio collegio)

3) Secondo turno in caso nessuno raggiunga al primo il 50%+1 dei voti validi

(turno di ballottaggio tra le due coalizioni più votate)

4) Ogni collegio deve essere rappresentato

(la garanzia della rappresentanza di tutti i collegi elettorali)

Un sistema che prevede:

  • indicazione indiretta del Presidente e scelta del cittadino (deputate/i)
  • rispetto delle pari opportunità;
  • bipolarizzazione;
  • premio di maggioranza minimo 55% ma si può aumentare anche al 60% (come sindaci);
  • stabilità;
  • rappresentatività locale (collegio 150.000 abitanti per 400 deputati o 95.000 per 630);
  • sistema applicabile per il Senato con le dovute modifiche per rispettare il dettame della Costituzione

Per una simulazione dei seggi con il sistema proporzionale con  premio di maggioranza proposto da Pingerna si rimanda alle foto allegate.

Riguardo Mario Pingerna

Mario Pingerna, da sempre appassionato dei numeri della politica, è uno studioso ed esperto di sistemi elettorali, di elezioni, e analisi del voto, oltre che attivista politico.

Iscritto al Partito Democratico fin dalla sua fondazione, provenienza Margherita, appartiene all’assemblea di Sassari, dove ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio Comunale 23 anni fa.

 

 

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Contatti:

 

mariopingerna@gmail.com

 

 

Bernini (Forza Italia): “La Sindaca Raggi va cacciata perché incapace di governare Roma”

 Duro attacco di Giovanni Paolo Bernini, candidato di Forza Italia, alle Europee sulla vicenda della Sindaca Raggi

Roma, 23 aprile 2018 – “La Raggi non va cacciata perché indagata, ma perché incapace di reggere la guida di una città come Roma che si avvicina ad essere sempre più a una megalopoli nordafricana che a una moderna capitale europea. C’è una costante nell’azione della Raggi: tutto quello che tocca implode: Ama, Atac e nuovo Stadio solo per fare tre esempi di come non si governa non dico una città, ma un condominio” ha dichiarato Giovanni Paolo Bernini, candidato di Forza Italia alle prossime Europee, sulle ultime vicende accadute e Roma.

“Si può continuare ad affidare importanti aziende con migliaia di dipendenti a personaggi che, all’improvviso, si appalesano come manager, ma che alle spalle hanno solo “conoscenze” con qualche grillino più o meno famoso?

Basta farsi un giro a Berlino, Parigi, Madrid per vedere l’esatto contrario di quello che succede a Roma: metropolitane che funzionano, servizi pubblici al servizio dei cittadini, musei, opere d’arte nelle piazze, nessuno che rovista nei cassonetti, bancarelle abusive, ecc. Ripeto la Raggi non è un problema giudiziario è un problema politico e di agibilità sociale di Roma” conclude il suo attacco Bernini.

Giovanni Paolo Bernini, candidato alle elezioni europee 2019

Extraterrestri: “È l’ora di aprire un’ambasciata sulla Terra”

Ginevra, 4 aprile 2019 – È giunta l’ora di organizzare una conferenza internazionale che stabilisca accordi diplomatici per l’apertura di una vera e propria ambasciata, per accogliere civiltà extraterrestri sul pianeta Terra.

A Chiederlo all’ONU il movimento dei Raeliani, nella prima settimana di aprile perché Rael, fondatore e leader spirituale del Movimento Raeliano Internazionale e promotore del Progetto Ambasciata, ha proclamato il primo sabato del mese di aprile l’ET Embassy Day (www.EtEmbassyDay.org), allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che è il principale obiettivo del Movimento Raeliano: la costruzione di un’ambasciata destinata ad accogliere sulla Terra una civiltà extraterrestre, conosciuta con il nome di Elohim.

“Lo scorso anno, i raeliani hanno avviato trattative con il primo paese pronto a considerare l’idea di ospitare un’ambasciata per accogliere degli extraterrestri”, ha dichiarato Daniel Turcotte, Guida raeliana e assistente di Rael per il Progetto Ambasciata, e ha aggiunto “Adesso è giunto il momento di coinvolgere anche le Nazioni Unite”.

Turcotte ha anche dichiarato “Mentre ci prepariamo per il nostro ET Embassy Day, intendiamo anche sollecitare le Nazioni Unite ad organizzare una conferenza internazionale perché si discuta un nuovo protocollo nell’ambito della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche: il “Protocollo opzionale riguardante le ambasciate per gli Extraterrestri “.

Ha spiegato inoltre che varie nazioni hanno risposto alla richiesta di ospitare tale ambasciata e molte di esse hanno mostrato un sincero interesse per questo promettente e importante progetto.

“Il numero dei paesi che dimostrano interesse continua a crescere, perché diventa sempre più evidente il fatto che una civiltà extraterrestre sta preparando la nostra umanità ad un contatto ufficiale, attraverso avvistamenti ufo e apparizioni di cerchi nel grano molto complessi in tutto il mondo”, ha continuato.

I raeliani stanno anche preparando una campagna sui social media che include la realizzazione di una pagina web, all’interno della quale i cittadini di tutti i paesi del mondo potranno esprimere il proprio sostegno alla richiesta che verrà inoltrata alle Nazioni Unite, raggiungibile allindirizzo internet http://elohimembassy.org/et-embassy-day.

“Siamo fiduciosi che le Nazioni Unite ascolteranno e prenderanno in considerazione le tante persone che desiderano accogliere formalmente e ufficialmente una civiltà proveniente da un altro pianeta”, ha aggiunto Turcotte.

“Mentre alcuni paesi immaginano, in modo del tutto ingiustificato, una possibile invasione da parte di una civiltà extraterrestre dagli intenti bellicosi e si preparano allo scontro armato, riteniamo sia necessario contrapporre a una posizione così retrograda e violenta un movimento mondiale di pace che aiuti le persone a comprendere che dallo spazio può provenire solo amore. Se l’ONU decidesse di non assumersi tale impegno, lo faranno i paesi con i quali siamo discutendo del progetto “, ha concluso Turcotte.

I raeliani credono che una civiltà extraterrestre, chiamata “Elohim” nella Bibbia ebraica originale, abbia creato ogni forma di vita sulla Terra, compresi gli esseri umani. Essi credono anche che questa civiltà extraterrestre sia pacifica e molto più progredita della nostra, sia dal punto di vista scientifico che filosofico, e che un contatto ufficiale con i nostri creatori condurrà la nostra umanità ad entrare in un’era d’oro di pace e prosperità.

Per maggiori informazioni visitare il sito internet www.EtEmbassyDay.org.

 

 

 

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Contatti stampa

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Donato Sperduto, sindaco panettiere di San Fele: “Basilicata spero in te, per noi tutti”

Potenza, 20 marzo 2019 – Donato Sperduto, il sindaco panettiere di San Fele (Pz), ha da poco annunciato di essere candidato al Consiglio regionale della Basilicata, a sostegno di Trerotola Presidente.

Donato Sperduto è famoso alle cronache per fare il sindaco di San Fele di giorno e il panettiere di notte.

In chiusura di una campagna elettorale molto intensa e difficile il sindaco Sperduto ha così voluto rivolgere un appello ai lucani, invitandoli alla coerenza, al coraggio e alla lucidità, per non lasciarsi travolgere dall’avanzata di trasformismi ed opportunismi.

“Spero nella Basilicata  come regione che saprà scegliere e porre freno all’avanzata dei trasformismi e degli opportunismi. Basilicata spero in te, per noi tutti cittadini” ha detto il sindaco.

Per saperne di più su di lui abbiamo provato a fargli alcune domande.

Sindaco, ci spiega chi è Donato Speduto?

Sono sindaco di San Fele, e sono fiero di essere un artigiano. Sono da sempre presente sul territorio e vicino ai giovani, e considero la politica un valore con cui avere familiarità.

E che Basilicata ha in mente Donato Sperduto?

Ho in mente una Basilicata con più lavoro e meno tasse, in cui poter godere di una serie di incentivi fiscali e di facilitazioni per chi sceglie la strada dell’innovazione in diversi settori: cultura, istruzione, ambiente, ecc.

 Cosa promette ai suoi elettori il sindaco di San Fele?

Ai cittadini della Basilicata e non solo ai miei elettori, garantisco ascolto. L’etica del valore vive, anzitutto, della comunicazione interpersonale come volontà di comprensione nella reciprocità. Ed è quello che con Basilicata Prima, abbiamo da tempo cominciato ad avviare.

E secondo lei quale potrebbe essere il futuro di questa regione?

Penso ad una Basilicata in cui possa esistere una strategia efficace di creazione di lavoro, una pianificazione seria dei trasporti, un’azione di welfare incisiva, un rinforzo ed una organizzazione dei flussi turistici che continuino anche dopo quest’anno europeo della cultura, dove Matera appare il simbolo di un sud che finalmente ce l’ha fatta ad uscire fuori dal suo ruolo periferico.

 

Donato Sperduto di ‘Basilicata Prima’, con il candidato presidente Carlo Trerotola

 

 

 

Politica: il Sindaco di San Fele, Donato Sperduto, candidato al Consiglio Regionale

Il Sindaco di San Fele Donato Sperduto, candidato a sostegno del presidente Carlo Trerotola, annuncia il suo impegno per il territorio: “Chi voterà me sceglierà prima il territorio e poi la politica”.  

Potenza, 25 febbraio 2019 – Il Sindaco di San Fele (Pz) Donato Sperduto scende in campo nella partita per le elezioni regionali in Basilicata del prossimo 24 marzo, all’interno della lista “Basilicata prima” che sostiene a presidente Carlo Trerotola, individuato da tutta la coalizione di centro-sinistra.

“Assume valore ciò con cui si ha in qualche maniera familiarità. In tal senso, sono felice di avere familiarità con la politica e soprattutto con l’amministrazione del territorio, perché ritengo entrambe un valore”, promette Sperduto.

Sperduto è stato infatti consigliere comunale, tre volte sindaco di San Fele ed anche consigliere provinciale.

La parola chiave del sindaco-panettiere del paesello, famoso per le sue cascate e per aver dato i natali a San Giustino De Jacobis è una: Territorio.

“Chi mi conosce sa che milito da sempre sul territorio. Provo a viverlo, ad ascoltarlo”, dichiara Sperduto.

“Ogni notte metto a cuocere il pane da portare ai miei cittadini al mattino all’alba. Anche la politica riveste un valore simbolico analogo. È il servizio democratico che non persegue interessi particolari ma generali. E che nutra la speranza, soprattutto dei nostri ragazzi”, evidenzia il primo cittadino.

Parlando di programmi e di azioni Donato Sperduto pone l’accento su una Basilicata intesa come valore, come opportunità, come regione strategica del sud:

Il nostro programma con “Basilicata Prima” parla del paese reale e non del palazzo; promuove la Basilicata come opportunità, passando per le grandi sfide che possono nascere da un federalismo che ha esigenza di concertazione e di verità: penso ad una strategia efficace di creazione di lavoro, ad una pianificazione seria dei trasporti, ad un’azione di welfare incisiva, ad un rinforzo e ad un’infrastrutturazione dei flussi turistici che continuino anche dopo l’anno europeo della cultura, in cui Matera appare come un sito magico, l’archetipo di un sud che finalmente ce l’ha fatta”, precisa Sperduto.

Contro spinte sovraniste, secessive e assistenzialiste Donato Sperduto pone al centro il bisogno primario per ogni lucano di poter vedere realizzato il proprio territorio come fine in sé, impegnandosi ufficialmente con i suoi corregionali:

“Contro il sistema della disperazione, dell’assistenzialismo ad ogni costo, del social invece che del sociale, della secessione dei ricchi e dell’interesse dei pochi, del primato dei rampolli rispetto ai nostri giovani delle aree interne, delle anonime piattaforme del web, quello cioè di una politica senza finalità o con scopi unilaterali, non si può che prospettare un sistema di riscatto e di compiti al quale da oggi  ufficialmente mi impegno”.

Al centro della vision politica di Donato Sperduto resta però sempre il territorio, la quotidianità dei piccoli centri urbani, i valori tradizionali della comunità di appartenenza.

“Basilicata prima” è per me questa Basilicata strategica per il sud, ma soprattutto la Basilicata del valore, che ha i suoi presupposti nella famiglia, nella scuola, nei centri di aggregazione ed integrazione, nei luoghi di quel territorio, ancora per certi versi disseminato, al quale io orgogliosamente appartengo  e che, nel tempo,  ho scelto di servire.  Da politico, ma ancor prima da cittadino, da uomo, da sposo, da padre”, conclude il sindaco Sperduto, candidato al Consiglio Regionale della Basilicata.

 

 

 

Donato Sperduto candidato al Consiglio Regionale della Basilicata per “Basilicata prima”

 

 

Fascismo: su Rai Storia la nuova serie tv ‘Clash of Futures’

Su Rai Storia la nuova serie Tv di 8 puntate ambientata al tempo del nazismo e del fascismo, ‘Clash of Futures’, classificata da Rolling Stones tra le 10 serie top di tutti i tempi

Roma, 20 febbraio 2019 – Andrà in onda su Rai Storia la nuova serie tv su fascismo e nazismo dal titolo ‘Clash of Futures‘. La nuova serie esplorerà il periodo europeo 1918-1939, un ventennio di gioie e speranze per la fine della prima guerra mondiale, ma anche quello della grande depressione economica culminata nel 1929 e dell’affermarsi del nazismo e del fascismo. Su questo sfondo, si intersecano i destini personali di 6 persone realmente esistite, che rimarranno per sempre segnate dalla Storia e di cui ne influenzeranno il corso.

In questa splendida serie di 8 puntate, classificata dalla rivista Rolling Stones nella Top Ten di tutti i tempi, ora candidata al premio Grimme, il riconoscimento più prestigioso della televisione tedesca, spicca il ruolo dell’unico protagonista italiano Gennaro Cannavacciuolo, attore magnifico nei panni di Silvio Crespi, imprenditore e politico che si oppose a Mussolini nonché al proprio figlio, a costo di perdere l’impero aziendale.

Acclamata dalla stampa estera, l’interpretazione di Gennaro Cannavacciuolo si contraddistingue per il suo spessore drammatico evidenziato nell’intimo conflitto con il figlio (qui il trailer), per la sua grande capacità di far emergere con eleganza e misura la posizione complicata di Crespi nel difendere all’estero le scelte politiche dell’Italia fascista, restituendone la profonda tensione interiore, pessimista e nostalgia per un mondo in declino, alle soglie della seconda guerra mondiale.

“Clash of Futures”, (titolo originale “Krieg der Träume”), ora in onda su Rai Storia, è una co-produzione internazionale della LOOKSfilm, di IRIS Group, Les Films d’Ici, Fortis Imaginatio, ARTE, SWR e NDR, scritta e diretta da Jan Peter e Frédéric Goupil e distribuita in più di 40 paesi.

Link utili:

Link al trailer italiano: www.youtube.com/watch?v=yEM9EtUdvgs

Scheda su IMDB: www.imdb.com/title/tt6489202/reference

Gennaro Cannavacciuolo: www.gennarocannavacciuolo.com

 

 

 

 

 

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