A Roma racconti e belcanto della tradizione partenopea a “La Stanza della Musica“

Racconti e belcanto della tradizione partenopea a La Stanza della Musica di Roma
Roma, 31 gennaio 2021 – Una bella serata all’insegna della cultura e della musica quella che si è tenuta a La Stanza della Musica di Roma, sabato 28 gennaio scorso. Un evento caratterizzato dalle parole e dalle note del belcanto degli artisti lirici partenopei ed internazionali, che ha visto ospiti il tenore Luca Lupoli ed il soprano Olga De Maio. I due artisti partenopei hanno presentato il libro dedicato alla vita ed all’opera di Mario Persico, musicista partenopeo vissuto tra la fine dell’ 800 e la prima metà del ‘900, autore di opere liriche di grande spessore storico e musicale, ispirate ad alcuni grandi autori della letteratura italiana, quali La Locandiera di Goldoni ed ultimo erede ed esponente della grande Scuola musicale napoletana dell’ 700.
Luca Lupoli, in veste di autore, ha illustrato nel dettaglio, attraverso una approfondita riflessione, la figura a tutto tondo del Maestro Persico, presso La Stanza della Musica a Roma, insieme al soprano Olga De Maio, curatrice delle ricerche bibliografiche, e descritto la ricostruzione della posizione del musicista nella storia della musica delineata nel suo saggio intitolato appunto “Mario Persico e la sua produzione operistica” (Alètheia Editore),con la preziosa prefazione del Maestro Fabio Armiliato.
Un pubblico caloroso è intervenuto ed rimasto affascinato dall’appassionante racconto dell’autore del libro, che includeva  aneddoti, episodi e curiosità della vita di Mario Persico. Pubblico poi estasiato dalle note e delle melodie di Persico e di altri compositori, interpretate dalle voci meravigliose dei due artisti lirici, Luca Lupoli ed Olga De Maio.
La serata è stata condotta e moderata dalla giornalista Francesca Rossetti, curata  dall’Associazione Culturale Musicopaideia.
Accompagnatrice al pianoforte è stata la brava Maestra Nataliya Apolenskaya.
Presente tra il pubblico, il Maestro Paolo Audino, noto autore italiano di Celentano, Mina, Minghi, Bocelli ed anche per le stesse voci di Luca Lupoli  ed Olga De Maio, che ha espresso vivo compiacimento per il lavoro svolto sul compositore Mario Persico dai due artisti. Audino ha poi condiviso interessanti riflessioni insieme a loro, sulla grandezza della melodia e della musica partenopea e la sua influenza nel mondo musicale fino ai primi del ‘900.
Una serata memorabile per Roma ed il belcanto, all’insegna della musica, Mario Persico e dell’ Associazione Culturale Noi Per Napoli, di cui i due artisti sono rappresentanti. Una felice realtà che porta avanti lo studio, la ricerca, la diffusione e la promozione di autori della storia musicale partenopea, poco o non del tutto conosciuti ma di grande importanza ed interesse storico artistico per la cultura italiana.

A Roma al Teatro Le Sedie “Signora Ava”, un capolavoro del ‘900

Nuovo e più che mai suggestivo, Signora Ava si preannuncia come un evento teatrale pluristilistico capace di infiammare di pura emozione il pubblico di Roma

Roma, 20 ottobre 2022 – L’associazione culturale Il Rinoceronte presenta il progetto Signora Ava, uno spettacolo pluristilistico, che si svolgerà a fine ottobre, da venerdì 28 a domenica 30, nel Teatro Le Sedie di Roma, con il contributo del Municipio di Roma XV.

“O tiempo da ‘gnora Ava, nu viecchio imperatore, a morte condannava chi faceva a’mmore”.

È questa l’epigrafe che introduce il romanzo del molisano Francesco Jovine (1902-1950), e l’enigmatica “Signora Ava” è la muta testimone che incombe sulle vicende dei giovani protagonisti: la nobile Antonietta ed il servo Pietro Veleno.

Signora Ava è il romanzo dell’unità d’Italia vista dallo sguardo obliquo dei poveri molisani, è l’intervento della Storia in una terra solo apparentemente senza tempo. Goffredo Fofi considerava il romanzo un Gattopardo dei poveri: quel che è certo è che Signora Ava è uno dei grandi capolavori della narrativa italiana del Novecento, il racconto di un paese scomparso.

Questa narrazione teatrale cerca di rilevarne le caratteristiche di stile e di contenuto: sullo sfondo della discesa dei garibaldini e dell’annessione del Molise al nascente Regno d’Italia, è messa in evidenza, tra le tante figure e sottotrame del romanzo, la storia d’amore che nasce e si sviluppa tra il contadino e pastore Pietro Veleno, ventenne figlio di un’attitudine atavica alla servitù, e la sua padroncina Antonietta, coetanea che cerca in Pietro anche la fuga dalle convenzioni sociali che hanno mummificato la sua famiglia.

L’incontro tra i due ragazzi, la storia d’amore che si intreccia alle vicende di guerra e di brigantaggio che ne permettono dapprima lo sviluppo e poi ne decretano la fine improvvisa e repentina, è raccontata da Jovine con un linguaggio di grande pudore e leggerezza, ironico e lirico nello stesso tempo.

Lo spettacolo cerca di rispettarne lo stile e di amplificarne nello stesso tempo i ritmi e le cadenze da cantata popolare, attraverso l’uso di musiche originali che risuonano di echi folkloristici, inserti di teatro di figura, e fondali dipinti. Se la cifra espressiva dell’autore è la sdrammatizzazione, lo spettacolo ne assume con piena consapevolezza i toni favolistici, malinconici e teneramente umoristici con cui sono raccontati i personaggi alle prese con la Storia e, più in generale, con la loro dimensione esistenziale. Si lavora quindi sulla tecnica dello straniamento e della scomposizione in diversi moduli di racconto, per mettere in scena una storia d’amore impossibile nel contesto di una crisi storica e sociale. Contro la forza dei sentimenti c’è, insomma, la spinta repulsiva delle diverse dinamiche sociali.

Signora Ava non è solo un romanzo di formazione sui generis, il racconto del disorientamento di chi è costretto a prendere coscienza della propria funzione sociale, ma anche un malinconico inno alla memoria, una sgomenta dichiarazione d’attrazione panica nei confronti di una realtà semplice eppure ineffabile, dolorosa e sfuggente. In fondo, come dice l’autore: “se ci si guarda indietro, tutto quello che è accaduto è vivo solo nella nostra memoria: basta dimenticare e il tempo trascorso si può annullare. Si può morire avendo l’impressione di ricominciare… “.

Lo spettacolo, dopo due mesi di preparazione, andrà in scena nei giorni 28, 29 e 30 ottobre 2022 al Teatro Le Sedie, lo spazio teatrale dell’Associazione culturale Il Rinoceronte, in via Veientana Vetere 51, zona Labaro. La scommessa è quella di portare un’operazione sofisticata nella tecnica, ma popolare nell’espressione, per riavvicinare il pubblico (e le diverse fasce sociali che lo compongono) alla memoria storica (il racconto del Risorgimento e dell’Unità d’Italia), alla letteratura del Novecento che tanto ha ancora da dirci oggi, a una pluralità di modelli di rappresentazione teatrali: Signora Ava unisce teatro, narrazione, musica, danza e teatro di figura. Nello stesso tempo lo scopo è quello di proporre l’Associazione culturale Il Rinoceronte, che opera a Labaro da esattamente quindici anni, come motore propulsivo di ricerca teatrale, punto di incontro di tecniche ed artisti di diversa origine e provenienza, non solo geografica. In questo caso si uniscono le qualità di un gruppo musicale autoctono (l’Ensemble Armonia Nascosta) che opera da anni negli spazi del Teatro, con attori di provenienza geografica diversa, uniti nel mettere in campo, ognuno a suo modo, la propria sapienza e tecnica di artisti teatrali e musicali.

 

SIGNORA AVA

di Francesco Jovine

con Rosaria Cianciulli e Alfonso D’Iorio

e con Valentina Conti e Benedetta Seminara

musiche Franco Di Luca eseguite dall’ensemble Armonia Nascosta

scene Erika Cellini

adattamento e regia Andrea Pergolari

 

 

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CONTATTI:

Ufficio Stampa
Andrea Pergolari
Associazione Culturale IL RINOCERONTE
Via del Labaro 13
00188 Roma Italia
ass_ilrinoceronte@libero.it
3201949821

Aphorism.it entra nel futuro: online il nuovo sito internet

Aphorism.it è il sito pioniere della neo-letteratura italiana in rete, da ventuno anni online. Ospita migliaia di autori scrittori, aforismi, poesie, racconti e recensioni di libri. Dopo un anno di lavori la nuova versione è pronta: più veloce, facile, completa.

Roma, 7 settembre 2022 – Il tempo è volato in fretta: sono passati 21 anni da quando Aphorism.it è andato online per la prima volta. Da quel 22 gennaio 2001 Aphorism ha raggiunto traguardi importanti, ha promosso iniziative culturali dal vivo e in rete, pubblicato libri e curato collane. Molti talenti sono stati formati e tanti autori famosi sono stati archiviati dalla redazione, ma è difficile spiegare anni di storia in poche righe.

Proviamo a far parlare qualche numero: il sito conta oltre 2.700 autori, più di 73.000 testi tra aforismi, racconti e poesie, 1.000 libri recensiti, milioni di visite e su Facebook e ha superato i 110.000 follower.

Nel 2021 – in occasione del ventesimo compleanno – la redazione ha annunciato l’inizio dei lavori per un sito completamente nuovo. Dopo un anno la promessa è stata mantenuta grazie al team di eccellenza che ha lavorato sul restyling totale di un sito storico per la neo-letteratura in rete.

Aphorism.it ha un’impostazione ben precisa che ha mantenuto nel tempo, anche in questa ultima versione: ogni autore può creare gratis un profilo personale e inserire aforismi, poesie, racconti e recensioni di libri. Con questa coerenza mai tradita Aphorism è diventato un punto di riferimento per chi ama leggere e scrivere.

Cosa è cambiato? La grafica e l’impostazione delle pagine sono state completamente rivoluzionate.
La nuova home page ha un formato esteso che facilita la lettura e la rotazione dei testi ospitati, aumentando quindi la visibilità e il numero di autori che ogni giorno arricchiscono la pagina principale del sito.
L’altro cambiamento notevole è nella tecnologia usata per sviluppare il sito: nella nuova versione le ricerche sono più precise e rapide, i tempi di caricamento delle pagine sono drasticamente ridotti e tutti i contenuti sono ottimizzati per una corretta visualizzazione su qualsiasi dispositivo (pc, notebook, smartphone e tablet).

Quali altri vantaggi saranno disponibili sul nuovo sito per gli autori e i visitatori?

procedura di iscrizione ridisegnata e semplificata
nuova area riservata con tutorial e menu per caricare i propri testi
• funzioni di ricerca più efficaci grazie al nuovo sistema di filtri, tag e categorie
• schede dei libri più ricche e complete con la possibilità di acquisto diretto su Amazon
newsletter riorganizzata e con un nuovo sistema di invio
• possibilità di aggiungere il proprio consiglio di lettura anche su libri già recensiti

Aphorism mantiene salda la volontà di promuovere gli autori della Scuderia, protagonisti del sito, rendendoli più riconoscibili con una scheda pubblica diversa da quella degli autori celebri.
L’obiettivo è dare spazio e visibilità a tutti gli autori che desiderano far parte della comunità, far conoscere i propri contenuti e contribuire alla crescita del sito anche attraverso la condivisione con visitatori e altri iscritti.

Oltre al team di Ehiweb, l’Internet Service Provider italiano che sostiene economicamente e tecnologicamente il progetto, sono stati coinvolti Simone Montanari (esperto di web design e user experience), la graphic & visual designer Roberta Tafuri e gli specialisti SEO Tatiana Schirinzi e Andrea Chiga. Queste figure professionali hanno progettato un nuovo corso di Aphorism per migliorare l’indicizzazione del sito sui motori di ricerca e consolidare il suo posizionamento.

In occasione del lancio del nuovo sito, undici anni dopo il precedente restyling, il direttore di Aphorism Luigi De Luca esprime la sua soddisfazione: “Aphorism è una ricchezza di tutti, è uno spazio libero, gratuito e indipendente per esprimere la propria creatività. Tanti anni fa abbiamo creato qualcosa di utile e lo abbiamo fatto diventare qualcosa di importante, per noi e per la comunità di scrittori e lettori che crede in questo progetto. Venti anni online sono già tanti e questo è solo un nuovo inizio”.

Per visitare il nuovo sito internet l’indirizzo  è www.aphorism.it.

 

 

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Per informazioni ed interviste:

Alfonso Casciaro
+39 051 0546249
press@ehiweb.it

 

A Francesco De Core il Premio “Penisola Sorrentina”.

Il riconoscimento speciale per la letteratura viene assegnato al giornalista e scrittore nell’ambito del progetto speciale: “Le città e il mare”

 Napoli, 6 settembre 2022  – Francesco De Core vince il Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito” per la letteratura, nell’ambito del progetto speciale “Le città e il mare”, realizzato in sinergia con il Master di Drammaturgia e cinematografia della Università di Napoli Federico II, la Regione Campania, la Città Metropolitana di Napoli e la Fondazione Banco di Napoli.

Direttore del quotidiano “Il Mattino”, esperto di studi su Ignazio Silone ed autore di interessanti opere (tra le quali si ricordano: “Un pallido sole che scotta”, “Silone, l’avventura di un uomo libero”, “Silone, un alfabeto”, “Con gli occhi di Caravaggio”),  Francesco De Core è – come recita la motivazione del riconoscimento presieduto da Mario Esposito –  “uno dei più lucidi ed appassionati osservatori della realtà e, al tempo stesso, un esperto navigante di quell’orizzonte di attesa e di speranza che la letteratura meridionale e mediterranea cerca di scoprire”.

Il Premio “Penisola Sorrentina” è ormai uno dei brand culturali campani più rinomati a livello nazionale, posto sotto il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Nel palmares del riconoscimento, per la letteratura si ricordano i nomi di Alberto Bevilacqua, Giovanni Raboni, Maria Luisa Spaziani, Marco Forti, Michele Sovente, Edoardo Sanguineti, Elio Pagliarani, Valerio Massimo Manfredi, Vittorio Sgarbi.

 

Mario Persico nel saggio del tenore Luca Lupoli

Napoli, 23 maggio 2022 – È in dirittura di  arrivo un saggio sul musicista napoletano Mario Persico de “ La Locandiera ” di Goldoni, a cura del dal tenore partenopeo Luca Lupoli e metterà in luce la figura di questo autore non solo dal punto di vista strettamente storico e biografico ma anche umano. Attraverso una disamina delle sue lettere inviate agli altri grandi autori contemporanei Luca Lupoli, in questo libro, concentra la sua attenzione su Mario Persico, colui che ha messo in musica un’opera fondamentale di Goldoni, “La Locandiera” e la cui musica risente del melodramma verista italiano e impressionismo francese, ma ha anche le sue origini più lontane nel filone della grande scuola partenopea che fa capo ad Alessandro Scarlatti.

Questo è l’incipit per introdurre un grande artista, di cui poco si sente parlare, ma che merita sicuramente di essere menzionato e ricordato. L’incontro dello scrittore con il nipote del musicista, Sergio Nuvola, è fondamentale, in quanto non era facile reperire fonti bibliografiche, memorie, ricordi ed altro, relativi a Mario Persico. Il nipote racconta allo scrittore la vita dello zio Mario, soffermandosi su molti particolari, ad esempio, come cominciò la sua carriera, che cosa compose e anche argomenti più familiari e privati, come il matrimonio con la governante Gina e il suo carattere.

Dopo queste parti, si prosegue con Morenita, un dramma lirico in un atto, fino ad arrivare alla Locandiera tra toscanità e napoletanità, attraverso un lungo percorso che l’autore spiega in modo esaustivo, citando i testi, con molti allegati, documenti e spartiti, tutto in modo estremamente minuzioso. Certamente, il lettore dovrà leggere il testo con grande precisione, facendo particolare riferimento alle opere citate, ma il linguaggio è scorrevole, oltre che tecnico e richiede attenzione, in modo che tutto possa scorrrere con fluidità.

Un’opera importante che riporta alla luce un artista che merita molto e che deve essere sempre ricordato, attraverso un lungo percorso che l’autore spiega in modo esaustivo, citando i testi, con molti allegati, documenti e spartiti, tutto in modo estremamente minuzioso, alla cui compilazione sta collaborando anche il soprano Olga De Maio.

L’ Associazione Culturale Noi per Napoli, di tradizione ultratrentennale, fondata dalla Dott.ssa Emilia Gallo, curerà la produzione e la promozione del lavoro in collaborazione con una nota casa editrice, di cui presto si darà notizia, con la prefazione di un importante personaggio della cultura partenopea.

I due artisti lirici saranno quindi impegnati nella realizzazione di questo  progetto editoriale che verrà presentato a Napoli entro la prossima estate e saranno poi attivi, prossimamente, in alcune iniziative artistiche ed umanitarie a sostegno sempre della diffusione della musica e cultura partenopea nel mondo. Come la prossima 6a edizione del Festival Internazionale, delle Arti, in cui sarà protagonista ogni forma di arte, concerti per la prossima rassegna di Estate a Napoli ed un nuovo disco con una compilation dei loro ultimi brani lirico-pop (” Anche quando non vuoi “,” Niente è niente “, Tributo agli Alunni del Sole) e innovative cover di brani classici e lirici e la nuova edizione del  Premio ” Noi per Napoli ” dedicato alle figure che  rappresentano Napoli nel mondo !

L’ultimo brano di Lupoli e De Maio “Niente è niente” viene trasmesso attraverso la piattaforma Internazionale  Indie Network su importanti reti satellitari internazionali  TZiK, Apple TV, Amazon Fire TV, ROKU, and Youtube.

Olga De Maio e Luca Lupoli, artisti lirici  di Napoli e hanno alle spalle già una lunga carriera: in particolare Olga De Maio inizia alla tenera età di 10 anni come “voce bianca” e solista dei Pueri Cantores di Santa Chiara e presso il teatro San Carlo, diplomata a pieni voti presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli ed ha collaborato con illustri nomi del mondo della musica e dello spettacolo, quali Roberto De Simone, Katia Ricciarelli, Isabella Rossellini e Gerard Depardieu. La De Maio è stata protagonista in prestigiose stagioni concertistiche con musicisti del calibro di Uto Ughi, Salvatore Accardo, Michele Campanella e Cecilia Gasdia.

Luca Lupoli fin da ragazzo si è dedicato allo studio del pianoforte e del canto, ha conseguito la laurea in Lettere con indirizzo Arte, Musica, Spettacolo presso l’Università Federico II di Napoli e la Specializzazione di secondo livello in Discipline musicali canto e coralità presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli con il massimo dei voti. Inoltre, Lupoli si è perfezionato con maestri di livello internazionali quali Campanino, Carraturo, Pagliuca e Alva. Entrambi sono vincitori di importanti concorsi lirici (“Pavarotti International”, “Mascagni”, “Mario Lanza”, “Caruso”, “Mattia Battistini” e “Corelli”), si sono esibiti in teatri e sale da concerto in Italia e all’estero, presiedono l’associazione culturale “Noi per Napoli” che da ben 30 anni promuove la musica lirica, classica e la cultura partenopea in tutto il mondo.

De Maio e Lupoli hanno realizzato eventi con i patrocini delle massime Istituzioni pubbliche, tra le quali il Forum Internazionale delle Culture, le Celebrazioni Internazionali delle Relazioni tra Italia Giappone, eventi celebrativi per l’indimenticata Enrico Caruso, il tradizionale Concerto di Capodanno a Napoli.

I due artisti hanno recentemente ricevuto prestigiosi premi del mondo della cultura e dello spettacolo tra i quali “Ritratti di Territorio”, “Remigio Paone”, “Premio Masaniello” ed “Enrico Caruso”. De Maio e Lupoli hanno un repertorio che spazia dalla romanza da salotto, opera, operetta e canzoni classiche napoletane di cui hanno inciso anche vari cd per la “Ricordi” ed un inedito lirico pop “Anche quando non vuoi”, composto per loro dagli autori di Bocelli, Mina e Celentano.

Infine, sono ideatori e conduttori del format televisivo “Noi per Napoli show” in onda su emittenti televisive campane, in cui la lirica incontra arte, cultura, spettacolo, società ed attualità. Numerosi i format da loro ideati per promuovere costantemente l’arte e il bel canto tra cui “Luoghi Storici e Musica” e “Atmosfere da Sogno” realizzati nei più importanti siti storici e monumentali della Campania. Recentemente protagonisti sulle pagine dei settimanali “Dipiù Tv” e “Visto”, i due artisti hanno lanciato l’iniziativa del “Festival delle Arti” che ha riscosso successo internazionale, sia sul web che in importanti teatri di Napoli.

Entrambi hanno sempre un occhio di riguardo verso l’aspetto sociale per azioni benefiche ed hanno in programma di incidere nuovi brani lirico-pop.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Leone, il fotografo di Ragusa a Procida

Il celebre fotografo siciliano ha fatto tappa nell’isola campana
di Procida, che nel 2022 sarà Capitale italiana della Cultura

Ragusa, 27 settembre 2021 – Il fotografo di Ragusa Giuseppe Leone ha fatto tappa a Procida, l’isola del golfo di Napoli che nel 2022 sarà la Capitale italiana della Cultura.

Motivo ed occasione della sua trasferta il progetto “La scoperta della Campania”, promosso e prodotto dal Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”.

Sull’isola, in cui Lamartine ambientò “La Graziella” ed Elsa Morante la famosa “Isola di Arturo”, Leone ha potuto trovare profonde prospettive ispirative, guardandola con gli occhi di uno scrittore per immagini, piuttosto che con quelli di un giornalista o di un fotografo di reportage.

Giuseppe Leone, infatti, attraverso la macchina fotografica, che è la macchina più perfetta della sua poesia, ha potuto qui riascoltare voci, musiche di paesaggi culturali ed umani, che sono alla base di questo progetto di ampio respiro per un nuovo Grand Tour.

Come ha avuto modo di sottolineare Pietrangelo Buttafuoco all’interno del catalogo dedicato alla  mostra fotografica “Metafore”, ancora in scena a Bergamo per  la curatela di Elisabetta Sgarbi, “l’occhio fotografico di Giuseppe Leone è immaginale. Il suo segno – il contrassegno plastico tutto suo del bianco e nero raccolto in un clic- è uno scavo nell’imago, dove ciò che si rappresenta si percepisce ben oltre l’immaginario”.

L’artista ragusano, autore di opere con Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, è un abile interprete del mondo isolano di Sicilia, come attestano  del resto i titoli di alcuni suoi volumi: “L’isola nuda”, “L’isola del pensiero”, ecc.

Ora, in questo viaggio personalissimo di arte e di vita, anche l’isola campana entra a far parte di un mondo mitico di bellezza, letteratura e poesia, attraverso il racconto della fotografia.

 

 

 

 

“Bellezza e rinascita”: la meraviglia di Sorrento in uno scatto del maestro siciliano Leone

“Torna a Surriento”: lo scatto del fotografo ragusano Giuseppe Leone per simboleggiare la rinascita culturale e turistica nel nome della ‘Bellezza’.  È la cover del portfolio che l’artista siciliano di fama internazionale ha dedicato alla mitica terra delle Sirene.

Sorrento (Na), 16 luglio 2020 – Raffigura le ali forti di un gabbiano che solca il cielo sopra il mare di Ulisse e le Sirene l’immagine scelta per simboleggiare la campagna “Torna a Surriento”, promossa dal Premio “Penisola Sorrentina”.

Lo scatto è del ragusano Giuseppe Leone, fotografo di rilievo internazionale: immagine selezionata come cover dello speciale portfolio concepito per celebrare i venticinque anni della kermesse culturale, tenacemente  guidata da Mario Esposito.

La pubblicazione nasce a consuntivo di uno speciale progetto di “Residenze artistiche”, diretto dall’artista Giuseppe Leone di Buonalbergo (omonimo del fotografo siciliano) ed organizzato allo scopo di radicare sempre più il Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito” al territorio, superando quel concetto di evento-vetrina, che spesso costituisce un limite per questa tipologia di manifestazioni e festival culturali.

Il paesaggio, inteso come elemento di identità e luogo di sintesi tra i fattori naturali e l’interazione umana, entra dunque appieno nell’operazione di marketing che il Premio “Penisola Sorrentina” ha ideato e promosso in un momento di enorme difficoltà per il settore turistico e culturale.

“Giuseppe Leone con i suoi scatti ha saputo cogliere ed esaltare le bellezze espresse dal nostro paesaggio”,  commenta da Sorrento Giuseppe Cuomo, Sindaco della cittadina adiagiata nel Golfo e seconda per importanza turistica in Campania, dopo Napoli.

È un progetto che guarda complessivamente alla ‘Bellezza’ come opportunità di convergenze e nuova piattaforma di politiche di immagine e di promozione, in cui l’arte diventa una sorta di strumento veicolare per riconsolidare una posizione di prima linea nell’immaginario nazionale.

Come nasce questo legame tra Sorrento e l’artista di Ragusa, compagno per immagini di celebri viaggi letterari al fianco di nomi altisonanti della letteratura mediterranea come Consolo, Bufalino, Camilleri, Sciascia e tanti altri?

Ho sempre ritenuto che gli incontri nel corso del cammino non siano mai casuali. Anni fa ho avuto modo di incontrare due grandi persone, che per uno strano gioco del destino hanno il mio stesso nome. A distanza di anni uno dei due Peppe Leone, artista da Buonalbergo, mi ha contattato per realizzare una collaborazione, una residenza artistica, a Sorrento. Una grande gioia per me avere avuto la possibilità di lavorare a fianco di Peppe Leone, uomo e artista di grande spessore, e di Mario Esposito, giovane intellettuale sensibile e colto. È  un tuffo nel passato, una rievocazione e un ritrovamento di un momento quasi dimenticato, il tutto grazie all’edizione straordinaria quale è del Premio Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, spiega il Maestro Leone.

Il Premio “Penisola Sorrentina” conferma di non esaurire le proprie risorse culturali nell’arco di un’unica edizione, ma di attestarsi ed operare su un arco di  medio-lungo termine, in cui i premiati e i protagonisti coinvolti non siano delle semplici comparse, bensì autentici ambasciatori di un territorio straordinario, capace di accogliere e di costruire nel tempo convergenze con altri territori ed artisti provenienti da ogni luogo, come ad esempio la bellissima Sicilia.

Tutto può rinascere nel segno del mito, della natura, del paesaggio culturale. E, ancora una volta, della ‘Bellezza’.

 

 

“Bellezza e Libertà”: Uno scatto di Giuseppe Leone

 

La Penisola Sorrentina vista dal mare: foto del maestro siciliano Giuseppe Leone

 

Il curatore artistico Peppe Leone insieme con l’organizzatore, Mario Esposito

 

Sorrento: il maestro ragusano Giuseppe Leone pubblica un portfolio fotografico

Pubblicato dal Premio “Penisola Sorrentina” il primo fascicolo fotografico di un ciclo che il fotografo siciliano di fama internazionale ha dedicato al Grand Tour: un utile strumento di promozione per il rilancio del turismo culturale in Italia dopo il Covid-19

Ragusa, 12 giugno 2020 – La fase 3 è in pieno svolgimento e il maestro siciliano della fotografia, Giuseppe Leone, è già in pienissima attività. La prima opera del dopo quarantena, a causa del Covid-19, nasce nel segno della bellezza e della antica tradizione culturale del Grand Tour.

È stato infatti appena pubblicato il primo fascicolo, ispirato a Sorrento, delle opere fotografiche, che l’artista di fama internazionale, di Ragusa, ha dedicato alla Campania, con l’obiettivo di consolidare un ponte culturale nato lo scorso anno e gemellare le due regioni del Mezzogiorno d’Italia.

Nella “Terra delle Sirene” l’artista ha dimorato nell’ambito di un progetto di “Residenze artistiche” promosso tra le attività speciali del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito”, in collaborazione con la Città di Sorrento.

“Dopo la meravigliosa mostra tenutasi lo scorso anno nella magnifica cornice del Museo Correale di Terranova, Giuseppe Leone regala ora alla Città del Tasso gli scatti con cui ha saputo cogliere ed esaltare le bellezze espresse dal nostro territorio”, ha detto il sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo, che in questo periodo sta lavorando insieme con gli operatori del settore per il rilancio turistico e culturale della seconda città turistica della Campania per arrivi e presenze, dopo Napoli

L’elegante portfolio raccoglie delle bellissime immagini di Sorrento in bianco e nero, suddivise in tre percorsi: beni culturali, paesaggio e uomo.

L’opera è il primo capitolo di un ampio progetto fotografico di Leone legato al “Grand Tour” e dedicato alle poetiche dei territori del sud.

Dopo la Penisola Sorrentina, infatti, ci saranno Pompei e Paestum con i loro parchi archeologici, le catacombe di San Gennaro di Napoli, le atmosfere rarefatte del borgo medievale di Teggiano, nel Vallo di Diano.

È un progetto ambizioso di valenza pluriennale, con manifestazioni culturali e pubblicazioni diffuse”, spiegano gli organizzatori Mario Esposito, presidente del Premio Penisola Sorrentina, e Giuseppe Leone (campano, omonimo del fotografo siciliano e direttore artistico del progetto di Residenze artistiche).

“In tal modo l’arte diventa autentico volano del territorio, consentendo di intercettare nuovi paradigmi di promozione e di costruire una nuova identità che nel difficilissimo periodo del dopo-Covid punti sulla Bellezza”, continuano gli animatori dell’iniziativa editoriale, che sarà presentata prossimamente alla stampa nazionale.

Leone, che vive e lavora a Ragusa dove è nato, ha esordito illustrando il volume di Antonino Uccello “La civiltà del legno in Sicilia (Cavallotto, 1972). Da allora le sue fotografie hanno illustrato numerosi libri, cataloghi e riviste di editori italiani e stranieri.

Tra le pubblicazioni più note “La Pietra vissuta”, con testi di Rosario Assunto e Mario Giorgianni (Sellerio, 1978): “La Contea di Modica” con testo di Leonardo Sciascia (Electa, 1973), “L’Isola Nuda” con testo di Gesualdo Bufalino (Bompiani, 1988), “Il Barocco in Sicilia” e “Sicilia Teatro del Mondo” con testi di Vincenzo Consolo (Bompiani, 1991), e “L’Isola dei Siciliani” con testi di Diego Mormorio (Peliti Associati, 1995).

 

 

Il fotografo ragusano, Giuseppe Leone

 

 

Cultura, Conversazioni interrotte: quando il telefono ci osserva e parla di noi

Torino, 16 aprile 2020 – La scrittura avanguardista e pioneristica della prolifica scrittrice Barbara Appiano, autrice di numerosi libri, romanzi, e saggi di formazione destinati alle scuole, si rivela ancora una volta in un azzardo linguistico, satirico e ironico, in un’opera in cui a parlare è un telefono cellulare. “Lui” parla in prima persona di noi, dell’umanità tecnodipendente intossicata dal mondo virtuale e relativa sindrome di narcisismo acuto coadiuvato dall’ossessione compulsiva di “messaggiare costantamente”.

Si tratta di un’opera all’avanguardia linguistica e strutturale, in cui la grammatica è la matematica dell’ironia, che già dal titolo  Conversazioni interrotte, manuale di antropologia telefonica a denominazione di origine incontrollata” ci aspettiamo una narrazione fuori dal comune, dove parlano gli oggetti che l’autrice fa parlare quasi avessero un’anima.

Si tratta di uno smartphone, l’io narrante di quest’ultima opera, un telefono umanizzato che diventa l’io che parla a nome di tutti i cellulari diventati una presenza costante e ossessiva, che ha ispirato l’autrice spesso in viaggio sui treni, che si ritrova a prendere durante le trasferte culturali.

È qui che l’autrice si trova vis a vis con viaggiatori ostaggio di telefoni, e relativi auricolari, che con lo sguardo perso nel vuoto parlano come scrive l’autrice “da soli”, nella moltitudine degli altri viaggiatori.

Ma in realtà si tratta di solitudine visto che come scrive la Appiano se mai un gentiluomo del diciannovesimo secolo ritornasse dal suo secolo per entrare nel nostro, il ventunesimo, non ci capirebbe mentre parliamo da soli passeggiando, mangiando e forse anche “dormendo”.

Questa la prefazione dell’opera della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia, dottore di ricerca presso L’università La Sapienza di Roma.

“In una società dominata dalla smania per l’ultimo modello di smartphone, il romanzo di Barbara Appiano mira a essere una sorta di manuale di antropologia telefonica, ove il cellulare acquisisce viva voce, di modo che, attraverso le affermazioni di un oggetto reso parlante, possiamo renderci conto dei limiti del modello “sempre connessi”.
Con uno spirito postmoderno, volto a decostruire il conformismo della mercificazione della cultura stessa, il telefono prende la parola per interrompere in maniera ossimorica le conversazioni, ridotte a stereotipi vuoti, nella bramosia degli aggiornamenti e delle applicazioni, considerate dai giovani “magnifiche sorti e progressive”, per usare un’espressione leopardiana. In tal senso, l’autrice, come è ben ribadito nelle conclusioni, ripercorre l’evoluzione delle comunicazioni telefoniche, per fornire un archetipo di vita alternativo rispetto a quanti in un viaggio in treno, invece di guardare le bellezze del paesaggio o di leggere un buon libro, sono assorti nello schermo di un cellulare, impegnati in attività di ogni genere e, soprattutto, in rumorose conversazioni interminabili.
Si tratta di immagini ormai proprie della nostra vita quotidiana, ma lontane dai tempi dei telefoni fissi e delle cabine telefoniche, quando chiamarsi era davvero un’occasione per socializzare anche in fila.
Ora invece lo smartphone è un mezzo per isolarsi, perché, a partire dai primi cellulari grandi e molto costosi, si è giunti a degli strumenti sottili, agili, in grado non solo di telefonare, ma di contare, scrivere, fotografare, registrare audio o video e similia , tanto che trascorriamo le ore a dialogare con queste intelligenze artificiali, così sfruttate da invocare il riposo serale sul nostro comodino. Anche spente, però, tali macchine intelligenti continuano a funzionare grazie alle segreterie, alle programmazioni di auto-accensione, alle sveglie, come se la nostra intera esistenza di per se stessa non potesse sussistere. Andiamo a dormire e ci svegliamo con lo smartphone in mano, gesto che ha sostituito il segno della croce, la lettura e ogni altro rituale, volto a scandire la giornata in maniera più personale, meno asettica, o semplicemente più umana.
Barbara Appiano di fronte a siffatto modello imperante si erge nella sua resistenza, nell’accanimento rivolto a un mondo passato, ancora vivo però nei nostri ricordi di adulti, perché l’eccessiva dipendenza dagli smartphone sta uccidendo la parte migliore dell’uomo, cioè la fantasia. Infatti, sebbene i cellulari possano essere molto utili quotidianamente, costituiscono un rischio enorme, giacché funzionano con modelli matematici, ma non possono pensare al nostro posto, in quanto mancano del cuore e della sensibilità dell’uomo, inteso quale unione di corpus e animus”.
Chi è Barbara Appiano
Barbara Appiano è un fervente fenomeno letterario, in continuo movimento, con all’attivo ben 17 libri (e molti altri sono in preparazione).
I suoi libri mantengono una ricerca senza sosta della bellezza e della verità, spaziando nell’ambito sociale e contemporaneo, nella conservazione dei beni artistici e monumentali italiani, in difesa della natura e delle specie a rischio di estinzione e in difesa dei disabili psichiatrici e della malattia mentale.
Barbara Appiano collabora con varie istituzioni nazionali e internazionali quali Il MuMa, Il Museo del Mare di Milazzo, l’Associazione Nazionale dei Familiari dei Pazienti Psichiatrici “Abbraccialo x me”, e ancora “Amici per sempre”, un’associazione fondata dal medico chirurgo primario ospedale di Desio Dott.Dario Maggioni, con il progetto internazionale per la salvaguardia della fauna selvatica africana a rischio di estinzione quali elefanti e rinoceronti Pengo Life Project.
La Appiano collabora inoltre con il Gruppo Donatori Sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi, il Comitato RicostruiamoSaletta.org per la ricostruzione del borgo Saletta, frazione di Amatrice, devastata dal terremoto del 24 agosto 2016, con il Centro Cardiologico Monzino per la ricerca cardiovascolare, con l’Istituto Oncologico Europeo per la ricerca oncologica, con la rivista cartacea internazionale per la cultura “Le Muse”, diffusa in tutto il mondo, e infine collabora con il Corriere dello Spettacolo, giornale per la cultura fondato dal dott. Stefano Duranti Poccetti.
L’autrice è stata ospite in passato al Maurizio Costanzo Show, ha partecipato numerose volte alla trasmissione televisiva “Libri oggi” condotta dal  critico letterario  Dott. Andrea Menaglia sul Canale nazionale Italia 161, in cui ha presentato i suoi numerosi libri, oltre ad essere stata intervistata da Radio Cusano Campus, Radio Onda Web di Napoli, Radiodueminutiunlibro.it, mentre alcuni suoi racconti sono stati letti da Maria Cocozza del TG5 nella trasmissione Arca di Noè.
Nel passato ha collaborato come marketing manager per conto della multinazionale svizzero tedesca SIG pubblicando articoli tecnici su applicazioni industriali sviluppate per Bmw, Danone, Iveco, Fairchild, su testate di settore quali Automazione Oggi, Assemblaggio, Packaging.
L’autrice ha lavorato con lo scrittore Domenico Rea (Premio Strega), è stata collaboratrice della rivista mensile Cosmopolitan con articoli di costume e società riguardo la sua città di origine che è Torino, ed è stata nominata dal Ministero dei Beni Culturali “Lettrice d’eccezione”, per la sua attività di lettrice nelle scuole, con la quale collabora in particolare con gli alunni della scuola primaria Carrubaro di Milazzo, per l’illustrazione del libro “Dighe e cascate finchè ci sarà sete,” in partnership con il Museo del Mare di Milazzo, con gli alunni delle quinte classi della scuola primaria F.D’Assisi di Correggio (RE) per le illustrazioni interne del libro di aforismi “Motel Insonnia Parking, dal dormiveglia al sonnambulismo la poesia resta sveglia”
Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che ha ricevuto e letto i suoi libri si è congratulato con Barbara Appiano per la creatività finora espressa e per i temi che il medesimo Presidente condivide, quali difesa ambiente, diffusione dell’arte e impegno nel sociale.
Molti suoi libri hanno il patrocinio di diverse grandi istituzioni, il cui ricavato delle relative vendite viene donato in beneficienza alle associazioni interessate.

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Contatti stampa:
bappiano@virgilio.it

Dantedì, la prima Giornata Nazionale per Dante è tutta digitale, su www.siccomedante.it

A causa dell’emergenza per il Coronavirus la Prima Giornata Nazionale dedicata a Date Alighieri sarà tutta digitale grazie al progetto SicComeDante, su www.siccomedante.it

Brescia, 24 marzo 2020 – Un podcast di 100 puntate per raccontare la Divina Commedia, canto per canto, accompagnato dalle opere delle scuole di tutta Italia. È questa l’idea del progetto SicComeDante, che parte il 25 marzo, nella prima giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri denominata Dantedì, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 gennaio scorso.

Grazie a SicComeDante il grande passato della nostra letteratura dialoga con le nuove tecnologie, per diffondere il piacere di ascoltare la Divina Commedia: una storia unica.

Dante Alighieri, un uomo e un intellettuale di straordinaria cultura, è anche un avvincente narratore, come dimostra la Divina Commedia, il suo capolavoro.

Perché non raccontarla, canto per canto, con l’ausilio delle moderne tecnologie? Perché non metterla a disposizione di chi voglia farsi travolgere dalla bellezza delle storie, magari mentre fa la spesa, riposa sul divano, va in bicicletta o, in questi tristi giorni di forzata segregazione, è attaccato allo schermo del computer?

Come Dante scriverebbe oggi la Divina Commedia? Con quale filtro di instagram o hashtag di twitter? Chi taggherebbe in Facebook tra gli importanti personaggi del nostro tempo per descrivere la corruzione e i vizi contemporanei?

Nessuno ha una risposta certa a queste domande e il progetto SicComeDante prova a dare voce alle interpretazioni di studenti delle scuole di tutta Italia, per stimolare opere e nuovi linguaggi.
A loro aiuto o ispirazione, il sito di SiComeDante offre un podcast narrativo, fruibile da tutte le persone curiose di scoprire, o riscoprire, la magia di un racconto racchiusa nei versi danteschi.

La professoressa Laura Forcella ogni settimana pubblicherà sul sito il racconto digitale (da ascoltare in tre minuti) di ogni canto della Divina Commedia, iniziando proprio dal 25 marzo 2020, nel pieno di un’epidemia che rinchiude gli studenti in casa e li obbliga allo studio individuale.

“L’idea – dichiara Laura Forcella che ha proposto il progetto all’Associazione culturale inPrimis – è quella di presentare le storie narrate nella Divina Commedia anche ai non specialisti e al di fuori delle scuole, con una comunicazione rapida, che spiani la via alla comprensione della difficile lingua dantesca, senza rinunciare alla meraviglia dei suoi contenuti. L’obiettivo finale è che la storia del podcast, ridotta in 3 agili minuti per canto, induca chi l’ascolta a riprendere in mano il poema o a esplorarlo alla ricerca di quel piacere che la letteratura consente, per gli autori troppo impegnativi, solo se si è guidati”.

L’Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia ha creduto fin dal suo nascere il progetto e lo ha attivamente sostenuto.

“Con largo anticipo e irrefrenabile entusiasmo, i promotori di questo progetto sono venuti ad illustrarmelo parecchi mesi fa – ricorda la vicesindaco e assessore alla cultura Laura Castelletti – e ora, per uno strano scherzo del destino, ci troviamo a lanciare questo primo Dantedì e le bellissime iniziative di SicComeDante smarriti in una nuova ‘selva oscura’. Questa stringente contingenza a causa del Coronavirus non ci permette di dare inizio al nostro viaggio con gli appuntamenti pubblici che avevamo immaginato, ma arriveremo anche noi a ‘riveder le stelle’ e saremo pronti, con l’aiuto dei nostri bibliotecari e di tante realtà culturali che gravitano attorno all’Assessorato alla cultura, ad accompagnare la narrazione della Divina Commedia con esposizioni, incontri, film e molto altro. Per il momento, godiamoci grazie ai podcast uno straordinario ed ineguagliato racconto”.

L’appuntamento sul sito www.siccomedante.it, che ospiterà gli audio narrativi due volte alla settimana, inizia in una data simbolica, il 25 marzo, quando Dante immagina di cominciare il suo viaggio nell’aldilà, in modo da consentire, il 14 settembre 2021, anniversario dei 700 anni dalla morte del poeta, di completare la narrazione dell’intero poema.

Francesco Zambelli, presidente dell’associazione culturale inPrimis ed esperto di comunicazione, ha accolto la proposta con favore: “la sfida di raccontare Dante in 50 settimane mi è apparsa subito affascinante: si tratta di porsi nei confronti della letteratura, anche la più divina, con la volontà di portarla vicino alle persone. In questo modo il viaggio di Dante viene spiegato anche a chi non ha competenza letteraria specifica, permettendo di emozionarsi con le storie di un genio senza tempo”.
Singoli studenti o classi di scuole di tutta Italia sono invitati a partecipare. Numerose già le adesioni e le proposte di contenuti digitali. Per aderire basta contattare il progetto tramite l’indirizzo di posta elettronica info@siccomedante.it.

“La Divina Commedia ci offre una chiave di lettura per il mondo in cui viviamo, ci mostra le mille sfaccettature dell’animo umano, ci rapisce dalla realtà quotidiana facendoci affrontare un viaggio straordinario: come non omaggiare colui che l’ha scritta?”, commenta Alice Bonati studentessa del Liceo Calini di Brescia, mentre la professoressa Francesca Lonati dello stesso istituto aggiunge: “il nostro liceo ha accolto con entusiasmo la proposta di partecipare al progetto
poiché offre un’occasione straordinaria per rendere gli studenti promotori di cultura e, in particolare, divulgatori della conoscenza della Commedia non solo tra i loro coetanei ma, più in generale, tra tutti i cittadini”.

Con lei Mariangela Labate del Liceo Leonardo da Vinci di Reggio Calabria: “l’iniziativa ci ha subito entusiasmati. Utilizzare le nuove tecnologie per studiare i classici rappresenta un modo per attualizzare e rendere più vicino ai ragazzi un grande protagonista della nostra cultura. Il progetto nel nostro Liceo procede infatti di pari passo con la pagina Instagram sommopoetareal, su cui gli studenti propongono post, stories e contest sulle opere di Dante”.

Società Dante Alighieri, Comune di Brescia, Provincia di Brescia, Ufficio scolastico Territoriale di Brescia, Liceo scientifico Calini di Brescia, Liceo Leonardo da Vinci di Reggio Calabria, Liceo Scientifico-Coreutico Epifanio Ferdinando di Mesagne (Br) sono i primi soggetti che affiancano il progetto, ai quali se ne aggiungeranno altri nel corso dei due anni di programmazione.

 

 

 

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