5G: inganni e paradossi della tecnologia che sta per invadere le città italiane

Milano 17 settembre 2019 – Alla Fabbrica del Vapore di Milano si è tenuta il 15 settembre scorso, nell’ambito di ‘Natura AMA Benessere Olistico & BioArmonico‘, una conferenza sui paradossi e sugli inganni che riguardano lo sviluppo e la sperimentazione delle reti 5G. Una tematica molto attuale soprattutto in una città come Milano che sarà tra le prime in Italia a testare le reti di quinta generazione.

Paolo Goglio, presidente della ‘Associazione Amore con il Mondo ODV‘ e Nadi Paola Matrone hanno illustrato “Metti in pausa il 5G”, la campagna di sensibilizzazione sui rischi del 5G.

Il modello Svizzera

La Svizzera si è appena classificata al primo posto nella classifica di sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’impatto, alla qualità dell’aria e alla protezione del clima. Un modello che è indice non solamente di attenzione ma soprattutto di tutela del benessere umano come conseguenza del benessere ambientale.

Oggi i cantoni Vaud, Ginevra, Neuchâtel e Giura, hanno già introdotto una moratoria in opposizione alla installazione e sperimentazione di reti 5G sul territorio e presto la questione sarà discussa anche dai parlamenti cantonali di Berna, San Gallo e Svitto.

In realtà si stanno mobilitando un pò tutte le aree della confederazione, dai Grigioni al Ticino per raccogliere firme e attivare un percorso di sensibilizzazione sulle reti di Quinta Generazione. La prima domanda che salta all’occhio è la seguente:

”Ma se un paese così attento alla salute e alla tutela si sta attivando in questa direzione, non è che forse ci sfugge qualcosa?” si è chiesto Paolo Goglio, introducendo la conferenza di Milano.

“Siamo fessi noi che accogliamo le nuove tecnologie con il plauso e il consenso di politici, università, industria e istituzioni? O sono fessi loro che non capiscono la fondamentale importanza di piazzare milioni di antenne per connettere frigorifero, lampadine, forno e lavatrice, cassonetti e rubinetti nella nostra casa sempre più smart per essere sempre più felici?” hanno detto i promotori della campagna “Metti in pausa il 5G”.

I paradossi

Il paradosso evidenziato dai promotori della campagna è che prima si vendono le licenze e poi si fanno gli studi per approfondire i rischi della tecnologia 5G sulla salute. La forbice che definisce il confine tra interesse e benessere assume molto spesso i contorni di un paradosso clamoroso. Negli USA già si parla di proibire le sigarette elettroniche che si sospetta abbiano causato addirittura 6 vittime, mentre sono tutt’altro che proibite le sigarette tradizionali che provocano 400.000 vittime all’anno e qualcosa come 3.000 ulteriori vittime all’anno per il solo fumo passivo. Per contrastare la pandemia si rincarano i prezzi: così facendo aumentano i ricavi ma non diminuiscono i consumi. “È questo il sistema che garantisce la tutela del benessere e che pretende di essere pure considerato autorevole e affidabile?”, si sono chiesti i promotori di “Metti in pausa il 5G”.

L’inganno dello sviluppo

Altro inganno del 5G riguarda lo sviluppo. Secondo le dichiarazioni politiche del Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi di Maio, il 5G è una piattaforma che apre nuove opportunità di sviluppo per il nostro sistema economico. Eppure 66 milioni di lavoratori nel mondo sono a rischio di essere rimpiazzati dalla intelligenza artificale (Fonte: The Guardian).

La beffa della Bandiera Arancione

Altro aspetto da considerare, secondo i promotori del convegno, vi è la tutela dei territori di pregio dal forte inquinamento tecnologico. Fattore oggi totalmente assente dalle valutazioni degli amministratori. Come ad esempio l’Associazione dei Paesi Bandiera Arancione, che nasce dal Touring Club Italiano. Si tratta di un riconoscimento turistico-ambientale per i borghi e piccoli comuni sotto i 15.000 abitanti dell’entroterra, tra i più belli e confortevoli della penisola.

“Ebbene, anziché premiare la tutela di questi territori, patrimonio nazionale, sono stati ceduti in pasto alla sperimentazione 5G i 227 comuni della lista, all’oscuro di questo accordo tra privati (vedi richiesta del Comune di Tenno). Eppure Touring Club Italiano definisce l’iniziativa Bandiera Arancione un marchio di qualità turistica-ambientale” hanno detto ancora i promotori dell’iniziativa. (Fonte: https://www.bandierearancioni.it/iniziativa/liniziativa-0).

Un peso enorme

La pressione tecnologica induce uno stress da eccesso di informazioni che deforma completamente la percezione della vita, causando un surplus di esigenze superflue che si traduce in una overdose di consumismo con tutte le relative conseguenze sulla qualità di vita e sullo sfruttamento dell’ambiente. La percezione della vita è completamente deformata, le sensazioni e le emozioni sono alterate. Consideriamo per esempio quanto elevato sia il timore di essere vittima di un attacco terroristico: statisticamente è due volte più pericoloso prendere l’ascensore e dieci volte maggiore il rischio di essere colpiti da un meteorite, ma la percezione è completamente distorta.

Lamentismo o attivismo?

Ogni volta che qualcuno dice di sì c’è sempre qualcuno che dice di no e così le parti si scontrano determinando conflitti e confusione. Questo, a prescindere da ciò che è corretto o scorretto, giusto o ingiusto, vero o falso, benefico o malevolo, inietta comunque nel sistema sociale un elevato grado di malessere che si espande e si riflette a tutti i livelli. 

il presidente dell’associazione, Paolo Goglio, ha quindi illustrato i programmi di attivismo sociale:

“Quando le parti si scontrano è perchè gli interessi si scontrano. Alcuni sono motivati dall’interesse economico dal tornaconto, altri sono interessati a difendere la salute, l’ambiente e il benessere individuale. Il risultato è che si sta diffondendo una nuova forma di malessere sociale che possiamo definire ‘lamentismo’. Ci si lamenta di tutto, continuamente e sempre, con tutto e con tutti. Si è venuta a determinare una specie di psicosi sociale dove è impossibile essere felici e sembra quasi doveroso lamentarsi a prescindere, con il rischio di perdere una infinità di tempo che potrebbe essere impiegato per attività creative, ricreative o di maggior gratificazione. L’alternativa al lamentismo è l’attivismo: informarsi, documentarsi, definire un modello di consapevolezza ed eventualmente attivarsi per operare e diffondere questo modello”.

Formazione e informazione

L’obiettivo è creare dei punti di incontro e dei gruppi operativi sul piano della ricerca, dell’informazione e dell’attivismo diretto. Non si tratta di dire Si o No ma solamente di fare una pausa di riflessione prima di dare il via libera sconsiderato alle reti 5G, questo è necessario e doveroso da parte di chiunque.

Definire una linea e stabilire un principio significa innanzitutto risolvere questi conflitti di base e uscire dallo status lamentistico che provoca sofferenza sociale. E’ un modello di pace interiore che produce benessere perchè alleggerisce di molto il peso della percezione negativa. Lo step successivo è quello di formare delle squadre operative per intervenire direttamente sul territorio: porteremo comune per comune un programma di comunicazione già definito che prevede la documentazione e il pacchetto di comunicazione composta da comunicato stampa, video comunicato, organizzazione di una conferenza stampa e valorizzazione del territorio”.

La valorizzazione del territorio

Un sindaco ha il dovere primario di tutelare i residenti nel proprio comune e il relativo patrimonio ambientale.

“La giunta deve curare il benessere e la salute della popolazione, o preferisce forse che siano i residenti a fare da cavia per le sperimentazioni della rete 5G? E’ molto più congruo fare prima le valutazioni di impatto sia per quanto riguarda l’elettrosmog sia per quanto riguarda una tecnologia che moltiplicherà la pressione di informazioni con volumi 100 volte maggiori a quella attuale. Prestare attenzione alla salute e alla tutela del territorio significa anche valorizzarlo e questa è la migliore forma di promozione perché è autentica, sana e decontaminata da interessi di altro genere” ha concluso il presidente Goglio.

ll presidente di “Amore con il mondo” ha così invitato le associazioni e gli enti su tutto il territorio nazionale a contattarlo per organizzare dei gruppi operativi pacifici e consapevoli. Saranno benvenuti anche i sindaci e assessori che desiderino valorizzare la propria mission, che potranno richiedere informazioni e aderire alla campagna “Metti in pausa il 5G”.

Per ulteriori informazioni sulla campagna è a disposizione il sito internet www.amoreconilmondo.com.

 

 

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Contatti stampa:

Paolo Goglio

Tel. 335-6342166

paologoglio@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imprese, oggi in azienda fino a 5 generazioni

Milano, 16 settembre 2019 – Da una parte, l’aumento dell’età pensionistica, che ha portato le persone a restare in azienda più anni di quanto avveniva in passato. Dall’altra parte, seppur meno marcata, l’entrata anticipata di tanti giovani nel mondo del lavoro, dettata dalla necessità di creare un reddito il prima possibile in risposta della crisi economica degli ultimi anni.

Questi due fattori insieme hanno portato, per la prima volta, al coesistere in azienda non  tre, non quattro, ma ben cinque generazioni diverse.

Non si tratta di puri dati statistici che non hanno effetti concreti sulla gestione o sull’operatività delle imprese, ma una realtà concreta che tante aziende si trovano a gestire. Una realtà con estremi talmente distanti, tanto da poter spaventare le Risorse Umane.

Ci sono infatti i veterani, ovvero i lavoratori over 60, tendenzialmente fedeli a un datore di lavoro per lunghissimo tempo, portati alla comunicazione faccia a faccia e di stampo formale.

Ci sono poi i baby boomers, contraddistinti da una forte etica del lavoro, e i lavoratori della Generazione X, che compongono la più grande fetta della popolazione lavorativa e che per primi si sono avvicinati alle nuove tecnologie.

All’estremo opposto, ci sono i Millennials e giovanissimi della Generazione Z, nativi digitali che hanno abbandonato l’ideale del posto fisso, iperconnessi e portati alla comunicazione costante online.

Il primo compito, per le aziende, è quello di comprendere quali sono le differenti esigenze dei propri dipendenti di generazioni diverse. E questo deve essere fatto sia per ottimizzare la produttività, sia per poter poi sfruttare queste conoscenze per attirare nuovi talenti.

«Un’azienda che non dedica tempo e risorse per capire i diversi modi di collaborare, di comunicare e di lavorare dei propri collaboratori, perde una grossa opportunità» spiega Carola Adami, amministratore delegato della società di head hunting Adami & Associati «e rischia allo stesso tempo non solo di allontanare nuove preziose risorse in grado di accompagnare lo sviluppo del business, ma anche di perdere i talenti già presenti in azienda. L’ambiente di lavoro è infatti uno dei fattori fondamentali in base ai quali un dipendente decide se restare in azienda o se cercare lavoro altrove».

Rispondere alle preferenze di un 2 o 3 generazioni di collaboratori non è particolarmente complicato: è quello che le migliori aziende hanno sempre fatto.

Oggi, invece, le stesse aziende si trovano a misurarsi con le esigenze di ben 5 generazioni, ognuna delle quali ha delle priorità differenti.

Fino a qualche anno fa erano pochissime, per esempio, i reparti HR che mettevano al centro dei propri sforzi i valori della sostenibilità ambientale. Oggi, invece, le cose devono cambiare, in quanto – con l’inserimento di risorse delle nuove generazioni – la sostenibilità ambientale è un valore importante da considerare per il 61% dei lavoratori.

A rivelarlo è stato uno studio HP, con l’Amministratore Delegato di HP Italy Tino Canegrati a sottolineare che «per i dipendenti di oggi e di domani la responsabilità sociale è diventato un must, la cui importanza è solo destinata ad aumentare».

Si sommano priorità differenti, e insieme a esse entrano in azienda anche nuove opportunità di comunicazione, di condivisione e di collaborazione, rivoluzionando dall’interno il modo di lavorare.

«La presenza contemporanea di generazioni tanto diverse, sommata alla forte rivoluzione tecnologica in corso, può spaventare i reparti HR di qualsiasi azienda. Eppure proprio grazie alle nuove tecnologie è possibile sfruttare al massimo le risorse multigenerazionali presenti in azienda, valorizzando al massimo il potenziale di ogni singolo collaboratore» spiega Adami, aggiungendo che «in una fase di cambiamento come quella che stiamo vivendo in questi ultimi anni, poter contare su un’ampia gamma di punti di vista è senza ombra di dubbio un vantaggio competitivo».

 

Alessio Vinassa, il giovane startupper passa dall’oro ai pagamenti online

Roma, 16 settembre 2019 – Negli ultimi anni, l’imprenditoria giovanile ha visto una forte crescita, grazie a persone ambiziose e con una grande voglia di fare e mettersi in gioco. Gli esempi di successo sono diversi, come quelli del giovane startupper italiano Alessio Vinassa, sicuramente uno dei più evidenti.

Alessio è un giovane imprenditore che ha fatto fortuna con una impresa di estrazione dell’oro in Burkina Faso e che sta per varare, a partire di settembre, un nuovo sistema di pagamenti online sicuri e veloci, basati sulla blockchain.

L’idea le è venuta perché mezzi e strumenti per il montaggio del sito di estrazione dell’oro provengono da varie parti del mondo, per cui è necessario effettuare transazioni intercontinentali veloci con pagamenti sicuri ed efficienti.

Purtroppo però non è sempre possibile con gli istituti bancari, per via dei lunghi tempi di attesa e dei limiti di invio. Per questo motivo Vinassa decide di fondare la AMAAR Management LTD, società specializzata nella programmazione di software per sistemi di pagamento.

La AMAAR Management LTD sta creando un istituzione di pagamento a cui possono accedere aziende, liberi professionisti e anche privati senza P.IVA, che sarà lanciato a novembre 2019.

Il software permetterà di creare un account scegliendo i servizi in base alle proprie esigenze e sarà messo a disposizione un team di supporto 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana.

Quando viene aperto l’account, il cliente ha l’opportunità di presentare se stesso e la propria attività (se si tratta di un account aziendale). In questo modo, l’istituto di pagamento, rilasciato da AMAAR Management LTD, sarà in grado di sapere in anticipo cosa aspettarsi dal proprio cliente, senza dover richiedere ulteriori controlli in seguito. Ciò consente inoltre ai clienti di usufruire di un account adatto alle proprie esigenze, avere un risparmio di tempo, velocità nell’attivazione e nei servizi e maggiore sicurezza.

Nell’arco di un’ora, il cliente avrà un account verificato e riceverà una carta virtuale per effettuare acquisti online e inviare fondi.

Per l’account aziendale saranno necessarie 48 ore per la verifica, dopo di che si riceverà un ID digitale e si potrà scegliere un upgrade per ricevere servizi progettati esclusivamente per la propria attività, potendo accedere a funzioni utili per le operazioni aziendali, quali tempi di consegna, normative, interazioni nazionali ecc

Le transazioni dei clienti saranno registrate in blockchain, per offrire il massimo livello di sicurezza, tutelando la loro privacy, e tutte le operazioni saranno eseguite online e con tempi rapidi.

Tutto potrà essere fatto online in totale sicurezza e comfort, rimanendo disponibile 24 ore al giorno.

Per chi lavora con il resto del mondo non potrà fare a meno di questo software per gestire transazioni da ogni parte del mondo.

Chi è Alessio Vinassa

Alessio si è avvicinato al mondo del lavoro all’età di quattordici anni svolgendo diversi incarichi, dimostrando già da allora la sua capacità di adattamento e velocità di apprendimento. La sua curiosità lo ha avvicinato al mondo dell’imprenditoria, e a diciotto anni ha iniziato a studiare e ad apprendere tutto quello che c’era da sapere per iniziare il suo progetto.

Si arriva così al 2010, quando Alessio si imbatte nella grande opportunità della sua vita, quando incontra la persona che poi sarebbe diventata suo partner in affari, che gli fece una proposta di lavoro per entrare nel mercato del Burkina Faso. L’idea era quella di basare una nuova azienda su un prodotto la cui domanda è in continua crescita, l’oro. Il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri del mondo, ma è custode di un grandissimo tesoro: pepite d’oro intrappolate nella roccia.

Alessio Vinassa decise di credere e investire nel progetto. In sei mesi percorse 70.000 chilometri di strade sterrate in Burkina Faso, alla ricerca del luogo dove iniziare la sua attività. Nel 2013, Vinassa e il suo partner subaffittarono la prima concessione, investendo 50.000 euro per acquistare un primo escavatore, un camion, una terna e due mulini. Dopo qualche settimana, il progetto iniziò ad attirare l’attenzione di alcuni investitori e grazie al loro contributo si poté avviare l’impresa della costruzione di una miniera d’oro a cielo aperto.

Dopo l’impresa nel campo dell’oro Alessio annuncia a metà del 2019 il lancio di un nuovo sistema di pagamenti mondiale, a partire da novembre 2019.

Per seguire le imprese del giovane startupper basta seguire il suo blog all’indirizzo www.alessiovinassa.blog.

 

 

 

 

Auto: For Dealer amplia la rete di officine grazie ad accordo con AD GIADI

Torino, 5 settembre 2019 – È accordo di collaborazione tra For Dealer e il gruppo AD GIADI per allargare la rete di officine e migliorare il servizio di assistenza rivolto ai clienti di entrambe le realtà.

Grazie a questo accordo, tutti i dealer di For Dealer potranno offrire un servizio migliore ai loro clienti, perché all’insorgere di un problema con il proprio veicolo avranno a disposizione una rete molto ampia ed affidabile di officine a cui rivolgersi.

For Dealer è certificata EN ISO 9001:2015, è partner tecnico di Unione Nazionale Consumatori, opera in ambito automotive e si occupa nello specifico della gestione delle garanzie di veicoli usati.

Oltre a fornirne la consulenza per la garanzia legale di conformità come prevista dal Decreto Lgs 206/2005 durante la compravendita di un veicolo usato, For Dealer con il proprio software brevettato applica la Norma UNC DOC A01 emanata da Unione Nazionale Consumatori per l’ applicazione del Codice del Consumo al mercato delle auto usate.

AD-GIADI è invece il nuovo marchio italiano nel panorama della distribuzione ricambi, nato dall’unione di Autodistribution Italia e Giadi Group. Due realtà e due visioni accomunate dallo stesso mercato che nel 2013 si sono unite in un brand solo, nato per offrire maggiore valore essere una nuova grande realtà per i clienti.

L’accordo tra For Dealer e Ad Giadi è stato firmato  il 1° settembre 2019 a Torino ed è subito operativo grazie ad un test di collaborazione effettuato nei mesi precedenti.

Il Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori, Dino Cimaglia “plaude all’ accordo che, grazie alla collaborazione di due eccellenze, permetterà di offrire un servizio molto più efficiente ai cittadini”.

Smartworking, ovvero lavorare con intelligenza per vivere meglio

Milano, 30 agosto 2019 – Lo smartworking come nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità ed autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati e della focalizzazione degli obbiettivi professionali, come definito dall’Osservatorio del Politecnico di Milano.

A parlarne il nuovo saggio  “Il lavoro intelligente” di Ugo Serena, in uscita ai primi di settembre.

Saggio che è strutturato in tre parti.

La prima è dedicata ai vantaggi ambientali, economici e sociali che questa modalità di lavoro ci sta offrendo e di come essa consentirà di allocare al meglio le proprie risorse economiche e umane, abbattendo i costi e incrementando la produttività.

Ma poiché il benessere delle persone e dell’ambiente va di pari passo con l’efficienza delle aziende si illustrano i vantaggi dello smartworking per la nostra qualità della vita, come questo sia un’occasione per promuovere le pari opportunità in termini reali, consentire a uomini e donne di gestire meglio lavoro e famiglia, permettere a persone disabili di essere considerate alla pari degli altri, lavorare pragmaticamente in modo più efficace conciliando lavoro e vita.

Meritiamo di vivere dove vogliamo e di avere tempo per coltivare i nostri interessi, le nostre relazioni, la nostra creatività e metterli in relazione con il nostro lavoro.

La seconda parte del libro è dedicata al diverso modello di management necessario a promuovere questa visione.

Un modello fondato su parametri qualitativi anziché quantitativi, un modello in cui da un sistema fondato sulla gerarchia e le procedure standardizzate si passa a una struttura costruita sulla crescita delle competenze e delle responsabilità individuali.

Infine il libro si rivolge direttamente ai lavoratori fornendo suggerimenti pratici per sfruttare nel modo migliore questa opportunità, che richiede responsabilità, organizzazione, disciplina e impegno.

Particolare attenzione è rivolta ad un modello di comunicazione costruttivo e pragmatico volto a trovare convergenze e ad evitare conflitti, finalizzato alla realizzazione degli obiettivi professionali e del benessere personale.

CHI È UGO SERENA

Ugo Serena ha iniziato sua esperienza professionale a Londra nel 1988 presso Assitalia UK.

Da allora ha lavorato per alcune delle più importanti compagnie assicurative italiane e per i principali riassicuratori internazionali.

Attualmente si occupa del coordinamento del Ramo Responsabilità Civile per Austria Central Eastern Europe e Russia per Generali CEE Holding con sede a Praga.

Da circa tre anni svolge una parte sostanziale del suo lavoro attraverso lo smartworking.

E’ autore del libro “Undrewriting il mestiere di immaginare”, di cui è disponibile la traduzione in Inglese, e dell’omonimo blog.

 

 

GDPR: arriva a Firenze il primo Privacy Camp, per imprese e professionisti

Firenze, 21 maggio 2019 – L’Accademia Italiana Privacy organizza, con l’aiuto di Gdprlab.it, il primo Privacy Camp, un incontro  itinerante in Italia per aziende, attività commerciali e studi professionali per informarli sul Regolamento Europeo della Privacy.
Il primo appuntamento, completamente gratuito, si terrà giovedi 13 giugno 2019 alle ore 9,00 presso l‘Hotel The Gate, area di servizio Firenze nord.
Come bisogna comportarsi con i dipendenti e con i clienti in merito alla loro privacy? Cosa si deve fare per essere in regola con la legge?
L’evento aiuterà imprenditori e professionisti a rispondere a queste e tante altre domande.
Quello di Firenze sarà il primo di una serie di date a giro per l’Italia per sensibilizzare tutti sulla cultura della privacy e della protezione dei dati.
I relatori dell’evento saranno Avv. Gianni Dell’Aiuto del Foro di Roma, esperto in privacy, Avv. John Giuliattini del Foro di Firenze,
Dr. Papini Presidente dell’Accademia Italiana della privacy, relatore di numeroso congressi in Italia e autore del libro “Regolamento Europeo della privacy, vademecum per aziende e professionisti”, e  il Dr. Michele Risegari, esperto in sicurezza e nuove tecnologie.
L’incontro avrà come tema l’adeguamento delle imprese al Regolamento Europeo della privacy, con indicazioni su cosa fare e sopratutto cosa non fare.

Come ci spiega il Dr. Papini “Il dato è il bene più prezioso che esiste, più dell’oro e più del denaro e per questo oggetto di frequenti rapine. Ancora gli italiani non si sono resi conto di quanto sia fondamentale oggi difendere il dato e il diritto stesso alla protezione del dato, per noi stessi e per le generazioni future. Siamo i primi, spesso, a fare abuso di trattamento, ma ci inalberiamo se qualcuno al telefono ci offre un contratto di fornitura dell’energia elettrica nuovo”.

“Iniziamo a dare l’esempio dalle piccole cose, rispettando per esempio i dati altrui e utilizzandoli solo per quello di cui abbiamo il permesso; custodiamo i dati nella loro integrità, modificandoli se serve e aggiornandoli ogni volta che ci viene richiesto dal proprietario. Difendiamoli da attacchi esterni o dall’incuria. In questo modo inizieremo a dare un segnale forte che qualcosa sta realmente cambiando” conclude il Dr. Papini.

Nell’ambito dell’evento verrà offerto ai partecipanti un coffee break e il brunch e ci sarà l’occasione per dialogare ed esporre i propri casi pratici ai migliori esperti del settore.

Per iscriversi gratuitamente all’evento e per consultare il programma basta visitare il sito internet www.privacycamp.it.

 

Locandina del primo Privacy Camp

 

Mercato del lavoro: il gap tra domanda e offerta continua a crescere, soprattutto al Nord

Milano, 19 aprile 2019 – In piena rivoluzione digitale sono molte le aziende, soprattutto quelle di medie e di grandi dimensioni, che hanno difficoltà crescenti nel reperire sul mercato i talenti di cui hanno necessità. A spiegarlo è chi si occupa quotidianamente di recruiting di profili specializzati, conoscendo molto bene, in prima persona, quanto il gap tra domanda e offerta si stia allargando sempre più .

Operai specializzati, dirigenti, ingegneri elettronici, analisti, agenti assicurativi, insegnanti di lingue straniere: sono molte le figure professionali ricercate che vengono trovate con sempre maggiore difficoltà”, commenta Carola Adami, CEO di Adami & Associati, società di ricerca e selezione di personale qualificato.

Ma cosa manca ai candidati?

«A mancare in molti casi è l’esperienza, creando così un circolo vizioso. Ma tante volte i recruiter si trovano di fronte a una generalizzata assenza di competenze specialistiche, nonché alla mancanza di soft skills fondamentali, come per esempio il problem solving o le abilità di comunicazione» aggiunge Adami.

L’impressione dei cacciatori di teste viene confermata da i numeri, a partire da quelli relativi al Rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere. Stando a questa indagine, infatti, nel 2018 la domanda non ha incontrato l’offerta in oltre il 26% dei casi, con un aumento di ben 5 punti rispetto all’anno precedente. Il gap si rivela particolarmente marcato nel Settentrione, un dato motivato prima di tutto dalla maggiore richiesta di profili specializzati.

Le aziende lombarde, per esempio, durante lo scorso anno hanno incontrato notevoli difficoltà nel coprire i 28% dei posti lavorativi offerti. Guardando invece al Nord-Est, il mancato soddisfacimento dei prerequisiti fondamentali ha portato a lasciare scoperto circa un posto su 3, rallentando in modo significativo lo sviluppo delle imprese. Anche nel Meridione, del resto, il disallineamento tra domanda e offerta si è fatto sentire, con le imprese sicule, pugliese e campane che hanno lamentato difficoltà nell’individuare un lavoratore su 5.

«La mancanza di esperienza finisce per colpire soprattutto i candidati più giovani: le imprese ricercano continuamente profili under 30, i quali però, molto spesso, non vantano le competenze necessarie» spiega l’head hunter Adami. Il gap del resto si allarga drasticamente per quanto riguarda  determinate figure specialistiche: la forbice evidenziata dal Rapporto Excelsior 2018 arriva al 62% nel caso di specialisti in scienze chimiche, fisiche e informatiche. Come ha spiegato lo stesso  presidente di Unioncamere Carlo Sangalli, «lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro a oltre 9 profili su 10 sarà associata la richiesta di competenze digitali».

«Questo trend è destinato a continuare e persino ad aumentare nei prossimi anni» ha precisato Carola Adami «poiché le imprese continueranno a ricercare sempre più profili specializzati, con competenze molto elevate. Il mondo del lavoro sta cambiando, e con esso non può che mutare profondamente anche il capitale umano delle aziende. Poter contare sul giusto mix di competenze, per le imprese, è assolutamente fondamentale, a qualunque livello: per questo motivo è necessario affinare la tecniche di ricerca del personale specializzato nonché, dall’altra parte, puntare sulla formazione».

 

Premio “Impresa Etica”, imprenditori e lavoratori uniti per il bene comune: ad Asti l’evento finale

Sono le tre imprese vincitrici dell’edizione 2019 del Premio “Impresa Etica”, assegnato ad Asti dall’Associazione San Giuseppe Imprenditore, per valorizzare la collaborazione vincente in aziende tra l’imprenditore e i suoi collaboratori: la marchigiana Graziano Ricami, la pugliese Fratelli Mastrototaro e l’umbra Pagine Sì! s

Asti, 19 marzo 2019 – È possibile unire competitività ed etica? E saldare l’eccellenza produttiva con l’impatto sociale sul territorio? A testimoniarlo le aziende che si sono aggiudicate il premio “Impresa Etica 2019”, promosso dall’Asgi – Associazione San Giuseppe Imprenditore, per valorizzare la collaborazione vincente in aziende tra l’imprenditore e i suoi collaboratori. Un premio che ha il sostegno di Fondazione Cattolica Assicurazioni e della Congregazione degli Oblati, il cui evento finale si è tenuto ad Asti presso il santuario di San Giuseppe, alla presenza del vescovo di Asti monsignor Marco Prastaro.

Tre i massimi riconoscimenti assegnati:

  • alla Graziano Ricami di Venarotta (Ascoli Piceno), azienda fondata e guidata da Graziano Giordani insieme alla famiglia, specializzata nei ricami e negli accessori tessili per il settore fashion, che dà lavoro a 180 addetti in un territorio colpito dal terremoto, fornendo prodotti di eccezionale manifattura alle più grandi firme mondiali della moda;
  • al Gruppo Mastrototaro di Bisceglie (Barletta), che attraverso tre generazioni, oggi rappresentate dai fratelli Roberto, Giuliano e Mauro, ha costruito un gruppo attivo in diversi campi di attività manifatturiera, svolgendo un rilevante ruolo sociale nella promozione della cultura e dell’arte;
  • alla Pagine Sì! di Terni, condotta da Sauro Pellerucci, che partendo da un settore tradizionale come la stampa degli elenchi telefonici ha raggiunto l’eccellenza e fatturati importanti nel mercato della digitalizzazione.

Altri riconoscimenti sono stati assegnati alla cuneese Korban di Gaia e Giuseppe Ferraro, che sta rilanciando la produzione casearia tipica delle Langhe guardando all’espansione sui mercati internazionali; alla romana Kairos Rainbow di Salvatore Cortesini, che insieme al figlio Renato sta sviluppando l’attività dei trasporti refrigerati riqualificando migranti e profughi in autisti professionali; alla milanese Extravega di Antonio Rillosi, che produce pezzi unici di design e manufatti architettonici per i più importanti studi di architettura del mondo.

Protagonista anche un’impresa astigiana: la cooperativa sociale ‘Nuovi Orizzonti’, attiva nell’ambito dell’assistenza di soggetti disabili, che si è aggiudicata la prima edizione del Premio intitolato a San Giuseppe Marello, fondatore della Congregazione degli Oblati di san Giuseppe.

«Attraverso il premio stiamo individuando e coinvolgendo in tutta Italia gli imprenditori che ancora ritengono possibile fare buona economia rispettando le leggi di mercato e l’etica negli affari, in una stretta collaborazione con i loro dipendenti e con un vincente e solidale legame con il loro territorio», ha dichiarato Lorenzo Orsenigo, fondatore e presidente dell’Asgi.

«Con questo riconoscimento intendiamo porre le persone, intese come comunità aziendale, al centro dei criteri che definiscono il successo di un’impresa. Per questo i premi sono assegnati insieme all’imprenditore e alle maestranze», ha aggiunto il professor Oreste Bazzichi, docente di sociologia economica presso la Pontificia Facoltà San Bonaventura – Seraphicum e presidente della giuria che ogni anno seleziona e valuta le imprese candidate.

Sandro Feole, vicepresidente Asgi e ideatore degli Ethics Index, ha concluso sottolineando «la significativa capacità delle imprese premiate di coniugare l’equilibrio e la solidità dei bilanci con l’impatto sociale delle attività economiche realizzate da decenni».

 

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Lavoro, per conquistare i talenti digitali bisogna offrire flessibilità e possibilità di crescita

Flessibilità e possibilità di crescita: ecco cosa cercano i Millennials, risorse inportanti per la digital trasformation delle aziende…

Milano, 14 marzo 2018 – Saranno i leader del futuro e più in generale, quelli che, nel 2025, costituiranno il 75% della popolazione attiva. Sono loro, i Millennials.

«I Millenials sono stati definiti nei modi più diversi dal punto di vista lavorativo» spiega Carola Adami, CEO di Adami & Associati, società di head hunting leader nella ricerca e selezione di personale qualificato.

«Gli osservatori e le stesse aziende, a proposito di questa generazione, parlano e hanno parlato di lavoratori pigri, egocentrici, scoraggiati, ma anche di professionisti particolarmente portati all’utilizzo delle nuove tecnologie, di risorse fondamentali per la digital trasformation aziendale, di talenti maggiormente attratti dalla crescita professionale che dagli alti salari».

In poche parole, dunque, le aziende hanno di fronte a sé un’immagine piuttosto complessa e confusa dei Millennial.

A partire da queste basi, non deve stupire il fatto che molte imprese abbiano delle difficoltà nell’attirare i talenti di questa generazione, temendo tra l’altro di non essere poi in grado di organizzare delle giornate lavorative altamente produttive con delle risorse con esigenze marcatamente ‘diverse’ da quelle ormai note della generazione X.

«In generale, alle competenze manageriali e alle skills di problem solving tipiche della X Generation, i Millenials ribattono con un maggiore entusiasmo, con alte capacità tecnologiche e con un maggiore bisogno di essere riconosciuti come individui all’interno dell’azienda».

Ma cosa deve dunque fare un’azienda per assicurarsi le competenze dei Millenials e per gestirli al meglio?

«Il primo e fondamentale punto» spiega l’head hunter Adami «è capire che i giovani, in generale, non danno la priorità assoluta al salario, assegnando invece un’importanza inedita alla flessibilità e alla crescita personale».

Il primo passo da fare per attirare dei Millennials in azienda e per sfruttare al meglio il loro potenziale è dunque quello di essere meno rigidi per quanto riguarda orario e luogo di lavoro, abbandonando il vecchio concetto del cartellino da timbrare ogni mattina, alla stessa ora.

Questo, ovviamente, richiede – almeno inizialmente – una massiccia dose di fiducia nei confronti dei propri dipendenti.

Con il crescere della flessibilità, però, aumenterà anche il benessere aziendale, per i Millennial e non solo, e dunque anche la produttività.

Il secondo passo da fare è poi quello di assicurare delle possibilità di crescita ai giovani talenti, i quali difficilmente sono disposti ad accettare un posto di lavoro che non prevede percorsi formativi e occasioni di fare passi avanti in tempi contenuti.

Accanto al salario, i Millenials si aspettano infatti di ricevere dall’azienda anche nuove competenze e nuove conoscenze.

Lo dimostra un’indagine condotta da Udemy, la quale ci dice che, per il 42% dei giovani, l’attività di Learning & Development è il benefit più importante subito dopo il salario. Non stupisce dunque scoprire che, nel 73% dei casi, i Millennials sono persuasi di dove imparare ancora molto per fare degli avanzamenti di carriera.

«I Millenials, inoltre, assegnano un grande valore al comportamento dell’azienda, e quindi all’etica dell’impresa» spiega Adami. E questo, in molti casi, può essere un problema, partendo dal presupposto secondo il quale – stando ai dati Deloitte – solo il 48% dei Millenials è convinto che le aziende si comportino in modo etico.

«Diventa dunque fondamentale fornire ai lavoratori uno scopo comune e allo stesso tempo etico, una mission che sappia incrementare il loro entusiasmo».

 

Welfare aziendale: accordo all’avanguardia tra una piccola impresa di Milano e il sindacato

Salute, flessibilità, servizi, benessere e tempo libero al centro dell’accordo rivoluzionario tra una piccola impresa di Milano e il sindacato: perché se i lavoratori stanno meglio lavorano meglio…

Milano, 12 marzo 2019 – Una PMI, un sindacato e un grande traguardo. È quello raggiunto da Landoor, società di traduzioni e interpretariato professionali con sede a Milano, al fianco di Fisascat Cisl, che insieme hanno ottenuto un risultato per niente scontato in un’azienda con meno di 15 dipendenti.

La società, fondata da Adele Nardulli, imprenditrice di lunga esperienza nel settore delle traduzioni professionali, e il sindacato hanno appena firmato un accordo integrativo di secondo livello. L’intesa interessa i 14 dipendenti dell’azienda e sancisce ufficialmente le misure già operative in Landoor in materia di flessibilità dell’orario di lavoro, smart working e welfare, oltre alla definizione del premio di risultato.

“Al di là dell’accordo in sé – evidenzia Ivan Notarnicola, operatore della Fisascat Cisl milanese, che ha seguito da vicino la vicenda – è il percorso che ha portato alla sua stesura ad aprire un possibile nuovo capitolo nelle complesse relazioni fra sindacato e imprese con meno di 15 dipendenti, quelle cioè esonerate dall’obbligo di ‘far entrare i rappresentanti dei lavoratori in azienda’: una storia tradizionalmente intessuta di ostinata diffidenza e di una pressoché totale assenza di dialogo. È, invece, un’alleanza decisamente insolita quella che si è creata. Una disponibilità alla discussione e una trasparenza nella condivisione delle informazioni, anche di quelle più gelosamente custodite da un imprenditore, che hanno sorpreso anche noi”.

“Per questo – osserva Nardulli – la prassi inaugurata in Landoor può e deve diventare un esempio per l’intero tessuto produttivo nazionale, fatto di piccole e piccolissime realtà nelle quali il sindacato fatica ad entrare e non è ben visto. La nostra esperienza dimostra che, anziché demonizzare la controparte è possibile e auspicabile aprire le porte al confronto, perché dalla condivisione delle scelte non possono che derivare una maggiore soddisfazione e motivazione per tutti, lavoratori in primis”.

La strada della trattativa individuale tra PMI e sindacato per poter siglare un accordo di secondo livello sul welfare aziendale integrativo è giocoforza nel Comune di Milano, dove, a differenza di altri comuni della Regione Lombardia, non è ancora stato siglato un accordo territoriale, cui le PMI possano aderire automaticamente senza contrattazione di secondo livello.

L’accordo siglato da Landoor ha validità triennale ed è il risultato di mesi di serrato e non sempre facile confronto.  Le parti si sono messe fianco a fianco per analizzare fattori economici e finanziari, condizioni di mercato e sostenibilità per l’azienda di una negoziazione economica del premio di risultato. Il tutto alla luce delle novità introdotte dalle leggi di Stabilità 2016 (legge n° 208/2015) e 2017 (legge n° 232/2016), che incentivano la conversione del bonus di produzione in beni e servizi erogati dall’azienda mediante convenzioni, voucher, rimborsi. L’accordo integrativo di Landoor prevede comunque che la scelta di convertire il premio pecuniario in beni e servizi sia a discrezione di ciascun dipendente.

La parte economica, per quanto importante, è però solo uno dei capitoli dell’accordo e degli impegni presi tra le parti.

Nell’intesa trovano ufficializzazione le buone prassi di welfare aziendale che rappresentano l’anima di Landoor e il cuore pulsante del suo modello di business.

Nell’ottica della conciliazione vita-lavoro-famiglia, gli orari di lavoro, le ferie e i permessi sono all’insegna della flessibilità: ciascun dipendente può infatti organizzare la propria giornata lavorativa in ufficio o in modalità “lavoro agile”, gestendo in autonomia pause e permessi.

Proprio per consentire questa flessibilità, Landoor è dotata di un’infrastruttura tecnologica che consente l’accesso sicuro da remoto in cloud alla rete aziendale, da qualunque luogo e con qualunque dispositivo preveda una connessione Internet veloce. L’adesione al lavoro agile (o Smart Working che dir si voglia) da parte dei dipendenti è volontaria e regolata da un accordo individuale tra lavoratore e azienda.

Sulla centralità della persona e sul suo benessere nel luogo di lavoro Adele Nardulli ha sempre creduto e investito così tanto da aver messo a punto un programma di welfare che ha un nome, Weldoor, e che ha ottenuto importanti riconoscimenti anche a livello istituzionale.

Il programma spazia dai servizi salvatempo (farmacia, lavanderia, sportello artigiano, ufficio postale in azienda…) all’accesso allo spazio fitness&relax (con corsi gratuiti di pilates, yoga, superjump, postural…), il gioiellino creato da Landoor all’interno del Business Hub di via Copernico 38, a Milano, dove l’azienda ha sede.

Qui sono anche a disposizione fisioterapisti, nutrizionisti, riflessologi plantari a prezzi convenzionati, così come vengono organizzate regolarmente giornate di informazione sanitaria gratuite a cura di medici specialisti, dal dermatologo all’angiologo fino all’oculista.

Questi servizi sono rivolti alla generalità dei dipendenti, non concorrono alla formazione del reddito e sono interamente detraibili per l’azienda.

Sono finalizzati a creare un ambiente di lavoro gradevole, stimolante e gratificante, perché diventi un luogo dove sia piacevole stare.

Perché chi sta meglio, lavora meglio.

 

 

Adele Nardulli di Landoor e Ivan Notarnicola di Fisascat Cisl
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